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Campobasso, "Natale in Città 2023", ultimi giorni di programmazione
Campobasso, "Natale in Città 2023", ultimi giorni di programmazione Con le festività ormai quasi terminate, giunge a conclusione anche il programma di "Natale in Città 2023", il cartellone di eventi realizzato dal Comune di Campobasso per il periodo festivo. Ultimi giorni di programmazione, quindi, quelli del 5, 6 e 7 gennaio; venerdì 5 ultimo appuntamento con "Cosa ne SAI del Natale?", a cura di ASSel: presso la casetta di Babbo Natale allestita in Piazza Vittorio Emanuele II, a partire dalle 18, in scena "Arriva la Befana", spettacolo delle bolle e consegna dolciumi per i piccoli partecipanti del progetto SAI. Sabato 6, il momento tanto atteso dai più piccoli: "Befana tra i bambini"; in Piazza Vittorio Emanuele II, alle ore 10.30, grazie alla collaborazione dei Vigili del Fuoco, farà la sua comparsa la tradizionale figura dell'anziana signora a cavallo della scopa, dispensatrice di doni ai bambini. A seguire, alle ore 17.00, presso la Chiesa di Sant'Antonio di Padova, il concerto "Venite Adoremus" del Coro Polifonico "Samnium Concentus" e, alle ore 19.00, il Concerto di mandolini per la pace e la fratellanza tra i popoli del Circolo Musicale "Pietro Mascagni" di Ripalimosani, presso la Chiesa di San Pietro. Ultimo appuntamento in cartellone, quello di domenica 7 gennaio al Circolo Sannitico, dove è programmata l'iniziativa "Inverno Ludico" a cura dell'Associazione "Gli Argonauti", che accoglierà i partecipanti con giochi da tavolo e giochi di ruolo, dalle ore 16.00 alle ore 23.00. Sarà inoltre possibile visitare, fino al 7 gennaio (10.30-12.30 e 16.30-19) presso il Museo dei Misteri, i presepi di Giovanni Teberino esposti nella mostra "800...da Francesco ai giorni nostri", a cura dell'Associazione Misteri e Tradizioni, mentre fino al 6 gennaio (10-13 e 16.30-20), al Circolo Sannitico è presente la Mostra di presepi durata dai Presepisti Molisani. Sempre aperta, infine, fino al 6 gennaio la pista di pattinaggio installata in Piazza Vittorio Emanuele II.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Plastic Free arriva a Ripalimosani: firmato il protocollo d'intesa
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Molise: Ripalimosani
(A Rìpë du Mesanë in Molisano) Comune i cui Abitanti son detti Ripesi, della Provincia di Campobasso (CB), in Molise. Centro situato a 640 m s.l.m. su un Colle alla destra del Fiume Biferno, dista 8 km da Campobasso. È ricordato in Rationes decimarum Italiae Aprutium – Molisium Le decime del 1200 e 1300 (Boiano) anno 1309 «Clerici Rivi de Limosano». Nella dizione locale «a rìpë» e «rìpë du…
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#parmigianoreggiano #osteria #lacasadipaglia #ripalimosani #molise (presso Osteria La Casa di Paglia)
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Molise (Italy), Ripalimosani, Stairway, Michelangelo Janigro
A very compact staircase, in the heart of the country...
https://www.saatchiart.com/art/Photography-Molise-Italy-Ripalimosani-Stairway/17870/1413732/view
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Ripalimosani: trovato il corpo carbonizzato di un uomo, disposta autopsia. Per gli inquirenti è suicidio
Ripalimosani: trovato il corpo carbonizzato di un uomo, disposta autopsia. Per gli inquirenti è suicidio
Un corpo carbonizzato in un campo, in Contrada Fonte a Ripalimosani, a confine con Campobasso, area industriale. Un passante ha notato il fumo, ha visto una scena drammatica e ha chiamato il 112. La richiesta raccolta dai Carabinieri che con i Vigili del fuoco sono immediatamente arrivati sul posto. I militari del nucleo investigativo del Capoluogo e quelli della stazione di Ripalimosani. I…
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BOOK-0497 - Molise " IL CENTRO STORICO DI RIPALIMOSANI NEL SECOLO XIX "
BOOK-0497 – Molise " IL CENTRO STORICO DI RIPALIMOSANI NEL SECOLO XIX "
In PRIMA ( O IN TERZA – QUARTA ) di copertina è presente NS etichetta adesiva con
codice a barra.
