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#questi due non sono reali
omarfor-orchestra · 1 year
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Io: dai ma è impossibile che siano davvero così tecnolesi
Nicolas: ho convinto damiano a mettere la storia perché io avevo il telefono scarico
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anocturnalanimal · 10 months
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Dio, la felicità che ho provato a stare con te, e a parlare con te, come l’ho provata talvolta, una mente insieme con l’altra e un’anima accanto all’altra. Capisco abbastanza chiaramente quello che provo per te. Non è soltanto l’amore fisico pur essendoci anche quello naturalmente e io lo tengo nel minimo conto, non è soltanto che io con te sono semplicemente felice...
Non credo di essere così egoista da non riuscire a vedere la cosa anche dal tuo punto di vista. In quanto al mio, ora sono sicuro che, a parte il fatto di essere innamorato...varrebbe la pena di correre qualsiasi rischio per sposare te. Dio, se lo vedo, il rischio di sposare uno come me. Sono egoista, sensuale, bugiardo, crudele, e probabilmente peggio ancora. Ho continuato a pensare che non mi sarei sposato perché pensavo che non sarei riuscito a dominare questi istinti con una donna a me inferiore, e che sarei stato sempre più esasperato dalla sua inferiorità e sottomissione. E’ perché tu non lo sei che il rischio è infinitamente minore. Può darsi che tu sia vanitosa, egoista, insincera, come tu dici, ma questo non è niente in confronto con le tue alte qualità, grandezza intelligenza spirito bellezza franchezza. Dopo tutto ci piace stare insieme, ci piacciono le stesse cose e le stesse persone, siamo tutti e due intelligenti e soprattutto sono le cose reali che noi comprendiamo e che sono importanti per noi.
Lettera di Leonard Woolf a Virginia
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arreton · 8 months
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La nuova casetta in provincia di Bergamo è buttata in una valle in mezzo alle montagne: apri la finestra e puoi fare lo yodel, la gente giù nella zona residenziale ti sentirà e risponderà a pieni polmoni. È grande e luminosa ed io mi sento già scomparire in mezzo a tutta quella luce. I mobili sono brutti, c'è troppo legno e sento l'odore di vecchio già a guardare le foto, ma c'è un orologio a pendolo che mi piace: mi ricorda l'orologio che vedevo a casa della mia prozia, il ticchettio costante e l'oscillazione ipnotizzante del pendolo e il brusco risveglio dall'ipnosi dato dal suono che faceva ogni tot. Mi vedo girare scalza per la casa silenziosa, quando non c'è nessuno, e guardarmi intorno dicendomi: forse ho esagerato quando dicevo che mi sarei rintanata in una casa sul cocuzzolo di una montagna. Certo che, se ci penso, passare dal mare alla montagna è veramente radicale come scelta, mi sorprendevo l'anno scorso quando mi giravo intorno a vedevo solo montagne quando io ho sempre visto solo mare acqua e spiaggia. Saranno solo un paio di mesi – chissàchissà – ma quella casa già è mia: immagino librerie lungo tutte le pareti nel salone, un tavolinetto con un paio di sedie sul balcone; angolo ufficio e angolo trucchi nella camera da letto, cameretta adibita a stanza per il computer; planetaria, macchinette per il caffè, forno, forno a microonde in cucina, col bancone per preparare il cibo separato dai fuochi e dal lavello; vedo tanti tappeti per la casa e me che lavo a terra perché tra tutte le faccende domestiche che in generale odio e schifo lavare a terra è l'unica che mi rilassa e mi diverte. Il padrone di casa dice che c'è un cane lì nel cortile, dice che non entra mai in casa e che è una pecorella talmente è buono, allora mi immagino che torno da lavoro io che apro il cancello e vedo un cane pastore grosso e mansueto battermi la coda e farmi le feste. Sono pensieri felici, forse un po' illusi, mi sembra quando da bambina mi mettevo a fantasticare robe talmente assurde che sembravano reali e fattibili. Ma a far venire i pensieri intrusivi ci vuole un attimo, d'altronde da piccola le mie fantasticherie venivano in poco tempo buttate giù ed infangate: i primi tempi mi sa dalle persone a me vicine, in poco tempo poi imparai a farlo da sola. Ad esempio, se mi fermo un attimo, penso che mi fa paura questo cambiamento: temo di rimanere sola abbandonata a me stessa e di non sapermi gestire. Questo perché questa notte ho sognato letteralmente di impazzire: avevo gli occhi furiosi, un odio che partiva dal petto e saliva in gola, gridavo ma di un grido grosso e feroce, mi sentivo quasi posseduta come quella volta che gridai nel sonno terrorizzata perché mi sentivo posseduta. In questi giorni poi sono tornata a fare sogni nervosi, dove litigo con la gente, addirittura con dei miei ex colleghi della pizzeria coi quali invece non ho mai avuto problemi. Guardo le mie reazioni inconsce e mi spavento all'idea di rimanere da sola in un posto così lontano. Però guardo anche le foto, vedo tutta quella luce e penso che sarà ottima per fare le foto e allora penso che mi servirà un cavalletto e altre cianfrusaglie varie. Chissà, magari un giorno realizzerò anche il sogno di mio padre di avere un telescopio. Intanto però mi dico che: se passati questi due mesi sarò costretta a ritornare giù al sud, sarà la volta buona che impazzirò definitivamente.
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falcemartello · 1 year
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L’IPCC è gli SCENARI spacciati per scienza esatta.
Sicuramente conoscete la parola SCENARIO, ma forse non sapete cosa sono gli scenari dell’IPCC, quelli che i media utilizzano per avvalorare l’apocalisse dei cambiamenti climatici.
Nel 2014, l’IPCC fornisce questa definizione.
Quello che è da sottolineare, è “una plausibile rappresentazione dello sviluppo futuro” Plausibile = che appare possibile crederci.
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Gli scenari  possono avere diversi sviluppi potenziali che hanno conclusione in  una delle categorie rappresentate in figura.
