#scatola del trasloco
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Trasloco
Immagina di dover affrontare un trasloco. La casa in cui hai vissuto è piena di ricordi, scatole da riempire e mobili da spostare. Solo al pensiero, il caos sembra invaderti. Ma c'è una soluzione: un servizio di trasloco professionale che trasforma una sfida in un'esperienza serena.
Maria e Luca, una giovane coppia, avevano appena acquistato la loro casa dei sogni. Tra lavoro, figli e impegni quotidiani, organizzare il trasloco sembrava impossibile. “Ci serve aiuto, non possiamo farlo da soli”, disse Maria una sera, guardando le pile di scatole incompiute.
Hanno deciso di affidarsi al nostro servizio di traslochi, e da quel momento tutto è cambiato. Il nostro team è arrivato puntuale e organizzato. Prima di tutto, abbiamo fatto un sopralluogo per capire le esigenze della famiglia. Poi, abbiamo pianificato ogni dettaglio: dall'imballaggio degli oggetti fragili al trasporto dei mobili più ingombranti.
Il giorno del trasloco, Maria e Luca erano tranquilli. I nostri professionisti hanno trattato ogni oggetto con cura, utilizzando materiali di imballaggio di alta qualità e mezzi sicuri per il trasporto. Ogni scatola era etichettata per una sistemazione facile nella nuova casa.
In poche ore, la vecchia casa era vuota e la nuova casa si riempiva di vita. “Non avremmo mai pensato che potesse essere così semplice”, ha detto Luca con un sorriso di sollievo.
Offriamo servizi su misura per ogni esigenza: traslochi locali e internazionali, trasporto di opere d'arte, smontaggio e rimontaggio mobili, e molto altro. Il nostro obiettivo è rendere il tuo trasloco un viaggio piacevole verso un nuovo inizio.
Quindi, se stai pianificando un trasloco e vuoi vivere un’esperienza senza stress, contattaci. Con noi, ogni trasloco diventa una storia di successo.
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Cronache di un trasloco
Giorno #2
Il 24 io e Davide abbiamo fatto un paio di giri con entrambe le macchine, portando su altra roba ancora. Erano soprattutto bicchieri e piatti e ho iniziato a tirarli fuori, anche senza la vetrinetta in cui metterli. I vecchi proprietari ci hanno lasciato la cucina arredata, quindi siamo già a buon punto.
Giorno #3
Martedì 26 sono venuti a consegnare e montare il letto, mentre io e papà (che è venuto su per aiutarmi) ci siamo messi a montare la vetrinetta Ikea nel salotto.
Giorno #4
Il resto della settimana ho fatto su e giù tra casa vecchia e nuova da sola, perché Davide era al lavoro. Ho portato giù gli scatoloni per 3 piani un paio di volte e mi è venuto un mal di schiena assurdo. Purtroppo la casa vecchia non ha l'ascensore ed è al terzo piano. Motivo in più per andarsene. Mi sembrava di essere su "A piedi nudi nel parco".
Giorno #5
L'inizio della fine. Lo scorso weekend (30 novembre - 1 dicembre) sono venuti ad aiutarci con i mobili più grandi il fratello e il padre di Davide e abbiamo tentato di portare tutto quello che mancava in fretta e furia.
Io sono rimasta a smistare e sistemare la roba nella casa nuova, mentre loro hanno fatto i vari viaggi con scatoloni pieni di tutto. Quando dico tutto intendo tutto. Ho visto mutande e scarpe mischiate nella stessa scatola, una boccetta della salsa di soia rovesciata nella busta con gli avanzi del frigo... Il caos!
Giorno #6
Lunedì, quando se ne sono andati tutti, ho cercato di mettere un po' di ordine in giro e sono tornata nella casa vecchia a pulire prima di consegnare le chiavi ai nuovi proprietari. Ho trovato la casa in condizioni indecenti.
Promemoria per il futuro: fanculo l'aiuto. Il trasloco me lo faccio da sola con calma, a costo di farmi venire il mal di schiena. Al massimo mi rivolgo ad una ditta apposita, tanto il casino lo fanno anche amici e parenti, non solo gli estranei.
Giorno #7
Martedì è stato il primo giorno tranquillo. Ho pulito tutto il pulibile, tolto gli scatoloni vuoti e iniziato a fare lavatrici per mettermi in pari con i panni sporchi. Le ultime stanze rimaste da sistemare sono il salotto, dove manca ancora il mobile della TV, e lo studio con i computer.
Giorno #8
È arrivato finalmente il tecnico per attivarci la connessione, ma ci sono stati problemi perché i vecchi proprietari avevano messo la fibra e avevano tolto il cavo in rame. Quindi alla fine abbiamo disdetto il vecchio contratto e ne abbiamo fatto uno nuovo per mettere la fibra anche noi. Arriverà di nuovo il tecnico venerdì.
Giorno #9
Oggi ci hanno attivato la linea internet! Il wifi funziona, mentre per il cavo ethernet devo procurarmi uno splitter, perché abbiamo due pc fissi da collegare. Ce la posso fare, intravedo la luce in fondo al tunnel.
Domani vado a fare compere e cerco anche di organizzarmi con i regali di natale. Ci mancava il trasloco nel periodo natalizio!
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Materiali e metodi per un trasloco efficace e organizzato
Organizzare un trasloco può essere una vera sfida, per quanto rappresenti un passo significativo nella vita delle persone. In molti ne hanno dovuto subire almeno uno e sanno quanto questo possa essere stressante, se non organizzato adeguatamente. Proprio l’organizzazione quindi è fondamentale per ridurre al minimo i problemi e il tutto parte da un buon uso dei materiali, come lo scatole di cartone, lo scotch o le imbottiture, e l’applicazione di alcune strategie.
Trasloco facile: gli strumenti necessari
Per prima cosa, per rendere il trasloco un'esperienza più agevole, è fondamentale equipaggiarsi con gli strumenti giusti. Le scatole di cartone, in particolare, costituiscono l'elemento cardine. Grazie a queste è possibile non solo trasportare agevolmente tutte le nostre cose da una casa all’altra, ma permettono anche una buona categorizzazione, se utilizzate sapientemente. Può essere una buona strategia, ad esempio, mettere insieme oggetti provenienti da una stessa stanza o con una stessa funzione, e successivamente scrivere sopra la scatola con un pennarello cosa contiene e dove andrà riposta. Accanto alle scatole, è importante utilizzare correttamente anche le imbottiture, come carta da imballaggio o pluriball, per proteggere oggetti delicati e fragili. Le buste di plastica, invece, si rivelano preziose per contenere piccoli oggetti e separarli nelle rispettive scatole, evitando disordini e semplificando la fase di sistemazione. Può essere una buona idea valutare l’utilizzo di carrelli per sollevare carichi pesanti, così da ridurre notevolmente lo sforzo fisico e rendere più agevole il trasporto di mobili ingombranti, oltre che aiutare a non avere infortuni. Per il confezionamento, infine, un taglierino, carta e nastro adesivo diventano strumenti indispensabili che non devono mai mancare.
