#sapientona
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dchuntress · 10 months ago
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fuck it. assigning nicknames to hel's friends too for the future
vic: topolino (mouse/apparently that's what mickey mouse is called in italian too) or furetto (ferret), sherlockino (little sherlock)
babs: quattrocchi (four eyes), sfigata (loser), topo di biblioteca (bookworm/library mouse), sapientona (know it all), la mia dolce metà (my other half), l’anima gemella (my soulmate), cuore mio (my heart), vita mia (my life), carissima (dearest)
dinah: vecchio (old friend), voce d'oro (golden voice), uccello canoro (songbird) or canarina (canary)
zinda: capo (boss/chief), ali dorate (golden wings), aquila (eagle)
jade: tesoro (treasure/darling), splendore (my splendour)
dick: fratello (cool bro), orsacchiotto (teddy bear), stella
jim: pá slips out once in a blue moon
in my portrayal, helena assigns unique italian terms of endearment to the people, especially the kiddos, who have special important places in her life so here are some of the nicknames
jason: gioia (joy)
dove: colibrì (hummingbird)
tim: tesorino (little treasure)
steph: coccinella (ladybug)
cass: fragolina (little strawberry)
lian: angioletta (little angel)
tilín: papera (duck)
sin: leoncina (little lion)
damian: piccolino (little little one)
she also calls her good friends amo (casual version of amore according to what i read) occasionally but hmm. i don't think she feels comfortable with assigning specific nicknames to her peers / romantic partners just yet because. trust issues
i like to imagine her cat doug gets a variety of nicknames, from piccolo re (little king) to bestiolino (little beast) to cocca di mamma (apple of mother's eye) to stella (star) to dolcezza (sweetness) to monello (rascal)
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laladradeilibri-blog · 7 years ago
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Persino la forza deve inchinarsi alla saggezza, a volte
- Annabeth Chase
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tizianacerralovetrainer · 3 years ago
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Ron: «Ho un problema. Io amo Hermione, ma amo anche Lavanda.»
Harry: «Ho un’idea: crea un elenco di svantaggi per ognuna di loro. Vedrai quella con il tratto peggiore e la tua decisione sarà facile dopo.»
Ron: «Che idea brillante! Va bene. Hermione: controllo, capelli arruffati, sapientona e parla troppo.”
Harry: «Bene, ora trova qualcosa di brutto per Lavanda.»
Ron: «Beh…Lei non è Hermione.»
Harry Potter ❤️
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paulpette · 5 years ago
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e se voglio una pizza alla vaniglia? Professorona sapientona?
Fattela con il lievito per dolci. Poi fammi sapere com’è venuta.
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imperfectlix · 5 years ago
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Ron: «Ho un problema. Io amo Hermione, ma amo anche Lavanda.»
Harry: «Ho un’idea: crea un elenco di svantaggi per ognuna di loro. Vedrai quella con il tratto peggiore e la tua decisione sarà facile dopo.»
Ron: «Che idea brillante! Va bene. Hermione: controllo, capelli arruffati, sapientona e parla troppo.”
Harry: «Bene, ora trova qualcosa di brutto per Lavanda.»
Ron: «Beh…Lei non è Hermione.»
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art-gulasch · 6 years ago
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SEGNO senza SIGNIFICATO          graffiti: tra arte e reato
Quello che nessuno vuol capire dei graffiti, è che non c’è niente da capire. Un gruppo di ragazzi che dipinge il proprio tag sui muri, stop. 
Siamo all’inaugurazione della mostra dedicata a “1UP”, un collettivo di writers berlinese, presso Avantgarden Gallery, Milano. Birra in mano, odore di carne alla griglia, la folla che ondeggia a ritmo di musica, qualche poliziotto in borghese. 
_ Quindi neghi la possibilità che in un contesto storico preciso queste azioni abbiano un significato? Come per esempio la riappropriazione del territorio, un grido contro l’urbanizzazione, la manifestazione dell’io nel mondo delle masse… 
Sono cose che dicono i critici e gli storici. Il termine “graffiti” non l’abbiamo mica inventato noi. “Street art”, odio quella definizione! Nessun writer vuole essere artista. 
