Tumgik
#qui non ha fatto una goccia d'acqua ragazzi
pgfone · 1 month
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Cielo a pecorelle e fichi cotti direttamente sulla pianta.
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dreamerwriter18mha · 4 years
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CRONACHE DI YUUEI - GROUND ZERO Capitolo 2 - Fuochi, esplosioni e...
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PARING: KIRISHIMA X BAKUGO    RATING: +18  GENERE: FANTASY AU
P.O.V. KIRISHIMA
Eijiro iniziò a pensare di stare sognando.
Era stato portato a fare un bagno caldo, lavato con cura, asciugato con i panni più soffici che avesse mai toccato e vestito con abiti morbidi e caldi. Ora, davanti a lui, c'era una tavola enorme coperta di pietanze fumanti. E il suo padrone l'aveva appena invitato a servirsi.
"Posso...posso mangiare quello che voglio?" chiese incredulo.
"Sì, idiota. Mangia quello che vuoi e quanto ne vuoi" rispose il Re, indeciso se ridere dello shock del ragazzo o battere la testa sul muro dall'esasperazione.
Decise che se avesse trovato chi aveva cresciuto questo ragazzo l'avrebbe strozzato con le sue mani.
"Non ti consiglio di esagerare" gli disse Uraraka dall'altra parte del tavolo "se non sei abituato a mangiare tanto e all'improvviso ti riempi di cibo finirai con star male. Avrai tutto il tempo di ingrassare per bene vivendo qui" ridacchiò.
Kirishima decise che gli piaceva questa ragazza. Era gentile e divertente.
"Come te dici, Guance tonde?" la stuzzicò Bakugo, con un ghigno diabolico.
La mora gonfiò le guance e lo guardò irata.
"Villano" sibilò.
"Grazie" mormorò Kirishima con voce rotta.
Bakugo, che stava per infilarsi in bocca un grosso pezzo di montone, lo controllò con la coda dell'occhio, in tempo per vedere una piccola goccia scivolare fino al mento, seguita da altre.
"Stai...sta piangendo?" chiese a bassa voce, guardando la ragazza per conferma.
"Secondo te?" mimò lei con le labbra, facendogli cenno con la testa verso il ragazzo.
Bakugo la guardò perplesso e lei scattò in piedi spazientita.
"Parla con lui o, non lo so, fa qualcosa!" sibilò vicino al suo viso, prima di afferrare un paio di tortini di carne e andarsene.
Bakugo la seguì con gli occhi che mandavano lampi. Non era bravo a consolare le persone.
"Capelli di merda? Perché stai piangendo?" sbottò, usando il soprannome che aveva coniato per lui dopo il bagno.
Il ragazzo gli aveva chiesto se in una delle bottigliette c'era qualche mistura per sistemare i capelli. Dopo aver chiesto ad un domestico gli era stata portata una pasta traslucida e appiccicosa, che aveva usato per sollevarsi le ciocche in delle ridicole punte.
Eijiro sussultò alla domanda e si affrettò ad asciugarsi il viso con le maniche.
"Mi dispiace, non volevo, scusa" balbettò imbarazzato "E' solo che...sei così buono, così gentile...nessuno mi ha mai trattato con tanta cura prima...mi sento così fortunato..." singhiozzò.
Bakugo non seppe esattamente come rispondere, mentre un calore intenso gli risaliva lungo il collo.
Aprì e chiuse la bocca un paio di volte, poi sbatté i pugni sul tavolo e brontolò un "vaffanculo" mentre lasciava la stanza.
Kirishima rimase a fissare il punto in cui era sparito con gli occhi sbarrati, ancora umidi dal pianto. Si chiese se avrebbe dovuto seguirlo.
La porta da cui era uscito il Re si riaprì e Uraraka rientrò con sguardo preoccupato.
"Continua pure, non preoccuparti per lui" sospirò, vedendolo lì.
"Ma..." mormorò lui, indicando la porta.
"Tranquillo, non hai fatto nulla di sbagliato, immagino. Bakugo non è bravo a gestire le sue emozioni" spiegò, riprendendo il suo posto davanti a lui "sarà andato a schiarirsi le idee"
Kirishima annuì, comprensivo, e si riempì il piatto con piccole porzioni di ogni cosa, desideroso di assaggiare tutto.
Senza fare complimenti si ficcò in bocca alcuni pezzi di carne e gemette sorpreso dal gusto, leccandosi pure le dita. Non aveva mai assaggiato una carne così saporita e succosa, chiunque l'avesse cucinata sapeva il fatto suo.
"Ti conviene abituartici, si mangia sempre così da queste parti" lo informò la mora divertita, spalmando una generosa quantità di crema su una crostatina di mele.
Kirishima le rivolse un sorriso grato e si ficcò altra carne in bocca.
"Bravo ragazzo, mangia quanto vuoi, guarda quanto sei magro, devi rimetterti in forze! Al Re non piacciono i tipi fragili e gracilini" tuonò un'enorme donnona, grande come una montagna, entrando da una porta nascosta.
Eijiro sbarrò gli occhi vedendo che tra le mani reggeva un vassoio pieno di altro cibo.
