#risposte congrue
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La teoria darwiniana ha demolito le fondamenta polverose della fede in un dio creatore, poiché ci prova che le forme di vita non sono il risultato di un intervento divino diretto, ma il risultato di processi naturali. Questo ha portato irrimediabilmente alla corretta percezione della fede in dio, da importante e irrinunciabile a totalmente inutile oltre che dannosa per la ricerca di risposte congrue a qualsiasi tipo di problema.
Il "creato" non è affatto perfetto come sostengono banalmente i religiosi: le strutture biologiche subottimali sono il risultato di variazioni genetiche CASUALI e processi selettivi, che portano anche ad errori; la selezione naturale non può sempre partire da zero, pertanto l'imperfezione è intrinsecamente legata al modo in cui gli organismi si adattano all'ambiente.
L'idea di perfezione è irreale, ed è proprio l'imperfezione in cui viviamo tutti ad essere motore di evoluzione e innovazione.
Dissento da ogni religione esistente, e mi auguro che ogni forma di credenza religiosa possa un giorno sparire dalla faccia della terra.
Il danno enorme, arrecato dalle religioni tradizionali, consiste nell'aver ostacolato il libero pensiero, causando un visibile rallentamento del progresso umano.
Finché gli uomini saranno convinti che la religione sia una verità assoluta, in nome di essa continueranno a perseguitarsi.
#dissentire#religione#auguro#forma#credenza#sparire#terra#scienza#conoscenza#credenza religiosa#forza benefica#infantile#ragione#primitivo#menefreghista#riti#creato#imperfetto#dio non esiste#onnipotenza#assenza#teoria darwiniana#intervento divino#processi naturali#fede in dio#importante#irrinunciabile#risposte#risposte congrue#problema
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Bimbo imbarcato da solo sul volo sbagliato atterra nell'aeroporto a cent... Bimbo imbarcato da solo sul volo sbagliato atterra nell'aeroporto a centinaia di chilometri da quello dove l'attendeva la nonna per Natale Bimbo di sei anni imbarcato per errore - da solo - su un volo sbagliato, invece di andare in Fort Myers finisce a Orlando, sempre in Florida, ma 160 miglia più a sud: quasi tre ore di viaggio in auto. Sembra la trama del remake di "Mamma ho perso l'aereo 2", ma spesso la realtà supera anche la fantasia dei soggetti cinematografici più riusciti. Il protagonista della storia, accaduta negli Stati Uniti e raccontata dai media d'Oltreoceano, è infatti un bambino di sei anni: Casper. Gli Stati Uniti "autorizzano" Babbo Natale a volare con la slitta nello spazio aereo americano Casper, imbarcato a 6 anni su un volo sbagliato Casper avrebbe dovuto recarsi a Fort Myers, nel sud-ovest della Florida, da Filadelfia per visitare sua nonna durante quello che era anche il suo primo viaggio in aereo. La compagnia prescelta per il suo battesimo del volo era Spirit Airlines. Peccato che il piccolo sia stato stato "messo" sul volo sbagliato, e si è trovato bloccato a centinaia di chilometri di distanza dalla sua famiglia: è finito a Orlando, da solo. E ovviamente non c'era la nonna ad attenderlo in aeroporto. Dopo le naturali scene di panico, la nonna è andata a "ritirare" il nipotino nell'aeroporto dove era andato a finire per sbaglio. Ma ovviamente chiede chiarezza. La Spirit Airlines ha comunicato laconocamente che il minore è stato "imbarcato in modo errato". E si è offerta di pagare alla nonna la benzina per il viaggio che ha dovuto fare per andare a prendere suo nipote. Ma lei chiede risposte più congrue: «Voglio che mi chiamino. Fammi sapere come è finito mio nipote a Orlando. Come è successo? L'hanno fatto scendere dall'aereo? L’assistente di volo – dopo che la mamma gli ha consegnato i documenti – lo ha lasciato andare da solo? Si è buttato da solo sull'aereo sbagliato?», chiede la donna. Spirit ha rilasciato la seguente dichiarazione in seguito all'incidente, riportano i media: «Il 21 dicembre, un minore non accompagnato in viaggio da Filadelfia (PHL) a Fort Myers (RSW) è stato erroneamente imbarcato su un volo per Orlando (MCO). Il bambino è sempre stato sotto la cura e la supervisione di un membro dello Spirit Team e, non appena abbiamo scoperto l'errore, abbiamo preso provvedimenti immediati per comunicare con la famiglia e riconnetterli. Prendiamo sul serio la sicurezza e la responsabilità del trasporto di tutti i nostri ospiti e stiamo conducendo un'indagine interna. Ci scusiamo con la famiglia per questa esperienza».