_ Anche Picasso non aveva idea di attraversare “il periodo blu”, dipingeva e basta. I critici danno i nomi alle cose per poterne parlare, tutto qui. Tuttavia il fenomeno, in qualunque modo lo vuoi chiamare, nasce in un momento storico specifico, un momento di forte disagio sociale: siamo negli anni Settanta, South Bronx, crisi economica, incendi dolosi, gang. L’aspetto del quartiere veniva paragonato a quello di una città bombardata durante la seconda guerra mondiale. E d’un tratto, i giovani prendono i colori in mano e iniziano a dipingere… 
Già, i primi writers scrivevano pure il numero civico sotto il proprio tag, in modo che si sapesse che sono proprio loro.
_ Giusto, dipingevano sui muri distrutti dall’illegalità mentre le autorità facevano finta di non vedere. Era un modo per dire “ci sono anch’io, sto vedendo quello che sta succedendo, non sono uno spettatore passivo del disastro in corso, ho una voce”, non credi? 
Sicuro. Ma la pratica di modificare lo spazio attraverso un segno grafico personale è più antica, basta pensare alle grotte di Lascaux. Ad ogni modo i writers non cercano di passare nessun messaggio e non cercano alcun riscontro da parte della società. Questa è un’altra cosa che non capite dei graffiti. Io dipingo il mio nome in modo che un altro writer lo veda e sappia che sono stato io. Stop. Se qualcuno per strada lo vede e mi dice “bello”, non mi cambia niente. Se un altro writer mi dice “bello”, allora… (si batte la mano sul cuore) E’ una cosa di nicchia, di élite, fatta da writers per writers. 
_ Non sarà una sorta di impulso primitivo? Un po�� come quando da bambino prendevi il coltellino e incidevi le tue iniziali sul tronco di un albero o su una panchina? 
Un po’ sì. Ma a te importava il modo in cui lo scrivevi? 
_ Immagino di no. 
Ecco la differenza. Io cerco di farlo bello, col mio stile. E’ questa la firma. I primi scrivani trascrivevano i testi sacri cercando ognuno il proprio stile, nelle lettere, nelle maiuscole in particolare, era un loro segno di riconoscimento, la loro firma. Più che un messaggio c’è dell’egocentrismo, ecco. Lasci un tag che vuoi sia riconoscibile e riconducibile a te soprattutto nello stile più che nel nome che ti scegli. 
_ Un segno è sempre espressione, un tentativo di comunicazione. Magari non è l’obbiettivo primario, ma una volta visibile un segno acquista un significato, di per sé e per chi lo vede, anche se non lo vuoi… 
Può darsi. Ma io ti dico com’è nata la cosa. Un gruppo di ragazzini del Bronx inizia a giocare. Uno dipinge il proprio nome sul muro, guarda come sono figo, così anche qualcun altro lo fa per dimostrare che non è da meno. Una competizione, un gioco. Ecco, noi siamo ancora quei bambini che giocano, nient’altro. 
Il dj cambia il brano, mette “Siamo figli delle stelle”, in pochi istanti la folla forma un trenino, che percorre in lungo e in largo il cortile dove siamo seduti a passi di danza. 
_ Stasera però siamo in una galleria d’arte a una mostra dedicata a questo collettivo di writers ricercato dalla polizia di diversi paesi. Guardiamo i loro lavori, ritenuti reati dalle forze dell’ordine, come opere, una contraddizione interessante. 
Forse perché altra gente sapientona come te ha voluto definirlo “arte” al posto di “reato”. Ma un writer non pensa né a uno né all’altro. Il bello è proprio qui. Questi ragazzi non si sono arrampicati su una barca abbandonata in Grecia dipingendoci sopra per andare su una rivista d’arte oppure per lanciare un messaggio di protesta contro l’abbandono di materiali tossici nel mare… Queste sono interpretazioni. Lo hanno fatto per divertimento, a tempo perso. Avranno visto sul web questo barcone abbandonato e si saranno detti: figo! Andiamo a dipingerlo! Costa tra l’altro un sacco di soldi: spostamenti, materiali. Non pensi mai di ricavarci qualcosa. Mi arrampico su un palazzo, faccio il mio tag, scatto la foto, e basta. Non me ne frega più un cazzo. Anche se non dovesse vederlo nessuno, anche se nessuno dovesse trovarlo bello, non me ne frega niente, io so che l’ho fatto. 
_ Lo scopo di un fare è nel fare stesso. 
