#sardina musulmana
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Me voy a casa
Aquí estoy, en el consultorio. Ahora dicen que envían todo por correo electrónico. Claro, se ahorran la impresión, pero el servicio médico no tiene descuento. Así también, a los colectivos dicen que les quitaron el subsidio, pero las empresas de transporte aumentan el boleto y, además, quitan coches. Por lo tanto, nos vemos obligados a viajar apretados como sardinas.
En fin... Ayer fui al supermercado Día y un hombre se quejó de que el precio en la góndola no era el mismo del que le cobraban. Y el cliente tenía la razón, pero el cajero se defendió y le dijo que al pasar el código de barras del producto, aparecía automáticamente el precio y que, por lo tanto, él no podía modificarlo. Y después agregó que debería quejarse en la empresa: Día. La gente se siente mal, porque los precios aumentaron y hay descontrol y descontento.
Mi sueño de la jubilación se frustró y me vi obligada a contratar a un abogado. Y viven llamándome del Ministerio de Educación. ¡Y..., te imaginarás! No es porque estén interesados en mí o en mí futuro (?).
Ya me hicieron la densitometría y la transvaginal. Todas doctoras y técnicas. Ahora me fijo bien que sean mujeres, porque una vez me atendió un hombre y me sentí violada. No sé cómo pueden existir mujeres que se dejan tocar por un hombre por dinero. Yo te juro que prefiero que me maten antes que eso.
Hoy tengo mis clases de coreano. Las cambié porque los miércoles se me complica. Ayer escuché los audios de los nativos coreanos. Y entiendo bastante de lo que dicen. Este fin de semana debo dedicarme a salir y a descansar. Ese corte entre el mundo laboral y el descanso debe existir. Igual dormí muchísimo. También fui varios viernes a la mezquita.
Yo había planificado todo para este año, pero me arruinaron los empleados del Ministerio de Educación. Y es tal cual como una vez un viejo amigo me enseñó; él me dijo que construyes tu huerta, la riegas, y siempre vendrá el que te la pisotea y el que te arruina la vida. ¡Es verdad!
Tuve que interrumpir el escrito porque me llamó la doctora para la mamografía. Ahora estoy esperando para la ecografía mamaria. No sé qué quieren ver, porque apenas tengo dos limones. ¡Pobres las doctoras, porque les cuesta agarrarlas! No me tengo que olvidar, cuando escribo, de que existen personas muy frías, que tan solo mencionar la palabra «sexo» se escandalizan. A veces es todo lo contrario, porque no pueden controlar la líbido, eso es lo que sucede. Lo cierto es que lo que para algunos es libertad; para otros, promiscuidad. Un hombre, en la red social, me dijo que en el mundo occidental la mujer no es oprimida, que tiene libertad. Y eso me lo dijo en comparación con Irán y la mujer musulmana. Y yo le contesté que depende de lo que se entienda por «libertad». Volviendo a la ginecóloga, si yo sentí que ese técnico me violó, te imaginas que la «libertad» occidental no la vemos todos de la misma forma. En fin... Todo país tiene su parte mala, eso seguro.
Lo cierto es que todo es como decía aquel amigo. Yo preparé mi huerta, mis proyectos para este año, porque el primero de diciembre tendría que haber estado jubilada, pero llegaron los del Ministerio de Educación y me aplastaron la huerta.
Recién me hicieron la ecografía de mamas. No sabes lo molesto que es para mí. Y bueno... Me voy a casa.
