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#roberto dal prà
notiziariofinanziario · 10 months
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Da uno studio di I-Com e Join Group emerge che le reti private 5g stanno conoscendo uno sviluppo anche in Italia
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Per accelerare la diffusione delle reti private 5g il Governo dovrebbe offrire le agevolazioni fiscali. Tutto questo è emerso dallo studio dal titolo “I modelli di business del 5G: come incrociare domanda e offerta" realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e Join Group nell’ambito di Futur#Lab, il progetto promosso da I-Com e WINDTRE, in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e INWIT.  L’indagine è stata presentata a Roma nel corso della terza tavola rotonda del 2023 alla quale hanno partecipato, oltre al presidente I-Com Stefano da Empoli e al Direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE Roberto Basso, il senior business advisor di Join Group Enrico Barsotti e la vicepresidente I-Com Silvia Compagnucci – che hanno illustrato la ricerca – il Professore di Telecomunicazioni Politecnico di Milano Antonio Capone, il Professore di Strategy, Entrepreneurship and Governance SDA Bocconi Carlo Alberto Carnevale Maffé, il CEO di Open Gate Italia Laura Rovizzi, l’External Relations, Communication & Sustainability Director Inwit Michelangelo Suigo, il Deputato di Azione-Italia Viva-Renew Europe e segretario della Commissione Finanze Mauro Del Barba e il Dirigente Divisione Attività internazionale e pianificazione delle frequenze della Direzione Generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica Ministero delle Imprese e del Made in Italy Umberto Mascia. Il dibattito è stato moderato dal presidente di Join Group Alessandra Bucci, partner dell’iniziativa. Il rapporto evidenzia che, nonostante lo sviluppo commerciale del 5G nel mondo, in Italia l’ampia concorrenzaha di fattolimitato gli investimento, anche per il progressivo calo del fatturato: nel quinquennio 2018-2022 i ricavi del settore telco si sono ridotti del 13,7%, passando da 31,2 a 26,9 miliardi. Il calo ha interessato sia le comunicazioni fisse che mobili, anche se risulta molto più accentuato per queste ultime che, nel quinquennio di riferimento, hanno perso il 20,4% dei ricavi. La prospettiva di aumento delle sottoscrizioni al servizio, nel caso specifico della Penisola, non avrà gli effetti positivi registrati in altri paesi.  Tra le innovazioni legate al 5G con le potenzialità più elevate ci sono appunto le Private Network al servizio delle imprese, le reti progettate specificamente per un’organizzazione aziendale. Secondo i dati raccolti dalla Global Mobile Suppliers Association (GSA), alla fine del terzo trimestre del 2022 risultavano essere state implementate 955 reti private a livello globale, con un aumento di circa il 32% rispetto al 2021 e del 123% sul 2020.  Gli ultimi dati dello European 5G Observatory (settembre 2023) individuano 94 reti private mobili aziendali dislocate in 21 Stati Membri UE con una maggiore concentrazione in Germania (20) e in Francia (13), mentre l'Italia è in ritardo con solo quattro reti attive. Dal punto di vista settoriale, dall’analisi emerge una netta prevalenza dell’industria, che conta 50 casi, mentre al secondo posto si trova il comparto dei trasporti con 20. Relativamente all’Italia, gran parte di questi afferiscono all’industria: ne è un esempio la collaborazione tra WindTre Business e il terminal Psa Italy di Genova Prà, che punta a realizzare nei prossimi anni uno Smart Port a Genova basato su una private network 5G sicura, performante ed espandibile - e uno all’ambito istruzione e ricerca. "Il 2024 può essere l’anno delle reti private 5G: la tecnologia è matura, i benefici sono chiari, già quest’anno abbiamo visto le prime realizzazioni pratiche", ha affermato il presidente I-Com Stefano da Empoli, aggiungendo "il Governo può dare un impulso decisivo all’accelerazione attraverso