#quindi perché dovrebbero farlo ora
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Scusate se entro così a gamba tesa ma. È un cappello. Ed è una clip di un backstage
#adesso io capisco tutto quanto però#un profe é andato in onda due mesi fa e non c'è stata censura sui baci#almeno quello#quindi perché dovrebbero farlo ora#ok potevano evitarselo però non è un bollino raga#ve lo giuro
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Allora fatemi capire perché non trovo pace con questa storia...
1) Avete preso un sacco di soldi per reintrodurre gli orsi in un ambiente che forse non era più adatto troppo antropizzato (a vostro dire)
2) Non siete stati capaci di monitorarli negli anni e ne avete perso il "controllo"
3) Non siete stati capaci di educare gli abitanti alla nuova convivenza con loro e a spiegare le norme di comportamento in caso di avvistamento.
4) Come chi abita in ambiente urbano si deve prendere il rischio di essere investito in qualsiasi momento da auto, pare non abbiate ribadito a chi abita in montagna (ma loro già dovrebbero saperlo) che dovrebbe accettare anche il rischio di trovarsi un orso davanti mentre cammina in un bosco e per questo adottare degli atteggiamenti preventivi per evitarlo.
5) Forse vi siete anche dimenticati che gli animali selvatici, per istinto, esattamente come gli esseri umani, possono diventare aggressivi se si sentono minacciati.
6) Probabilmente il malcapitato deve aver spaventato l'orsa con il suo arrivo improvviso e il suo procedere veloce, perché é alquanto improbabile che abbia attaccato solo per il gusto di farlo.
7) Probabilmente l'orsa in questione era anche in compagnia dei suoi cuccioli. Qualsiasi altro animale non solo selvatico ma anche domestico, come una vacca, una pecora o semplicemente un cane randagio, avrebbe attaccato se avesse ritenuto in pericolo i suoi cuccioli con lo scopo di difenderli. Persino io. Anche a costo della vita.
CONSIDERAZIONI
1) Avete catturato una madre che difendeva i suoi piccoli, togliendola dal suo ambiente naturale
2) L'avete rinchiusa come una prigioniera solo perché ha fatto il suo dovere di mamma.
3) Volete condannarla a morte per una responsabilità che in partenza é solo vostra.
4) Avete abbandonato i tre cuccioli al loro destino. Animali che saranno ora spaesati, spaventati e non avranno alcun riferimento che insegni loro come sopravvivere.
5) Se riusciranno a sopravvivere probabilmente si abitueranno a cercare cibo nei centri abitati dove é più facile reperirlo così poi vi lamenterete che siete invasi dagli orsi e che quindi vanno catturati e uccisi.
Con il risultato che un progetto di ripopolamento, di rinascita e di vita costato milioni si trasformerà in un progetto di caccia e di morte.
Fatemi capire questa storia perché veramente non trovo pace al fatto che siate così crudeli, insensibili, irresponsabili ed incompetenti
dal web .
#sodinonsapere #orsi #crudeltà #sopravvivenza #cattura #vita #cuccioli
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il principale problema dei progressisti europei è che «la loro clientela oggi è fatta di privilegiati».
Sahra Wagenknecht. I detrattori la accusano di essere populista, (...) il partito cresce e in alcune regioni dell’Est è la seconda o terza forza. (...) Sulla porta (del suo ufficio) è ancora appesa la targa del suo precedente partito, la Linke. (...)
Perché un nuovo partito? A chi puntate? «Alle persone con redditi medi o bassi. Dimenticate (...) dalla sinistra. (...) Prendete i Verdi, so che suona come un cliché: quelli che li votano, hanno un’istruzione accademica, vivono in centro, fanno la spesa nei negozi bio, guidano auto elettriche. Vogliono vietare gli aerei a tutti, spiegano perché non si dovrebbero fare le vacanze a Maiorca e poi volano in tutto il mondo. E' questa doppia morale che fa arrabbiare la gente».
«(M)olti elettori della vecchia sinistra sono andati a destra. Ma non perché siano razzisti, nazionalisti, bensì perché (...) nessuno difende i loro interessi».(...) «(Noi) siamo conservatori di sinistra. Com’eravamo un tempo, prima di quest’ondata identitaria, prima dei discorsi woke».
Torniamo al diciannovesimo secolo? «No, alla Spd di Willy Brandt. Non siamo retrogradi, omofobi, grazie a Dio con queste tesi non abbiamo nulla a che fare. Ma dalla cannabis alla prostituzione, perfino sull’aborto — certo che sono a favore dell’aborto, ma non all’ottavo mese, e neppure al sesto — la sinistra ha preso una serie di posizioni sbagliate». (...)
«Per quanto riguarda l’Ucraina, (h)a ragione il Papa. Ci devono essere i negoziati, ora». Quindi tacciano le armi, e poi vediamo che fa Putin? «(...) L’avessero fatto sei mesi fa, sarebbe stato meglio. (I)l Papa (n)on ha parlato di capitolazione, ma del modo per non portare il Paese al suicidio. Io credo che Zelensky non abbia nessuna possibilità di vincere, alimentare quest’illusione è pericoloso». Non pensa che (...) Putin potrebbe attaccare la Polonia (o L'Estonia)? «No, perché non è in grado di farlo. L’esercito russo ha fallito nel prendere Kiev. Che possano reggere un confronto con la Nato lo escludo». (...)
Cosa pensa della Ue? «Che si dovrebbe concentrare su quello che può regolamentare. Noi vogliamo smantellare la centralizzazione. Siamo per l’Europa delle democrazie sovrane. (...) In ogni caso, noi non vogliamo conservare l’attuale Europa, ma cambiarla».
Suo padre era iraniano, il suo vice Fabio Masi ha origini italiane. Perché — con questi legami — è così contraria all’immigrazione? «Non siamo in principio contro l’immigrazione. I problemi nascono quando sono in troppi ad arrivare (...). Si crea un sovraccarico. L’altro punto critico è quando l’identità di alcune comunità di migranti si fonda sul rifiuto della cultura del Paese ospitante. Guardiamo cosa succede in Francia, dove ci sono realtà parallele inaccettabili nelle quali si pratica un Islam radicale».
«Per me la caduta del Muro è stata una liberazione. Avevo difficoltà nella Germania dell’Est, volevo le riforme, avevo criticato i vertici, la pianificazione centralizzata. Non ho trovato posto all’università nonostante gli ottimi voti. Mi avevano proposto di fare la segretaria: allora ho risposto che sarei rimasta a casa a leggere, e avrei vissuto dando ripetizioni. La «Svolta» per me è stata una benedizione, ho potuto studiare. (...)».
via https://www.lafionda.org/2024/03/28/parola-a-sahra-wagenknecht-unintervista/, riporta una intervista al Corriere.
Segni di vita intelligente a sinistra. Pur sempre statalismo, ma perlomeno mitigato dal nazionalismo identitario. Aspettiamo le due o tre generazioni che servono per veder questi segni propagati anche qui, giù nella provincia arcadica, guarda caso sempre più incazzata e stracciona.