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Málaga: la ciudad andaluza que lo tiene todo
1. Visitar la Alcazaba, una fortaleza musulmana de la época medieval. 2. Pasear por el Paseo del Parque, un jardín botánico con impresionantes vistas al mar. 3. Conocer la Catedral de Málaga, conocida como “La Manquita”. 4. Probar los deliciosos espetos de sardinas en el paseo marítimo de La Malagueta. 5. Recorrer el casco histórico de la ciudad y conocer la Plaza de la Merced, donde nació Pablo…
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Il marito, Sulaiman Hijazi: «Io con Hamas? Non è vero»
Dal blog di Silvia Franceschini, post del 5 marzo 2015 (https://silviafranceschini.blogspot.com/2015/03/egitto-hamas-organizzazione.html)
«"Il nostro movimento della resistenza che ha combattuto e continua a combattere in Palestina ( HAMAS) viene considerato in Egitto come un movimento terroristico,così come lo è per Israele, questi atti contro la resistenza continuano a dimostrare che Gaza è l'unica nostra strada per arrivare alla libertà e dimostra che purtroppo abbiamo un nemico che è un mostro e prende ordini da Israele e America ,il solito cane che segue gli ordini,al sisi ha chiuso il valico di Rafah e continua a farlo sperando che il popolo a Gaza faccia una rivolta contro la resistenza,ma non sanno che siamo un popolo disposto a morire per tornare libero e siamo un popolo dignitoso ,purtroppo la situazione è drammatica a Gaza ma usciremo presto inchallah più forti nonostante tutti questi complotti e ingiustizie , sempre con la resistenza". Sulaiman Hijazi
Cosa è Hamas? (da Wikipedia):
Ḥamās, acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya (in arabo: حركة المقاومة الاسلامية, Movimento Islamico di Resistenza, ovvero حماس, «entusiasmo, zelo, spirito combattente») è un'organizzazione palestinese di carattere politico e paramilitare considerata ufficialmente organizzazione terroristica da alcune nazioni nel mondo (Unione europea, Stati Uniti, Israele, Canada, Egitto e Giappone), ma non da altre (Iran, Russia, Cina, Norvegia, Svizzera, Brasile, Turchia e Qatar).
Chiarito il punto, ossia l’appartenenza del marito della sardina islamica ad Hamas, ognuno prenda l’informazione come gli pare, che tanto è più facile far cambiare idea ad un sasso che a certa gente..
#italia#hamas#hamas organizzazione terroristica#terrorismo islamico#terrorismo musulmano#israele#palestina#palestinesi#sardine#movimento delle sardine#movimento sardine#sardina islamica#sardina musulmana
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Sardina musulmana prova a imitare la Meloni con scarsi risultati, meglio l'originale.
Quando un pesce fuor d’acqua fa la figura del pesce lesso.
Compa..... siete messi davvero male! 😂
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Con il velo simbolo di sottomissione femminile da lezioni di libertà con quella roba in testa NEL MIO PAESE .
Nibras la sardina che fa la morale a noi,vada sul palco in un paese islamico a denigrare un capo di partito, vediamo come finisce poi lí. La sardina musulmana dice che chi vota Salvini le fa pena,a me fa pena lei, che viene in un paese che non è il suo ad offendere, perché non ha il coraggio di combattere per sè e le altre donne nel suo di paese. Vada lì a dire ciò che pensa e vediamo se la applaudono. 😏
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16 DIC 2019 11:05
''IO SONO NIBRAS, SONO UNA DONNA, SONO MUSULMANA'' - VIDEO: LA SARDINA ISLAMICA DÀ UN GRANDE ASSIST ALLA LEGA. NIBRAS ASFA GRIDA CONTRO L'ODIO DAL PALCO DI ROMA, MA IL MARITO AMICO DI HAMAS E LE SUE PAROLE SU ISRAELE ''PAESE NAZI-FASCI-SIONISTA ABITATO DA MOSTRI'' NON FANNO ALTRO CHE RIBADIRE UN CONCETTO: L'ODIO È SOLO QUELLO DEGLI ALTRI - ''NON RIAPRIREMO LE PAGINE NERE DEL PASSATO''. DITELE CHE IN ITALIA LE PAGINE NERE SONO QUELLE ANTISEMITE
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1. DOPO LA MANIFESTAZIONE DELLE SARDINE IN PIAZZA SAN GIOVANNI È STATA ATTACCATA DA LEGA E FI: «VICINA AD HAMAS»
