#questo stronzo
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Il mio posto dell'anima
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Senza i peccatori non avrebbero ragione d'esistere i confessionali e le chiese. Devo confessare quindi la mia trascurabile storia. Si sappia che la mia segreta passione, il mio posto dell’anima sul suo corpo, era l’attaccatura della coscia al corpo. Uno spettacolo solo a vedersi. Avrei potuto passarci delle ore. A baciarla, leccarla lì e quindi farla morire di desiderio. Iniziavo il nostro amplesso sempre lavorandola e annusandola in quell'area, dalla sua parte destra. Vi indugiavo a lungo e poi giravo con la lingua attorno alla sua fica; le passavo dapprima sopra, poi a sinistra e di nuovo a destra: strettamente di fianco alle sue grandi labbra, il mio altro posto preferito. Infine, ripassavamo insieme l’intera lezione della passione più intima: le ordinavo di alzare le cosce e, indugiando sotto di lei, le leccavo per bene tutto l'insieme di ano e perineo.
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Sotto ogni colpo di lingua la sentivo aprirsi, allargarsi e offrirsi. Quando poi mugolando dal piacere iniziava a muovere i fianchi, così facendo mi dava la misura del suo desiderio crescente. Alla fine, allargava da sola le gambe al massimo, mi prendeva la testa decisa con entrambe le mani e me la forzava, mi costringeva a incollare le mie labbra alla sua vulva bellissima e saporita. Non potevo scappare, quasi non respiravo e allora la leccavo il più dentro possibile come se non ci fosse un domani. Veniva gemendo e quindi mi ordinava di scoparla immediatamente. Io eseguivo, pazzo di lei. Venivo regolarmente dentro la sua fregna. Non voleva che uscissi. In tutto questo scenario, scopandola facevo l’amore coi suoi capezzoli e lei ogni tanto grata, in cambio se ne aveva mi dava il suo latte. Soprattutto quando aveva partorito da pochissimo e non vedeva l’ora che le succhiassi le mammelle.
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In quel periodo, di latte ne aveva tantissimo e le mammelle le scoppiavano, quasi. Quando la succhiavo al seno, regolarmente dopo poco veniva. Per me era godimento puro. L’avrei voluta solo per me. Ma lei amava più di ogni cosa i suoi figli e per questo sopportava un matrimonio finito, con un uomo gran lavoratore ma sessualmente spento e disinteressato. Uno che non la scopava neppure più. Giusto ogni tanto rapidamente, per dovere e senza troppo entusiasmo. Per punizione, lei non gli concedeva di baciarla lingua in bocca: serrava le labbra pur carnose e bellissime. Così, per negargliele, lei girava la testa a destra e sinistra. Solo per quelle labbra l’avrei sposata io stesso, fosse stata sul mercato. Ma lei invece era tutt'altra indole, rispetto al marito. Io lo so bene. Era una donna calda, piena di passione e voglia di vivere.
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A volte arrivava decisa, incazzata, ma con me comunque sempre allegra. Mi ordinava delle cose che mi lasciavano a bocca aperta dallo stupore. Tipo: “Dai, abbiamo solo un’oretta. Muoviti: inculami, ché quello stronzo non mi guarda neppure più. Ho semplicemente un grandissimo bisogno di sentirmi femmina bramata e vinta, usata. Voglio che tu non desideri altro al mondo che sborrarmi dentro. E allora spaccami, fammi tua con la forza. Oggi mi devi fare maleeee: fammi sentire che mi sottometti. E se ti dico basta, tu sii maschio: inchiodami col tuo cazzo e fammi soffrire. Voglio piangere dalla rabbia per l'umiliazione della sottomissione.” Dio quanto mi piaceva, quella donna! Poi, poco più di un anno fa il marito ha avuto una promozione e hanno dovuto spostarsi.
