#scappare da tutti
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scritti-di-aliantis · 17 days ago
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È la cosa che più ti piace, cara la mia suocera: offrirmi appena puoi e senza esitazioni o residui pudori, il tuo culo di femmina attualmente molto insoddisfatta, vogliosa e matura. Affinché te lo lavori opportunamente di lingua e poi te lo allarghi con la mano: sarà così pronto per accogliere il mio uccello. Dai: ci dobbiamo sbrigare, perché fra un po' tua figlia, che è anche la mia adorata moglie, tornerà dal lavoro. E io non voglio darle certo un dispiacere.
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Ci osserverai mentre con reale trasporto, appena rientrata, siccome la amo profondamente, lo sai, le infilerò la lingua in bocca. Dopo che abbia lavorato il tuo buco del culo a lungo, a leccartelo e insalivartelo a dovere. Dopo che abbia slinguato te dappertutto, collo e spalle, mentre ti fottevo e finalmente ti sborravo nell'intestino, strizzandoti i capezzoli fortissimo, fino a farti urlare di dolore, vacca infoiata. Con finale bacio in bocca appassionato tra noi, prima di staccarci. La bacerò perché sinceramente la amo tantissimo.
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Con tuo marito siete comunque molto felici, del vostro genero adorato. Tu in particolare, perché sei stata proprio tu a darmi dei segnali inequivocabili per farti scopare. In gioventù sei stata molto disinibita e hai regolarmente cornificato tutti i vari fidanzati che hanno creduto in te. Il tuo attuale coniuge sapeva tutto, all'epoca. Ma ti ha sposata comunque, perché era innamorato pazzo. E tu non te lo sei certo fatto scappare: un bell'uomo, molto più maturo di te e decisamente benestante. Gli hai giurato eterno amore e gli hai fatto provare emozioni irripetibili, per lui. Gli hai dato una figlia bellissima, che lui adora e vizia.
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Tra l'altro, egli da tempo pensa che, con l'età, il fuoco interiore che ti faceva bruciare la fica dalla necessità di prendere cazzi, sia definitivamente spento. E vive tranquillo. Mentre io ti sfondo dappertutto. Per parte mia infatti, percependo immediatamente la tua volontà e sapendo dei tuoi trascorsi di... apertura mentale, non mi sono fatto certo pregare: una bella manza come te, appetibile e molto esperta nel prendere e lavorare un cazzo maschile, non potevo lasciarmela scappare. Chi l'ha detto che le suocere "rompono?" Nel mio caso poi, sono io che ogni giorno ti rompo regolarmente il culo e la passera. Perché mio suocero non ti scopa più da anni. Bisogna essere altruisti, a questo mondo. Preparati, adesso: devo sborrare. Allargati, troia... e non ridere!
Aliantis
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madiocane · 3 months ago
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vorrei solo poter abbandonare tutto e tutti e scappare via da questi 26 anni
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raccontidialiantis · 1 month ago
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Colazione con te
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Quando lei prepara la nostra colazione al mattino, è sempre nuda; le piace indossare solo la sensazione tangibile e ancora calda del nostro amore notturno. E io non posso fare a meno di adorare questa donna. Sempre. Non so se ho più l'acquolina in bocca per la voglia di addentare qualcosa o perché invece desidero divorare di nuovo lei. Che è la mia preda preferita, l'oggetto unico di tutti i miei desideri e che non mi basta mai.
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Lei è il mio passatempo prediletto. Questa creatura benedetta lo sa e quindi adora farsi guardare così. Civetta vezzosa. Si profuma, mi passa vicinissima, si struscia “casualmente” e mi provoca: è una donna bellissima, desiderabile e molto maliziosa. Ed è mia. Solo mia. Spero. Sono geloso marcio. Mi farà impazzire di desiderio anche stamattina, sfuggendo strategicamente alle mie grinfie perché ha cento cose da fare, prima di concedersi tutta a me di nuovo.
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Caffettino? No: vorrei un tè per favore, grazie. Con due biscottini. Il grosso del pasto iniziale ce lo metterai tu fra un po’, cara mia: non puoi scappare. Ti mungerò e succhierò il seno, perché adori quando te lo torturo. Poi consumerò la mia lingua assaporando tutta la tua pelle e infine vorrò assaggiare il miele delle tue labbra, quelle più segrete e dolcissime. Poi inventeremo qualcos'altro di sicuro. Basta scuse, ora. Preparami il tè, rapida…
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Aaah… buonissimo. Adesso però vieni con me: andiamo insieme in camera e dammi tutto il resto. Lo pretendo: sei mia. E sbrigati a togliere quel triangolino che protegge il mio vero pasto mattutino. Sai: alla fine la mia non era proprio fame, era piuttosto voglia di qualcosa di buono…
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RDA
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kon-igi · 20 days ago
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CONTENZIONE CONTROINTUITIVA
Certe volte tratto alcuni argomenti che mi stanno a cuore in modo prolisso e rivolgendomi ai miei interlocutori come se non sapessero distinguere il lato giusto da quello sbagliato del foglio di cartaigienica.