Di Nino Luca, Immagini di Agtw /Corriere Tv
«Io sono Nibras, sono una donna, sono musulmana e sono figlia di genitori palestinesi». Sul palco di piazza San Giovanni a Roma, sabato c’era anche Nibras Asfa giovane che ha rivendicato con sua forza la sua origine e la sua identità. Ma dopo il suo discorso si sono scatenate le polemiche. Il marito di Nibras, infatti, è considerato membro di Hamas. Circostanza che Lega e Forza Italia non hanno mancato polemicamente di sottolineare
2. PURE LE SARDINE ISLAMICHE - SUL PALCO LA FIGLIA DELL'IMAM SCATENATA CONTRO ISRAELE
Alberto Giannoni per "Il Giornale"
L' anti-Meloni si chiama Nibras, ha 25 anni e porta il velo. È figlia dell' imam di via Padova a Milano ed è al centro di un caso. Sta facendo il giro del web la sua foto insieme a Mattia Santori, leader del movimento delle sardine, e a suo marito Sulaiman Hijazi. È stata lei ad accreditarsi come l' alternativa alla leader di Fdi, andando in piazza San Giovanni, parlando dal palco e facendo il verso all' ormai noto «sono Giorgia, sono una madre e sono cristiana», il manifesto meloniano che era risuonato due mesi fa nella stessa piazza e che qualcuno ha trasformato in un tormentone rap.
«Sono Nibras - ha replicato sabato, sorridendo, la giovane milanese - sono una donna, sono musulmana e sono figlia di palestinesi». Ha dimostrato spirito, Nibras. Ha letto con enfasi l' articolo 3 della Costituzione e lanciato il suo monito: «A tutti coloro che vogliono riaprire le pagine nere del passato dico non ci avrete mai, non ve lo permetteremo, perché questo è uno stato di diritto». E qui il discorso delle sardine che l' hanno applaudita comincia a mostrare delle crepe. E il nodo è sempre lo stesso: Israele.
Se parliamo di Stato di diritto, Israele è l' unico in Medio Oriente, tanto che un magistrato ha appena incriminato il premier per un presunto «favore legale». A Gaza, per dire, un dirigente di Hamas è stato torturato e ucciso in piazza con l' accusa di essere gay.
L' opinione di Nibras invece tradisce il solito doppio standard.
«L' unico Paese democratico del Medio Oriente? - chiese lei a fine 2017 - Cosa hanno di democratico questi mostri che non risparmiano donne, bambini e disabili?». E il senatore di Fi Lucio Malan le rimprovera di aver definito Israele «uno stato nazi-fasci-sionista».
Nibras ha le sue radici e ha diritto al suo punto di vista, ma quando si parla dal palco di una piazza «contro l' odio» i riflettori si accendono. Il padre di Nibras è un uomo che a Milano è stimato e benvoluto: Mahmoud Asfa ha fondato e dirige dal '92 la Casa di via Padova, centro islamico accreditato come dialogante e trasparente. Era nel Forum delle religioni, ha ottenuto un Ambrogino d' oro ed era molto stimato dall' assessore Aldo Brandirali (ciellino del Pdl). Se c' è un rimprovero rivolto alla sinistra è di averlo snobbato a beneficio di altri meno meritevoli.
La Curia ambrosiana, più attenta, lo ha invitato in Duomo il 25 marzo 2017 per accogliere Bergoglio a Milano, e accanto a lui c' era proprio la figlia. Asfa è indipendente dall' islam egemone, ma certo - anche per biografia - non si definirebbe mai «amico di Israele» come il franco-tunisino Hassen Chalghoumi. E la sua «stella» di moderato di recente si è un po' offuscata, anche per la partecipazione a cortei «pro Palestina» (e anti-Israele) molto discussi. La sua moschea l' ha visitata anche Matteo Salvini, ma la Lega accusata di usare l' odio in politica ora chiede coerenza.
Hijazi, da portavoce della Comunità islamica di Cagliari dichiarò di temere più Israele dell' Isis. Malan ad aprile aveva contestato al grillino Gianluca Ferrara di aver incontrato, con lui e una delegazione dell' Associazione dei Palestinesi in Italia, anche Riyad al-Bustanji, imam noto per aver glorificato le azioni kamikaze contro Israele. Inoltre a Hijazi a viene addebitato un giudizio benevolo su Hamas. «È questo il cambiamento che vogliono le sardine?» ha chiesto il leghista Paolo Grimoldi.