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Abbiamo continuato per un po’ a vederci, con mio grande sacrificio: dovevo fare quattrocento chilometri solo per un pomeriggio con lei. Con enorme dolore, soprattutto da parte mia, man mano la cosa s’è diradata ed è finita. Ogni tanto mi scrive e mi dice che uno che la faccia godere come me ancora non l’ha trovato. Che mi pensa spesso. Ogni sua frase per me è una coltellata dritta al cuore. La mia lingua ancora ha nostalgia del suo sapore. Però intanto sperimenta, cambia, cerca. Sono contento per lei, alla fine. Io un po’ soffro. Un po’ tanto direi, perché comunque sono ancora molto innamorato…
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RDA
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"Sono quella stronza della Meloni.". Senza un condizionale, senza un punto interrogativo. Macche'!! Netto, tranchant. Tutta la stampa ha sottolineato la tempra del Presidente del Consiglio pronunciando quella frase ma nessuno ha colto l'opportunita' per tutti i cittadini che non amano la Meloni. Da oggi, tutti potrebbero enfatizzare quel sostantivo, visto che lei ci si riconosce pienamente. Sai che spasso a leggere commenti sui social avendo la certezza che nessun giudice potra' mai condannare per quella parola: "Sig. Giudice, non puo' essere diffamazione e nemmeno ingiuria, visto che l'attrice in questione se lo riconosce ampiamente di essere stronza, tanto da farlo sapere a tutto il Paese" . Chi provera' ad essere formale.. "Cara mia stronza Meloni", il frettoloso si limitera' a " Stronza".. il pudico a "stronzetta". Non so se cacca o merdaccia, sinonimi di stronzo, potranno essere intesi come sostantivi simili e quindi non punibili dalla legge. Meglio non azzardare. Questo sostantivo potrebbe essere usato anche in occasione del voto Europeo. Accanto al simbolo di Fd'I si potrebbe scrivere "stronza Giogia" o "Giorgia stronza" senza correre il rischio di vedere il proprio voto annullato..
@ilpianistasultetto
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Comunque pensavo che essere il mio passeggero in macchina dev'essere pesante perché tralasciamo il fatto che odio tutti e quando sono alla guida questo sentimento si amplifica all'ennesima potenza, mentre io smadonno in sottofondo prima c'è Mia Martini, poi Coez, poi Gigi D'Alessio, poi però gli AC DC e poi Eminem e poi i Pinguini Tattici Nucleari e potrei continuare all'infinito, per cui magari alla prima rotonda sono tipo "MA LA FRECCIA NON LA CONOSCI STRONZO" ma nel frattempo sto cantando "MINUTETTO SUONA PER NOIIIIII" e invece a quella dopo ti sto maledicendo la famiglia per venti generazione ma lo faccio mentre canto "ADESSO CHE TI STAI PERDENDO E ADESSO CHE TI STAI TOCCANDO GODITI QUESTO SILENZIO E GIRA NELL'ALTRO SENSO" urlando perché se non ci metti emozione ed interpretazione è inutile che canti
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Prima di pranzo, scendendo a Roma da sola, ho avuto un piccolo attacco di panico. Avevo preso da qualche chilometro l'autostrada e l'ho sentito salire, prendere le spalle, le braccia, gli occhi e il collo. Ho pensato di tornare indietro e chiedere di essere accompagnata, ho pensato di tornare indietro e basta, ho pensato di provare a proseguire, respirare e fermarmi se necessario. Mi sono fermata a fare benzina e ho respirato di pancia, come mi ha insegnato mamma, ho bevuto acqua fresca e ho messo Beethoven. Tutte le altre canzoni (canzoni che amo) non mi facevano stare bene. Non mi succedeva da tanto, diversi anni. Detesto ma comprendo il fatto che mi sia sempre successo mentre guido, per me guidare è sempre stato il più grande simbolo di libertà e indipendenza. E quello stronzo lì va a colpire. Lo capisco, ha senso. Mentre guidavo a finestrini aperti sul raccordo con i capelli bagnati mi figuravo una mappa con tutti gli amici nelle varie fermate. Ok se non riesco ad andare avanti mi fermo qui da lei. Oppure posso arrivare fino qui e andare da loro. È stato consolante anche questo. Consolante il respirare bene. Consolante il capire che stava passando e che era piccolo. Consolante sapere dove stavo andando. Consolante, forse, capire che però era successo e lo avevo capito. Ora mi resta l'immagine che un po' mi fa sorridere del raccordo dall'alto e delle facce dei miei amici in dei cerchi all'uscita dove abitano.
