#sabato prima di pasqua
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amare il mare
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Il sabato prima di Pasqua
#foto sempre più a cazzo#non ci fate caso#ve vojo bene#ho bisogno di un pickup#ma non ho i soldi per comprarlo#che bello
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Sabato scorso sono andata al supermercato per comprare delle uova di Pasqua da regalare. Cercavo quelle della Bauli grandi firme,che contengono sorprese di vari brend di moda,ma non le trovavo. Ho chiesto a un’addetta del reparto che mi ha detto che il giorno prima ne avevano fatto man bassa. A quanto pare una pagina Instagram ha pubblicato il peso specifico delle uova a seconda della sorpresa che contengono,così una famiglia ha pesato tutte le uova Bauli che c’erano per prendere quelle col regalo desiderato. Siccome per regola non ne potevano prendere più di due a testa,erano in tre persone con tre carrelli per portarsene via sei. Sono rimasti lì un’ora per fare tutto questo. Io completamente allibita ho detto alla commessa “ Ma non hanno un ca…da fare queste persone?” E in effetti anche lei era d’accordo con me. Più tardi a casa l’ho raccontato a mio figlio e lui mi ha detto che su Tik Tok hanno pubblicato anche il peso delle uova Kinder con le sorprese dei supereroi.
Io penso che siamo al delirio!!
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La Messa di Pasqua, il ritorno di Gesù dal sepolcro
Il cuore delle festività della Settimana Santa… La Veglia Pasquale è la messa solenne dove si celebra la risurrezione di Gesù e che comincia dopo il tramonto del Sabato Santo, prima dell’alba della domenica di Pasqua. Continue reading La Messa di Pasqua, il ritorno di Gesù dal sepolcro
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In me ci pioveva dentro.
Bertolt Brecht, Libro di devozioni domestiche, Canzone del sabato santo alla undicesima ora della notte prima di Pasqua, trad. it. di Roberto Fertonani, Einaudi, 1964
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The Moon Also Rises
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La voce di Johnny Flynn non è più quella di prima: non è la voce spessa dei suoi esordi, quella che ad ascoltarla mi veniva in mente un olio denso, scuro, ben pigmentato, che un pennello stende con caparbietà avanti e indietro. Quella lì era una voce consistente, un timbro caldo e distribuito in maniera uniforme sulla tela. Adesso invece al posto del pennello si sente chiaramente che c'è una mano nuda a dipingere, e che a volte lo fa con le stesse unghie: la voce densa si è spezzata in un urlo, si è graffiata sopra alla tela, ed è bellissima, è sensuale ed è, se possibile, ancora più precisa di prima.
L'autunno me l'ha portata dentro al frutto della sua fatica, la fatica di Johnny Flynn. Lui però mi ha avvisata per tempo, e io così ho avuto modo di vivermi l'attesa, di assaporarla. Insieme al suo amico e scrittore Robert MacFarlane e a un'allegra compagnia di nomadi inglesi -quelli che se ne vanno in giro per boschi e campagne senza scarpe e sotto la pioggia, per capirci- Johnny Flynn ha piantato dei semi che in questi mesi hanno germogliato, e io li ho guardati venire su come ho fatto con tutti gli alberi dietro cui mi sono andata perdendo nell'anno. Un calendario.
Il primo seme è stato "The Wild Hunt": lo ha piantato in terra a dicembre dello scorso anno, e a me è sembrato come di vederlo, Johnny Flynn, mentre infilava le dita nella terra fredda e mi diceva, guardandomi bene dentro agli occhi, che quella era una caccia folle: è una caccia folle la caccia al nome del male, la caccia alla tana, la tana del Primitivo. E così improvvisamente diventa una caccia folle anche quella alle cose scontate, le cose banali che tutto a un tratto ti accorgi di non avere più tra le mani: la competenza dei medici, il giusto ricovero, il pronto soccorso, la cura che ti spetta: il Natale il compleanno la pizza del sabato sera. Quella caccia, vedrai, farà tremare i tuoi amori più certi, farà precipitare l'impalcatura del tuo cielo. Io l'ho ascoltato cantarmela lo scorso anno a dicembre come se dicembre non dovesse mai finire, quando la camelia era l'unica spaventosamente fiorita in giardino come una cosa fuori dalla natura, e il suo, allora, mi è sembrato piuttosto l'urlo di un animale, il grido di una creatura selvatica che non sa dove trovare riparo dalla caccia, non sa più dov'è la sua tana. Oh the wild hunt, the wild hunt: qualcosa di incomprensibile o qualcosa che devo aver frainteso, mi sono detta. E invece il calendario, ormai chiaramente liturgico, è andato avanti con il seme di Pasqua: "Coins for the Eyes". Adesso l'urlo, il graffio sulla tela, si era trasformato in una piccola ballata in tre quarti, dolce, quasi acustica, e la caccia, che in fin dei conti era la mia -inutile continuare a negarlo, non avevo frainteso- aveva trovato la sua proporzione più conveniente, la sua direzione più chiara: guardata da dentro a questa canzone la caccia è una ricerca, e il suo movimento cadenzato insegna la pazienza con cui bisogna condurla. Ora che conosciamo bene il nome urlare non serve a niente, basta praticare l'esercizio, un esercizio di pazienza, di concentrazione, un esercizio di ricerca. Come quando mio padre si stampava le mappe dell'impero romano o della Grecia antica per capire meglio come tradurre una versione contorta, come quando studiava epigrafia e nessuno glielo aveva mai chiesto. Come gli alberi che escono dall'inverno, con pazienza, e mettono i fiori, alcuni addirittura senza foglie. E così in tre quarti abbiamo visto sbocciare i fiori, tutti i fiori, e in tre quarti ci siamo addentrati in quanto ci avanzava dell'anno: a un certo punto inevitabilmente abbiamo riconosciuto i primi sentori dell' impietosa, della temibile estate, finché proprio non la abbiamo vista bene in faccia e le siamo così andati incontro senza opporle resistenza, senza nuove canzoni, senza nuovi semi, con pazienza e in tre quarti. Questa è stata la nostra vera quaresima, il nostro deserto: l'estate. Abbiamo guardato l'estate seccarli, i semi, inaridire la terra, fare scempio dei fiori, spaccare i marciapiedi. Alla fine, giunti nel cuore di quella, la abbiamo vista portarsi via mio padre, e così, in tre quarti, piegati nel nostro esercizio di pazienza, lo abbiamo salutato, con dignità credo.
