I “Passages” dalla residenza
Un canto. Si entra.
Stanza dell’immaginazione.
Due corpi. Due figure.
Due volti mascherati. Uno segnato da una fascia rossa che colora la parte alta del viso. L’altro è colorato nella parte sottostante.
Uno la meta dell’altro, si scrutano da lontano.
Lei si muove, avvicinandosi lentamente ai nostri volti, sfiorando l’aria con movimenti precisi, calibrati e leggeri.
Si allontana ma magneticamente continua ad attrarre attorno a sé forze invisibili.
E’ un manichino.
E’ una venere.
Inizia a girare il collo vorticosamente e la testa si perde nel movimento diventando una macchia scura in moto. Il corpo si svuota della sua forma e segmenti di vegetali iniziano a comparire.
“[... ] Guarda, sorella, sto facendo la verticale; sul mio corpo crescono foglie, e dalle mani spuntano radici... affondo nella terra. di più, sempre di più, all’infinito... Sì, ho allargato le gambe perché volevo che in mezzo sbocciassero dei fiori [...]”. La vegetariana di Han Kang è la prima immagine che mi salta agli occhi.
Poi l’animalità prende spazio
e il movimento si dischiude attraverso geometrie precise
distanze calcolate.
E’ un corpo strisciante che entra in figure ancestrali, e perciò riconoscibili,
le abita
e ben presto le abbandona.
E’ una madre.
E’ una figlia.
E’ una amica.
E’ una sorella.
E’ una sirena.
Il ritmo sincopato.
La natura invade anche i suoni.
L’acqua scorre.
Poi di nuovo il canto
insieme
nella libagione le figure si riuniscono
e si fanno riconoscere,
interamente.
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Alcune immagini e alcuni frammenti di pensieri dalla visione delle prove di Sara Sguotti.
*nella residenza #S.Rituale
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Pacific 231 + Sub S.Ritual - 9 Mélodies Blessées (Full Cassette)
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