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non m’importa se non ho nessuno a cui appoggiarmi, a me piace ugualmente essere un appoggio per le persone che ne hanno bisogno, perché alla fine io non ne ho bisogno, sono cresciuto sano, forte e indipendente, tutto quello che ho dovuto sopportare l’ho sempre fatto da solo e sarà sempre così, mi va bene così, ma questo non significa che devo essere stronzo con gli altri (se non lo meritano)
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Da pochi minuti è andato via lo psicologo/pedagogo/checazznesochefa dello Jugendamt, l'ufficio tedesco che si occupa dei bambini in affido, per controllare come va la situazione e fare domande alla bimba sul fatto se si trova bene o meno qui (perché sì, in quanto affidatario Lilly non appartiene a me, appartiene al Governo Tedesco, ed io sono sempre un genitore sotto esame, c'è sempre qualcuno che sorveglia quello che faccio, non posso essere stronzo come tutti gli altri genitori, pena la perdita di Lilly, non vi dico l'ansia su questa cosa), ad ogni modo test superato anche stavolta, al prossimo controllo.
La parte divertente è che 'sto tizio ha portato delle carte da gioco per bimbi che si chiamano Gefühle-Quartett, ovvero delle carte dove ci sono delle immagini di bimbi felici, tristi, che piangono, che sono incazzati, che sono tranquilli, orgogliosi, e Lilly, guardandole, doveva provare a descrivere che tipo di sensazione sta provando il personaggio della carta in quel momento.
Una delle carte che riguardavano la paura aveva come immagine un tizio con un lenzuolo a mo' di fantasma, ed un bimbo che si spaventa alla vista di tale fantasma.
Tizio: allora, Lilly, questo bimbo ha paura perché ha visto un fantasma, vero? Lilly: MA QUALE FANTASMA, si vedono pure le scarpe sotto al lenzuolo!
Quello del quale sono più orgoglioso è la sua razionalità affilata come un rasoio.
#lilly#questa fa scopa con quella del razzo rotto e torniamocene a casa di due post fa#il tizio rideva#eh ridi ridi#t'ha fatt alla grande 4 anni e buona
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L'amore Italiano - Angel Dust x GN! Reader Headcanons
How You React to Angel Dust Speaking Italian
This was a lovely ask that an anon sent me earlier! Tumblr has been playing up today and not saving my stuff... So! I hope this ends up okay... Please note! I do not speak Italian, so these are just translations I found that seemed accurate! Hope that's okay! On with the show! Xxx
Regular Hazbin Warnings Apply!
~ You'd been bust looking for Angel for the last twenty minutes, at this point you were getting worried. ~ You'd text him at least a dozen times, you remember when you used to be worried about being too clingy for him, but he reassured you a dozen times, that he loved it. ~ After the way he was treated most of the time while he was alive, it was common for him to appreciate things that other demons would usually despise, like the coddling and the constant texting. ~ When the two of you were alone, he wasn't Angel Dust, he was Anthony. It was you and him and Fat Nuggets in your own little world, and it was everything either of you wanted. ~ So when you text him earlier, to see if he had eaten lunch, he was in a bad mood, Val had been driving him mad all day, there had been too many guys for him to deal with, so when he tapped out, Val tried to grab a hold of him as he left, but he said he'd come home early. ~ But he still hadn't come up to your room. ~ When he had a day like this, Anthony turned from the sexy, dirty minded, full of innuendos Angel Dust, to someone who wanted nothing to do with sex, he instead wanted to cuddle up and watch some stupid reality show (his favourite at the moment was Cannibalising The Kardashians). ~ So for a while, you sat on the bed, playing with Fat Nuggets, scrolling through Sinstagram, having some fun going through Anthony's closet, but now you were getting worried, he should have been home by now... ~ So you went out to look for him, by now, you had reached the lobby, able to hear Angel's heavy accent, he was at the bar with Husk. ~ You smiled, you were glad he was okay and safe at the hotel, the two of you adored Husk, he had helped Angel out of spirals too many times to count. ~ So you stayed quiet, not wanting to interrupt. ~ "Honestly, Val is being such a pain in the ass! Literally! Like, jeez! I need to be able to recover from days like that, but all the days have been like that recently!" He groaned, getting more and more upset. ~ "È sempre, 'Angie succhia questo, Angie scopali,' mi sto stancando fottutamente!" Anthony spat. ~ You felt a shiver run down your spine, you had no clue what Anthony was saying, but holy shit, was it hot! He rarely ever spoke Italian, unless