un piano “Transizione 5.0” che dovrebbe includere tra le spese agevolate anche quelle relative alla connettività, colpevolmente esclusa dai precedenti provvedimenti". Un ruolo importante nell’avvicinare le imprese verso le nuove tecnologie è infatti giocato dagli incentivi per la transizione digitale. Tuttavia, tra quelle oggetto di incentivazione e sostegno non rientrano le infrastrutture di rete per tlc e ciò costituisce un grave deficit, poiché sussiste una significativa interconnessione tra macchinari industriali e reti. Nell’ottica del miglioramento della copertura e delle performance delle reti 5Gfigurano le coperture indoor dedicate come i DAS(Distributed Antenna System), che migliorano la ricezione del segnale degli operatori mobili in aree particolarmente dense e affollate o dove il segnale non risulta sufficiente ad assicurare una ricezione ottimale (ospedali, musei, centri commerciali, stadi ecc.). Le coperture DAS sono realizzate in ottica multi-operatore e consentono di migliorare il servizio mobile per tutti clienti mobili presenti nell’area,. Read the full article
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giornalepop · 3 years
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I DISEGNATORI DI FUMETTI RACCONTANO ROMA
I DISEGNATORI DI FUMETTI RACCONTANO ROMA
Chi è un po’ avanti con l’età forse ricorderà l’iniziativa chiamata l’estate romana. Nella metà degli anni settanta, il noto critico d’arte Giulio Carlo Agan, sindaco della prima giunta di sinistra Roma, si pose l’obiettivo di bonificare un corpo urbano allora dilaniato da uno sfilacciamento sociale tra centro e periferie che ne faceva una capitale arretrata. Il sindaco nominò il 35enne…
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purpleavenuecupcake · 4 years
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Io sono Domenico Arcuri
(di Rossella Daverio) Il vecchio potere maschile piacione che ha rovinato l’Italia. E continua a farlo. Quello che qui si racconta è pura verità, ma sembra un film. E quindi come se fosse un film lo presentiamo: personaggi e interpreti, soggetto, dialoghi, conclusione (che non sarà necessariamente in modalità «Happy End»). I personaggi: Una donna giovane e un uomo di mezza età. La donna, bruna, graziosa, determinata e sulla trentina, si chiama Giulia Presutti. Di mestiere fa la giornalista professionista. Dopo essersi diplomata presso la scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, ha lavorato in Italia per la trasmissione Nemo di RAI 2, poi a Londra per la NBC News. Ha vinto il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo con un’inchiesta sulle organizzazioni criminali che si occupano di trafficare esseri umani. Dal giugno 2018 è inviata della trasmissione di RAI 3 Report. Carte in regola, insomma. L’uomo, brizzolato, tondo in viso, aria fintamente paciosa, voce gracchia e arrogante, ha 57 anni e si chiama Domenico Arcuri. Stipendi sempre alti, risultati sempre pochi, personalità sempre «adattabile», per citare ciò che di lui dice «L’Espresso». Oggi ha due impieghi paralleli: resta presidente di Invitalia (agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) pur se è stato nominato commissario straordinario all’emergenza Covid-19. Come faccia ad assumere entrambe le responsabilità non si sa. Carte nascoste, insomma. Il soggetto Bologna, 17 marzo: è requisita dalle Dogane del capoluogo emiliano una vasta partita di dispositivi sanitari destinata al Sudafrica, che viene prontamente redistribuita agli ospedali della regione. È infatti un reato, in tempi di pandemia, esportare materiali per terapia intensiva di primaria necessità per i nosocomi italiani che ne sono privi. La Procura bolognese apre un’inchiesta. Genova, 27 marzo: una spedizione verso l’estero di tubi endotracheali, parti fondamentali dei respiratori, è bloccata al porto di Prà, sempre dalle Dogane, e subito consegnata all’Ospedale San Martino. Tutti questi strumenti sono firmati Medtronic, multinazionale statunitense delle