Prepararsi a traslocare senza stress: ecco qualche consiglio
Può sembrare strano, ma la strategia e la pianificazione sono fondamentali anche durante un trasloco e non solo sul posto di lavoro. Un passo fondamentale è ad esempio quello di anticipare le esigenze della nuova casa, dipingendola e preparandola al nostro arrivo. Inoltre, se si prevedono altre modifiche come il cambio del pavimento o il rivestimento dei mobili, è consigliabile posticipare tali interventi di qualche giorno dopo aver completato il trasloco. Per evitare di farsi vincere dal caos, è una buona idea stilare liste di cose da fare ed elenchi di oggetti da riporre e trasportare, così da avere tutto a portata di mano. Proprio la classificazione e l’organizzazione degli oggetti rappresenta una fase fondamentale. La creazione di elenchi specifici per capi di abbigliamento, libri, utensili e altri oggetti domestici semplifica ad esempio il processo di imballaggio e, al momento del trasloco, rende l'intero procedimento più efficiente e ordinato. Il momento del trasloco può essere poi un’ottima opportunità per valutare cosa si possiede e decidere cosa tenere e cosa buttare via. È quindi il momento perfetto per liberarsi di oggetti superflui, ottimizzando lo spazio e dando un impulso al processo di rinnovamento. Sono fondamentali poi i procedimenti di imballaggio, confezionamento ed etichettamento, per tenere tutto ordinato e preciso. Infine, non bisogna temere di chiedere aiuto ad amici e parenti, in caso ce ne sia bisogno. Con il giusto sostegno e una perfetta pianificazione e materiali, effettuare un trasloco non sarà più un’esperienza da incubo. Read the full article
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Cosa usare per imballare i mobili: questi i materiali migliori
State ragionando sulla scelta di cambiare casa? Una volta trovata la soluzione più adatta alle proprie esigenze, ecco che si deve organizzare un’operazione che comporta spesso varie problematiche. Stiamo parlando del trasloco, che può essere gestito interamente in autonomia, oppure ci si può affidare a una ditta specializzata che si occupa di tutto, magari scegliendo una proposta a impatto zero. Uno dei primi aspetti da valutare è senz’altro quello legato agli imballaggi. Riporre qualsiasi oggetto in modo sicuro e pratico è una delle prime regole per fare in modo che qualsiasi trasloco possa essere completato in maniera perfetta. A seconda della forma e della fragilità di alcuni mobili, utilizzare elementi in plastica – vedi questi prodotti per l’imballaggio – potrebbe essere una scelta migliore rispetto a quelli di cartone per proteggere le parti più esposte a rotture o danneggiamenti. I pacchi per il trasloco: cosa scegliere Uno degli aspetti più importanti è senz’altro, prima del trasloco, di assicurarsi di avere a disposizione un numero sufficiente di scatole di cartone per l’imballaggio. Si tratta di scatole classiche, che variano in base alle dimensioni. In questo caso, il quantitativo, per ciascun formato di scatola, dovrà essere deciso in base al numero e al peso degli oggetti che si dovranno inserire al loro interno. Le scatole a doppia onda di cartone sono la soluzione più adatta quando bisogna trasportare dei piatti, delle bottiglie o altri oggetti che sono fragili, ma al contempo piuttosto pesanti. Le scatole porta abiti, come si può facilmente intuire dal nome, sono una soluzione perfetta per il trasporto degli indumenti. Il motivo? Semplice, visto che questi cartoni presentano al loro interno degli specifici bastoni attaccapanni. Basta coprire i vari indumenti con appositi teli, ma poi si possono comodamente mantenere sulle grucce e inserire nei cartoni. La protezione degli oggetti presenti nei mobili È chiaro che per un imballo preciso ed efficace, serve utilizzare dei materiali diversi dal cartone. Si deve trattare di divisori in grado di garantire protezione oppure dei materiali riempitivi. In questo senso, si suggerisce l’impiego della pellicola pluriball. Si tratta del tipico rotolo di pellicole che è dotato di apposite bolle d’aria, che riesce ad avvolgere e proteggere gli oggetti più fragili e a rischio durante il trasloco. Il cartone ondulato, invece, è una soluzione ideale per l’imballo dei bicchieri. Si tratta di scatole che presentano una forma particolare, che consente di garantire un alto livello di stabilità ai vari oggetti in vetro piuttosto che in ceramica che si devono trasportare, evitando che possano essere oggetto di danni e rotture nel corso dell’operazione di trasloco. Nelle scatole nulla vieta di sfruttare anche degli appositi divisori per i bicchieri e i calici, che hanno una funzione di separazione ed evitano che possano danneggiarsi tra loro. Le patatine di polistirolo oppure il cartone tritato possono tornare utili come vera e propria soluzione alternativa rispetto alla carta da imballaggio. In questo modo, infatti, gli spazi vuoti all’interno delle scatole possono essere riempiti e si garantisce un ottimo assorbimento rispetto a urti e vibrazioni durante il trasloco. I materiali per la protezione dei mobili Ottimi da usare anche i profili in polistirolo piuttosto che i paraspigoli in polietilene. In questo caso, si tratta di soluzioni perfette per una migliore protezione degli angoli dei mobili, piuttosto che delle cornici, magari in vetro, di uno specchio. Durante le operazioni di imballaggio può tornare utile avere a disposizione dei nastri adesivi, così come dei dispenser tendinastro. Con i primi si potrà provvedere a sigillare in maniera ottimale le varie scatole, garantendo al contempo un rinforzo in più per la zona inferiore. Con i dispenser tendinastro, invece, tutte le varie operazioni di chiusura potranno essere eseguite in maniera più celere e facile, grazie a una migliore maneggevolezza e alla frizione che si può regolare. Per la copertura dei mobili e di tanti altri oggetti che possono avere un certo ingombro, si consiglia l’uso di pellicole estensibili, di formato importante, ma anche di teli protettivi realizzati in pvc. In quest’ultimo caso si parla di teli copritutto che si possono usare per gli usi più disparati, non solo per i traslochi, ma anche quando bisogna imbiancare la casa ad esempio. Foto di Steve Johnson: https://www.pexels.com/it-it/foto/due-poltrone-in-camoscio-923192/ Read the full article
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Lezione del 20 marzo 2017
Nella prima parte della lezione abbiamo continuato l’analisi di alcune shadow boxes di Joseph Cornell, in particolare degli esemplari della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Setting for a Fairy Tale (1942) “Joseph Cornell crea in quest'opera un universo miniaturizzato coerente. Un bordo dipinto di nero sulla superficie del vetro incornicia un palazzo bianco e funge da proscenio evocante il mondo del teatro e dello spettacolo...” www.guggenheim-venice.it
Ricordando la mostra del 1939 al MoMA di New York sui capolavori del Rinascimento italiano - dove Cornell poté ammirare una selezione di opere di Donatello, Laurana, Verrocchio, Botticelli, Bronzino ecc. - abbiamo parlato dell'importanza della vetrina e del display. Quest’ultimo tema è ritornato accennando all’allestimento della mostra An Introduction alla Fondazione Prada di Milano nel 2015, quando una scatola di Cornell è stata esposta all’interno di uno studiolo originale quattrocentesco accanto a un assemblage di Kurt Schwitters e a un ricamo di Francesco Vezzoli.
ph. www.artsy.net
Altre scatole sono state lo spunto per richiamare la dispensa (A Pantry Ballet, 1942), la casa di bambola (Towards the Blue Peninsula, 1953), il souvenir (L’Egypte de Mlle Cléo de Merode, 1940), il gioco (Swiss Shoot-the-Chutes, 1941), termini che vanno ad aggiungersi alle parole-chiave del blog.
Nella seconda parte della lezione abbiamo discusso delle Time Capsules realizzate da Andy Warhol tra i primi anni Sessanta e il 1987, anno della sua morte. Delle comuni scatole di cartone - le scatole del trasloco o le scatole del licenziamento - sono state riempite con riviste, fotografie, lettere e altri oggetti del quotidiano prima di essere sigillate e spedite in un deposito. Oggi 610 esemplari sono conservati presso l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh.
ph. it.phaidon.com
Dopo aver citato le Scatole personali che Robert Rauschenberg realizzò tra il 1952 e il 1953 in seguito a un viaggio in Italia, alla fine della lezione abbiamo ricordato anche il progetto di arte pubblica Vetrinetta di Paolo Riolzi, presentato al Mufoco di Cinisello Balsamo nel 2015.
