#questo stronzo
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I compiti continuano.
Cognato: cosa disse Maria a Giuseppe, dopo la visita dell'Arcangelo Gabriele? Nipote: vuoi essere mio marito, che aspetto già un bambino? Io:
Cognato: cosa portarono i Re Magi in visita a Gesù? Nipote: oro, argento e bronzo! Io:
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Vaffanculo te e tuo Dio! Se una dice no o non dice sì, devi fermarti!
#tw rape#non ho letto l’articolo e non lo leggerò#me ne frega di che cosa potrebbe dire questo stronzo
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l'archivio
Spiegatemi: perché il mio archivio non si vede più? Com'è che dei vostri qualcuno lo vedo e qualcuno no? Qual è la differenza? Pagare la versione premium? Giusto per capire.
Oggi, grazie a un like di non so chi a un post del 2020, seguendo i post a ritroso, ho fatto un tuffo nel delirio di quel periodo. Il reparto di oncologia, la testa pelata, il PICC nel braccio, il covid, gli ospedali, le compagne di chemio, la merdina anonima che mi ha scritto le cose più ignobili (lo stronzo che, da quando ho scoperto chi è, non si è più azzardato) e l'anon (non più anonimo) che mi scriveva parole gentili e mi dava forza ❤️ E ho riletto di quel dolore sordo e cieco in cui mi ero inabissata. Quel pensiero fisso, quell'ossessione che mi stava uccidendo.
Da qui, oggi, a 4 anni e 95 cm di cicatrici di distanza, sarebbe facile dire "ma come ho potuto?" ma sarebbe una domanda stupida. Io lo so come ho potuto. Così come so quanto mi è costato sopravvivere, andare avanti, trovare il MIO percorso.
Una parte di me è irrimediabilmente rotta. Mi spiace per chi ora si trova davanti un enigma fin troppo facile da comprendere: ho paura, quindi cerco di tenere spesso le distanze, perché conosco i pericoli che si corrono. Non sempre ci riesco. Quando mi sciolgo, nascono le emozioni più belle, le giornate più memorabili. Poi mi spavento e scappo a cercare un rifugio che mi protegga. E via di nuovo in loop, come un granchio sotto anfetamina.
Lo so che non esiste rifugio sicuro, se non quello che riesco a creare con le parole. Lì va tutto bene. Lì anche il dolore può diventare arte.
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Vabbè, ma detto questo, perché qualcuno di voi ha l'archivio e qualcuno no?
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Pensavo fosse amore invece era un altro esame alla prostata
Tutto sta andando esattamente come deve andare ovvero molto storto. Niente segue i piani. Ci sono costanti ritardi e io non sono una persona puntuale, mi vanto sempre di avere un'enorme pazienza. Lo dico a ogni ragazza "Non hai idea delle dimensioni della mia pazienza" e poi si sorprendono e confermano "Accidenti, ma è gigantesca, non ne ho mai vista una così grande!" e io sorrido soddisfatto ma oramai mi sono rotto le palle di essere paziente. Lo penso mentre entro in ospedale, un controsenso. Entro perché sono un paziente ma vuoi sia il caldo, vuoi siano i ritardi e i rimandi: sono diventato impaziente.
Mentre ero in bici stamattina faceva fresco, quel bel fresco che di sicuro finisce che mi ammalo. Mi hanno fatto entrare in una sala piena di studenti della mia malattia o affezionati del settore. C'era un dottore giovane al centro, penso stesse cercando di fare colpo sulla classe perché era eccessivamente preciso nel descrivermi gli effetti collaterali della prossima terapia che dovrei iniziare. Questa volta sperimentale, quindi ci sono pochissimi studi al riguardo e io mi sento come un porcellino d'India, uno di quelli spelacchiati però. Aspetto mi riempiano il pancino glabro con pastiglie dai risultati imprevedibili ma sorrido, perché almeno, forse, finalmente, qualcosa si muove. Ho bisogno di una novità o di qualcosa che funzioni. O forse solo di qualcosa che mi distragga? Ecco, penso che sia più che altro questo. Io me lo sarei fatto quel dottore oggi, così, davanti a tutta la sua classe, per insegnare agli studenti che cosa è la disperazione. Che faccia ha. Ma non se ne è fatto nulla, mi hanno mandato via dicendo che è ancora troppo presto e che devo essere ulteriormente paziente. Sicuro se lo limonavo mi infilava il nuovo farmaco nella scollatura.
È vero, ultimamente latito molto da queste parti, sono colpevole. È che sto scrivendo per una specie di magazine online e allora quando voglio spremere la prostata della mia creatività lo faccio laggiù ma mica perché io mi sia scordato di questo luogo, accidenti no. Io vi guardo. Vi spio. Vi ammiro e nel privato, vi desidero. Però laggiù in teoria mi pagano, in pratica mi fanno promesse e io sono un giovane pieno di speranze e sogni che ha imparato a portare pazienza e pazientemente aspetto.