Non è mancanza di fiducia nelle altrui capacità intellettive ma piuttosto timore di non essere abbastanza chiaro e comprensibile nello sviscerare un qualcosa che conosciamo solo io e il poveraccio che tengo chiuso in cantina affinché ci sia almeno una persona entusiasta di ascoltarmi (sennò non gli do da mangiare).
Quello che andrò a trattare si divide in tre livelli di realtà cognitivo-esperenziale, il primo per i profani della cura sanitario-socio-assistenziale del paziente fragile, il secondo per gli addetti ai lavori e il terzo a un livello che chiameremo stato crepuscolare di coscienza.
I profani pensano in maniera assolutamente incolpevole che la cura di un soggetto fragile sia questa:
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e voglio dirvi che sì, è ANCHE questa ma NON SOLO questa.
Ribadisco, in maniera del tutto incolpevole perché sia la società che gli addetti ai lavori farebbero fatica a veicolare il messaggio reale secondo il quale trattandosi di ESSERI UMANI - la quasi totalità delle volte sofferenti per una fragilità organica o per una patologia della psiche - questi possono urlare, bestemmiare, sputare, picchiare, sporcare sé e chi hanno attorno e odiare tutto e tutti con la forza della disperazione.
Queste due realtà - immaginata la prima e vissuta la seconda - implicano una gestione discordante della cura quotidiana che si traduce nel solito scontro servizio di Report su presidio sanitario lager VS parenti cintura nera di mena-dottori-e-infermiere.
E qua arriva una pratica che un professionista del sanitario conosce, accetta e che dà per scontata e che invece il profano non conosce e che aborrisce una volta scoperta la sua esistenza/frequenza di utilizzo.
Questa:
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Vi avverto: l'argomento è TRAGICO nella sua esplicazione, nelle sue motivazioni e, soprattutto, nelle sue implicazioni, ragion per cui ci saranno una piccola manciata di voi che sanno PERFETTAMENTE di cosa sto parlando e altri che non possiedono proprio gli strumenti e l'esperienza anche solo per cominciare a capire la fatica di tutto ciò.
Sintetizzando (sempre a disposizione per ampliare l'argomento) l'assistenza del paziente fragile - geriatrico o giovane disabile - da sempre è passata per il metodo coercitivo-contenitivo cioè per l'applicazione di tutta una serie di misure meccaniche e ambientali che limitassero la libertà del soggetto, nel nome di una tutela della sua salute fisica quando messa a repentaglio da atti di aggressività auto o eterodiretta.
Vuoi scappare dalla finestra? -> ti lego al letto
Rischi di cadere? -> ti lego alla carrozzina
Ti mordi le dita o tiri pugni? -> ti lego le mani
Se vi sembra assurdo vuol dire che non siete mai entrati in una casa di riposo, in una RSA o in una residenza psichiatrica. Punto.
La tragicità sta tutta in un'altra discordanza, molto italiana: nel 2025 stiamo curando pazienti gravi sanitari e gravi disturbanti con tabelle di rimborso ASL risalenti al 1995... alla metà degli anni '90, infatti, chi usufruiva dei servizi di assistenza alla terza età e alla disabilità pisco-fisica erano pazienti senza supporto della rete familiare ma fondamentalmente quasi autosufficienti, mentre gli altri erano accuditi a casa dalla donna casalinga e, in seguito, dalle badanti.
Oggi non c'è nessuno a casa perché tutti lavorano fino a novantasettemila anni d'età, le badanti servono a ritardare il problema (ingigantendolo poi) e ad acquietare i sensi di colpa, col risultato che quando gli utenti accedono alle strutture sono zombie piagati e pieni di tubi che urlano, picchiano e rotolano di sotto dal letto. E quando non picchiano e riescono a camminare, vogliono scappare per andare a radunare le mucche in una stalla che è stata abbattuta dai bombardamenti dei tedeschi 80 anni prima.
I profani inorridiscono al pensiero di legare una persona e gli addetti ai lavori di non poterlo fare.
E poi ci sono io che sfiletto alla julienne il cazzo di tutte e due le categorie con quello che prima ho definito STATO CREPUSCOLARE DI COSCIENZA.
In verità la definizione non c'azzecca niente con quanto sto per dirvi ma siccome sono un appassionato di true crime, questa descrizione di psichiatria criminale m'è sempre sembrata ganzamente degna di finire su una carta di Yu-Gi-Ho! (insieme al TESTICULAR TORSION SPELL) e allora l'ho usata per fare un po' di clickbait per giusta causa.
'E poi ci sono io' però è ingiusto nei confronti di tutti quei professionisti dai quali ho imparato a ragionare sull'argomento e con i quali ho condiviso il percorso istituzionale che oggi mi vede docente di corsi di formazione sulla materia.
Sintetizzando al massimo, io insegno al personale sanitario e socio-assistenziale a fare un passo indietro™ e a considerare la contenzione non un mezzo di salvaguardia psico-fisica del paziente fragile ('Lo lego sennò cade e si fa male') ma un qualcosa che, controintuitivamente, non evita le cadute ma invece le provoca.