he was immensely angry, and naturally, he'd never gotten that angry at you... ~ But now? Fuck, you wish he had... ~ "Onestamente! Fanculo!" He exclaimed. ~ You wandered over, trying to hide how flustered you were, your cheeks definitely felt flushed... ~ "Angel?" You cooed, leading him to look over his shoulder, see you and relax. ~ "Hey hon, sorry, you probably been texting me, my phone died on the walk over." He told you, wrapping his lower arms around your waist, leaning down to kiss your forehead. ~ Usually when he did this, he'd lean back, smirk and call you short. You'd usually respond by calling him a tree, but he didn't seem very fun-loving today... ~ You tentatively asked, "Everything okay?" ~ Angel nodded, "Yeah, just needed to let off some steam, Val has been really pissing me off today. Stronzo..." He murmured. ~ Jesus, you almost squeaked. ~ Fortunately, Anthony didn't notice. ~ Unfortunately, Husk did... ~ You dreaded the smirk that came across his face. ~ He looked to Angel, "Hey, what does that word mean?" He asked curiously, obviously fake, "What was it again?" ~ Angel looked at him, "What, Stronzo?" He asked. ~ Husk looked at you, seeing your shoulders tense and you shift on your feet, he nodded to Angel. ~ "It means asshole, why?" He asked again. ~ Husk chuckled deeply, "Cause it looks like someone liked the sound of that word... Or maybe the way you said it?" He told Anthony, looking over at you. You winced. ~ Angel followed Husk's gaze, raising and brow and looking you over. ~ He knew you better than anyone, he knew the signs when you were getting a bit hot and bothered and you definitely were! ~ Anthony smirked. You sighed. ~ "Oh, you like that do ya? Cara mio?" He purred in your ear, his arms tightening around you. ~ You ducked your head, the chill spreading across your neck.
This is as much as I could get before tumblr pissed me off... Enjoy! I hope this was okay! Xxx
#cute#love#fanfiction#romance#x reader#open requests#comfort#hazbin hotel#angel dust#gn reader#headcanons
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redrawn spoiler for CotL Pilgrim:
I redrew this meme I did a week ago.
Jalala is ready to theow hands with the depowered bitch who destroyed her girlfriend’s village.
For once her eyes are sparking rather than brimming with tears
Ho ridisegnato questo meme di una settimana fa. Jalala è pronta a spaccare la faccia quello stronzo rimpicciolito che ha distrutto il villaggio della sua ragazza.
Per una volta non sembra sul punto di scoppiare a piangere.
Ich hab den Meme von letzter Woche nachgezeichnet.
Jalala erklärt gerade diesem nun machtlosen Drecksack, der das Dorf ihrer Freundin zerstört hat, was sie mit ihm tut, wenn er irgend einen Mist baut.
Zur Abwechslung bricht sie hier mal nicht in Tränen aus.
#my art#my artwork#fanart#digital art#furry art#art#cotl#cult of the lamb#procreate#meme#cotl jalala#cotl rinor#cotl leshy#cult of the lamb leshy#leshy#cult of the lamb rinor#rinor#jalala x rinor#jalala#cotl pilgrim#unholy alliance#cult of the lamb jalala#furry#anthro#panda#skunk#worm#sfw furry#anthro art#Protected kevin hart
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CHIAMA I RICORDI COL LORO NOME
Nel 2019, la mia compagna, le mie figlie e io decidemmo di intraprendere un percorso che alla fine ci avrebbe portato a diventare la famiglia affidataria di un minore e questo implicava un sacco di incontri, singoli e di gruppo, con cui assistenti sociali e operatori valutavano la nostra capacità di accudimento e contemporaneamente ci informavano e ci formavano su cosa significasse prendersi cura di un minore in modo continuativo ma parallelamente alla famiglia biologica, con la quale dovevamo rimanere sempre in contatto.
(anticipo che poi la cosa finì in un nulla di fatto perché poco dopo scoppiò il caso Bibbiano - 30 km in linea d'aria da Parma - e per precauzione/paura tutti gli affidi subirono un arresto. E poi arrivò il Covid)
La mia riflessione nasce alla lontana da un video che youtube mi ha suggerito questa mattina presto - è poco importante ai fini della storia ma è questo - che mi ha ricordato una caratteristica della mia infanzia...
Difficilmente riuscivo a essere felice per le cose che rendevano felici gli altri e quella vecchia canzone - che è considerato l'Inno del Carnevale di Viareggio, mio luogo di nascita e dei primi 20 anni di vita - ne è l'esempio emblematico, direi quasi sinestesico.
Tutti i viareggini la conoscono e la cantano nel periodo più divertente e frenetico della città ma io la associo a un'allegria dalla quale ero sovente escluso, odore di zucchero filato che non mangiavo e domeniche che significavano solo che l'indomani sarei tornato a scuola, preso in giro dai compagni e snobbato dalla maestra.
