#rimbalza
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dtpnews · 29 days ago
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Il dodicenne rimbalza sul surf di S-Bahn contro il ponte, i compagni lo lasciano alle spalle
Un dodicenne si è schiantato contro un ponte a Berlino mentre navigava sul tetto di una S-Bahn ed è rimasto gravemente ferito. Il ragazzo ha guidato venerdì sera tra le stazioni di Feuerbachstraße e Wannsee con altri due surfisti sul tetto di una linea S-Bahn S1, ha detto la polizia. Dopo la collisione con il ponte, rimase incosciente sul tetto. Si dice che i suoi due compagni lo abbiano tirato…
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kon-igi · 2 months ago
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LA SCATOLA DEL DOLORE
Non basta essere appassionati di qualcosa per diventare automaticamente dei professionisti specializzati, altrimenti il mondo sarebbe pieno di ginecologi e androloghe e infatti per ciò che riguarda il dolore e la sofferenza io non mi ritengo né esperto né professionista, però dopo tanti anni passati a calpestare questa bella terra in balia di mie e altrui fortune altalenanti, posso perlomeno affermare che in genere, se ne parlo, è perché so di cosa parlo.
Esistono differenti tipi di dolore e altrettante differenze scatenanti ma da che ho memoria ho sempre visto entrare nella mia vecchia casa a Viareggio persone con le lacrime agli occhi e poi uscirne, se non proprio sorridenti, perlomeno più serene.
Il fatto è che nella quasi totalità dei casi si trattava di madri e di padri che avevano perso i propri figli e le proprie figlie, genitori desiderosi di chiedere ai propri cari se Oltre ci fosse ancora sofferenza o invece la pace e la serenità che si auguravano.
Mio papà e mia mamma sono stati per la quasi totalità delle proprie vite Mulder e Scully de'noantri, però al contrario: mia mamma vedeva gli spiriti e ci parlava e mio papà scacciava infastidito i negromanti che conficcavano spille nelle loro bamboline per vendicarsi che gli rubavano il lavoro e pure gratis.
Nessun giovane spirito, però, ha mai parlato ai propri genitori - più grande è il dolore meno possibilità ci sono di attingere alle emanazioni della Cosa Una - invece queste madri e questi padri disperati hanno ritrovato una quiete interiore parlando non di chi è andato oltre ma di chi è rimasto.
Io sono forte con i dolori che conosco e assolutamente impreparato e fragile anche solo a pensare al dolore che non è ma che potrebbe essere. Anzi, che per forza di cose sarà.
Che cos'è, allora, la scatola del dolore?
Si tratta di una serie di espressioni emotive che ho incontrato in questi ultimi anni e che ho voluto fissare in una metafora visiva.
Noi siamo scatole, contenitori viventi delle più variegate emozioni che si agitano ad ogni nostro agire, sbattendo contro il nostro cuore e risuonandoci dentro.
Quando subiamo il lutto di una persona a noi cara, diventiamo contenitori di un'unica emozione, enorme, ingombrante e onnipresente: il dolore.
Immaginate il dolore come una palla rossa che a ogni nostro movimento sbatte contro il cuore e ci rimbomba dentro di sofferenza e disperazione. Apriamo gli occhi al mattino e ZAC! una coltellata al cuore, saliamo in macchina e ZAC!, apriamo la porta di casa ZAC! e così in ogni aspetto della nostra vita.
Poi un giorno succede qualcosa di strano... apri gli occhi al mattino e la coltellata non arriva: la palla rossa del dolore non ha colpito il cuore ma... c'è ancora! Rimbalza ovunque ma non tutti i movimenti la fanno sbattere là dove fa più male.
Ma... la palla del dolore si è forse rimpicciolita?
Non sembra sia più piccola, solo che colpisce meno frequentemente il cuore e col passare del tempo la sua capacità di ferire sembra diventare sempre più rara.
No, non è più piccola... è diventata più grande la scatola.