tecnologie medicali con molte sedi in Italia. Gli apparati respiratori vengono prodotti in quella di Mirandola (Modena). Roma, 1° aprile: il commissario Domenico Arcuri reagisce ai succitati sequestri perpetrati da zelanti funzionari doganali (che non fanno altro che svolgere correttamente il loro lavoro, applicando la legge). Prima cerca di sbloccare di persona il materiale sequestrato a Genova. Ma è troppo tardi. Dal porto di Prà, i suddetti funzionari l’hanno inviato rapidissimamente al San Martino, sapendo che i medici del più grande ospedale ligure ne avevano bisogno come del pane. Spiazzato sui tempi, prende allora la penna e scrive a Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane. Il testo è breve e così recita: «Caro Marcello, «Facendo seguito alle precedenti interlocuzioni (…) per indifferibili e superiori interessi nazionali, Ti prego di non procedere ad alcuna requisizione pro futuro di merce importata ed esportata in nome e per conto della società Medtronic Italia SpA (…), nonché di provvedere a sbloccare, al più presto, eventuali operazioni attualmente in corso e non ancora comunicatemi. «Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 — Dott. Domenico Arcuri». Per precauzione, il firmatario mette in copia della missiva, evidentemente strategica, anche il segretario generale della Presidenza del Consiglio e i capi di gabinetto dei ministri degli Affari Esteri e delle Infrastrutture e Trasporti. Hai visto mai che Minenna non sappia leggere o, peggio, continui a far di testa sua? I dialoghi Un mese circa dopo i fatti di cui sopra — cioè il 2 maggio verso mezzogiorno — la donna e l’uomo protagonisti della vicenda s’incontrano in occasione di una conferenza stampa. Il loro dialogo — mandato in onda da Report il 3 maggio 2020 — merita di essere trascritto e letto da chi non lo abbia ascoltato o voglia averne memoria. Scripta manent. Lo merita perché è, per molti versi, così incredibile da diventare surreale. Giulia Presutti: «Le Dogane italiane hanno effettuato diversi sequestri di materiale fondamentale per i nostri ospedali, per esempio i ricambi per i respiratori. E l’hanno fatto perché Medtronic voleva vendere questi pezzi di ricambio, preziosissimi, all’estero. Ora lei, come commissario straordinario per l’emergenza, ha inviato una lettera dicendo di non procedere ad alcuna requisizione pro futuro per indifferibili e superiori interessi nazionali. Ci spiega quali interessi sono superiori alla vita dei cittadini della nazione che in questo momento lei rappresenta?». Domenico Arcuri (tono pazientemente didattico ma un po’ teso, come si rileva dalla consecutio temporum assai incerta): «I pezzi di ricambio dei ventilatori sono pezzi di assoluta rilevanza perché i ventilatori in Italia funzionino. E io ho il dovere di verificare che questi pezzi di ricambio sul nostro territorio esistano ed esistano in una quantità sufficiente per far funzionare i ventilatori. Vorrà dire che mi sarò sincerato che dal 1° aprile quelle quantità siano nelle disponibilità del territorio italiano sufficienti per garantire il funzionamento di questi importanti apparati». GP: «Mi scusi, ma lei chiede di non sequestrare pro futuro…». DA (tono nord-coreano alla Kim Jong-un): «Io intanto vorrei chiederle come fa lei ad avere una lettera che io ho scritto alle dogane che non è pubblica, a meno che io non pubblico delle cose…». GP: «Io sono giornalista, non rivelo la fonte e questa è una questione di estremo interesse pubblico. Quindi non penso che stiamo parlando di affari nostri. Lei chiedeva di non sequestrare pro futuro, come se lei sapesse già in quel momento che l’Italia non avrebbe mai avuto bisogno di questo materiale». DA (tono imbarazzato e nervoso, condizionali assenti all’appello):«Se io mi dovessi accorgere che questo materiale è scarso domani, domani faccio un’ordinanza e sequestro di nuovo i beni. Evidentemente questo momento non è ancora accaduto perché questi pezzi di ricambio sono disponibili a sufficienza sul territorio nazionale».