Ma il calendario non era finito: e a settembre infatti è ricominciato quello scolastico. Allora siamo tornati tutti a scuola, come se niente fosse, e lì dentro abbiamo continuato a fare esercizio, a testa bassa. Ad interromperlo è arrivato improvviso l'annuncio: in questi mesi, diceva, anche se da molto lontano e senza scarpe ai piedi, noi abbiamo lavorato, abbiamo fatto un lungo esercizio qui su, un esercizio intorno all'oscurità e alla luce, all' inverno e alla primavera, alla sepoltura e alla rivelazione, a storie tempo stagioni fantasmi e sentieri, amore e fiumi, e tra poco ne consegneremo i frutti a chiunque avrà voglia di ascoltare. Insomma, neanche il calendario di Johnny Flynn si era esaurito, e il primo frutto raccolto ad ottobre, il primo singolo, è stato "Uncanny Valley": quest'estate ci siamo persi tutti in una vallata inquietante, dice, nessuno ha una mappa per uscirne, e c'è un'enorme confusione qui dentro. Forse mi sbaglio, ma mi sembra che Johnny Flynn ora stia ridendo; che urli ancora invece lo sento benissimo: ride e urla che il lutto non è solo una croce, è anche una delizia, è il nostro privilegio e noi dobbiamo penetrarlo, dobbiamo attraversarlo come fosse una vallata dopo aver scalato la più alta delle montagne.
Quello che viene dopo è semplicemente il raccolto: e io che l'ho aspettato come si aspetta una vita che viene al mondo, con un po' di apprensione e insieme con il timido desiderio di riconoscere nei tratti del viso la somiglianza, alla fine l'ho rincosciuta: quando ho ascoltato l'album per la prima volta di notte, nel mio letto, sotto a coperte pesanti, era di nuovo inverno e ho capito subito che in tutti quei mesi Johnny Flynn non aveva mai smesso di guardarmi negli occhi. Lui ha continuato a tirarmi per la manica, a strattonarmi, mi ha richiamata, mi ha scritto, mi ha raccontato: alla fine lui mi ha raccontata, nel suo calendario. Ha raccontato di tutti gli alberi dietro ai quali io ho guidato la mia macchina quest'anno (the beech is lifting me, ash is reaching me), del saluto che mio padre continua a darmi giorno dopo giorno (be not afraid, sing and pray, cry and sway as I enter the shade); di quel dicembre che pareva non volesse mai finire ("A Year-Long Winter"); e poi mi ha raccontato, ancora una volta, "Coins for the Eyes". Vedo però che la semplice ballata in tre quarti è maturata in questi mesi, e da fiore che era in primavera adesso è diventata un bellissimo frutto rotondo, forse un melograno? È diventata un inno, cantato a piena voce, a più voci. Io l'ho ascoltata, nella sua prima e piu dimessa versione, sulla strada che portava al cimitero, il giorno in cui ci hanno consegnato le ceneri e noi le abbiamo riposte nella tomba ancora senza nome. E poi un altro giorno mi è arrivata questa foto, la foto della lapide che era pronta, finalmente. E io a quel punto mi sono chiesta come ci si comporta davanti alla foto della lapide di tuo padre che ti arriva su WhatsApp: è bella, carina, mi piace, grazie mille? In quel momento mi sono costretta all'esercizio del pianto perché quello mi sembrava opportuno, ma non mi è salita nessuna lacrima sinceramente, se non quelle solite, le lacrime della stanchezza. Niente di ciò che ha a che vedere con la morte appartiene a mio padre, mi sono detta come mi ero già detta guardando la bara ad agosto. Questo però gli inglesi lo chiamano denial, e anche se io davvero continuo ostinatamente a credere che lui sia più vivo di me sopra quelle mappe dell'impero romano che vedo con la coda dell'occhio spuntare dalla sua libreria, so bene che negare non è una cosa sana.
E così la scorsa settimana, tornando al cimitero per vederla, questa famosa lapide montata, ho ascoltato la nuova versione di "Coins for the Eyes", l'inno: il melograno. Pare che almeno una canzone di quest' album la abbiano registrata dentro a una tomba antica, che il coro che sento in questi ritornelli pieni di vita, pieni di voce, di tante voci veramente, venga proprio da una sepoltura. Quando l'ho raccontato a mia madre lei mi ha detto, prendendomi in giro, che ci vuole pure un po' di leggerezza nella vita, dai, e questi non ce l'hanno per niente. Ma lei non sa che se veramente è questa la canzone, e voglio pensare che sia proprio questa, io sulle sue note sono arrivata alla tomba e l'ho trovata piena, piena di gente scalza, gente che si sgola, che canta a squarciagola, canta la vita stupenda di mio padre tra i tanti padri che se ne sono andati. Quest'inno è così lontano dalla pesantezza che mi sembra proprio il suo esatto contrario: al punto che questa canzone mi ha riconciliata con quel paese dove mio padre ora è tornato e dove io da piccola ho passato le più noiose e pesanti domeniche di bambina. Un paese dove tutti sembrano avere due sole cose a cui pensare: sposarsi o morire. Un paese che è come costruito intorno al suo cimitero, pare proprio invitare al cimitero, così mi è sempre sembrato. Che lo abbia sempre invitato al cimitero, a mio padre. Beh oggi sento di andarci quasi leggera, al cimitero da lui, mi sento invitata, e quelle canzoni che vengono da così lontano, da un altro luogo, un altro anno, da un'altra fatica, risuonano perfettamente per le strade del paese dove mio padre riposa in questo momento. Io amo tutto di lui e non voglio vivere nella negazione: non mi nego niente, le mappe e la bara, la vita e la morte: è un mio diritto, la mia delizia, il mio privilegio. E me lo ha raccontato Johnny Flynn, urlandolo a volte, a volte ridendo e cantandolo con leggerezza, a volte facendone un inno gioiso e a più voci: il calendario di un anno che abbiamo trascorso insieme, e io non lo sapevo.
#literature#jonnyflynn#robert mcfarlane#poetry#the moon also rises#the wild hunt#uncanny valley#folk music
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Vita di un povero Cristo
*Suoneria del telefono*
- Pronto?
- Ciao, come stai? Riusciamo a vederci prima di Pasqua?
- Che giorno è oggi?
- Giovedì...
- Guarda oggi ho due palle che sembrano uova pasquali, con dentro anche la sorpresa.
- Perché?
- Perché porcoggiuda ho una cena con degli amici. Che non sopporto. Ah ma questa sarà l'ultima, non mi vedranno più.
- Domani, che è venerdì?
- Un calvario, sono incasinatissimo.
- Allora sabato?
- No sabato è impossibile, mettici una croce sopra. Davvero.
- Va beh, domenica è Pasqua. Ti va di vederci lo stesso?