Vetrinetta, famiglia Eliane Bour (2014) www.paoloriolzi.com
#lezioni#souvenir#casa di bambola#gioco#giocattolo#display#display museale#vetrina#vetrinetta#dispensa#bacheca#scatola#scatola del licenziamento#scatola del trasloco#scatola del pensionamento#dossier#raccolta#meraviglia#sineddoche
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Avrei voluto dirti di sì e preparare insieme miliardi di scatoloni giganteschi con quei QR che ti davano informazioni sul contenuto, quelli che ti piacevano tanto perchè "sono un perfezionista e voglio che sia tutto in ordine e progettato impeccabilmente". Avrei voluto preparare uno scatolo più piccolo con la tua moka esorbitante, quella mia più piccola e la bilatetti rainbow rossa che mi avevi regalato quando ero in quel folle periodo in cui il rosso era il mio colore preferito. E come dimenticare il montalatte bialetti? Non bevi il caffè se non è schiumato.
Saremmo stati svegli fino a tardi per progettare il contenuto di ogni scatola: io esausta e quasi completamente addormentata sul divano e tu iperattivo con una tazza di tè, il progetto del trasloco, il pc acceso perché non smetti mai di lavorare. Mi avresti coperta con un plaid e dato tanti baci e avresti continuato a progettare e programmare.
Avremmo comprato una libreria smisurata ed esageratamente sproporzionata per il salotto da riempire con i nostri libri che non hanno mai spazio per essere sistemati veramente. Così mi sarei sbarazzata di quella vecchia valigia blu in cui tenevo tutti quelli che non toccavo ormai da anni.
Avremmo comprato tante di quelle piantine grasse perché le ami e basta poco per curarle ma sono di una bellezze infinita. Avrei preso pure un piccolo bonsai perché sai che li trovo buffi e teneri.
Saremmo entrati in quella casetta tutta nostra, semplice e minimalista come la volevamo, ma accogliente e calorosa grazie all'amore e alla costanza che ci avremmo messo per renderla nostra. Una casa nostra.
Avrei avuto il mio studio con quella finestra grande grande, di quelle che sai che mi fanno perdere la testa perché sono perennemente tra le nuvole e una stanza senza finestre e luce mi costringerebbe a non sognare e immaginare. Avrei messo lì la scrivania e avrei passato le giornate a studiare, coccolare il gatto e bere tè, spostando di tanto in tanto lo sguardo verso il verde infinito oltre la finestra.
Avrei aspettato che tornassi da lavoro, così mi avresti dato un bacio sulla fronte per convincermi ad allenarci insieme fuori e farci diventare il nasino rosso come quello di Rudolph. Poi avremmo cucinato un bel minestrone bollente per scaldarci dal freddo e parlato della nostra giornata. Non sarebbe importato se l'università fosse stata pesante, se il mio lavoro sottopagato, se il tuo troppo stressante o se il gatto avesse lasciato troppi peli ovunque: saremmo stati insieme, nel nostro cottage, sul divano abbracciati. Avremmo avuto noi, io per te e tu per me. Per sempre. Così come mi avevi detto quando il mondo mi stava crollando addosso, trascinandomi con sé in un buco nero.
Avremmo avuto così tante cose da fare, da decidere, impacchettare, spacchettare, comprare, rivendere che non ci sarebbe stato tempo per le liti, le urla, la gelosia, gli insulti. Sarebbe stato l'inizio di qualcos'altro e la fine non sarebbe stata dietro l'angolo ad attenderci e dilaniarci.
Eppure, oggi, sono seduta sul divano da sola. Senza piante grasse, senza un gatto e un bonsai di cui prendermi cura. Sono sola in una casa fredda, c'è una finestra grande come quelle che amo, ma non mi fa sognare e immaginare nulla se non te. Il mio bagno profuma di Narciso e non del tuo dopobarba, non vedo i tuoi occhiali disseminati per casa, né i tuoi post it con qualche stramba formula matematica o fisica per dirmi che mi ami.
Avrei voluto dirti di sì, ma non l'ho fatto.
La fine è arrivata e mi ha pugnalata così forte da non riuscire più a respirare.
Ho una libreria sproporzionata da montare per mettere tutti i miei libri, ma tu non lo farai più.
La fine è arrivata e ci ha colpiti entrambi. Io ho smesso di sognare e tu hai smesso di crederci.
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Il mio trasloco è una scatola e uno zaino. Finora ho svuotato lo zaino. Ci sono delle infradito nello scatolone ma sono sotto a tutto allora ne ho comprate un altro paio, verdi. Sono verdi pure quelle nello scatolone. A questo punto dovrebbe esserci una riflessione seria sull’omeostasi conservatrice del mio inconscio per proteggermi dai turbamenti dell'avere a che fare con cose nomi città e colori nuovi, però dai oh ci sono tanti tipi di verde alla fine, a posto così. https://www.instagram.com/p/CLuu3G_nvvG/?igshid=uumhv5921fz9
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Sono nato a Napoli e probabilmente vivere sempre nello stesso luogo non fa per me infatti ho cambiato diverse città e proprio in questi giorni sto preparando l'ennesimo trasloco! Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Non credo ci sia un momento in cui me ne sono accorto. Da un lato il disegno mi ha sempre seguito e negli anni di scuola l'ho sempre coltivato. All'università mi avvicinai al cinema, al teatro e alla fotografia ma più mi avvicinavo a quel mondo e più tornavo a cercare il disegno. Dopo tanti anni, alla fine, viene naturale guadagnarsi da vivere con ciò che ti è più vicino. Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Io ho sempre amato la colorazione digitale e quindi è stata la tecnica che ho coltivato di più in assoluto ma l'utilizzo della penna e della matita mi rimangono nel cuore e così ho iniziato ad unirli cercando di fonderli in maniera sempre più originale e personale. Cosa pensi del tuo futuro da illustratore? Che sia sempre più roseo? Ah ah ah! Non lo so, fondamentalmente spero di poter consolidare questa professione, vincere qualche premio (che all'ego non fa mai male), e migliorarmi in tutte le sfaccettature di questa professione che all'esterno sembra un lavoro fatto solo di carta e penna quando invece ha moltissime sfaccettature. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Per quanto sia un lavoro solitario è anche un lavoro che ti porta a conoscere tantissime persone. Tra le tante persone che ho avuto la fortuna di incontrare sicuramente la più particolare fu quella con Bruno Tognolini. L'ho incontrato durante una conferenza e in quell'occasione lesse una delle sue filastrocche (La filastrocca delle guarigioni) e mi colpì così tanto da dedicargli una illustrazione. A lui piacque tantissimo e quando ebbi l'occasione di rincontrarlo gliela regalai. Fu tutto molto spontaneo ed è forse la cosa più bella di quest'episodio. Perché illustrazione per bambini? Perché è un settore molto creativo e spesso libero. Certo esistono molti tipi di illustrazione ma questo è quello che mi offre così tanti spunti e modi di esprimermi che altri tipi di illustrazione non offrono. Se si disegna per un gioco in scatola ad esempio si hanno dei limiti e degli stili ben delineati, così come quando si creano delle illustrazioni per una copertina o un poster ma quando si creano libri illustrati l'unico limite, oltre la pagina, è il testo. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Mi sono addentrato nel mondo dell'illustrazione in maniera quasi casuale e quindi molti miei riferimenti arrivano da altri settori. Il cinema di animazione sopratutto quello giapponese (Miyazaki e Satoshi Kon) o dei primi anni della Disney (chi non adora la volpe di Robin Hood?) o da registi come Michel Gondry, Nolan, Wes Anderson, da fotografi come Hopper e direttori della fotografia come Vittorio Storaro e dal mondo dell'arte come Klimt e Caravaggio, Delacroix, Vermeer e tantissimo dal mondo della concept art con autori contemporanei come Marko Djurdjevic. Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? Questa domanda è molto difficile. Un buon libro illustrato può aiutare in molti modi ma solo se c'è l'intenzionalità di crearlo per quel motivo. Penso a "l'anatra, la morte e il tulipano" che parla della morte con una semplicità e una poesia che trovo disarmante. Un bambino pone sempre delle domande e a volte non tutti sanno dargli delle risposte. Un libro può quindi essere un buon punto di partenza, un modo per creare un campo condiviso per un dialogo perché a volte una immagine può aiutare molto di più di tante parole. Descrivici il tuo stile. ARGH! Questa domanda mi mette sempre in crisi. Direi spiritoso, dinamico, vivace. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Una buona composizione e il resto viene naturale.