Vabbe'... first world problem in confronto ad altri vissuti (in fondo ero amato e accudito) però l'effetto a distanza di anni è ancora questo.
Tornando al quasi presente, una sera le assistenti sociali chiesero al nostro gruppo di futuri genitori affidatari di rievocare a turno prima un ricordo triste e poi uno felice.
E in quel momento ebbi la rivelazione che la quasi totalità dei presenti voleva dare amore a un bambino o a una bambina non propri perché sapeva in prima persona cosa significasse vivere senza quell'amore: gli episodi raccontati a turno non era tristi, erano terribili... violenza, abbandono, soprusi, povertà e ingiustizie impensabili nei confronti di bambino piccolo e, ovviamente, quando arrivò il nostro turno (la mia compagna non ne voleva sapere di aprire bocca) mi sentivo così fortunato e quasi un impostore che, in modo che voleva essere catartico e autoironico, raccontai di quando la maestra in terza o in quarta elementare chiamò un prete che davanti a tutta la classe mi schizzò di acqua santa perché - a detta della vecchia carampana - sicuramente ero indiavolato.
Ribadisco che la cosa voleva essere intesa come un modo per riderci su e detendere l'atmosfera pesante che il racconto dei vissuti terribili aveva fatto calare sul gruppo ma mentre sto mimando con una risatina il gesto del prete con l'aspersorio, mi accorgo che tutti i presenti hanno sgranato gli occhi e hanno dilatato le narici, nella più classica delle espressioni che indicano un sentimento infraintendibile...
La furia dell'indignazione.
Cioè... tu a 10 anni hai visto tua madre pestata a sangue da tuo padre e fatta tacere con un coltello alla gola ed empatizzi con me che ti sto raccontando una stronzata buona per uno sketch su Italia Uno?
Mi sono sentito uno stronzo, soprattutto quando la furia ha lasciato il posto a gesti e parole DI CONFORTO per quello che, evidentemente, sembrava loro una prevaricazione esistenziale orribile (cioè, lo era ma, per cortesia... senso delle proporzioni, signori della giuria).
Mi sono quindi rimesso a sedere, incassando il supporto con un certo qual senso di vergogna, finché poi non è arrivato il momento della condivisione dei momenti felici.
Silenzio di tomba.
Nessuno parlava.
Nessuno riusciva a ricordare qualcosa che lo avesse reso felice.
Con un nodo in gola - perché avevo capito che razza di vita avevano avuto le persone attorno a me - mi rendo conto che io ne avevo MIGLIAIA di momenti felici da condividere ma che ognuno di essi sarebbe stato una spina che avrei conficcato nel loro cuore con le mie stesse mani.
E allora mi alzo e rievoco ad alta voce il ricordo felice per me più antico, quello che ancora ora, a distanza di decenni, rimane saldo e vivido nella parte più profonda del mio cuore...
-Le palle di Natale con la lucina rossa dentro. Quando ero piccolo, durante le vacanze di Natale aspettavo che mio papà e mia mamma andassero a letto e poi mi alzavo per andare a guardare l'albero... non i regali sotto, proprio l'albero. Era finto, di plastica bianca spennachiosa, ma mia mamma avvolgeva sempre intorno alla base una striscia decorativa verde a formare una ghirlanda e mio padre stendeva tutto attorno ai rami un filo con delle palle che, una volta attaccate alla presa elettrica, si illuminavano di rosso. Io mi alzavo di nascosto e nel caldo silenzio della notte guardavo le luci intermittenti dipingere gli angoli del divano e del tavolo, con un sottile ronzio che andava e veniva. Ero al caldo, ero protetto, voluto e amato. Se allungo le mani posso ancora tastare quel ronzio rosso che riempe la silenziosa distanza tra me e l'albero e niente potrà mai rendere quella sensazione di calda pienezza meno potente od offuscarne la completezza. Quello era l'amore che mi veniva dato e che a nessuno sarebbe mai dovuto mancare.
A un certo punto sento una mano che mi si poggia sul braccio (avevo chiuso gli occhi per rievocare il ricordo) e accanto a me c'è la mia compagna che sorride, triste e piena di amore allo stesso tempo.
E attorno a me tutti stanno piangendo in silenzio, esattamente quello che col mio ricordo semplice volevo evitare e che invece doveva aver toccato lo stesso luogo profondo del loro cuore.