- Davvero scusami ma domenica riprendo fiato e risorgo come l'Araba Fenice dai miei problemi.
- Lunedì?
- Piove...
- Come fai a saperlo?
- Sicuro, come metto fuori la testa da quel loculo di monolocale in cui vivo piove sempre. Ho una sfiga.
- Ho capito dai, ci vedremo. Comunque Buona Pasqua.
- A te e famiglia.
(Vita di un povero Cristo)
[la mia]
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8 aprile 2023 - Al River House Club - Soncino (CR) arriva uno Spring Breakers Party
Sabato 8 aprile '23, la notte prima di Pasqua '23, al River House Club - Soncino (CR) il ritmo è decisamente alto. Al mixer come dj ci sono ATCG e Dader, veri professionisti del sound. Alla voce invece ecco Brio & Simo Loda, capaci di dare energia a chiunque. E' uno Spring Breakers student party divertente e pieno di sorrisi, ovvero dedicato a chi vuol divertirsi già in primavera, come si fa da sempre negli USA.
Anche per tutta la primavera '23, infatti, il sound al River House Club è di qualità assoluta. La bella novità è che alla squadra dei bravi resident dj e vocalist del locale spesso saranno affiancati come special guest artisti attivi in tutta Italia e non solo. Ad esempio, fanno tappa al River House Club di Soncino (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di top dj come Ale Basciano, Botteghi, Samuele Sartini... Il club ha appena festeggiato un intero anno di party della sua nuova (e decisamente scatenata)
River House Club
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050
https://www.instagram.com/riverhouseclub/
https://www.facebook.com/riverhouseclub
https://linktr.ee/riverhouseclub
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Santa Venera di Gala e Santa Venera di Acireale: l’intreccio di due tradizioni.
Di Francesco Giunta
Il culto e la devozione di Santa Venera Vergine, Martire e Predicatrice nella Città di Barcellona Pozzo di Gotto (Me)
Racconta una leggenda locale che nel X° secolo d. C. a Gala (oggi nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto, in Provincia di Messina) nacque una bambina a cui fu dato il nome di Venera.
Venera fin dalla prima giovinezza fu educata dalla madre e consacrò e dedicò la propria vita a Cristo. I fratelli volevano darla in sposa ma lei non accettò perché aveva deciso di consacrarsi interamente a Dio.
I fratelli, essendo pagani non potevano comprendere tale scelta e quindi pensarono di ucciderla. La giovane donna quindi fuggì e si rifugiò in una grotta nei pressi di Gala dove, secondo la tradizione, un cane giornalmente le portava da mangiare.
Venera infine fu trovata dai fratelli e martirizzata nella stessa grotta dove si era rifugiata il 26 Giugno dell’anno 929, il suo corpo fu sepolto nello stesso luogo del martirio, dove fu costruito un tempio a lei dedicato.
Pare che la Santa Venera nata ad Acireale nell’anno 100 d. C. non sia la stessa persona di cui si è finora parlato: infatti della Santa Venera di Gala, nata nel X° secolo e Martirizzata nel 929 si sono perse le tracce, e per questo motivo pare sia andata scemando nel tempo la venerazione e il culto verso di essa.
La Santa Venera di Acireale venerata oggi anche nella Città di Barcellona Pozzo di Gotto, presso il quartiere che porta il suo nome; nasce ad Acireale il Venerdì Santo dell’anno 100 d. C. , figlia di due nobili cristiani della Gallia, Agatone e Ippolita. La madre desiderava che si chiamasse Venera, ma il padre, temendo che quel nome potesse essere confuso con quello della dea pagana Venere, la chiamò Veneranda; ma i greci di quella contrada, ispirandosi al nome usato dagli Ebrei nell’indicare il giorno precedente al sabato della Pasqua, nel quale era nata la fanciulla, la chiamarono Parasceve.
Venera decise di consacrarsi a Dio e si mise a studiare le Sacre Scritture e la vita dei Martiri , La donna, secondo la tradizione, predicò il Vangelo in tutta la sua Sicilia e anche in Campania e Calabria. Fu infine arrestata a Locri dal prefetto Antonio, il quale cercò senza successo di ricondurla alla religione pagana. Subì quindi atroci torture uscendone tuttavia illesa. Il prefetto Antonio alla vista di numerosi miracoli si convertì al Cristianesimo. Secondo la tradizione, Venera sarebbe morta in Gallia in seguito a una condanna alla decapitazione e il suo corpo lasciato insepolto finché alcuni cristiani l’avrebbero traslato ad Ascoli Piceno, dove sarebbe stato venerato fino al IV secolo, e successivamente trasferito a Roma. Secondo un’altra tradizione, invece Venera sarebbe morta il 26 luglio del 143 d.C., sempre per decapitazione, ma in Sicilia anziché in Gallia, e precisamente nello stesso luogo dove si presume sia nata. Le sue reliquie sarebbero giunte ad Acireale soltanto nel tardo Medioevo, probabilmente da Roma. Anche nella città di Salemi, vengono custodite alcune reliquie del corpo della santa. A Taormina una tradizione locale riferisce del ritrovamento degli strumenti usati per il martirio di Venera.
Santa Venera non soltanto viene festeggiata e venerata ad Acireale, ma in tutta la Sicilia si svolgono feste e processioni in suo onore, i siciliani la venerano con somma devozione al pari degli altri santi siciliani.
A Barcellona Pozzo di Gotto si trova la Chiesa Parrocchiale dedicata a “Santa Venera V. e M.” ogni anno nei tre giorni che precedono la festa liturgica si svolge il tradizionale triduo in suo onore. Il 26 Luglio si svolgono le celebrazioni liturgiche in onore della Santa, mentre nel pomeriggio il venerato simulacro e la reliquia di S.Venera vengono portati in processione attraverso tutto il quartiere a lei dedicato.
Sempre nei pressi del quartiere di Santa Venera sorge la caratteristica grotta detta appunto “di Santa Venera”. La grotta è sormontata da un monumentale tempietto a pianta quadrata e con una cupoletta ottagonale in stile bizantino. Un tempo ricadeva sotto la giurisdizione dei monaci Basiliani del monastero di Santa Maria di Gala, in questo tempio la leggenda vuole che si sia rifugiata e Martirizzata proprio Santa Venera di Gala e non la Santa Venera di Acireale.
Santa Venera di Gala, martirizzata il 26 giugno 639 presso la Grotta di Santa Venera a Barcellona Pozzo di Gotto.
Festa liturgica 26 giugno.
Santa Venera di Acireale, martirizzata il 26 luglio del 143 nella Gallia Cisalpina.