La persona è cresciuta intorno a quel dolore, lo ha accettato, compreso e lo ha reso più piccolo del posto in cui all'inizio esso sembrava spingere e spadroneggiare.
Non lo ha dimenticato, non lo ha seppellito, non è fuggita ma vi è cresciuta faticosamente intorno, fino a che il suo flebile manifestarsi non si è presentato come una piccola fitta di nostalgia velata di sorriso stanco.
Questo è il dolore, quando troviamo la forza di abbracciarlo e comprenderne le oscure motivazioni, perché oltre la cortina di pioggia del rimpianto e del desiderio di non sentire più, la via prosegue senza fine e i nostri sogni appartengono già al domani.
P.S.
Se il vostro dolore sembra essere troppo grande e la vostra scatola troppo piccola, cercatemi su telegram come kon_igi... magari non parleremo con gli spiriti ma vi posso assicurare che se avrete bisogno, cercherò di arrivare alla prima luce del quinto giorno. Quindi all'alba guardate ad Est! ❤️
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Postilla Non Satirica
In riferimento al post di ieri, mi viene forte il desiderio di spiegare due cose, che sono correlate tra loro. Riguardano il "vero significato" di quel gesto.
Surreali sono entrambe le proposte di "giustificazione" degli amici e sostenitori di Musk: la prima, ripresa anche dalla stampa italiana di Destra e che rimbalza anche qui su Tumblr, mostra un ingenuo (che vale a dire in perfetta malafede) montaggio in cui tra gli altri Barack Obama, Hillary Clinton, Kamala Harris sono fotogrammati con un braccio teso, a "simboleggiare" il fatto che il gesto di "dare il cuore" al pubblico sia prassi comune (con annessi commenti tipo "ma li vedono ormai ovunque!", "se chiamo un taxi con il braccio sono un nazista" e così via, che uccide sul nascere ogni possibilità di confronto). Ovviamente è un tentativo infantile di rendere comune una abnormità, la cui natura vera la spiega in maniera superba un altro aspetto: Andrea Stroppa, sorta di ambasciatore degli interessi di Musk in Italia, prima ha giustificato il gesto come espressione dei sentimenti di un uomo autistico, poi (ammetto che sono davvero favolosi da questo punto di vista) invocandolo nientemeno come uno degli artifici retorici che i generali o gli Imperatori facevano alle loro truppe quando, cito testualmente, "venivano compiuti diversi gesti per dare maggior enfasi al discorso. Uno di questi era di alzare il braccio".
Ovviamente la seconda ricostruzione già smentisce la prima, ma il riferimento alla Adlocutio Cohortium (che credo sia quello a cui fa riferimento Stroppa) non ha alcun fondamento, non solo perchè nelle molte che abbiamo non compare affatto questo gesto, ma soprattutto perchè non esistono né raffigurazioni, né riferimenti letterari o storiografici ad un saluto con la mano alzata in tutta la storiografia romana.
Ma forse più di ogni cosa, valgono le dichiarazioni che i gruppi Neonazi americani, mi verrebbe da dire non solo dell'Illinois, hanno tributato al gesto, tra cui credo sia illuminante la dichiarazione che un leader neonazista, Christopher Pohlhaus, capo del movimento Blood Tribe fieramente trumpiano, ha fatto: non mi interessa se l'ha fatto per sbaglio, mi godrò le lacrime versate sul gesto" (lacrime ovviamente dei condannanti il gesto).
A margine di ciò, è anche chiaro che non esiste un saluto romano riferito all'Antica Roma quando si fa quel gesto, è solo un puro gesto nazifascista.
Solo per essere precisi.
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susieporta · 4 months ago
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C’è una forma di violenza silenziosa in chi decide di tagliare un legame senza spiegazioni. Questo comportamento, per quanto apparentemente passivo, è profondamente tossico, perché nega all’altro il diritto di capire, di confrontarsi, di crescere attraverso il conflitto.