E in mezzo alle lacrime (che figuriamoci se a quel punto il sottoscritto frignone è riuscito a trattenere) cominciano a scavare tra i ricordi e a tirarli fuori... il cucciolo che si lasciava accarezzare attraverso il cancello della vicina, il primo sorso dalla bottiglietta di vetro di cedrata, la polvere di un campetto da calcio che si appiccicava sulla pelle sudata, l'odore della cantina, il giradischi a pile...
E nulla. Non so più cosa dire e nemmeno cosa volessi dire.
Forse che sembriamo così piccoli, malmessi e fragili ma che se qualcuno ci picchietta sulla testa e sul cuore siamo capaci di riempire il mondo di cose terribili e meravigliose.
Decidere quali ricordare e quali stendere davanti a noi è una scelta che spetta non a chi picchietta ma a chi permette che essi fluiscano da quella parte profonda di sé a riempire lo spazio tra noi e il domani.
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Lasciarsi divorare
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Eccomi a te: stasera finalmente puoi avermi tutta. Puoi fare di me ciò che vuoi. Lo so, t'ho fatto soffrire per anni. T'ho sempre respinto perché ti trovavo grezzo, cafone, greve. E inoltre non mi piacevi neppure troppo fisicamente; ma ti ho sempre dato il due di picche soprattutto perché… sei il marito della mia ormai ex migliore amica! Perché, come si sa, a un certo punto delle storie gli estremi si toccano e d'improvviso come per magia ho iniziato a considerarti sotto una luce completamente differente. Da quando tua moglie ha iniziato a snobbarmi, a diffondere alcune voci false su di me, ho rivalutato la tua corte appena accennata ma costante nel tempo, senza cedimenti.
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E ho cominciato a pensarti sempre più, ad apprezzare molto il tuo continuo farmi capire quanto mi desiderassi. Sai: la cosa peggiore o… migliore che possa capitarti è qualcuno che insistentemente, ogni momento ti guardi come una preda da divorare. Qualcuno che ti desideri e che te lo dica chiaramente, ogni volta che sei sola con lui. E al lavoro con te mi capita spesso, come sai. Purtroppo. Per mia fortuna. Quando siamo soli, d'improvviso cala sempre tra noi un'insolita intimità. All'inizio la cosa mi imbarazzava, poi ha preso a essere una delle poche cose che danno un vero senso alla mia giornata lavorativa e ormai, sinceramente parlando, non posso più farne a meno.
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Tu, sagace, hai capito che dietro alla mia apparente indifferenza o appena accennata insofferenza, la cosa invece mi stuzzica nell'intimo. Altrimenti mi sarei lamentata ufficialmente con qualcuno o con te direttamente, è evidente. Mi dici sempre e in modo molto esplicito che ti piaccio, che ami tutto di me. Che il mio profumo ti entra nella testa, che il mio ancheggiare quando cammino ti fa sognare cose oscene e sporchissime. Mi hai confessato che adori quando d'improvviso nei corridoi e negli uffici ti trovi davanti il mio culo sodo fasciato da jeans stretti o da un vestito estivo leggero. Che le mie gambe custodiscono e portano ben celato tra loro il tuo paradiso.
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Che vorresti essere il mio slip, o le lenzuola che mi avvolgono la notte. Finalmente, durante questa trasferta di lavoro insieme ho capito in modo inequivocabile che non posso più resisterti, che non serve a nulla. L'unico modo per liberarmi del desiderio di te è cedere. Eccomi quindi ora tutta pronta per la tua soddisfazione carnale. Mangiami, aprimi, usami. Fammi bagnare l'intimo sussurrandomi parole sconvenienti all'orecchio. Fammi sentire desiderata e bramata. La regina bellissima dei tuoi sogni più osceni. Mordicchiami il collo e fammi eccitare. Poi portami in camera tua e fai di me tutto ciò che vuoi. Voglio godere a mia volta di te e farti provare il paradiso.
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Desidero donarti il tesoro nascosto tra le mie gambe, quello che da anni sogni di possedere. Onestamente, non vedo l'ora di mettere anche un bellissimo paio di corna a quello stronzo puttaniere di mio marito. Crede che io non sappia della sua amante. E poi non vedo l'ora che venga lunedì prossimo! A scuola di ballo potrò guardare tua moglie, che lì vedo abitualmente e sorriderle sapendo che sapore hanno i tuoi baci, che odore ha il tuo corpo quando suda su di me e mi fa sua. Voglio cedere sotto i tuoi colpi. Mi urge, non ce la faccio più a resisterti. Ecco: ora sento le tue mani che mi frugano impertinenti. Ci sei riuscito, campione. Servirti pure. Sei il padrone dei miei sensi.