Festa liturgica 26 luglio
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Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia
#Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia
#Sicilia_Terra_di_Tradizioni #SantaVenera
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➡️🌺🙏Sabato 4 Maggio 2024
S. Antonina; S. Floriano; Ss. Silvano di Gaza e c.
5.a di Pasqua
At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21
Acclamate il Signore, voi tutti della terra
👉🕍📖❤️VANGELO
Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 15,18-21
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.❤️🙏
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Papeete Beach - Milano Marittima: Sunset Ritual 13 e 14 aprile... e dal 20 al 28 ecco Spring Break
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Il weekend di Pasqua, tra la fine di marzo e l'inizio di aprile 2024, ha segnato con Pasqua Marittima l'inizio dell'ennesima stagione del divertimento firmata Papeete Beach & VillaPapeete (il giardino musicale di Milano Marittima che che fa scatenare ogni sabato notte riapre da sabato 25 maggio '24).
E' stato l'ennesimo successo, con il pubblico di tutte le età che da sempre affolla Papeete Beach, che è prima di tutto uno stabilimento balneare ed un meeting point, un luogo magico in cui ognuno sceglie il divertimento che preferisce. Come scrive lo staff di Papeete su Instagram, l'estate è uno stato d'animo: beach life, beach party, cose buone da mangiare e bere e molto di più, il tutto in stile Papeete, ovvero pop... ed allo stesso tempo all'altezza delle aspettative dei più esigenti.
L'estate 2024 è quindi già iniziata, perché il calendario conta fino ad un certo punto, per chi a voglia di rilassarsi e far festa con gli amici. Sabato 13 e domenica 14 aprile '24 Papeete Beach è aperto già dalle ore 9 del mattino e dalle ore 16 propone i suoi ormai celebri Sunset Ritual, ovvero aperitivi pieni di coccole in riva al mare. L'atmosfera è rilassata, il livello dei servizi e di ciò che si può gustare decisamente alto.
In realtà lo staff di Papeete lavora tutto l'anno, anche alla promozione del divertimento italiano, romagnolo e non, nel mondo… Lo scorso 8 marzo '24, lo staff di Papeete Beach e Villa Papeete ha fatto ballare uno dei locali più esclusivi di Londra, il Maddox Club, situato nel quartiere di Mayfair. E' stata una serata memorabile, che ha fatto conoscere lo stile e la musica di Papeete Beach al pubblico cosmopolita del top club britannico facendo conoscere Cervia e Milano Marittima. "I party all'estero, quando sono così importanti, sono occasioni fondamentali, non solo per il nostro brand, ma per tutta la filiera del divertimento e del turismo della Riviera Romagnola", spiega Marco Soldini, titolare con il fratello Luca e la famiglia Casanova di Papeete Beach. "Spesso chi si diverte durante gli eventi poi prenota le sue vacanze a Cervia Milano Marittima, una località che sano distinguersi anche nel panorama internazionale per la qualità dell'offerta turistica".
Non è un caso isolato, questo party a Londra per Papeete Beach: lo scorso anno il brand romagnolo aveva fatto scatenare BoBo club, uno dei locali di riferimento a Bangkok, in Thailandia. Inoltre, Papeete Snow, anche nell'inverno '23 - '24, ha fatto scatenare località simbolo del divertimento sulla neve come Madonna di Campiglio con après-ski scatenati.
Le novità in arrivo sono molte, ma la sostanza resta la stessa: Papeete Beach e Villapapeete, a Milano Marittima rappresentano il binomio perfetto per chi vuol divertirsi e rilassarsi con stile a Milano Marittima.
Papeete Beach, Villapapeete: two brands, one soul
Papeete mette insieme, a Milano Marittima (RA), la celeberrima spiaggia Papeete Beach e Villapapeete, location open - air serale e notturna aperta solo il sabato notte. Da oltre vent'anni Papeete è un punto di riferimento per chi cerca il massimo in stile pop: sole, relax in spiaggia, beach party, sunset ritual... e più tardi dinner show e notti in una location unica. Oltre che un vero e proprio fenomeno di costume, celebrato dai media e amato dai fan, Papeete è una realtà fatta di attenzione al servizio e ogni dettaglio della sua proposta.
Papeete Beach
terza traversa 281, Milano Marittima, Italy
VillaPapeete
Via Argine destro Savio,15 Savio di Ravenna Milano Marittima
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Il Brindellone e lo scoppio del carro: la storia dal Trecento ai giorni nostri
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Nel Medioevo il “Carro di San Giovanni” è un modesto carretto su cui viene trasportato un cero durante il corteo da piazza della Signoria al Battistero nel giorno della festa del patrono cittadino, San Giovanni Battista, il 24 giugno. Con gli anni il "Carro di San Giovanni" diventa una torre alta 10 metri, con una base di 3 e una lunghezza di 4 metri, suddivisa in quattro ordini, con nicchie per ospitare fanciulli e, in cima, un uomo rivestito di pelli che impersona lo stesso santo. Si tratta in genere di un pover'uomo che viene, per questo scomodo servizio, ricompensato con 10 lire dall'Arte dei Mercatanti. Dall'alto della sua postazione l'uomo mangia, beve e soprattutto distribuisce dolci, confetti e monetine al popolo, suscitando una vera baruffa intorno al Carro: l'arguzia dei fiorentini lo ribattezzerà "brindellone", vocabolo con cui si indica un uomo alto, grosso, dinoccolato, di movenze sgarbate e malvestito. Anche se questo tipo di carro cadrà in disuso nel Settecento, il nome di "Brindellone" arriverà fino ai nostri giorni passando però ad indicare tutta la complessa macchina che il giorno di Pasqua (e non più il 24 giugno) prende fuoco nella piazza fra il Battistero e il Duomo liberando le colombe che hanno preso il posto dell'uomo travestito da San Giovanni. Le scintille provocate dalla silice delle pietre focaie regalate a Pazzino de’ Pazzi davano fuoco al razzo a forma di colomba che partiva dall'interno del Duomo e arrivava al Carro dandogli fuoco e accendendo altri mortaretti e girandole. Se tutto andava bene i contadini ne traevano auspicio per un anno di buon raccolto.