Quando qualcuno scompare senza avvisare, per natura siamo portati a diventare giudice della nostra stessa esistenza: cosa ho fatto? Dove ho sbagliato? Cerchiamo delle spiegazioni all'accaduto ed il rischio più grande che incorriamo, se le nostre parti più egoiste, argute e fiere sono esiliate, è quello di dubitare di noi, di pensare di avere davvero qualcosa che non va.
Non esiste relazione senza il rischio di ferire e venire feriti, ma esiste l'incontro, la possibilità di dichiararsi tristi o arrabbiati, delusi o giudicati. Sapere questo è la relazione.
È un potere sottile, quello di chi sceglie il silenzio: ti lascia con un fardello che non è tuo, un senso di smarrimento e confusione che rimbalza tra pancia testa e gola.
Ma la tossicità di questo atteggiamento non riguarda solo chi lo subisce: è anche il riflesso di chi lo mette in atto. Tagliare un legame senza confrontarsi significa rifuggire la responsabilità emotiva, scegliere l’egoismo al posto del coraggio. È un atto di vigliaccheria travestito da autodifesa, un modo per proteggersi evitando il peso della verità.
Ciò che rende davvero tossico questo atteggiamento è la sua capacità di lasciarti intrappolato in un ciclo infinito: il rancore, il senso di colpa, il bisogno di spiegazioni che non arrivano mai. È un veleno lento che si insinua nella tua capacità di fidarti, di credere che i legami possano essere solidi e autentici.
Per uscirne, serve una presa di coscienza: comprendere che il silenzio dell’altro non parla di te, ma di loro. Non sei tu a dover colmare il vuoto che hanno lasciato, non sei tu a dover dare senso a un’assenza che non hai scelto. Liberarsi da questo peso significa imparare a distinguere tra chi ti abbandona e chi, invece, ti solleva. E scegliere, finalmente, di non aggrapparsi a chi non ha mai avuto il coraggio di restare.
Dott.ssa Noemi Bitonti
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animadelpensiero12 · 6 months ago
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Quando fai cardio e il tuo ….. rimbalza, cosa che odio
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bludichartres · 7 months ago
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Di epiloghi e di altri dolori
Il treno è in ritardo. Siedo silenzioso mentre guardo gli altri avventori in sala d'attesa; qualcuno legge, adolescenti ridacchiano rumorosamente mentre guardano qualcosa al telefonino, altri discreti sussurrano qualcosa, il rumore di una palla che rimbalza. Le caviglie vanno meglio, adesso sono le spalle a scricchiolare. Sorrido ironico, ho riletto un po' delle impressioni di viaggio cristallizzate sul moleskine sgualcito. Ho ormai abbandonato ogni civiltà, poche ore e il lavoro tornerà a sommergermi. Respiro profondamente, poi deglutisco, lo sento già il peso dei turni che mi assale.
Il tempo passa lento sulla strada del ritorno, leggo qualche pagina di Fedor, entro domani terminerò "povera gente" poi chissà. Esco sul piazzale antistante la stazione: autobus spenti e un vago profumo di tigli, le nuvole azzurro opaco mi sovrastano squarciate in lontananza da toni salmone che preannunciano il crepuscolo.
I giorni si accorciano e questo è già un presagio. Stasera, stanotte verrà il momento del vino e delle sue certezze, canterà i miei giorni e i miei tormenti. Una volta ancora muoverà un ricordo: sono in ritardo. Da sempre.
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indestructiblee · 8 months ago
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Tipiche conversazioni al negozio:
Signora: " Madonna che fa caldo qui dentro, perché non mettete un condizionatore".
Io: " signora sarebbe inutile lavoriamo con un bollitore a 90 gradi, il condizionatore non riuscirebbe comunque a rinfrescare il negozio".
Signora: " così si muore".
Io: " lei signora ci sta 5 minuti qui, il tempo di preparare l'ordine, pensi a noi che ci stiamo tutto il giorno ahahahah".
Signora: " vabbè ma tu sei giovane, che vuoi ?!".