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GP: «Lei questa lettera l’ha scritta alle dogane, ma ha messo in copia Palazzo Chigi e la Farnesina. Quindi io le chiedo: chi le ha chiesto di intervenire?». DA (tono sempre più nord-coreano): «Io le ho già risposto. Mi pare basti». GP: «Ci sono state pressioni da parte dell’ambasciata americana perché lei sbloccasse il materiale di Medtronic?». DA (tono sarcastico da lesa maestà): «Io le ho già risposto. Mi pare che lei possa ritenersi soddisfatta. Altre domande?». La scena si sposta dalla sala dove avviene la conferenza stampa ad altro luogo e il dialogo riprende in maniera più informale. È Arcuri ad avviarlo. DA (tono piacione): «Di che parte d’Italia sei?». GP: «Di Roma». DA (tono ammiccante): «Tifi per la Roma o per la Lazio?». GP: «La domanda è: lei il 1° aprile pensava che noi avessimo così tanti…». DA (tono simpaticone): «Pensi sia più forte Totti? Totti è più forte di Correa o Correa è più forte…». GP: «Lei il 1° aprile aveva già conoscenza che avevamo così tanti respiratori per la terapia intensiva che Medtronic non ce ne doveva fornire nessuno?». DA (tono vago e annoiato): «Forse avevamo pezzi di ricambio sufficienti per non bloccare le produzioni verso l’estero». GP: «Però lei non mi può dire “forse”. Mi dica che avevamo “sicuramente” abbastanza respiratori e abbastanza pezzi di ricambio…». DA (tono da caduto dalle nuvole): «Quando ho detto “forse”?». GP: «Adesso. Adesso ha detto “forse”». DA (tono nervosamente amichevole): «È perché tu tifi per la Lazio e io per la Roma». GP: «No guardi, io tifo per la Roma». DA (tono “finiamola qui che ne ho abbastanza”): «E io per la Lazio». GP: «Non andremo mai d’accordo». The End Che dire? Onore al merito della giornalista, che non flette e mantiene il punto nonostante il comportamento del suo interlocutore. Quanto a quest’ultimo, prima di tutto o è incapace o mente. Lo smentisce in tempo reale, nella stessa trasmissione televisiva, con bell’accento ligure e bella faccia onesta, il signor Salvatore Giuffrida, addetto all’amministrazione dell’Ospedale San Martino di Genova, quando ricorda che i materiali di terapia intensiva erano stati ordinati e arrivavano con il contagocce. E non esita ad affermare che le sorti dell’ospedale e dei suoi pazienti sono state salvate dalle requisizioni operate dall’Agenzia delle Dogane. Per passare alle risposte nord-coreane, Arcuri sembra dimenticare, semplicemente, che vive in democrazia ed è pagato per quel che fa (o non fa o fa male) dai cittadini italiani. E sembra pure non sapere che, in democrazia, i giornalisti bravi hanno fonti qualificate da cui ricevono documenti che hanno non solo il diritto, ma il dovere di diffondere se di pubblico interesse. Gli suggeriamo di vedere il film All the President’s Men. Imparerà così che addirittura un presidente degli Stati Uniti ha dovuto dimettersi proprio e solo per via di due giornalisti molto bravi con ottime fonti. Si chiamavano Bob Woodward e Carl Bernstein, giusto per sua cultura generale. E perché vale sempre la pena di ricordare per nome chi fa bene il proprio mestiere. Quanto al patetico tentativo di parlare di calcio per cercare di sviare l’attenzione della giornalista dal suo obiettivo, esso può qualificarsi solo come indecente. In questa fase della conversazione, Arcuri sottovaluta l’interlocutrice, forse perché donna, carina e giovane. La prende dall’alto, come se bastasse il suo tono suadente per evitare domande scomode. Impiega insomma quei mezzucci piacioni da vecchio potere maschile romano che hanno rovinato l’Italia. E continuano a farlo. Infine il commissario straordinario è un gran maleducato. Vale la pena di ricordargli, en passant, un minimo di galateo che, visto il ruolo che ricopre, dovrebbe conoscere a menadito. Punto 1: non è mai un uomo a impiegare il tu con una donna per primo, soprattutto se quest’ultima continua, in maniera elegantemente imperterrita, a rispondergli con il lei. Punto 2: chi si firma autofregiandosi del proprio titolo accademico davanti al nome è un bifolco. Si ricordi, caro dottor Arcuri, che la buona educazione non è formalismo, ma rispetto. L’unico Happy End possibile di questa vicenda sarebbe quindi il suo allontanamento dal ruolo che ricopre, accompagnato da una chiara spiegazione del presidente del Consiglio o del ministro degli Esteri ai cittadini italiani (e al Parlamento che li rappresenta) del perché i dispositivi sanitari della Medtronic non possono essere requisiti. Forse la sua casa madre e il Governo degli Stati Uniti, come la giornalista ha ipotizzato, sono più importanti e influenti della nostra salute? Le ricordiamo infatti, nel caso l’avesse dimenticato preso com’è a discutere di Totti e Correa, che quasi 30 mila persone sono morte in Italia di coronavirus, spesso perché non le si è potute curare in assenza di respiratori e di posti in terapia intensiva.   https://www.facebook.com/ReportRai3/videos/234698117744818/UzpfSTEwMDAwMDQwNzcxMDQxOTozMjQ0MjczNDE1NTk2MjE3/ Read the full article
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amsaklapper-blog · 7 years
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Mister No
Mister No was created by Sergio Bonelli (signing Guido Nolitta - script) and drawn by Gallieno Ferri (who did also the covers from #1 to #115). The series run from June 1975 to December 2006 for 379 monthly issues.