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Lo Scoppio del Carro è una delle tradizioni più amate e antiche della città, che risale alla fine del Trecento, quando il “fuoco santo”, simbolo di purificazione, era portato in processione per Firenze sopra un carro. Questa tradizione affonda le radici all’epoca della prima crociata, quando Pazzino de’ Pazzi, di ritorno da Gerusalemme, portò con sé tre pietre provenienti dal Santo Sepolcro; quelle stesse pietre che per centinaia di anni hanno acceso il fuoco del carro. Nel 1097, al comando di Goffredo di Buglione, Duca della bassa Lorena, i crociati, il cui nome derivò dalla croce rossa cucita sulla spalla destra della tunica bianca che ricopriva l’armatura, partirono per la Palestina e nell’estate del 1099 posero l’assedio alla città di Gerusalemme che espugnarono il 15 luglio. Secondo la tradizione fu il fiorentino Pazzino de' Pazzi a salire per primo sulle mura della città santa dove pose l’insegna bianca e vermiglia. Per questo atto di valore, Goffredo di Buglione gli donò tre schegge del Santo Sepolcro. Rientrato a Firenze il 16 luglio 1101, il valoroso capitano fu festeggiatissimo ed accolto con solenni onori.
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Le tre pietre rimasero inizialmente conservate nel Palazzo dei Pazzi e quindi consegnate alla Chiesa di Santa Maria Sopra a Porta in Mercato Nuovo, poi ampliata e rinominata come chiesa di San Biagio fino a quando, nel 1785, questa fu soppressa. Dal 27 maggio di quell’anno le sacre reliquie vennero definitivamente trasferite nella vicina Chiesa di Santi Apostoli dove tuttora sono gelosamente conservate. Gli storici ci hanno tramandato che, dopo la liberazione di Gerusalemme, nel giorno del Sabato Santo, i crociati si radunarono nella Chiesa della Resurrezione e, in devota preghiera, consegnarono a tutti il fuoco benedetto come simbolo di purificazione. A questa cerimonia risale l'usanza pasquale di distribuire il fuoco santo al popolo fiorentino. Difatti, dopo il ritorno di Pazzino, ogni Sabato Santo, i giovani di tutte le famiglie usavano recarsi nella cattedrale dove, al fuoco benedetto che ardeva, accendevano rispettivamente una fecellina (piccola torcia) per poi andare, in processione cantando laudi, per la città a portare la fiamma purificatrice in ogni focolare domestico. Il fuoco santo veniva acceso proprio con le scintille sprigionate dallo sfregamento delle tre schegge di pietra del Santo Sepolcro. Secondo versioni meno romantiche della storia, la famiglia dei Pazzi avrebbe ottenuto dalla Repubblica il diritto ad accendere per prima il fuoco santo grazie a qualche personaggio particolarmente robusto e persuasivo… Comunque sia andata, per molti secoli la famiglia si occupò del carro e dei suoi addobbi, ed era addirittura previsto un omaggio davanti alle loro case, al Canto dei Pazzi, all’angolo di via del Proconsolo. Con l'andar del tempo lo svolgimento della festa divenne sempre più articolato per cui venne introdotto l’uso di trasportare il fuoco santo con un carro dove, su un tripode, ardevano i carboni infuocati. Non si conosce quando, in sostituzione del tripode, si usarono i fuochi artificiali per lo "scoppio del carro", ma si ritiene che ciò risalga alla fine del trecento.
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Oggi la processione è gestita dai discendenti degli antichi crociati, ovvero dai Cavalieri dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i quali accendono e, scortati dal Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, consegnano all'Arcivescovo di Firenze il fuoco sacro, originato dalle pietre del Santo Sepolcro, partendo da piazza del Limbo e giungendo con solenne processione in Piazza del Duomo la sera del Sabato Santo.
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La domenica di Pasqua il corteo parte dal piazzale di Porta al Prato intorno alle 8 di mattina, perché è proprio qui che il carro, chiamato Brindellone, viene parcheggiato per 364 giorni. Un alto portone in legno (ricavato da una vecchia stradella d’ingresso al giardino Corsini) si maschera tra le facciate dei palazzi e custodisce l’unico esemplare sopravvissuto dei carri e carrocci usati in antico per battaglie e processioni: ha la forma di una torre mozza come quelle usate per assedi e battaglie nel Medioevo.
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Il carro ha una base di 3 metri per 3,50 ed è alto circa 9 metri, che diventano 12 con la girandola. Il carro che vediamo oggi ha al suo interno varie targhe commemorative che indicano i restauri e le riparazioni più significative (1622, 1629, 1764 e 1924). Si suppone che abbia circa tre secoli. La mattina di Pasqua vengono attaccati al carro quattro buoi ben addobbati per l’evento e appositamente allenati! Un corteo di circa 500 figuranti in costume accompagna il carro (il percorso: da Via il Prato, Borgo Ognissanti, Piazza Goldoni, Via della Vigna Nuova, Via Strozzi, Piazza della Repubblica, via Roma con arrivo in Piazza San Giovanni). In piazza Repubblica si esibiscono gli sbandieratori e si ricongiunge il corteo “delle autorità”, per arrivare poi in Piazza del Duomo.
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Il Carro, ben fornito di fuochi d’artificio, quando arriva davanti alla cattedrale si ferma e aspetta l’inizio della messa. Prima dello scoppio vero e proprio vengono sorteggiate le partite del Calcio Storico.
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Più o meno verso le 11 dall’altare della Cattedrale, mentre all’interno della chiesa si canta il “Gloria”, l’arcivescovo accende con il fuoco sacro un razzo a forma di colomba (chiamato appunto “la Colombina”, che simbolizza lo Spirito Santo). Questa vola fuori dalla chiesa percorrendo un filo d’acciaio di 90 metri in circa 10 secondi e va a colpire il Carro nella piazza, accendendo i primi fuochi d’artificio e dando il via alla spettacolare manifestazione di fuochi d’artificio che incontrano gli applausi di tutto il pubblico: gli ultimi fuochi fanno aprire tre bandiere sulla sommità del carro e concludono la festa. Se il rituale procede regolarmente e tutti i fuochi d’artificio esplodono, allora si prospetta un raccolto ricco e florido e buona fortuna per la città e per i suoi cittadini. L’ultima volta che la colombina non riuscì a completare il suo percorso fu nel 1966, quando ci fu l’alluvione. In epoca più recente, a causa dell’epidemia di Mucca pazza, il carro è stato portato in piazza del Duomo con un trattore, ma la colombina ha spiccato ugualmente il volo.
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Gabriella Bazzani Read the full article
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"Stamattina" sono andato dal barbiere a tagliare i capelli e prima di tornare a casa mi sono fermato in panetteria. Dopo sono andato ad allenarmi. Questa settimana era di scarico parziale ma avevo fatto slittare gli allenamenti a inizio settimana per colpa della pioggia, quindi mi sono trovato di sabato agli attrezzi del parchetto, con genitori e bambini. In compenso aver riposato più di una settimana dall'ultimo allenamento al parchetto mi ha permesso di fare 8 giri di corsa in 28 minuti e 30 secondi.