In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? Tante persone. In primis la mia famiglia che mi ha permesso di poter dedicarmi ad un lavoro che non dà sicurezze e che sopratutto non parte in quarta ma ha bisogno di un periodo per ingranare. Gli amici più cari che ti offrono spalle e supporto senza che se ne accorgano e ovviamente la mia fidanzata con cui condivido il tavolo da lavoro da molti anni ormai. Se fossi libero da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Adoro il fantasy e quindi ti direi senza pensarci due volte il Signore degli anelli. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? Guardo illustrazioni fin da bambino e i miei gusti sono mutati nel corso degli decenni (sigh!) ma tra i tanti posso sicuramente citarne alcuni che sono le mie fondamenta: Alan Lee, Tony Diterlizzi, Pablo Auladell, Shaun Tan, Quarello, Justin Sweet. Il consiglio più utile che hai ricevuto. Non mollare. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Siate perseveranti, determinati, cocciuti, volenterosi, umili ma mai ingenui o stupidi. Segui Andrea Alemanno su sito web, Facebook, Tumblr, Pinterest e Behance
#Illustrazione#Interviste#AndreaAlemanno#Delacroix#illustratore#KlimteCaravaggio#Miyazaki#Napoli#SatoshiKon#Vermeer
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LA NUOVA VICINA
Erano mesi che si sentivano lavori di ristrutturazione nell’appartamento vicino al nostro, vuoto ormai da anni, e che confina con il nostro terrazzo.
A metà agosto sembra sia iniziato il trasloco, con questo maledetto caldo….
Laura è curiosa di sapere chi saranno i vicini, io spero solo che non facciano casino più di tanto e che non sbircino dal terrazzo.
Comunque venerdì scorso suonano alla porta.
Apro. Una splendida ragazza mora sulla porta mi si presenta.
Buon giorno sono Yala, sono la tua nuova vicina di casa, scusa se disturbo ma i ragazzi del trasloco sono andati via e avrei bisogno possibilmente di un piccolo aiutino per portare 2 o 3 scatoloni.
Oddio, mi si aprono scenari immaginari infiniti…
Ho quasi un erezione a vederla sulla porta, shorts di jeans cortissimi sopra ad un paio di gambe slanciate e abbronzatissime, maglietta grigia senza maniche, due seni stupendi sotto e un’invitantissima macchia di sudore proprio in mezzo ai seni.
Rimango un po’ impietrito, solo la voce di Laura che chiede chi è mi fa tornare sulla terra.
Mi presento, chiamo Laura per presentare Yala.
Anche mia moglie ha più o meno la stessa reazione, e forse la controlla anche peggio.
Che figura abbiamo fatto con la ragazza, chissà che penserà di noi.
Comunque ovviamente vado ad aiutare Yala con i cartoni…
Entro nella casa nuova, appoggio il primo, poi il secondo e infine il terzo.
Sono sudatissimo anch’io, la maglietta mi si appiccica al petto…
Passando Yala mi guarda con un sorrisetto malizioso, scontra il cartone più in alto che cade e si apre…
La prima cosa che vedo fuori è un bellissimo paio di manette, un grosso vibratore e una scatola di candele.
Yale, cerca frettolosamente di chiudere lo scatolone, diventa rosso fuoco…
Tranquilla, sono adulto, non mi scandalizzo di nulla…
Se non ti serve più niente vado a farmi una doccia.
Yala, con lo sguardo rivolto al pavimento, mi ringrazia e saluta.
Entro a casa, già mezzo eccitato e racconto tutto a Laura.
La sera dopo Yala ci invita a cena per ringraziarmi dell’aiuto.
Portiamo un paio di bottiglie di champagne e uno splendido mazzo di rose.
Laura, come al solito, si veste super sexy, minigonna vertiginosa, camicetta di seta leggermente trasparente e un paio di stivali estivi con tacco vertiginoso.
Yala, a metà cena, cerca di spiegare del perché del contenuto.
Laura le dice che non è importante, ognuno ha i suoi vizi, non c’è nulla da spiegare, vivi e lascia vivere.
Yala si tranquillizza, si rilassa…
Com’è bella però, vestita candidamente con un vestitino di lino color sabbia, cammina scalza, su due piedini meravigliosi, capelli lunghi e neri, un seno che dice solo baciami…
Però adesso la nostra splendida vicina vuole sapere i nostri vizi, e vuole assolutamente raccontare i suoi…
Mamma mia che serata eccitante che sta diventando.
Laura come una brava maestrina racconta le nostre cose, la nostra voglia di regalarci l’un l’altro qualsiasi fantasia, qualsiasi gioco erotico per mantenere vivo il desiderio.
Yala è eccitata, la casa nuova, i vicini aperti, lo champagne….
A Yala piace essere sottomessa, ce lo dice speranzosa, vuole inaugurare la casa stasera…..
Laura come al solito capisce tutto al volo…
Si alza e senza dire nulla, veloce come una gatta, riesce ad ammanettare Yala alla sedia.
La mia splendida puttanella si era portata delle manette da casa, il mio regalo da San Marino…
Con un paio di forbici taglia in due il suo vestitino, la lascia nuda, legata alla sedia con le braccia piegate dietro alla schiena.
Con calma le lega anche le caviglie.
Viene da me, si toglie velocemente la minigonna, mi sbottona i pantaloni e vedendo che avevo già il cazzo durissimo mi sale sopra infilandosi il mio cazzo…
Ma lo fa da girata, vuole guardare Yala mentre si fa scopare da me…
Ha un orgasmo violentissimo dopo poco… chissà che fantasie si sta costruendo nella testa…
Soddisfatta per il suo aperitivo sessuale, Laura si alza, lasciandomi con il cazzo eretto come un palo….
Yala è sorpresa, eccitata e parecchio incuriosita da quella sua nuova vicina di casa che sembra essere un angelo…
Mia moglie la guarda, è in piedi di fronte a lei…. Prende una candela accesa e inizia a versargli la cera calda sul corpo…
Yala emette sospiri di dolore, ma le dice di continuare…
Sembra un bignè glassato, la cera solidificandosi le copre praticamente tutto il ventre….
Laura le sta strizzando i capezzoli, forte forse troppo…
A Yala piace però, vuole ancora di più…
Si prende un paio di schiaffi, quasi mi dispiace vedere il suo viso così bello arrossirsi per questo….
