#scappare da tutti
Explore tagged Tumblr posts
madiocane · 2 months ago
Text
vorrei solo poter abbandonare tutto e tutti e scappare via da questi 26 anni
107 notes · View notes
der-papero · 1 month ago
Text
Tumblr media
Tre sere fa, quando ho fatto questa foto, mi sono fermato un attimo a riflettere su come, lentamente, io stia ritrovando la mia vita, quella che avevo 10 anni fa, quella fatta delle mie passioni, dei miei spazi, dei miei tempi.
Nel 2014 non so cosa sia andato storto, ma iniziai a fare puttanate. Ogni volta, per correggere quella appena fatta, ne facevo una più grossa, per poi scappare in Germania, con la sicurezza che avrebbe messo a posto le cose, macché, ho continuato a farne qui, perché mi ero fondamentalmente perso e non riuscivo ad essere più quello di prima.
Ho provato a legarmi a tutti sperando di risolvere le cose, col risultato di fare peggio, le persone entravano nella mia vita, ci facevano quello che volevano e poi se ne andavano, lasciando un disastro. Il 2024 me ne ha portate via altre due, così, dopo anni insieme, senza motivo, dopo essersi prese un pezzo di cuore, sparite, senza una ragione, senza che io abbia torto un capello, nulla, ed è solo l'ultimo di tantissimi casi.
In tutto questo casino è nato il personaggio che ho costruito qui, che è un po' il risultato paradossale di tante cose, non sarebbe mai dovuto esistere, io qua non ce dovevo veni', diceva il saggio, e fortuna che poi mi ha donato due legami straordinari e al tempo stesso è diventato qualcosa di diverso e di allegro, ma il fatto rimane, non doveva esserci. Non rinnego quello che è oggi, ma se potessi premere un tasto e cancellare tutto, ma intendo tutto, forse sacrificherei anche questo, perché, almeno agli inizi, è stata l'ennesima puttanata fatta per non risolvere un problema.
Poi è arrivata Lilly nella mia vita, e qualcosa è cambiato profondamente. Lilly si è presa tutto, da ogni direzione, lasciandomi una porzione di tempo talmente limitata da iniziare a darle un valore immenso. Non procastino più, non cerco scuse o distrazioni, non esiste più "tanto c'è tempo", no, ogni secondo adesso ha un valore, e ho cominciato ad usarlo come 10 anni fa, con ciò che mi rendeva felice, con quei fogli e quella penna. La conseguenza di questo mio impegno costante, ogni sera, dedicato allo studio, oltre a ridarmi quello che ero prima, mi ha fatto permesso di vedere che da tempo ormai il vaso che doveva traboccare non c'era più, ma io mi illudevo che potesse ancora funzionare, e allora sì, ho iniziato a tagliare tutto quello che ho con gli altri, perché non sono più perso, e il mio tempo conta. Le persone che amo sono rimaste e non permetterò mai a nulla e a nessuno di portarmele via, ma il resto del mondo non mi interessa più, non mi sento più solo.
86 notes · View notes
ilpianistasultetto · 8 months ago
Text
Lo sapevo, era tutto scritto. Oggi, (quasi) tutti a dare la colpa al superbonus edilizio e ad altre decisioni passate (non sto qui a difendere nulla, sia chiaro) ma nessuno ricorda quanto succedeva nel 2020-2021. Un intero Paese chiuso per Covid. 60milioni di uccellini appena usciti da uova schiuse dentro il grande nido Italia nelle mani di mamma-rondine. Tutti ad aspettare la mamma con il vermetto tra il becco per prenderne un pezzetto ciascuno. Ricordo a tutti voi, che oggi applaudite chi punta il dito contro i governanti di allora, che avete percepito, se lavoratori dipendenti, fino a 20-25mila euro di cassa integrazione stando sul divano (seppur forzatamente). Ricordo a tutti voi, imprenditori, professionisti, artigiani e commercianti, il fiume di denaro dato dallo Stato; bonus, soldi a fondo perduto, soldi a tasso zero garantiti dallo Stato, aiuti per affitti di locali e capannoni, bonus energia e vacanze, dehors gratuiti per attivita' turistiche. In totale, abbiamo contratto debiti per 200miliardi e piu'. Oggi nessuno ricorda niente? Come se nulla fosse successo, tutti a scappare come topi addossando responsabilita' ad altri, al vicino di casa profittatore, al nullafacente o ai politici precedenti. Insomma, il conto non lo vuole pagare nessuno. Eh, lo sapevo..lo sapevo che andava a finire cosi, era tutto scritto. @ilpianistasultetto
79 notes · View notes
raccontidialiantis · 2 days ago
Text
Colazione con te
Tumblr media
Quando lei prepara la nostra colazione al mattino, è sempre nuda; le piace indossare solo la sensazione tangibile e ancora calda del nostro amore notturno. E io non posso fare a meno di adorare questa donna. Sempre. Non so se ho più l'acquolina in bocca per la voglia di addentare qualcosa o perché invece desidero divorare di nuovo lei. Che è la mia preda preferita, l'oggetto unico di tutti i miei desideri e che non mi basta mai.
Tumblr media
Lei è il mio passatempo prediletto. Questa creatura benedetta lo sa e quindi adora farsi guardare così. Civetta vezzosa. Si profuma, mi passa vicinissima, si struscia “casualmente” e mi provoca: è una donna bellissima, desiderabile e molto maliziosa. Ed è mia. Solo mia. Spero. Sono geloso marcio. Mi farà impazzire di desiderio anche stamattina, sfuggendo strategicamente alle mie grinfie perché ha cento cose da fare, prima di concedersi tutta a me di nuovo.
Tumblr media
Caffettino? No: vorrei un tè per favore, grazie. Con due biscottini. Il grosso del pasto iniziale ce lo metterai tu fra un po’, cara mia: non puoi scappare. Ti mungerò e succhierò il seno, perché adori quando te lo torturo. Poi consumerò la mia lingua assaporando tutta la tua pelle e infine vorrò assaggiare il miele delle tue labbra, quelle più segrete e dolcissime. Poi inventeremo qualcos'altro di sicuro. Basta scuse, ora. Preparami il tè, rapida…
Tumblr media
Aaah… buonissimo. Adesso però vieni con me: andiamo insieme in camera e dammi tutto il resto. Lo pretendo: sei mia. E sbrigati a togliere quel triangolino che protegge il mio vero pasto mattutino. Sai: alla fine la mia non era proprio fame, era piuttosto voglia di qualcosa di buono…
Tumblr media
RDA
32 notes · View notes
singinthegardns · 4 months ago
Text
lo, te e il mare magari un giorno, forse, non adesso forse un giorno d'inverno in cui sarà comunque estate dentro forse un giorno in cui ad un tratto smetterà di piovere e noi rideremo sotto lo stesso ombrello io, te e il mare te l'avevo promesso e ci spero ancora come si spera negli amori che accadono troppo tardi o troppo presto e che comunque non smettono di accaderti dentro tutti i giorni, ogni momento io, te e il mare magari un giorno in cui non ci sarà più quasi niente da dire, sai, niente da recriminare un giorno in cui non ci sarà bisogno di gridare per farci sentire un giorno in cui gli abbracci basteranno per dirci tutto quanto un giorno in cui avremo meno paura, non come ora un giorno in cui amarsi diventerà facile come respirare prima o poi, possiamo non smettere di sperare? Perché prima o poi non ci sarà niente più da pensare, nessun errore da cui scappare non ci sarà nessun posto in cui tornare prima o poi saremo solo io te e il mare.
32 notes · View notes
occhietti · 4 months ago
Text
Tumblr media
Sei salvo quando non hai tutti i giorni voglia di scappare da dove sei.
Sei salvo quando staresti bene con quello che hai, ma non rinunci a desiderare qualche cosa di più.
Sei salvo quando, la cosa che desideri, non è una "cosa".
Sei salvo quando possono prenderti in giro quanto vogliono. Anzi, più lo fanno e più ti danno la carica.