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"La percentuale dei contagi dichiarata da Zaia è del tutto errata NORDEST - La curva dei contagi in Veneto ha un andamento da montagne russe. Una realtà da giorni completamente fuori controllo, con numeri in continua ascesa e assolutamente in controtendenza rispetto a quelli del resto d’Italia. Come si sia arrivati a tanto nessuno lo dice ma in tanti ormai lo sospettano: zona gialla e assembramenti ingovernati. In base ai dati forniti da Azienda Zero, i morti per Coronavirus registrati mercoledì 9 dicembre sono stati ben 148 e sabato scorso ancora 110. Numeri mai così alti ed estremamente allarmanti. E ieri 13 dicembre la percentuale dei nuovi positivi sul totale era del 25,7% (4092 positivi su 15.950 tamponi eseguiti): in pratica un tampone su quattro è positivo. A Treviso vi sono 104 ricoverati per Covid, 25 in terapia intensiva, mentre le agenzie funebri sono sotto pressione. Da oltre una settimana il Veneto è di gran lunga la prima regione in Italia per numero di nuovi contagi, il doppio della Lombardia che ha il doppio degli abitanti del Veneto e che fa molti più tamponi del Veneto. “La percentuale dell’8,41% dichiarata dal presidente Zaia è del tutto errata, in quanto i due elementi della frazione (positivi e totali) sono diversi! Il presidente, infatti, o chi per lui, calcola il rapporto tra i 4092 tamponi (molecolari) positivi e tutti i circa 60 mila tamponi (molecolari + rapidi) eseguiti giornalmente. In pratica non tiene conto dei tamponi rapidi positivi, che non entrano nel conteggio ufficiale del Ministero della Salute e dei quali peraltro è nota la scarsa sensibilità a causa dei molti falsi negativi” – denuncia il Covesap, il cartello regionale dei comitati a difesa della sanità pubblica. Che ricorda quanto dimostrato, a proposito di tamponi, dal prof. Andrea Crisanti: che il 30% dei tamponi rapidi risultati negativi sono in realtà positivi. I pazienti falsi negativi sono contagiosi, ed essendo generalmente asintomatici, credono erroneamente di essere negativi e sono quindi i pericolosi. Il prof. Crisanti ha calcolato che ben il 40% dei contagi possono essere causati da positivi asintomatici. La scorsa settimana il Covesap aveva inviato una lettera al ministro Speranza e al governatore Zaia. Oggi, in assenza di risposte, ha rilanciato l’SOS: al Governo, affinché classifichi urgentemente il Veneto in zona arancione se non addirittura rossa; a Zaia perché oltre a misure di contenimento del contagio realmente efficaci, stanzi immediatamente al Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, di rivalutare con urgenza l’attuale congrue risorse per il reclutamento di personale sanitario specializzato. Tommaso Colla
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Tra i bisogni fondamentali di una crescita sana per i bambini c’è il movimento spontaneo e intenzionale del proprio corpo. Quando il nostro bambino individua se stesso come un soggetto diverso e staccato da quello della mamma, significa che sta cominciando il periodo della differenziazione di sé come unità corporea e come agglomerato psichico. Il bambino percepisce gli oggetti come animati da una vita propria distaccata dai suoi sensi ed è affascinato dalle loro proprietà fisiche che in tal modo comincia a manipolare. Nei mesi successivi al primo anno di vita il bambino è impegnato nell'attività esplorativa ed entro il secondo anno egli diventerà il protagonista di un mondo immaginario in cui è capace di riprodurre la routine secondo un canovaccio fantasioso fatto della rappresentazione della stessa realtà e della riproduzione dei ruoli familiari. È importante porre l’attenzione a questo stadio evolutivo che impegna il bambino a costruire se stesso in relazione al mondo. Tutti i bambini hanno una spinta vitale che va assecondata e guidata. Non è mai una buona idea reprimerla senza conoscerne le potenziali direzioni che potrebbe prendere. Vale a dire, il bambino deve essere libero di esprimere il proprio movimento perché questo è indicativo della sua possibilità di gioire, di amare e di occupare il proprio spazio vitale. Ghezzani (2014) da parte sua ci ricorda che evolviamo secondo cicli di vita che si alternano sin dalla nascita. Il primo è definito dal passaggio dalla vita intrauterina a quella neonatale, periodo che si conclude con lo svezzamento: i due corpi della madre e del bambino si allontanano. A due/tre anni di vita assistiamo nel bambino all'esplosione di un’intensa e ricca arborizzazione sinaptica (le cellule del cervello aumentano) che lo spinge ad essere più consapevole, più curioso e più reattivo in modo rapido. A fronte di ciò le risposte devono essere quanto più coerenti e congrue, altrimenti la spinta vitale del bambino troverà sicuramente altre strade per esprimersi (non necessariamente negative in sé, ma complesse). In ciò possono rientrare comportamenti, più o meno evidenti, che meritano attenzione, prima fra tutte, di genere pedagogico. Il cambiamento di cui il bambino è protagonista è il prodotto non solo biologico in risposta ad un ambiente stimolante, ma è altresì determinato dall'impulso vitale che ci appartiene indipendentemente dai nostri genitori. In sintesi, il bambino deve muoversi per definire se stesso, per esprimere il suo bisogno di vita e delineare il proprio spazio vitale. Egli può farlo in un ambiente di caregivers accoglienti e consapevoli di ciò che sta avvenendo in lui e quindi, il suo cambiamento costante e irreprimibile, il suo lavoro silente o chiassoso, evidente o impercettibile, leggibile o interpretabile, ma comunque libero di esprimersi. Prendere a cuore l’educazione al movimento è un lavoro di prevenzione, a pensarci bene, a tutto ciò che di patologico spesso si affibbia ai bambini non sufficientemente stimolati. A tale riguardo l’educazione teatrale può arrivare in nostro soccorso. Il teatro è una cosa seria e va considerata tale. Ma i bambini piccoli che c’entrano con il teatro? I bambini sotto i 36 mesi di vita possono essere i protagonisti della loro crescita consapevole. Hanno la capacità, in verità, di operare con il proprio corpo, attraverso il movimento -sia spontaneo sia intenzionale- usando il gioco simbolico nella ricerca della propria identità emergente. In che modo ciò può avvenire? Interpretando le cose, le emozioni e gli spunti di storie che li coinvolgono all'interno di spazi laboratoriali teatrali fatti a loro misura e in compresenza delle educatrici di infanzia. Il pensiero simbolico (Piaget, Vigotsky, Winnicot) osservato nel suo agire, dimostra di quanta pienezza espressiva è capace la personalità nascente del bambino. Un esempio da prendere in considerazione è il lavoro di Roberto Frabetti (“La Baracca” – Testoni Ragazzi, Bologna) che fa teatro con i piccolissimi.
Con loro ha instaurato dapprincipio un rapporto classico di attore-spettatore. Successivamente ha osservato nei piccoli spettatori una particolare propensione ad esprimere i contenuti e le emozioni attraverso una corporeità genuina e naturale. Da adulti, infatti, siamo molto più avvezzi all'uso di strumenti e mezzi di apprendimento per lo più cognitivi, basati sul “verbale” e sul ragionamento astratto. Il bambino piccolo, invece, è abile nell'esprimere il suo verbale embrionale attraverso il movimento del proprio corpo. La mancanza del pensiero logico gioca a suo favore perché gli permette di usare un alfabeto fatto di gesti attraverso l’uso del quale parla ed interpreta muovendo il corpo, generando spazi attorno a sé, misurandoli e definendo se stesso. L’ esperimento teatrale fa emergere potenti generatori di empatia, i bambini in movimento, che da grandi useranno questa competenza nel relazionarsi agli altri anche prima del tempo stabilito. Il bambino sotto i 3 anni è realmente capace di usare il proprio corpo come strumento di espressione simbolica ed è su questo assunto che chi ha cura di lui deve e può far leva anche in un’ottica di prevenzione dei disagi nella sfera del linguaggio, dell’apprendimento e dell’interazione con i pari. L’esperienza teatrale con i bambini piccoli insegna che il bimbo al di sotto dei 36 mesi, quando è coinvolto in un laboratorio teatrale, si muove attraverso scarabocchi gestuali sfruttando e maturando un alfabeto che gli consentirà di leggere il mondo e di interpretarlo con il proprio corpo e con il proprio movimento. Tale conquista si affiancherà come competenza motoria, ad integrazione dei livelli di verbalizzazioni presenti e futuri (movimento del corpo - rappresentazione simbolica di un moto interiore o di una storia - migliore verbalizzazione dell’azione appena agita attraverso l’emozione che l’accompagna, educazione emotiva). Il primo evidente risultato è l’acquisizione della maturità spazio-temporale che porta alla presa di coscienza di sé e alla costruzione della propria identità nascente. Un’opportunità, il teatro per i piccini, dalla quale i luoghi (nidi, scuole, famiglie) deputati allo sviluppo psicofisico dei bambini non possono prescindere. Provare per credere!