Laura inizia a giocare con la sua fica dopo averle tagliato via gli slip…
È bagnata marcia, le dita affusolate di Laura entrano ed escono velocissime.
Laura la slega, la trascina nel salotto per i capelli, la butta a terra con cattiveria.
Ma questa voglia di dominazione dove l’ha scovata Laura??????
Yala è a terra, una cagnetta indifesa…
senza nessuna richiesta si mette a leccare gli stivali di Laura…
Che spettacolo che mi sto godendo…
Lecca tacchi, gambe, fica… ha dei fremiti ogni tanto, soprattutto dopo aver ricevuto qualche schiaffo…
Scopatela per bene nella fica adesso, mi dice Laura.
La metto a 4 zampe, infilo il cazzo nella fica bagnatissima per lubrificarlo, con le mani allargo le chiappe e lo infilo in culo senza delicatezza.
Yale si sente sfondare, urla di dolore, ma invece di ricevere conforto femminile si prende un altro schiaffo.
Laura si mette con la fica sulla sua bocca, io dietro a stantufargli il culo…..
Poi Laura si toglie, indossa uno strap, si siede sul divano e sempre tirandole i capelli la fa salire a cavalcioni su di lei.
Che bello spettacolo vedere Laura che si scopa Yala.
Il culo è ancora dilatato, non ci metto molto a infilargli di nuovo il cazzo…
Ce la stiamo scopando in due, Laura le strizza ancora i capezzoli…
Io sto per esplodere, Laura mi dice di venire sul pavimento…
Schizzo forte e tanto….. come riapro gli occhi vedo Yala con la lingua che lecca il pavimento e Laura che le schiaccia la testa in basso con la mano…
lecca tutta da brava cagnolina…
ecco fatto, di nuovo tutto pulito…
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LA NUOVA VICINA Erano mesi che si sentivano lavori di ristrutturazione nell’appartamento vicino al nostro, vuoto ormai da anni, e che confina con il nostro terrazzo. A metà agosto sembra sia iniziato il trasloco, con questo maledetto caldo…. Laura è curiosa di sapere chi saranno i vicini, io spero solo che non facciano casino più di tanto e che non sbircino dal terrazzo. Comunque venerdì scorso suonano alla porta. Apro. Una splendida ragazza mora sulla porta mi si presenta. Buon giorno sono Yala, sono la tua nuova vicina di casa, scusa se disturbo ma i ragazzi del trasloco sono andati via e avrei bisogno possibilmente di un piccolo aiutino per portare 2 o 3 scatoloni. Oddio, mi si aprono scenari immaginari infiniti… Ho quasi un erezione a vederla sulla porta, shorts di jeans cortissimi sopra ad un paio di gambe slanciate e abbronzatissime, maglietta grigia senza maniche, due seni stupendi sotto e un’invitantissima macchia di sudore proprio in mezzo ai seni. Rimango un po’ impietrito, solo la voce di Laura che chiede chi è mi fa tornare sulla terra. Mi presento, chiamo Laura per presentare Yala. Anche mia moglie ha più o meno la stessa reazione, e forse la controlla anche peggio. Che figura abbiamo fatto con la ragazza, chissà che penserà di noi. Comunque ovviamente vado ad aiutare Yala con i cartoni… Entro nella casa nuova, appoggio il primo, poi il secondo e infine il terzo. Sono sudatissimo anch’io, la maglietta mi si appiccica al petto… Passando Yala mi guarda con un sorrisetto malizioso, scontra il cartone più in alto che cade e si apre… La prima cosa che vedo fuori è un bellissimo paio di manette, un grosso vibratore e una scatola di candele. Yale, cerca frettolosamente di chiudere lo scatolone, diventa rosso fuoco… Tranquilla, sono adulto, non mi scandalizzo di nulla… Se non ti serve più niente vado a farmi una doccia. Yala, con lo sguardo rivolto al pavimento, mi ringrazia e saluta. Entro a casa, già mezzo eccitato e racconto tutto a Laura. La sera dopo Yala ci invita a cena per ringraziarmi dell’aiuto. Portiamo un paio di bottiglie di champagne e uno splendido mazzo di rose. Laura, come al solito, si veste super sexy, minigonna vertiginosa, camicetta di seta leggermente trasparente e un paio di stivali estivi con tacco vertiginoso. Yala, a metà cena, cerca di spiegare del perché del contenuto. Laura le dice che non è importante, ognuno ha i suoi vizi, non c’è nulla da spiegare, vivi e lascia vivere. Yala si tranquillizza, si rilassa… Com’è bella però, vestita candidamente con un vestitino di lino color sabbia, cammina scalza, su due piedini meravigliosi, capelli lunghi e neri, un seno che dice solo baciami… Però adesso la nostra splendida vicina vuole sapere i nostri vizi, e vuole assolutamente raccontare i suoi… Mamma mia che serata eccitante che sta diventando. Laura come una brava maestrina racconta le nostre cose, la nostra voglia di regalarci l’un l’altro qualsiasi fantasia, qualsiasi gioco erotico per mantenere vivo il desiderio. Yala è eccitata, la casa nuova, i vicini aperti, lo champagne…. A Yala piace essere sottomessa, ce lo dice speranzosa, vuole inaugurare la casa stasera….. Laura come al solito capisce tutto al volo… Si alza e senza dire nulla, veloce come una gatta, riesce ad ammanettare Yala alla sedia. La mia splendida puttanella si era portata delle manette da casa, il mio regalo da San Marino… Con un paio di forbici taglia in due il suo vestitino, la lascia nuda, legata alla sedia con le braccia piegate dietro alla schiena. Con calma le lega anche le caviglie. Viene da me, si toglie velocemente la minigonna, mi sbottona i pantaloni e vedendo che avevo già il cazzo durissimo mi sale sopra infilandosi il mio cazzo… Ma lo fa da girata, vuole guardare Yala mentre si fa scopare da me… Ha un orgasmo violentissimo dopo poco… chissà che fantasie si sta costruendo nella testa… Soddisfatta per il suo aperitivo sessuale, Laura si alza, lasciandomi con il cazzo eretto come un palo…. Yala è sorpresa, eccitata e parecchio incuriosita da quella sua nuova vicina di casa che sembra essere un angelo… Mia moglie la guarda, è in piedi di fronte a lei…. Prende una candela accesa e inizia a versargli la cera calda sul corpo… Yala emette sospiri di dolore, ma le dice di continuare… Sembra un bignè glassato, la cera solidificandosi le copre praticamente tutto il ventre…. Laura le sta strizzando i capezzoli, forte forse troppo… A Yala piace però, vuole ancora di più… Si prende un paio di schiaffi, quasi mi dispiace vedere il suo viso così bello arrossirsi per questo…. Laura inizia a giocare con la sua fica dopo averle tagliato via gli slip… È bagnata marcia, le dita affusolate di Laura entrano ed escono velocissime. Laura la slega, la trascina nel salotto per i capelli, la butta a terra con cattiveria. Ma questa voglia di dominazione dove l’ha scovata Laura?????? Yala è a terra, una cagnetta indifesa… senza nessuna richiesta si mette a leccare gli stivali di Laura… Che spettacolo che mi sto godendo… Lecca tacchi, gambe, fica… ha dei fremiti ogni tanto, soprattutto dopo aver ricevuto qualche schiaffo… Scopatela per bene nella fica adesso, mi dice Laura. La metto a 4 zampe, infilo il cazzo nella fica bagnatissima per lubrificarlo, con le mani allargo le chiappe e lo infilo in culo senza delicatezza. Yale si sente sfondare, urla di dolore, ma invece di ricevere conforto femminile si prende un altro schiaffo. Laura si mette con la fica sulla sua bocca, io dietro a stantufargli il culo….. Poi Laura si toglie, indossa uno strep, si siede sul divano e sempre tirandole i capelli la fa salire a cavalcioni su di lei. Che bello spettacolo vedere Laura che si scopa Yala. Il culo è ancora dilatato, non ci metto molto a infilargli di nuovo il cazzo… Ce la stiamo scopando in due, Laura le strizza ancora i capezzoli… Io sto per esplodere, Laura mi dice di venire sul pavimento… Schizzo forte e tanto….. come riapro gli occhi vedo Yala con la lingua che lecca il pavimento e Laura che le schiaccia la testa in basso con la mano… lecca tutta da brava cagnolina… ecco fatto, di nuovo tutto pulito…
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facchinaggio
Servizio di Facchinaggio Professionale: Spostamenti Facili e Sicuri
Quando si tratta di trasportare oggetti ingombranti o pesanti, che si tratti di mobili, scatole o attrezzature aziendali, il facchinaggio è una parte fondamentale del processo. Offrire un servizio di facchinaggio professionale significa garantire che i tuoi beni siano movimentati in modo sicuro, efficiente e senza stress. In questo articolo, esploreremo i benefici di affidarsi a un team esperto per i tuoi spostamenti.