Ma chi decide a quale categoria appartiene lo scenario? Pare che per gli scenari climatici nessuno si prenda la responsabilità.
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Un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado, ha preso in considerazione 1.1884 scenari presenti nella relazione IPCC AR5 del 2014.
Nella figura sono rappresentate i 4 esiti:  8.5, 6.0,  4.5 e 2.6
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Tutti gli scenari sono considerati “Plausibili” dall’IPCC. Da cosa si capisce che sono plausibili?
Dal fatto che li hanno messi nel database; questo è quanto! I ricercatori si sono chiesti: questi scenari sono stati sviluppati nel 2005. Ora abbiamo i dati reali fino al 2020.
Possiamo  vedere se quegli scenari cosa hanno previsto per il 2020 e confrontarli con i dati reali?
Ecco cosa è venuto fuori: Gli scenari 6.5, 7.0 e 8.0 risultano implasubili.
Gli scenari 4.5 e 3.4 sono decisamente più plausibili.
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Ora, considerando che l’analisi fatta nel 2020 è più attendibile di quella fatta nel 2005, a governare le scelte politiche dovrebbero essere gli scenari  3.4 e 4.5.
Invece no. Gli scenari apocalittici sembrano gli unici da prendere in considerazione.
Le menzioni dello scenario 8.5, il più estremo del gruppo, aumenta attualmente negli ultimi due report.
Nel 2022 ha il 60% delle menzioni sullo scenario più implausibile.
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Sui giornali, infine, quello che viene pubblicato richiamato dei report IPCC sono ESCLUSIVAMENTE le istantanee più estreme dello scenario più implausibile.
Ora decidete voi se gli scenari catastrofici pubblicati sui media vi ricordano la scienza o la fantascienza.
Fortunato Nardelli
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colonna-durruti · 2 months
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https://www.facebook.com/share/Uwe6spdRgU491h87/
LE COMPAGNIE PETROLIFERE TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI, DATI INSABBIATI E GREENWASHING
Questo grafico riassume una delle azioni più squallide e vigliacche legate al mondo del negazionismo climatico. Mettetevi comodi, perchè ci sarà da mettersi le mani nei capelli.
A cavallo tra gli anni '70 e '80 una delle più grandi compagnie petrolifere, la Exxon Mobile, aveva prodotto tramite i propri scienziati diversi studi per valutare l'eventuale impatto dell'aumento di anidride carbonica in atmosfera. I risultati, molti dei quali ottenuti con un livello di precisione assolutamente comparabile a quelli prodotti a livello accademico, mostravano oltre ogni ragionevole dubbio che l'anidride carbonica prodotta bruciando di combustibili fossili era destinata a cambiare il clima, con possibilità di rischi catastrofici e irreversibili. Stiamo parlando di oltre QUARANT'ANNI FA.
Tanto per darvi un'idea del livello di consapevolezza che EXXON aveva nel 1982: il grafico qui sotto è preso da pagina 14 del report risultato dallo studio. Le curve nere indicano le previsioni dei modelli della EXXON (sono due per via dell'incertezza nei modelli), la curva rossa invece mostra i dati della concentrazione di CO2 osservati fino ad ottobre 2019, mentre la curva azzurra è la previsione del modello IPCC RCP6.0.
Non vi sto nemmeno a dire che questi risultati non furono comunicati al pubblico e solo recentemente un'inchiesta ha rivelato che EXXON conosceva le sorti del nostro pianeta già quasi 40 anni fa. I risultati del report sono stati ignorati e negli anni successivi EXXON ha speso il suo tempo a confondere l'opinione pubblica e a sfruttare la politica per continuare a produrre CO2 in modo indisturbato.
È incredibile il livello di accuratezza della previsione, ma è ancora più incredibile che questi documenti siano stati letti e *compresi* dalla dirigenza EXXON, e siano stati presentati come "ambigui", pur consapevoli del fatto che i risultati scientifici fossero solidi. Un modus operandi che non è esclusiva della Exxon ma anche ALTRE compagnie petrolifere nel corso degli ultimi venti anni hanno speso fior di quattrini per finanziare in modi più o meno oscuri le lobby del negazionismo climatico. Exxon dovrà difendere la propria posizione nei tribunali, ma quanto è emerso negli ultimi anni è qualcosa di assolutamente spaventoso.
Non solo: perché viene messo in atto un altro comportamento per cercare di limare o mascherare le responsabilitá delle compagnie petrolifere di fronte ai cambiamenti climatici. Il cosiddetto Greenwashing, ovvero citando Wikipedia '' la strategia di comunicazione di certe imprese finalizzata a costruire un'immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell'impatto ambientale, allo scopo di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dagli effetti negativi per l'ambiente delle loro attività''. Cosa giá nota fin dagli anni '70 ma attualissima ancora oggi, messa in atto tramite media, giornali, e perfino divugatori utilizzati per diffondere addirittura dati errati e ovviamente al ribasso rispetto a quelli reali su temperature o concentrazione di gas serra in atmosfera. Quando certi meccanismi si intrufolano anche nel mondo di chi certe cose dovrebbe comunicarle in modo integro e con dignitá morale, capite che la situazione diventa sconfortante.
La scienza non ha bisogno di mentire. Bastano i dati a parlare. E, cosa ancora piú importante, bisogna saperli comunicare correttamente, senza vendere la propria dignitá per una manciata di soldi. Perchè, alla fine, negazionismo e complotti hanno le gambe molto corte.
Matteo, Galselo Wrapsy
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gcorvetti · 1 year
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Le pause al momento giusto.