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Mi sei già entrato in testa, però adesso completa l'opera: viola la mia intimità, scardina i miei pudori di donna. Osa l'inosato: io te lo consento, lo voglio. Ora basta baci lascivi in pubblico: ci guardano, scemo! E ci invidiano intimamente, mentre sorridono scuotendo il capo. Tutti desiderano l'amore incondizionato e appassionato: tutti. Sarà bene che adesso lasciamo la sala ristorante dell'albergo e che ci trasferiamo sul letto comodo nella tua stanza, per fare tutto ciò che è proibito da morale, leggi, convenzioni e sacri vincoli; ma che proprio per questo è irresistibile e dolcissima tentazione a cui cedere.
Sono tua. Dominami. Non esiste forza che possa separare due corpi che si attraggano per desiderio ed ebollienza dei sensi. E se nessuno può riuscire a togliere una certa donna dalla mente di un uomo, quando invece è la donna che vuole un dato uomo, è sicuro che se decide di averlo ella se lo prenderà, in barba a tutto ciò che non lo consiglierebbe. Malgrado le possibili resistenze dell’intero Universo. Nulla frena la perversione e il desiderio di sesso di una donna. E nessuno sa dove esso può arrivare...
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RDA
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Concordo con te.
Quando sento dire "Ah le nuove generazioni, così aperte, così moderne!" mi parte un embolo.
Ma dove li vedono sti grandi progressisti? Io vedo solo dei minchioni che vanno in giro tipo babygang a bullizzare, sminuire, svilire chiunque sia minimamente diverso.
Io sono stata la ragazzina grassa per tutte le medie ed il liceo, ma mai MAI sono stata bullizzata ai livelli che vedo oggi.
Oggi i ragazzini fanno paura anche a me che sono adulta da mo'.
Sulla questione bullismo però c'è anche da dire che adesso le cose escono fuori più facilmente, anche grazie ai social, mentre prima gli episodi di bullismo passavano un attimo più in sordina.
Detto questo ripeto, per me both, nel senso: i giovani di oggi sono molto più avanti sul progressismo e compagnia, ma, dall'altro lato della medaglia, ci sono anche più stronzi. E se gli stronzi boomer lo sono anche per ignoranza e perché "ai loro tempi era diverso" (non tutti, c'è chi lo è volutamente, ma diciamo che alcuni sono veramente ignoranti), i giovani stronzi non hanno manco questa scusante. Cioè quel che voglio dire in poche parole: tutti gli stronzi giovani sono consapevoli di essere stronzi, e lo fanno per scelta.
E sinceramente: A me fa molta più impressione un 20enne stronzo che un 70enne stronzo.
Con questo non voglio giustificare gli ignoranti sia chiaro, ma se hai 20 anni e sei ridotto in questo stato, cioè veramente ripigliati
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Tranquilli, questo almeno non cadrà dalle scale in caserma. Comunque 21 anni e già un grande stronzo arrogante e violento, pronto per seguire le orme del padre (da segnalare per la proposta dell'obbligo di carta d'identità per accedere a "internet" (?) ).
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Di auto usate ne capisco ben poco. Così mi porto dietro il nipote esperto, forse più di un meccanico, per testare un Biemmevè usatissimo, oltre 200.000 km per euri diciottomila, passaggio compreso.
Prima ho telefonato al venditore che mi ha detto che potevo andare a trovarlo per la prova su strada ma quando arrivo la batteria è a terra, le auto le tengono tutte all'aperto e può capitare. Vabbè.
Nell'attesa che il meccanico della (chiamiamola) concessionaria vada a farsi prestare (!) un booster sufficente a far partire il Biemmevè, il nipote la rivolta sottosopra e pare tutto vada bene.
Messa in moto, nipote alla guida, partiamo per un giro insieme al venditore che si scusa per l'inconveniente ma tranquillo, è solo una batteria scarica, tutto il resto è a posto. Se lo dice lui.
Durante il giretto pareva davvero tutto a posto ma una volta spento il motore, nipote fa notare al venditore che un faro led anabbagliante/abbagliante non funziona.
