#radiotelescopi
Explore tagged Tumblr posts
guyclement · 9 days ago
Video
youtube
URBEX Guy Clément LATVIA | IRBENE | BUNKER VIDEO - N'hésites pas à t'abonner à ma chaîne et activer les notifications 🔔pour être informé de mes prochaines explorations et découvertes! Feel free to subscribe my channel and activate notifications 🔔to be aware about my next explorations and discoveries! Une exploration dans une base secrète de l’Armée soviétique, Irbene comprenait trois radiotélescopes qui permettaient de capter les ondes radio haute fréquence. Le 22 juillet 1994, le dernier soldat russe quittait Irbene et les antennes étaient investies par l’Académie des Sciences de Lettonie. Cette ville secrète ne figurait pas sur les cartes officielles de Lettonie. De grands immeubles abandonnés en brique blanche ou en préfabriqué entourent une poignée d’équipements (gymnase, salle des fêtes, restaurant) partiellement effondrés et à peine reconnaissables. Aujourd'hui, elle disparait avec le temps oubliée de tous... An exploration in a secret base of the Soviet Army, Irbene included three radio telescopes that could capture high frequency radio waves. On July 22, 1994, the last Russian soldier left Irbene and the antennas were taken over by the Latvian Academy of Sciences. This secret city was not on the official maps of Latvia. Large abandoned white brick or prefabricated buildings surround a handful of partially collapsed and barely recognizable facilities (gymnasium, party hall, restaurant). Today, it disappears with the forgotten time of all... Исследуя секретную базу Советской Армии, Ирбене включал в себя три радиотелескопа, которые могли захватывать высокочастотные радиоволны. 22 июля 1994 года последний российский солдат покинул Ирбене, и антенны были переданы Латвийской академии наук. Этот секретный город не был на официальных картах Латвии. Большие заброшенные здания из белого кирпича или сборные дома окружают несколько частично разрушенных и едва узнаваемых объектов (гимназия, зал для вечеринок, ресторан). Сегодня он исчезает с забытым временем всех... Una exploración en una base secreta del ejército soviético, Irbene incluía tres radiotelescopios que permitían captar las ondas de radio de alta frecuencia. El 22 de julio de 1994, el último soldado ruso salió de Irbene y las antenas fueron ocupadas por la Academia de Ciencias de Letonia. Esta ciudad secreta no figuraba en los mapas oficiales de Letonia. Grandes edificios abandonados de ladrillo blanco o prefabricados rodean un puñado de equipamientos (gimnasio, sala de fiestas, restaurante) parcialmente derrumbados y apenas reconocibles. Hoy desaparece con el tiempo olvidado de todos... Un'esplorazione in una base segreta dell'esercito sovietico, Irbene includeva tre radiotelescopi che permettevano di captare le onde radio ad alta frequenza. Il 22 luglio 1994, l'ultimo soldato russo lasciò Irbene e le antenne furono investite dall'Accademia delle Scienze lettone. Questa città segreta non era sulle mappe ufficiali della Lettonia. Grandi edifici abbandonati in mattoni bianchi o prefabbricati circondano una manciata di attrezzature (palestra, sala delle feste, ristorante) parzialmente crollate e difficilmente riconoscibili. Oggi scompare con il tempo dimenticato da tutti... Irbene, eksploracja tajnej bazy armii radzieckiej, obejmowała trzy radioteleskopy, które mogły wychwytywać fale radiowe wysokiej częstotliwości. 22 lipca 1994 r. Ostatni rosyjski żołnierz opuścił Irbene, a anteny przejęła Łotewska Akademia Nauk. Tego tajnego miasta nie było na oficjalnych mapach Łotwy. Duże opuszczone budynki z białej cegły lub prefabrykowane otaczają garść częściowo zawalonych i ledwo rozpoznawalnych obiektów ( gimnazjum, sala imprezowa, restauracja ). Dziś znika z zapomnianym czasem wszystkich... Retrouvez-moi sur les réseaux / Follow me for daily content: 👍 Facebook:  Urbex Guy Clement  https://www.facebook.com/profile.php?... 👉 Youtube  URBEX Guy Clément  https://www.youtube.com/channel/UCNhQ... 📸 Instagram:  @abandoned.urbex.world  https://www.instagram.com/abandoned.u...     🎵TikTok: @urbexguyclement https://www.tiktok.com/@urbexguycleme...     🐦Twitter: @GuyPellegrin https://twitter.com/GuyPellegrin   #abandoned #bunker #urbex
0 notes
mercurialbadger · 3 months ago
Text
My vision of the molecular biology of the nearest future
My vision of the molecular biology of the future is a single letter, sent through regular mail, that would allow a person with no previous molecular biology experience to start doing it without any purchases of specialized equipment or reagents.
The person who receives this letter should have in their hands the full toolkit to do molecular cloning and assembly, delivery and editing systems that support wide variety of biological organisms to be studied, quality control of genetic constructions, de novo DNA synthesis and massive parallel DNA sequencing.
This will require and therefore facilitate the adherence to and development of standards of molecular biology allowing for tighter collaboration of people from different institutions: part domestication, multiplication of standard primers in-house, better quality control of in house reagents, standartized protein scaffolds for affinity experiments, highly reproducibile reporters for a variety of tasks from Western blotting to ELISA to in vivo microscopy.