Ieri tra pulizie, taglio dell'erba, la spesa e svariate cose inerenti alla casa, ho pensato che fare la pausa musicale era d'obbligo, sia perché ogni 3/4 giorni ci vuole sia per non mettermi fretta. Mentre facevo tutte le faccende riflettevo sul periodo che sto attraversando e su cosa mi aspetta dal lungo periodo di studio e cambiamento che sto vivendo non solo a livello musicale ma anche nella vita. Da un paio di giorni mi sono posto una domanda ripensando anche al metodo Kandinskji sui colori e sui suoni degli strumenti, la domanda è "Che relazione c'è tra la pittura e la musica?", pensando poi ai quadri in generale e soprattutto a due tipi il figurativo e l'astratto ho iniziato ad accostare il figurativo alla musica diatonica, perché è quello una figura dipinta ben definita un volto, un paesaggio e i brani per come si intendono con una struttura, una progressione armonica ecc ecc, sono equivalenti nell'immaginario collettivo, se si pensa alla Gioconda come ad un brano che ci piace, mentre l'astratto è indefinito e con una specifica che va oltre la figura, un pò come la musica d'avanguardia o la sperimentale che sto snocciolando in questo periodo, i brani non hanno una forma canonica, anzi spesso non hanno neanche degli strumenti che la suonano perché si va da suoni ricavati da oggetti (John Cage docet) a suoni sintetizzati quindi non reali. Poi ieri mi è venuta in mente l'arte concettuale, il concetto diventa la forma d'arte e non più il dipinto o la scultura, e ad essere esposti nelle gallerie sono gli oggetti di uso quotidiano a partire dall'orinatoio di Duchamp e la sedia di Kosuth, giusto per fare due esempi. Quindi per ora sono al punto di domanda "può la musica rappresentare attraverso i suoni concetti più che figure già conosciute?", beh sicuramente si e sicuramente è stato già fatto, cercherò qualcosa a riguardo, se qualcuno ha qualche dritta sono sempre aperto a tutti i consigli d'ascolto.
Cambiando discorso, oggi passando su FB vedo che Aky mi tagga, non amo essere taggato perché spesso sono cazzate o cose che non mi interessano e in certi casi levo il tag (fortuna che si può fare), ma il video in questione è bellissimo, lo metto in fondo, non mi metto a commentarlo parla da solo, dico solo che è così, almeno io la vedo così la società, le persone sono amminchiate dalle cazzate tecnologiche, dall'ultimo device come per esempio le code fuori dagli Apple store per l'ultimo Iphone 15, che è uguale a quello precedente solo che hanno cambiato lo spinotto di ricarica, siete la scimmia che cerca di prendere la banana dentro l'anfora dal collo stretto, per chi non lo sapesse è un metodo per catturare una scimmia.
Altra cosa, ieri vedo una vignetta di L'incoscienza di Zen ma non riesco proprio ne a capirla ne a collegarla con niente, nella vignetta c'è una bambina che da una pesca al padre ... ecco oggi ho compreso il perché non la capivo, ma veramente sono questi i problemi che vi affliggono? Una pubblicità che mette in risalto una famiglia "tradizionale" in fase di finire il suo corso in quanto piccolo nucleo sociale? Partendo dal fatto che sta cosa della famiglia è una convenzione e che in passato non esisteva proprio, la chiesa c'ha messo lo zampino per accaparrarsi soldini, che cosa non arrivate a capire che se due non stanno più bene assieme è meglio che ognuno vada per la sua strada? Va bè le solite armi di distrazione di massa da tutto quello che è effettivamente di interesse comune, come il fatto che il governo attuale non solo non sta facendo niente per voi ma aiuta gli amichetti suoi a spese vostre, cosa che se succedesse in Francia andrebbero a prendere la ghigliottina al museo, tanto di cappello ai galletti.
Detto tutto ciò vi saluto col video
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ORAZIO, SATIRA II, 6 - Il topo di campagna ed il topo di città
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ORAZIO, SATIRA II, 6 - Il topo di campagna ed il topo di città
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“Cervio, il vicino, in mezzo a questi discorsi, si diverte a raccontare le favole della nonna, in base all’argomento. Se qualcuno, infatti, loda le ricchezze di Arellio, senza sapere quanto affaticano, comincia così:
‘ C’era una volta un topo di campagna, che aveva accolto un amico, un topo di città, nella sua disadorna tana, stando pronto ed attento alle richieste dell’amico, tentando di ammorbidirne le difficili esigenze con gesti ospitali. Perché farla lunga? non lesinava né ceci messi da parte né l’avena lunga, e, portandoli con la bocca gli diede uva secca e pezzetti prelibati di lardo, mirando a vincerne l’atteggiamento schizzinoso con una cena variegata, visto che appena toccava i cibi con dente superbo, ed intanto il padrone di casa, arrampicato su un cumulo di paglia mangiava farro e loglio, lasciando all’ospite i bocconi migliori.’ “.
Per quello che ne sappiamo, il primo a far parlare gli animali in un’opera letteraria del mondo classico, fu il poeta greco Esiodo (VIII secolo a. C.) con la favoletta dell’usignolo e lo sparviero. Alla fine dell’epoca arcaica, nell’età della crisi dei regimi aristocratici, soppiantati da quelli democratici, si diffonde una raccolta di favole con animali protagonisti, attribuite ad un certo Esopo. Molte delle sue favole si ritrovano nella letteratura latina, ad opera di Fedro, del tempo di Tiberio (I secolo d.C.): dati i tempi, era pericoloso parlare di personaggi reali, ed allora si fanno parlare gli animali, chiaramente umanizzati. Insomma, per arrivare a Disney, il cammino è stato lungo. Ma sentiamo Orazio/Cervio:
” ‘ Insomma alla fine il topo cittadino dice al campagnolo: – Amico mio, che gusto ci provi, a vivere con sofferenza nel dorso di un colle franato? Non ti piacerebbe anteporre al bosco la città degli uomini? Prendi la strada, dammi retta, accompagnami, dal momento che i terrestri vivono avendo avuto in sorte una vita destinata a cadere, e non esiste né per il grande né per il piccolo scampo alcuno alla morte. Perciò, caro mio, finché si può, cerca di vivere beato nel piacere, e non dimenticare di quanto breve tempo tu sia.-“.