Ieri ho festeggiato due anni di Ernesto, il mio gatto. In pratica un giorno mio fratello suona alla mia porta con un gatto rosso in mano e mi dice "Da oggi tu hai un gatto, io devo partire per le ferie" e da allora quel rosso pezzo di merda controlla la mia vita. Sta male con il pancino, mangia poco, fa la pupù brutta e l'ho portato dalla veterinaria e ho speso più soldi per lui che per la mia salute fisica e mentale. Quanto cazzo costa mantenere un felino? Un altro essere vivente in generale. Cioè, poi mi chiedono perché non ho figli. Ma io ho passioni, ho una carriera da morto di fame da mantere, mica posso permettermi il lusso di far crescere una mia copia in miniatura. Sicuro mi uscirebbe ancora più stronzo del sottoscritto e magari che vuole studiare pure. Ma col cazzo. Una cosa buona di Ernesto è che è stupido come la merda ma bello come il sole. Proprio come suo padre (me).
Ho lavorato per quasi un mese e mezzo in una cucina. Ho fatto l'aiuto cuoco. Ricordo che undici anni fa, quando mi trasferii a Vienna, ero pieno di sogni e speranze ma al tempo stesso ero consapevole dei limiti umani di cui soffrivo (essere stupido come la merda, che è una condizione più grave delle mie malattie croniche) e allora me l'ero già messa via e ricordo che andavo in giro per ristoranti di finti italiani (una cosa che ho imparato vivendo all'estero: più grande è il tricolore, più ossessivamente il locale è decorato con la bandiera italiana, meno i proprietari saranno della penisola, una volta bazzicavo in questa pizzeria chiamata "Pizzeria il Vesuvio da Mario" che era un'accozzaglia di stereotipi e il proprietario era un mistro tra un panda, Lino Banfi e un libanese e c'erano poster delle Marche ovunque, cioè chi cazzo appende poster delle Marche pensando sia una buona idea? Solo questa chimera più occhiaie che talento nel fare la pizza) (dove ero rimasto?) (ah sì) andavo in giro per ristoranti a pretendere di venire assunto solo per via delle mie origini. Non portavo manco un curriculum, dicevo: "Sono italiano, sicuro sono più bravo di voi a cucinare". Undici anni fa credevo davvero un sacco nelle mie scarse potenzialità nonostante l'essere stupido come la merda. Beh, all'epoca nessuno mi assunse e invece oggi, pensate un po'? No, nemmeno oggi mi hanno assunto. Mi hanno usato per sostituire uno che se ne doveva andare e invece alla fine non se n'è più andato. Però ragazzi, quante cose ho imparato lavorando in cucina. Tipo a tagliare i datteri! Oppure che altro, ah sì, a farmi le foto sembrando uno che ci sa fare con i coltelli. Il tutto perché sto guardando la terza stagione di The Bear e se prima ho detto che mi sarei limonato il dottore che c'era oggi in ospedale beh, non avete idea di cosa farei a quel cuoco modello di Calvin Klein.
Insomma, ho migliorato le mie capacità culinarie. A resistere allo stress. A tagliare. Oramai taglio che è un piacere e perché, con quale fine, se non fare da mangiare al mio gatto del cazzo che ha la diarrea da una settimana e se non gli preparato il tacchino magro con le verdurine poverino non mangia? Ecco cosa sono diventato, il cuoco personale del mio felino. Tornerei anche domani a lavorare in cucina perché, per una volta, il mio cervello era in pausa. Non avevo tempo per dargli ascolto, c'erano troppe cose da fare contemporaneamente. Ora capisco perché tutti ci infiliamo in lavori del cazzo: perché dobbiamo stare lontani dai discorsi che il nostro cervello si mette a fare.
Io al mio cervello gli voglio bene. Ma non siamo fatti l'uno per l'altro.
Qualche giorno fa mi è stato chiesto qual è la parte del mio corpo che mi piace di più e io non ho saputo rispondere. Non c'è una singola parte di me che mi piace. Ok, mi ritengo una divinità scesa sulla terra per via di una punizione ma al tempo stesso, questo corpo terreno, mi disgusta. Una volta avrei detto "il mio cervello" ma oramai neanche quello. Ha troppi problemi. È un vecchio motore a scoppio che cerca di restare al passo con i tempi ma viene lasciato indietro da tutto. C'è stato un periodo in cui siamo andati d'accordo ma ora non fa altro che sabotare ogni cosa bella che mi accade e amplificare le cose brutte e distrarmi dalle cose importanti e soprattutto non mi fa smettere di cercare carte Pokémon. Dai, io già non ho soldi, perché mi fai questo? Avessi un figlio e non un gatto sono sicuro che prenderebbe la mia collezione di carte e ci vomiterebbe sopra. Almeno Ernesto mi vomita solo su i pavimenti. O nelle scarpe. O nello zaino. Per questo motivo sono andato a lavorare in cucina, per migliorare e farlo smettere di vomitare ovunque. Ha funzionato? Aspettate un attimo che pulisco il vomito dal tappetino della cucina e ve lo dico.