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allora i miei genitori sono separati da almeno 12 o 13 anni non ricordo bene e io in questi anni ho avuto contatti quasi solo ed esclusivamente con mia madre e la sua famiglia, mentre con mio padre no perché [redacted]. Ora, io sono sempre più vicina a Dio e lo sento perché sono diventata come una schiava dei comandamenti, quindi onoro il padre e la madre. conseguentemente dopo la disintossicazione di mio padre ho dovuto per forza ri-includerlo nella mia vita (anche se avrei potuto benissimo non farlo, non biasimo mai chi allontana un famigliare per il dolore che ha causato..) e ora mi ritrovo in questa situa da pubblicità dell’esselunga della mela e la bambina perché a febbraio c’è la mia laurea e entrambi i miei genitori vogliono essere presenti, ma! non si vedono da quei 12-13 anni che potrebbero rendere le cose un tantino awkwardose… e quindi come spesso nella mia vita giorni che dovrebbero essere MIEI e felici sono i giorni della disperazione, dell’ansia, degli spergiuri.. e io non sono felice, proprio no!
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Scrittura SEO: 10 esempi pratici di titoli che convertono
Il titolo è uno degli elementi più importanti di un contenuto SEO. È il primo elemento che gli utenti vedono quando cercano informazioni su un determinato argomento, ed è quindi fondamentale che sia efficace e accattivante. Un titolo efficace SEO è un titolo che: È pertinente all'argomento del contenuto. È breve e conciso. Utilizza parole chiave rilevanti. È coinvolgente e stimolante. Un titolo che converte è un titolo che convince gli utenti a cliccare sul contenuto. Per farlo, deve essere in grado di suscitare interesse e curiosità. Ecco 10 esempi pratici di titoli che convertono: Titolo a domanda: Questo tipo di titolo invita l'utente a riflettere e a cercare una risposta. Ad esempio: "Come trovare il lavoro dei tuoi sogni?" Titolo a promessa: Questo tipo di titolo promette all'utente un beneficio o un risultato concreto. Ad esempio: "Perdere 10 chili in 2 settimane con questo metodo rivoluzionario." Titolo a sorpresa: Questo tipo di titolo cattura l'attenzione dell'utente con un'affermazione inaspettata. Ad esempio: "Il segreto per essere felici è..." Titolo a appello all'azione: Questo tipo di titolo incita l'utente a compiere una determinata azione. Ad esempio: "Scarica ora la nostra guida gratuita!" Titolo a testimonianza: Questo tipo di titolo cita una testimonianza di un cliente soddisfatto. Ad esempio: ""Sono riuscito a vendere la mia casa in soli 2 giorni grazie a questo metodo."" Titolo a numero: Questo tipo di titolo utilizza un numero per attirare l'attenzione. Ad esempio: "10 errori da evitare quando si scrive un CV." Titolo a contrasto: Questo tipo di titolo crea un senso di contrasto per attirare l'attenzione. Ad esempio: "Il libro che ti aiuterà a diventare ricco... anche se non hai mai avuto un soldo." Titolo a gioco di parole: Questo tipo di titolo utilizza un gioco di parole per attirare l'attenzione. Ad esempio: "Perché le donne dovrebbero imparare a programmare." Titolo a data: Questo tipo di titolo utilizza una data per creare un senso di urgenza. Ad esempio: "L'offerta scade il 31 dicembre." Ovviamente, non esiste una formula magica per scrivere titoli che convertono. Il segreto è di sperimentare e trovare il tipo di titolo che funziona meglio per il tuo pubblico e il tuo contenuto. Ecco alcuni consigli aggiuntivi per scrivere titoli che convertono: Utilizza un linguaggio semplice e diretto. Evita di utilizzare termini tecnici o gergali. Usa una call to action chiara. Fai un test A/B per confrontare diversi titoli e vedere quale funziona meglio. Con un po' di pratica, sarai in grado di scrivere titoli che attirano l'attenzione e convincono gli utenti a cliccare sul tuo contenuto. Read the full article
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Scarpe per lunghe camminate su asfalto
Camminare per lunghe distanze su asfalto può essere un'esperienza piacevole se hai le scarpe giuste. In questo post, ti darò alcuni consigli su come scegliere le migliori scarpe per lunghe camminate su asfalto e ti mostrerò alcune delle migliori scarpe sul mercato.
Quali caratteristiche cercare nelle scarpe per lunghe camminate su asfalto?
Quando scegli le scarpe per camminare su asfalto, ci sono alcune caratteristiche importanti da tenere in considerazione: Ammortizzazione: le scarpe dovrebbero avere un'ammortizzazione adeguata per assorbire l'impatto del terreno duro sull'asfalto e prevenire dolori ai piedi e alle gambe. Traspirazione: la traspirazione è importante per mantenere i piedi asciutti e freschi durante le lunghe camminate. Supporto: le scarpe dovrebbero offrire un adeguato supporto per l'arco plantare e il tallone per prevenire lesioni ai piedi e alle gambe. Leggerezza: le scarpe dovrebbero essere leggere per evitare di appesantire i piedi durante le lunghe camminate. Vestibilità: le scarpe dovrebbero adattarsi perfettamente ai tuoi piedi per prevenire sfregamenti e vesciche.
Le migliori scarpe per camminare sull'asfalto
Ora che sai quali caratteristiche cercare, ecco alcune delle migliori scarpe per lunghe camminate su asfalto sul mercato: Scarpe da corsa: le scarpe da corsa sono un'ottima scelta per le lunghe camminate su asfalto perché offrono un'ottima ammortizzazione e traspirazione. Inoltre, sono disponibili in molte varianti, quindi puoi scegliere quello che meglio si adatta al tuo stile personale. Scarpe da camminata: le scarpe da camminata sono un'altra buona opzione per le lunghe camminate su asfalto. Sono progettate per offrire un buon supporto all'arco plantare e al tallone e hanno un'ottima vestibilità. Scarpe da trail running: se prevedi di camminare anche su terreni accidentati, le scarpe da trail running possono essere una buona scelta. Sono progettate per resistere a condizioni di terreno irregolare e possono offrire un'ottima presa sulle superfici sconnesse.