Sei salvo quando hai qualcosa da perdere, ma giochi lo stesso, perché ti sai concentrare su quello che ancora puoi vincere.
Sei salvo quando ridi.
Sei salvo quando ti incazzi ancora, se vedi qualcosa di sbagliato.
Sei salvo quando hai ancora motivi per mettere il vestito buono e uscire.
Sei salvo quando se c’è da ballare balli, anche se quando balli fai ridere.
Sei salvo quando dici più spesso “m’importa” che “chi se ne frega”.
Sei salvo quando saluti qualcuno per strada anche senza conoscerlo.
Sei salvo quando canti.
Sei salvo quando hai ancora posti da vedere, e ancora almeno un buco dove tornare.
Sei salvo quando fermi la macchina solo per uscire e guardare il tramonto.
Sei salvo quando lasci ancora che un libro o un film o una canzone ti scombinino le cose.
Sei salvo quando non ti dimentichi mai, che sei un piccolo stupido puntino buttato lì in un libro di miliardi di pagine.
Sei salvo quando non ti dimentichi mai, che anche un puntino può cambiare, se non tutto il libro, almeno una frase.
E, a volte, perfino tutta la storia.
- Enrico Galiano
Arte digitale tolgak21
23 notes · View notes
arreton · 8 months ago
Text
La patente è arrivata in un momento in cui io consideravo morta e sepolta la possibilità di prendere una macchina, di guidare: sebbene avessi sognato più volte di guidare (ovviamente male, perché per me sono sempre esistiti solo freno e acceleratore e nello specifico solo acceleratore e forza frenante del motore, maldetta frizione!) non mi interessava più, anzi mi dicevo che sarebbe stato bello riuscire a spostarsi coi mezzi pubblici, treni autobus, camminare a piedi. Vivevo in un paese campano che rimarrà forse il mio unico rimpianto del sud italia perché era ben strutturato: a piedi raggiungevo e facevo tutto, avevo il centro storico, il centro commerciale, farmacie a volontà, dottoressa vicino casa, un sacco di supermercati, un partito comunista, manifestazioni in piazza: tutto raggiungibile a piedi. Rimpianto perché in quanto sud non puoi campare e la gente è molesta per natura e dunque sono dovuta scappare anche da lì. Della patente, insomma, a me non me ne fregava niente, non ci pensavo affatto. Mentalmente ero ancora abbastanza inguaiata, andava meglio ma non andava bene: ero tesa come una corda di violino, il mio corpo era un fascio di nervi e questo si ripercuoteva sulla guida: l'istruttrice fece una grandissima fatica, sudava appresso a me che ero grondante di sudore terrorizzato. Iniziare a guidare è stato un trauma: ero terrorizzata dal fatto che quell'abitacolo, quell'aggeggio enorme non solo era "comandato" da me, ma mi toglieva letteralmente il terreno sotto i piedi (a questo proposito aggiungo che io ho avuto problemi anche col tapis roulant perché appunto c'era questa passerella che si muoveva in maniera "autonoma" ed io avevo paura di non riuscire a controllarla. Cosa c'entra con la guida di un auto? Beh, è la stessa identica cosa dato che ho paura di perdere il controllo). Poi io ho bisogno di capire quello che sto facendo, devo farmi uno schema in testa, non riesco a buttarmi e capire dopo, io devo sapere prima. Beh, io non riuscivo a capire cosa stavo facendo e dunque non riuscivo a rilassarmi. Comunque, alla fine sono riuscita a prendere questa benedetta patente. L'ho presa per grazia divina perché appunto l'esame fu terribile ed infatti io non ero nemmeno felice di quella patente perché non era "meritata", cioè io non riuscivo ancora a guidare, ero insicurissima ed immaginavo violentemente ancora un incidente ad ogni minimo incrocio (non riuscivo nemmeno a stare dritta nella mia carreggiata). Infatti presa la patente non ho più guidato.
La macchina invece è arrivata in un momento in cui non doveva arrivare e cioè circa un mese fa: senza lavoro, a soldi prestati (come d'altronde anche la patente), lontana da tutti, in un posto che nemmeno conosco perché chi cazzo c'è mai stata in provincia di bergamo. Sapevo che mi sarei dovuta prendere una macchina prima o poi, perché qua è tutto scomodo come in sicilia, ma avevo progettato di acquistarla in un altro momento. Reiniziare a guidare è stato semplice e soprattutto divertente: è cambiata la testa, le medicine sono servite a qualcosa. Ho fatto qualche guida assieme ad una istruttrice della zona e mi sono divertita un sacco, la sua guida è stata preziosa e lei una persona veramente gentile (oltre che strana, come tutte le persone della zona: io a tutta questa educazione non ci sono abituata e soprattutto non sono abituata a chi dice "Un quarto alle 9") ed esaltata, ovviamente pure lei di discendenza siciliana ma ormai lo so che la sicilia me la ritroverò ovunque: d'altronde i pomodori che ho comprato venivano proprio dalla città dove sono nata. Io adesso comunque guido: la macchina mi odia perché la faccio singhiozzare sempre e perché non cambio adeguatamente le marce, per non parlare di tutte le volte che la faccio spegnere o che resto appesa in una salita perché non so bilanciare bene frizione e acceleratore; la frizione mi deride perché sa che ho un odio e una repulsione spontanei nei suoi confronti; la gente quando mi guida dietro si mette a ridere quando proprio non mi bestemmia ma qua nessuno mi ha mai suonato, al massimo mi sorpassano. A volte penso che guidare è una gran bella cosa, che spero di avere i soldi prima o poi per farmi un bel pieno, pagarmi i pedaggi e andare che ne so a milano o robe simili. Penso che dovrei approfittarne del fatto di potermi spostare tranquillamente, per poter andare in posti dove ho sempre voluto andare, mi dico: wow, ma qua ho tutto così vicino! Persino voi tumbleri siete così vicini, se ci penso! A tutta questa libertà di movimento è difficile abituarsi, per una che ha sempre vissuto entro i confini di un'isola e della miseria. Certo, se arrivasse un lavoro sarebbe pure cosa gradita (mi correggo: se arrivasse un'entrata mensile, che poi si debba passare per il lavoro è solo una triste parentesi disumanizzante) ma poi penso che male che vada ho un tetto sotto il quale poter dormire: la mia auto.
30 notes · View notes
marquise-justine-de-sade · 8 days ago
Text
Tumblr media
Vedete questa foto? Sta spopolando, tutti ne parlano, tutti la commentano, tantissimi la criticano, pochi, davvero pochi, ne hanno colto il vero significato! Pochi sapranno coglierne la bellezza, ma se la guardate con attenzione, capirete qualcosa che a tutti gli altri è sfuggito.
Di primo impatto questa foto ti suscita un senso di inquietudine, di repulsione quasi. Mostra il piede di una ballerina, deformato, tormentato, quasi torturato dalla scarpetta che si è costretta a indossare per anni e anni. Non è un piede normale, ma è pieno di ferite, di cicatrici. Ma quelle cicatrici sono la cosa più bella di tutte. Quanto è noiosa una vita senza cicatrici. «Senza nessun ricordo da cui scappare. Senza nessun orizzonte verso cui andare. Senza amori per i quali continuare lottare. Senza ieri disastrosi e domani pieni di riscatto». E non è forte chi non è mai stato ferito.
Forza deriva dal latino «fortis», che non significa potenza ma fermezza. «Noi ballerini», confessa Roberto Bolle, «apprendiamo fin da giovani che la forza non ha alcun valore senza la determinazione, la volontà, il coraggio.» La vera forza non si misura in cosa vinci, ma in cosa proteggi. In quale idea credi. Per quale sogni ti batti. Per cosa sei disposto a fare sacrifici. Nella danza come nella vita non si tratta di rincorrere la perfezione ma di trovare. Il proprio ritmo, la propria andatura, il proprio cuore. Perché il tuo cuore è la forza più grande.