Il bello del passato, quando è veramente passato e smette di fare male, è che puoi ricordare selettivamente solo le parti che ti fanno comodo e pensare che poi, alla fine, non sia stato così una merda. Che gli anni di psicanalisi siano quasi stati divertenti perché ehi, sono passati! Per questo torna il fascismo e l'ignoranza e la demenza e persino io che sono stupido come la merda me ne rendo conto che qualcosa non torna. Il passato è passato e così deve restare ma se siete come me, una persona che è costretta a portare pazienza da tutta la vita, allora il passato sembra un luogo fantastico. È il momento in cui le cose non andavano così male. Il presente mi fa paura. Mi fa ancora più paura pensare al domani, con una terapia nuova che magari non funziona e un gatto che vomita e caga ovunque e io senza un lavoro decente ma una una collezione di carte Pokémon da fare invidia a qualche bambino alle soglie della pubertà. Poi anche lui andrà incontro al mio stesso destino, scoprirà la figa e Pikachu andrà a farsi fottere fino al momento in cui pure la figa perderà il suo potere e penserà "Oddio sono finalmente libero!!!" e invece no, torna Pikachu e 'sto giro costa il triplo.
Ho bisogno di certezze se voglio dare certezze ma al momento l'unica cosa che riesco a dare è la certezza di non starci con la testa. Da fuori sembro anche capace di controllare tutto ma se entrate un secondo dentro il cranio ci sono le matasse di pelo di Ernesto e la polvere. Io pensavo che dopo il libro tutto sarebbe stato in discesa e invece manco per il cazzo. Dopo che realizzi il tuo sogno ti rendi conto che la bestia di insicurezze che hai dentro non si placa. Il mio mostro vuole di più, non si accontenta e io come posso spiegargli che per me è già abbastanza così, vivere con la consapevolezza delle mie copie vendute sentendomi in colpa per non essere stato migliore delle mie aspettative. La mia bestia interiore è più vorace di Ernesto davanti a una scatoletta Gourmet Gold (mica cazzi per lui spendo) e poi divora e smembra e aspetta io mi volti soddisfatto per rigurgitare ogni brandello sul pavimento, fissarmi con i suoi occhi a feritoia per sfidarmi dicendomi "Voglio di più, ancora, meglio, questo non era abbastanza".
Ci ho riflettuto e io sono un figlio degli anni 80. Sono nato in un'epoca in cui ci hanno inculcato, come verme distruttivo, il pensiero che se non riesci a ottenere una cosa è solo perché non stai lavorando abbastanza. Devi lavorare di più e la otterrai. Fottuto verme del cazzo, io vorrei solo dormire la notte e avere una terapia che funzioni. A me, dei tuoi desideri non importa una sega. Però sai com'è, nella mia testa ci sei tu e io non sono un pozzo di intelligenza, sono stato cresciuto così dalla televisione e da quarant'anni di Berlusconi e dai fottuti americani e i loro film del cazzo e mi sono sempre identificato nell'eroe inaspettato, colui sul quale nessuno avrebbe mai scommesso e alla fine porta a casa il risultato e la partita e vince tutto e io cosa ho vinto? Ho più paranoie che parole e se siete arrivati a leggere fino a questo punto vi state rendendo conto dell'abisso. Il successo, la realizzazione del noi è un'utopia. La calma, la pace, il silenzio del verme nel cervello è l'obiettivo. Anche il proprio gatto che smette di avere diarrea e vomitare è un altro obiettivo ok.
Sono stato bene per un periodo e ora aspetto solo di avere nuovi sogni che accuratamente cercherò di non realizzare per tornare a stare bene.
Quando mi guardo intorno cerco di capire se sono il più vecchio nella stanza. Sono a quel punto dell'età dove non è facile capirlo. La maggior parte dei miei coetani appare vecchia come un 56k e io li guardo e penso "Cristo ma faccio schifo come loro?" e magari loro hanno una copia di se stessi che sta crescendo e che costa un sacco più del Giratina V che tanto desidero mentre io invecchio e basta e i miei tatuaggi sono stupendi perché ho una pelle magnifica ma il verme in testa mi ripete quanto dovrei fare (invece di bere solo alcolici che saranno controproducenti per la prossima terapia) è solo l'ennesimo prodotto del capitalismo che è servito ai nostri genitori per comprare casa quando avevano vent'anni mentre a noi cosa resta? Portare pazienza. Ecco cosa ci resta.