Come scegliere la taglia giusta
Scegliere la taglia giusta è importante per garantire la massima comodità durante le lunghe camminate su asfalto. Ecco alcuni consigli per scegliere la taglia giusta: Misura i tuoi piedi: misura i tuoi piedi in modo accurato per assicurarti di avere la taglia giusta. Puoi farlo utilizzando un metro a nastro o andando in un negozio di scarpe specializzato. Prova le scarpe con i calzini: quando provi le scarpe, assicurati di indossare i calzini che prevedi di usare durante le lunghe camminate. Cammina un po': cammina un po' e familiarizza con le tue scarpe prima di di acquistarle o di restituirle se le compri online. Read the full article
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Come imparare Jazz Standards: Softly, as in a Morning Sunrise (spartito)
Come imparare Jazz Standards: Softly, as in a Morning Sunrise (spartito lead sheet music)
No. 1: impara la melodia della melodia. La melodia che vedremo in questa lezione è “Softly as in a morning Sunrise”. Questa melodia è davvero uno standard e tutti dovrebbero saperlo. È abbastanza facile da imparare e ha molto spazio per l'esplorazione. È nel vecchio libro reale e nel nuovo libro reale. Il primo passo per imparare una melodia è memorizzarla il più velocemente possibile. Per prima cosa suona la melodia e le note basse. Ripeti il processo più e più volte finché non lo ottieni. Resisti alla tentazione di fare qualcosa di diverso dall'imparare la melodia e le note basse. Qualsiasi improvvisazione, riempimento, leccate, riarmonizzazioni o qualsiasi altra cosa semplicemente prolungherà il esperienza di memoria. Una volta imparata la melodia, ci sarà tutto il tempo per sperimentarla. L'altro motivo è che in una jam session tutti suoneranno gli accordi che sono scritti in un libro falso. Nessuno saprà dei tuoi riarrangiamenti, quindi è importante ricordare sempre il modo originale in cui suona una melodia. MOLTO IMPORTANTE: risolvere i punti problematici! I musicisti hanno la tendenza a trascurare i punti problematici perché non ci piacciono. Ovviamente, questo è MALE. È importante iniziare dal punto del problema e trovare una via d'uscita. Se c'è un problema con un passaggio di tre note nella sesta misura di una canzone, inizia direttamente dalle note che lo sono dandoti problemi Suona lentamente e in modo uniforme e con un metronomo se ne hai uno. Mentre impari il passaggio, allungati in entrambe le direzioni per un battito o due e suonalo di nuovo. Risciacquo. Ripetere se necessario. In questo modo potrai impararlo senza errori. Se ti piace la musica classica, dovresti esercitarti nei punti problematici esattamente allo stesso modo.
Si prega di iscriversi alla nostra Biblioteca. Grazie!
No. 2: mano sinistra. La mano sinistra è il nostro bassista, e talvolta il batterista, e quasi sempre l'anello più debole del nostro assolo. Perchè è questo? È perché i pianisti jazz spesso si concentrano sul suonare melodie improvvisate come se fossero trombettisti. Ciò significa linee di note singole. La cosa divertente è che abbiamo a nostra disposizione 88 note e dieci musicisti (dita) contemporaneamente, quindi perché non usarli? Qui devo sfatare un mito. Le dita corte non sono male, ok? La maggior parte di noi non può arrivare a 12 come Oscar Peterson, giusto? Beh, molte persone non riescono nemmeno a raggiungere un'ottava senza sforzarsi, ma ho visto alcuni di loro romperla al pianoforte. Non hai bisogno di dita lunghe per essere un grande pianista solista! Una buona mano sinistra compensa tutte le dita corte del mondo. I musicisti classici sono costretti a suonare tecnicamente con la mano sinistra, ma con i jazzisti dipende totalmente da noi. Quindi abbiamo bisogno di disciplina. Per essere bravo in qualcosa, hai bisogno di disciplina. Nota: dovresti procurarti il foglio principale di 'Gently, Like a Morning Dawn' se non l'hai già fatto. Lo trovi facilmente nella nostra Libreria. Noterai che è abbastanza semplice con una melodia, accordi e testi di base. Quindi ora il trucco è prendere un semplice spartito e farlo suonare alla grande. Per fare questo, hai bisogno di una mano sinistra forte, per esempio. Nella nostra libreria abbiamo ottimi metodi e libri di pratica, ad esempio “Solo Jazz Piano – The Linear Approach”, di Beil Olmstead. Fare questo farà molto per imparare e CONOSCERE davvero una melodia. Giocando: Quindi continuiamo a suonare la melodia! Ormai conosci la melodia e le note basse. Per questa prima parte, ripercorriamo la prima riga della melodia e riempiamo un po' la mano sinistra, suonando la nota bassa e la settima o la terza nota a seconda del suono.
Noterai che il suono si riempie un po' e inizia ad assumere un aspetto più stilistico. Ora riproviamo, ma questa volta suoneremo le note basse e saliamo di un'ottava per suonare la settima e la terza di ogni accordo sulla prima riga. Suonare in questo modo è una versione molto semplice di quello che viene chiamato “stride piano”.
Puoi sentire come funziona. Ora, ci metteremo un po' di più. Suoneremo di nuovo la prima riga suonando la nota di basso insieme alla settima (o terza), quindi salteremo un'ottava e suoneremo la terza, la settima e la nona dell'accordo in qualche inversione. Sembra complicato e difficile? Beh, lo è, ma diminuisce quando lo pratichi.
No. 3: la mano destra Dopo tutto ciò, non vediamo l'ora di visitare la nostra mano destra, quel vecchio amico che mantiene i passaggi puliti e luminosi mentre stupisce la mano sinistra con la sua stessa ottusità. La mano destra è il cantante della tua band. Hai cinque cifre per fare quello che vuoi, purché tu tenga a mente qualcosa: LA MELODIA DEVE RISALTARE La melodia è l'aspetto più importante dell'esecuzione di una canzone. Senza la melodia la voce si perde, e allora cos'è una canzone? Alcune melodie sono di natura più ritmica e ne parleremo più avanti. Proviamo a suonare la melodia nella sezione 'LA', nota per nota, come scritto. Leggi le parole, cantale ad alta voce. Le parole possono darti un'idea abbastanza chiara di ciò che il compositore stava cercando in termini di stile e simili. Brani semplici come questo lasciano molto spazio per fare quello che vuoi.
Ora suoneremo la melodia in un modo leggermente diverso. Due note contemporaneamente, ma in direzioni diverse quando possibile. Quando la melodia scende, l'armonia sale e viceversa. Suona le note della melodia in alto, le note di armonia in basso. Questo è un buon esercizio per imparare le relazioni armoniche in una melodia. Come esercizio, prova a suonare le note armoniche in alto e la melodia in basso.
L'esempio seguente sarà un mix di note singole e accordi. Come sempre, la melodia viene potenziata con il volume o altri mezzi, quindi non si perde nel mix. In questo esempio, gli accordi sono semplicemente costruiti dal simbolo dell'accordo e suonati dove appropriato.
No. 4: metterli tutti insieme Bene, ora che hai imparato a usare la mano sinistra, tieni la mano destra nel palmo di… beh, sai cosa intendo. È ora di suonare come un professionista e suonare dolce e salato. Ancora una volta, inizia in modo semplice. Suona la melodia e la linea di basso. Quindi suona le note basse con settime o terze e suona la melodia. Prova tutte le cose che hai letto sopra e vedi cosa puoi fare. Ricorda, il pianoforte è solo una questione di gusto personale. Posso darti tutte le informazioni del mondo, ma non avrà importanza finché non proverai le cose e ti allenerai. Prova le cose e fai pratica. Potrebbe essere il nostro mantra.
Softly, as in a Morning Sunrise (spartito Play Along) Background track with melody
https://dai.ly/x8faocj Il miglior download di spartiti dalla nostra libreria. Read the full article
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2%.