Il venditore se le cava con un: è soltanto una lampadina, la cambiamo e tutto è a posto ma al nipote non la si fa, si tratta di cambiare non una lampadina ma tutto il gruppo led, costo se va bene sui 6/700 euro. Ma non basta.
Il serbatoio del liquido di raffreddamento non è trasparente ma nipote ha visto durante la prova su strada che il Biemmevè emanava del fumo bianco sospetto e con cautela svita il tappo del radiatore e ci infila dentro il dito.
Il dito esce nero e nipote spazientito dal venditore che si scusa dicendo che si tratta di un problema da niente, mi prende per un braccio e mi trascina via, lasciando il poverino sul posto, completamente basito.
Detto tra noi, basito è un vocabolo stronzo ma rende discretamente il modo in cui il povero venditore, un ragazzo giovane e poco incline a stare fuori all'aperto in queste giornate invernali, è rimasto vedendoci andare via, mentre io mi scusavo per le cattive maniere di nipote.
Comunque dopo un po', mi arriva un whatsapp di questo tenore:
Ecco, di sicuro non ha nulla ma magari è meglio fare controllare a qualcuno che se ne intende, magari un nipote appassionato di motori, o magari a @lasciatemistarelamattina come mai ci sia dell'olio nel circuito di raffreddamento.
Comunque è probabile niente Biemmevè, forse Audi, forse chissà...
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Ricordatevi sempre prevenzione..E soprattutto sostenete la ricerca .
Dobbiamo combattere questo stronzo..
#Le cose che amo #
📎📍
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From @aziz-reads over here
Rules: Make your OCs say this thing, in their voice, then give someone else a new thing to say. (I think)
I'm tagging (gently) @rowanmgrey-author @pb-dot @transman-badass and @bellascarousel
Your words are, "Touch them again and you'll regret it."
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My words are, "That is too much work for too little pay"
From the vampire husbands of Before Deluca.
Ludovico, "Sembra che questo stronzo abbia un braccio corto..."
Lucient, "I don't know of arms, treasure, but I know a terrible deal when I hear one."
Ludovico, "Mm, sei bello, I mean he's clutching his money too tight to pay us what we're worth."
Lucient, "Eh bien, mon amour...let us loosen his grip."
--
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#writeblr#before deluca#tag games#character voice tag#as if they'd need to be paid for anything ever#inherited a pirate's hoard#collected and sold antiquities on top of that#but still...fair is fair#they keep picking odd things to insist be in their native tongues#making me look up italian idioms this early in the morning is not nice ludovico
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Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene, si cerca la strada più breve, la rottura, la sofferenza. Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell'inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto il bene che c'è stato: ci vuole amore per chiudere una storia. Aspettare un po' per non buttare via tutto ma recuperare quanto è possibile, ricreando un altro rapporto, un 'dopoamore', fatto di conoscenza e di complicità, qualcosa che può essere molto più forte dell'amicizia. Io sono così. Quando una storia è stata importante e finisce, io la pazienza la trovo, soprattutto se in quel momento sono più forte. Anche se ho tutti i motivi per dire 'cazzo, basta!', non butto via il bene che c' è stato, non alimento false speranze, ma cerco di creare le basi per un altro rapporto. Magari, se mi comportassi da stronzo, aiuterei l'altra ad odiarmi, si libererebbe prima. Ma io preferisco l'indifferenza all'odio. Se uno ti odia può farti male. Metti che ti odia uno come Hitler. E' meglio se gli sei indifferente, no? Io non voglio essere odiato e, potendo scegliere, preferisco soffrire meno, lasciare piuttosto che essere lasciato, avere il senso di colpa per l'altra che sta male piuttosto che stare male io. Certe volte, quando ne sei fuori, pensi 'com'era bello quando soffrivo', ma è una fesseria. Con la sofferenza ci guadagnano solo i cantautori che ci scrivono sopra i successi. Bisogna avere il coraggio della fine, piano piano, con dolcezza, senza fare male. Io ho vissuto la vita stando molto a guardare, non sapendo che fare, per timidezza, per i problemi fisici che ho avuto. Credo di avere acquistato un bagaglio maggiore, di avere rispetto, quasi un animo al femminile, dove pensavo che niente mi era dovuto, dove tutto andava creato, formato, senza arroganze, senza presunzioni, senza quei famosi fumogeni che nascondono la verità.
Massimo Troisi
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