The reissue series “Tutto Mister No” had only 77 issues [June1989/Dec1995]
I had the good fortune to find the first six issues - all I have in original language. I’ve always liked “Mister No” a lot (and some adventures really a whole lot !) and have kept quasi the whole collection in french language [the french Mister No series was issued in pocket format]
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“Mister No, personaggio ideato da Sergio Bonelli (Guido Nolitta), che scrive la maggior parte delle storie e per la parte grafica da Gallieno Ferri, autore anche di tutte le copertine sino al n. 115, quando passa il testimone a Roberto Diso. 
Sceneggiano inoltre la serie Alfredo Castelli, Marco Bianchini, Ade Capone, Alfredo Castelli, Graziano Cicogna, Maurizio Colombo, Roberto Dal Prà, Marco Del Freo, Luigi Grecchi, Andrea Mantelli, Stefano Marzorati, Michele Masiero, curatore della serie, Luigi Mignacco, Ennio Missaglia, Claudio Nizzi, Alberto Ongaro, Tiziano Sclavi, Luca Truegenberger. Oltre a Gallieno Ferri disegnano per Mister No Marco Bianchini, Alessandro Bignamini, Franco Bignotti, Paolo Bisi, Giovanni Bruzzo, Fabrizio Busticchi e Laura Paesani, Renzo Calegari, Fabio Civitelli, Eugenio Colonnese, Roberto Dal Prà, Raffaele Della Monica, Luca Dell’Uomo, Giuseppe Di Bernardo, Roberto Diso, Stefano e Domenico Di Vitto, Franco Donatelli, Oliviero Gramaccioni, Bruno Marraffa, Luigi Merati, Vladimiro Missaglia, Vincenzo Monti, Giorgio Montorio, Virgilio Muzzi, Gino Pallotti, Michele Pepe, Renato Polese, Angelo Maria Ricci, Corrado Roi, Mario Rossi, Rossano Rossi, Marco Santucci, Orestes Suarez, Roberto Taito, Fabio Valdambrini, Giuseppe Viglioglia. Copertine di: Gallieno Ferri (nn. 001/115), Roberto Diso (nn. 116/118, 120/379), Franco Bignotti (nn. 119).”
- Gianni Bono
source:amsaklapper’s collection
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taylornetwork · 4 years
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Juan Giménez: 1943-2020
Legendary artist Juan Giménez passed away on April 2nd, 2020 in his home province of Mendoza, Argentina from COVID-19 complications. Giménez leaves behind an astounding legacy of story and art, notably his work with Alejandro Jodorowsky on The Metabarons starting in 1992.
“It was the middle of a sunny day of 1991 in Paris,” Humanoids CEO Fabrice Giger recalls. “I remember clearly the sparks that suddenly appeared in Juan’s eyes, while he was listening to Jodorowsky pitching him The Metabarons. I knew then that Alejandro had won him to the cause, but I didn’t fully realize that their combined genius was about to produce the most formidable space opera ever told in comic-book form.”
“I closely collaborated with Juan Giménez for 10 years and together, we created The Metabarons saga,”  said writer Alejandro Jodorowsky. “What facilitated my task as we offered him to work on the complex world of the Metabarons was that he already embodied the immortal No-Name, the last Metabaron. In my unconscious, Juan Giménez cannot die. He will continue on, drawing like the master warrior that he was.”
Spanning eight books released through 2003, The Metabarons expands the mythos of the titular character from the pages of Jodorowsky and Mœbius’ The Incal, introducing a legacy of near-immortal galactic warriors. Harmonizing with Jodorowsky, Giménez brought a profound weight and emotional realism through his lush, expansive art. No concept—from cybernetic implants to sprawling planets made of marble—fell outside of his master vision. His uncanny talent of contrasting dense machinery and mammoth ships against lost souls navigating immense conflicts cemented Giménez as an internationally beloved figure.
“I closely collaborated with Juan Giménez for 10 years. Together, we created The Metabarons saga,” Jodorowsky reflects. “What facilitated my task as we offered him to work on the complex world of the Metabarons was that he already embodied the immortal No-Name, the last Metabaron. In my unconscious, Juan Giménez cannot die. He will continue on, drawing like the master warrior that he was.”