Stasera ho cenato a casa di un amico con parte del gruppo, abbiamo preso un poke. Uno di noi è andato a prendere del gelato e abbiamo aperto pure un uovo di pasqua. Abbiamo visto due film, di cui avevo già visto il primo.
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Domani torna l’ora legale: lancette in avanti, cosa c’è da sapere Come accade ogni anno più o meno in questo periodo, sta per arrivare il momento di spostare le lancette in avanti, dormire un'ora di meno ma "acquistare" un'ora di luce in più. Il cambio d'orario con il passaggio all'ora legale sarà proprio in concomitanza con la Pasqua nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, quando alle due si "perderà" un'ora e saranno le tre di notte. Cos'è l'ora legale La convenzione di spostare in avanti le lancette per sfruttare meglio la luce diurna nel periodo estivo, in Italia, nacque ormai più di cent'anni fa, era il 1916 e c'era la Prima Guerra Mondiale in corso: nonostante varie interruzioni, fu ripresa nel corso della Seconda Guerra e "stabilizzata" dal dopoguerra in poi. È in corso da anni la discussione europea sull'abolizione dell'ora solare ma non se n'è ancora venuti a capo. Se la situazione dovesse rimanere immutata, ecco che le lancette torneranno indietro di un'ora il prossimo 27 ottobre. Alla domanda sul perché si aspetta sempre la domenica per spostare le lancette dell'orologio la risposta è semplice: per milioni di persone il fine settimana coincide con il riposo ed è più facile assorbire quel piccolo fuso orario rispetto agli altri giorni feriali. I risparmi economici La tematica sul risparmio economico è al centro del dibattito di chi vorrebbe conservare l'ora legale tutto l'anno: la Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) ha stimato che l'ora legale permanente tutto l'anno farebbe risparmiare almeno 720 milioni di kwh e un risparmio in bolletta di 180 milioni di euro ogni 365 giorni. Il Gruppo Terna ha calcolato che dal 2004 al 2022 l'Italia ha risparmiato quasi due miliardi di euro e 10,9 miliardi di kWh di elettricità nei mesi in cui è in vigore l'ora legale. "A ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200mila tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi", spiega Sima. Cosa succede all'organismo Per minimo che sia, il passaggio in avanti di un'ora non viene assorbito immediatamente dal nostro corpo con risvolti sulla salute che possono durare anche alcuni giorni prima di abituarsi al nuovo orario. "Si altera la ritmicità circadiana, ossia l'orologio biologico del nostro organismo che, in assenza di segnali provenienti dall'ambiente esterno, completa il proprio ciclo in circa 24 ore", ha spiegato Alessandro Miani, presidente di Sima. Gli effetti più evidenti si hanno sulla pressione e la frequenza cardiaca: "diversi studi hanno attestato una correlazione tra cambio di orario e patologie cardiache, con l'Università di Stoccolma che ha riportato un'incidenza del +4% di attacchi cardiaci nella settimana successiva al passaggio al nuovo orario". Se questi sono i più gravi, nella stragrande maggioranza dei casi gli effetti sulla popolazione sono molto più leggeri, sebbene presenti, con alterazione del sonno notturno e difficoltà di concentrazione sul lavoro nel giorno seguente. Alcuni studi, poi, avrebbero messo in luce "l'incremento di incidentalità stradale e sul lavoro, mentre una ricerca condotta in Australia ha perfino riscontrato un aumento dei suicidi nelle prime settimane di cambiamento dell'orario". L'abolizione dell'ora solare Come accennato, la tematica è sempre molto attuale: gli effetti positivi sulle bollette e la durata maggiore della luce del giorno fanno propendere per un'assunzione definitiva dell'ora legale senza più il passaggio a quella solare a ottobre. Affinché possa rimanere per tutto l'anno, sono già oltre 330mila gli italiani che hanno firmato una petizione e la stessa Sima è in pressing sul governo per un cambio definitivo. Si arrivò molto vicini a un cambio di passo nel 2019 quando il Parlamento Europeo approvò una legge abolendo l'ora solare con oltre 400 voti favorevoli mentre l'anno precedente la Commissione Europea fece votare i cittadini europei proponendo l'eventuale fine dei cambi orari stagionali. Sebbene ogni Paese è libero di organizzarsi come preferisce, da quegli anni non è ancora cambiato nulla.
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Aforismi e citazioni sul Carnevale
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Carnevale di Viareggio Aforismi e citazioni sul carnevale. Il termine deriverebbe dal latino carnem levare ("eliminare la carne"), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri e si festeggia da Venezia a Rio De Janeiro, tra maschere, travestimenti, dolci e scherzi, ricordando il saggio proverbio che recita "Carnevale guarisce ogni male". Quando inizia e quando termina in Italia il Carnevale 2022 Nella Chiesa cattolica la Domenica di Settuagesima è celebrata circa settanta giorni prima della Domenica di Pasqua e segna l'inizio del cosidetto Tempo di Settuagesima (o Tempo di Carnevale), un periodo di preparazione alla Quaresima, in cui si inizia l'astinenza dalle carni nei giorni feriali. Per il 2022 pertanto l'inizio del Carnevale sarà il 13/02/2022. La prima domenica di Quaresima per il 2022 è il 06/03/2022; l'ultimo giorno di carnevale è pertanto sabato 05/03/2022, 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina per chi osserva il rito romano. La data della Domenica di Pasqua è diversa ogni anno perchè viene calcolata per mezzo di un calcolo basato sul giorno del primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera (21 Marzo). La Pasqua può quindi cadere tra il 21 Marzo e il 25 Aprile, pertanto la data di inizio del Carnevale può essere compresa tra il 10 gennaio e il 14 febbraio. Il Carnevale termina quaranta giorni prima della Domenica di Pasqua con il Martedì Grasso. Il giorno successivo, conosciuto come il Mercoledì delle Ceneri segna l'inizio della Quaresima, un periodo in cui i fedeli si astengono dal mangiare carne nei giorni feriali. Per il 2022 pertanto il Carnevale finisce il 01/03/2022. Le feste non sono necessariamente trasgressive ... né ricreano necessariamente uno stato di indifferenziazione sociale ... possono avere una funzione distributiva piuttosto che essere motivate da una tendenza allo spreco e alla distruzione ... Lungi dall’essere il caos supposto da alcuni teorici, le feste sono più spesso il culmine dell’attività organizzata in molte società. V. Valeri Oggi più che mai le subdole intenzioni si travestono con atteggiamenti di grande umanitarismo e sincera filantropia e sempre più spesso le atroci intenzioni si nascondono dietro un volto sorridente e dietro una maschera di