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#roberto carvelli
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N.E.E.M. AT RI.CRE.AZIONE
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2022/12/23 N.E.E.M. Cantiere Sociale Versiliese Viareggio - IT
Nin occasione del gran finale della "Festa di Natale al Cantiere" https://www.facebook.com/events/884326439587402?ref=newsfeed il Collettivo Dada Boom è lieto di presentare le
N.E.E.M. Teatrazz, Nuove Esperienze di Eresia Musicale & Teatro del J(C)azz) Anno XXXXVIII Concerto dedicato alla memoria di: Franco Casaglieri, Pippo, Andrea, Picchietti, Sergio Travelli, Mariano Manna, Carlo Monni, Stefano Bartolini, Franca Donnini, Sergino Brogi, Mario Fani, Roberto Traverso, Alessandro "Gimmino" Della Lastra organizzato dal Collettivo Dada Boom Spazio RicreAzione, presso il Cantiere Sociale Versiliese, via Belluomini 18, Viareggio, venerdì 23 dicembre 2022, alle ore 21,00 con: 1) Francesco Donnini- tromba, flicorno, tastiere, testi, canto2) Edoardo Ricci- sassofoni sopranino, contralto, cornetta3) Marco Giovannoni- sassofono tenore, voce, recitazione testi4) Guglielmo Lattanzi- voce, recitazione5) Paolo Ciampi- trombone6) Marco Carvelli- trombone5) Ginko Ravenni- tromba, voce, recitazione6) Enrico Romero- sassofono contralto7)) Renato Cordovani- clarinetto, sassofono alto8) Michele Barontini- clarinetto, sassofono contralto8) Jacopo Andreini- sassofono contralto, batteria9) Luigi Guarnieri- flauti, pifferi, tastiere10) Goffredo Morini- violino, violoncello111) Isolina Ravenda- voce, recitazione12) Mat Pogo- voce elettronica13) Eugenio Sanna- chitarra elettrica, voce, recitazioni aeree gassose, spumeggianti e volanti14) Sergio Berti- chitarra elettrica, basso elettrico, canto15) Alessandro Geri- contrabbasso16)) Roberta WJ Andreucci- elettronica 17)) Fabio Bussonati- percussioni 18) Massimo Petrioli- batteria, flauto, voce, canto19) Luca Vortex- proiezioni e recupero ricordi audio video Nell'improrogabile anno XXXXVIII, ecco un nuovo e inaudito concerto dell'orchestra de Le Nuove Esperienze (di) Eresia Musicale (NEEM): il primo concerto dopo tre anni di sospensione! Il concerto di venerdì 23 dicembre del 2022, nasce dall'esigenza, sentita, urlata e commossa, di commemorare tutti i musicisti e attori perduti per la strada: Sergio Travelli, Mariano Manna, Carlo Monni, Stefano Bartolini, Franca Donnini, lo splendido attore Sergino Brogi da Calci (Pisa), Mario Fani, Roberto Traverso, Alessandro "Gimmino"Della Lastra e a cui bisogna aggiungere Franco Casaglieri, leader della sottosezione Neem "Casaglieri e gli Allocchi" del 1991. L'imponente orchestra Neem, nasce nel 1974 ed è attiva nel corso del tempo, fino ad oggi. I musicisti in quelle epoche, venivano chiamati dai sindacati per animare scioperi degli operai in lotta, manifestazioni antinucleari e manifestazioni per la casa. Seguivano quei cortei sul loro leggendario camion, carichi di strumenti e megafoni per lanciare gli slogan di una nuova estetica cinica, ironica ed agguerrita..Il dibattito tra vecchi e giovani membri dell'orchestra e se ne contano attualmente più di più di quaranta componenti, si svolge ormai in gran parte tramite messaggistica istantanea, incontri tra scambisti in varie località della Toscana, videoconferenze periodiche, tele incontri con streap-tease, materiale tutto questo che viene poi rielaborato con il taglia e incolla fino a diventare dei testi teatrali come nel caso del Serial Intranet, e o la commedia spaziale "Interstellar Krosta Bar" e Pianeta Giuseppe (2020-2022) e l’archivio di esso, costituisce un corpus erotico più completo delle visioni, coalizioni, discussioni, risse, oltre a contenere tutti gli strumenti di lavoro.