Il poeta qui si è fatto semiserio: l’amara riflessione sull’esistenza umana e la sua brevità, con il corollario di vivere godendosi la vita, derivante dalla filosofia edonistica, ha un sapore di parodia, da una parte, perché messa in bocca ad un sorcio, ma dall’altra è inevitabile il suo trasferimento nella condizione umana. E’ una favola, attori sono due sorci, ma il loro pensare ed agire è evidentemente e tipicamente umano. E la vena parodistica è ancora più evidente nei passi seguenti, e la parodia è dedicata alla maniera epica di narrare. Vediamo:
‘ Queste parole impressionarono il sorcio campagnolo, ed allora saltò fuori agile dalla tana: ed ecco che la coppia percorre l’itinerario proposto, desiderosi di scalare le mura della città di notte. Ed ormai la notte occupava il centro dello spazio notturno, ed entrambi mettono i piedi in una casa sontuosa, in cui un drappo tinto di rossa porpora era smagliante sopra gli eburnei triclini, e molte porzioni erano avanzate da una sontuoso cena, che giacevano da ieri in ben costruiti canestri. Dunque sistemò il sorcio campagnolo su un drappo di porpora, e alla maniera di uno schiavo succinto si dà da fare qua e là, assaggiando tutto quello che porta, e quell’altro se ne sta sdraiato ed in abbandono e si gode quella svolta di vita, e per la bontà dei manicaretti ringrazia il compiaciuto commensale. Quando di botto un fracasso di porte che si spalancano li precipita giù dai triclini, ed entrambi nel panico a correre per tutta la sala, mezzo morti e con il cuore in gola, intanto che la l’alta casa risuona di cani molossi. Allora il topo campagnolo disse: – Questa vita non fa proprio per me. Stammi bene tu, io me ne torno nella mia tana modesta e selvatica, ma bene al sicuro dai pericoli. -‘ “.
Fine del racconto di Cervio e della satira di Orazio.
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ballata · 8 months
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Qualche giorno fa e morto un Savoia. È morto come muore ogni giorno tanta gente. Alcuni di questi sono virtuosi altri no. Alcuni sono coraggiosi e probi, altri disonesti e vigliacch e questo è insindacabile vivo o morto che tu sia.
Inconsapevole interprete di eventi che hanno visto protagonista il nonno ed il padre, non si può dire abbia spiccato per doti particolari atte a renderlo noto e desiderabile per un ipotetico ritorno della monarchia .
A Londra durante la II guerra mondiale
a principessina Elisabetta con Margaret accanto tutte le sere
parla alla radio per tranquillizzare i bambini e così anche le madri e i padri. già alla prima incursione, la regina aveva affermato "Sono contenta che siamo stati bombardati, ora posso guardare in faccia da pari a pari la gente dell'East End" (il popoloso quartiere che aveva subito più volte i maggiori danni per i ripetuti bombardamenti).
Fu suggerito ai sovrani di allontanare le due bambine, mandarle in Canadà, ma la regina rifiutò:
"Senza di me loro non partono,
io non parto senza il re,e il re non lascerà mai l'Inghilterra".
In Italia i "reali" scappavano abbandonando il paese al caos e mentre lo facevano elargivano titoli nobiliari a chiunque gli aiutasse in quella fuga. Indimenticabile il "conte della scaletta" uno sconosciuto che abbasso la scaletta dell aereo che li fece scappare abbandonando la Patria a se stessa.
Quando un clown entra in un palazzo non diventa re. È il palazzo che diventa un circo. #monarchiedadimenticare
#savoia
#italia
#storieditalia
#buffoni
#recialtroni
#clown
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#monaechia
#robertonicolettiballatibonaffini
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italiavivadelchierese · 9 months
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Eletto il Presidente di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese
Nella mattinata del 17 dicembre, nelle diverse Zone della Provincia di Torino, si sono tenuti i congressi di Italia Viva per l'elezione dei Presidenti.
Si è conclusa la stagione dei referenti "Nominati" con l'elezione di nuovi Presidenti, di Zona, Provincia e Regione.
Per il Chierese-Carmagnolese è stato eletto per acclamazione Pier Antonio Pasquero.
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Ecco il programma presentato dal Presidente al Congresso zonale:
Italia Viva del Chierese-Carmagnolese si è caratterizzata in questi anni per essere particolarmente attiva sul territorio, su diverse tematiche, due fra tutte sono state la promozione della nascita e lo sviluppo del distretto del cibo e l’intervento determinate contro l’insediamento di un enorme allevamento intensivo di maiali a Poirino.
Italia Viva del Chierese-Carmagnolese è stata molto di più di un semplice “comitato elettorale”. Non si è limitata a declinare a livello locale le iniziative nazionali. Ha fatto politica territoriale, lo ha fatto ingaggiando un dialogo e un confronto di idee con tutti i cittadini che amano approfondire le tematiche pubbliche.
Italia Viva continuerà ad esercitare la sua presenza sul territorio con impegno rinnovato. Il nostro primo obiettivo sarà quello di contribuire con tutti gli strumenti possibili a creare una identità di territorio e a consentire al territorio di mettere a frutto i suoi talenti e le sue potenzialità. Italia Viva porterà ai cittadini le posizioni dei migliori esperti sui vari temi di interesse locale e regionale:
lo sviluppo economico della Regione e le sue ricadute sul nostro territorio;
la gestione del Sistema Sanitario Regionale e l’impatto sui cittadini;
La salvaguardia dell’ambiente, le pari opportunità e altro.
Il 2024 vedrà l’organizzazione di numerosi eventi su questi e su altri temi di interesse locale e regionale. Italia Viva intende contribuire a determinare scelte strategiche utili al territorio, introducendo nel dibattito pareri autorevoli e competenze reali.
La nostra azione sarà “sovracomunale” e supporterà le amministrazioni che metteranno in atto politiche e azioni che superano i campanilismi, che creano sinergie, economie di scala e che migliorano e semplificano la vita dei cittadini.