E in questa foto c'è tutto: cuore, sacrificio, estasi, bellezza. Ti parla di chi come Sofia Raffaelli, la farfalla italiana, non è soltanto un corpo ma è arte in movimento. Ti parla di chi come Roberto Bolle fa del suo corpo un veicolo di cose come passione, dedizione, struggimento. Ti parla di chi, nell’era del tutto e subito, non cerca la strada più facile, quella che «tutti» percorrono, ma va verso l'infinito. Perché nulla che abbia significato è facile. Kitai, dicono i giapponesi, attesa. Ciò che è bello si fa sempre attendere, mentre ciò arriva subito, subito se ne va. Ogni vera rinascita ha bisogno di tempo. Perché nascere non basta. È per rinascere che siamo nati.
7 notes · View notes
canesenzafissadimora · 2 months ago
Text
Io non ho paura di quelle che il mondo chiama “belle donne”. Io ho paura delle altre. Ho paura di quelle che escono di casa con un filo di trucco. Di quelle che capisci subito se hanno passato una nottata in bianco dalle occhiaie che si portano dietro. Di quelle che si legano i capelli con una matita. Di quelle che si guardano allo specchio e sorridono perché non hanno nemmeno un capello al posto giusto. Ho paura di loro. Di quelle che si fermano sui dettagli, su particolari tuoi che nemmeno tu stesso pensavi di avere. Di quelle che sanno stare accanto agli altri, ma non sanno come stare accanto a se stesse. Di quelle che sono sempre di corsa, ma si fermano ad ascoltare. Uno sconosciuto, un amico, un bambino…
Ho paura di loro. Di quelle che ad un “Sei bellissima”, arrossiscono, s'imbarazzano.. Ho paura di loro. Di quelle che sorridono alla vita, tutti i giorni, nonostante abbiamo migliaia di motivi per non farlo. Di quelle che ti ascoltano davvero. Di quelle che amano essere belle, solo ogni tanto. Solo per qualcuno. Di quelle che sanno piangere. Ho paura di loro. Di quelle che per passare un'ora con te, passerebbero anche otto ore in treno.
(…) Ho paura di loro. Di quelle per cui vale la pena restare. Una volta. Restare. E ho paura di loro, soprattutto, quando, senza dire una parola ti scelgono, restano e tu sei troppo distratto per accorgertene, troppo concentrato a fuggire da non sai cosa. Ho paura di loro perché di belle donne il mondo è pieno. Una donna del genere, invece, se te la lasci scappare non saprai mai in quale parte del mondo la ritroverai. Se mai la ritroverai.
Tumblr media
Abdou Mbacke Diouf
9 notes · View notes
pettirosso1959 · 1 month ago
Text
Tumblr media
"Come surfista, sono costantemente sull'oceano e ho sentito gli oceani riscaldarsi", dice Catarina Lorenzo, 17 anni, surfista professionista di Salvador, nello stato di Bahia in Brasile."
https://www.theguardian.com/environment/live/2024/nov/19/cop29-climate-summit-live-updates-world-leaders-in-baku-azerbaijan?CMP=share_btn_url&page=with%3Ablock-673c55e78f0866cddf1b7a15#block-673c55e78f0866cddf1b7a15
Gli Oceani sono vasti, si estendono per oltre il 70% della superficie del pianeta, con profondità che variano da 2 mila a 10 mila metri e più (fossa delle Marianne). Misurarne la temperatura con precisione è una sfida erculea che fa sembrare la costruzione di un orologio svizzero un gioco da ragazzi. Gli scienziati ci provano con le boe termiche di recente realizzazione (ARGO), con i satelliti, con i termometri inseriti nelle prese di raffreddamento delle grandi navi militari e oceanografiche, provano da decenni a ricostruire le temperature attraverso il prelievo di campioni di vita vegetale e sedimenti, eppure i valori sono spesso in contrasto tra di loro, e non perché si usano metriche diverse, ma per la vastità della distesa marina e le infinite influenze naturali sulla sua temperatura.
Poi ecco arrivare lei, una ragazzina di 17 anni, Catarina Lorenzo, surfista professionista di Salvador, nello stato di Bahia in Brasile ed ha risolto tutti i problemi della scienza. Si, dovete sapere che lei e la sua muta hanno particolari proprietà sensitive, quindi ha avvertito l'urgenza di avvisare la scienza che la sua pelle sente che gli Oceani si stanno scaldando! E non è uno scherzo, perché è stata invitata alla COP29 di Baku! Ovviamente il The Guardian non si è fatto scappare la ghiotta occasione per farne motivo di propaganda, ma né la testata britannica, né la delegazione brasiliana, ne stanno facendo una bella figura!
Fernando Arnò.
9 notes · View notes
abr · 3 months ago
Text
Il potere d'acquisto di salari, stipendi e rendite in Italia è diminuito nell'ultimo ventennio. E abbiamo dei gegni che il neopauperismo non gli basta mai: mentre accolgono poveracci da mantenere con poco, che diventa tanto per le quantità, vorrebbero colpire ancor di più "gli extraprofitti" e "i patrimoni". Per farli scappare ancor di più e far spazio a disgraziati neoschiavi?
La sinistra, prima responsabile del governo di questo ventennio sfigato, cerca il fallo di confusione dando la colpa al “neoliberismo”, qualcosa che loro sentono nella stanza ma che in questa fossa socialpopolare non c’è stato mai (usano il termine come accusa interna ai loro Renzi, social democratici che non sapendo l'inglese si sono illusi d'esser liberali).
Sull'altro versante, la destra non ha le palle per applicare ricette di buon senso e progressive tipo Javier Milei.
Per cui lo stato continua a gonfiarsi pur essendo immobile, la produttività stagna per via dell'immobilismo paralizzante e rapace pubblico, il valore dei soldi rispetto ai beni cala: economia del primo anno.
La verità è che son tutti "sociali" e nessuno osa, ma che dico tagliare, potare appena lo Stato. L'Italia è una repubblica democratica fondata sulla burocrazia.
13 notes · View notes
jadarnr · 1 month ago
Text
Tumblr media
TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol 1 - From the Empire
FLIGHT NIGHT - Capitolo 6
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
Tumblr media
Jessica si rigirò nel letto. Che terribile incubo! Aveva sognato che la Tristan era stata dirottata e lei si era unita ad uno strano prete per cercare di sventare l’attacco terroristico.
Ma perché c’erano dei pezzi di metallo nel letto?
“Ehiii!” Urlò il prete.
Il letto di Jessica iniziò a tremare. Poi si rese conto che non era nel suo letto. E si rese anche conto che nessuno stava pilotando la nave.
“Jessica! La prego, si svegli! Il timone!”
Jessica riprese i sensi e si alzò. “Ce l’ho, ce l’ho!” Gridò.
“Oh grazie a Dio.”
Jessica riprese il controllo e la nave smise di tremare, tornando diritta e ricominciando a volare tranquillamente.
“Ben fatto timoniere. No, timoniera. Uhm, Jessica.” Farfugliò il prete.
“Padre, dov’è finito il vampiro?” Chiese Jessica nervosamente.
“Ah, è volato via dalla finestra quando la nave ha iniziato a tremare. Un vero miracolo. Ma ora si metta in contatto con la torre di controllo per favore.”
Sapeva che il prete stava mentendo, ma c’era troppo da fare al momento per mettersi a discutere. Afferrò la radio. “Torre di controllo di Roma, per piacere rispondete. Questa è la Tristan, Albion Airline, volo 007.”
“Tristan, com’è la situazione a bordo? State bene?” Rispose immediatamente la torre di controllo. Sembravano molto preoccupati.
Jessica pensò alla bugia che le aveva detto il prete. Non le venne in mente altro per cui stette al gioco. “Il dirottatore è stato accidentalmente buttato fuori dalla nave. Chiediamo aiuto alla torre di controllo per arrivare all'aeroporto. Abbiamo varie vittime, tra cui il pilota.”