Io: " che vuol dí signó? Che me rimbalza il caldo perché so giovane?".
Basita.
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petalididonna · 1 year ago
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Non aspettare nessuno.
Incontra gente, viaggia, visita una città che ti incuriosisce, o riscopri la tua: girala a piedi, fotografala come se non l’avessi mai vista.
Non aspettare che arrivi qualcuno a salvarti.
Perché potrebbe non arrivare nessuno.
Quasi mai succede. Devi salvarti tu.
Devi volerti bene.
Devi guardarti dall’esterno e domandarti “Che cosa farei io per me se fossi una persona che mi ama?”
E farlo.
Far sentire la tua voce.
Imparare a chiedere aiuto.
Imparare a dire che cosa c’è che non va.
Arrabbiarti, anche.
E soprattutto imparare ad essere stupidamente felice, senza motivo.
Sai quella felicità cretina, inossidabile, quella specie di scudo luminoso su cui tutto rimbalza che ci viene fuori quando siamo innamorati?
Ecco. Non aspettare che arrivi qualcuno a dartelo.
È tuo. Sei tu che lo crei.
Impara come.
E fatti questa magia ogni volta che ne avrai bisogno.
(Catherine Black)
#amarsi#volersibene#iomiamo
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asteraarts · 2 months ago
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07/02/2025
(ENG) Song's Travel Log - Episode 1: The Blue Savior
Dear Diary
Today, on my way home after an intense study session, I came across some strange contraptions… I had never seen them before. As I approached them, out of sheer curiosity, I heard the bushes moving. I immediately became alert. In my condition, I cannot afford any kind of strong emotions. I was about to run away from the ladybug-shaped machinery, but a metallic horde surrounded me. Panic. I back away, in a vain attempt to put distance between myself and the assailants. Too bad my heart begins to fibrillate. I start coughing and, shortly after, spitting blood. A normal thing for me, if my life were not in danger. I sit on the ground helplessly, waiting for my inevitable end. I wait with my eyes closed, but - SBAM! 
I regain my visual sense and see a sphere bouncing from one car to another, at a speed I had never seen or perceived. This sphere then stops and takes a shape-a hedgehog like me? How is that even possible!
The blue hedgehog turns to look at me and, with a consoling smile, holds out his hand to help me. <<You shouldn't be so close to a Badnick>> puts me back on my feet <<Are you all right? Did they hurt you?>> he says, noticing the blood pouring out of my mouth. I wipe my lips <<No relax, it's just an involuntary reaction. I'm fine>> I explain. The blue hedgehog puts his hands on his hips, then gives me his back <<That's good, now if you'll excuse me, I really have to go>> and I see him snapping away; unfortunately, I couldn't ask his name, but at that moment I was just thinking of getting the hell out of there and resting. I'll find out for myself who that blue hedgehog is; after all, I've always been good at research.
(ITA) Song’s Travel Log - Episodio 1: Il salvatore blu
Caro Diario
Oggi, mentre tornavo a casa dopo una sessione di studio intensa, sono incappata in degli strani marchingegni… non li avevo mai visti prima. Nel mentre mi avvicinavo a loro, per pura curiosità, ho sentito i cespugli muoversi. Mi misi subito in allerta. Nelle mie condizioni, non posso permettermi emozioni forti di ogni tipo. Stavo per scappare via dal macchinario dalla forma a coccinella, ma un’orda metallica mi circonda. Panico. Indietreggio, nel vano tentativo di mettere distanza tra me e gli assalitori. Peccato che il mio cuore comincia ad andare in fibrillazione. Comincio a tossire e, poco dopo, sputare sangue. Una cosa normale per me, se non fossi in pericolo di vita. Mi siedo a terra impotente, in attesa della mia inevitabile fine. Aspetto ad occhi chiusi, ma… SBAM! 