Come questo avvenga è controintuitivamente lungo e palloso da spiegare (perciò sviscererò l'argomento qualora vogliate farmi qualche domanda quando il tizio della cantina dorme) ma ho potuto fare mia questa teoria perché poi ho riconosciuto in essa IL MIO ATAVICO ODIO VERSO IL METODO EDUCATIVO COERCITIVO, inutile se non a creare futuri adulti frustrati facili a perpetrare questa semplificazione banale della realtà.
Per concludere, la contenzione non è male a prescindere ma che si parli di una cintura in carrozzina o di una metafora per indicare la nostra imposizione sull'altrui libertà di essere, credo sia fondamentale fare sempre un po' di metacognizione preventiva e chiederci se poi noi si sia davvero dei magister vitae proprio così infallibili.
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<3
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angelap3 · 24 days ago
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Ci sono persone che arrivano nella tua vita per riportarti un pezzetto della tua anima.
Arrivano per sistemare qualcosa rimasto in sospeso da chissà quale vita o dimensione.
Se te lo permetti, ogni incontro serve a questo. A riportare a te una parte di te. Quella parte lasciata in altre epoche e luoghi.
Alcune arrivano e ti portano dolore affinché tu possa imparare a perdonare e riversare amore.
Altre ti portano ferite o le riaprono affinché tu possa guardare a quelle cicatrici con amore e compassione.
Altre ti portano un abbraccio e attraverso quell’abbraccio attaccano i pezzi mancanti.
Ecco perché certi abbracci sono così forti. Ecco perché qualcuno ti tiene così stretto.
Ti sta restituendo qualcosa che ti appartiene e lo fa con tutto l’amore di cui è capace.
In quel caso lasciati semplicemente amare. Lasciati stringere forte appoggiando la tua testa al suo cuore o al suo viso.
Lascia che quelle braccia ti contengano affinché tu non possa più scappare da te stesso.
Stiamo tutti facendo un viaggio che ci riporti all’Uno e ogni incontro ti riporta una parte di te.
La via per recuperare ciò che avevi perso è
Sempre l’amore unita ad un forte senso di gratitudine.
Lasciati amare. Lascia che qualcuno che hai salvato ora ti salvi.
Lascia che l’amore ricucia tutte le parti che ti sono sempre mancate.
L’amore non è semplicemente una toppa, l’amore è il collante che ti tiene unito.
Che ci tiene uniti.
Tutti.
Monica Grando
Art.... Roberto Ferri
Buonanotte 💫💫💫
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der-papero · 3 months ago
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Tre sere fa, quando ho fatto questa foto, mi sono fermato un attimo a riflettere su come, lentamente, io stia ritrovando la mia vita, quella che avevo 10 anni fa, quella fatta delle mie passioni, dei miei spazi, dei miei tempi.
Nel 2014 non so cosa sia andato storto, ma iniziai a fare puttanate. Ogni volta, per correggere quella appena fatta, ne facevo una più grossa, per poi scappare in Germania, con la sicurezza che avrebbe messo a posto le cose, macché, ho continuato a farne qui, perché mi ero fondamentalmente perso e non riuscivo ad essere più quello di prima.
Ho provato a legarmi a tutti sperando di risolvere le cose, col risultato di fare peggio, le persone entravano nella mia vita, ci facevano quello che volevano e poi se ne andavano, lasciando un disastro. Il 2024 me ne ha portate via altre due, così, dopo anni insieme, senza motivo, dopo essersi prese un pezzo di cuore, sparite, senza una ragione, senza che io abbia torto un capello, nulla, ed è solo l'ultimo di tantissimi casi.
In tutto questo casino è nato il personaggio che ho costruito qui, che è un po' il risultato paradossale di tante cose, non sarebbe mai dovuto esistere, io qua non ce dovevo veni', diceva il saggio, e fortuna che poi mi ha donato due legami straordinari e al tempo stesso è diventato qualcosa di diverso e di allegro, ma il fatto rimane, non doveva esserci. Non rinnego quello che è oggi, ma se potessi premere un tasto e cancellare tutto, ma intendo tutto, forse sacrificherei anche questo, perché, almeno agli inizi, è stata l'ennesima puttanata fatta per non risolvere un problema.
Poi è arrivata Lilly nella mia vita, e qualcosa è cambiato profondamente. Lilly si è presa tutto, da ogni direzione, lasciandomi una porzione di tempo talmente limitata da iniziare a darle un valore immenso. Non procastino più, non cerco scuse o distrazioni, non esiste più "tanto c'è tempo", no, ogni secondo adesso ha un valore, e ho cominciato ad usarlo come 10 anni fa, con ciò che mi rendeva felice, con quei fogli e quella penna. La conseguenza di questo mio impegno costante, ogni sera, dedicato allo studio, oltre a ridarmi quello che ero prima, mi ha fatto permesso di vedere che da tempo ormai il vaso che doveva traboccare non c'era più, ma io mi illudevo che potesse ancora funzionare, e allora sì, ho iniziato a tagliare tutto quello che ho con gli altri, perché non sono più perso, e il mio tempo conta. Le persone che amo sono rimaste e non permetterò mai a nulla e a nessuno di portarmele via, ma il resto del mondo non mi interessa più, non mi sento più solo.