“Siamo spiacenti Tristan, ma non possiamo fornirvi indicazioni. Vi consigliamo di scappare il più velocemente possibile.”
“Cosa?!” Jessica non capiva cosa stesse succedendo.
Da quanto dicevano gli strumenti, erano già nello spazio aereo del Vaticano. Probabilmente mancavano solo tre o quattro ore all'arrivo a Roma.
“Non siamo autorizzati a continuare le comunicazioni. Vi prego di scappare. Dio vi benedica tutti... Passo e chiudo!”
“Pronto? Pronto?” Urlò Jessica.
“Che succede?” Chiese Abel.
“La torre di controllo ha tagliato le comunicazioni anche se sanno che siamo senza pilota!”
Il rumore del radar della Tristan la interruppe, segnalando l'avvicinamento di tre punti luminosi. Jessica alzò le spalle.
”Anche il radar deve essere rotto. Secondo quanto dice, quelle luci si starebbero muovendo a più di 800 km all'ora. Nemmeno un aereo..."
Abel corse verso il radar per controllare e gridò “Spenga i motori!
“Eh?”
“Spenga i motori e riduca l'altitudine! Presto!”
Ma cosa sta dicendo? Ridurre l'altitudine in modo così drastico è pericoloso. Soprattutto in questa zona, dove ci sono montagne e valli. Se per errore colpiamo lo scafo della nave…
Nonostante ciò, Jessica seguì le istruzioni, sorpresa dall'espressione del sacerdote. Spense i motori e iniziò a sgonfiare i palloncini, riducendo il volume di elio per diminuire la galleggiabilità.
“Ancora, ancora! Fino quasi a terra!”
“Non dica cose assurde! Che diavolo sta succedendo? É un guasto del radar...”
“Il radar funziona normalmente. Non si tratta di un guasto”. Disse Abel spostando lo sguardo dal radar alla mappa. “Sono missili, una tecnologia perduta di un'epoca antica. Allora è vero quello che si diceva, che ad Assisi si stanno testando delle repliche...”
Jessica non capiva una parola di quello che stava dicendo, per cui Abel cercò di spiegarle con più calma.
“I missili sono progettati per inseguire il calore residuo anche se il motore è spento... Sarebbe assolutamente impossibile evitarli solo pilotando la nave. Ma se siamo a una quota molto bassa... E se riuscissimo a farli entrare in contatto con il suolo prima di toccare terra...”.
“È impossibile!”
Jessica capì finalmente cosa stava dicendo il prete e si lasciò sfuggire un urlo. Le stava chiedendo di mettere tutti in pericolo certo per evitare un altro pericolo... E poi lei non era nemmeno un membro dell'equipaggio...
“Anche se pensa sia impossibile, per favore abbassi la quota... Ho un'idea.” Senza tanti complimenti, Abel scomparve dalla porta posteriore.
“Ma dove sta andando?”
La Tristan si insinuò tra un cumulo di nuvole sopra una valle avvolta da una sottile nebbia. Controllando la mappa, Jessica fece una brusca virata a destra. Una montagna apparve improvvisamente sulla sinistra. L’aveva evitata per un soffio: sebbene la nave sembrasse lenta a causa delle sue grandi dimensioni, anche a motori spenti manteneva una velocità vicina ai cento chilometri all'ora. Il minimo errore di calcolo avrebbe potuto significare...
Improvvisamente i punti luminosi sul radar si erano ridotti a due: probabilmente uno era entrato in contatto con il suolo.
“Forza, io sto facendo del mio meglio! Fallo anche tu!” Gridò Jessica alla nave.
Come se rispondesse al suo incoraggiamento, l'enorme struttura della nave tremò ed aumentò la velocità. Sfiorando di tanto in tanto le cime degli alberi con il suo scafo, la nave si faceva strada attraverso il pericoloso terreno. Le sarebbe servito un intero plotone di angeli custodi.
“Mio Dio, ci ha raggiunti!”
Dalle vetrate del ponte inferiore vide una sfera di luce avvicinarsi rapidamente. Sembrava un razzo serpente che attraversava le nuvole andando verso la Tristan.
“Non mi batterai!”
Senza accorgersene, Jessica si morse le labbra fino a farle sanguinare. Girò il timone con tutta la forza che aveva in corpo.
“Non ho intenzione di perdere contro di te!”
Per un attimo, la fiancata della nave andò a sfiorare le cime degli alberi, provocando delle scintille che illuminarono lo scafo della Tristan. La nave virò con una forza tale che sembrò quasi ad andare a colpire una piccola collina. Il razzo-serpente non riuscì invece a virare e si schiantò contro di essa. Ma ne mancava ancora uno...
“Dannazione! Non farò in tempo a schivare anche l’ultimo!”
<E’ tutto a posto! Mi scuso per averla fatta aspettare!> La voce di Abel arrivò dall’intercom.
L'ultimo missile sollevò il muso per colpire la poppa quasi nello stesso momento in cui un forte botto echeggiò fuori dal portellone. Un attimo dopo, un piccolo biplano decollò dal portellone. L’accensione del motore lasciò una scia di carburante in fiamme. Il dispositivo di tracciamento a infrarossi a modulazione di ampiezza/frequenza del missile - un cercatore IR a scansione conica AM/FM - rilevò un’altra fonte di calore, più calda di quella del motore del dirigibile. Il missile quindi cambiò rotta, inclinando le ali stabilizzatrici per seguirla.
Si udì un suono fragoroso.
“Oh!” Jessica sussultò senza fiato. Guardò le fiamme e il fumo nero che sbocciavano nell'aria, frastornata.
E il prete? Quel pazzo imprudente, dov'è?
Abel non si vedeva da nessuna parte.
“Oh no, Padre! L’ha fatto per salvarci tutti...”
Lei faccia il suo dovere, io farò il mio. Jessica ricordò le parole del prete e scoppiò a piangere, le lacrime che bagnavano il pannello di controllo.
“Alla fine non gli ho nemmeno dato quel panino...” Singhiozzò.
“E infatti sto ancora morendo di fame…”
“Esatto, è morto prima di poter mangiar... eh?” Jessica si rese finalmente conto che il prete era accanto a lei, con un'espressione come se stesse per morire.
“Ma cosa…?”
“Eh sì, saltare da un aereo mentre sta decollando è una cosa molto faticosa, e mi ha fatto consumare un sacco di calorie. Ma ora finalmente... Wahhh!”
Il sacerdote cadde all'indietro soffocato dall’abbraccio di Jessica, che premette il suo viso bagnato di lacrime contro il suo petto.
“Padre! Sta bene!”
“Eh..ehm signorina Jessica, così mi soffoca! Inoltre, la nave rischia ancora di schiantarsi.”
Stringendo ancora a sé Jessica, Abel afferrò il timone con una mano, mentre con l’altra accarezzava dolcemente i capelli della ragazza che singhiozzava. “Ma ha fatto un ottimo lavoro... Ha fatto il suo dovere.”
“S-sì... anche lei!”
Tuttavia, c'era una leggera ombra nel sorriso di Abel. Jessica aveva sì fatto il suo dovere, ma lui aveva ancora un compito da svolgere. In tasca aveva i pezzi del palloncino rosso. E sotto, doveva esserci un padre che stava cercando di trovare suo figlio...
“Bene, lascio a lei il compito di pilotare la nave. Io vado un attimo a controllare gli ospiti.”
“Prima di tutto, devo aumentare l'altitudine... Non farò mai più un'acrobazia del genere.”
Finalmente Jessica si rese conto di chi stava abbracciando, e si staccò imbarazzata. Si asciugò le lacrime, distogliendo lo sguardo dal prete.
Ma in quel momento, una luce lampeggiò sul radar con un allarme stridente. Un altro oggetto si trovava proprio davanti alla Tristan…
“Oh no, ancora… E’ il terzo missile!”
Ma non era esploso?!
“Stavolta non riusciremo a evitarlo...”
“Signorina Jessica, si abbassi!” Abel spinse Jessica a terra nello stesso momento in cui il missile colpiva la nave. Il dirigibile si rovesciò a causa dell'onda d'urto.