Collaboreremo senza posizioni pregiudiziali, caso per caso, con chiunque condivida concretamente i nostri obiettivi.
Faccio politica da oltre quarant’anni, la faccio con passione, non cerco né visibilità né cariche, spero di poter continuare a farla con Italia Viva per contribuire a far crescere la nostra zona, la nostra Regione, il nostro Paese, la nostra Europa.
PIER ANTONIO PASQUERO
CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELL’AREA OMOGENEA METROPOLITANA 11 DI TORINO
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k-white · 10 months
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Mi sento in dovere di fare un post di apprezzanto per le seierie asiatiche: Thai, Coreane, Taiwanesi, Giapponesi
Perché guardando Un Professore2, e dopo essermi rivista parti della s1(Simuel cut) vedo quanto le relazioni gay/quuer vengano eclissate da quelle etero, pure in questa seconda stagione
A partite dalle scene intime: Simone personaggio principale gay dalla prima stagione ha avuto una sola scena "intima" con un ragazzo di cui abbiamo visto solo la.parte del bacio, quando invece con la ex ragazza abbiamo visto loro due a letto insieme, niente di troppo esplicito ma comunque di più del semplice "lasciato sottointeso" che hanno fatto per i Simuel
stesso vale per tutte le altre coppie etero che hanno scene intime e baci mostrati molto più esplicitamente delle loro controparti gay, cosa che avevo notato anche nella serie mediaset Il Patricarca dove la coppia canonica gay aveva solo baci casti e nessuna scena intima a differenza delle coppie etero che quasi hanno avuto scene di nudo e scene intime anche più esplicite delle controparti RAI
Quindi niente volevo apprezzare il fatto che negli ultimi anni l'Asia ci abbia regalato tutto questo contenuto di serie BL e ora finalmente anche GL con PROTAGONISTI gay o in relazioni gay e storyline che diventano sempre più autentiche e reali e non più stereotipate come magari lo erano all'inizio
e un apprezzamento anche per avere serie che vanno da innocenti coming of age con solo casti baci a serie full on smutty con una pletora di serie che si poszionano nel mezzo come livello di scene intime, ed il fatto che abbiamo la scelta di guardare quello che preferiamo perché le serie continuano ad apparire
questi paesi hanno visto il potenziale che le serie queer hanno sul pubblico giovane decondendo di investite su di esse, diventando uno dei poteri più forti che li sta portando ad essere più conosciute a livello internazionale, perché le compagnie che producono queste serie e alcuni degli stessi paesi sono ancora molto pregiudizievoli nei confronti della comunità LGBTQA+ nella vita comune, quindi perché RAI non investi un po' anche tu in personaggi gay nelle tue serie come protagonisti?
negli ultimi anni hanno aumentato un po' il numero di personaggi quuer specialmente per quanto riguarda i teenager ma una serie con una coppia gay come protagonista non c'è l'unica che ci si avvicina un Professore ma comunque la trama che riguarda Simone finisce sempre con avere lui soffrire per amore non corrisposto e finire coinvolto con criminalità giovanile suo malgrado
Io poi vorrei che le coppie gay non venissero egulcorate così tanto per quanto riguarda le scene di baci e sesso, LASCIATELI LIMONARE mi devo sorbire baci etero e scopate in ogni puntata datemi lo stesso trattamento per le coppie gay!
Spero che in questa stagione2 avremo Simone pomiciare con un ragazzo, che sia Mimmo o Mamuel non me ne frega sinceramente, basta che si limoni un ragazzo almeno 2 o 3 volte da qui all'ultima puntata perché se mi devo sorbire DanteAnita ManuelNeena e RayanViola(che onesto sono i più carini e gli unici di cui mi frega di coppia etero) mi dovete dare SimoneMimmo per bilanciare perché non mi pare giusto sto trattamento!
Per non parlare del fatto che non ci sta manco una coppia lesbica! cioè senza offesa ma Nina non ce la faccio a vederla etero stesso per Chicca(p.s. mi manca Chicca era meglio lei della bionda ossigenata)
E niente fine dello sfogo, aver passato due anni a vedere serie BL e non asiatiche e principalmente thai ha cambiato il modo in cui guardo le serie italiane, se non mi danno almeno una coppia gay e non mi fanno vedere baci per detta coppia mi spiace non avrete la mia attenzione
ormai ho degli standard per chimica e baci
giusto 2 foto come esempio perché questi due frame sembrano usciti da un quadro
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p.s. ^ loro due sono First Kanaphan e Khaotung Thanawat e la serie è Only Friends(visibile gratis su YouTube) per chi fosse interessato😚
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heresiae · 2 years
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Torinesi, falsi e cortesi, dicevano...
Viene sempre inteso come un insulto, ma la gente sottovaluta il valore della cortesia.
Per me e Sorella, cresciute nelle alpi lepontine piene di gente che ti mandava a fanculo solo perché eri ferma al semaforo davanti a loro, arrivare in una città in cui la cortesia era di base è stato come scoprire il paradiso. Chissenefrega se poi appena ci voltavamo ci insultavano, a noi interessava non sperimentare la frustrazione delle persone aggratis.
Peccato che a breve dovremo fare una richiesta di togliere "cortesi" dal pregiudizio dei torinesi.
È già diversi mesi che lo vedo, ma negli ultimi si sta inasprendo: c'è una tale cattiveria gratuita in giro (in auto specialmente), che a momenti vien voglia di tornare sulle alpi. Non solo, il menefreghisimo è sempre più esteso.
Non parlo di infichiarsene di quel che succede nell'appartamento accanto fintanto che il nostro sonno non viene interrotto, parlo di un atteggiamente alla Marchese del Grillo che non avevo ancora visto fuori dai circoli intellettuali.
Gli ultimi due eventi più importanti, che mi hanno fatto preoccupare ulteriormente, sono ancora marchiati a fuoco nella mia testa.