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occhietti · 9 hours ago
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Il rifugio perfetto
per scappare da tutti e da tutto,
si trova nei nostri sogni.
Rosa Ramirez
Buonanotte...🌙
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smokingago · 21 days ago
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“Che poi se ci pensi, ci sono uomini per i quali vale la pena di fare un salto dentro l’ignoto. E perdercirsi dentro. A quell’ignoto.
Quelli che quando ti accarezzano la pelle ti toccano anche il cuore. E tu vibri e non sai se sia per la pelle o per il cuore.
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Quelli che restano nonostante la paura.
Quelli che affrontano la situazione anche quando vorrebbero scappare.
Quelli che ti raccontano cosa sentono, anche se non sono abituati, anche se gli hanno insegnato a non mostrarsi. Ma loro si mostrano ugualmente.
Quelli che ti guardano al mattino come guardano l’arcobaleno dopo un acquazzone, perché non c’è nessun buon motivo che tu non sia guardata come si guarda un arcobaleno.
Quelli che mantengono le promesse.
Quelli che ti fanno spazio. Nei cassetti della loro camera, nel loro letto, nella loro vita.
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Quelli che ti fanno sentire protetta. Perché va bene l’indipendenza, la modernità, ma non c’è niente di male nel volerti sentire protetta da due braccia più grandi.
Quelli che ti dormono addosso perché tu nel pieno dei tuoi sogni, tu non ti senta sola.
Quelli hanno da insegnarti qualcosa e sono impazienti che tu insegni qualcosa a loro.
Quelli che vogliono reciprocità, perché a fare i cavalieri erranti si sono stancati. Di scalare torri e uccidere draghi mentre tu li stai a guardare. E perché se c’è da rischiare, si rischia in due.
Quelli che ti esortano a scoprire, a viaggiare, a vedere, a conoscere, anche da sola, perché la tua crescita non si deve fermare mai.
Ecco. Questi uomini. Niente meno di questi.
E quando capirai che nell’ordine:
-non sono estinti
-non sono già tutti occupati
-eh ma la fortuna!
-esistono,
comprenderai anche che se vuoi un uomo così, devi fare la tua parte.
E sarà la cosa più bella che avrai mai fatto.”
M.G.Baccaglini
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ilpianistasultetto · 9 months ago
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Lo sapevo, era tutto scritto. Oggi, (quasi) tutti a dare la colpa al superbonus edilizio e ad altre decisioni passate (non sto qui a difendere nulla, sia chiaro) ma nessuno ricorda quanto succedeva nel 2020-2021. Un intero Paese chiuso per Covid. 60milioni di uccellini appena usciti da uova schiuse dentro il grande nido Italia nelle mani di mamma-rondine. Tutti ad aspettare la mamma con il vermetto tra il becco per prenderne un pezzetto ciascuno. Ricordo a tutti voi, che oggi applaudite chi punta il dito contro i governanti di allora, che avete percepito, se lavoratori dipendenti, fino a 20-25mila euro di cassa integrazione stando sul divano (seppur forzatamente). Ricordo a tutti voi, imprenditori, professionisti, artigiani e commercianti, il fiume di denaro dato dallo Stato; bonus, soldi a fondo perduto, soldi a tasso zero garantiti dallo Stato, aiuti per affitti di locali e capannoni, bonus energia e vacanze, dehors gratuiti per attivita' turistiche. In totale, abbiamo contratto debiti per 200miliardi e piu'. Oggi nessuno ricorda niente? Come se nulla fosse successo, tutti a scappare come topi addossando responsabilita' ad altri, al vicino di casa profittatore, al nullafacente o ai politici precedenti. Insomma, il conto non lo vuole pagare nessuno. Eh, lo sapevo..lo sapevo che andava a finire cosi, era tutto scritto. @ilpianistasultetto
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singinthegardns · 1 month ago
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Non ho mai smesso di pensarti. Legati da un filo, forse, significa questo che non mi stai vicino però ti giuro mi abiti dentro, per tutto quello che è stato, per gli abbracci infiniti che ancora sento addosso, se mi concentro quando voglio scappare via dal resto del mondo. Non ho mai smesso di pensarti ovunque andassi, sai, avevo in testa te mentre sorridevo agli altri dentro tutti i miei viaggi nelle notti d'estate lunghissime nelle birre a mezzanotte nella tristezza, nella rabbia più profonda non ho mai smesso di pensarti mentre la vita scorreva e ci teneva distanti legati da un filo, forse, significa questo. Io e te nonostante tutto non possiamo mai davvero separarci.
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be-appy-71 · 16 days ago
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“Che poi se ci pensi, ci sono uomini per i quali vale la pena di fare un salto dentro l’ignoto. E perdercirsi dentro. A quell’ignoto.
Quelli che quando ti accarezzano la pelle ti toccano anche il cuore. E tu vibri e non sai se sia per la pelle o per il cuore.
Quelli che restano nonostante la paura.
Quelli che affrontano la situazione anche quando vorrebbero scappare.