This will increase lucrativeness of various open source hardware assembly protocols, because now people will see direct results from spending time to build it.
As more people will be engaged with it, molecular biology will stop being an Ivory Tower science - it will go out the the homeless shelters, factories and fields. Small self-funded genomic surveillance outposts, if they will be as ubiquitous as home radiotelescopy once was, will collect data to build a resilient shield of humanity against infectuous diseases.
That's within grasp. And I don't imagine what is next. But I will not make the mistakes I once made. I will become strong enough to protect what I hold dear. I will be able to honestly and proudly answer "What have I done today for the sake of tomorrow?".
1 note · View note
netmassimo · 8 months ago
Text
Tumblr media
Due articoli pubblicati sulla rivista "The Astrophysical Journal Letters" riportano diversi aspetti di uno studio di Sagittarius A, o semplicemente Sgr A, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, che ha portato alla creazione di un'immagine in luce polarizzata dell'area attorno ad esso. La collaborazione Event Horizon Telescope (EHT), che include ricercatori dell'INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare) e dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), ha usato nuovamente una combinazione di vari radiotelescopi per rilevare la luce polarizzata grazie al fatto che le particelle che ruotano attorno alle linee del campo magnetico determinano uno schema di polarizzazione perpendicolare ad esso.
0 notes
delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
Text
Luna, perso il segnale di Peregrine alle 21,59 italiane
E’ stato perduto alle 21,59 italiane il segnale di Peregrine, il veicolo lanciato l’8 dicembre dall’azienda americana Astrobotic perché diventasse il primo lander privato a posarsi sulla Luna. Lo rende noto sulla piattaforma X Richard Stephenson, che lavora nel Canberra Deep Space Communication Complex, l’installazione australiana che fa parte della rete internazionale di radiotelescopi Deep…
View On WordPress
0 notes
gaetaniu · 11 months ago
Text
La chimica cosmica svela la danza stellare: il telescopio ALMA scopre i segreti nascosti dell'orbita
Il telescopio ALMA mostra come il gas intorno alla stella morente W Aquilae sia stato modellato dalle interazioni con una stella compagna simile al sole. Entrambe le stelle si trovano nella luminosa regione centrale di questa immagine. Un team di scienziati internazionali, armati della potente serie di radiotelescopi ALMA in Cile, ha svelato i misteri cosmici che circondano una stella morente,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
vorticimagazine · 1 year ago
Text
Rivelato il suono dell'Universo...
Tumblr media
Torniamo a parlare di Astronomia: c’è una notizia per noi di Vortici.it, affascinante e ricca di mistero.
Gli scienziati hanno rivelato il suono dell'Universo che arriva da lontano, generato, forse da “buchi neri super massicci”: ci sono voluti venticinque anni di lavoro, a fronte di una ricerca a forte stampo italiano che ha visto coinvolti l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Università Milano Bicocca e il Sardinia Radio Telescope.  Partiamo da una teoria che ora è dimostrabile.
Aveva ragione Albert Einstein, che aveva teorizzato l’esistenza di onde gravitazionali in grado di creare una sorta di “ronzio di sottofondo” che rimbomba in tutto l’Universo.
Tumblr media
La svolta – è avvenuta dopo anni di lavoro e centinaia di scienziati coinvolti che hanno utilizzano radiotelescopi in Nord America, Europa, Cina, India e Australia. Questo risultato incredibile va considerato come una pietra miliare che apre nuovi orizzonti riguardo gli studi sull'Universo. Ciò ha portato alla seguente conclusione: il cosiddetto spazio – tempo viene, di fatto, “deformato” da enormi onde gravitazionali che attraversano l’Universo: lo ha dimostrato la ricerca condotta “Nanohertz Observatory for Gravitational Waves” (NANOGrav), un consorzio mondiale di astronomi, in collaborazione con altri consorzi provenienti da diversi Paesi. Gli scienziati ritengono che le onde nascano quando i “buchi neri super massicci” (“Supermassive Black Holes”) si fondono.
Tumblr media
Gli astronomi hanno trovato segni di onde gravitazionali super lente, che distorcono lo spazio – tempo mentre attraversano l’Universo. Sostiene il professor Marc Kamionkowski, docente di fisica dell'astronomia alla Johns Hopkins University: “Questa ricerca sarà molto importante nella nostra comprensione dell’evoluzione dei buchi neri super massicci. E, come ho detto, questo è solo un rilevamento. In futuro, avremo molte più informazioni. E impareremo molto di più sullo spettro delle masse dei buchi neri super massicci. E impareremo a conoscere la velocità con cui diversi buchi neri super massicci si stanno fondendo. Impareremo a conoscere anche la distribuzione dei buchi neri super massicci in tutto l’Universo”. Le onde gravitazionali sono increspature nel “tessuto” dell’Universo che viaggiano alla velocità della luce, quasi totalmente liberi. La loro esistenza non è stata confermata fino al 2015, quando gli osservatori statunitensi e italiani hanno rilevato le prime onde gravitazionali create dalla collisione di due buchi neri. Queste onde “ad alta frequenza” sono state il risultato di un singolo evento violento che invia un forte, breve scoppio increspato verso la Terra. Per decenni gli scienziati hanno cercato le onde gravitazionali a bassa frequenza, che si pensa siano costantemente in movimento nello spazio, proprio come un rumore di fondo.