Esatto. Che poi è anche tecnicamente difficile. A differenza di altre forme di pittura, eccetto aerografia, non tocchi la superficie. Alcune linee sottili che faccio nei disegni non riesco a riprodurle su un muro. E hai pochissimo tempo. Quando un treno si ferma, hai cinque minuti massimo prima che riparta alla fermata successiva. Senza considerare le possibili interruzioni… 
_ Giusto. Perché sei incappucciato e devi scappare. La dimensione di pericolo costante fa parte della poetica, mi sembra di capire. Se trasporti la stessa operazione in contesti legalizzati il fenomeno cambia, diventa qualcos’altro? 
Non mi faccio queste domande. Dipingere è una droga. Vedi una superficie e ci dipingi sopra, non puoi farne a meno. Non riesci a pensare a nient’altro. Non ti fai domande. 
_ Quel è il limite? Fin dove può spingersi un writer, una sorta di codice etico? 
Ognuno ha il suo. 
_ E qual è il tuo? 
Sorride. Fa un sorso.
Te lo dirò un altro giorno. 
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https://www.youtube.com/watch?v=tSgJsmpgnus
https://www.youtube.com/watch?v=AnIGttiOYtA
https://www.youtube.com/watch?v=NeGWIX6cfmU 
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taimertue · 6 years ago
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martedì, 5 marzo. 01.53 am
più mi guardo intorno e osservo le persone, più mi assale una tristezza infinita, quasi disgusto a tratti. non riesco quasi più a instaurare rapporti perché la maggior parte delle persone con cui mi capita di instaurare un “discorso” sembra aver appena subito una lobotomia. Mme de Staël (parafrasando) in una lettera scrisse che la ricchezza del nostro paese stava nella nostra cultura e che se mai l’avessimo trascurata allora saremmo precipitati nell’oblio e aveva ragione. Ha ragione anche Bauman quando scrive che viviamo in una società liquida, fatta di consumi, in cui conta la velocità e non la durata, in cui siamo tutti convinti che le esperienze terrene possano salvarci dalla mancanza di eternità a cui siamo condannati. è un’esistenza che si basa sulle apparenza, siamo carenti nella sostanza signori miei. un giorno forse fra qualche decennio avremo le macchine volanti, ma possibile che nessuno tema che non avremo alcuna eredità culturale e morale da lasciare ai posteri? certo, sempre che ci possano essere visto l’andamento del cambiamento climatico. fare un discorso del genere coi miei coetanei (e non, purtroppo) comporterebbe tutta una serie di commenti su quanto io sia tragica, pessimista e magari anche sapientona. perché siano tutti così terrorizzati dalla realtà io non lo capisco e non lo capirò mai. la realtà non è il programma alla tv, non è la bacheca di facebook, né quella di instagram. la realtà è quella che vedreste se sollevaste gli occhi dallo schermo. la realtà è quella per cui le lettere o gli incontri sono stati sostituiti dai messaggi, motivo per cui ora quando qualcuno ci comunica di aver conosciuto una persona è lecito chiedere se si siano conosciuti di persona o su qualche strana app. la realtà è quella per cui la gente preferisce il virtuale al reale e abbiamo bisogno di visori pur di non dover ricercare la realtà. la realtà è quella per cui i libri che i giovani oggi leggono sono biografie dei loro cantanti/attori/calciatori/ youtuber preferiti e non sono nemmeno scritti da loro, bensì da ghost-writer. la realtà è che è febbraio e ci sono già le api, però chissene frega il cambiamento climatico continua a non riguardarci. è una realtà triste, cristo santo. come fa la gente ad accontentarsi di così tanta pochezza? perché la sostanza non è ricercata? perché ci fermiamo così tanto alle apparenze? dov’è finita la curiosità? oramai non siamo più diretti verso un progresso, bensì verso un regresso. d’altronde la storia si ripete sempre e dopo una fase di sviluppo ve ne è sempre una di decandenza ed eccola qua, siamo noi i fortunati. perché il passato non insegna? perché l’uomo è così stupido da pensare di essere così speciale e superiore? l’uomo non è superiore, è fragile come una foglia ma cerca così disperatamente di mascherare questa fragilità perché ne è spaventato a morte. la psicologia è una materia affascinante proprio per come riesce a spiegare come qualsiasi comportamento umano derivi molto probabilmente da un trauma o da un desiderio e da istanze sociali. rientriamo quasi tutti in un modello. è assolutamente affascinante. ma questo alla gente non importa. capisco sempre di più il detto “beata ignoranza” e nel frattempo non riesco a smettere di pensare a quanto sia triste che secoli e secoli di scoperte, cultura e progresso vengano buttati da una massa di idioti che pensano solo a ingannare la morte nei modi più inutili e meno costruttivi esitenti. è uno spreco e un gran peccato.