gentilezza, beh, un momento, aspettate un po', ma Berlusconi, non sorride sempre! Carl William Brown Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, cioè il governo della maggioranza. Perchè, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'essere uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà! Ma sicuramente! Oh perchè credi che soffra io? Io soffro appunto per questa tirannia mascherata da libertà... torniamo a casa! Luigi Pirandello Sul palcoscenico del mondo non siamo altro che miseri attori, e talvolta è utile riuscire a mascherare i nostri tristi ruoli. Carl William Brown Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa in maschera, ed io ho partecipato con la mia vera faccia. Franz Kafka Chi non ride mai non è una persona seria. Charlie Chaplin Durante il carnevale, gli uomini indossano una maschera in più. Xavier Forneret La maschera, che è il mezzo essenziale attraverso il quale ci si fa diversi, indica, nella sua origine etimologica longobarda, i fantasmi notturni dei morti e le larve persecutrici dei viventi. A.M. Di Nola La moderna solidarietà non è che il tentativo di mascherare la propria stupidità facendo esercizi di falsa umanità. Carl William Brown Durante il prossimo carnevale di Rio, Battisti si esibirà con LULA HOP. Renato Reggiani Se il dio della gioia porta sul volto una maschera tragica, forse allora anche il dio della sfiga si copre il viso con l'allegria. Carl William Brown
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Aforismi, citazioni, massime e frasi sulle maschere e il Carnevale La miglior dote dei peggior politici è l'ipocrisia; quella dei peggior giornalisti è di mascherarla. Carl William Brown La vita è come il carnevale... non puoi sapere che scherzo ti farà! Aida Nasic Ogni persona non è che una "maschera teatrale"; un attore che recita il proprio ruolo e che assumendo così la propria personalità contribuisce ad arricchire la comica teatralità dell'umana stupidità. Carl William Brown Il volto è servile e servizievole, la maschera è dispotica e intransigente. Il volto ti viene dato, e si esprime su un unico piano orizzontale; la maschera si impone, ed è verticistica anche quando sempre piana. Aldo Busi Esistono spiriti liberi, audaci, che vorrebbero nascondere e negare di essere cuori infranti, superbi, immedicabili; e talvolta la follia stessa è la maschera per un sapere infelice troppo certo. Friedrich Nietzsche La maschera è antica quanto la stessa umanità ed è il simbolo della trasformazione dell'uomo in un altro Io. O. Eberle A Carnevale va a ruba il costume da Schettino; il coniglio di mare. Anonimo Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. Luigi Pirandello La quaresima viene dopo il carnevale per ricordarci che siamo polvere e non coriandoli. Franco Lissandrin Il bene e il male sono questioni di abitudine, il temporaneo si prolunga e la maschera, a lungo andare, diventa il volto. Marguerite Yourcenar Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. Emil Cioran Un bambino con una gamba sola va dalla mamma, e piagnucolando dice: "Mamma, a Carnevale posso avere il costume di Spider-Man?". E la mamma: "Ma come, quello da ghiacciolo non ti piace più?". Funcool88 Guardiamo i lati positivi della cosa: chi l'anno scorso si era vestito da barbone per carnevale, con lo stesso vestito quest'anno può vestirsi da ceto medio. Marco Vicari Tra un pò sarà carnevale, ma certa gente la maschera ce l'ha tutto l'anno! Carl William Brown Carnevale, va a ruba il costume da comandante Schettino. Non era più adatto a Halloween? Lia Celi Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà. Friedrich Nietzsche Il Carnevale è una festa di contestazione, di rottura, di rigenerazione sociale vissuta in un tempo ciclico di morte e di resurrezione, d’annientamento e di rinascita, il Carnevale esprime anche la voce dei gruppi sociali inferiori e l’opposizione della cultura popolare alle forme e alle immagini della cultura ufficiale. P. Camporesi In questo mondo la grande categoria dei saggi è composta da saggi folli, tra i saggi che rimangono dobbiamo ulteriormente distinguere tra i veri saggi ed i folli mascherati, quest'ultima piccola categoria dei veri saggi è poi inficiata dai saggi che si vendono e che quindi lavorano in realtà per la più grande e potente categoria dei folli. Carl William Brown E' meglio essere odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo. Jim Morrison Ma è vero che Lapo a carnevale si traveste da Biancaneve....e i sette Nasi. Simone
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Maschere Bergamasche Per Shakespeare l'uomo non è che un semplice attore, che si agita freneticamente sul palcoscenico di una vita senza senso interpretando il più delle volte un ruolo triste. Se dunque trovate di una certa verità l'analisi del grande drammaturgo consolatevi almeno con il motto di Giordano Bruno che soleva appunto dire "In tristitia hilaris, in hilaritate tristis." E si, è proprio vero, il dio della gioia porta sul volto una maschera tragica." Carl William Brown Per Carnevale pensavo di vestirmi da Giovanardi, ma il marrone non mi dona. M. Cristina Di Canio Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto. Alexandre Dumas La stupidità è il rovescio e il ‘basso’ della verità ufficiale dominante; essa si manifesta soprattutto con una assoluta incomprensione delle leggi e delle convenzioni del mondo ufficiale e con l’evasione da esso. M. Bachtin L'intelligenza e la bontà preferiscono entrare in scena senza maschera. A. Schnitzler Ogni persona non è che una "maschera teatrale"; un attore che recita il proprio ruolo e che assumendo così la propria personalità contribuisce ad arricchire la comica teatralità dell'umana stupidità. Carl William Brown Avete fatto caso che l’ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Toto' Se è vero che il Dio della gioia ha sul volto una maschera tragica è pur vero anche il contrario. Carl William Brown Oggi sono triste, ma è solo perché ho riso troppo ieri, e poi quando sono felice faccio sempre il serio. Si sa infatti che il Dio della gioia porta sul volto una maschera tragica. Carl William Brown Nessuno può portare a lungo la maschera. Seneca Ricordo quella volta che mio padre mi comprò i coriandoli. Fu un carnevale bellissimo, mi divertii un casino. Fu l'unica volta, perché l'anno dopo mio padre non mi volle più comprare i coriandoli. Mi rimproverò che l'anno prima li avevo buttati tutti. Mauroemme Il carnevale infrange le leggi del quotidiano, rese coattive dalla grammatica e dalla sintassi del pensiero comune e conformista, pertanto si configura come contestazione sociale e politica. Carl William Brown Carnevale mio, vi’ che mbruoglie / stasera maccaruni e craie fuoglie. / Carnevale mio, che combini / ogge cavatieddi e craie cipuddini. Canto irpino, XVIII sec Sul palcoscenico del mondo non siamo altro che miseri attori, e talvolta è utile riuscire a mascherare i nostri tristi ruoli. Carl William Brown Il fine di uno scherzo non è quello di degradare l'essere umano ma di ricordargli che è già degradato. George Orwell Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita. Arthur Schopenhauer E dopo tutto cos'è una bugia? Solo la verità in maschera. George Byron Siamo tanto abituati a mascherarci di fronte agli altri, che finiamo per mascherarci anche di fronte a noi stessi... Francois De Larochefoucauld Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. Oscar Wilde Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. William Shakespeare