“Aiutoooo!” Gridò Jessica, chiudendo gli occhi e stringendo il mantello del sacerdote zuppo di sangue, mentre entrambi venivano scaraventati contro un muro.
Ho fatto del mio meglio... eppure non è bastato? Io... io, tutta la Tristan e quest’uomo... moriremo qui? Mamma, io...
“Potrebbe lasciarmi andare, per favore? Signorina Jessica, lei più pesante di quanto sembri...”.
“Eh?”
Erano ancora vivi? Ma come…?
I vetri delle finestre erano tutti rotti e l’aria odorava di polvere da sparo. Il pavimento della nave era ancora inclinato.
Ma Jessica era viva.
“Va tutto bene, signorina Jessica?”
“Ah, ehm, padre, ma che diavolo è...”
<Tristan, mi sentite?> Una dolce voce femminile parlò dall’intercom, mentre Jessica si rendeva conto di essere finita sopra il prete.
<Questa è la nave da guerra aerea ``Iron Maiden'' del Ministero dello Stato del Vaticano e del Dipartimento Segreto della Segreteria di Stato Vaticana - Ax. Ora guideremo la vostra nave all'aeroporto di Roma. Vi preghiamo di mantenere la calma e di seguire le istruzioni.>
“Quella... Cosa diavolo è quella?!”
Jessica si alzò e i suoi occhi si fissarono sulle finestre. Le nuvole sopra la nave si aprirono e ciò che apparve fu...
“Ma questa cosa è... enorme!” Esclamò.
In confronto la Tristan sembrava un giocattolo.
Un'ombra era scesa dal cielo che stava albeggiando: una nave gigantesca che superava persino la Tristan, con sfumature di viola chiaro e blu grigiastro che ricordavano i colori delle piume di un pavone.. Il suo scafo era composto da curve eleganti e su di esso era chiaramente incisa la Croce Romana.
“Buonasera sorella Kate, grazie per tutto, e mi dispiace averti disturbata di nuovo…”
<Non preoccuparti, Padre Abel, ci sono abituata. E comunque non é merito mio aver sistemato l’ultimo missile. È stato Gunslinger. E ho un messaggio da parte sua. Dice che gli devi un favore.>
“Digli che la prossima volta gli offro da bere”.
< ‘Negativo’ ha risposto. Dalla Iron Maiden é tutto, passo e chiudo.> Dalla radio si udì come una risatina prima che la comunicazione venisse interrotta.
“Ah aha, sono colleghi di lavoro, sa com’è...” Scherzò Abel.
Si ripulì la veste, a cui mancava una manica, e si alzò in piedi, strizzando gli occhi dietro gli occhiali rotondi.
“Ora è tutto a posto. Signorina Jessica, segua le loro istruzioni. Finché ci proteggono, nessuno nel raggio di 10.000 chilometri potrà toccarci.”
Saremo davvero salvi? La Tristan è al sicuro? Si domandò Jessica, ancora frastornata. Si voltò a guardare attraverso la finestra rotta.
La nebbia notturna si stava già trasformando in rugiada mattutina. Oltre il mare di nuvole brillava la prima luce del giorno.
“È bellissimo…”
Il vento portava il profumo dell'aria fresca e i colori mutevoli del cielo e della terra si fondevano in una tonalità dorata oltre l'orizzonte.
“Oggi anche il mondo è bello. Forse, in un mondo bello come questo...” Mormorò Abel soprappensiero.
“Padre, io...”
Jessica alzò lo sguardo verso il punto in cui si trovava l'uomo, con cui improvvisamente aveva desiderio condividere i propri sentimenti.
Ma nella stanza assieme lei non c'era più nessuno, si vedeva solo la luce dell'alba che proiettava la sua ombra.
“... Padre?”
Tumblr media
Era mattina presto nella sede del Ministero di Stato e degli Affari Santi di Roma, comunemente noto come Palazzo Spada.
Sebbene fosse ancora prima dell'alba, la Cardinalessa Caterina Sforza stava prendendosi una pausa dopo aver lavorato tutta la notte. Le strade sotto il Palazzo erano già piene di funzionari che andavano al lavoro; quel brulicare indaffarato le dava un senso di conforto.
Successo nella rinegoziazione del trattato di amicizia e commercio con il Regno di Albion - recitava il titolo della prima pagina del giornale che teneva in mano. Il Ministero delle Relazioni Pubbliche e degli Affari Sacri si era davvero superato. Negli articoli di giornale non vi era menzione dell’incidente dovuto al dirottamento. Tuttavia, c’erano state lamentele da parte di Albion durante il processo di negoziazione e modifica del trattato.
Con lo sguardo fisso sulla pagina del giornale dietro il monocolo, il cardinale Caterina Sforza sollevò la tazza da tè. Mentre assaporava l'aroma che si sprigionava dal liquido giallastro, sfiorò con le labbra la porcellana bianca come la carta, ed improvvisamente si accigliò.
“Hai cambiato la ricetta, Kate? Camomilla, citronella, miele... e menta?”
<Esatto, più una goccia di estratto di mela cotogna come ingrediente segreto.>
L'ologramma proiettato davanti alla scrivania sorrise dolcemente. Era una suora dall’aspetto raffinato, con un neo sotto uno degli occhi.
<Ultimamente sembravate un po' stanca, quindi ho pensato di creare una ricetta più delicata per la sua gola. Cosa ne pensa del sapore?>
“Molto buono, grazie.”
Caterina piegò con cura il giornale che stava leggendo. Accavallando le gambe sotto la vestaglia, appoggiò il mento sulla mano.
“A proposito, Kate... per quanto riguarda l'incidente del dirottamento, ci sono state degli sviluppi nelle indagini?”
<Per quanto riguarda le informazioni a disposizione, sta venendo ultimato un rapporto. Ma per quanto riguarda le indagini… Sono spiacente ma non abbiamo trovato altre informazioni.> L’ologramma sospirò rassegnata, abbassando la voce. 
Era passata una settimana dall'incidente del dirottamento. Sebbene l'incidente fosse stato gestito in modo discreto e pacifico, rimanevano ancora molti misteri sui retroscena del crimine: il movente, gli eventuali complici, il dischetto con il codice di accesso al dirigibile e così via. Poiché il colpevole si era suicidato, rimanevano molte incognite. Anche per quanto riguardava le richieste avanzate, quanto erano serie? Il Vaticano, che era considerato il custode dell'umanità, avrebbe dovuto davvero prendere in considerazione di liberare i vampiri? Avrebbero davvero dovuto credere a quelle minacce?
<Finora le indagini hanno solo confermato che il dirottatore è salito a bordo della Tristan durante lo scalo di rifornimento all'aeroporto di Marsiglia. Abel è stato inviato lì ieri, ora aspettiamo il suo rapporto.>
“Mi chiedo cosa mai potremmo aspettarci di trovare a Marsiglia, dato che finora non siamo riusciti a trovare nulla.” Si domandó Caterina con un'espressione un po' sconsolata, riordinando i documenti sulla scrivania. 
Non solo il dirottamento in sé, ma anche il fatto che era stato compiuto un attentato terroristico su larga scala e che non fosse stata lasciata quasi nessuna prova fisica era innaturale - no, era addirittura spaventoso.
E poi c’erano le parole che il Duca di Meinz, Alfredo, aveva pronunciato poco prima di suicidarsi, come testimoniato dall'agente che si trovava sulla scena.
“ Il Rosenkreuz Orden…” Sussurrò chinando la testa. “Sono passati dieci anni da allora. Contra Mundi - i nemici del mondo - si stanno forse finalmente muovendo?”