Il mio amico Matteo (che non sono io, è un altro Matteo, Matteo è un nome molto comune) mi ha detto che da quando ha divorziato ha perso interesse nell'uscire e conoscere nuove persone e mettersi in gioco perché ritiene di aver scopato abbastanza per questa vita. Lo invidio molto. A me scopare piace ma io, se c'è una cosa che metterei da parte per questa vita, è continuare ad avere sogni e desideri. Ne ho avuti abbastanza. Tutti figli del capitalismo e di una realizzazione di sè che non ha senso.
Finisco il mio ultimo vino, rileggo quello che ho scritto e maledico questo posto dove riesco, mio malgrado, a essere la versione di me stesso che vorrei essere sempre.
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"Sono quella stronza della Meloni.". Senza un condizionale, senza un punto interrogativo. Macche'!! Netto, tranchant. Tutta la stampa ha sottolineato la tempra del Presidente del Consiglio pronunciando quella frase ma nessuno ha colto l'opportunita' per tutti i cittadini che non amano la Meloni. Da oggi, tutti potrebbero enfatizzare quel sostantivo, visto che lei ci si riconosce pienamente. Sai che spasso a leggere commenti sui social avendo la certezza che nessun giudice potra' mai condannare per quella parola: "Sig. Giudice, non puo' essere diffamazione e nemmeno ingiuria, visto che l'attrice in questione se lo riconosce ampiamente di essere stronza, tanto da farlo sapere a tutto il Paese" . Chi provera' ad essere formale.. "Cara mia stronza Meloni", il frettoloso si limitera' a " Stronza".. il pudico a "stronzetta". Non so se cacca o merdaccia, sinonimi di stronzo, potranno essere intesi come sostantivi simili e quindi non punibili dalla legge. Meglio non azzardare. Questo sostantivo potrebbe essere usato anche in occasione del voto Europeo. Accanto al simbolo di Fd'I si potrebbe scrivere "stronza Giogia" o "Giorgia stronza" senza correre il rischio di vedere il proprio voto annullato..
@ilpianistasultetto
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Prima di pranzo, scendendo a Roma da sola, ho avuto un piccolo attacco di panico. Avevo preso da qualche chilometro l'autostrada e l'ho sentito salire, prendere le spalle, le braccia, gli occhi e il collo. Ho pensato di tornare indietro e chiedere di essere accompagnata, ho pensato di tornare indietro e basta, ho pensato di provare a proseguire, respirare e fermarmi se necessario. Mi sono fermata a fare benzina e ho respirato di pancia, come mi ha insegnato mamma, ho bevuto acqua fresca e ho messo Beethoven. Tutte le altre canzoni (canzoni che amo) non mi facevano stare bene. Non mi succedeva da tanto, diversi anni. Detesto ma comprendo il fatto che mi sia sempre successo mentre guido, per me guidare è sempre stato il più grande simbolo di libertà e indipendenza. E quello stronzo lì va a colpire. Lo capisco, ha senso. Mentre guidavo a finestrini aperti sul raccordo con i capelli bagnati mi figuravo una mappa con tutti gli amici nelle varie fermate. Ok se non riesco ad andare avanti mi fermo qui da lei. Oppure posso arrivare fino qui e andare da loro. È stato consolante anche questo. Consolante il respirare bene. Consolante il capire che stava passando e che era piccolo. Consolante sapere dove stavo andando. Consolante, forse, capire che però era successo e lo avevo capito. Ora mi resta l'immagine che un po' mi fa sorridere del raccordo dall'alto e delle facce dei miei amici in dei cerchi all'uscita dove abitano.
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non m’importa se non ho nessuno a cui appoggiarmi, a me piace ugualmente essere un appoggio per le persone che ne hanno bisogno, perché alla fine io non ne ho bisogno, sono cresciuto sano, forte e indipendente, tutto quello che ho dovuto sopportare l’ho sempre fatto da solo e sarà sempre così, mi va bene così, ma questo non significa che devo essere stronzo con gli altri (se non lo meritano)
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Da pochi minuti è andato via lo psicologo/pedagogo/checazznesochefa dello Jugendamt, l'ufficio tedesco che si occupa dei bambini in affido, per controllare come va la situazione e fare domande alla bimba sul fatto se si trova bene o meno qui (perché sì, in quanto affidatario Lilly non appartiene a me, appartiene al Governo Tedesco, ed io sono sempre un genitore sotto esame, c'è sempre qualcuno che sorveglia quello che faccio, non posso essere stronzo come tutti gli altri genitori, pena la perdita di Lilly, non vi dico l'ansia su questa cosa), ad ogni modo test superato anche stavolta, al prossimo controllo.
La parte divertente è che 'sto tizio ha portato delle carte da gioco per bimbi che si chiamano Gefühle-Quartett, ovvero delle carte dove ci sono delle immagini di bimbi felici, tristi, che piangono, che sono incazzati, che sono tranquilli, orgogliosi, e Lilly, guardandole, doveva provare a descrivere che tipo di sensazione sta provando il personaggio della carta in quel momento.