Evento uno
È sabato e sono in giro a fare commissioni al cazzeggio. Mi ferma una turista francese, una nonna allegramente in giro da sola che vuole andare al palazzo reale da Porta Nuova. Checcevò, direte poi, saranno 800 metri in linea d'aria. Certo, se sei una persona normodotata invece di avere una protesi per ogni gamba. La signora, che tra l'altro parlava italiano meglio della metà di certe persone ed era gentilissima, stava cercando la fermata del bus turistico a due piani. Era andata all'ufficio informazioni e cosa le avevano detto: "È davanti a questo hotel". Eh, e quindi? Quell'hotel non esiste più da prima delle Olimpiadi del 2006, al suo posto ora c'è la Decathlon, altre attività commerciali e appartamenti. La parte di strada adiacente al complesso è sì stata adibita a capolinea dei bus, peccato che ci sia un secondo problema: grazie all'incendio dell'anno scorso dell'edificio, gran parte della strada è occupata da ponteggi e non ci sono più indicazioni chiare su quali bus si fermano dove. Inoltre, l'azienda di questi bus turistici non risponde al telefono tra le le 12 e le 15 (capisco la pausa pranzo, ma se ci sono tour attivi non è esattamente una grande idea eh). Insomma, io sono stata l'unica cristiana a fermarmi, cercare di capire di cosa avesse bisogno (cosa che facevo anche a Venezia, tra l'altro), andarmi a cercare il dannato bus, chiedere pure agli altri bus lì presenti e alla fine dover dire alla signora: meglio se prende il taxi. Alla fine è andata a piedi (mettendoci probabilmente un'ora, poverina), ma mi è rimasta lì fissa, l'aver realizzato che manco l'ufficio informazioni si era sbattuto a sufficienza da darle informazioni reali (quel cantiere è lì da più di un anno, non da tre giorni, e l'ufficio è DI FRONTE, senza ostacoli a vederlo).
E ieri sera, l'evento due, che ancora non capisco come cazzo sia potuto succedere
Piazza Statuto, 18.10 circa. Traffico come non mai, che è normale a quell'ora in piazza. Arriva l'ambulanza. Si fa strada, un po' a fatica ma abbastanza celermente, tra le macchine che, giustamente, si mettono da parte o accelerano per farla passare. L'attraversamento pedonale è pure sgombro, quindi rimaniamo sul marciapiede ad aspettare che l'ambulanza passi. Tranne lui. Lui no. Lui vede che le macchine stanno rallentando o fermandosi e, con l'ambulanza dietro una sola macchina dalle strisce, decide che deve passare, che il raggiungimento della sua destinazione (a passo neanche troppo svelto) era più importante dell'esigenza di qualcuno di ricevere assistenza medica urgente. Certo, l'ha fermata per circa 7 secondi, ma l'ha comunque fermata. Poteva tagliare la strada alla macchina dietro l'ambulanza ma no, lui l'ha tagliata all'ambulanza.
La cortesia e l'empatia stanno morendo sempre di più a Torino (cosa che sospetto fosse già standard pre-2006) e, onestamente, non mi piace. Perché questa città è più di un dormitorio al servizio degli Agnelli, siamo più di un mero ricordo della prima capitale d'Italia e di una delle monarchie più ridicole d'Europa, siamo più dello smog e della collina dei ricconi che ci sovrasta.
Siamo la città a misura d'uomo, siamo la città cortese (la falsità è endemica nell'essere umano, statece), siamo la città che, se fa bello e c'è il sole, usciamo a goderci i parchi invece di fuggire o rifugiarci nei centri commerciali, siamo la Fiera del Libro, i Portici di carta, il Jazz Festival, le Luci d'artista, lo spettacolo di San Giovanni, le manifestazioni pacifiche in piazza, il Gay Pride (il primo, in assoluto, a essere mai stato organizzato in Italia), la maestosità semplice dei nostri viali e piazze, la città universitaria e della salute, del parlare a voce bassa, del tenere aperte le porte per chi è dietro di noi, dell'aiutare chi ha troppa spesa addosso o non riesce a scendere bene le scale col passeggino, del salutare cordialmente tutti i clienti, dell'offrire un gianduiotto, del cioccolato e dell'apericena, di quanto un artista dipingeva di rosa a sorpresa cose a caso in San Salvario e un altro vestiva i segnali stradali da robot, e tante altre cose.
Non ho anelato per anni lo spostamento della mia residenza per potermi chiamare ufficialmente torinese, per dover assistere il degrado umano avvolgerla e rovinare quindici anni di lavoro e orgoglio cittadino.
Ripigliatevi, o comincerò a castigarvi a parole (come avrei dovuto fare ieri sera, ma non ho ancora coltivato abbastanza pelo sullo stomaco per farlo).
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lesolitecose · 1 year
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Qualche giorno fa piangevo di una disperazione tale che pensavo non avrei più smesso. Ho tirato fuori tantissime cose, cose che avrei preferito non rendere reali ad alta voce ed è stato un vero pugno sullo stomaco prendere consapevolezza solo adesso di certe cose, non che prima non l'avessi, ma erano solo dentro la mia testa. In questi due giorni mi sono sentita leggermente meglio, ho cominciato a mettere a posto e a pulire camera mia, ho buttato via un sacco di cose e ho messo via due scatoloni di libri che mi hanno accompagnato dai miei quindici anni. Riflettendoci inconsciamente è stato come riordinare un po' anche dentro di me, ho annaffiato i ricordi belli ed ho accarezzato quelli più brutti, ho messo via tutto quello che non mi serviva a partite dai sensi di colpa che mi hanno sempre tenuta in ostaggio proseguendo con le paure più recondite. Forse è stato solo un periodo difficile, o forse non volevo lasciare andare la persona che amo di più al mondo. Ora non dico di stare bene ma sicuramente sto meglio, domani ho un altro colloquio e spero che vada tutto bene.
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klimt7 · 1 year
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Ideologia o stupidità
Animalista?
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1) Abbattere gli orsi ?
2) Abbattere gli Animalisti ?