6 notes · View notes
viendiletto · 11 months ago
Text
Nino Benvenuti: «Senza ricordi non c’è futuro»
Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 e dei pesi medi dal 1967 al 1970, Giovanni (Nino) Benvenuti è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e il suo nome troneggia tra i grandi del pugilato internazionale. È entrato nell’immaginario collettivo in una notte di aprile nel 1967 quando 18 milioni di italiani seguirono la diretta del suo incontro con Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Di quel match che gli portò il titolo di campione mondiale dei pesi medi, ma anche dell’infanzia a Isola, dei primi passi nella boxe, del significato dell’essere pugili, del rapporto con gli avversari sul ring e di tanto altro Nino Benvenuti – insignito nel 2018 dalla Can comunale del premio Isola d’Istria –, parla in un’intervista esclusiva di Massimo Cutò pubblicata di recente sulla Voce di New York, che riproponiamo.
[...]
Chi è un pugile?
“Uno che cerca sé stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.
Lei cosa ci ha visto?
“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.
Una memoria sempre viva?
“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.
Riesce a spiegare questo sentimento?
“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.
Che cosa accadde in quei giorni?
“Isola d’Istria odora di acqua salata. È il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.
Come andò?
“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. È tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. È morta nel ‘56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.
Finché fuggiste?
“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.
[...]
Quant’è difficile invecchiare?
“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.
Quale?
“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. È lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.
Intervista di Massimo Cutò a Nino Benvenuti per La Voce di New York, 23 luglio 2022
26 notes · View notes
raccontidialiantis · 2 months ago
Text
Che tu sia maledetto!
Tumblr media
Ma come è stato possibile… mi stavi sulle palle da quando sei arrivato, nel condominio. E cercavo in tutti i modi di evitare qualsiasi contatto, con te. Cafone presupponente. Poi a un certo punto ho iniziato a sviluppare il gusto acquisito del tuo profumo, della tua sfacciata e prorompente fisicità. Della tua persona. Sarà stato per il fatto di vedere ogni giorno la tua sagoma, il tuo profilo. Sarà che ero vedova ormai da un anno e che sono comunque una donna di sani appetiti! Non eri male, oggettivamente.
Tumblr media
Anzi. E il tuo profumo mi piaceva ogni giorno di più: infine ne ho comperato un flacone per tenermelo nel cassetto e tutt'ora ogni tanto ne lascio un po’ in giro: che scema! Pian piano ho iniziato, da vera civetta curiosa quale sono, a cercare di scoprire il più possibile su di te. Ho messo in moto le mie due amiche fidatissime nel palazzo e la portinaia che per me stravede: il Kgb, il Mossad, la Cia e l'MI-6 insieme non hanno i loro mezzi. Né la loro totale mancanza di scrupoli, nell'aprire e richiudere la tua corrispondenza col vapore e scavare nel tuo passato.
Tumblr media
Ho saputo quindi che in modo molto riservato, senza farne mai parola con nessuno, fai spesso volontariato, che aiuti i bisognosi in mille maniere. A quasi cinquant'anni sei ancora scapolo - mai stato sposato - e un motociclista all'osso. Poi ti sei rivelato molto colto, un piacevolissimo conversatore e infine ho anche scoperto che suoni la batteria in un gruppo jazz. E che sei stato lasciato dalla tua ultima donna circa tre anni fa.
Tumblr media
Inevitabilmente, da buon informatico, capendo di essere oggetto di una segreta campagna investigativa, dopo pochi giorni hai mangiato la foglia. Hai capito che interessavi a me e una sera… t'ho trovato sotto casa ai bidoni della differenziata, in attesa. Ad aspettare che uscissi in ciabatte e maglionaccio a buttare l'immondizia! Devo dire che questo contropiede t'è riuscito benissimo: ero rossa, balbettavo, mi sentivo orribile. E per la prima volta mi sono accorta che ti volevo proprio.
Tumblr media
Da impazzire! M'hai abbracciata e io t'ho chiesto se per caso fossi pazzo: se solo uno dei miei figli fosse uscito a cercarmi o si fosse affacciato qualcuno che conosco alla finestra, sarebbe potuto succedere un bel casino! --- “Condominio breaking news: vedova piacente, evidentemente arrapata e immorale, circuisce il bellissimo pezzo di manzo scapolo della mansarda al sesto piano!” --- Hai riso, da bastardo quale sei, con quelle fossette adorabili sulle guance: ti sarei saltata addosso lì e t'avrei preso in bocca l'uccello seduta stante. Davanti a chiunque fosse passato. In ginocchio e adorandoti.
Tumblr media
Sono potuta scappare e molto malvolentieri, confesso, solo dopo averti promesso che ci saremmo rivisti da soli e come prima volta soltanto in un luogo ben lontano e appartato. Quando tre giorni dopo di tardo pomeriggio è successo, ero proprio cotta a puntino. Devo dire che ero irresistibile: bona da morire, direbbero quelle troie delle mie amiche. Una divorziata bella e gustosa: una torta preparata solo per la tua bocca. I miei capezzoli, irrigiditi e preventivamente cosparsi di olio alle mandorle, erano le ciliegie per il tuo esclusivo piacere.
Tumblr media
Mi sono subito resa conto che non avevo più alcuna difesa non appena salita sulla tua macchina: ero diventata una bambola di pezza nelle tue mani. M'hai presa in tutti i modi in cui si può prendere una donna matura. M'hai fatto fare tutto. Una femmina che sia stata sposata non ha più inibizioni: capisce già dal ritorno a casa dopo il viaggio di nozze che è meglio avere più rimorsi che rimpianti e non esita a fare qualsiasi cosa, con l'uomo che le piace al momento. Soprattutto con l'amante, se c'è passione corrisposta e crescente.
Tumblr media
Ora dipendo totalmente da te, tremo se solo mi guardi. Ti voglio di continuo. Cerco di fingere la solita sicurezza e una rassegnata serenità. Ma se sei attorno a me, se t'incontro in ascensore o per le scale, dentro ho un vero tumulto. Amami, prendimi, riempimi, farciscimi come un bignè. Fammi tua quando e come più ti piace. Mandami mille messaggi osceni: è la cosa che più gradisco.
Tumblr media
Trattami come la segreta puttana che sono diventata, per te. Arrivo nel tuo appartamento di nascosto e nelle ore più tranquille. Di primo pomeriggio o la notte all'una. Perdo sonno ma acquisto godimento, con te in bocca o conficcato nel culo. E mi piace da morire, questa sensazione di peccato. Mi sento in colpa, anche se non capisco bene perché. Ho rimorso sincero per tutte le volte in cui mi sono permessa di giudicare, di sparlare a proposito di amiche e colleghe che tradivano il marito. Perché non avevo mai veramente perso la testa, prima di te.
Tumblr media
Prima di capire che non ci puoi fare proprio niente. Però tu non far caso ai miei momenti di mortificazione. Inculami con forza. Perché - dicono - i culi vanno rotti, sennò non c'è gusto. Per entrambi. Fatti succhiare, ingoiare e scopami senza pietà. Eccomi, adesso: distesa ormai senza più pudore sul divano di casa tua. Aperta come cercassi clienti in un bordello ma bella e pronta solo per te. Leccami il culo e la passera. A lungo. Fammi godere come una scrofa in calore e poi possiedimi. Sborrami dentro, da vero maschio padrone. Godi. Muoviti, che poi devo prendertelo in bocca. Fino a che dovrai staccare la mia testa dal tuo inguine a forza. Ti devo far morire di sesso. Maledetto!