Ieri Hijazi ha denunciato di aver ricevuto «provocazioni e insulti». «Sono stato accusato di appartenere a Hamas e di sostenere il terrorismo islamico» ha detto, difendendosi: «Non faccio altro che informazione. Però ciò non significa che faccio parte di un partito politico né sostenitore di Hamas. Non permetterò a nessuno di strumentalizzare ciò che faccio».
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053 – BITÁCORA JAC – INFLUENCIA ÁRABE EN LA GASTRONOMÍA ESPAÑOLA – (711-1492) – (01) -
Se conoce como al-Ándalus, al periodo en que el territorio de la península ibérica estuvo bajo poder musulmán durante la Edad Media, entre los años 711 y 1492.
Para los árabes medievales, el término de al-Ándalus designa la totalidad de las zonas conquistadas por tropas árabe-musulmanas en territorios actualmente pertenecientes a Portugal, España, Francia, Andorra y el territorio británico de ultramar de Gibraltar.
Tras la conquista musulmana de la península ibérica, al-Ándalus se integró inicialmente en la provincia norteafricana del Califato Omeya.
En el año 756 se convirtió en el Emirato de Córdoba y posteriormente en el año 929 en el Califato de Córdoba, independiente del Califato Abasí.
Con la disolución del Califato de Córdoba en 1031, el territorio se dividió en los primeros reinos de taifas, periodo al que sucedió la etapa de los almorávides, los segundos reinos de taifas, la etapa de los almohades y los terceros reinos de taifas.
Con el avance de la Reconquista iniciada por los cristianos de las montañas del norte peninsular, el nombre de al-Ándalus se fue adecuando al menguante territorio bajo dominación musulmana, cuyas fronteras fueron progresivamente empujadas hacia el sur, hasta la toma de Granada por los Reyes Católicos en 1492, que puso fin al poder islámico en la península ibérica, aunque la mayor parte de la población musulmana quedó en la península, unos convirtiéndose al catolicismo y otros, con creencias más arraigadas, marcharon a las cumbres de Sierra Nevada (La Alpujarra) hasta su definitiva expulsión. Es realmente imposible hablar de cocina española o de dieta mediterránea sin destacar la importancia del rico legado de la gastronomía de al-Ándalus.
Mucha de la cocina actual de España es heredera de la tradición árabe, un imperio que ocupó el 70% del país en algún momento. Esta ocupación duro desde el año 711 hasta 1492, año en que se unificó España y fue descubierto el continente americano.
La gastronomía de al-Ándalus está muy reflejada en la dieta mediterránea, con algunas variaciones, como el consumo de cerdo. Esta herencia es especialmente palpable en Andalucía, donde son originarios el gazpacho y otras sopas frías, aunque también se refleja en otras zonas como Alicante - donde se elabora un turrón típico -, Murcia o Almería, entre otras.
Como en cualquier otra tradición gastronómica, se preparaba distinta comida dependiendo de la clase social, o entre las ciudades y las zonas rurales. Los métodos de elaboración también variaron. La tradición gastronómica de al-Ándalus es también muy rica y variada.
Tenían menos prohibiciones que los judíos - de hecho, casi exclusivamente el cerdo y las bebidas fermentadas -, aunque estos preceptos tampoco se respetaban al 100% en la España musulmana.
La tradición árabe en España también aportó términos al vocabulario español. Muchos de los platos e ingrediente árabes que se conservan en el idioma español comienzan con la letra "a", como los términos albóndiga, aceite, aceituna, arroz, etc.
Las clases altas apenas consumían pescado o marisco. No existía prohibición religiosa alguna en relación a los productos del mar, pero eran los médicos los que desaconsejaban cocinarlos, con el argumento de que su olor pestilente y fuerte sabor era poco saludable. Hoy en día el pescado frito es muy habitual en la gastronomía de la región del sur de España llamada Andalucía.