Facciamo una veloce carrellata delle notizie. A quanto ho capito l'orso che ha ucciso il rider, se l'è trovato davanti in mezzo al bosco, verrà abbattuto, ora, partendo dal fatto che l'orso non ha colpa perché il bosco è casa sua e non nostra, semmai dovrebbero chiedere chi cazzo è che vive in mezzo ai boschi e ordina il cibo online sapendo che la zona è piena di animali pericolosi? Leggo anche che la madre del ragazzo dice che la colpa non è di suo figlio, giustamente, ma neanche dell'orso, infatti. Siamo sempre più arroganti verso la natura e presuntuosi. Altra notizia che mi è saltata all'occhio : zello dice che i video che circolano in rete, suppongo su twitter, dei soldati ucraini decapitati dai russi sono l'ennesima prova dei loro crimini e andrebbero puniti subito e li paragona all'ISIS. Caro zello, siccome sono sicuro che le persone non lo sanno ma prima che scoppiasse la guerra, quindi che la russia vi invadesse, i video che giravano su twitter erano dei tuoi soldatini del azov, si quelli con le svastiche tatuate modi Norton su American history X, per diversi mesi prima dello scoppio mediatico e del ditone occidentale puntato sui russi, i video che ho visto con i miei occhi erano quelli dei tuoi soldati che massacravano i russofoni, vuoi degli esempi? Una coppia impiccata in un bosco, la donna in cinta si vedeva perfettamente, che implorava i soldatini di non farlo per amore del bambino, loro niente ridevano e poi il tizio diede l'ordine all'auto di partire, giusto un paio di metri così da farli penzolare bene. I video di povere ragazze inermi legate mani e piedi ad un palo con il viso colorato di verde, qua non so se la vernice poi si leva, con le parti intime esposte quindi culo, tette e figa al vento, denigrate, picchiate in pubblica piazza, sempre dai tuoi azov. Penso che basti zello, poi grazie ai tuoi amici ammericani e al benestare dei social, non vi spiego il meccanismo è un pò complesso ma efficacie, le tue milizie naziste dopo lo scoppio ufficiale sono diventati bravi ragazzi che difendono il territorio, la resistenza. Concludo con un'intervista di un mercenario italiano che addestra per lavoro, oramai non ha più l'età, i soldati in giro per il mondo, e ha addestrato anche gli ucraini e ha detto di quelli dell'azov che sono già bravi e che sono delle bestie senza scrupoli, zello guardati la trave che hai nell'occhio tu che è mooooooolto più grande.
In fondo mi tengo quella che reputo la merdata della settimana. Ho letto l'altro giorno che il governo estone, quelli bravi eh, aumenteranno l'IVA del 2%, così, beh è da far fronte all'aumento dei prezzi, ahhhhhhhhh, perché ogni stato è una corporation e deve tenere i conti a bada, anche per la UE. Mai che si alzi lo stipendio alle persone, non sia mai poi se uno guadagna 100€ in più per carità potrebbe diventare ricco, ma mi sembra difficile Kaja (Kallas primo ministro estone) che con 5,60€ lordi l'ora si possa diventare ricchi. L'Estonia non ha niente, nessuna dote da madre natura che so minerali, giacimenti, niente, ha solo le foreste che per ora sta conservando nel rispetto della natura e questo è lodevole, l'unica cosa che ha è una forza lavoro basica, cioè senza nessuna particolare inclinazione verso determinati lavori, solo forza lavoro e anche poca, questo perché fino a Dicembre 2022 molte aziende straniere avevano investito nel territorio, ma a Dicembre hanno chiuso i conti e alzato i tacchi in 600, seicento ditte straniere che lasciano il paese, per paura della russia, per il costo delle tasse che aumenta e altri motivi, ma mai e ripeto mai dare alla popolazione qualcosa, Kaja hai venduto il paese agli americani sei na merda.
Che dire? Sempre peggio e voi in italia vi lamentate per uno stipendio di 1300€ quando qua non si arriva neanche a 800€, il lavoro è uguale, per esempio in ristorazione, le mansioni, le specifiche, il rapporto con i clienti tutto uguale, allora perché c'è questa disparità se anche il costo della vita oramai è simile? Gli economisti andrebbero bruciati con tutte le loro scartoffie ad alimentare il falò.
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DISNEYLAND
05/02/2023: I bambini rispetto agli adulti vivono con una maggiore leggerezza, incuranti di qualsiasi difficoltà. Non è immaturo chi vuole rimanere in contatto con il suo bambino interiore, perché è grazie a tale rapporto che si gode a pieno la bellezza della vita. Da piccoli si passa più tempo a sognare, crescendo non viene data la giusta importanza ai sogni. Tutti dovrebbero essere entusiasti quando realizzano i propri sogni, quindi grazie Disneyland perché tu sei sempre rientrata nella lista dei miei.
Grazie Disneyland perché ora ho ventidue anni, ma que giorno sono ritornata indietro nel tempo a quando ne avevo cinque/sei e non me ne vergogno.
Grazie Disneyland perché quando diventi grande smetti di credere nelle favole, mentre vivendoti è impossibile non farlo.
Grazie Disneyland, semplicemente per esistere.
#pensieri#thoughts#vita#life#sensazioni#viaggi#travel#travels#Parigi#paris#disney#disneyland#sogni#Dreams#bambini
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Io sono dell’idea che qualsiasi critica, che sia costruttiva o meno, sia sbagliata.
Le critiche contorcono le persone, le rendono o insicure o troppo sicure e quindi non danno un equilibrio; il cui è fondamentale se si vuole avere una vita stabile emotivamente. Bisognerebbe avere il coraggio di essere superiore ad ogni tipo di commento/giudizio/critica. A gli altri non dovrebbe importare di criticare te stesso, ma, come prima cosa, dovrebbero guardarsi in faccia e valutare se è opportuno o no. Perché è facile avere tutto questo spavaldo bisogno ossessivo di giudicare gli altri, però quando sono gli altri a rivoltarci contro ciò che noi gli/le facciamo provare criticando, siamo i primi a soffrire.
Si vivrebbe meglio senza tutto questo dover criticare ogni cosa che ci viene messa sotto al naso.
Probabilmente questo è un pensiero un po’ esagerato, ma secondo me, sono gli umani ad essere troppo contorti dalle critiche stesse per poter condividerlo.
Penso proprio che il mio passato sarebbe stato migliore e meno pesante senza i giudizi, ma io l’ho trovata la forza di essere superiore, solo che mi dispiace per chi, al contrario di me, questa forza non l’ha trovata e ora probabilmente sta soffrendo. Le critiche, a volte, potranno anche ��’aiutarti’’ a migliorare, ma non ti permetteranno mai di essere quello che desideri, o di raggiungere i tuoi obbiettivi, perché continueranno a farti vedere solo ciò che non va bene, invece di mostrarti che, faticando, potrai anche riuscirci.
Quel ‘’castello di sabia’’ che costruiamo nel corso della nostra vita, non potremo mai farlo diventare alto e bello come vogliamo se permettiamo a gli altri di distruggerlo e basta. A volte dobbiamo renderci conto di ciò che è davvero importante per noi e per la nostra vita e di certo le critiche non ci rendono più forti, ma solo più vulnerabili e incapaci di andare avanti per la nostra strada.