"E a proposito, dove diavolo è quello scellerato di un ragazzo?" sbraitò, indicando la sedia vuota con una mano grande come la faccia di Kirishima.
"Fuori ad allenarsi, probabilmente. Amane, ti presento Kirishima Eijiro, da oggi vive qui, prenditi cura di lui mi raccomando, ha bisogno di mettere su un bel po' di peso. Kirishima, lei è la signora Amane, la cuoca del palazzo" spiegò Uraraka con un sorriso divertito.
"Benvenuto a bordo giovanotto, rimpinzati senza fare complimenti"
"Grazie, tanto piacere di conoscerla. E complimenti, questo cibo è straordinario" rispose lui, chinando il capo.
La donna gli rivolse un sorriso amichevole e gli tirò una pacca sulla spalla che quasi lo fece finire con la faccia nel piatto.
"Buon appetito ragazzi. E mi raccomando, in qualsiasi momento tu abbia fame sentiti libero di venire in cucina, ragazzino, c'è sempre qualcosa di pronto da sgranocchiare"
Per non parlare con la bocca piena, Kirishima la salutò con la mano.
Dopo che se ne fu andata, bevette un bicchiere d'acqua e si rivolse a Uraraka.
"Perdonami se te lo chiedo ma...quella donna non è umana, vero?"
"No, hai ragione, è una mezza gigante. La famiglia di Bakugo l'ha accolta quando era bambino, dopo che il suo villaggio fu sterminato da dei cacciatori" spiegò lei sbalordita "complimenti per averlo capito, hai buon occhio"
"Buon naso, più che altro. Non odora di umano" precisò lui, continuando a mangiare come se niente fosse.
La mora lo guardò per un momento con sospetto, poi scrollò le spalle e tornò al suo dolce. Avrebbe avuto tempo di parlare più tardi con il Re dei suoi dubbi.
Dopo due piatti pieni di carne, una porzione di verdure piccanti e diversi pezzi di pane, Kirishima si lasciò ricadere sulla sedia con un sospiro.
"Sono così pieno che non so se riuscirò a muovermi" esclamò.
Uraraka scoppiò in una sonora risata.
"Ti avevo avvertito di non mangiare troppo, sciocco! Su, alzati, facciamo due passi, ti aiuteranno a sentirti meglio"
Dopo essersi pulito le tracce di sugo dal viso con quello che Uraraka gli disse essere un "tovagliolo", cioè un pezzo di tessuto fatto per pulirsi dopo mangiato, Kirishima la seguì incuriosito in una nuova ala del castello.
Camminarono lungo un altro corridoio, anch'esso pieno di porte, tanto che Eijiro iniziò a domandarsi quante stanze avesse esattamente quel palazzo.
Questa volta si fermarono subito in fondo al corridoio. Questa porta era più grossa delle altre. Accanto ad essa c'era una fila di pesanti mantelli, appesi al muro. Uraraka ne prese uno e glielo porse, poi ne indossò un'altro lei stessa.
"Perché devo metterlo?" chiese perplesso.
"Perché stiamo uscendo in giardino e fuori fa freddo"
"Oh...va bene"
Si gettò il capo sulle spalle e armeggiò cercando di allacciarlo, ma le sue dita erano piuttosto goffe quindi alla fine fu lei ad aiutarlo.
"Non preoccuparti, Kiri, ti abituerai in fretta"
Il ragazzo sorrise al nomignolo, c'era qualcosa nel fatto di avere un soprannome che lo fece sentire a casa più che mai.
La osservò girare una grossa chiave nella toppa e spalancare finalmente la porta. Oltre l'uscio c'era il panorama più incredibile che Kirishima avesse mai visto. Le mura del castello cingevano un enorme giardino, con un prato rigoglioso e pieno di bellissimi fiori, cespugli e alberi da frutto. Mosse qualche passo esitante all'esterno, grato del caldo mantello che lo riparava dall'aria fredda della sera, ma un boato lo fece quasi cadere dallo spavento.
"Ma che diavolo..." esclamò, guardandosi attorno terrorizzato.
Quei suoni come di cannoni gli portavano alla mente orribili ricordi.
"Tranquillo Kirishima, non è nulla di pericoloso, guarda" esclamò la sua nuova amica, prendendogli il braccio con dita gentili e trascinandolo poco più in là, verso la fonte del tremendo suono.
Prima di poter spiccicare parola, Eijiro rimase ancora più sbalordito di prima. In una specie di piazzola, ricavata in mezzo al prato, stava il Re, con i biondi capelli che si agitavano nel vento e un ghigno a dir poco feroce. Era circondato di soldati grossi il doppio di lui, ma non era minimamente in difficoltà. Davanti agli occhi increduli del nuovo arrivato, Bakugo scagliò una potente esplosione, direttamente dalla sua mano, contro uno dei soldati, mentre ne allontanava un altro con un potente calcio.
"Incredibile" esclamò Kirishima senza fiato, seguendo ogni singolo movimento del Re e non osando sbattere le palpebre per paura di perdersi qualche altra meraviglia.