Tumblr media
RDA
10 notes · View notes
meanwhiiile · 10 months ago
Text
abito in un paesino in provincia di Napoli,
esattamente a metà strada tra Napoli e Caserta
poco meno di trentottomila abitanti.
sarebbe un'assurdità dire che tutti conoscono tutti,
ma la maggior parte conosce la maggior parte.
ho sempre voluto scappare da qui, non l'ho mai sentito mio questo piccolo angolo di mondo;
sempre stata estranea a questa realtà,
un po' come se in viaggio verso il mio posto qualcuno mi avesse persa per strada senza accorgersene e mi sono ritrovata per sbaglio a crescere qui.
negli anni ho cominciato a definire casa mia la mia piccola isoletta felice,
forse perché ho avuto l'immensa fortuna di essere capitata in un contesto in cui ho potuto crescere con i miei affetti più cari anch'essi catapultati entro i confini di quest'isoletta.
mi basta fare toc toc ad una porta per ritrovarmici dietro mio fratello,
cercarla con lo sguardo e trovare mamma,
allungare la mano fuori dal letto per essere bagnata dal nasino di luna,
svegliarmi la mattina con papà che si affaccia in camera prima di andare a lavoro;
mai dovuto fare un passo per aiutare nonna a cucinare per tutti o sentire la sua voce che ogni due per tre urla il nome del cagnolone che c'è in giardino credendo sia scappato, cagnolone che ormai in cinque anni ha imparato a conoscerla e si nasconde dietro ogni albero per spaventarla;
non ho mai dovuto varcare nessun confine per sedermi accanto a nonno mentre scrive, con quella grafia che avrei sempre voluto fosse un po' anche mia; per dirgli che l'uomo che vorrei al mio fianco dovrebbe essere esattamente come lui;
salgo solamente una semplice rampa di scala ed ecco che sono sul letto di mia cugina a parlare per ore.
sono sempre stati tutti qui,
salvi, tra queste mura, dalla guerra che c'è al di fuori.
se chiedete alla me bambina però, vi risponderà che la guerra è sia dentro che fuori queste mura,
si perché il padre non è sempre stato quello che si affacciava alla porta di camera sua e la madre non sempre quella che riusciva a trovare solo con lo sguardo;
vorrei ora dire a quella bambina che con gli anni siamo riuscite a perdonarli, che la madre e il padre sono adesso mamma e papà, che erano troppo piccoli forse all'epoca per saper crescere due figli, che sono cresciuti anche loro insieme a noi e non possiamo fargliene una colpa.
ora siamo tutti grandi,
lei e il fratellino, entrambi forse con qualche piccolo trauma irrosilto, ma che stanno cercando di costruirsi una vita serena;
e mamma e papà, forse non l'emblema di un matrimonio felice, ma capaci di essere ora genitori.
non vorrei spoilerarti troppo, bambina, ma continuerai a fantasticare ogni giorno di una vita completamente diversa da quella che hai,
per un periodo di tempo penetrerai così tanto in quei racconti che perderai la connessione con la realtà e farai credere ad altre persone di vivere vite che non hai mai vissuto.
incontrerai il primo amore, quello fatto di emozioni forti, quello che ti brucia dentro;
e quello stesso amore continuerai a cercarlo in altre mille volti e in altri mille cuori una volta perso,
la tua sarà una ricerca sfrenata, quasi interminabile,
qualcuno ci si avvicinerà, altri nemmeno lontanamente,
e poi finalmente un giorno ti arrenderai
ti arrenderai il giorno in cui incrocerai i suoi occhi per la prima volta e nascerà dentro di te la consapevolezza di non poter mai rivivere un qualcosa di così forte,
lo capirai, lo accetterai e te ne farai una ragione,
d'altronde certe cose sono fatte per essere vissute una volta soltanto, altrimenti diventerebbero ordinaria quotidianità.
continuerai a sognare quel mare quasi tutte le notti
e sarai grata per questo, perché i contorni di quel ricordo sembreranno non sbiadire mai.
viaggerai, bambina, non tanto quanto vorresti, ma qualche città diversa dalla tua la vedrai
e sentirai in quel luoghi sensazione di casa,
sensazione che giù in quel paesino non sei mai riuscita a sentire.
riuscirai addirittura ad andare via da lì, salvo poi rirornare,
come risvegliarsi di colpo da un sogno e accorgersi di essere sempre lì, nello stesso letto, il tuo.
avrai però, almeno l'illusione di aver vissuto per un periodo quella vita che avevi sempre voluto, circondata da persone che avevi sempre aspettato,
con una di esse ci passerai addirittura una notte su un tetto durante un turno in ospedale.
cambierai poi di nuovo vita, scenderai da quel tetto e ritornerai nella tua isoletta, circondata dalla guerra.
ti sembrerà di aver ritrovato la tua strada, ma ad un certo punto questa strada si interromperà nuovamente
e non saprai se costruirci sopra un ponte per raggiungere l'altro lato dell'interruzione
o tornare indietro e imboccare un altro vicoletto.
scapperai dalle persone, da chiunque, anche da chi sembra farti provare qualcosa di nuovo.
non so ancora dirti se ci sarà quella persona che ti prenderà per mano e ti fermerà,
spero di riscriverti tra qualche anno per dirti che ce l'abbiamo fatta, la nostra strada l'abbiamo trovata, la stiamo percorrendo con accanto qualcuno di speciale e siamo dirette verso la vita che hai sempre sognato.
chissà bambina.
21 notes · View notes
dilebe06 · 10 days ago
Text
Evol
Come nasce un cattivo
Tumblr media
Mi sono fregata da sola. Volevo chiudere quest'anno con un dramino da quattro soldi... un qualcosa di leggero e anche un po' stupido che mi tenesse compagnia per qualche giorno fino all'anno prossimo, quando sarei tornata a bomba con i drama.
Ecco perché Evol sembrava la scelta migliore: 6 episodi di una serie con i supereroi in calzamaglia... ragazzini liceali che combattono il crimine. Roba spensierata per passare il tempo.
O almeno così pensavo.
Visti i primi due episodi, ero così sconcertata da mandare un messaggio a @ili91-efp per tenermi compagnia nella visione e perché i gioiellini ci si passano sempre <3 e per parlane assieme. Il drama meritava infatti molta attenzione.
Evol è una serie dark fantasy - con richiami a The Umbrella Academy, My Hero Academia e The Boys - tratta dal manga omonimo di Atsushi Kaneko e affronta svariati tempi come la corruzione, il disagio mentale, il suicidio, la violenza domestica... ma anche l'accettazione, il razzismo e pure la violenza sessuale. la roba leggera che volevo
TRAMA
La serie segue le vicende di tre adolescenti Nozumi, Akari e Sakura che decidono di togliersi la vita. Il loro tentativo però fallisce e tutti e tre si ritrovano in un ospedale psichiatrico per guarire. Lì oltre a conoscersi, scoprono di avere dei super poteri: Nozumi può creare dei buchi ovunque, Akari riesce a fare delle fiammelle da fiammifero e Sakura può levitare a 5 cm da terra.
Chiaramente, il tentativo di suicidio fa comprendere che questi ragazzi abbiano dei gravi problemi... forti disagi e grandi difficoltà che li hanno portati all'insano gesto. Akari con i suoi tagli nelle braccia e il terrore verso il padre che la vuole riportare a casa, fa scattare nei ragazzi la decisione di fuggire.
Con i loro nuovi poteri, Nozumi e company riescono a scappare dall'ospedale e ricercati da mezza città, si interrogano sulle loro recenti abilità: hanno dei poteri perché sono destinati ad essere degli eroi? Ma questo mondo è degno di essere salvato? Questa gente che in un modo o nell'altro li ha fatti soffrire tanto da spingerli al suicidio, meritano di essere salvati?
Se questa realtà è così marcia... perché non essere invece i cattivi e non distruggere questo mondo?
Tumblr media
Insieme alle vicende dei tre ragazzi, la serie segue anche un vero eroe: Lighting Bolt. Eroe acclamato dal mondo, figlio di eroi e fratello di eroi, quest'uomo che ha il potere di scagliare fulmini come Pikachu, persegue la sua convinzione di essere il salvatore del mondo: colui che è destinato a salvare la Terra dalla grande oscurità che sta arrivando. Peccato che per farlo, lavori sottobanco con il Sindaco della città che usa Pikachu come assassino di fiducia per eliminare persone a lui scomode.
Questa a grandi linee la trama. E' chiaro come qui di roba leggera non ce ne sia manco l'ombra. Anzi. Ho amato la trama e come si sia evoluta lungo tutto l'arco narrativo: colpi di scena, buon ritmo, ambientazione cupa ed a tratti davvero creepy ma soprattutto un ottima evoluzione della storia. Coerente e ben realizzata.