3) oppure, abbattere chi ha reintrodotto sulle Alpi italiane, gli orsi sloveni, senza avere mai compreso che in molte vallate ormai intensamente antropizzate, è molto complicato, far convivere le esigenze contrapposte degli animali predatori selvatici e della popolazione umana?
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Gli orsi possono sopravvivere senza creare grossi problemi, solo in ambienti scarsamente popolati dagli umani: tipo in Canada, in Siberia e per ciò che riguarda l'Europa, solo in alcune zone dei Carpazi, dei monti Tatra, nei monti Urali in Russia, oppure in Scandinavia dove vi sono zone con densità di popolazione di 10 abitanti per chilometro quadrato e addirittura inferiori a 2, nei distretti più settentrionali della Norvegia.
Diversamente, si va incontro ad una duplice strage: di orsi e di esseri umani.
Sono dati oggettivi, reali. Coi quali, è inevitabile fare i conti.
La Politica ha il compito di gestire i molteplici interessi delle due comunità: gli orsi e le persone.
E nella seconda comunità, sono da considerare, sia i residenti delle vallate alpine, che i turisti che frequentano abitualmente le Alpi (Baviera, Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Italia).
Ma di tutto questo, non c'è traccia nei documenti della Provincia Autonoma di Trento che doveva gestire il piano di ripopolamento dell'orso nelle Alpi.
L'autorità politica, come uno struzzo, in questi ultimi 20 anni, ha messo la testa sotto la sabbia, evitando di definire un numero massimo di orsi, compatibile con la popolazione umana presente.
E ciò ha portato all'attuale numero di orsi, (stimabile in 120 esemplari) chiaramente insostenibile per i territori di Bolzano e Trento.
Ora, pensare di potersi schierare solo dalla parte degli Orsi, a prescindere da tutto il resto, come fanno i cosiddetti "Animalisti", è ingenuo e distopico: fuori dalla realtà, dalla storia e dal buon senso.
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Il problema va affrontato considerando tutte le variabili in gioco: compresa la possibilità di trasferimento e di abbattimento.
Gli animali selvatici sono da gestire con cura e da monitorare con attenzione, evitando sempre, il sovrappopolamento.
In molti casi, sono da gestire in ambienti rigorosamente protetti, come i Parchi, e non reintrodotti a caso e poi abbandonati al loro destino, finchè non diventano un problema di sicurezza e ordine pubblico.
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chez-mimich · 2 years
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FERITO A MORTE
Napoli è una città che ti ferisce a morte o ti addormenta. È questo l’assunto di base e la conclusione del magnifico testo di Raffaele La Capria, adattato per il teatro da Emanuele Trevi e portato in scena in questi giorni al Teatro Strehler di Milano per la regia di Roberto Andò, una coproduzione del Teatro di Napoli,Teatro Nazionale, Teatro dell’Emilia Romagna, Teatro Stabile di Torino. Andò è un napoletano non ortodosso, se mi si passa il termine, ovvero uno di quei napoletani, la cui “napolitanità” (io lo chiamerei di più “napoletanismo”) non gli ottunde le facoltà mentali e quindi non gli impedisce una visione critica della “capitale del Mezzogiorno d’Italia”. Appartiene cioè a quella schiera di artisti, registi, musicisti che, lontani dal manicheismo di maniera e dal facile folklore che ormai sembra dominante quando si cita Napoli, sa guardare in profondità i vizi e i vezzi della società e della popolazione napoletana. In realtà l’elenco potrebbe essere piuttosto nutrito e potrebbe comprendere registi come Paolo Sorrentino e Mario Martone, scrittori come Roberto Saviano, attori come Tony Servillo, ma anche musicisti come Peppe Barra o il compianto Pino Daniele. E così Andò ha scelto di trasporre per il teatro il romanzo di un napoletano, critico per eccellenza, quale fu Raffaele La Capria, scomparso nel giugno scorso e vincitore dello Strega nel 1961. Un romanzo che “parla di tutto e di niente” come dice lo stesso regista. Aggiungerei che di quel tutto e di quel niente, il romanzo parla estremamente bene. Il giorno della sua partenza da Napoli, un uomo, Massimo (Andrea Renzi), si lascia andare al ricordo di fatti, circostanze e parole, tante parole, del periodo compreso tra il 1943 e il 1951, raccontati attraverso i discorsi di un gruppo di persone, parenti tra loro, ma anche amici e amici degli amici, su una terrazza di un circolo partenopeo frequentato dalla buona borghesia della città e dai fantasmi di una nobiltà appena decaduta, ma sempre presente. C’è la Storia e c’è il ricordo intimo, ci sono gli intrighi e i segreti, c’è la memoria e la logorrea di una società borghese napoletana che, se non ancora disfatta, è in via di disfacimento. Questo è, a mio modo di vedere, il grande merito di La Capria, quello di saper vedere Napoli in maniera ferocemente critica senza cedere alle solite sirene del sentimentalismo e, soprattutto, della retorica. Del resto anche il teatro del grande Eduardo, al di là dei facili entusiasmi, è un teatro che ci restituisce una Napoli fortemente umana e allo stesso tempo lacerata da sentimenti che, qualche volta, sembrano provenire dall’essenza stessa della città. Nei desideri di alcuni protagonisti c’è Milano, come alternativa del fare, di fronte ad una città senza reali prospettive. Su un romanzo bellissimo interviene la grande maestria con cui Emanuele Trevi ha saputo far diventare la parola romanzesca, una parola teatrale, operazione complessa e alquanto pericolosa. Una scena articolata su due livelli la terrazza nella parte superiore e il salone del circolo (ma anche i salotti e le camere dei personaggi) in quella inferiore e in più un “avamposto-dormeuse” posto sul ciglio del palco dal quale spesso il Massimo, adulto, guarda alla scena come ad una rimemorazione nostalgica o fastidiosa. Ottima quindi la soluzione per cui ha optato lo scenografo Gianni Carluccio di ricorrere, sapientemente, all’aggiunta di un velario semi trasparente, sul quale scorrono fondali marini che rimandano, oltre che alla fisionomia della città di mare, anche all’inconscio “placentico” del protagonista. Peccato per le poche repliche proposte dallo Strehler, per uno spettacolo che meriterebbe molte più rappresentazioni.