Tutti dicono che le critiche ti aiutano a crescere, ma per me è un’enorme cazzata detta solo per giustificare il fatto che gli umani non riescono proprio a fare a meno di giudicare e sminuire ogni minima cosa.
Una volta speravo anche che il mondo, prima o poi, si sarebbe disintossicato da tutto questo, adesso non ci credo più perché è come una catena infinita. Le critiche ti consumano fino a sciogliere ogni cosa di te, riducono la tua fantasia ad un ammasso di cenere fino a farlo scomparire del tutto e se ne escono con la scusa che tutti hanno il diritto di esprimere il proprio parere; un conto è esprimere un parere e un altro è giudicare e criticare, solo perché si è incapaci di chiudere la bocca e apprezzare che nella vita ognuno prova, sperimenta e valuta DA SOLO cosa è giusto o sbagliato per sé. Perciò, pensateci un po’ su, prima di criticare gli altri perché chi critica è il primo a fare un errore.
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(Image by growingoutoftheway)
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IL GIOCO DELLE TRE CARTE, OVVERO DEL SISTEMA ELETTORALE
visto quanto sta accadendo, partiti che spuntano come funghi, spesso personalistici, unioni improbabili e appelli al voto "perché sennò vincono gli altri", mi pare utile dire due parole sul sistema elettorale.
Come sapete è un sistema misto, ed è caratterizzato dalla possibilità di coalizioni che si raggruppano su un programma e da una soglia di sbarramento al 3% (10% per le coalizioni). Il 61% è assegnato con un sistema proporzionale a liste bloccate (senza preferenze).
Il 37% con un sistema maggioritario a candidato unico (anche per le coalizioni): chi prende anche un voto in più è eletto. Il 2% è assegnato proporzionalmente con i resti.
Questo sistema non funziona.
L'unico modo pratico per farlo funzionare era un premio di maggioranza.
Ma, questo è stato (giustamente) eliminato dalla Corte Cost. in quanto distorsivo. Quindi per governare le coalizioni dovrebbero prendere la maggioranza, ma non il 50%+1, ma, per non rischiare nel voto parlamentare, almeno il 55/57%. Ciò è praticamente impossibile.
E allora che accade dopo le elezioni? Accade che vi sono due schieramenti opposti, con programmi opposti, che si sono detti di tutto in campagna elettorale e che ora dovrebbero formare una maggioranza comune. Le possibilità sono 2: o si spacchettano le coalizioni o c'è il governo tecnico. Tertium non datur. Lo spacchettamento implica la rinuncia ciascuno al proprio programma e la creazione di maggioranze degne dei bestiari medioevali, con i risultati che abbiamo visto (più arpie che unicorni...), il governo tecnico è il drago...
Con il governo tecnico l'agenda è dettata sostanzialmente dal PdC, avallata dal PdR e digerita dai partiti che provano a mettere qualcosa del loro programma, ma se insistono hanno la tagliola della fiducia che per "responsabilità" va data.
In ambedue i casi avete votato A per fare Y contro B che vuole X e vi trovate Z che fa N ≠ Y e X. Questo è sempre successo.
Inoltre da anni, specie con i governi tecnici, le leggi le fa il governo, se va male con DL, se va bene con DDL, con minaccia di fiducia in ambedue i casi, se va malissimo con DPCM.
Quindi la maggioranza è comunque ostaggio del governo e non sua promanazione.
E i partiti singoli/piccoli? Semplicemente non contano, non hanno voce sul programma nel primo caso (spacchettamento), non hanno peso nel secondo (tecnico).
Questa è la realtà che vi piaccia o no.
Ora a me viene in mente solo un altro sistema dove ovunque punti perdi: il gioco delle tre carte e l'unica mossa vincente è: non giocare.
Questa democrazia meramente "idraulica" finto-parlamentare è chiaramente inceppata, deve essere sostituita e l'unico segnale è dire NO.
@lupecchioli
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È da un po' che accumulo piatti da lavare, mangio quello che ho in dispensa per non dover passare a fare la spesa prima di tornare da lavoro, il PC è acceso da giorni, nemmeno lo spengo, sia mai che mi venga voglia di mettere mano alla tesi all'improvviso, il portiere mi ha citofonato diverse volte, "ricordati che hai sempre quei pacchi da ritirare", sì, quando torno li ritiro, così, da una settimana. Inizialmente rispondevo a tutti i messaggi, non riesco a prendere in mano la mia, di vita, lascia almeno che prenda carico di quella degli altri, poi sono diventati sempre più, e ora rispondo sempre meno. Sono stanco, non è stata una buona idea sospendere i farmaci che mi ha prescritto il neurologo, ma non riesco a dormire, e più non dormo e più penso. Perché sto facendo questa vita da miserabile?
Ho lasciato la casa, ho dovuto scegliere se salvare, ancora, l'impresa di nonno e quindi niente, casa in vendita e io in affitto. Tra un mese finisco di lavorare alle Poste e non mi rinnoveranno perché dopo un anno dovrebbero solo offrirmi l'indeterminato ergo richiameranno altri trimestrali freschi freschi per illudere le mamme e i papà che i figli hanno trovato o'posto dint'e'poste. Ho cominciato a cercare lavoro da ingegnere, così, per spronarmi a laurearmi entro ottobre, cinquecento euro al mese, dieci ore al giorno, lunedì-sabato, ottimo, grazie, ma raccogliere le pummarole mi frutta di più. A breve ho la rachicentesi e non so se sapete cos'è, io non lo sapevo, ora purtroppo so tutto.
Quindi perché dovrei essere preoccupato, perché dovrei essere in ansia, perché non dovrei rimproverarmi di questa impasse, io vorrei soltanto dire al tizio che ha detto di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo che ci vogliono i soldi per farlo e che l'ultimo giorno non è per forza bello e memorabile, magari hai solo fatto i piatti, lavato i pavimenti, ritirato i pacchi dal portiere, rovesciato il caffè, pestato una merda di cane, trovato la fiancata della macchina strisciata, il Napoli ha perso e magari la vita è fatta proprio di giornate così e di nessuna possibilità di scegliere.