La particolare struttura dell’orchestra e la diversissima natura dei suoi musicisti, rende inevitabile, ad ogni concerto, un certo numero di variazioni nella formazione e, la possibilità di accogliere ospiti illustri e oscuri questuanti. Nei concerti è stato cercato lo sviluppo di un sistema per convogliare l’improvvisazione di gruppi di musicisti, cantanti e attori molto numerosi ed eterogenei. Quando tutti i musicisti suonano insieme, vengono indicati con il nome di MAGMA, ma l’orchestra è suddivisa in una dozzina di gruppi e sottogruppi.I loro concerti rappresentano una condensazione alchemica di vari aggregati musicali, teatrali e in cui imperversa uno spirito dell'improvvisazione iconoclasta e dissacratorio, della danza e di altre discipline espressive anche a carattere lussurioso, in cui predomina, sempre, una forte componente erotica e lasciva data anche a causa delle pratiche innominabili portate avanti nel corso delle varie performance, dei membri, vecchi con quelli più giovani, dell'orchestra.Discografia: "Come eravamo brutti da piccini" ( disco in vinile, Materiali Sonori, n° 13, 1979);"Jodel Del Segafanciullo" (CD, album, Burp Publications, MHM05, Italy, 2002)"NEEM TEATRINZ" ( piccolo spaccato dell'orchestra e contenente delle rare registrazioni del 1983, con: Francesco Donnini, Edoardo Ricci, Massimo Falascone, Eugenio Sanna, Roberto Del Piano, Filippo Monico
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overthedoors · 7 years
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"Occhi sulla città" - Il laboratorio formativo audiovisivo gratuito per ragazzi di Marmorata169
"Occhi sulla città" - Il laboratorio formativo audiovisivo gratuito per ragazzi di Marmorata169 #cultura
L’associazione culturale Marmorata 169 da sempre impegnata nella narrazione dello spazio metropolitano ed iniziative a carattere sociale e di condivisione, offre gratuitamente tre giornate formative (per un totale di 9 ore di laboratorio) a studenti delle scuole superiori, italiani e stranieri, su videogiornalismo, documentario e videoarte. Le prime due giornate si svolgeranno il 23 e 24…
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giuliocavalli · 7 years
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«Non possiamo permettere che ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna»: una lettera ai direttori
«Non possiamo permettere che ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna»: una lettera ai direttori (la pubblica Nazione Indiana qui) Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le parole che escono fuori da alcuni dibattimenti televisivi sono parole che mettono fortemente in crisi o addirittura contraddicono l’essenza stessa della nostra Costituzione, il richiamarsi a un patto antifascista e democratico. L’attentato di Macerata, dove un simpatizzante neonazista ha cercato la strage di uomini e donne africani, è qualcosa che ci interroga nel profondo. Le vittime sono diventate il bersaglio di un uomo la cui azione terroristica si è nutrita della narrazione tossica veicolata non solo da internet ma anche dal mainstream mediatico. Dopo quello che è successo non possiamo restare in silenzio. Serve una maggiore assunzione di responsabilità, serve un nuovo patto fra chi fa comunicazione e i cittadini. Le parole di odio, lo abbiamo visto chiaramente, possono tradursi in atti di violenza omicida. Azioni che, acclamate e imitate, rischiano seriamente di innescare una spirale di violenza. Per noi è evidente che il nodo mediatico ha contribuito a produrre e legittimare lo scatenarsi delle pulsioni peggiori. Per questo chiediamo ai media di non prestare più il fianco alla propaganda d’odio, ma di compiere anzi uno sforzo nel contrastarla. Intere fette di società (per esempio i migranti e i figli di migranti) nella rappresentazione mediatica esistono pressoché solo come stereotipo o nei peggiori dei casi come bersaglio dell’odio, contraltare utile a chi fa di una propaganda scellerata il