Quelli che ti raccontano cosa sentono, anche se non sono abituati, anche se gli hanno insegnato a non mostrarsi. Ma loro si mostrano ugualmente.
Quelli che ti guardano al mattino come guardano l’arcobaleno dopo un acquazzone, perché non c’è nessun buon motivo che tu non sia guardata come si guarda un arcobaleno.
Quelli che mantengono le promesse.
Quelli che ti fanno spazio. Nei cassetti della loro camera, nel loro letto, nella loro vita.
Quelli che ti fanno sentire protetta. Perché va bene l’indipendenza, la modernità, ma non c’è niente di male nel volerti sentire protetta da due braccia più grandi.
Quelli che ti dormono addosso perché tu nel pieno dei tuoi sogni, tu non ti senta sola.
Quelli hanno da insegnarti qualcosa e sono impazienti che tu insegni qualcosa a loro.
Quelli che vogliono reciprocità, perché a fare i cavalieri erranti si sono stancati. Di scalare torri e uccidere draghi mentre tu li stai a guardare. E perché se c’è da rischiare, si rischia in due.
Quelli che ti esortano a scoprire, a viaggiare, a vedere, a conoscere, anche da sola, perché la tua crescita non si deve fermare mai.
Ecco. Questi uomini. Niente meno di questi.
E quando capirai che nell’ordine:
-non sono estinti
-non sono già tutti occupati
-eh ma la fortuna!
-esistono
comprenderai anche che se vuoi un uomo così, devi fare la tua parte.
E sarà la cosa più bella che avrai mai fatto.”.. ♠️🔥
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M.G.Baccaglini
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marquise-justine-de-sade · 1 month ago
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Vedete questa foto? Sta spopolando, tutti ne parlano, tutti la commentano, tantissimi la criticano, pochi, davvero pochi, ne hanno colto il vero significato! Pochi sapranno coglierne la bellezza, ma se la guardate con attenzione, capirete qualcosa che a tutti gli altri è sfuggito.
Di primo impatto questa foto ti suscita un senso di inquietudine, di repulsione quasi. Mostra il piede di una ballerina, deformato, tormentato, quasi torturato dalla scarpetta che si è costretta a indossare per anni e anni. Non è un piede normale, ma è pieno di ferite, di cicatrici. Ma quelle cicatrici sono la cosa più bella di tutte. Quanto è noiosa una vita senza cicatrici. «Senza nessun ricordo da cui scappare. Senza nessun orizzonte verso cui andare. Senza amori per i quali continuare lottare. Senza ieri disastrosi e domani pieni di riscatto». E non è forte chi non è mai stato ferito.
Forza deriva dal latino «fortis», che non significa potenza ma fermezza. «Noi ballerini», confessa Roberto Bolle, «apprendiamo fin da giovani che la forza non ha alcun valore senza la determinazione, la volontà, il coraggio.» La vera forza non si misura in cosa vinci, ma in cosa proteggi. In quale idea credi. Per quale sogni ti batti. Per cosa sei disposto a fare sacrifici. Nella danza come nella vita non si tratta di rincorrere la perfezione ma di trovare. Il proprio ritmo, la propria andatura, il proprio cuore. Perché il tuo cuore è la forza più grande.
E in questa foto c'è tutto: cuore, sacrificio, estasi, bellezza. Ti parla di chi come Sofia Raffaelli, la farfalla italiana, non è soltanto un corpo ma è arte in movimento. Ti parla di chi come Roberto Bolle fa del suo corpo un veicolo di cose come passione, dedizione, struggimento. Ti parla di chi, nell’era del tutto e subito, non cerca la strada più facile, quella che «tutti» percorrono, ma va verso l'infinito. Perché nulla che abbia significato è facile. Kitai, dicono i giapponesi, attesa. Ciò che è bello si fa sempre attendere, mentre ciò arriva subito, subito se ne va. Ogni vera rinascita ha bisogno di tempo. Perché nascere non basta. È per rinascere che siamo nati.
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Che tu sia maledetto!
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Ma come è stato possibile… mi stavi sulle palle da quando sei arrivato, nel condominio. E cercavo in tutti i modi di evitare qualsiasi contatto, con te. Cafone presupponente. Poi a un certo punto ho iniziato a sviluppare il gusto acquisito del tuo profumo, della tua sfacciata e prorompente fisicità. Della tua persona. Sarà stato per il fatto di vedere ogni giorno la tua sagoma, il tuo profilo. Sarà che ero vedova ormai da un anno e che sono comunque una donna di sani appetiti! Non eri male, oggettivamente.
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Anzi. E il tuo profumo mi piaceva ogni giorno di più: infine ne ho comperato un flacone per tenermelo nel cassetto e tutt'ora ogni tanto ne lascio un po’ in giro: che scema! Pian piano ho iniziato, da vera civetta curiosa quale sono, a cercare di scoprire il più possibile su di te. Ho messo in moto le mie due amiche fidatissime nel palazzo e la portinaia che per me stravede: il Kgb, il Mossad, la Cia e l'MI-6 insieme non hanno i loro mezzi. Né la loro totale mancanza di scrupoli, nell'aprire e richiudere la tua corrispondenza col vapore e scavare nel tuo passato.