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Amazon
AMAZON (Il dialogo è inventato, ma certi ragionamenti li ho sentiti veramente.) – I lavoratori di Amazon hanno scioperato. – Pessima mossa. – C'è una mossa migliore? – Dovrebbero lavorare invece di farsi venire strane idee. – Lavorare in quelle condizioni? – Intanto i disagi dello sciopero ricadono sui clienti. È un peccato. – Perché? – Amazon è sempre stata puntuale ed efficiente. – Sulla pelle dei turnisti. – Sei un disco rotto. Tra poco ripeterai che dobbiamo accogliere tutti. – E questo che c'entra? – C'entra, so come siete fatti. – Perché sei così nervoso? Hai ordinato qualcosa su Amazon? – Sì. E ora chissà quando arriverà. – Si tratta di un giorno. – Un altro giorno senza poltrona ergonomica di fattura scandinava. – Lo sciopero è più importante di una poltrona ergonomica. – Sì, ma dimentichi che è di fattura scandinava. – Ah, allora cambia tutto... – Sai cosa otterranno con lo sciopero? – Più diritti? – No. Amazon fuggirà. – E dove? – In un paese dove una parte del salario è pagata con i soldi del Monopoli. – Quindi i turnisti dovrebbero genuflettersi e manifestare gratitudine per le mansioni ripetitive, gli orari assurdi e il precariato? – Meglio rimanere senza lavoro? Sai come finirà? – Come? – Alla fine le multinazionali se ne andranno tutte. Così sarete contenti. – Cosa suggerisci? Potenziamento del patriarcato e sfruttamento del lavoro minorile? – Dico di contenere il costo del lavoro. – Sono della vecchia scuola. Quello che chiami costo per me è uno stipendio dignitoso. – Chiamalo come vuoi. Basta che venga ridotto. Così l'Italia sarà un posto attraente per le imprese che offrono lavoro. – Ma non sarà un posto attraente per i lavoratori. – Loro non hanno alternative. – Possono scioperare. – Eh, certo, voglia di lavorare saltami addosso. – Ne parli come se fosse gente abituata troppo bene. – Perché non se ne vanno, allora? – Alcuni emigrano. Ma non tutti possono farlo. – La verità è che qui stanno bene. – Per curiosità: quanto guadagni? – Perché me lo chiedi? – Scommetto che guadagni molto di più dei turnisti di Amazon. Magari dieci volte tanto. Ho indovinato? – Di sicuro lavoro il decuplo rispetto a loro. – 440 ore a settimana? – Più o meno. Non ho fatto il calcolo preciso. Magari sono 438. – Quante ore ci sono in una settimana? – Affari miei. – E adesso? Perché non stai lavorando? – Sono le 23. Devo lavorare anche di notte? – Eh, non sei mica un turnista precario di Amazon... FINE
— L'Ideota
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È sera. Non esco con amici da un botto di tempo. Hanno creato un loro minigruppo e sono stato escluso insieme ad altre persone. C'è la zona rossa. Loro escono. Anch'io esco. Fumetteria. Libreria. Solito giro. Negli anni mi sono accorto che quando vieni escluso da un evento o da un'uscita di gruppo, devi lamentarti. Devi dire il tuo "perché non mi avete avvisato?". Se non lo fai è perché te ne stai fregando e quindi non ti interessa. Il minigruppo si unisce. Ti esclude. L'ho provato con diverse persone. La mia reazione è più un non attaccarsi ai coglioni della gente. Mi è capitato molte volte. Stavo zitto. Andavo avanti. Perdevo amici.
Non posso fare a meno di pensare che sia io quello "strano". Quello che se ne frega. Se a qualcuno di loro venisse chiesto di definirmi direbbero che sono menefreghista, forse un po' egoista. Forse è vero. Forse no. Ci badavo. Stavo male. Ora non ci bado più di tanto. Le amicizie vanno e vengono. Poche rimangono. Me ne sono accorto crescendo. Dopo le lauree e alla ricerca del lavoro cambia la concezione del mondo sociale. Hai altri cazzi a cui pensare. Ci sono amicizie fatte durante quel mondo nuovo che continuano a durare. Ci chiamiamo al telefono. Ci aggiorniamo. Ci ascoltiamo. Sono poche. Meglio così.
Sto partecipando a un concorso dove si doveva mandare in incipit. Non tanto per il risultato. Sì, mi piacerebbe essere pubblicato. In libreria sogno il mio nome su un Adelphi, su un Einaudi, su un Feltrinelli. Immagino la copertina.
Quando ti metti in moto per capire come essere pubblicati ti ritrovi sui forum. Migliaia di persone commentano. Migliaia di persone dicono la loro. Hanno i loro libri completi. Hanno le loro proposte. Hanno le loro idee. E io mi sento piccolo. Se loro non ci sono riusciti (anche andando per l'autopubblicazione) perché dovrei riuscirci io? Perché dovrei emergere? Perché la mia voce dovrebbe essere ascoltata? Sono un signor nessuno. La mia è una flebile voce. Piena di complessi. Piena di noie emotive.
Il concorso è strano. Chi scrive deve leggere anche gli altri incipit (da 30000 a 60000 battute). Ne ho avuti 10. Li ho letti. Ho letto un sacco di libri. Potrei giudicarli confrontandoli. C'è chi si è ispirato a Il fu Mattia Pascal, chi a I love shopping, chi a Altered Carbon. Alcuni hanno plagiato allegramente ma dovremmo essere tutti esordienti. C'è solo uno che m'ha colpito. Colpito nel cuore. Penso che sia già uno scrittore affermato. Ha partecipato per divertimento. Chi mi giudicherà avrà da ridire su un sacco di cose. Mi arriveranno i commenti. Ho partecipato per quelli. Sapere cosa ne pensa la gente estranea. Che non mi conosce. L'incipit l'hanno letto in 3. È piaciuto.
Tutti noi abbiamo la capacità di scrivere. Conosciamo la lingua. Abbiamo delle idee. Le proponiamo. Qualcuno emerge. Io ci spero. Finisco questo "libro". L'ho chiamato Bla (ha un titolo ma non ci tengo molto ai titoli). Poi forse ne scrivo un altro. Lo chiamerò Cra. Sarà un sentimentale. Ho già deciso. Poi un altro ancora. Poi un altro ancora. Da questo lato mi sono sbloccato. Dovevo farlo prima.
Le CE (case editrici) più importanti accettano i manoscritti ma sono molto attenti con gli esordienti. Ne arrivano migliaia a loro. Dovrebbero leggerli tutti. Non ti dicono quanto tempo ci vuole per sapere una risposta. Alcune dicono che ci mettono 6 mesi. Se non rispondono non è piaciuto. Quelle più piccole hanno linee editoriali più tracciate. Puoi anche pubblicare. Dove finisci? Non si sa. Forse nel ciarpame contemporaneo. Scriviamo tanto. Pubblichiamo tanto. Ricordiamo poco.
Vorrei essere deciso come alcuni di loro. Usare una grammatica consona (e qui scrivo a frammenti. Pieno di punti. Figuriamoci nell'incipit). Sono pigro. Mi sono accorto che abbondo di punti perché mi scocciano le frasi, le virgole, le metafore, i periodi lunghi. Io penso brevemente. Certe volte non penso neanche. Vado di getto. Perché dovrei fingere? Perché dovrei sforzarmi?
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Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club (09/04)
Mani appoggiate sul bordo del banco, e testina alta con un bel ghignetto stampato in volto. « Non tutti sanno il motivo di questa convocazione » e ora gli occhietti guizzano in particolare su CECI, EMILE e NICO « Ho avuto un’idea » oh no « e lo sto proponendo solo a voi perché mi fido » e quindi non potete deluderla (!), e qui lo sguardo cade inevitabilmente sulla BFF, per ovvie ragioni. « Non voglio girarci troppo intorno » e quindi niente chiacchiere inutili sulle caramelle oggi « Ma dovete giurarmi che non direte niente a nessuno, e dimostrarmi quindi che ho fatto bene a scegliere solo voi » e qui ora lo sguardo cade su TUTTI quanti. Manco stesse mettendo su l’Esercito di Silente sotto la Umbridge (…). Però è davvero seria, e gli occhietti passano su TUTTI, nessuno escluso, con un sopracciglio un po’ alzato in attesa del loro giuramento solenne.