Perché scegliere un servizio di facchinaggio professionale?
Sicurezza Sollevare oggetti pesanti o ingombranti può essere pericoloso, soprattutto senza le giuste attrezzature o tecniche. I facchini professionisti sono formati per sollevare e trasportare in modo sicuro, riducendo al minimo il rischio di infortuni e danni ai tuoi beni. Con l’utilizzo di carrelli, imbracature e altre attrezzature specifiche, i nostri esperti garantiscono che ogni oggetto arrivi a destinazione senza subire danni.
Efficienza e velocità Un trasloco o un spostamento può sembrare un compito arduo, ma con un team di facchini esperti, il processo diventa molto più rapido e fluido. L'esperienza e l'organizzazione sono fondamentali: il nostro team è in grado di completare il lavoro in tempi brevi, senza compromettere la qualità del servizio.
Adattabilità Ogni trasloco o spostamento è diverso, che si tratti di un semplice trasloco domestico, di un trasporto di merce per un’azienda o di un'operazione complessa come lo spostamento di oggetti pesanti o fragili. I nostri facchini sono in grado di adattarsi a diverse esigenze, affrontando ogni tipo di sfida con competenza e professionalità.
Servizio completo Offriamo un servizio di facchinaggio che va oltre il semplice trasporto. Se necessario, possiamo anche assistere nel montaggio e smontaggio di mobili, nell'imballaggio e nel disimballaggio di oggetti delicati, garantendo che tutto sia pronto per l'uso al momento del suo arrivo a destinazione.
Cosa include il nostro servizio di facchinaggio?
Movimentazione di beni residenziali e aziendali: Che si tratti di traslochi domestici o spostamenti di attrezzature aziendali, ci occupiamo di ogni tipo di carico, dalla piccola scatola agli oggetti più grandi e pesanti.
Spostamenti ai piani alti: Non preoccuparti delle scale o degli spazi angusti. I nostri facchini sono esperti nel trasporto di merci anche in ambienti complessi, come appartamenti o uffici ai piani superiori.
Imballaggio e protezione: Se desideri un servizio completo, possiamo occuparci anche dell’imballaggio sicuro dei tuoi beni per evitare danni durante il trasporto.
Servizi personalizzati: Ogni cliente ha esigenze diverse. Per questo motivo, offriamo servizi su misura per soddisfare ogni tipo di richiesta, che si tratti di orari flessibili, trasporto di oggetti delicati o soluzioni specifiche.
Vantaggi di un servizio di facchinaggio professionale
Minimo stress Non c'è bisogno di preoccuparsi di come sollevare oggetti pesanti o di coordinare il trasloco da solo. Con il nostro team di facchini, puoi concentrarti su altre priorità, sapendo che il lavoro è nelle mani di esperti.
Costi chiari e trasparenti Offriamo prezzi competitivi e chiari, con preventivi personalizzati in base alla tipologia di servizio richiesto. Non ci sono sorprese: il nostro obiettivo è che tu sia soddisfatto e informato in ogni fase del processo.
Servizio affidabile La puntualità e l'affidabilità sono i nostri punti di forza. Arriviamo sempre in orario e rispettiamo i tempi stabiliti, garantendo che il trasporto avvenga senza intoppi.
Come prenotare il nostro servizio di facchinaggio?
Prenotare il nostro servizio è facile e veloce. Contattaci via telefono o attraverso il nostro modulo di richiesta online per ricevere un preventivo personalizzato. Ti forniamo tutte le informazioni necessarie e ti aiuteremo a pianificare ogni dettaglio del trasporto.
Se hai bisogno di un trasporto sicuro, rapido e senza preoccupazioni, non esitare a contattarci. Siamo qui per rendere ogni spostamento un’esperienza semplice e priva di stress!
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Oggi è una domenica malinconica. Il virus ha fatto annullare anche il mio viaggio ad Amsterdam, e ho un senso di frustrazione e rabbia che non so spiegare...E’ il secondo viaggio che cancello a causa di questo cavolo di virus, il primo è stato il mio viaggio per Tokyo a marzo...che rabbia. Cooomunque, in questa malinconica domenica di ottobre, sono stato sotto le coperte tutto il pomeriggio..Questa mattina ho sistemato gli ultimi scatoloni del trasloco e ho trovato una scatola con tutte le mie cose di quando vivevo a Londra...la mia Oyster, i miei biglietti dei concerti, scontrini...e il Cd “All this Bad Blood” dei Bastille... Allora era il 2013 ed io avevo 23 o 24 anni, vivevo in un’appartamento condiviso a Camden Town e lavoravo in un Subway...Camminavo per le vie di Londra ascoltando quel cd sul mio iPod. In esso è racchiuso tutto...Ricordo con il sorriso i tanti concerti dei Bastille a cui ho assistito, la volta in cui riuscì a parlare con Dan Smith e dall’emozione piansi come un cretino, la sua pacca sulla spalla...da allora mi salutava con la mano a tutti i concerti, ormai è dal 2016 che non vedo i Bastille live, chissà se si ricorda di quel pirla che piangeva... All’epoca non mi sembrava così, eppure era tutto più “semplice”. Avevo tempo, ho sperimentato tutto quello che volevo quell’anno: ho riso, pianto, mi sono ubriacato in un pub con i colleghi, ho provato sentimenti, ho avuto nostalgia di casa, ho amato Londra, ho odiato Londra, mi sono perso a Londra, ma nel perdermi ho scoperto cose nuove. Ricordo che quando sono ritornato in Italia, prima di lasciare la mia stanza, ho scritto un foglio che ho nascosto sotto al cassetto del comodino lasciando alcuni consigli per chi fosse venuto dopo di me e la password del WIFI del cretino del piano di sopra ahahaha, chissà se qualcuno ha letto quel foglio! La mia camera aveva una grossa finestra che affacciava su Camden Street, ricordo che qualche giorno prima di lasciare la casa, passai 30 minuti seduto a terra affacciato a vedere l’arcobaleno fumando e sorridendo... Sono quei flashback che mi porto dentro, piccoli momenti speciali in cui mi rifugio quando il mondo mi fa paura. Purtroppo al mio ritorno, a parte la laurea, la mia vita non è stata rosea, anzi...ma nonostante tutto sono qua e ricordo quell’anno con un sorriso e un pizzico di malinconia, non avrò mai più 23 anni e quel che è rimasto è racchiuso in una scatola che ho ritrovato oggi, la vita è proprio strana... Se penso a quante cose sono cambiate....penso che il Paolo di allora avrebbe mandato a quel paese chi lo trattasse da zerbino, mentre il Paolo di qualche mese fa era innamorato di una persona narcisista che gli ha distrutto l’amor proprio. Ma va bene, l’importante è andare avanti, accettare quello che è successo, migliorarsi sempre e non fermarsi mai, perchè la vita non aspetta nessuno... Tra due mesi e 10 giorni sono 30, voglio scrivere un post con un reso conto degli ultimi dieci anni, ne ho bisogno perchè mi aiuta a riflettere su cosa mi manca ancora per essere felice, a parte l’amore, che ora come ora non voglio. Torno ad ascoltarmi i miei amati Bastille ora.