Giménez began his journey in Argentina drawing for such comic book publishers as Colomba and Record before segueing to Spanish magazines Zona 84 and Comix International. His first French release, 1979’s Leo Roa (also published under the title The Starr Conspiracy), detailed the comedic adventures of a planet-hopping journalist. A year later he served as a creative designer on the film Heavy Metal, working on the segment “Harry Canyon.” He would spend the next decade contributing to the French genre magazine Métal  Hurlant as well as the Italian publication L’Eternauta among others.
His 1991 work, The Fourth Power, foreshadowed The Metabarons with a teeming, violent universe, following a military pilot as she discovers her identity throughout a cosmic war and betrayal. More recently, Giménez collaborated with authors including Carlos Trillo, Emilio Balcarce, and Roberto Dal Prà.
Giménez is internationally recognized for his work, winning The Yellow Kid Award for Best Foreign Artist at the 1990 Lucca International Comic Fair as well as the Gaudia award at the Feria Internacional del Comics de Barcelone that same year. Other accolades include the 1994 Bulle D’Or.
“There are many artists who are adored by their fans, but only a select few are equally revered by their peers,” said Humanoids U.S. Publisher Mark Waid. “Juan Giménez was the latter, able to give us not only epic moments of space opera but subtle and moving moments of humanity. Worldwide, the comics community mourns for him.”
Exploring the stars will be infinitely more lonely without this luminary talent and incredible human being. Rest in peace, Juan.
Humanoids on the passing of legendary comics artist Juan Giménez from complications from COVID-19 Juan Giménez: 1943-2020 Legendary artist Juan Giménez passed away on April 2nd, 2020 in his home province of Mendoza, Argentina from COVID-19 complications.
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omaestre · 6 years
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A seguito delle problematiche inerenti la viabilità: Mentre c’è ancora attesa per capire i tempi esatti dell'apertura di via 30 giugno, la strada in sponda al Polcevera, che è considerata una delle priorità da affrontare per ridare fiato alla viabilità cittadina per la la Valpolcevera, (l'obiettivo primario resta aprirla quanto prima e per questo l'amministrazione comunale chiederà il dissequestro dell'area il prima possibile), nel frattempo c'è la conferma che per la metà di novembre sarà pronta la nuova rampa d'uscita del casello di Genova Aeroporto collegata con via guido Rossa, il cosidetto lotto 10. Attualmente è in costruzione un pilone intermedio, si sta procedendo all’assemblaggio di un grande troncone in struttura metallica per la congiunzione da un pilone all'altro e palificando un terzo pilone, prospiciente al punto di incontro con la rampa esistente anch’esso in fase di palificazione. Sul fronte dei parcheggi di interscambio, terminati i lavori a Prà, ci viene comunicato dal vice sindaco Stefano Balleari che stanno iniziando quelli nella zona di Brin vicino al capolinea della metropolitana, con oltre 100 posti disponibili che saranno completamente gratuiti. Si lavora anche su via Pionieri d'Italia per renderla presto percorribile ai tir dopo lo scivolone dell’apertura e per la fine di ottobre anche il viadotto sarà nuovamente percorribile ai tir in uscita dal casello di Genova Aeroporto e diretta alla via della Superba. Infine entro la prima metà d'ottobre termineranno i lavori in lungomare Canepa, che dovrebbero portare un grosso aiuto alla viabilità cittadina. Grazie sempre a TUTTI #genovesinsieme https://ift.tt/2RbIbOa
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pneusnews · 7 years
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Si è conclusa la seconda edizione della Gibraltar Race, l’estenuante gara endurance enduro di 8.000 km che quest’anno prevedeva la partenza sul Mar Nero e l’arrivo a Gibilterra. Sponsor tecnico della manifestazione è stato il produttore di pneumatici Anlas, che ha gommato tutte le moto partecipanti alla competizione e che, in questo modo, ha dato ottima prova di performance ed affidabilità. L’azienda turca ha sponsorizzato la manifestazione anche nell’edizione inaugurale, andata in scena l’anno scorso.