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Maschere italiane e carnevale La maschera incarna il principio della vita stessa. Michail Bachtin Una maschera ci dice di più di una faccia. Oscar Wilde Il mio amico Agapito Malteni ci provava costantemente con la sua collega Liuzza, ma lei non ci voleva assolutamente stare. Un giorno ha comprato un cappello carnevalesco a forma di membro maschile, lo ha indossato, e quando ha visto la collega entrare in bagno l'ha seguita e si è chiuso dentro con lei. Lei lo ha guardato ed ha esclamato: "Che cazzo ti sei messo in testa?!?". Friss Il carnevale scorso ero a casa di una coppia di amici quando si è presentato il loro bambino di dieci anni vestito da cow boy. Era tutto eccitato perché aspettava gli amici per andare a giocare. Ad un certo punto, è suonato il campanello. Fuori dalla porta c'era una marea di ragazzini e hanno chiesto se il loro figliolo poteva uscire a giocare con loro a indiani e cow boy. Erano tutti vestiti da indiani. Mauroemme Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l'immagine e la similitudine. Friedrich Nietzsche Chi guadagna bene sappia che ciò è reso possibile dal fatto che gli altri guadagnano male, o non guadagnano affatto. Chi guadagna troppo a spese degli altri non può essere un filantropo, in verità è solo un ipocrita misantropo mascherato. Carl William Brown Carnevale 2012: va a ruba il costume da Schettino. E' quello da scoglione. Micro Satira Ci sono donne che a carnevale si vestono da San Francesco per parlare agli uccelli. Roba Da Maschi Odio il Carnevale. Ci provi con una principessa Disney e ti ritrovi a letto con un camionista di Brembate. Anonimo Se è giovedì grasso, nessuno problema. Se è martedì grasso, va benissimo, figurati. Se sono grasso io, tutti a rompere i coglioni. Periferia galattica Perché a carnevale i computer non funzionano piu' bene? Perché gli interrupt sono tutti mascherati! Anonimo "Pronto, mi scusi maestro. Ebrei, musulmani, cristiani, indù, buddisti, scintoisti: quando potremo riunirci tutti insiemi in unica grande chiesa?". Quelo: "A carnevale?". Corrado Guzzanti Una volta, per un veglione di carnevale, mia madre ebbe la bella idea di mascherarmi da pagliaccio. Mi riconobbero subito tutti. Mauroemme A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti. Nicolaï Evreïnov Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico. Erasmo da Rotterdam Per tutta la vita avrei voluto piangere ed invece ho dovuto ridere o al limite rimanere serio; per tutta la vita ho dovuto portare una maschera come il Dio della gioia che ne aveva sul volto una tragica. Carl William Brown Il mio scopo è quello di insegnarvi a passare da un'assurdità mascherata a quella che è palesemente tale. Ludwig Joseph Wittgenstein Non mascherare i tuoi difetti con le virtù acquisite. Preferisco i difetti: sono simili ai miei. Kahlil Gibran Il volto è una vera maschera che ci è concessa per celare i nostri pensieri. Oscar Wilde L'anno scorso ho partecipato al concorso per il miglior costume, ma non ho vinto. E dire che il mio era perfetto: ero travestito da Uomo Invisibile! Marco Bernardini
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Citazioni, aforismi e frasi sul Carnevale e le Maschere Per quanto riguarda invece il discorso dei proverbi di Carnevale, dobbiamo sottolineare che se da un lato evidenziano il lato festaiolo, irriverente e mangereccio della festa, dall’altro lo mettono in relazione ad altri appuntamenti nel corso dell’anno (soprattutto Pasqua e Natale) per “predire” il futuro o per capire chi si ha di fronte. Naturale è il paragone tra il Carnevale e la Quaresima che inizia il giorno dopo il martedì grasso: da un clima di festa all’ennesima potenza si passa a una dimensione più mesta, sottolineata anche dal rito delle ceneri. A Carnevale ogni scherzo vale. Non c’è Carnevale senza la luna di febbraio. A Carnevale tutto è lecito. Natale stizzone, Carnevale solleone. Quando il padre fa Carnevale, ai figlioli tocca far Quaresima. Tutti i cibi in Quaresima fan male, a chi abusò di tutti in Carnevale. Amore nato a Carnevale, muore a Quaresima. A Carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale. Chi è nato di Carnevale, non ha paura di brutti musi. A Carnevale si conosce chi ha la gallina grassa. Chi non gioca a Natale, chi non balla a Carnevale, chi non beve a san Martino , è un amico malandrino. Da san Luca (18 ottobre) a Natale, tutti studiano uguale; da Carnevale a Pasqua, chi studia e chi studiacchia. A Carnevale, il povero va a zappare. Carnevale a casa d’altri, Pasqua a casa tua, Natale in corte. Carnevale al sole, Pasqua al fuoco, Carnevale al fuoco, Pasqua al sole. Fa’ carnevale in maniera di poter fare pure una buona Pasqua. Carnevale col sole, Pasqua molle. Il carnevale al sole, la Pasqua al fuoco. Carnevale e Quaresima, per me è sempre la medesima. L’amore di Carnevale muore in Quaresima. Carnevale in casa d’altri e Natale in casa tua. La Quaresima è dopo il Carnevale. Natale senza denari, Carnevale senza appetito, Pasqua senza devozione si fanno male. Per approfondire l'argomento potete anche leggere: Storia e interpretazioni del Carnevale Citazioni spiritose sul carnevale https://www.youtube.com/watch?v=6NSDVz4lvI4 https://www.youtube.com/watch?v=M1Oc_resvL4 Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Read the full article
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➡️🌼🙏Sabato 20 Aprile 2024
S. Aniceto; S. Agnese da Montepulciano
3.a di Pasqua
At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69
Che cosa renderò al Signore, per tutti i benefici che mi ha fatto?
👉🕍📖❤️VANGELO
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 6,60-69
In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono”. Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: “Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre”. Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Parola del Signore.❤️🙏
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