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Whatever it takes
Non succede niente. Succede solo che sono stanca, di parlare e parlare di me. Ho la sensazione di essermi presa una grande sbronza, di quelle da cui ti svegli la mattina dopo con la stessa arsura in gola che potrebbe provare il deserto del Sahara se fosse capace di esprimersi a parole. Succede che ascolto la stessa musica, le stesse canzoni, che un tempo mi avrebbero fatta sfogare tanto facilmente, ma che oggi come oggi non riescono nemmeno a farmi sentire un brivido di freddo, di tristezza, di vuoto. Una catastrofe. Eppure problemi non ce ne sono. Eppure per una volta tanto che non avevo sbagliato nulla, è tutto sbagliato. Eppure dovrei cominciare a rivalutare il karma, che tanto mi è stato caro ma in questo periodo temo mi stia voltando le spalle rovinosamente. Inizio a fare una lista dei miei “problemi” , cerco di analizzarli da sola perché sono stanca di ammorbare le persone con quello che ho in testa e che vorrei avere da tutt'altra parte, in un cassetto, in una scatola, in una casa piena di scatole del trasloco. Purtroppo sono una che ci crede. Alle stronzate, alle belle parole, alle brutte notizie, al caldo, al freddo, alle temperature, al surriscaldamento globale, alla gente che crepa, alla gente che si salva, ai miracoli, alla fede, alle predizioni, al futuro. Eppure dovrei essere disillusa. Eppure dovrei essere cinica. Come avevo imparato a fare qualche anno, qualche mese, qualche giorno fa. L'accettazione è una bestia difficile da domare, non si può atrofizzare così facilmente. Ci vorrebbe una pioggia chimica, di quelle che distruggono ogni cosa su cui si poggiano, di quelle che distruggono la plastica come Burri con la sua fiamma ossidrica, vorrei essere una tela di cellotex altamente infiammabile, per farmi male. Distruggeresti mai qualcosa di bellissimo solo per renderlo perfetto? Si ma perfetto per chi. La viltà non può accompagnare la perfezione, sono due sensazioni eteree e leggere che non si prenderebbero a braccetto nemmeno se fossero ad un perpendicolare punto di incrocio. Eppure su certe bocche sembra quanto di più perfetto ci possa essere. Vi siete mai chiesti, nel momento esatto in cui tutto sta rovinosamente cadendo, quanto ci mettereste a ricostruire tutto da zero? Il difficile non è il terremoto, il difficile è ricostruire. Cercare di ristabilire degli equilibri che avevi costruito con tanta forza, non per gli altri, non per mantenere la tua facciata di maschera, ma per te, la vera te, la persona che tanto disprezzi e dinieghi senza un briciolo di pietà. Per me gli equilibri sono qualcosa di molto precario. Sono qualcosa che non dovrebbe esistere nel limbo del grigio, ma che dovrebbero portare al bianco o al nero, senza via di mezzo. Mettiamola così, il mio equilibrio in questo periodo è meravigliosamente rosso. Vinaccia, come i chicchi di una melagrana matura. È vinaccia come quelle labbra lente e piene, piene di stronzate. Ah scusate, ho disilluso la vostra aspettativa poetica. Mi dispiace così tanto. La Candy buona, dolce, sensibile, che riesce a tirar fuori con le parole tutta la beltà di una persona. Ma a che prezzo? Vorrei tanto capirlo Vorrei capirlo perché - sempre per tornare al colore- ormai è tutto un conto in rosso. Ho esaurito le parole buone, quelle dolci, non riesco più a farle uscire, le ho con cura relegate nel più profondo del mio secondo cuore. GRANDISSIME CAZZATE. È solo un progressivo svegliarsi e sperare, che prima o poi, succederà qualcosa. Non importa cosa, qualsiasi cosa. Dimostratemi, dimostrami, dimostrerò che la felicità non è una truffa. Nel frattempo, posso continuare a camminare su quel filo, senza guardare giù, senza rete, senza paracadute. Senza.
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sei anni fa iniziava l’ultima estate passata a casa/il posto in cui ho passato la maggior parte della mia vita. la cosa che mi dispiace di più è che in quel periodo non ero per niente consapevole di ciò che stava succedendo, ho passato l’adolescenza a rifiutarmi di capire sperando che avrei sofferto meno, ma ovviamente non ha funzionato anzi, ho passato gli ultimi anni a recuperare il tempo perso a non ascoltarmi. comunque, credo di non aver mai elaborato il trasloco e l’abbandono del posto che chiamavo casa. non avevo idea di come mi sarei sentita perché non avevo idea di come mi sentissi in quel momento. a livello pratico ho già accettato che è stato meglio così, non sono scontenta della mia vita attuale quindi accetto il modo in cui sono andate le cose. a livello interno e inconscio rimane però qualcosa di non risolto, il fatto che in sei anni io non abbia mai smesso di sognare quei posti parla già da sé. così come il fatto che sento sempre il bisogno di specificarlo, io non sono cresciuta in città, la città mi fa soffrire. ma non posso nemmeno raccontare sempre la stessa storia, quindi alla fine mi confondo da sola e basta. so solo che nella mia testa questa è una scatola molto molto disordinata, è tutto fuori posto e mi spaventa guardarla da fuori, figuriamoci entrarci
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Nota del traduttore
Ho iniziato a tradurre Tempo variabile durante un trasloco.
Un trasloco che mi avrebbe portato in un altro paese, quindi ridotto ai minimi termini; ma richiedeva per questo una concentrazione intensa e una selezione severa e rapida.