– USURA DEL TEMPO –
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Presentati i risultati di Next Generation Campobasso - progetto che ha coinvolto i 18 comuni dell'Area Urbana di Campobasso.
Presentati i risultati di Next Generation Campobasso - progetto che ha coinvolto i 18 comuni dell'Area Urbana di Campobasso. Ieri, 21 novembre, presso la sala civica del Comune di Campobasso, sono stati presentati i risultati di Next Generation Campobasso, un lungo percorso di progettazione che ha coinvolto istituzioni e portatori di interesse dei 18 comuni dell'Area Urbana di Campobasso, promosso dall'ANCI e finanziato dal Dipartimento della Funzione Pubblica. Il progetto Next Generation Campobasso ha messo in evidenza la necessità di affrontare sfide cruciali per il miglioramento complessivo dell'area urbana coinvolta per superare il tradizionale approccio frammentato che si focalizza solo sui singoli territori comunali e a promuovere una visione più ampia e strategica. Le leve di cambiamento individuate includono il potenziamento dei servizi di sistema, il focus sulla mobilità sostenibile come condizione di abitabilità del territorio e le opportunità nel settore primario attraverso un processo di valorizzazione enogastronomica virtuoso. Il prossimo passo sarà la concretizzazione di queste idee in azioni tangibili, con l'obiettivo di favorire una crescita sostenibile ed equa, migliorando la qualità della vita delle comunità locali e promuovendo lo sviluppo del territorio. L'evento ha rappresentato un momento di condivisione e di riflessione sulle potenzialità del territorio, rafforzando la consapevolezza che, attraverso la collaborazione e l'innovazione, si possono affrontare con successo le sfide future. Il Comune di Campobasso ha svolto il ruolo di comune capofila del progetto, curandone la presentazione e gestione, ma anche provvedendo a ridefinire, nel tempo, i confini dell’area e dei comuni che hanno partecipato al progetto. Digitalizzazione e Sviluppo turistico sono i pilastri sui quali i sindaci dei 18 comuni partner - Baranello, Busso, Campobasso, Campodipietra, Casalciprano, Castropignano, Ferrazzano, Fossalto, Limosano, Matrice, Mirabello Sannitico, Montagano, Oratino, Petrella Tifernina, Pietracupa, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo e Vinchiaturo - hanno deciso di puntare, al fine rilanciare un territorio che negli ultimi anni ha assistito ad una forte trasformazione della propria economia e demografia.” - afferma Paola Felice, Sindaco di Campobasso - Gli incontri di formazione e i laboratori, realizzati in presenza nei diversi comuni, hanno permesso ai Sindaci di approfondire la conoscenza reciproca e percepire in maniera concreta i benefici di un'azione coordinata congiunta.” Una coesione da sfruttare per ulteriori progettazioni: il prossimo traguardo, una prima sperimentazione di co-progettazione dal basso per l’Area Urbana di Campobasso, immediatamente attuabile con l’elaborazione di una candidatura ad un bando europeo. I 18 comuni, infatti, stanno lavorando ad un'innovativa iniziativa volta a valorizzare il patrimonio naturale, culturale e artistico dei comuni coinvolti e a rilanciare l’economia locale e il turismo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2018/01/03/ischitella-e-i-suoi-ulivi/
Ischitella e i suoi ulivi
Lo scienziato Michelangelo Manicone polemico con l’abate Giovanni Longano sui boschi di Ischitella
di Michele Eugenio Di Carlo
Sull’agricoltura di Ischitella l’abate Giovanni Longano, molisano di Ripalimosani, si era tenuto sul vago, menzionandone gli uliveti, mentre l’altro grande molisano, Giuseppe Maria Galanti di Santa Croce di Morcone, l’anno seguente, il 1791, vi aveva inserito la coltivazione di carrube.