Quando tutti i soldati furono a terra stremati e Bakugo si erse sopra di loro con un ghigno trionfale, Eijiro non poté più contenere la sua ammirazione ed esultò.
Bakugo lo guardò con un ghigno ancora più ampio e camminò verso di loro.
"Hai mangiato abbastanza, Capelli di merda?" chiese.
"Sì, sono così pieno che mi meraviglio di poter camminare. Posso sapere come hai fatto quelle esplosioni? E' stato incredibile" chiese, con occhi luccicanti.
Bakugo sorrise soddisfatto, crogiolandosi nella sua ammirazione. Niente gonfiava il suo ego più di essere applaudito e ammirato.
"E' la magia della mia tribù" spiegò, incamminandosi nel giardino e facendogli cenno di seguirlo.
Kirishima guardò la mora intimorito, ma lei gli fece un sorriso rassicurante e gli indicò di seguire il Re.
"Fai parte di una tribù di maghi?" chiese perplesso.
"No, idiota, non esistono tribù di maghi. Vengo da una tribù di guerrieri. Vivevamo su a Nord, vicino ai ghiacciai, prima che io conquistassi questo regno. La leggenda dice che i miei antenati si incrociarono con i draghi di fuoco, per questo ho la magia, ma è successo molti secoli fa. Sono l'ultimo ad averla ereditata, nessun'altro della mia generazione ce l'ha" spiegò, con una punta di orgoglio e una di rammarico.
Alla menzione dei draghi, gli occhi di Kirishima si allargarono. Studiò a lungo il Re mentre camminavano, domandandosi fino a che punto poteva fidarsi di lui. Decise di pensarci ancora un po'.
"Riguardo a quello che è successo prima...durante il bagno..." bofonchiò Bakugo, senza guardarlo "sappi che non devi preoccuparti di me. Non ho intenzione di...fare quelle cose"
Kirishima lo guardò per un secondo, perplesso, per poi realizzare.
"Aspetta, cosa? E allora perché sono qui?" esclamò.
Non che gli dispiacesse, ma perché tenere uno schiavo sessuale se non aveva intenzione di...farci sesso?
"Sei qui perché stavano per venderti a qualche nobile maiale, ma i miei uomini ti hanno tratto in salvo. Puoi restare finché vorrai, se hai una famiglia o un villaggio a cui tornare posso fornirti ciò che ti serve per il viaggio. Altrimenti puoi restare e trovarti qualcosa da fare nel castello, come tutti" spiegò il Re, calciando un sasso.
"Il sesso è l'unica cosa che so fare e non mi dispiacerebbe farlo con te. Non sei brutto, viscido e cattivo come quelli con cui sono cresciuto..." rifletté Eijiro.
"Cazzo, ma non ti rendi conto di quanto sia sbagliato?" sbottò Bakugo fermando il suo passo e guardandolo con indignazione "Kirishima, non me ne frega un cazzo di cosa ti hanno insegnato, non si fa sesso con qualcuno perché "è l'unica cosa che so fare" o "perché non sei brutto, viscido e cattivo"." sibilò.
"E perché si fa, allora?"
"Perché una persona ti piace, perché lo vuoi, o perché...perché ami qualcuno" rispose il Re, rosso come un peperone.
"Ma se non facciamo sesso...come posso ripagarti? Mi hai accolto nella tua casa, sei stato così gentile...ci sarà pur qualcosa che posso fare per te" chiese Kirishima con aria triste.
"Ci deve pur essere qualcos'altro che sai fare, no? Hai mai combattuto? I buoni guerrieri non sono mai abbastanza" rispose Bakugo, guardandolo in attesa.
Kirishima guardò il Re nei suoi brucianti occhi rossi. Perché si fidava così tanto di lui? Perché sentiva di poter dare la sua anima a questo bizzarro uomo biondo, conosciuto da poche ore? Suo padre gli diceva sempre di ascoltare il suo istinto. Dopo aver perso lui e sua madre non l'aveva fatto e si era ritrovato in catene in una gabbia. Forse era il momento di ascoltare quel consiglio.
"Bakugo?" mormorò, evitando per la prima volta di metterci il Re davanti.
Il biondo grugnì per fargli intendere che aveva la sua attenzione.
"Bakugo...c'è una cosa che vorrei dirti ma...se qualcuno lo venisse a sapere..."
"I tuoi segreti sono al sicuro con me...ma non dovresti fidarti tanto di qualcuno che conosci da poche ore" osservò l'altro.
"Lo so...ma il mio istinto mi dice che posso fidarmi di te, e poi sei stato gentile e io voglio darti qualcosa di utile in cambio, o almeno lo spero..." mormorò imbarazzato.
Bakugo gli fece cenno di continuare.
Kirishima si guardò attorno con ansia, poi mosse qualche passo più vicino al Re, al limite della distanza accettabile tra due uomini, e si sporse verso il suo orecchio.
Il Re si irrigidì al movimento, ma capì che non voleva essere udito e si sforzò di non farlo esplodere via.
Quando fu abbastanza vicino per essere udito, Kirishima si disse che era ora o mai più, quindi aprì la bocca e parlò con la voce più lieve che riuscì a fare.
"Sono un drago"
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