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Ciao. :) Mi sai dire qualcosa circa le disfunzioni esecutive?
La tua è una domanda che apre un mondo.Il riferimento alle funzioni esecutive sta ai lobi frontali e non potevi pormi interrogativo più generico di questo.Diversi studi associano ai lobi frontali e, in particolare, alle aree prefrontali le funzioni intellettive superiori.Sono aree ricche di connessioni efferenti ed afferenti, che la collegano a tutti i sistemi funzionali del cervello.Queste aree hanno direttamente e indirettamente rapporti con moltissime regioni cerebrali e ricevono informazioni dall’ambiente esterno e interno all’organismo, dunque sono in grado di controllare svariate funzioni.I deficit conseguenti a lesioni frontali possono essere raggruppati in cinque categorie (e qui si entra nei disordini disesecutivi).1. Incapacità di valutare, pianificare e programmare strategie per l’esecuzione di un compito.2. Incapacità a passare da un concetto all’altro e da uno specifico comportamento a un altro.3. Incapacità di inibire risposte comportamentali automatiche non congrue con la situazione stimolo.4. Incapacità di inibire reazioni emotive inadeguate.5. Disturbo nei processi attentivi volontari.Tali deficit possono essere ricondotti ad un più generale deficit dell’esecutivo centrale, o sistema attenzionale supervisore (SAS), che ha il compito di esercitare un controllo strategico sui processi cognitivi, dislocando selettivamente l’attenzione su un processo a spese di un altro e organizzando le “subroutine” poste a livelli gerarchicamente più bassi.Sarebbe la corteccia prefrontale ad operare come sistema attenzionale supervisore, la quale assemblerebbe le subroutine, momento dopo momento, a seconda delle necessità dettate dalla prestazione.Per quanto riguarda il punto 1, precedentemente elencato, posso dirti che un paziente frontale è incapace a costruire strategie di apprendimento, ad organizzare in maniera categoriale le informazioni, ad analizzare i rapporti tra le proprietà specifiche di stimoli diversi, a comprendere proverbi e interpretare forme non letterali di comunicazione come le metafore, l’ironia, l’intonazione affettiva e il sarcasmo.Per quanto riguarda il punto 2, uno dei motivi che definisce tale incapacità sta nelle perseverazioni, ossia il mettere in atto un comportamento rigido, non flessibile, che porta a strategie palesemente inadeguate.Per quando riguarda il punto 3, è doveroso citare la Sindrome da Dipendenza Ambientale: il paziente, posto di fronte ad alcuni oggetti di cui è abituato a far uso, li manipola e li utilizza senza ragioni precisi o senza essere invitato a farlo. Oppure, il paziente è influenzato non solo dalla presenza di oggetti nell’ambiente circostante, ma anche dagli atteggiamenti della persona che ha davanti, che tende ad imitare.Per quanto riguarda il punto 4, si dovrebbe aprire una parentesi sulla sindrome pseudodepressiva e su quella pseudopsicotica.E per il punto 5, una lesione frontale dà spesso origine a deficit attenzionali che possono essere ricondotti ad abulia, inerzia generalizzata, ad un deficit dell’attenzione volontaria e di quella protratta nel tempo.Ora, con molta probabilità affronterò il tema dei lobi frontali nel mio nuovo blog, dando riferimenti scientifici e bibliografici e suddividendo la questione dei punti in maniera migliore.Per future domande su questioni più cerebrali, risponderò con post attraverso il mio nuovo blog, perché, insomma, ho già detto che post “più seri” li avrei pubblicati altrove e riposti qui con un link di condivisione, come già sto facendo.Se volete davvero supportarmi, condividete i post dell’altro blog e magari potete pure scrivermi lì. :)
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