Longano aveva peraltro sostenuto che le «furiose» cesinazioni eseguite dopo il 1764, pur avendo esteso la produzione cerealicola, avevano provocato persino la mancanza di legna da ardere a disposizione della popolazione[1]. E queste affermazioni non potevano che diventare l’ennesimo pretesto per un’ ulteriore critica all’abate, poiché per il frate di Vico, Michelangelo Manicone, si trattava di un errore imperdonabile: erano i limitrofi vichesi a non avere più legna da ardere. Ad Ischitella, invece, l’autorità pubblica si era opposta vigorosamente a tutti i tentativi di disboscare, in particolare, i preziosi boschi di «Ischio», da cui prendeva persino il nome la cittadina.
Forse risale a questa circostanza del Settecento il fatto che risalendo all’attualità possiamo considerare che Carpino e Ischitella hanno saputo proteggere i loro splendidi faggi e lecci con una riserva naturale biogenetica statale di 300 ettari, attraversata dal torrente Romondato, distesa in direzione del lago di Varano, ricca di una fauna prevalente di caprioli, gatti selvatici, ghiri, faine, tassi, volpi, lepri, cinghiali.
Secondo l’opinione del frate, intesa a sminuire il valore delle relazioni dell’abate mettendo in dubbio la sua presenza fisica e, quindi, la sua conoscenza diretta del territorio, il «visitatore» Longano era stato «mal servito da’ suoi corrispondenti». Infine, con pungenti e, persino untuose modulazioni dialettiche, tra l’ironico e il sarcastico, aggiungeva:
«Ma pur troppo ciascuno è soggetto a scrivere delle cose poco esatte: ed io credo di rendere un vero servigio a Longano non meno che a’ Leggitori di lui, avvertendolo di quando in quando d’alcuni errori di fatto. Così vi fosse chi lo correggesse anche nel suo Viaggio per lo Contado di Molise! I viaggi di lui allora diverebbon utili»[2].
Non siamo forse già alla stroncatura mirata delle relazioni dell’abate Longano?
Relazioni che avevano l’intento dichiarato di informare i potenti e ben noti componenti del «Supremo Consiglio d’Azienda» – nel 1790, quando viene presentata la relazione sulla Capitanata, erano i Segretari di Stato Carlo De Marco e Giovanni Acton, il Direttore Ferdinando Corradini, i consiglieri Michele Loffredo (principe di Migliano), Filippo Mazzocchi, Giuseppe Palmieri e il cavaliere Cotronchi – delle condizioni sociali ed economiche della provincia a cui il re borbone Ferdinando IV sembrava tenere particolarmente.
Sulla Capitanata, era stato lo stesso abate, nel presentare la sua nota relazione a Napoli il 6 ottobre 1790, a chiarire che si trattava «non già un quadro finito della Provincia, ma si bene un bozzo di quella», dal quale, in ogni caso, sarebbe stato possibile considerare «quanto la natura abbia favorito questa Provincia, e quanto sia grande lo sforzo di chi l’abita nel mettere in valore le sue feracissime terre. Che anzi io porto parere, che praticati alcuni pochi regolamenti, in brievissimo tempo, atteso il vostro glorioso zelo, potrà la Capitanata divenire una delle più prospere Provincie del Regno»[3].
Messa da parte la polemica, resta la constatazione che per una lettura compiuta e minuziosa dello stato dell’agricoltura di Ischitella occorra necessariamente riandare agli scritti di Manicone, poiché non solo tratteggiano in maniera pertinente le attività che vi si svolgevano, ma ne analizzano razionalmente i punti deboli non mancando di individuare, con un atteggiamento efficace, le più ragionevoli soluzioni:
«Lungi da Ischitella un miglio a Nord-Ovest evvi un piano, largo miglia 4 circa e lungo circa sei miglia. Siffatto piano è diviso in tre parti. La più grande è quella che è popolata di alberi di ulivi; la meno grande della prima è destinata alle semine del frumento, delle biade, dei legumi, e del limone; e la parte più piccola è coperta di vigne».