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Ho saputo quindi che in modo molto riservato, senza farne mai parola con nessuno, fai spesso volontariato, che aiuti i bisognosi in mille maniere. A quasi cinquant'anni sei ancora scapolo - mai stato sposato - e un motociclista all'osso. Poi ti sei rivelato molto colto, un piacevolissimo conversatore e infine ho anche scoperto che suoni la batteria in un gruppo jazz. E che sei stato lasciato dalla tua ultima donna circa tre anni fa.
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Inevitabilmente, da buon informatico, capendo di essere oggetto di una segreta campagna investigativa, dopo pochi giorni hai mangiato la foglia. Hai capito che interessavi a me e una sera… t'ho trovato sotto casa ai bidoni della differenziata, in attesa. Ad aspettare che uscissi in ciabatte e maglionaccio a buttare l'immondizia! Devo dire che questo contropiede t'è riuscito benissimo: ero rossa, balbettavo, mi sentivo orribile. E per la prima volta mi sono accorta che ti volevo proprio.
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Da impazzire! M'hai abbracciata e io t'ho chiesto se per caso fossi pazzo: se solo uno dei miei figli fosse uscito a cercarmi o si fosse affacciato qualcuno che conosco alla finestra, sarebbe potuto succedere un bel casino! --- “Condominio breaking news: vedova piacente, evidentemente arrapata e immorale, circuisce il bellissimo pezzo di manzo scapolo della mansarda al sesto piano!” --- Hai riso, da bastardo quale sei, con quelle fossette adorabili sulle guance: ti sarei saltata addosso lì e t'avrei preso in bocca l'uccello seduta stante. Davanti a chiunque fosse passato. In ginocchio e adorandoti.
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Sono potuta scappare e molto malvolentieri, confesso, solo dopo averti promesso che ci saremmo rivisti da soli e come prima volta soltanto in un luogo ben lontano e appartato. Quando tre giorni dopo di tardo pomeriggio è successo, ero proprio cotta a puntino. Devo dire che ero irresistibile: bona da morire, direbbero quelle troie delle mie amiche. Una divorziata bella e gustosa: una torta preparata solo per la tua bocca. I miei capezzoli, irrigiditi e preventivamente cosparsi di olio alle mandorle, erano le ciliegie per il tuo esclusivo piacere.
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Mi sono subito resa conto che non avevo più alcuna difesa non appena salita sulla tua macchina: ero diventata una bambola di pezza nelle tue mani. M'hai presa in tutti i modi in cui si può prendere una donna matura. M'hai fatto fare tutto. Una femmina che sia stata sposata non ha più inibizioni: capisce già dal ritorno a casa dopo il viaggio di nozze che è meglio avere più rimorsi che rimpianti e non esita a fare qualsiasi cosa, con l'uomo che le piace al momento. Soprattutto con l'amante, se c'è passione corrisposta e crescente.
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Ora dipendo totalmente da te, tremo se solo mi guardi. Ti voglio di continuo. Cerco di fingere la solita sicurezza e una rassegnata serenità. Ma se sei attorno a me, se t'incontro in ascensore o per le scale, dentro ho un vero tumulto. Amami, prendimi, riempimi, farciscimi come un bignè. Fammi tua quando e come più ti piace. Mandami mille messaggi osceni: è la cosa che più gradisco.
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Trattami come la segreta puttana che sono diventata, per te. Arrivo nel tuo appartamento di nascosto e nelle ore più tranquille. Di primo pomeriggio o la notte all'una. Perdo sonno ma acquisto godimento, con te in bocca o conficcato nel culo. E mi piace da morire, questa sensazione di peccato. Mi sento in colpa, anche se non capisco bene perché. Ho rimorso sincero per tutte le volte in cui mi sono permessa di giudicare, di sparlare a proposito di amiche e colleghe che tradivano il marito. Perché non avevo mai veramente perso la testa, prima di te.
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Prima di capire che non ci puoi fare proprio niente. Però tu non far caso ai miei momenti di mortificazione. Inculami con forza. Perché - dicono - i culi vanno rotti, sennò non c'è gusto. Per entrambi. Fatti succhiare, ingoiare e scopami senza pietà. Eccomi, adesso: distesa ormai senza più pudore sul divano di casa tua. Aperta come cercassi clienti in un bordello ma bella e pronta solo per te. Leccami il culo e la passera. A lungo. Fammi godere come una scrofa in calore e poi possiedimi. Sborrami dentro, da vero maschio padrone. Godi. Muoviti, che poi devo prendertelo in bocca. Fino a che dovrai staccare la mia testa dal tuo inguine a forza. Ti devo far morire di sesso. Maledetto!