Tumblr media
Unendo le forze sotto la bandiera del consorzio “International Pulsar Timing Array”, gli scienziati che lavorano ai rilevatori di onde gravitazionali in diversi continenti hanno rivelato di aver finalmente trovato un forte rumore di fondo. Per trovare le prove di questo andamento alle basse frequenze, gli astronomi hanno osservato le pulsar, i nuclei morti delle stelle esplose in una “supernova”. In futuro, le onde gravitazionali a bassa frequenza potrebbero rivelare di più anche sul “Big Bang” e, possibilmente, far luce sul mistero della materia oscura – hanno spiegato gli scienziati – oltre a far capire meglio come si formano e si evolvono i buchi neri e le galassie. Una ricerca molto italiana Alla ricerca delle onde gravitazionali a bassissima frequenza e ultra – lunghe ha contribuito in modo importante l’Europa, con la collaborazione dell’European Pulsar Timing Array (Epta), e l’Italia, grazie all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), con la sua sede di Cagliari, e l’Università di Milano Bicocca. Il risultato, pubblicato in più articoli dalla rivista “Astronomy and Astrophysics”, si deve a 13 telescopi di tutto il mondo. Di questi, cinque sono europei, tra cui il “Sardinia Radio Telescope”. All’interno delle 11 istituzioni europee che fanno parte dell’Epta, astronomi e fisici teorici hanno collaborato per utilizzare i dati relativi a 15 pulsar, stelle molto dense che ruotano su sé stesse, il cui ritmo è alterato dal passaggio delle nuove onde gravitazionali. Distanti dalla Terra e disseminate nella Via Lattea, le pulsar sono diventate un unico rivelatore cosmico ai limiti della fantascienza. Le variazioni nella loro rotazione misurate dai 13 radiotelescopi riflettono, infatti, le dilatazioni e le compressioni dello spazio - tempo, la cui regolarità ricorda quella del respiro.
Tumblr media
L’organizzazione europea ha partecipato a un grande lavoro di squadra con i ricercatori indiani e giapponesi dell’Indian Pulsar Timing Array (InPta) e gli altri “cacciatori” di pulsar attivi nel mondo, come la già citata NANOGrav, l’australiana Ppta e la cinese Cpta. Insieme al “Sardinia RadioTelescope”, i radiotelescopi europei che hanno permesso la scoperta sono: l’Effelsberg Radio Telescope in Germania, il Lovell Telescope dell’Osservatorio Jodrell Bank (Università di Manchester) nel Regno Unito, il Nancay Radio Telescope in Francia e il Westerbork Radio Synthesis Telescope nei Paesi Bassi. Potrebbe interessarti anche la nostra rubrica AstronomiaPotrebbe interessarti anche l'articolo di Passione AstronomiaImmagine di copertina e altre immagini: Pixabay Read the full article
0 notes
cinquecolonnemagazine · 1 year ago
Text
La prima eruzione solare su Terra, Luna e Marte simultaneamente
Avvertita per la prima volta un'eruzione solare su Terra, Luna e Marte simultaneamente. Il picco di radiazioni in arrivo dal Sole è stato scoperto grazie ai dati rilevati da più missioni spaziali, tra cui il Trace Gas Orbiter di ExoMars dell'Agenzia Spaziale Europea in orbita attorno a Marte. A scoprirlo è stato il gruppo di ricerca guidato da Bin Zhuang, dell'Università americana del New Hampshire, che ha pubblicato i dati sulla rivista Geophysical Research Letters. Cos'è una eruzione solare? Un'eruzione solare è un improvviso rilascio di energia e radiazione dalla superficie del Sole. Si tratta di un evento spettacolare che coinvolge l'emissione di una grande quantità di energia in varie forme, tra cui luce, onde radio e particelle cariche ad alta velocità. L'eruzione solare è causata da perturbazioni nell'atmosfera solare, specialmente nella sua esterna atmosfera chiamata corona. Queste perturbazioni possono essere il risultato di interazioni complesse tra campi magnetici all'interno della corona. Quando i campi magnetici si riorganizzano o si ricollegano in modo violento, possono provocare l'espulsione di plasma caldo e carico dall'atmosfera solare. Le radiazioni delle eruzioni solari Le eruzioni solari sono associate a diverse emissioni di radiazione e particelle, tra cui: - Luce visibile: Le eruzioni solari sono spesso accompagnate da un aumento dell'emissione di luce visibile, il che può rendere il Sole temporaneamente più luminoso. - Raggi X: Le eruzioni solari generano un'intensa radiazione a raggi X, che può influenzare l'atmosfera terrestre e interagire con la tecnologia spaziale. - Onde radio: Le eruzioni solari possono causare emissioni di onde radio a varie lunghezze d'onda, che possono essere rilevate e studiate da radiotelescopi sulla Terra. - Particelle cariche: Le eruzioni solari possono lanciare particelle cariche, principalmente protoni ed elettroni, nell'ambiente spaziale. Queste particelle possono interferire con le operazioni dei satelliti e influenzare l'ambiente spaziale intorno alla Terra. Le eruzioni solari possono variare in intensità e impatto. chiamate "eruzioni solari di classe X", possono avere effetti significativi sulla Terra, causando interferenze radio, interruzioni nelle comunicazioni satellitari e persino problemi tecnologici in orbita. La recente