suo lavoro principale. Sappiamo che nei media lavorano seri professionisti che come noi sono molto preoccupati per la piega degli eventi. Servono contenuti nuovi, modalità diverse, linguaggi aperti e trasparenti. Non possiamo permettere che nel 2018, ad 80 anni dalle leggi razziali, ritornino quelle parole (e quegli atti) della vergogna. Dobbiamo cambiare ora e dobbiamo farlo tutti insieme. Ne va della nostra convivenza e della nostra tenuta democratica. Quello che chiediamo non è un superficiale politically correct. Chiediamo invece una presa in carico di un mondo nuovo, il nostro, che ha bisogno di conoscersi e non odiarsi. Antonio Gramsci scriveva: Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri. Dipende da noi non lasciar nascere questi mostri. Dipende da noi evitare che torni lo spettro del fascismo nelle nostre vite. Per farlo però dobbiamo lavorare in sinergia e cambiare i mezzi di comunicazione. E dobbiamo farlo ora, prima che sia troppo tardi. Giulio Cavalli Vanessa Roghi Helena Janeczek Igiaba Scego Sabrina Varani Christian Raimo Paolo di Paolo Michela Monferrini Frederika Randall Graziano Graziani Francesca Capelli Shaul Bassi Loredana Lipperini Shulim Vogelmann Amin Nour Reda Zine Sabrina Marchetti Amir Issa Alessandro Triulzi Francesco Forlani Fiorella Leone Francesca Melandri Ilda Curti Marco Balzano Alessandro Portelli Attilio Scarpellini Filippo Tuena Francesco M.Cataluccio Laura Bosio Gianfranco Pannone Antonio Damasco Franco Buffoni Evelina Santangelo Caterina Bonvicini Lisa Ginzburg Camilla Miglio Emanuele Zinato Andrea Inglese Andrea Raos Maria Grazia Meriggi Alessandra Di Maio Roberto Carvelli Francesco Fiorentino Grazia Verasani Caterina Venturini Alessandra Carnaroli Lorenzo Declich Gennaro Carotenuto Silvia Ballestra Chiara Valerio Marco Belpoliti Paola Caridi Marco Missiroli Alessandro Robecchi Valeria Parrella Nicola Lagioia Enrico Manera Jamila Mascat Maria Luisa Venuta Rossella Milone Giacomo Sartori Antonella Lattanzi Barbara del Mercato Amara Lakhous Rino Bianchi Carola Susani Roberto Carvelli Isabella Perretti Rosa Jijon Davide Orecchio Antonella Lattanzi Simone Giusti Simone Siliani Alberto Prunetti Chiara Mezzalama Elisabetta Mastrocola Teresa Ciabatti Andrea Tarabbia Antonella Anedda Elisabetta Bucciarelli Francesco Fiorentino Paola Capriolo Paolo Morelli Simona Vinci Giorgio Vasta Orsola Puecher Antonio Scurati Vins Gallico Daniele Petruccioli Enrico Macioci Maria Grazia Calandrone Eraldo Affinati Elena Pirazzoli Leonardo Palmisano Emiliano Sbaraglia Maura Gancitano Marco Mancassola Rosella Postorino Alessandra Sarchi Carlo Lucarelli Giorgio Pecorin Gianni Biondillo Ornella Tajani Mariasole Ariot Giorgio Fontana Girolamo Grammatico Francesca Ceci Brunella Toscani Tommaso Giartosio Attilio Scarpellini Simone Pieranni Elisabetta Liguori Giuliano Santoro Orofino di Giacomelli Maria Grazia Porcelli Giovanni Contini Federico Faloppa Federico Bertoni Flaminia Bartolini Dario Miccoli Emanuela Trevisan Semi Alessandro Mari Tommaso Pincio Laura Silvia Battaglia Anna Maria Crispino Andrea Bajani Renata Morresi Francesca Fiorletta Federica Manzon Angiola Codacci Pisanelli Alessandro Chiappanuvoli Società italiana delle Storiche Benedetta Tobagi Giuseppe Genna Fabio Geda Daniele Giglioli Angelo Ferracuti Alessandro Bertante Riccardo Chiaberge Giorgio Mascitelli Gherardo Bortolotti Annamaria Ferramosca Anita Benedetti Letizia Perri Luisella Aprà Masturah Atalas Rosalia Gambatesa Barbara Summa Lorenzo D’Agostino Anna Toscano Fabrizio Botti Chiara Veltri Sergio Bellino Barbara Benini Valentina Mangiaforte Maria Motta Emanuele Plasmati Giuseppe Maimone Paolo Soraci Pina Piccolo Graziella Priulla Leonardo Banchi Valentina Daniele Massimiliano Macculi Susanna Marchesi Corrado Aiello Giovanni Scotto Liliana Omegna Domenico Conoscenti Francesco Falciani Mario Di Vito Ileana Zagaglia Maria Elena Paniconi Antonio Corsi Stefano Luzi Nicola Marino Barbara Lazzarini Antonella Bottero Camilla