Riprendo il senso visivo e vedo una sfera che rimbalza da una macchina all’altra, ad una velocità che non avevo mai visto né percepito. Questa sfera, poi, si ferma e prende una forma… un riccio come me? Ma com’è possibile?!
Il riccio blu si volta a guardarmi e, con sorriso consolatorio, mi porge la mano per aiutarmi. <<Non dovresti stare così vicino a un Badnick>> mi rimette in piedi <<Tutto bene? Ti hanno ferita?>> dice, notando il sangue che esce fuori dalla mia bocca. Mi pulisco le labbra <<No tranquillo, è solo una reazione involontaria. Sto bene>> spiego. Il riccio blu si mette le mani sui fianchi, per poi darmi le spalle <<Meno male, ora se vuoi scusarmi devo proprio andare>> e lo vedo scattare via; purtroppo non sono riuscita a chiedergli il nome, ma in quel momento pensavo solo a darmela a gambe e riposare. Scoprirò da me chi è quel riccio blu; in fondo, sono sempre stata brava nelle ricerche.
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montag28 · 2 months ago
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Io, certe sere, mi sembra di avere nella testa una pianura buia, rischiarata appena da luci lontane, smorzate dalla nebbia. La mia testa stanca è i campi della bassa padana tra un paese e l’altro, quando guidavo per tornare a casa dopo l’ultimo turno serale. Le luci di radi lampioni scalfiscono a malapena quel buio bianco. Le luci parlano in modo apparentemente sconnesso e misterioso. Dentro una luce c’è lo scaffale con le caramelle all’orzo di quando, da bambino, entravo con mia madre nella farmacia del paese. Una luce si alza, dice “Van Basten!”, poi si risiede e sparisce. Una luce gialla evapora come un’infuso alla camomilla. Le fa eco la luce di fronte, col suo vapore ma di bagno, la sua camomilla infusa in uno shampoo, di quelli che schiarivano i capelli di chi già era biondo. Il verde di un semaforo è l’ortica di uno shampoo diverso, ma anch’esso fuori commercio. Una luce più lontana sbrodola nell’atmosfera e prende la forma della Cecoslovacchia ancora intera. Tutti i lampioni della via sono ora la cartina politica appesa nella mia classe, in quarta elementare, nel 1989. Due luci rosse, emesse dai fari posteriori dell’auto che mi precede, mi guardano come un Caron dimonio con occhi di bragia stampato in una Divina Commedia illustrata di fine anni Settanta, che non ho mai visto, ma è facile da inventare. Una luna crescente, su in alto, prova anch’essa a farsi largo con la sua aurea leggera di platino. Una nuvola più alta della nebbia arriva e se la inghiotte a poco a poco, come il serpente col topo. Appare un’insegna al neon, il contorno luminoso disegna tre parole: CUORE-DI-CANE, tutto in maiuscolo, coi trattini a separare le parole. Sotto, più in piccolo, tutto in maiuscolo: uuuu-uh!, colorato in rosso, col punto esclamativo in bianco. Una luce fugace, arancione di semaforo, sferza il metallo di un segnale stradale, poi si schianta in un canale, infine rimbalza sulle mie ciglia, in un lampo. La luce arancio intenso richiama la resistenza elettrica rovente di un vecchio tostapane. C’erano sere in cui anche mamma non aveva voglia di cucinare, papà non c’era. “Stasera facciamo i toast”. Io e i miei fratelli, felicissimi. Mamma era giovane, ci cucinava un sacco di prelibatezze, ma noi bambini eravamo più contenti di mangiare due fette tostate di pane bianco in cassetta con dentro il prosciutto cotto e il formaggio fuso. Quest’ultimo aveva una doppia funzione: formaggio, ma anche collante per saldare fra loro le fette di pane. I toast per cena non erano un ripiego, erano una festa. Ecco: non c’è nebbia, in questo tratto. Quasi non me n’ero accorto.