attività del Sole Il Sole in questi ultimi anni è in una fase particolarmente attiva e sono piuttosto frequenti violenti brillamenti o eruzioni che sprigionano grandi quantità di particelle e radiazioni che possono colpire i vari pianeti. Una di queste è avvenuta il 28 ottobre 2021, un cosiddetto brillamento di classe X1.0 (la tipologia più intensa), che ha colpito la Terra senza però produrre danni perché il nostro pianeta è protetto da un campo magnetico in grado di schermare la superfice e reindirizzare molte particelle cariche verso i poli (portando alla formazione di aurore polari). Ma per la prima volta, come si dice anche nel video divulgativo appena pubblicato dall'Esa, tracce di questa stessa eruzione sono state registrate simultaneamente anche su Marte e sulla Luna. Foto di Arek Socha da Pixabay Read the full article
0 notes
scienza-magia · 1 year ago
Text
Rivelate le onde gravitazionali di fondo dell'Universo
Tumblr media
Onde gravitazionali: la scoperta che rivela il respiro dell’universo. Alla ricerca pubblicata sulla rivista Astronomy and Astrophysics, hanno contribuito la collaborazione europea Epta, della quale l’Italia fa parte con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (sede di Cagliari) e l’Università di Milano Bicocca Lo definiscono “il respiro dell'universo”, si tratta del rumore di fondo che gli astronomi sono riusciti ad ascoltare grazie a una tecnica per la rilevazione delle onde gravitazionali. Una novità che, come sottolineano, apre una “nuova finestra sull'universo”. Un risultato importante, pubblicato su The Astrophysical Journal Letter frutto di uno studio e progetto di ricerca che ha visto la collaborazione di più scienziati. Gli studiosi hanno osservato per la prima volta le deboli increspature causate dal movimento dei buchi neri che stanno dolcemente allungando e comprimendo ogni cosa nell’universo. Mercoledì, hanno riferito di essere stati in grado di “sentire” quelle che vengono chiamate onde gravitazionali a bassa frequenza, “cambiamenti nel tessuto dell’universo creati da enormi oggetti che si muovono e si scontrano nello spazio”. La prima volta, come sottolineato da Maura McLaughlin, co-direttrice di NANOGrav, North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves che «abbiamo prove di questo movimento su larga scala di tutto nell’universo». A spiegare quanto sia importante questa scoperta è Michele Vallisneri, senior research scientist al Jet Propulsion Laboratory della NASA nella California del sud. Questa scoperta rivela che l’intero universo è immerso in un rumore di fondo di onde gravitazionali, provenienti dalle binarie di buchi neri al centro delle galassie, e suggerisce che queste binarie esistono in gran numero - dice -. La tecnica di rivelazione è quasi incredibile: abbiamo monitorato per 15 anni la pulsazione regolare proveniente da 67 stelle di neutroni nella galassia, per misurare lo stiramento e compressione dello spaziotempo». Alla scoperta delle onde gravitazionali a bassissima frequenza e ultra-lunghe hanno contribuito in modo importante l’Europa, con la collaborazione European Pulsar Timing Array (Epta), e l’Italia grazieall’Istituto Nazionale di Astrofisica, con la sua sede di Cagliari, e l’Università di Milano Bicocca. Il risultato si deve a 13 telescopi di tutto il mondo. Di questi, 5 sono europei, fra cui il Sardinia Radio Telescope. All’interno delle 11 istituzioni europee che fanno parte dell’Epta, astronomi e fisici teorici hanno collaborato per utilizzare i dati relativi a 15 pulsar, stelle molto dense che ruotano su sé stesse, il cui ritmo è alterato dal passaggio delle nuove onde gravitazionali. Distanti dalla Terra e disseminate nella Via Lattea, le pulsar sono diventate un unico rivelatore cosmico ai limiti della fantascienza. Le variazioni nella loro rotazione misurate dai 13 radiotelescopi riflettono infatti le dilatazioni e le compressioni dello spazio-tempo, la cui regolarità ricorda quella del respiro. L’organizzazione europea ha partecipato a un grande lavoro disquadra con i ricercatori indiani e giapponesi dell’Indian Pulsar Timing Array (InPta) e gli altri cacciatori di pulsar attivi nel mondo, come la collaborazione nordamericana NanoGrav,l’australiana Ppta e la cinese Cpta. Con il Sardinia RadioTelescope, i radiotelescopi che hanno permesso la scoperta sono l’Effelsberg Radio Telescope in Germania, il Lovell Telescope dell’Osservatorio Jodrell Bank nel Regno Unito, il Nancay Radio Telescope in Francia e il Westerbork Radio Synthesis Telescope nei Paesi Bassi. Per il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Marco Tavani si tratta di “risultati straordinari per la loro importanza scientifica e per le prospettive future di ulteriore consolidamento dei risultati». I risultati appena pubblicati, rileva, sono «una pietramiliare per l’astrofisica contemporanea: da un lato aprono una nuova finestra osservativa nella scienza delle onde gravitazionali e dall’altro confermano l’esistenza di onde gravitazionali ultra lunghe che, secondo le teorie correnti, dovrebbero essere generate