Mark Kinnard nell’albo d’oro
A vincere l’assoluta è stato Mark Kinnard​. Lo scorso anno il rider di Quendon (Inghilterra) si è innamorato di questa manifestazione, quest’anno è tornato con l’obiettivo di vincere. Mark, però, ha trovato sulla propria strada l’agguerrito Helly Frauwallner​, già vincitore della scorsa edizione. Helly ha dominato le prime giornate di gara e sembrava che nessuno potesse tenere il suo passo, neppure Mark che con la sua KTM 690 non sbagliava nulla. La sorpresa è arrivata a metà gara, quando Helly ha subito una penalizzazione che ha riacceso le speranze di Mark. Il testa a testa è proseguito per tutte le tappe successive a ruoli invertiti fino all’ultimo giorno, quando, con un colpo di coda, Helly sembrava fosse riuscito a rimontare. Il controllo dei tempi a Gibilterra ha confermato, infine, il nome del vincitore: l’esperto austriaco ha dovuto cedere lo scettro a Mark Kinnard.
Sul terzo gradino del podio è salito l’olandese Jan Van Der Shuur che con la sua BMW X-Challenge 650 è stato autore di una gara in costante crescita. Quarto il migliore degli italiani, Ivan Petruzzelli​ su Yamaha XT-Z 660 Ténéré.
Alistair Allan vince la Classe 1
La classe regina, quella per moto superiori ai 700 cc, ha visto primeggiare Alistair Allan su BMW F 800 GS. Il rider inglese del Cambridgeshire ha avuto ragione di un bel manipolo di avversari che si sono alternati al comando della classifica. Il podio finale ha visto al secondo posto l’olandese Ben Verwoerdt su BMW R1200 GS (che, curiosità, non ha mai staccato le valigie d’alluminio) mentre sul terzo gradino è salito Giacomo Trisconi di Omegna, con la sua “storica” Honda Africa Twin XLV 750 totalmente personalizzata.
Mark Kinnard vince anche la Classe 2
In classe 2, riservata a moto di cilindrata compresa tra 451 cc e 700 cc, a vincere è stato Mark Kinnard seguito da Jan Van Der Shuur (BMW F 650 X-Challenge) e da Ivan Petruzzelli​ su Yamaha XT-Z 660 Ténéré.
Helly Frauwallner vince la Classe 3
La classe delle piccole è stata dominata da Helly Frauwallner. Dietro la sua Yamaha WR450 sono arrivati lo svizzero Dominique Durussel ​sulla moto più anziana del lotto, una Honda XR400, e Renato Zocchi con la più piccola moto in gara, la Honda CRF250 Rally.
Uno sguardo ai partecipanti italiani
La compagine italiana si deve accontentare dei terzi posti di categoria di Trisconi in classe 1, Petruzzelli in classe 2 e Zocchi in classe 3. Il varesino Petruzzelli, esordiente alla Gibraltar Race, risulta il migliore in classifica generale seguito da Marco Polani su Husqvarna 701, alla sua seconda partecipazione. Tra gli italiani che hanno conquistato Gibilterra coprendo l’intera distanza superando ogni difficoltà vanno sicuramente menzionati Gianclaudio Aiossa, Jonathan Balducci, Piercarlo Taverna, Fabrizio Oria, Alfredo Castiglione, Roberto Zazzali, Roberto Franzini e Cristiano Ricci​.
Il tifo da casa
Tutti i partecipanti hanno potuto contare su un compagno di squadra aggiuntivo: l’incitamento degli amici da casa! Grazie ai social network tutti hanno potuto seguire la gara a distanza e far sentire la propria presenza e calore e grazie al Live Tracking sul sito della manifestazione, hanno potuto seguire metro dopo metro tutta questa maratona.
Ogni giorno sulla pagina Facebook ufficiale della Gibraltar Race è stato pubblicato il video riassunto con una copertura media di ventimila contatti. Non solo! L’inviato speciale di Moto.it Gionata Nencini ha partecipato alla gara e l’ha raccontata quotidianamente anche dopo essere stato costretto al ritiro a causa di una brutta caduta. L’inviata di InSella Eleonora Dal Prà ha raccontato la gara giorno per giorno sul sito e sui profili Instagram e Facebook della nota rivista. A loro e al nostro fotografo Alessio Corradini ​va la gratitudine di tutto lo staff di Moto Raid Experience
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Gibraltar Race 2017: Mark Kinnard vince l’edizione delle conferme utilizzando pneumatici Anlas Si è conclusa la seconda edizione della Gibraltar Race, l’estenuante gara endurance enduro di 8.000 km che quest’anno prevedeva la partenza sul Mar Nero e l’arrivo a Gibilterra.
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