Una delle carte che riguardavano la paura aveva come immagine un tizio con un lenzuolo a mo' di fantasma, ed un bimbo che si spaventa alla vista di tale fantasma.
Tizio: allora, Lilly, questo bimbo ha paura perché ha visto un fantasma, vero? Lilly: MA QUALE FANTASMA, si vedono pure le scarpe sotto al lenzuolo!
Quello del quale sono più orgoglioso è la sua razionalità affilata come un rasoio.
#lilly#questa fa scopa con quella del razzo rotto e torniamocene a casa di due post fa#il tizio rideva#eh ridi ridi#t'ha fatt alla grande 4 anni e buona
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È importante mettere in avanti i commenti negativi ma forse è tanto quanto importante leggere quelli positivi.
#tutti questi giocatori potevano non parlare di lui#non hanno niente da guadagnare con questi commenti#la realtà è che un tipo di allenatore va bene per alcuni giocatori e non va bene per altri#come per tutti i lavori: non abbiamo tutti bisogno dello stesso tipo di capo#mi dispiace per quelli che non hanno trovato quello che cercavo a Zingonia#ma l’unico commento valido su questo per me è quello di Castagne#Tim ha avuto la maturità di capire che non era compatibile con il tipo di management di Gasp#e che questo non faceva ne di lui ne di Gasp uno stronzo - solo una collaborazione che non funzionava al meglio#su questo - finché non ci sono delle accuse gravissime (razzismo/sessismo/harassement/omofobia) è solo una differenza di management
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L'amore Italiano - Angel Dust x GN! Reader Headcanons
How You React to Angel Dust Speaking Italian
This was a lovely ask that an anon sent me earlier! Tumblr has been playing up today and not saving my stuff... So! I hope this ends up okay... Please note! I do not speak Italian, so these are just translations I found that seemed accurate! Hope that's okay! On with the show! Xxx
Regular Hazbin Warnings Apply!
~ You'd been bust looking for Angel for the last twenty minutes, at this point you were getting worried. ~ You'd text him at least a dozen times, you remember when you used to be worried about being too clingy for him, but he reassured you a dozen times, that he loved it. ~ After the way he was treated most of the time while he was alive, it was common for him to appreciate things that other demons would usually despise, like the coddling and the constant texting. ~ When the two of you were alone, he wasn't Angel Dust, he was Anthony. It was you and him and Fat Nuggets in your own little world, and it was everything either of you wanted. ~ So when you text him earlier, to see if he had eaten lunch, he was in a bad mood, Val had been driving him mad all day, there had been too many guys for him to deal with, so when he tapped out, Val tried to grab a hold of him as he left, but he said he'd come home early. ~ But he still hadn't come up to your room. ~ When he had a day like this, Anthony turned from the sexy, dirty minded, full of innuendos Angel Dust, to someone who wanted nothing to do with sex, he instead wanted to cuddle up and watch some stupid reality show (his favourite at the moment was Cannibalising The Kardashians). ~ So for a while, you sat on the bed, playing with Fat Nuggets, scrolling through Sinstagram, having some fun going through Anthony's closet, but now you were getting worried, he should have been home by now... ~ So you went out to look for him, by now, you had reached the lobby, able to hear Angel's heavy accent, he was at the bar with Husk. ~ You smiled, you were glad he was okay and safe at the hotel, the two of you adored Husk, he had helped Angel out of spirals too many times to count. ~ So you stayed quiet, not wanting to interrupt. ~ "Honestly, Val is being such a pain in the ass! Literally! Like, jeez! I need to be able to recover from days like that, but all the days have been like that recently!" He groaned, getting more and more upset. ~ "È sempre, 'Angie succhia questo, Angie scopali,' mi sto stancando fottutamente!" Anthony spat. ~ You felt a shiver run down your spine, you had no clue what Anthony was saying, but holy shit, was it hot! He rarely ever spoke Italian, unless he was immensely angry, and naturally, he'd never gotten that angry at you... ~ But now? Fuck, you wish he had... ~ "Onestamente! Fanculo!" He exclaimed. ~ You wandered over, trying to hide how flustered you were, your cheeks definitely felt flushed... ~ "Angel?" You cooed, leading him to look over his shoulder, see you and relax. ~ "Hey hon, sorry, you probably been texting me, my phone died on the walk over." He told you, wrapping his lower arms around your waist, leaning down to kiss your forehead. ~ Usually when he did this, he'd lean back, smirk and call you short. You'd usually respond by calling him a tree, but he didn't seem very fun-loving today... ~ You tentatively asked, "Everything okay?" ~ Angel nodded, "Yeah, just needed to let off some steam, Val has been really pissing me off today. Stronzo..." He murmured. ~ Jesus, you almost squeaked. ~ Fortunately, Anthony didn't notice. ~ Unfortunately, Husk did... ~ You dreaded the smirk that came across his face. ~ He looked to Angel, "Hey, what does that word mean?" He asked curiously, obviously fake, "What was it again?" ~ Angel looked at him, "What, Stronzo?" He asked. ~ Husk looked at you, seeing your shoulders tense and you shift on your feet, he nodded to Angel. ~ "It means asshole, why?" He asked again. ~ Husk chuckled deeply, "Cause it looks like someone liked the sound of that word... Or maybe the way you said it?" He told Anthony, looking over at you. You winced. ~ Angel followed Husk's gaze, raising and brow and looking you over. ~ He knew you better than anyone, he knew the signs when you were getting a bit hot and bothered and you definitely were! ~ Anthony smirked. You sighed. ~ "Oh, you like that do ya? Cara mio?" He purred in your ear, his arms tightening around you. ~ You ducked your head, the chill spreading across your neck.