da coppie di buchi neri super-massicci formatisi nel corso del processo di fusione frale galassie». I risultati dell’EPTA si confrontano con una serie di pubblicazioni oggi annunciate in parallelo da altre collaborazioni in tutto il mondo. L'insieme di dati dell'EPTA è straordinariamente lungo e denso ed ha permesso di ampliare la finestra di frequenza in cui possiamo osservare queste onde - fa sapere Alberto Sesana professore all’università Milano Bicocca - permettendo una migliore comprensione della fisica delle galassie che si fondono e dei buchi neri super massicci che esse ospitano». Nataliya Porayko, ‘visiting researcher' all'Università di Milano-Bicocca tuttavia sottolinea che «una regola d'oro in fisica per conclamare la scoperta di un nuovo fenomeno è che il risultato dell’esperimento abbia una probabilità di verificarsi casualmente meno di una volta su un milione». Il risultato riportato da EPTA - così come dalle altre collaborazioni internazionali - non soddisfa ancora questo criterio, infatti c'è ancora circa una probabilità su mille che fonti di rumore casuali cospirino per generare il segnale. C’è poi l’altra faccia della ricerca e riguarda il progetto dell’Einstein Telescope. «L’astronomia gravitazionale alle frequenze più basse (nanohertz) con le pulsar è complementare al programma degli interferometri terrestri come LIGO, Virgo, e in futuro ET che puntano a frequenze più alte (decahertz) - conclude Michele Vallisneri -. Mentre la prima rivela i buchi neri supermassivi ed effetti cosmologici esotici, i secondi studiano la ricchissima fenomenologia dei buchi neri stellari e delle stelle di neutroni. Così come sondiamo l’universo utilizzando parti diverse dello spettro elettromagnetico (da onde radio al visibile ai raggi gamma), così vogliamo estendere la “finestra” gravitazionale a tutte le frequenze, per esplorare tutti gli aspetti dell’universo oscuro». Meloni: con Einstein Telescope Italia e Ue al passo con attori globali Read the full article
0 notes
eugeniocaruso · 2 years ago
Photo
Tumblr media
CON IL WEBB DAL SISTEMA SOLARE AI CONFINI DELL'UNIVERSO http://www.impresaoggi.com/it2/2408-con_le_immagini_del_webb_ci_si_avvicina_allalba_delluniverso/ LA GALASSIA GHZ2/GLASS-z12 è molto luminosa e robusta. La sua luce ha viaggiato per oltre 13,184 miliardi di anni e ha percorso una distanza di almeno 26,596 miliardi di anni luce. Così, per esaminarla, gli addetti ai lavori si sono rivolti ad ALMA. Le osservazioni confermano l'età della galassia: GHZ2/GLASS-z12 è nata 367 milioni di anni dopo il Big Bang. “Il lavoro di JWST è appena iniziato, ma stiamo già adattando i nostri modelli di come si formano le galassie nell'Universo primordiale per corrispondere a queste osservazioni. La potenza combinata di Webb e dell'array di radiotelescopi ALMA ci dà la fiducia necessaria per spingere i nostri orizzonti cosmici sempre più vicini all'alba dell'Universo", afferma infine Jorge Zavala, dell'Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone. https://www.instagram.com/p/CoUOwm8NQRO/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
londranotizie24 · 2 years ago
Text
Astrofisica e telescopi: il progetto SKAO raccontato dall'ingegnere Marco Bartolini
Tumblr media
Di Laura Saracino @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Marco Bartolini, ingegnere del software, racconta a Around Britaly la sua esperienza nell'ambiente scientifico internazionale nel team SKAO di Manchester. Per la puntata natalizia di Around Britaly si parla di scienza e astrofisica con l'ingegnere Bartolini Marco Bartolini, ingegnere del software parte del team SKAO, racconta ai microfono di Around Britaly in cosa consiste essere parte di un ambiente scientifico internazionale e gli step che lo hanno portato ad essere uno degli italiani impegnati nel progetto. Da sempre uno degli ambienti più allettanti per giovani studenti e professionisti, le organizzazioni che si occupano di ricerca scientifica offrono team e contesti internazionali, unendo crescita personale contribuendo a creare qualcosa che rimarrà alla società. Insieme a Marco Bartolini, abbiamo parlato di come si arriva ad essere parte di SKAO, e degli eventi che l'organizzazione propone per raggiungere la comunità in UK, come il Bluedot festival. Ascolta ora l'episodio su Spotify SKA Observatory è un progetto scientifico internazionale volto alla realizzazione di due radiotelescopi. Più informazioni sul sito internet dedicato. ... Continua a leggere su www. Read the full article
0 notes
levysoft · 3 years ago
Link
Nell’aprile 2020, il Dipartimento della Difesa ha pubblicato alcuni video registrati dalle telecamere a infrarossi montate su aerei della Marina degli Stati Uniti che hanno documentato incontri con una varietà di “fenomeni aerei non identificati“.
I piloti hanno riferito di aver visto oggetti volare nel cielo a velocità ipersoniche e cambiare direzione quasi istantaneamente, capacità ben oltre quelle di qualsiasi aereo conosciuto.
Cosa hanno visto i piloti? Fenomeni atmosferici bizzarri? Astronavi aliene? Qualcos’altro?