Los pobladores de las zonas cercanas al mar comían pescado en abundancia: crudo, frito o salado, aunque los más populares eran las sardinas y el atún. De hecho, una de las principales técnicas de cocina importada por los árabes fue la conserva en vinagre o escabeche, especialmente de pescados.
Hoy en día, descubrirás que los boquerones en escabeche se suelen comer sobre un trozo de pan a modo de tapa.
Existen muchos productos que fueron introducidos por los árabes en la Península Ibérica: la berenjena, las espinacas, la caña de azúcar, el arroz, los albaricoques y algunos de los cítricos, entre otros. Es cierto que las aceitunas se cultivaban en España desde tiempos prehistóricos, pero el cultivo de aceitunas se vio tremendamente incrementado bajo el imperio de al-Ándalus.
La introducción en el agro de acequias, cisternas y sistemas de drenado contribuyeron mucho a ese desarrollo. Pero no fue sólo la producción de aceituna la que aumentó con estas mejoras, sino la de todo tipo de cultivos.
Las carnes preferidas por los árabes eran el cordero y el pollo, es decir, básicamente aquellas con menos contenido graso. Las marinaban toda la noche en leche o aceite, y las sazonaban con verduras como la cebolla, el ajo, el hinojo o las aceitunas, además de añadirle canela o cilantro.
En su conjunto, la dieta de al-Ándalus era muy saludable, especialmente comparada con aquellas dietas típicas de otras regiones de España fuera de la influencia musulmana. Revista Gastronomía Española - [email protected]
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Noticias sin importancia
La rosa blanca que le compré a mi hija se marchitó, y el capullo no abrió. ¡Una estafa! Recién llego de comprar algunas cosas. Para conseguirlas tuve que viajar lejos y el colectivo venía repleto de gente. El chofer decía: «¡nos vamos corriendo, hay más lugar atrás!». Y yo no veía que ni siquiera entrara un mosquito. Todos apelmazados, tal cual sardinas en lata. Y mi ventilador recién arranca, después de varios minutos de haberlo encendido.
Todavía me planteo si dejar horas este año. Todo parece incierto. Se me cierran los ojos, pero no debería dormir...
Ayer pasé un día lindo en comunidad. Y pienso que eso es lo que necesita la gente. Hay mucha soledad o problemas familiares, entonces, la comunidad funciona como un espacio de contención.
Me falta algo de fuerza, tal vez sea por el calor. Las tortugas se la pasaron comiendo el choclo. ¡Les encanta! El otro día me traje algunas rosas chinas para ellas.
Me quedé dormida como una hora y media, el calor me aplasta. Ahora estoy enjuagando una ropa que dejé en el fuentón. Las horas pasan y siento como que se van a licuar mis vacaciones en la nada. No quisiera retornar a ese loquero de los colegios. Ayer hablábamos con una musulmana que se jubiló y que fue también docente. Me dijo que el último año se gastaba en taxis para ir a la casa, con el fin de no jubilarse con poco dinero. Y tal vez eso deba hacer, tomar algún taxi para volver a mi casa. Por un tiempo...
En mi país, Argentina, la gente sale a la calle con cacerolas, para golpearlas. A veces me pregunto si eso será solo de este país. Y bueno... No tengo mucho para contar y traté de alargar la redacción en varios párrafos. Solo noticias sin importancia.
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China ve el mayor aumento en los casos de coronavirus en tres meses, ya que las puntuaciones dieron positivo en Xinjiang, dominado por Uigur
CHINA registró su mayor pico en los casos de coronavirus en tres meses, con un gran número de pruebas positivas en Xinjiang, dominado por musulmanes uigures.
Las autoridades informaron 101 nuevos casos en el país, incluidos 89 en Xinjiang, donde viven muchos miembros de la minoría étnica uigur.