This is as much as I could get before tumblr pissed me off... Enjoy! I hope this was okay! Xxx
#cute#love#fanfiction#romance#x reader#open requests#comfort#hazbin hotel#angel dust#gn reader#headcanons
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redrawn spoiler for CotL Pilgrim:
I redrew this meme I did a week ago.
Jalala is ready to theow hands with the depowered bitch who destroyed her girlfriend’s village.
For once her eyes are sparking rather than brimming with tears
Ho ridisegnato questo meme di una settimana fa. Jalala è pronta a spaccare la faccia quello stronzo rimpicciolito che ha distrutto il villaggio della sua ragazza.
Per una volta non sembra sul punto di scoppiare a piangere.
Ich hab den Meme von letzter Woche nachgezeichnet.
Jalala erklärt gerade diesem nun machtlosen Drecksack, der das Dorf ihrer Freundin zerstört hat, was sie mit ihm tut, wenn er irgend einen Mist baut.
Zur Abwechslung bricht sie hier mal nicht in Tränen aus.
#my art#my artwork#fanart#digital art#furry art#art#cotl#cult of the lamb#procreate#meme#cotl jalala#cotl rinor#cotl leshy#cult of the lamb leshy#leshy#cult of the lamb rinor#rinor#jalala x rinor#jalala#cotl pilgrim#unholy alliance#cult of the lamb jalala#furry#anthro#panda#skunk#worm#sfw furry#anthro art#Protected kevin hart
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CHIAMA I RICORDI COL LORO NOME
Nel 2019, la mia compagna, le mie figlie e io decidemmo di intraprendere un percorso che alla fine ci avrebbe portato a diventare la famiglia affidataria di un minore e questo implicava un sacco di incontri, singoli e di gruppo, con cui assistenti sociali e operatori valutavano la nostra capacità di accudimento e contemporaneamente ci informavano e ci formavano su cosa significasse prendersi cura di un minore in modo continuativo ma parallelamente alla famiglia biologica, con la quale dovevamo rimanere sempre in contatto.
(anticipo che poi la cosa finì in un nulla di fatto perché poco dopo scoppiò il caso Bibbiano - 30 km in linea d'aria da Parma - e per precauzione/paura tutti gli affidi subirono un arresto. E poi arrivò il Covid)
La mia riflessione nasce alla lontana da un video che youtube mi ha suggerito questa mattina presto - è poco importante ai fini della storia ma è questo - che mi ha ricordato una caratteristica della mia infanzia...
Difficilmente riuscivo a essere felice per le cose che rendevano felici gli altri e quella vecchia canzone - che è considerato l'Inno del Carnevale di Viareggio, mio luogo di nascita e dei primi 20 anni di vita - ne è l'esempio emblematico, direi quasi sinestesico.
Tutti i viareggini la conoscono e la cantano nel periodo più divertente e frenetico della città ma io la associo a un'allegria dalla quale ero sovente escluso, odore di zucchero filato che non mangiavo e domeniche che significavano solo che l'indomani sarei tornato a scuola, preso in giro dai compagni e snobbato dalla maestra.
Vabbe'... first world problem in confronto ad altri vissuti (in fondo ero amato e accudito) però l'effetto a distanza di anni è ancora questo.
Tornando al quasi presente, una sera le assistenti sociali chiesero al nostro gruppo di futuri genitori affidatari di rievocare a turno prima un ricordo triste e poi uno felice.
E in quel momento ebbi la rivelazione che la quasi totalità dei presenti voleva dare amore a un bambino o a una bambina non propri perché sapeva in prima persona cosa significasse vivere senza quell'amore: gli episodi raccontati a turno non era tristi, erano terribili... violenza, abbandono, soprusi, povertà e ingiustizie impensabili nei confronti di bambino piccolo e, ovviamente, quando arrivò il nostro turno (la mia compagna non ne voleva sapere di aprire bocca) mi sentivo così fortunato e quasi un impostore che, in modo che voleva essere catartico e autoironico, raccontai di quando la maestra in terza o in quarta elementare chiamò un prete che davanti a tutta la classe mi schizzò di acqua santa perché - a detta della vecchia carampana - sicuramente ero indiavolato.