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olstansoul · 3 years ago
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non voglio fare la sapientona, ma il ritorno di Brian nella Fast Saga era già previsto ancor prima della scena finale: 1. quando Dom è solo nel mega camion (come lo volete chiamare lo chiamate) sembra quasi riprodursi la medesima scena dove Brian è nel pullman nel Caucaso dopo aver salvato Ramsey e 2. gli outfit di Dom e Jakob alla fine sono identici a quelli, sempre di Dom e Brian nel primissimo film solo che nel primo film è Dom ad andarsene, vestito in bianco, adesso è Jakob (diventato mio comfort character dopo Dom, Letty, Mia e Brian) vestito di nero.
teorie a parte, io non vedo l’ora di vedere il film, perché ne ho necessariamente bisogno e spero che, secondo i miei calcoli, il trailer esca almeno ad ottobre/novembre 
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unsospirodinotte-blog · 7 years ago
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RON: Ho un dilemma, amo sia Hermione che Lavanda.
HARRY: Ho un'idea: crea un elenco di svantaggi per ognuno di loro. Così sará più facile.
RON: Va bene; Hermione: capelli arruffati, sapientona e parla troppo.
HARRY: Bene. Ora trova qualcosa di brutto su Lavanda
RON: ...lei non è Hermione
😍😍😍💗💗💗
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book-club-mania-posts · 3 years ago
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Ron: «Ho un problema. Io amo Hermione, ma amo anche Lavanda.»
Harry: «Ho un’idea: crea un elenco di svantaggi per ognuna di loro. Vedrai quella con il tratto peggiore e la tua decisione sarà facile dopo.»
Ron: «Che idea brillante! Va bene. Hermione: controllo, capelli arruffati, sapientona e parla troppo.”
Harry: «Bene, ora trova qualcosa di brutto per Lavanda.»
Ron: «Beh…Lei non è Hermione.»
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rebecca2008-blog · 7 years ago
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La sapientona
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inspiremysoulll · 6 years ago
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se lo dico è perché sono sicura che è così, non parlo per niente
Tanto la sapientona, se mi manchi scrivimi ti accoglierò a braccia aperte. Se non ti scrivo un motivo ci sarà. Non ho le palle come dici tu, vediamo se le hai tu. Hai il mio Tumblr avrai il mio numero se "mi manchi"
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ha-jy · 8 years ago
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RON: 'ho un problema. io amo Hermione, ma amo anche Lavanda.'  HARRY: 'ho un’idea: crea un elenco di svantaggi per ognuno di loro. ti basta vedere poi quella con più svantaggi, e la tua decisione sarà facile dopo.'  RON: 'che idea brillante. va bene. allora, Hermione: controllo, capelli arruffati, sapientona e parla troppo.'  HARRY: 'bene, ora trova qualcosa di brutto per Lavanda.'  RON: 'beh . . lei non è Hermione.'  💖💖💖
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queserademividaquesera · 7 years ago
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freddacomeituoiocchi · 8 years ago
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Ron: ‘Ho un dilemma. Io amo Hermione ma amo anche Lavanda.’ Harry: 'Ho un'idea: crea un elenco di svantaggi per ognuno di loro. Vedrai quella con il tratto peggiore e la tua decisione sarà facile dopo.’ Ron: 'Che idea brillante! Va bene… Hermione: controllo, capelli arruffati, sapientona e parla troppo.’ Harry: 'Bene, ora trova qualcosa di brutto per Lavanda.’ Ron: 'Lei non è Hermione.’
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tuttoquellochenonsai · 5 years ago
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Si certo lei ascolta questi artisti perchè ha copiato i miei gusti e adesso fa la sapientona 😪
sicuramente manco ci conosciamo ma ok amic* l’importante è crederci
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