Emile: Non dice nulla, ma annuisce. E poi, visto il tono con cui MAEGAN ha parlato della cosa, diciamocelo, bara anche un poco. O ci PROVA. Magari sfrutta anche il silenzio, o il fatto che benché siano in tanti, sono sicuro meno che a lezione. Ma cerca con gli occhi la figura della CORVONERO mentre, invece, a livello empatico, sembra PROVARE a sondare le emozioni altrui. E` inpratico, ancora, e ignorante su quello che sa fare, soprattutto. Ma lo ha fatto, oramai, abbastanza volte da capire come concentrarsi. CERCA di abbassare quello sputo di barriera empatica che giusto i mesi ad Hogwarts gli hanno concesso, in favore della singola emozione maggiore che MAEGAN prova. Perché se sotto quel tono serio c`è da preoccuparsi, almeno si preoccupa subito, oh. Che stia pensando di andare in guerra praticamente lo si evince da due cose: la rigidità muscolare, e il fatto che miracolosamente se ne sia pure stato zitto.
Nico: Lui è uno di quelli che non sa il motivo, sì… infatti all’ “ho avuto un’idea” va subito a muovere la mano destra col palmo in alto in direzione della CORVONERO, come a dirle di proseguire e pure spedita che mica abbiamo tutto il giorno. « Ma se ti fidi » e qui la situazione cambia. « non devo dimostrare proprio niente. » Poi dai Meg… lui, con i segreti… ha l’accesso vip. Per stavolta si abbasserà a queste quisquilie. « Ti giuro che sarò una tomba. » Magari non letteralmente, ecco. « Poi appunto tu devi fidarti della mia parola. » Quindi siamo da capo a dodici, cara MEG. « Spara. Chi dobbiamo seppellire? »
B: Quando arriva la richiesta di un giuramento solenne (?) non perde tempo, staccandosi dal banco e facendo un paio di passetti avanti mentre la mano destra va a posarsi contro il petto – lì dove sotto la pelle c’è il cuoricino giallonero. « Giuro solennemente » di non avere buone intenzioni « Di non rivelare o parlare con nessuno a parte i presenti di quello che faremo » gli angoli delle labbra vanno a piegarsi spontaneamente verso l’alto, quasi non resistesse alla tentazione di ghignarsela « O vedremo. Va abbastanza bene o vuoi che mi inchino anche? Sai, per effetto » apposto « Comunque sai che non dico niente a nessuno. » lo sai, vero? Se l’è fatto il Silencio, pure se metaforico.
Bly: « Non così tanto formali, su » guardando l`altra BLYTHE « Nessuno di noi vuole essere beccato, è già un buon motivo per tenere il becco chiuso.» si stringe nelle spalle alzando le sopracciglia, una certa ovvietà nel tono di voce « Però potremmo comunque decidere cosa succede alle spie, così, per precauzione » un sorrisetto malizioso le incurva le labbra, mentre squadra i compagni uno a uno. Che kattivah.
Yara: Fa eco a NICO nella sua risposta quando MEG finisce di parlare aggiungendo a voce alta « Puoi fidarti » mentre fa cenno affermativo con la testa come per dare forza alle sue parole « Non siamo mica JONAS o BRAN che andiamo a raccontare tutto ai professori » e no, la frecciatina ai due infami non poteva mancare.
Ceci: « Giuro di stare zitta molto zitta. » … « Solennemente. » la parola le piaceva, la sta rubando all’altra TASSA. Con una manina che si porta al petto, per dimostrare estrema sincerità, proprio. Però è vero, è sincera. « E’ morto qualcuno? » prioritario. Perché ha sentito NICO parlare di sepolture. Un’occhiata più lunga a EMILE, dato che lo vede zitto – e una alla WARTON, visto che parla di spie. Curiosità, eh, che vuole sapere anche lei cosa succede. Continua a starsene molto accigliata e addocchiare MAEGAN, manco avesse paura di perdersi la spiegazione principale.
Liù: Il suo giuramento si limita ad un cenno del mento, anche se è la punizione per le spie proposta dalla WHARTON che le fa offrire a quest’ultima un lieve incurvamento di un angolo delle labbra, fino a che la testa ruota verso YARA quando apre bocca e quel mezzo sorriso si spegne « Tu piuttosto. Sei una cornacchia con il becco largo. » sbuffa pure, gentilissima proprio eh.
Quello sguardo serio, infatti, cade al primo giuramento solenne che arriva proprio da CANARINO, per lasciare spazio al solito ghigno malandrino. Di quelli che non promette niente di buono, ma tant’è. « Se vuoi » fare l’inchino, è ben accetto, e un guizzo di sopracciglia testimonia il suo divertimento alla cosa. « Ma vi ho detto che mi fido » e questo è per rispondere a NICO chiaramente, « voglio che siate convinti e che non vi tiriate indietro – o se lo fate » e fa anche una piccola pausa ad effetto « che rispettiate il segreto » questo è il succo, anche se qui non facciamo nessuna fatica a contare ciecamente su TUTTI i presenti in stanza. Un sorriso a chi ha promesso cieca fiducia, e anche a LIU’ nonostante il solo cenno di testa. « Sapete che c’è il club di duello per i grandi, no? » e fa anche una pausa in attesa di cenni e assensi vari « Ecco, io non penso sia giusto che noi veniamo esclusi » e lo pensa solo lei sulla base del niente, ma okay. (...) « Non voglio litigi » categorica, un’altra volta « Se avete qualcosa contro l’altro avrete modo di sfidarvi come dei veri maghi e streghe » e quindi senza insulti « usando la vostra bacchetta e un po’ di fantasia ». (...) « Appuntiamoci tutte le idee » quindi sia i nomi, sia i loghi sia tutte le cose bellissime che vengono proposte e che aumentano l’entusiasmo della piccoletti. « SIII, il nome in codice! » necessario diremmo qui, e ora lo sguardo divertito cade su YARA (sempre che l’incanto abbia fatto effetto) e « potremmo chiamarci Languelingua » lo dice divertita, ma insomma lei la proposta la fa. Anche se la regia dice che sono accette idee migliori. « Per il simbolo mi fido ciecamente di voi » e guarda chiaramente CECI e LIU’ « fatene uno grinzafichissimo!!!! » perché loro devono essere i più bellissimi. L’attenzione viene spostata su CANARINO e « Non ammetterei » al torneo « tutti coloro che pensano che un Impulsus sia magia nera » e fuori quindi i moralisti vari « e coloro che potrebbero fare da spioni » ciao team serpeverde.
Nico: E anche sul nome ha da ridire, sbuffando nel sentire il “Languelingua”. « O Mangialumache magari. » È ironico ovviamente, è per far capire quanto non apprezzi l’altro nome (?) « L’idea dei colori delle 4 case è bella. I nastrini non so… forse è eccessivo » o da femmine.