Nella parte terminale di quell’orizzonte incantevole, descritto in maniera tanto mirabile da rendere ancora possibile immaginare nei dettagli quel paesaggio agreste di fine Settecento, e confrontarlo con quello odierno, vi era il «piano di Varano», posto ai limiti del lago omonimo. Gli ischitellani vi coltivavano del grano non sufficiente all’autoconsumo, tanto da essere costretti ad importarlo da Carpino e dal Tavoliere, mentre sarebbe stato auspicabile mettere a coltura i numerosi terreni incolti di quell’area, invece di dedicarsi alla pesca e al gioco[4].
I vigneti di Ischitella non erano tali da soddisfare il fabbisogno di una popolazione di circa 3000 anime, tanto che era Vico a rifornire di vino la cittadina. Le colline situate a nord-ovest dell’abitato, esposte a sud e ricoperte di cespugli e arbusti infruttiferi, presentavano le condizioni pedo-climatiche ottimali per impiantare vigne, invece i vigneti di Ischitella erano situati in vallecole umide e ombrose e producevano un vino «snervatello», poco apprezzato e scarsamente alcolico.
La maggior rendita di Ischitella proveniva dalla produzione di olio che, come gli agrumi, veniva esportato anche all’estero grazie alla marineria di Rodi. Nonostante Manicone lamentasse l’incuria in cui versavano gli ulivi, folti, alti, pieni di rami non fruttiferi rivestiti di licheni e muschi che, impedendo la penetrazione della luce e la circolazione dell’aria, generavano una scarsa fioritura. Mentre sarebbe stato necessario eliminare costantemente polloni e succhioni, tagliare i rami secchi, eliminare con la «slupatura» le carie che si propagavano attraverso le vie linfatiche anche grazie all’umidità e alla scarsa luce.
E lo scienziato, sempre pronto alla battuta, conscio che i suoi enormi meriti non sarebbero stati apprezzati, ribadiva puntigliosamente:
«Tali sono i georgici miei documenti relativamente agli ulivi di qua. So che alcuni de’ proprietarj Ischitellani gli leggeranno, e gli osserveranno; so che molti gli leggeranno senza osservargli; e mi duole assaissimo, che il numero maggiore né gli leggerà, né gli osserverà»[5].
[1] LONGANO Francesco, Viaggio dell’abate Longano per la Capitanata, Napoli, presso Domenico Sangiacomo, 1790.
52
[2] M. MANICONE, La Fisica Daunica, a cura di L. Lunetta e I. Damiani, parte II Gargano, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005, p. 94.
[3] F. LONGANO, Viaggio dell’abate Longano per la Capitanata, presentazione, cit.
[4] M. MANICONE, La Fisica Daunica, a cura di L. Lunetta e I. Damiani, parte II Gargano, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2005, pp. 99-100.
[5] Ivi, p. 103.
#Giovanni Longano#Giuseppe Maria Galanti#Michelangelo Manicone#Michele Eugenio Di Carlo#Ambiente#Spigolature Salentine
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#panorama #nomansland #countryside #campagna #ripalimosani #molise
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Ripalimosani: 48enne muore schiacciato dall’auto mentre effettuava lavori di riparazione
Ripalimosani: 48enne muore schiacciato dall’auto mentre effettuava lavori di riparazione
Una tragedia quella che si è consumate nelle campagne di Ripalimosani, poco prima delle Quercigliole. Un uomo di 48 anni, Carlo Sollazzo, è morto schiacciato dalla sua auto, un’audi A4, mentre stava effettuando dei lavori sotto di essa. Era nel capannone dell’azienda agricola che gestiva, nelle proprietà del padre. I famigliari hanno chiamato i soccorsi che sono arrivati sul posto, 118 e…
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Cartolina del Molise RIPALIMOSANI (CB) PANORAMA -" NON VIAGGIATA "
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