Mauro Pietro Saitta Gianni Montieri Francesca Del Moro Adam Atik Maurella Carbone Sabrina Fusari Francesa Perlini Antonella Bastari Donatella Libani Alessandra Pillosu Lidia Massari Gianni Girola Andrea Fasulo Lidia Borghi Roberta Chimera Gaetano Vergara Camilla Seibezzi Lisa Dal Lago Nicoletta Mazzi Annamaria Laneri Sandra Paoli Cristina Nicoletta Leonardo De Franceschi Olga Consoli Chiara Barbieri Valentina De Cillis Letizia Perri Angelo Sopelsa Alessandra Greco Simone Buratti Giacomo Di Girolamo MariaGiovanna Luini Costanza Matafù Lorenza Caravelli Elena Maitrel Cavasin Leopoldina Bernardi Donatella Favaretto Simona Brighetti Margherita D’Onofrio Ivana Buono Manuela Olivieri Maria Cristina Mannozzi Helleana Grussi Elisabetta Galeotti Antonio Sparzani (si può firmare qui)
(la pubblica Nazione Indiana qui) Siamo studiosi e studiose, scrittori e scrittrici, preoccupati dal dilagare dell’odio nei media italiani. Odio verso le donne, i migranti, i figli di migranti, la comunità Lgbtq. Un odio che è ormai il piatto principale di moltissimi talk show televisivi nei quali vige da tempo la politica dei microfoni aperti, senza nessuna direzione o controllo. E spesso le…
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professoraevelyn · 5 years
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Declaração de Direitos de 1689
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A Inglaterra do século XVII foi marcada por um processo revolucionário que transformou sua história e tentou limitar o poder dos reis absolutistas à época. Conhecido como Revolução Inglesa, esse processo engloba dois movimentos principais: a Revolução Puritana e a Revolução Gloriosa, ambas de caráter liberal.
Ainda início do século XVII, em 1603, com a morte da rainha Elizabeth I (da dinastia Tudor), Jaime I, seu primo e rei da Escócia, assumiu o trono inglês, iniciando a fase da dinastia Stuart no poder.
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O governo absolutista de Jaime I, respaldado na teoria do direito divino dos reis, perseguiu puritanos, impondo o anglicanismo à população; dissolveu o Parlamento (onde havia representantes da burguesia, do alto clero e da alta nobreza); e adotou medidas economicamente prejudiciais à burguesia, que vivia um momento de prosperidade.
Após a morte do primeiro rei inglês da dinastia Stuart, seu filho, Carlos I, assumiu o trono, em 1625, aprofundando o caráter absolutista já presente na política inglesa. O monarca criou novos impostos e restaurou antigos tributos, como o Ship Money, aumentando ainda mais o descontentamento de alguns setores sociais, como a burguesia mercantil.
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A perseguição aos opositores do rei foi intensa, e os embates entre o Parlamento – convocado por Carlos I, novamente, em 1640 – levaram a uma guerra civil que durou até 1649, quando o rei foi deposto e decapitado, ao final da Revolução Puritana. Instaurou-se, na Inglaterra, a República de Cromwell. No poder, o líder puritano Oliver Cromwell impôs uma ditadura que sufocou grupos opositores diversos e lhe concedeu poderes ilimitados.
Seu filho, Richard, assumiu o poder após sua morte, em 1658. Enfraquecido e sem apoio, o herdeiro de Cromwell foi deposto e, em 1660, a monarquia inglesa foi restaurada sob o comando de Carlos II, sucedido por seu irmão, Jaime II, em 1685. No cenário de restabelecimento do absolutismo, o Parlamento e a monarquia voltaram a se enfrentar, até que Jaime II foi desposto em 1688, por tropas parlamentares.
Nesse processo, chamado de Revolução Gloriosa, no qual não houve derramamento de sangue, o Parlamento escolheu o príncipe holandês Guilherme de Orange para ocupar o trono, como Guilherme II. Sua esposa, a inglesa Mary Stuart, era filha de Jaime II.
Ao assumir o trono, Guilherme II assinou a Declaração de Direitos de 1689, a Bill of Rights, elaborada pelo Parlamento, considerado um dos mais importantes documentos constitucionais ingleses.