Come scritto nel sottotitolo, questo drama mostra come si "diventa dei villain": prendi un ragazzo abusato e traumatizzato e fagli odiare la realtà che lo ha fatto soffrire. Poi dagli dei super poteri, rabbia, portalo alla disperazione e voilà: ecco il tuo cattivo.
Evol, parla proprio di questo e se all'inizio i ragazzi volevano fare i cattivi ma senza una grandissima convinzione - d'altronde sono liceali e il massimo che hanno fatto è stato fare dei graffiti in giro per la città - nel finale il loro passaggio al lato oscuro è ben delineato e molto logico con la storia raccontata fino a quel punto.
Tumblr media
PERSONAGGI
Ottimi anche i personaggi: Nozumi, il lead di questo drama è un ragazzino molto introverso e chiuso verso gli altri. Almeno al primo sguardo. Una volta che conosce delle persone e si apre con loro, diventa più aperto e solare. E' un bravo ragazzo che vuole l'accettazione da parte degli altri e sentirsi davvero parte del mondo.
Emblematica su questo la scena dell'alieno: Nozumi parlando con la madre ammette di sentirsi un estraneo nel mondo. Un diverso. Tanto più che è gay e il ragazzo che gli piace lo ha anche rifiutato. Questo aumenta la sua alienazione e la sofferenza: chiede infatti scusa alla madre per essere gay e per averla delusa. Per non poterle dare dei nipotini... chiara dunque la sofferenza del ragazzo e da dove derivi il suo dolore.
Poi c'è Sakura che dei tre è stata quella meno esplorata. Dal poco che sappiamo è stata vittima da parte degli altri di attacchi di razzismo e bullismo, tanto che il padre si è impiccato e la madre se ne è andata con un altro uomo. Nella serie dicono che in realtà non si è ammazzata ma è stata uccisa. Qualcuno voleva farla fuori. Ma ad oggi, non si sa ancora nulla di questa storia. Ma infatti non ce la vedevo ad uccidersi!
Sakura è quella decisa e aggressiva del trio. Quella propositiva e attiva, che fa cose e poi pensa a ciò che ha fatto. Anche se può sembrare impetuosa e poco riflessiva, in realtà nasconde un grande cuore ed è molto empatica. Litiga con Akari ma poi, preoccupata per lei, fa di tutto per trovarla e andare a salvarla. Poiché è senza famiglia - e vive proprio in una casa famiglia - credo che Nozumi e Akari siano diventati per lei una sorta di casa.
Ed infine c'è Akari. Pestata e abusata sessualmente dal padre Capo della polizia - la scena dove il genitore si struscia e geme sui vestiti della figlia fermandosi sulle parti intime mi farà avere incubi per settimane cazzo! - che pensa che dentro di lei ci sia Satana, la ragazza è sull'orlo della disperazione e follia. Vede cose che non esistono - o forse esistono davvero e siamo noi spettatori i folli - e vuole solo vedere il mondo bruciare.
Poiché Akari non parla molto non è facilissimo inquadrarla ma dai suoi pensieri e chiacchierate che si è fatta con il coniglio di fumo nero - che ho chiamato Frank in onore del coniglio Frank in Donnie Darko - viene fuori un personaggio remissivo e obbediente che sopporta tacitamente gli abusi almeno finché non conosce gli altri due. Nozumi e Sakura diventano suoi amici e le danno un po' di speranza e gioia, facendole sognare un mondo diverso.
Ma ahimè il sogno sarà di poca durata.
E come con Nozumi sarà la felicità data e poi persa violentemente che la farà cadere nella vera disperazione.
Tumblr media
Inoltre è piaciuto molto anche il personaggio di Lighting Bolt. Ad una certa mi ha fatto quasi tenerezza questa sua ricerca ossessiva di cosa significasse essere un supereroe: si è convinto di essere nato e di avere i poteri per essere il Gesù Cristo del mondo ma d'altra parte era perfettamente consapevole di fare da serial killer personale di un solo uomo, uccidendo persone innocenti. Eroe di cosa?! Cosa significa essere un eroe?!
Tra l'altro non si è manco accorto della psicopaticissima sorella che godeva nel friggere persone: eroina quanto lui, sfogava il suo desiderio di essere riconosciuta al pari del padre e del fratello, friggendo cani e bambini innocenti. E poi daje di targhe " Eroina della città".
Fatta la disamina suoi personaggi, posso dire che mi sono piaciuti tutti. Il modo in cui sono stati scritti, soprattutto. Per ogni disagio, azione assurda o discorso strano, la serie ha costruito bene i suoi personaggi, il modo che si capivano le loro motivazioni e perché agissero o reagissero in tali modi.
Buona anche la performance degli attori, in particolare i giovani: se l'attore di Nozumi ha 23 anni ed ha un curriculum di tutto rispetto con una ventina di drama e ancor più film ed idem l'interprete di Akari - che di anni ne ha 18 - colei che rappresenta Sakura ha solo tre drama nel carrello. Più qualche film. Non sono certo attori di primo pelo ma neanche dei mostri di recitazione. Tuttavia trovo che abbiano fatto un buon lavoro, soprattutto l'attrice di Akari.
Tumblr media
STILE E ATMOSFERA
Trovo che sia stata buona anche la regia: Evol ha una narrazione solida e coerente ma non sempre di facile comprensione. Alcune cose vengono infatti lasciate all'interpretazione per aumentare, a parer mio, la poeticità e anche la riflessione dello spettatore. La serie ha infatti molti momenti introspettivi e di critica alla società di oggi: corruzione, alienazione, razzismo, abusi...
Tuttavia la serie non è una palla introspettiva: ci sono molti momenti di tensione e di drammaticità grazie ad una regia che ti tiene sempre un po' sul chi vive e non annoia mai.
Questo grazie anche al comparto visivo e all'ambiente un po' cupo e certe volte angosciante che assieme alla musica azzeccatissima permette allo spettatore di percepire sempre quel filo d'inquietudine che ti tiene incollata allo schermo.
E proprio sull'aspetto visivo devo fare il mio primo appunto: la serie infatti pecca per la poca luminosità. Ok il creepy e l'angoscia ma fammi vedere qualcosa! In alcune scene si percepiva solo uno sfondo nero e le voci sotto ma niente di vedibile. Per fare alcune gif ho dovuto sbiancare le immagini!
L'altro appunto è sul fatto che la serie lascia aperte molte domande di trama ma che difficilmente avremo qualche risposta. Evol infatti, dovrebbe avere più stagioni ma onestamente io non sono fiduciosa che le faranno davvero.
Tumblr media
sbiancatissimo.
TEMATICHE
Ultima cosa circa le tematiche portate avanti dalla serie: Evol fa a pezzi il mito del supereroe e offre una narrazione intensa e provocatoria che esplora le sfumature tra bene e male. Chi è il buono? Chi è il cattivo? ...
Ma parla anche di salute mentale, discriminazione e alienazione. Sonda il disagio mentale e la sofferenza soprattutto degli adolescenti, epoca tragica a parer mio, che molto spesso urlano il proprio tormento a persone che non sanno o non vogliono ascoltare.
Quello che resta è una riflessione su dei ragazzini soli e persi nel mondo - alla fine del drama tutti e tre i personaggi rimangono orfani - che trovano nell'odio e nella distruzione la risposta a tutto il loro dolore.
Tumblr media
Concludendo: una serie sicuramente da vedere. Soprattutto per chi, come me, è un amante delle opere introspettive e piene di spunti di riflessione. Il cast e la regia hanno fatto un ottimo lavoro nel raccontare questa storia contando solo i 6 episodi di questa prima stagione. Sicuramente non la serie leggera e spensierata che pensavo... tuttavia mi ha davvero sorpresa per la sua intensità e riflessività.
Attendendo con forte speranza la seconda stagione...
Voto: 7.9
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
6 notes · View notes