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RDA
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arreton · 9 months ago
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La patente è arrivata in un momento in cui io consideravo morta e sepolta la possibilità di prendere una macchina, di guidare: sebbene avessi sognato più volte di guidare (ovviamente male, perché per me sono sempre esistiti solo freno e acceleratore e nello specifico solo acceleratore e forza frenante del motore, maldetta frizione!) non mi interessava più, anzi mi dicevo che sarebbe stato bello riuscire a spostarsi coi mezzi pubblici, treni autobus, camminare a piedi. Vivevo in un paese campano che rimarrà forse il mio unico rimpianto del sud italia perché era ben strutturato: a piedi raggiungevo e facevo tutto, avevo il centro storico, il centro commerciale, farmacie a volontà, dottoressa vicino casa, un sacco di supermercati, un partito comunista, manifestazioni in piazza: tutto raggiungibile a piedi. Rimpianto perché in quanto sud non puoi campare e la gente è molesta per natura e dunque sono dovuta scappare anche da lì. Della patente, insomma, a me non me ne fregava niente, non ci pensavo affatto. Mentalmente ero ancora abbastanza inguaiata, andava meglio ma non andava bene: ero tesa come una corda di violino, il mio corpo era un fascio di nervi e questo si ripercuoteva sulla guida: l'istruttrice fece una grandissima fatica, sudava appresso a me che ero grondante di sudore terrorizzato. Iniziare a guidare è stato un trauma: ero terrorizzata dal fatto che quell'abitacolo, quell'aggeggio enorme non solo era "comandato" da me, ma mi toglieva letteralmente il terreno sotto i piedi (a questo proposito aggiungo che io ho avuto problemi anche col tapis roulant perché appunto c'era questa passerella che si muoveva in maniera "autonoma" ed io avevo paura di non riuscire a controllarla. Cosa c'entra con la guida di un auto? Beh, è la stessa identica cosa dato che ho paura di perdere il controllo). Poi io ho bisogno di capire quello che sto facendo, devo farmi uno schema in testa, non riesco a buttarmi e capire dopo, io devo sapere prima. Beh, io non riuscivo a capire cosa stavo facendo e dunque non riuscivo a rilassarmi. Comunque, alla fine sono riuscita a prendere questa benedetta patente. L'ho presa per grazia divina perché appunto l'esame fu terribile ed infatti io non ero nemmeno felice di quella patente perché non era "meritata", cioè io non riuscivo ancora a guidare, ero insicurissima ed immaginavo violentemente ancora un incidente ad ogni minimo incrocio (non riuscivo nemmeno a stare dritta nella mia carreggiata). Infatti presa la patente non ho più guidato.
La macchina invece è arrivata in un momento in cui non doveva arrivare e cioè circa un mese fa: senza lavoro, a soldi prestati (come d'altronde anche la patente), lontana da tutti, in un posto che nemmeno conosco perché chi cazzo c'è mai stata in provincia di bergamo. Sapevo che mi sarei dovuta prendere una macchina prima o poi, perché qua è tutto scomodo come in sicilia, ma avevo progettato di acquistarla in un altro momento. Reiniziare a guidare è stato semplice e soprattutto divertente: è cambiata la testa, le medicine sono servite a qualcosa. Ho fatto qualche guida assieme ad una istruttrice della zona e mi sono divertita un sacco, la sua guida è stata preziosa e lei una persona veramente gentile (oltre che strana, come tutte le persone della zona: io a tutta questa educazione non ci sono abituata e soprattutto non sono abituata a chi dice "Un quarto alle 9") ed esaltata, ovviamente pure lei di discendenza siciliana ma ormai lo so che la sicilia me la ritroverò ovunque: d'altronde i pomodori che ho comprato venivano proprio dalla città dove sono nata. Io adesso comunque guido: la macchina mi odia perché la faccio singhiozzare sempre e perché non cambio adeguatamente le marce, per non parlare di tutte le volte che la faccio spegnere o che resto appesa in una salita perché non so bilanciare bene frizione e acceleratore; la frizione mi deride perché sa che ho un odio e una repulsione spontanei nei suoi confronti; la gente quando mi guida dietro si mette a ridere quando proprio non mi bestemmia ma qua nessuno mi ha mai suonato, al massimo mi sorpassano. A volte penso che guidare è una gran bella cosa, che spero di avere i soldi prima o poi per farmi un bel pieno, pagarmi i pedaggi e andare che ne so a milano o robe simili. Penso che dovrei approfittarne del fatto di potermi spostare tranquillamente, per poter andare in posti dove ho sempre voluto andare, mi dico: wow, ma qua ho tutto così vicino! Persino voi tumbleri siete così vicini, se ci penso! A tutta questa libertà di movimento è difficile abituarsi, per una che ha sempre vissuto entro i confini di un'isola e della miseria. Certo, se arrivasse un lavoro sarebbe pure cosa gradita (mi correggo: se arrivasse un'entrata mensile, che poi si debba passare per il lavoro è solo una triste parentesi disumanizzante) ma poi penso che male che vada ho un tetto sotto il quale poter dormire: la mia auto.
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susieporta · 18 days ago
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Mi ci sono voluti due divorzi e altre " fatiche relazionali" per iniziare a pormi delle domande e scoprire quanta ignoranza sulle Relazioni intime e quanta superbia mi avessero dominato.
Nonostante gli studi da psicologa e il lavoro fatto in tanti anni di professione in termini di formazione, cura di me e crescita personale, ho continuato a sottovalutare l'impatto della mia ferita profonda e dei relativi meccanismi difensivi automatici nelle relazioni.