Um dos principais objetivos da declaração é limitar o poder do monarca na Inglaterra e dar mais poder ao Parlamento, representando sua soberania sobre o rei. A monarquia parlamentar foi instituída e o absolutismo inglês chegava ao fim.
Além disso, a declaração garantiu a liberdade individual, incluindo a liberdade de imprensa e o direito à propriedade privada, e definiu os deveres dos cidadãos ingleses, que deixavam de ser súditos. É importante destacar que, embora o documento tenha limitado os poderes do rei de acordo com a vontade popular, o povo, neste caso, foi representado pelo Parlamento.
A Revolução Inglesa, encerrada com o fim da Revolução Gloriosa, e a Declaração de Direitos de 1689 fortaleceram a burguesia e o liberalismo na Inglaterra, contribuindo para o desenvolvimento do capitalismo e formando um cenário propício ao pioneirismo inglês na Revolução Industrial do século XVIII.
Referências:
CARVELLI, Urbano. SCHOLL, Sandra. Evolução histórica dos direitos fundamentais. Da Antiguidade até as primeiras importantes declarações nacionais de direitos. Revista de Informação Legislativa. Brasília a. 48, n. 191 jul./set. 2011.
FRAGOSO, João. GUEDES, Roberto. KRAUSE, Thiago. A América portuguesa e os sistemas atlânticos na Época Moderna: monarquia pluricontinental e Antigo Regime. Rio de Janeiro: Editora FGV, 2013.
HILL, Christopher. A Revolução Inglesa de 1640. Lisboa: Presença, 1983.
HUME, David. História da Inglaterra: da invasão de Júlio César à Revolução de 1688. São Paulo: Editora Unesp Digital, 2017.
ISHNAY, Micheline R. (org.). Direitos Humanos: uma antologia – Principais escritos políticos, ensaios, discursos e documentos desde a Bíblia até o presente. São Paulo: Edusp/NEV USP, 2006.
MONDAINI, Marco. Revolução Inglesa. O respeito ao direito dos indivíduos. In: PINKSY, Jaime. PINSKY, Carla B. (org.). História da cidadania. São Paulo: Contexto, 2013.
TRINDADE, José Damião de Lima. História social dos direitos humanos. São Paulo: Peirópolis, 2002.
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zanoski · 12 years
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io sono nato in un quartiere poco generoso. il quartiere trieste è di una roma sospettosa, pensionata. io mi ricordo molte chiavi e molte mandate alle porte. una certa diffidenza. una borghesia poco colta - che è molto tipica di roma - poco europea. un mondo soffocato. diverso dai parioli con cui confinano: un quartiere più amorale, meno diffidente e occhiuto. il quartiere trieste ha anche un paesaggio cupo al suo interno che è il cosiddetto quartiere africano: palazzoni, squallore. ed è lì che sono cresciuto. poi scuole private, non di alta borghesia ma di piccoli commercianti impauriti dagli scioperi, dalla vita, che mandavano i figli a fare sport e a difendersi dai comunisti. non una borghesia aperta ma un mondo delimitato e anche abbastanza spaventato.
marco lodoli
[dove ho vissuto, dietro una porta aperta. dal dicembre del duemilacinque al febbraio del duemiladieci. e poi ancora da settembre dell'anno scorso, fino a dicembre.]
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140eoltre · 12 years
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Devo dire tutte le parole che non dici tu. Le parole che iniziano per io, quelle che finiscono per tu. Devo dire tutte le parole che non dici tu. Devo fare tutto io insomma. Ma tu devi avere l'impressione che stai facendo tutto tu. Poi devo fare come se fossi te e come se fossi io. E anche lì devo fare tutte le cose che non fai tu. E quando tu dici "tocca fare tutto a me" dire pure di sì. Sembra una cosa un po' tristemente ministeriale.
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zanoski · 12 years
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perdersi a roma.
rc: cos'è che si perde a roma?
ml: si può perdere il progetto, la speranza. in questo senso roma è una città taoista: le cose accadono. non c'è quella voluttà di un fine da raggiungere. le cose avvengono e nel loro avvenire si selezionano da sole. alla fine emergono solo le cose importanti...roma è una città con un tempo eterno...c'è un tempo infinito che ci precede. questo da un lato è bene perchè impedisce a tante scemenze di concretizzarsi, dall'altro può essere l'anticamera della disperazione.
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