Ribadisco che la cosa voleva essere intesa come un modo per riderci su e detendere l'atmosfera pesante che il racconto dei vissuti terribili aveva fatto calare sul gruppo ma mentre sto mimando con una risatina il gesto del prete con l'aspersorio, mi accorgo che tutti i presenti hanno sgranato gli occhi e hanno dilatato le narici, nella più classica delle espressioni che indicano un sentimento infraintendibile...
La furia dell'indignazione.
Cioè... tu a 10 anni hai visto tua madre pestata a sangue da tuo padre e fatta tacere con un coltello alla gola ed empatizzi con me che ti sto raccontando una stronzata buona per uno sketch su Italia Uno?
Mi sono sentito uno stronzo, soprattutto quando la furia ha lasciato il posto a gesti e parole DI CONFORTO per quello che, evidentemente, sembrava loro una prevaricazione esistenziale orribile (cioè, lo era ma, per cortesia... senso delle proporzioni, signori della giuria).
Mi sono quindi rimesso a sedere, incassando il supporto con un certo qual senso di vergogna, finché poi non è arrivato il momento della condivisione dei momenti felici.
Silenzio di tomba.
Nessuno parlava.
Nessuno riusciva a ricordare qualcosa che lo avesse reso felice.
Con un nodo in gola - perché avevo capito che razza di vita avevano avuto le persone attorno a me - mi rendo conto che io ne avevo MIGLIAIA di momenti felici da condividere ma che ognuno di essi sarebbe stato una spina che avrei conficcato nel loro cuore con le mie stesse mani.
E allora mi alzo e rievoco ad alta voce il ricordo felice per me più antico, quello che ancora ora, a distanza di decenni, rimane saldo e vivido nella parte più profonda del mio cuore...
-Le palle di Natale con la lucina rossa dentro. Quando ero piccolo, durante le vacanze di Natale aspettavo che mio papà e mia mamma andassero a letto e poi mi alzavo per andare a guardare l'albero... non i regali sotto, proprio l'albero. Era finto, di plastica bianca spennachiosa, ma mia mamma avvolgeva sempre intorno alla base una striscia decorativa verde a formare una ghirlanda e mio padre stendeva tutto attorno ai rami un filo con delle palle che, una volta attaccate alla presa elettrica, si illuminavano di rosso. Io mi alzavo di nascosto e nel caldo silenzio della notte guardavo le luci intermittenti dipingere gli angoli del divano e del tavolo, con un sottile ronzio che andava e veniva. Ero al caldo, ero protetto, voluto e amato. Se allungo le mani posso ancora tastare quel ronzio rosso che riempe la silenziosa distanza tra me e l'albero e niente potrà mai rendere quella sensazione di calda pienezza meno potente od offuscarne la completezza. Quello era l'amore che mi veniva dato e che a nessuno sarebbe mai dovuto mancare.
A un certo punto sento una mano che mi si poggia sul braccio (avevo chiuso gli occhi per rievocare il ricordo) e accanto a me c'è la mia compagna che sorride, triste e piena di amore allo stesso tempo.
E attorno a me tutti stanno piangendo in silenzio, esattamente quello che col mio ricordo semplice volevo evitare e che invece doveva aver toccato lo stesso luogo profondo del loro cuore.
E in mezzo alle lacrime (che figuriamoci se a quel punto il sottoscritto frignone è riuscito a trattenere) cominciano a scavare tra i ricordi e a tirarli fuori... il cucciolo che si lasciava accarezzare attraverso il cancello della vicina, il primo sorso dalla bottiglietta di vetro di cedrata, la polvere di un campetto da calcio che si appiccicava sulla pelle sudata, l'odore della cantina, il giradischi a pile...
E nulla. Non so più cosa dire e nemmeno cosa volessi dire.
Forse che sembriamo così piccoli, malmessi e fragili ma che se qualcuno ci picchietta sulla testa e sul cuore siamo capaci di riempire il mondo di cose terribili e meravigliose.
Decidere quali ricordare e quali stendere davanti a noi è una scelta che spetta non a chi picchietta ma a chi permette che essi fluiscano da quella parte profonda di sé a riempire lo spazio tra noi e il domani.
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Note
Concordo con te.
Quando sento dire "Ah le nuove generazioni, così aperte, così moderne!" mi parte un embolo.
Ma dove li vedono sti grandi progressisti? Io vedo solo dei minchioni che vanno in giro tipo babygang a bullizzare, sminuire, svilire chiunque sia minimamente diverso.
Io sono stata la ragazzina grassa per tutte le medie ed il liceo, ma mai MAI sono stata bullizzata ai livelli che vedo oggi.