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Dalian comenzó las pruebas en masa después del brote la semana pasadaCrédito: AFP o licenciantes
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La gente hace fila para realizar pruebas en China mientras el país busca desviar la segunda olaCrédito: AFP o licenciantes
Crecen los temores de que China enfrentará una segunda ola meses después de sofocar con éxito el brote inicial de Covid-19 que comenzó en Wuhan.
La región noroeste de China lanzó pruebas masivas y medidas de cuarentena después de descubrir un creciente grupo de infecciones a principios de este mes.
El brote se produce en medio de acusaciones de que China ha encerrado a un millón de musulmanes uigures en campos de 'reeducación'.
Beijing niega rotundamente estas afirmaciones, pero ha sido condenado internacionalmente por críticos que afirman que los uigures son torturados y las mujeres esterilizadas.
Muchos críticos del régimen chino también están preocupados de que Covid-19 pueda infiltrarse en los campos de prisioneros, especialmente ahora con el virus tan reportado en Xinjiang.
La profesora principal de Política y Relaciones Internacionales, Dra. Anna Hayes, dijo anteriormente que le preocupaba que una epidemia en los campamentos fuera "cuestión de tiempo, si aún no había sucedido". ".
China, donde apareció por primera vez la epidemia mundial, había logrado reinar sobre la transmisión nacional, las pruebas, los cierres selectivos y las restricciones de viaje.
Pero recientes brotes aleatorios en diferentes partes del país han demostrado la dificultad de mantener a raya el virus.
La semana pasada, las autoridades se centraron en una planta de procesamiento de alimentos en Dalian, en la provincia nororiental de Liaoning.
Se cree que los trabajadores manipularon envases contaminados de mariscos importados.
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Un edificio que supuestamente es un campo de reeducación donde se encuentran minorías étnicas predominantemente musulmanas, en las afueras de Hotan, en la región de Xinjiang, noroeste de China.Crédito: AFP o licenciantes
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Los trabajadores de salud realizan pruebas de coronavirus COVID-19 en un centro comercial en DalianCrédito: AFP o licenciantes
La semana pasada se confirmaron 52 casos en la gran ciudad portuaria y 30 personas involucradas trabajaban en la fábrica.
Más de tres millones de personas han sido evaluadas en Dalian.
Las autoridades también cerraron lugares públicos cerrados, como bibliotecas, bares, museos, gimnasios, restaurantes y spas.
misterio de maddie
Los policías de Madeleine McCann parecen exhaustos cuando una excavación de tres días descubre un sótano secreto
TIEMPOS DE PRUEBA
Gran brote de coronavirus en un pub donde '200 personas se amontonan como sardinas'
& # 39; SIN RETORNO & # 39;
Harry y Meg "se enfrentan al exilio permanente de la familia real" después de un libro bomba
HOTSPOTS DE VIRUS
Las 10 regiones que sufren las peores tasas de coronavirus cuando Oldham supera a Leicester
ALERTA MÁXIMA
No cierren más el Reino Unido, advierten los expertos del primer ministro, a pesar del temor a la segunda ola
'INNECESARIO'
Los espectadores de la BBC están 'indignados' después de que un periodista dijo N-word en un programa de media mañana
Después de un brote en Beijing en junio que vio a más de 300 personas infectadas, las autoridades en Dalian están utilizando un enfoque similar de medidas de control de virus en diferentes áreas de la ciudad en función de sus niveles de riesgo.
Un total de 84,060 personas han sido infectadas con coronavirus en China y 482 permanecen hospitalizadas.
Ha habido 4.634 muertes relacionadas, según un recuento oficial.