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orotrasparente · 1 year ago
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oggi sono talmente sfigato che se mi cade una penna a terra mi rimbalza in culo
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tettine · 1 year ago
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Vorrei dirgli che mi piace quando mi parla delle sue cose anche se non capisco nulla e che mi perdo ai ragionamenti troppo complessi, il suo frenulo corto che modifica la dizione è bello e mi fa ridere anche se devo impegnarmi a leggere il labiale quando parla sottovoce. Il fatto che mi venga la cervicale è un problema sormontabile e il suo odore sa di strano ma di strano buono, qualcosa che ho già sentito ma non so dove, forse nella mia infanzia. Adoro quando mi fa il verso della mia esse moscia e si muove tutto dinoccolato per dare l'idea concreta dell'onomatopeica e poi mi sorride conscio della mia reazione. Mi mette molta paura quando mi guarda e si perde e poi mi dice 'boh nulla, mi sono perso, scusa' e io gli chiedo a che pensi e lui attua sempre la stessa sequenza: mi guarda, alza gli occhi al cielo, chiude le palpebre, e inizia la produzione della solita frase 'ma a niente, a cosa vuoi che pensi?' E questa cosa che mi rimbalza sempre le domande ed elude i discorsi la odio ma non me ne accorgo nella conversazione quindi rimango sempre con l'amaro in bocca quando ci penso e ci penso troppo spesso e sospiro
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animadelpensiero12 · 6 months ago
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cos'è che rimbalza? il tuo...
...umore?
...sguardo?
...vicino di tapis roulant?
...culo?
...seno?
...pisello?
😂
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seno
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smokingago · 2 years ago
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In qualche posto difficile della mia vita mi è capitato di mettermi a parlare da solo.
C’è una briciola di conforto nella voce umana e , in mancanza di meglio, va bene anche la mia.
Mi rivolgevo al corpo, chiedendogli come riusciva a sopportare.
Non mi rispondeva, se ne stava assorto, pronto, paziente.
Ho saputo in quei posti che aveva senso chiedere al corpo.
E ho saputo che non ero il suo proprietario, ma l’ultimo inquilino.
Lo avevo ereditato da innumerevoli antenati che lo avevano sperimentato nelle usure di grandiose fatiche, pericoli, ferocie.
Era una macchina da combattimento addestrata alle svariate sopravvivenze.
Capivo dalla sua pazienza che aveva margini di resistenze inesplorate da me.
Nascendo si eredita oltre alla propria vita anche l’immenso tempo precedente della specie umana.
Sta nelle ossa, nei nervi, nei sensi, nell’ossicino detto labirinto che dall’interno dell’orecchio governa l’equilibrio.
So di abitare un animale antico e di arredarlo con quello che mi capita vivendo.
Come un vecchio appartamento di Napoli, l’ho trovato già pieno di fantasmi, incubi, tarantelle, orchi e principesse che avevano lasciato impronte precedenti.
Potevo imbiancarle ma non cancellarle.
Mi accorgo del corpo, della sua indipendenza da me quando si trova allo stremo.
Allora è bene per me ammutolire i pensieri e starmene in ascolto.
All’inizio avverto l’andatura automatica della macchina cuore/polmone, seguo il sangue che viaggia per biforcazioni fino all’estremità dei capillari. Da lì rimbalza e torna indietro.
Proseguo la discesa negli organi, infine nelle ossa.
A quel punto della percezione sto rannicchiato, minuscolo dentro un’immensa fabbrica che esegue un suo spartito di lavorazioni.
Il corpo batte musica pure dentro il dolore, nello sfinimento.
E’ indifferente all’ultimo inquilino che lo sta abitando.
Morire sarà allora sgomberare il locale, rimetterlo alle sue componenti indistruttibili, alla terra, all’aria, all’acqua, al fuoco.
La polvere del suolo di cui parla l’opera di creazione dell’Adam, contiene l’energia di una materia viva.
Da meridionale cresciuto sopra terre sismiche la riconosco in ogni terremoto.
Questi pensieri mi hanno accompagnato nelle esperienze fisiche della mia esistenza.