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amati--sempre · 2 years
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Sono passati due mesi dal primo giorno in cui mi ero ripromessa di scrivere qualcosa su questa sorta di diario, se così possiamo chiamarlo, virtuale, e so bene che questo non va affatto a favore della mia salute mentale.
In questo momento sento un forte bruciore di stomaco, e non so a cosa sia dovuto, a troppe cose forse, va avanti da qualche giorno e mi sento già esausta.
Non riesco più a riposare come si deve, faccio davvero tanta fatica ad addormentarmi, e il mio sonno è agitato, nervoso, confuso, gli incubi sono protagonisti.
Ricordo solo vagamente l'oggetto di essi: sangue, liti, malessere generale.
Non so come interpretare questi sogni, e onestamente non so nemmeno quanto credere che siano "reali", nel senso quanto dovrei credere che vogliano comunicarmi qualcosa?
Ho ripreso l'università con quattro ore di lezione, è stata una giornata tutto sommato bella anche se la stanchezza si è fatta molto sentire, così come l'ansia e il senso di disagio.
Direi che non mi mancava affatto essere in mezzo a tante persone, senza sapere cosa fare e senza sapere cosa dire.
Sento un estremo senso di disorientamento, di inadeguatezza, guardo i miei compagni di corso, e guardo all'interno di me, e non vedo per nulla le stesse cose, anche se ci provo, ci provo con tutta me stessa.
Mi sento come un alieno, un pesce fuor d'acqua, sbagliata e facilmente giudicabile da chiunque mi osservi. Fatico a sentirmi normale. per questo mi isolo dagli altri e faccio il possibile per limitare le mie interazioni sociali e non esco dalla mia zona sicura.
Sento già il peso di tutti i miei doveri e delle cose da fare, difatti oggi non sono riuscita a studiare tutto ciò che dovevo, e mi sono sentita sbagliata anche per questo motivo. Però ad un certo punto me ne sono fatta una ragione, non riuscivo e quindi mi sono semplicemente dedicata ad altro.
Riflettevo su delle persone che mi hanno ghostata anche abbastanza recentemente e rimuginavo sul motivo.
Purtroppo, come è già capitato, sono giunta alla conclusione che non riuscirò mai a capire il motivo delle loro azioni, ma posso solo accettare la cosa e andare avanti, senza pensarci ulteriormente (pur sapendo che in realtà continuerò a pensarci).
Ho anche tanta tanta voglia di riprendere a scrivere la mia storia, e di pubblicarla su wattpad il prima possibile, per cui mi sono messa in testa di scrivere il più possibile quando ne ho tempo ma soprattutto quando ho l'ispirazione.
Tutto sommato non è stata una giornata così male, anche se avrei preferito evitare certi pensieri.
Come sempre, spero che domani vada meglio.
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"La Setta degli Elementi"
Altri simboli celtici
Il Sigillo del Druido
Questo è un simbolo in cui le linee verticali e parallele attraversando il cerchio sono i sigilli cioè segni rituali dei Druidi.
Non tutti possono indossare questo simbolo in quanto è un elemento magico.
Il suo significato è fertilità, ricco raccolto e in generale una connessione con la Madre Terra.
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Il Claddagh
Questo simbolo è un anello composto da un cuore incoronato stretto tra due mani.
Il cuore simboleggia l’amore;
la corona rappresenta la lealtà;
le due mani che si stringono rappresentano l'amicizia e l'affetto.
Insieme questi aspetti sono le colonne portanti del vero amore.
Esistono diversi modi in cui può essere indossato:
- per indicare lo stato di single bisogna indossarlo sull’anulare destro con la punta del cuore rivolta verso la punta delle dita.
- per indicare l'essere impegnati in una relazione bisogna indossarlo sull'anulare destro ma con la punta del cuore rivolta verso il polso.
- per indicare il fidanzamento bisogna indossarlo sull’anulare sinistro con la punta del cuore rivolta verso la punta delle dita.
- per indicare matrimonio bisogna indossarlo sull'anulare sinistro con la punta del cuore rivolta verso il polso.
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Il trifoglio
È una pianta molto diffusa nelle verdi colline irlandesi.
Fu San Patrizio a renderlo famoso, ad oggi infatti è divenuto uno dei simboli maggiormente legati all’Irlanda.
San Patrizio si riferì alle tre foglie per spiegare ai pagani il concetto di trinità, durante la sua missione di evangelizzazione.
Il trifoglio però era una pianta considerata importante sin dal tempo dei Druidi.
Prima della venuta del cristianesimo, i Druidi sapevano che:
tre sono i reami: quello della terra, quello dei cieli e quello dei mari;
tre sono le fasi della vita così come gli aspetti della Dea madre.
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L' Arpa Celtica
Era uno strumento musicale molto popolare nell’antica Irlanda e tuttora ne è lo strumento nazionale.
Si ritiene che venne introdotta nell’Europa precristiana dai navigatori fenici che la portarono dall’Egitto dov’era già conosciuta.
L’esemplare più antico che ci è rimasto appartiene al XV secolo.
In Irlanda però l’arpa era amata più che altrove, infatti era considerata così importante per la cultura celtica che nel XVI secolo i reali inglesi, che cercavano di sottomettere l’Irlanda e di placare l’ardente e ribelle spirito irlandese, ordinarono di bruciare tutte le arpe e i loro suonatori. Trascorsero 200 anni prima che la musica dell’arpa potesse nuovamente allietare liberamente i cuori irlandesi.
Si dice che l’arpa rappresenti l’immortalità dell’anima, ed è lo strumento del Dio Dagda, colui che è in grado di placare chiunque con il dolce suono delle corde pizzicate dalla sua mano sapiente.
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