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China intenta realizar pruebas masivas para prevenir la segunda ola de virusCrédito: AFP o licenciantes
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Los odiadores profesionales
Los odiadores profesionales ALEJANDRO GONZÁLEZ ACOSTA | Ciudad de México | 7 de Enero de 2017 - 08:44 CET. La mayoría de los que escribimos lo hacemos por una mezcla de vanidad y narcicismo y debemos asumir que buscamos simpatía y admiración. García Márquez decía que "escribo para que me quieran más", y Eliseo Alberto "Lichi" aseguraba que "escribo para los amigos, que son mi familia ampliada". Eso es lo normal. Pero hay casos que parece escriben para que los odien. Esas personas quizá confiesan así una impotencia: "Si no me quieren, que me odien y mejor aún, que me teman". Esta es la posición de un neurótico enfermizo, de un masoquista olímpico, de un sádico de campeonato. Algunos de esos "odiadores" profesionales escriben con corrección y suelen decir verdades molestas, lo cual no es negativo ni criticable. Pero se les percibe, se les transparenta, se les adivina una actitud que no pretenden siquiera disimular, de hacerlo con el placer por la herida, el deleite en escarbar la llaga, una satisfacción suprema por molestar, hurgar hasta el hueso. "Si hoy no jodo a alguien no duermo tranquilo", parecen decir. Y eso lo ejecutan partiendo de una supuesta superioridad moral e intelectual que los hace difícilmente sufribles. En este mundo contradictorio y sorprendente, lo menos que podemos esperar de uno mismo y de los demás es cierto tipo de congruencia: no es admisible ni esperable que un Rockefeller viva y actúe como un proletario con sólidas convicciones marxistas-leninistas. Y tampoco, en contrapartida, que un obrero manual pretenda asumirse mentalmente como un potentado de Wall Street. Aunque "hay de todo en la viña del Señor", en estos tiempos, más que al Génesis de la Biblia, entes así nos recuerdan a Steinbeck y Las viñas de la ira. Son estos tiempos de odios profusos y omnipresentes, que llegan desde las letras de las canciones, los comerciales y las redes sociales, que hacen honor a su nombre, pues son mallas para atrapar lo mismo sardinas que tiburones, disfrutando el dudoso privilegio del anonimato cobarde, y la carencia —todavía— de una legislación que precise y castigue los excesos de eso que mal llamamos hoy "lo políticamente incorrecto", identificando su actuar con "la libertad de expresión" (que debería traducirse como "la libertad de difamación"). "Esto es lo que trajo el barco", como dice una clásica, pero el problema es que ese navío debe ser post-Panamá porque resulta enorme. Esos "odiadores profesionales" viven una existencia mezquina, aunque no lo perciban y se asuman a ellos mismos como "normales": imagino que gastan su pobre existir en andar pescando por aquí y por allá algún leve desliz, un gazapo nimio, una ligera mácula, para magnificarlo y exhibirlo —exhibiéndose ellos mismos de paso— careciendo de algo que no aparece en ningún código penal ni constitución del mundo, y que debería ser virtud capital de cualquier ciudadano y especialmente de un gobernante: compasión, caridad y piedad. Y no hablo de la "caridad cristiana": la caridad puede ser brahmánica, budista, confucianista, musulmana, agnóstica o incluso atea. Es una cualidad moral en potencia universal. Es ayudar al caído y, si entablamos una disputa, se trata no de golpearlo en tierra, sino respetarlo y ayudarlo a levantarse. Es la nobleza, virtud cada día más rara en este mundo. Es precisamente La grandeza: la grandesse, como dicen los franceses, que sí supieron algo de esto, pero hace ya muchos años. En este mundo donde estamos hace milenios, no se busca competir sino ganar, no intercambiar opiniones sino prevalecer, no persuadir sino destruir, no solo apabullar, sino callar a gritos al contrario, descalificarlo con golpes bajos que si bien se miran descalifican más al que los dice que a quien se le dedican. Más allá de todas las ideologías ya superadas, persiste como un legado antiguo algo que es muy superior a las teorías más sofisticadas: la ética. Ese sentido de lo bueno, lo útil y lo bello que distingue al ser humano de los otros animales y lo sitúa como un bruto superior. En estos tiempos cuando todas las ideologías han demostrado hasta la saciedad su ineficacia, regresamos al origen y asumimos que después de la dilatada fila de filósofos que en el mundo han sido, vuelve a resurgir juvenilmente ese viejo contemporáneo de todos que es el buen Aristóteles. Source: Los odiadores profesionales | Diario de Cuba - http://ift.tt/2j1bOke via Blogger http://ift.tt/2iPLppL
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