Non basta comprendere le proprie ferite per stare in una relazione in maniera appagante, quello è solo l'inizio. ( si lo so, che fatica!!)
Occorre fare continue esperienze con gli altri per ricevere feedback onesti che ci aiutino a scoprire in che modo la corazza protettiva, che la ferita ha provocato, agisce e impatta sugli altri quotidianamente.
Senza una dimensione sincera di feedback è veramente difficile scoprire l'impatto reale che abbiamo sugli altri perché ognuno pensa a sé stesso in base a come si percepisce e non per ciò che emerge di sé nell'interazione.
La relazione di coppia è l'ambito di falsificazione di noi stessi per eccellenza perché ciò che emerge di noi non coincide con ciò che pensiamo di essere.
E spesso lottiamo per ottenere che l'altro ci veda per come siamo convinti intimamente di essere.
Tutti vogliamo essere amati per ciò che siamo, salvo non essere sinceramente interessati a scoprirlo noi per primi.
La promessa dell'amore è una promessa di sguardo e di attesa. Essa recita " ti offro il mio rispecchiamento e la necessità della tua presenza."
La promessa della relazione è la verità su chi siamo: siamo davvero disponibili a scoprirlo?
Perché il prezzo da pagare è la perdita della sicurezza che ci da' la corazza caratteriale. Siamo attrezzati per sostenere il disarmo del cuore che l'amore opera in noi?
È chiaro che no. Ecco perché in men che non si dica un'esperienza d'amore può essere vissuta come un'esperienza minacciosa dalla quale scappare.
Ho capito che amarsi è conoscere questa corazza caratteriale e prendercene la responsabilità. E questo atto di responsabilità libera l'altro dalla richiesta, che agiamo inconsapevolmente, di prendersene cura al nostro posto.
Ho capito che amare è possibile se siamo disposti a prenderci cura della vulnerabilità che la relazione comporta e che tale vulnerabilità prende spesso la forma di emozioni violente, trattenute o espresse, che ci spaventano.
Ci vuole una disposizione davvero tanto umile per affrontare tutto questo altrimenti non si tratta di amore ma di sfruttamento.
E ho capito perché l' Umiltà è sinonimo di Amore: l'Umilta' di sapere che non potremo mai vedere certe parti di noi perché così come non possiamo vederci la schiena, è solo accettando questa ignoranza su noi stessi, questo " sapere di non sapere" che ci motiviamo a stare nella relazione e a provarne gratitudine per la possibilità di restituirci a noi stessi, di rimetterci al mondo ogni giorno.
E questa forza che proviene dall'Umilta' è il motore che nutre e ci arriva come Amore in azione.
Mi sento abbastanza pronta di iniziare a condividere con voi le mie riflessioni su questo tema in un seminario gratuito online mercoledì 22 alle 20.30.
Vi offro un pezzettino del cammino interiore e di ricerca fatto in questi anni, non soluzioni o tecniche : chissà che possa contribuire a fare qualche "click" anche a voi come è successo a me.
Siamo già in tantissimi e non vedo l'ora di scoprire cosa ne verrà fuori da questo primo esperimento.
Se vuoi venire a far parte di questa temporanea comunità di ricercatori, ci sono ancora dei biglietti gratuiti su eventbrite, metto il link qui sotto.
e grazie per aver letto per intero questo post 🤗
Gloria Volpato
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-gli-ostacoli-allamore-1194069286379?aff=oddtdtcreator
#gliostacoliallamore
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occhietti · 5 months ago
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Tumblr media
Sei salvo quando non hai tutti i giorni voglia di scappare da dove sei.
Sei salvo quando staresti bene con quello che hai, ma non rinunci a desiderare qualche cosa di più.
Sei salvo quando, la cosa che desideri, non è una "cosa".
Sei salvo quando possono prenderti in giro quanto vogliono. Anzi, più lo fanno e più ti danno la carica.
Sei salvo quando hai qualcosa da perdere, ma giochi lo stesso, perché ti sai concentrare su quello che ancora puoi vincere.
Sei salvo quando ridi.
Sei salvo quando ti incazzi ancora, se vedi qualcosa di sbagliato.
Sei salvo quando hai ancora motivi per mettere il vestito buono e uscire.
Sei salvo quando se c’è da ballare balli, anche se quando balli fai ridere.
Sei salvo quando dici più spesso “m’importa” che “chi se ne frega”.
Sei salvo quando saluti qualcuno per strada anche senza conoscerlo.
Sei salvo quando canti.
Sei salvo quando hai ancora posti da vedere, e ancora almeno un buco dove tornare.
Sei salvo quando fermi la macchina solo per uscire e guardare il tramonto.
Sei salvo quando lasci ancora che un libro o un film o una canzone ti scombinino le cose.
Sei salvo quando non ti dimentichi mai, che sei un piccolo stupido puntino buttato lì in un libro di miliardi di pagine.
Sei salvo quando non ti dimentichi mai, che anche un puntino può cambiare, se non tutto il libro, almeno una frase.
E, a volte, perfino tutta la storia.
- Enrico Galiano
Arte digitale tolgak21
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