Diversi rami del governo hanno indagato sugli eventi, motivati ​​in parte dalla preoccupazione che avversari come la Russia o la Cina possano aver compiuto uno spettacolare progresso tecnologico, e alla fine di questo mese il governo prevede di pubblicare un rapporto che rivelerà ciò che si sa al momento.
Secondo quanto riferito, il governo statunitense dirà che non ci sono prove di attività extraterrestri, ma che gli incidenti rimangono inspiegabili.
È probabile, tuttavia, che dovremmo essere tutti grati di non avere ancora alcuna prova di contatto con civiltà aliene.
Tentare di comunicare con gli alieni, se esistono, potrebbe essere estremamente pericoloso per noi. Dobbiamo capire se è saggio o sicuro e come gestire tali tentativi in ​​modo organizzato.
Alcuni circoli scientifici si sono già interrogati sull’opportunità di provare a contattare altre civiltà. È un argomento di profonda importanza per l’intero pianeta.
Per 60 anni, gli scienziati hanno cercato con i radiotelescopi, ascoltando possibili segnali provenienti da altre civiltà su pianeti in orbita attorno a stelle lontane. Questi sforzi sono stati in gran parte organizzati dall’istituto SETI – l’acronimo sta per Search for ExtraTerrestrial Intelligence – e finora non hanno avuto successo.
Diventando impazienti, alcuni altri scienziati stanno ora spingendo per un programma più attivo – il METI, dove la “M” che sostuisce la “S” sta per messaggiare – il che significa non più solo ascolto ma invio di messaggi potenti verso altre stelle, cercando di stabilire un contatto.
SETI contro METI, contattare gli alieni è un rischio?
La ricerca degli alieni ha raggiunto uno stadio di sofisticatezza tecnologica e il rischio associato necessita ormai di una severa regolamentazione a livello nazionale e internazionale. Senza supervisione, anche una persona, con accesso a una potente tecnologia di trasmissione, potrebbe intraprendere azioni che influiranno sul futuro dell’intero pianeta.
Questo perché qualsiasi alieno che dovessimo incontrare in tempi che non si calcolino nell’ordine dei secoli sarà, probabilmente, molto più tecnologicamente avanzato di noi, per un semplice motivo: la maggior parte delle stelle nella nostra galassia sono molto più antiche del sole. Se le civiltà sorgono abbastanza frequentemente su alcuni pianeti, allora dovrebbero esserci molte civiltà nella nostra galassia milioni di anni più avanzate della nostra.
Molte di queste avranno probabilmente già compiuto passi significativi per iniziare a esplorare e possibilmente colonizzare la galassia.
Quindi, è un profondo mistero – noto come il paradosso di Fermi, dal nome del fisico italiano Enrico Fermi – il perché non abbiamo ancora visto tali alieni. Sono state proposte molte soluzioni del paradosso, tra cui l’idea che tutte le civiltà, una volta raggiunta una capacità tecnologica sufficiente, finiscano per distruggersi.
O forse gli alieni sono così alieni e diversi dagli umani che semplicemente non possiamo interagire con loro.
Più allarmante è la possibilità che civiltà aliene evitino di farsi individuare perché sanno qualcosa: che inviare segnali potrebbe essere catastroficamente rischioso.
La nostra storia sulla Terra ci ha fornito molti esempi di ciò che può accadere quando si incontrano civiltà con tecnologie disuguali: generalmente, la più avanzata tecnologicamente ha distrutto o reso schiava l’altra. Una versione cosmica di questa realtà potrebbe aver convinto molte civiltà aliene a rimanere in silenzio. Esporsi è un invito a essere preda e divorata.
Si è già scritto di METI in passato, suggerendo che tale attività comporta un rischio enorme per un guadagno minimo. Ma queste preoccupazioni non convincono i sostenitori del tentativo, che hanno alcune controargomentazioni.
Douglas Vakoch di METI International sostiene che non è realistico preoccuparsi del pericolo di un’invasione aliena. Dopotutto, inviamo emissioni radiotelevisive nello spazio da un secolo, e una civiltà molto più avanzata della nostra probabilmente le avrà già rilevate. Se avessero voluto invaderci, l’avrebbero già fatto.
Vakoch sostiene inoltre che, nella valutazione dei rischi, è importante non solo considerare il rischio derivante dall’intraprendere un’azione, ma anche dal non intraprendere tale azione.
Il nostro mondo deve affrontare una serie di minacce potenzialmente esistenziali, tra cui il riscaldamento globale e la destabilizzazione dell’ambiente, ed è possibile che civiltà molto più avanzate abbiano già affrontato questi problemi e trovato soluzioni.
Se non invieremo segnali, scrive Vakosh, rischiamo di “mancare una guida che potrebbe migliorare la sostenibilità della nostra civiltà“. È anche concepibile, suggerisce, che stiamo facendo un errore di valutazione spettacolare – e una civiltà aliena super avanzata potrebbe attaccarci proprio perché non l’abbiamo contattata.
Per ovvie ragioni, gran parte del pensiero su questi problemi deve essere piuttosto speculativo. Il modo migliore per procedere, forse, è ampliare la discussione.