Avevo una data limite ma non la data vera e propria: dovevo preparare tutto e poi aspettare il via ai blocchi di partenza, pronta a scattare per spedire i pacchi, comprare il volo, organizzare i lavori ecc. Insomma, avevo una settimana oppure un mese. Alla fine, un mese è stato il tempo richiesto dalla prima stesura. Un periodo di limbo, di attesa, di euforia, di “boh” continui e qualche volta anche di paure.Forse perché ero circondata da scatoloni ricoperti di ideogrammi recuperati sotto casa al supermercato cinese Ciao Mi (nome favolosamente vago e buffo ma anche minaccioso, degno del romanzo) – ho cominciato a pensare a quell’insieme di righe dense di significati come se fossero delle moderne scatole cinesi, collegate ma indipendenti e impilabili. All’inizio ero un po’ a disagio con quei frammenti – uniti, certo, da un filo rosso, ma pur sempre frammenti – e mi sembrava tutto faticoso, libro e trasloco, anche se a me piacciono i traslochi perché butto via o regalo un sacco di roba. Tranne che nei libri, tendo all’ascetismo. La cosa che non mi piace è vivere nel disordine. Sia il libro sia la casa erano in quel momento la rappresentazione tangibile di un caos ordinato. Per non perdere la testa, e forse proprio perché mi riesce abbastanza bene stare a cavallo di due paesi e non avere giornate regolari, nella traduzione mi sono lasciata guidare da un ritmo alterato, perché il libro intero è aritmico o sincopato, non solo per il contenuto. Il procedimento era questo: caffè, pagina, selezione di libri da portare via, altra pagina, selezione di altri libri, pa gina, posa dei libri nello scatolone, pagina, selezione della biancheria, sigaretta, pagina, libri ecc. E siccome gli oggetti parole da riporre nell’altra casalingua erano culturalmente stratificati e a volte oscuri, continuavo a chiedermi come farli stare comodi. Per esempio, doomer o prepper o glamping, parole da spiegare, sì, ma non troppo, in modo da mantenere quella cadenza secca, carveriana ma molto più umoristica. Un umorismo nero che mi fa sempre ridere. D’altronde, la protagonista è generosa, un po’ sperduta, si fa un sacco di domande (forse troppe), sa tutto di spie e trucchi di sopravvivenza, porta mutande da supermercato, il bucato non le viene mai bene, non si sente mai all’altezza e però se ne frega anche un po’. Insomma, potrebbe essere la mia migliore amica. È stato divertente passare le giornate con Lizzie. Jenny Offill è diventata davvero un’amica negli anni. Per un po’ siamo state vicine di casa; e lavorare al suo libro è stato come sentire le sue storie e le barzellette nerissime, fare la spesa insieme e uscire sempre con le cose sbagliate, senza i prodotti fondamentali per cui eravamo andate al supermercato, guardarla cucinare roba che finiva al cane, o commentare le terribili notizie di politica e lavorare di fantasia su dove fuggire. E poi avevamo scoperto la stessa passione insana per i manuali di sopravvivenza spicciola – a partire dalle Giovani marmotte – e per gli aggeggi delle spie. Sinceramente senza questa conoscenza un po’ speciale non so come avrei tradotto il suo libro. Di sicuro in modo diverso e con molta più fatica.Nel frattempo, la mia casa sembrava esplosa perché la sciavo gli scatoloni a metà, aperti per recuperare le cose che mi servivano, con scritte improbabili tipo miscellaneous blankets – socks, stuff, clothes + whatever perché lo spedizioniere non parla italiano. E anche la traduzione sembrava esplosa, un miscuglio di slogan, haiku, barzellette e manuali di sopravvivenza, tenuto insieme da una scrittura ben precisa, quasi maniaca le. Nei primi giorni, arrivata a sera avevo molti “gialloni”. Nel mio gergo, sono i dubbi evidenziati in giallo nel file: in questo caso erano di vario genere, ma prevalentemente si trattava di nodi culturali o freddure apparentemente intraducibili. Mi sembrava però di aver trovato la voce giusta per la protagonista, voce che in originale è davvero ermetica. Così ho telefonato in casa editrice: «Ho preso decisioni un po’ drastiche» ho detto «vi mando dieci
pagine di tra duzione e un file con tutti i gialloni in cui spiego le scelte che ho fatto su ogni parola». Insomma, il prima e il dopo, il backstage. «Mi sembra vada bene la voce» ho aggiunto, «però bisogna “allargare la scarpa”, aumentare l’ambito del significato, altrimenti il lettore italiano, anche il più esperto, rimane un po’ disorientato». La metafora da ciabattino probabilmente mi è venuta dopo aver impacchettato le scarpe. Non intendevo “normalizzare” la lingua, ma sciogliere i nodi nel testo, diluirli, per evitare di inserire note che in un testo così breve, con una struttura e un ritmo così particolari, non avevano davvero alcun senso. Da ogni paragrafo/scatola ho preso insieme alle parole la frammentarietà, il mistero, la disperazione, gli spazi bianchi, le risate silenziose, e poi ho rimesso tutto al posto giusto. O comunque ci ho provato. Adesso dovrò fare lo stesso con gli scatoloni pieni di whatever da svuotare nella casa nuova. Ma ci sono tanti piccoli modi per trovare conforto nel caos, che è un po’ la morale di Tempo variabile.
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Teatro della Tosse
Domenica 3 febbraio, ore 16.00 e ore 17.45
Il gatto con gli stivali
di Roberto Marafante – regia Emanuela La Torre Compagnia Teatro Verde di Roma con: Giovanni Bussi e Andrea Calabretta audio e luci: Enrico Biciocchi musiche originali: Marco Schiavoni scenografia, costumi e burattini: Paolo Marabotto realizzazione: Paola Tosti, Amedeo De Amicis, Sofia Colli
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https://www.youtube.com/watch?v=jwTJu-z0bdI
REPLICA STRAORDINARIA ORE 17.45
Domenica 3 febbraio arriva al Teatro della Tosse IL GATTO CON GLI STIVALI della Compagnia Teatro Verde di Roma con una doppia replica alle ore 16.00 e alle ore 17.45
Alle ore 15.00 Daniela De Blasio Costumista della Tosse terrà un laboratorio gratuito per tutti i bambini.
Può un semplice gatto, con l’astuzia ed un paio di stivali diventare ricco e famoso? può un semplice gatto, con il coraggio e un paio di stivali, sconfiggere un potente orco? Può un semplice gatto, con la fantasia e il solito paio di stivali, fare innamorare una principessa di un povero mugnaio? Certo, che può! Ma l’astuzia, il coraggio, la fantasia (e il paio di stivali) nulla possono senza l’aiuto dei bambini del pubblico. Il Gatto con gli Stivali è la favola delle apparenze. Una favola in cui si denuncia, sorridendo, l’ipocrisia dei rapporti umani. Una favola che ci dice che è vero solo ciò che sembra… come a teatro, ma che alla fine la verità vien sempre a galla… come a teatro. E allora la sfida è quella di raccontare una favola classica senza cambiare una virgola, ma stupendovi – e stupendoci – con una messa in scena piena di sorprese. Due facchini impegnati in un improbabile trasloco, durante la pausa pranzo, si lasciano prendere dal racconto della celebre favola costruendo le scene davanti agli occhi del pubblico, montando scatole, aprendo scatoloni, giocando con buste, cartoni, cappelliere, pacchi e pacchetti. Ogni scatola che si apre contiene un mondo colorato e sorprendente e i due facchini diventano gli attori di una rutilante messa in scena: un carosello di personaggi e burattini, di musica e canzoni, di risate e avventure, in un ritmo crescente ed entusiasmante. Per poi, alla fine della favola, ritornare due semplici facchini, stupiti e increduli di quanto hanno creato, tra scatole, pacchi e scatolette.
Biglietti: 8 euro adulti / 6 euro bambini
Davide Bressanin
Ufficio stampa
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse ONLUS
www.teatrodellatosse.it
Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
NetParade.it
Quezzi.it
AlfaRecovery.com
Comuni-italiani.it
Il Secolo XIX
CentroRicambiCucine.it
Contatti
Stefano Brizzante
Impianti Elettrici
Informatica Servizi
Edilizia
Il Secolo XIX
MusicforPeace Che Festival
MusicforPeace Programma 29 maggio
Programma eventi Genova Celebra Colombo
Genova Celebra Colombo
Il gatto con gli stivali – Domenica 3 febbraio, ore 16.00 e ore 17.45 Teatro della Tosse Domenica 3 febbraio, ore 16.00 e ore 17.45 Il gatto con gli stivali…
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