B: « Piace anche a me l’idea dei quattro colori. Però i nastrini » occhiata verso NICO « Sono un tocco di classe, mica possiamo tenerci uno stemma noioso con scie colorate e basta » insomma go big or go home. La proposta di MEG le fa scappare una mezza risata, portandola a spostare lo sguardo su di lei « Non male come nome. Però non pensate sarebbe un po’ sospetto? Immaginate dire tipo davanti ad un professore, “ehi, più tardi ci troviamo per il Languelìngua?” » poi sguardo veloce verso il GRIFONDORO « O Mangialumache » annuisce nel dargli ragione, per bocciare il nome – senza cattiveria MEG, ti amiamo sempre – ovviamente. « Però ammetto di non avere idee migliori quindi… possiamo pensarci su, senza fretta » prova a proporre con un sorriso di default.
Bly: « Non possiamo lanciarci incantesimi senza senso, un duello ha un certo... Ordine, di solito » contesta con l`aria offesa, ma non va oltre. È d`accordo sul nome, annuisce distrattamente « Per me va bene tutto » scrolla le spalle « Anche il simbolo sì, fate come volete. » e liquida la questione con un gesto della mano, lei vuole solo punire i traditori.
Ceci: Lo sguardo è verso LIU’ « Siii » approva, l’enfasi sulle i aggiuntive segnala l’entusiasmo annesso. « Potremmo tenere le scie – e magari i nastri fanno tipo – non so. Stendardi? Cioè, non proprio nastrini, più nastri grossi. Da stendardo. » ah, chiarissimo. « E secondo me le scie dovrebbero essere con i glitter, ma perché brillano e perché sono carini, capito. » no. Però è per il go big or go home, anche se sta cercando di mediare tra le idee che ha sentito. Cosa medi, non si sa. « Però basterebbe dire che vogliamo incontrarci per esercitare il – Mangialumache, e sarebbe meno sospetto? Se dovessero sentirci. Anche se non dovrebbero sentirci. » come risolvere il problema alla base, perché non sembra avere problemi.
« Va bene ci penseremo! » ecco, tutti quanti! « Se a qualcuno viene in mente lo dice » ma a chi? E dove? e quando? Panico. (...) « Dobbiamo decidere un giorno preciso » sì, ecco. Necessario « E magari possiamo fare dei gruppi ? » proposta avanzata proprio a caso eh, date tutte quelle antipatie scomode nel gruppo. « Sto ancora calcolando tutto. » stratega proprio « Dobbiamo trovare anche un modo per comunicare in fretta fra di noi » e ora guarda NICO affinchè lo segni. Galeoni magici? Ah no. « E poooi, sì, qualcuno si deve occupare di capire quando incastrare gli incontri » e guarda EMILE, che aveva avanzato al proposta e magari vuole farlo lui (!).
Nico: « Gli stendardi sono meglio dei nastri » ammette, molto tranquillamente proprio. « È meglio così secondo me » risponde a LIU stavolta. « Devono essere persone di cui possiamo fidarci! Dovremo anche esporre gli altri studenti per questa cosa, e se finissero per fare la spia e mettere nei guai non solo noi, ma pure i più grandi? » Potrebbe essere un problema, quindi meglio mantenere il cerchio ristretto, che è anche più facile per gli incontri.
B: Uno scrollare di spalle segue invece la risposta di CECI su cui sposta sugli occhi, arricciando il naso « Oppure possiamo seguire il consiglio di quel vecchio film babbano su un… club segreto di botte? Comunque dicevano che la prima regola era non parlare del club » un bacio a chi la capisce, con tutto il cuore.
Bly: « Perfetto allora, quando sarai certa aggiornarci » con un piccolo cenno del capo, che qua se ci muoviamo troppo esplodiamo. Stringe le labbra « Per gli incastri potrei pensarci anche io, se non lo vuole fare EMILE » propone così, almeno fa qualcosa, lancia uno sguardo al tassorosso « O potremmo farlo insieme, comunque un modo si trova. » annuisce convinta.
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Se l'istinto di sopravvivenza ci spinge ad avere più paura del lockdown e del crollo del PIL piuttosto che della nostra salute e dell'aumento dei contagi, significa che il sistema su cui si fonda la nostra società ha qualcosa di profondamente sbagliato. Comprensibile, ma profondamente sbagliato.
Ricchezza e benestare non dovrebbero essere sinonimi, ma la realtà è quella che è, non quella che dovrebbe essere, quindi tocca farci i conti, senza convincersi che un giorno troveremo una serie di "life hacks" che ci permettano di sfangarla senza pagare un certo prezzo in termini di libertà individuali e collettive.
Ora, io sono fortemente a favore di ogni tipo di libertà, da sempre, ma c'è anche da dire che molti hanno un'interpretazione del concetto di libertà molto soggettivo.
Libertà non è fare quello che ti pare, quando ti pare e come ti pare; libertà non è la possibilità di dare sfogo a ogni tuo capriccio: libertà è non vedersi negare nessun diritto fondamentale in maniera arbitraria e totalizzante.
Tutti abbiamo diritto a un lavoro, ma è anche vero che tutti abbiamo diritto alla salute. Tutti abbiamo diritto a esprimere le nostre opinioni, ma è anche vero che tutti abbiamo il diritto di non subire soprusi. Tutti abbiamo il diritto di sbagliare, ma è anche vero che assumersi le responsabilità per i propri errori è un dovere.
E i doveri a noi non piacciono. I diritti sì, ma i doveri? Mah. Devo? Devo proprio? E se non mi va?
Se non ti va è un capriccio.
E se questo dovere limita la mia libertà e mi toglie dei diritti? Allora è giusto che tu lo dica ad alta voce, ma prima di prendertela con qualcuno, cerca di capire chi è veramente il tuo "nemico".
Devi capire, ragionare, riflettere, e lo so che non si usa più, ma se non lo fai non ne esci, e a quel punto te la prenderai col bersaglio più grosso, o col primo che ti troverai a portata di mano, perché ti sembrerà la soluzione più facile, ma, con buone probabilità, col tempo scoprirai che si trattava della soluzione sbagliata, o che non si trattava di una soluzione affatto.
Il mondo è pieno di gente che vende soluzioni e che pensa di conoscere la verità, ma tu diffida sempre di chi ti vuole vendere "LA soluzione" o "LA verità", soprattutto se prova a farlo in maniera "semplice", perché la verità e le soluzioni non sono mai semplici, e hanno tante di quelle sfaccettature che, a volerle vedere tutte assieme, non ci riusciresti nemmeno se te le dipingesse Picasso.
Per quello che ti riesce, resisti, mantieni la calma, accetta qualche sacrificio (un altro? Sì, un altro. Chi ti ha detto che la vita è facile mentiva) e ricordati di farne tesoro per quando tornerà di nuovo un problema da affrontare.
Impara, accumula esperienza, e poi fatti trovare pronto. Accetta che i problemi vanno risolti uno alla volta, ma soprattutto accetta che esistono problemi che non si possono risolvere. Accetta che, a volte, nella vita bisogna anche saper perdere, che perdono anche quelli che a te sembrano dei "vincenti", e che nulla di ciò che accade è definitivo.
Forse solo la morte. Magari evitiamo quella, finché ci riesce. Il resto sarà solo l'inizio di un nuovo capitolo.
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