Se tutta l’umanità è esposta alle possibili conseguenze del tentativo di contattare civiltà aliene, allora più persone dovrebbero essere coinvolte nel prendere decisioni su cosa è saggio e cosa no. Non dovrebbe essere una decisione lasciata all’umore di una manciata di radioastronomi.
Un critico dell’idea di raggiungere gli alieni in modo proattivo – l’astronomo John Gertz del SETI – ha sviluppato una serie di proposte per muoversi verso una considerazione pubblica più inclusiva di queste attività.
Ciò di cui abbiamo bisogno, suggerisce, sono leggi e trattati internazionali per disciplinare i tentativi di contatto più espliciti. Senza un previo ampio consenso da parte di un organismo rappresentativo a livello mondiale, afferma Gertz, il contatto con gli extraterrestri dovrebbe essere considerato “come un temerario pericolo per tutta l’umanità, ed essere assolutamente vietato con conseguenze penali, presumibilmente come esercitato a livello nazionale, o amministrato attraverso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia”.
Attualmente non esistono divieti di questo tipo. Alcuni protocolli informali per l’interazione con le civiltà aliene sono stati adottati dai ricercatori coinvolti nel SETI, ma questi sono lontani dall’essere regolamenti governativi legalmente vincolanti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, fino ad ora, parlare di incontrare o contattare alieni è sembrato ampiamente speculativo, se non un po’ squilibrato, nonostante l’apparente plausibilità scientifica di un tale evento.
Non è facile soppesare i pro ed i contro di attività attorno alle quali così tanto rimane sconosciuto. Non sappiamo se ci sono alieni. Potrebbero essere amichevoli. Potrebbero non esserlo.
Dati i potenziali rischi legati al tentativo di stabilire un contatto, forse sarebbe più sicuro e più saggio aspettare: possiamo sempre farlo più avanti e, nel frattempo, le nostre capacità di ascolto passivo stanno rapidamente diventando più potenti.
Nel 2015, il SETI ha lanciato un nuovo programma decennale chiamato Breakthrough Listen, finanziato da una donazione di 100 milioni di dollari dal miliardario israelo-russo Yuri Milner.
Di conseguenza, SETI sta ora registrando più segnali che mai, su un intervallo di frequenze circa dieci volte più ampio e apportando più potenza computazionale per analizzare i segnali registrati. È impossibile sapere quanto possiamo essere vicini o lontani dal fare una scoperta, ma Gertz stima che le nostre possibilità siano almeno 100 volte maggiori di prima.
La ricerca sta beneficiando anche della conoscenza degli astronomi sugli esopianeti, pianeti in orbita attorno a stelle diverse dal sole. Da quando è stato scoperto il primo esopianeta nel 1992, ne abbiamo identificati quasi 5.000 in più e il tasso di scoperta sta accelerando. Ognuno offre ai ricercatori SETI nuovi obiettivi promettenti da esaminare.
Personalmente, ritengo che tutto ciò debba portare ad un irremovibile divieto di qualsiasi sperimentazione nel tentativo di contattare altre civiltà. Perché correre rischi cosmici quando potremmo avere un percorso molto più sicuro per scoprirli, se sono là fuori?
Naturalmente, anche il semplice ascolto comporta alcuni problemi di governance potenzialmente gravi: se e quando qualcuno identificasse davvero un segnale alieno, dovremo decidere se dobbiamo rispondere e, in tal caso, come.
Sicuramente un atto del genere, che mette a rischio l’intera umanità, dovrebbe essere il risultato di una decisione collettiva. Ma non c’è nessun meccanismo per incoraggiarlo ora. Qualsiasi individuo o nazione potrebbe decidere di rispondere a nome di tutta l’umanità.
Entrambi i percorsi – ascoltare gli alieni o cercare di chiamarli – hanno raggiunto la fase in cui è necessaria una discussione pubblica più ampia, con un occhio allo sviluppo di una regolamentazione sensata.
Ciò richiederà gli sforzi dei leader di molte nazioni, presumibilmente coordinati dalle Nazioni Unite o da qualche organismo internazionale simile. Dovrebbe succedere ora. O presto.
Prima che sia troppo tardi.