Mi hanno assegnato le misure che mi spettano dentro la vastità del tempo e dello spazio.
Invece di sgomento mi hanno trasmesso pace, togliendomi un po’ di grasso dalla presunzione di possedere un corpo.
Erri De Luca - da “Il corpo abitato”
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animaespirito · 1 year ago
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"Non aspettare nessuno. Incontra gente, viaggia, visita una città che ti incuriosisce, o riscopri la tua: girala a piedi, fotografala come se non l'avessi mai vista. Non aspettare che arrivi qualcuno a salvarti. Perché potrebbe non arrivare nessuno. Quasi mai succede. Devi salvarti tu. Devi volerti bene. Devi guardarti dall'esterno e domandarti "Che cosa farei io per me se fossi una persona che mi ama?" E farlo. Far sentire la tua voce. Imparare a dire che cosa c'è che non va. Arrabbiarti, anche. E soprattutto imparare ad essere stupidamente felice, senza motivo. Sai quella felicità cretina, inossidabile, quella specie di scudo luminoso ed ebete su cui tutto rimbalza che ci viene fuori quando siamo innamorati? Ecco. Non aspettare che arrivi qualcuno a dartelo. Mica te lo deve dare. È tuo. Sei tu che lo crei. Impara come. E fatti questa magia ogni volta che ne avrai bisogno" (Catherine Black)
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seoul-italybts · 10 years ago
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[✎ TESTO ♫ ITA] 화양연화 pt.1 - BTS⠸ ❛ Intro : 화양연화 ❜⠸ 29.04.15
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[✎ TESTO ♫ ITA] BTS
❛ Intro : The Most Beautiful Moment in Life ❜
🌇 Intro : L'età più bella delle nostre vite🏀
__💿 화양연화 pt.1 , 29. 04. 2015
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Prodotta da: Slow Rabbit
Scritta da: Slow Rabbit, SUGA
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Oggi il canestro sembra particolarmente distante
I miei sospiri profondi che riempiono il campo
Un ragazzo terrorizzato dalla realtà
Il cuore sereno solo quando tira la palla
Solitario con i suoi tiri
Ciò che lancia verso il cesto
Sono innumerevoli pensieri e preoccupazioni
Anche se fingo di conoscere il mondo, non sono ancora maturo
Lancio! Il campo è il mio terreno d'azione
Movimenti di mano, e la piccola palla rimbalza seguendo i miei piedi
Anche se i miei voti, similmente, toccano il suolo, ancor più forte
Grido al mondo che andrà tutto bene
Ma, di fatto, il mondo mi fa paura
Se devi esser così spaventato, dacci un taglio
I pensieri che mi frullano in testa
E invece della palla quello che sto gettando è il mio futuro
Valutazioni fatte da altri, il mio non essere all'altezza del successo
Grazie a tutto questo, ancora una volta,
preoccupazioni si diffondono come un cancro
Dannazione
Ora che ho lanciato la palla, erompo in una risata
Il fiato, che sale fino al mento, sono sogni tumultuosi
I palleggi si fanno serrati, il mio cuore sempre più felice
Anche se sembra questo momento possa durare per sempre,
Quando cala il sole e scende la notte, torno a questa realtà martoriata
Torno in me e di nuovo son terrorizzato
Spaventato della mia stessa immagine di idiota spaurito
E poi la realtà mi colpisce
Cosa faccio ancora qui, mentre gli altri vanno avanti?
Respira, respira
Sogna il tuo sogno
Continua a remare seguendo i battiti del tuo cuore
Se continui a vivere chiudendo un occhio, intrappolato nel vuoto giudizio altrui
Calerà la notte anche sulla tua vita, come il tramonto sul campo da basket
Che sto facendo della mia vita?
Questo momento non tornerà mai più
Ancora una volta, mi chiedo "Sei felice così?"
La risposta è già chiara, "Sì"
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS | eng: © doolsetbangtan ; © BTS_Trans⠸
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