Oggi i ragazzini fanno paura anche a me che sono adulta da mo'.
Sulla questione bullismo però c'è anche da dire che adesso le cose escono fuori più facilmente, anche grazie ai social, mentre prima gli episodi di bullismo passavano un attimo più in sordina.
Detto questo ripeto, per me both, nel senso: i giovani di oggi sono molto più avanti sul progressismo e compagnia, ma, dall'altro lato della medaglia, ci sono anche più stronzi. E se gli stronzi boomer lo sono anche per ignoranza e perché "ai loro tempi era diverso" (non tutti, c'è chi lo è volutamente, ma diciamo che alcuni sono veramente ignoranti), i giovani stronzi non hanno manco questa scusante. Cioè quel che voglio dire in poche parole: tutti gli stronzi giovani sono consapevoli di essere stronzi, e lo fanno per scelta.
E sinceramente: A me fa molta più impressione un 20enne stronzo che un 70enne stronzo.
Con questo non voglio giustificare gli ignoranti sia chiaro, ma se hai 20 anni e sei ridotto in questo stato, cioè veramente ripigliati
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Tranquilli, questo almeno non cadrà dalle scale in caserma. Comunque 21 anni e già un grande stronzo arrogante e violento, pronto per seguire le orme del padre (da segnalare per la proposta dell'obbligo di carta d'identità per accedere a "internet" (?) ).
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Vendetta treeeeeeeemenda vendettaaaaaa
Cassie vive con due genitori che le rinfacciano di continuo di aver mollato la facoltà di medicina. Sì, perché lei di giorno lavora in una caffetteria. Mentre di notte gira per i locali fingendosi ubriaca persa. E se qualche stronzo cerca di approfittarsi di lei, lo gonfia come un tacchino imbottito. La ragione di questo comportamento da Giustiziere della notte 2.0 è presto detta. Una sua carissima amica è stata violentata mentre era ubriaca. Ed è stato uno degli studenti che frequentavano la sua stessa facoltà. Quando viene a sapere che costui sta per sposarsi, Cassie rompe ogni indugio. La pratica va chiusa. In via definitiva. Una donna promettente è un film basato sulla Vendetta. Al femminile, però. La protagonista è bravissima. E la vicenda viene raccontata con una misticanza di crudeltà, ironia e sarcasmo. L'abilità della regista sta anche nel rivelare molto per gradi le radici di tanto risentimento. Si comincia infatti a intuire qualcosa solo dopo circa una quarantina di minuti. Il colpo di scena principale era tutto sommato intuibile (ci sono arrivato perfino io). E il finale lascia un retrogusto amarognolo in bocca. Ma è decisamente nello stile di Cassie. Anche se io ne avrei preferito un altro.
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Mi sento di poter dividere gli uomini in quattro categorie, che più o meno vanno a coprire circa il 95% dell’universo maschile.
Categoria numero 1: gli insoddisfatti.
Tutto il giorno ripetono: la mia vita fa schifo, mia moglie non mi ama, i miei figli mi detestano. La donna che casca in questo rapporto diventa una crocerossina. Non dice mai: Io ti amo. Dice: Io ti salverò.
Categoria numero 2: Peter Pan.
Hanno di bello che non hanno crisi di mezza età perché sono fermi all’adolescenza. Per loro sei un joystick, conquistarti vuol dire salire al primo livello, portarti a letto è vincere la partita. Prediligono donne giovani, esageratamente giovani.
Passerei senz’altro alla categoria 3: I vorrei-ma-non-posso.
Di solito sposati con figli, ma in procinto di separarsi, in procinto di dirglielo, in procinto di andare via di casa. Sono sempre in procinto di, ma non fanno mai nulla, perché ora lei sta attraversando un momento difficile, perché il bambino è piccolo, perché il bambino non capirebbe. Poi, alla festa di laurea del bambino, forse capisci che il momento giusto non arriverà mai.
Infine ci sono i buoni, belli e intelligenti.
- Ah, finalmente! Qual è il loro problema?
- La mamma.
- La mamma?
- Sì, una presenza costante e imprescindibile, fin dall’ infanzia.
È lì che cominciano a trasformare i loro piccoli uomini in piccoli mostri
"Ma quant’è bello ‘sto pisellino?
Ma com’è grosso ‘sto pisellino?
Ma di chi è ‘sto pisellone?"
Tutto il repertorio:
quanto sei bello, quanto sei intelligente, quanto sei bravo.
E allora, se per metà della tua esistenza una donna ti fa sentire Dio, perché accettare che per il resto della vita un’altra donna ti faccia sentire uno stronzo?
- Papà, però scusa, tu hai parlato del 95% degli uomini. E il restante 5%?
- Sono quelli decenti. Buona caccia al tesoro, amore mio.
Marco Giallini
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