3 notes · View notes
guyclement · 5 months ago
Video
youtube
URBEX Guy Clément LATVIA | IRBENE | MILITARY LA PETITE MAISON VIDEO - N'hésites pas à t'abonner à ma chaîne et activer les notifications 🔔pour être informé de mes prochaines explorations et découvertes! Feel free to subscribe my channel and activate notifications 🔔to be aware about my next explorations and discoveries! Une exploration dans une base secrète de l’Armée soviétique, Irbene comprenait trois radiotélescopes qui permettaient de capter les ondes radio haute fréquence. Le 22 juillet 1994, le dernier soldat russe quittait Irbene et les antennes étaient investies par l’Académie des Sciences de Lettonie. Cette ville secrète ne figurait pas sur les cartes officielles de Lettonie. De grands immeubles abandonnés en brique blanche ou en préfabriqué entourent une poignée d’équipements (gymnase, salle des fêtes, restaurant) partiellement effondrés et à peine reconnaissables. Aujourd'hui, elle disparait avec le temps oubliée de tous... An exploration in a secret base of the Soviet Army, Irbene included three radio telescopes that could capture high frequency radio waves. On July 22, 1994, the last Russian soldier left Irbene and the antennas were taken over by the Latvian Academy of Sciences. This secret city was not on the official maps of Latvia. Large abandoned white brick or prefabricated buildings surround a handful of partially collapsed and barely recognizable facilities (gymnasium, party hall, restaurant). Today, it disappears with the forgotten time of all... Исследуя секретную базу Советской Армии, Ирбене включал в себя три радиотелескопа, которые могли захватывать высокочастотные радиоволны. 22 июля 1994 года последний российский солдат покинул Ирбене, и антенны были переданы Латвийской академии наук. Этот секретный город не был на официальных картах Латвии. Большие заброшенные здания из белого кирпича или сборные дома окружают несколько частично разрушенных и едва узнаваемых объектов (гимназия, зал для вечеринок, ресторан). Сегодня он исчезает с забытым временем всех... Una exploración en una base secreta del ejército soviético, Irbene incluía tres radiotelescopios que permitían captar las ondas de radio de alta frecuencia. El 22 de julio de 1994, el último soldado ruso salió de Irbene y las antenas fueron ocupadas por la Academia de Ciencias de Letonia. Esta ciudad secreta no figuraba en los mapas oficiales de Letonia. Grandes edificios abandonados de ladrillo blanco o prefabricados rodean un puñado de equipamientos (gimnasio, sala de fiestas, restaurante) parcialmente derrumbados y apenas reconocibles. Hoy desaparece con el tiempo olvidado de todos... Un'esplorazione in una base segreta dell'esercito sovietico, Irbene includeva tre radiotelescopi che permettevano di captare le onde radio ad alta frequenza. Il 22 luglio 1994, l'ultimo soldato russo lasciò Irbene e le antenne furono investite dall'Accademia delle Scienze lettone. Questa città segreta non era sulle mappe ufficiali della Lettonia. Grandi edifici abbandonati in mattoni bianchi o prefabbricati circondano una manciata di attrezzature (palestra, sala delle feste, ristorante) parzialmente crollate e difficilmente riconoscibili. Oggi scompare con il tempo dimenticato da tutti... Irbene, eksploracja tajnej bazy armii radzieckiej, obejmowała trzy radioteleskopy, które mogły wychwytywać fale radiowe wysokiej częstotliwości. 22 lipca 1994 r. Ostatni rosyjski żołnierz opuścił Irbene, a anteny przejęła Łotewska Akademia Nauk. Tego tajnego miasta nie było na oficjalnych mapach Łotwy. Duże opuszczone budynki z białej cegły lub prefabrykowane otaczają garść częściowo zawalonych i ledwo rozpoznawalnych obiektów ( gimnazjum, sala imprezowa, restauracja ). Dziś znika z zapomnianym czasem wszystkich... Retrouvez-moi sur les réseaux / Follow me for daily content: 👍 Facebook:  Urbex Guy Clement  https://www.facebook.com/profile.php?... 👉 Youtube  URBEX Guy Clément  https://www.youtube.com/channel/UCNhQ... 📸 Instagram:  @abandoned.urbex.world  https://www.instagram.com/abandoned.u...     🎵TikTok: @urbexguyclement https://www.tiktok.com/@urbexguycleme...     🐦Twitter: @GuyPellegrin https://twitter.com/GuyPellegrin   #urss #lostplace #urbex
0 notes
astronomia24italia · 5 years ago
Photo
Tumblr media
I radiotelescopi VLA e ALMA per studiare oltre 300 protostelle con dischi protoplanetari nel Complesso di Orione https://diggita.com/v.php?id=1651273
1 note · View note
netmassimo · 1 year ago
Text
Tumblr media
Un articolo pubblicato sulla rivista "The Astrophysical Journal Letters" riporta la rilevazione di emissioni radio provenienti dalla nana bruna catalogata come WISE J062309.94−045624.6, la più piccola conosciuta nel campo della radioastronomia. Un team di ricercatori ha utilizzato i radiotelescopi ASKAP, Australian Telescope Compact Array e MeerKAT per ottenere le rilevazioni necessarie a stabilire la natura dell'oggetto. In genere, una nana bruna di dimensioni inferiori a quelle di Giove non emette onde radio e ciò rende WISE J062309.94−045624.6 un interessante obiettivo di ricerca astronomica.
0 notes
Text
Spazio: rivelato il 'ronzio di fondo' dell'universo
(ANSA) – PARIGI, 29 GIU – Astronomi di tutto il mondo hanno annunciato di aver trovato prova di una forma di onde gravitazionali a lungo teorizzata che crea un “ronzio di sottofondo” che rimbomba in tutto l’universo. La svolta – realizzata da centinaia di scienziati che utilizzano radiotelescopi in Nord America, Europa, Cina, India e Australia dopo anni di lavoro – è stata salutata come una…
View On WordPress
0 notes
gaetaniu · 11 months ago
Text
Webb trova molecole organiche complesse e ghiacciate intorno alle protostelle
NGC 1333 è una regione di formazione stellare estremamente attiva. Questa immagine di Hubble mostra come la polvere oscuri la maggior parte della formazione stellare. I radiotelescopi hanno trovato iCOM intorno a giovani protostelle in questa regione, e ora il JWST ne ha trovati ancora di più. Nel tentativo di capire come e dove potrebbe nascere la vita nella galassia, gli astronomi cercano i…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes