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lamilanomagazine · 9 months ago
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Ospedale di Baggiovara. Nuovi spazi del Laboratorio BLU. Consentirà di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno
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Ospedale di Baggiovara. Nuovi spazi del Laboratorio BLU. Consentirà di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno. All'Ospedale di Baggiovara (Mo) i nuovi spazi del Laboratorio BLU, struttura all'avanguardia che sarà punto di riferimento per la diagnostica. A regime, consentirà di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno. Al taglio del nastro il presidente Bonaccini: "Un polo di eccellenza nel panorama nazionale ed europeo". Un progetto reso possibile grazie all'investimento, voluto dalla Regione insieme all'Azienda Ausl e quella Ospedaliera-Universitaria, di 10 milioni all'anno per sette anni. Completamente automatizzato, è attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette e gestirà le necessità di tutta la provincia modenese. Tecnologie avanzate, spazi all'avanguardia e nuove attività specialistiche per il Laboratorio BLU (Baggiovara Laboratori Unificati) del Dipartimento interaziendale ad attività integrata di medicina di laboratorio ed anatomia patologica dell'Azienda Ausl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Attivo dal 2005, il laboratorio processa tutte le attività specialistiche di diagnostica di laboratorio della provincia e oggi può contare su strutture completamente rinnovate, grazie a un investimento voluto dalla Regione Emilia-Romagna di 10 milioni di euro all'anno per sette anni, con un contratto di fornitura in service di dispositivi analitici e preanalitici, completi diagnostici, reagenti, arredi, servizi e lavori funzionali all'attività del Laboratorio. I nuovi spazi sono stati inaugurati sabato 6 aprile all'Ospedale di Baggiovara: al taglio del nastro il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la direttrice generale dell'Azienda Usl di Modena, Anna Maria Petrini, il direttore dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Claudio Vagnini, il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli e i professionisti del Laboratorio BLU, che hanno anche guidato i partecipanti nella visita degli spazi per presentarne le varie attività. "Inauguriamo oggi una struttura che rappresenta un'eccellenza nel panorama nazionale ed europeo -commenta Bonaccini-. Le tecnologie e le metodologie all'avanguardia del laboratorio BLU permetteranno diagnosi ancor più accurate e tempi di refertazione più veloci, per dare ai pazienti assistenza e cure rapide e mirate. Un progetto che abbiamo sostenuto e sosteniamo con risorse importanti. Con l'obiettivo di fare del laboratorio sia un polo di riferimento per il territorio e la comunità, sia il centro di un vero e proprio ecosistema della diagnostica innovativa. Anche così difendiamo e investiamo nella sanità pubblica e universalistica". Il laboratorio Attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, il Laboratorio BLU è centro di riferimento di tutta la diagnostica di laboratorio di Modena e provincia ed è totalmente automatizzato, grazie al sistema Total Laboratory Automation - TLA, che connette fisicamente tutte le strumentazioni con un nastro trasportatore, riducendo al minimo gli errori e i tempi di refertazione. Questa tecnologia permette a pieno regime di erogare fino a 14 milioni di prestazioni l'anno. Vale a dire, circa 4-5 mila pazienti al giorno, più di 10mila provette per un totale di più 30mila esami giornalieri tra quelli di routine, attività specialistiche e attività dei servizi di emergenza. È dotato anche di nuove tecnologie di sequenziamento massivo del DNA (Next Generation Sequencing - NGS) che forniscono un potente e innovativo strumento per l'analisi genomica in oncologia, oncoematologia e genetica medica in grado di individuare una specifica alterazione molecolare in una specifica malattia e in uno specifico paziente, permettendo così l'impiego di terapie a bersaglio molecolare e una gestione clinica personalizzata. Un'area di nuova realizzazione, infine, consente di effettuare analisi specialistiche sulle proteine, sulla tossicologia, sull'applicazione dei farmaci e di ormoni, mentre in un'altra area si eseguono tutti gli esami sui quadri complessi delle patologie autoimmuni, dove il Laboratorio può guidare il clinico nella diagnostica, con l'identificazione di nuovi biomarcatori utili a individuare con più precisione le caratteristiche del paziente, capire la malattia, proporre il trattamento adeguato al singolo caso.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Drone per il trasporto di sangue, storia di un progetto innovativo
Cerba dà inizio alla rivoluzione del trasporto dei campioni biologici dai punti prelievo ai laboratori di analisi. Si è concluso con successo il primo volo sperimentale con drone per il trasporto di sangue. Possibilità di assistere i pazienti anche nelle località più remote e riduzione dei tempi tra l’esecuzione del prelievo ed il referto delle analisi. Drone per il trasporto di sangue, il primo volo sperimentale Utilizzare i droni per superare le difficoltà logistiche del trasporto di campioni biologici nei laboratori analisi da oggi è una soluzione possibile. Pronti per un futuro in cui provette di sangue e altri campioni non testati dai punti prelievo raggiungono i centri di analisi consentendo a tutti i pazienti di qualunque località, anche remota, di usufruire dalla capacità analitica di grandi laboratori all’avanguardia. Cerba HealthCare Italia, realtà italiana impegnata nella diagnostica ambulatoriale e nelle analisi cliniche con 400 sedi sul territorio nazionale ha svolto i primi test sperimentali di mobilità aerea avanzata che hanno interessato varie sedi della struttura sanitaria nell’area della Città metropolitana di Milano, in particolare i centri prelievo Cerba HealthCare Italia di Opera e Rozzano. I voli sono stati operati dalla società Nimbus che ha progettato e costruito il drone e il sistema di contenimento dei campioni, con la supervisione di D-Flight, la società del Gruppo ENAV che eroga i servizi per la gestione del traffico dei droni, e di ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile). Le parole di Michele De Chirico, Chief Operation Officer di Cerba HealthCare Italia Parliamo, ora, nel dettaglio di questo tanto innovativo quanto importante progetto con le parole di Michele De Chirico, Chief Operation Officer di Cerba HealthCare Italia. Con lui scopriremo meglio tutto il progetto e le sue potenzialità: Cos'è Cerba HealthCare Italia? Parte di un gruppo internazionale dedicato alla diagnostica ambulatoriale e alle analisi cliniche presente in 16 nazioni, Cerba HealthCare Italia è specializzata nei settori dei laboratori analisi, medicina dello sport, medicina del lavoro, radiologia, poliambulatori e service lab. Nel nostro Paese è presente in 16 regioni, più di 400 tra centri medici e di prelievo, 23 laboratori. Ogni anno esegue più di 25 milioni di esami e offre i suoi servizi a oltre 6 milioni di pazienti. Parliamo di questo importante progetto, di cosa si tratta e quali sono le sue potenzialità? L’aspetto davvero innovativo del progetto è la possibilità di unire un Servizio Sanitario di Prossimità facilmente raggiungibile dal paziente, alla qualità clinica garantita dall’esecuzione delle analisi presso una grande piattaforma di laboratorio. Si tratta di accorciare i tempi tra l’esecuzione del prelievo e l’esito delle analisi, ma non solo, anche di migliorare l’assistenza ai pazienti in ambiti più remoti e meno facilmente raggiungibili con i mezzi di logistica tradizionali. È stato scelto di compiere il volo in modalità “BVLOS”, senza contatto visivo del pilota con il drone, rendendo l’esperimento quanto il più vicino possibile alle condizioni reali che caratterizzeranno questi voli in futuro. Il risultato dei test ci spinge a proseguire sulla strada dell’innovazione Com'è andato il primo volo di prova con il drone per il trasporto di sangue? L’aeromobile si è alzato in volo e ha terminato l’operazione senza intoppi per i campioni da analizzare che hanno viaggiato in un box appositamente progettato e certificato a seguito di numerosi drop test. Le analisi eseguite all’arrivo hanno certificato l’integrità biologica dei campioni. Sono state adottate tutte le misure di sicurezza con il drone che si conferma quindi un alleato prezioso, nonché una soluzione sostenibile full electric, per evitare ritardi e impedimenti connessi al traffico cittadino su percorsi lunghi o particolarmente congestionati. Quali sono le vostre sensazioni dopo questo primo test? Si tratta del primo trasporto aereo di campioni di sangue ancora da analizzare testato in Italia tramite drone. Siamo entusiasti dell’esito positivo dei test di oggi: il trasporto di materiali annoverati tra quelli “pericolosi – dangerous goods” dimostra la possibilità di avvicinare il paziente ad un servizio tempestivo e capillare. Foto di Thomas Ehrhardt da Pixabay Read the full article
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continuoasbagliare · 7 years ago
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What is the meaning of life?
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gianlucavisconti · 3 years ago
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Una domanda clinico/laboratoristica.
Se dal punto di vista clinico a una persona che arriva in PS con certi segni&sintomi e in stato stuporoso io somministro in via preventiva il FLUNITRAZEPAM e/o il NALOXONE come antidoto rispettivamente a benzodiazepine e oppiacei, per poi dirimere la questione quali sono le sostanze che dal punto di vista dell'analisi di laboratorio possono essere rilevate in modo routinario, oltre la classica batteria del tossicologico urine?
Esempio: tu esegui esami umorali che rilevino sostanze tossiche (metalli pesanti, insetticidi) o farmaci di cui normalmente non si esegue il dosaggio ematico?
Esistono delle classi generiche o specifiche oppure sono esami più approfonditi che esegue il medico legale, magari solo in sala settoria?
Nessun parametro che abbia risvolti medico legali viene determinato in routine ne mio Laboratorio. Noi sul sangue eseguiamo solo l'alcolemia ma anche per questa, su richiesta del DEA, tratteniamo e congeliamo due ulteriori provette da inviare al centro di riferimento regionale che si occupa dei test di conferma e delle sostanze d'abuso nel sangue. Allo stesso inviamo richieste per molecole specifiche. Per parametri particolari come gas anestetici o propofol abbiamo un servizio di tossicologia industriale a parte in un ospedale di torino che fa anche metalli pesanti. Non so se anche i campioni da autopsie vengano inviati agli stessi centri.
@kon-igi
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morganamcguire · 4 years ago
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Capitolo Primo - Non è facile essere una Stark
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Sembra tutto più facile quando sei la figlia di un genio che ha salvato il mondo, ed è questo quello che pensano tutti.
La verità?
La verità è ben diversa, perché in realtà è tutto molto più difficile quando sei la figlia di un uomo irraggiungibile ma non per la sua intelligenza... no, io non parlo di quella, io parlo della forza del suo cuore, della grandezza delle sue azioni e del peso enorme del suo sacrificio.
Quando sei figlia di un uomo così, ogni cosa che fai è più difficile perché sai che non sarai mai in grado di eguagliarlo e lui è l'unica cosa che ti manca di più al mondo e con la quale sai saresti più forte, migliore forse. Ma l'unica cosa che so per certo è sono la figlia di un uomo che ha ribaltato il suo destino e la sua esistenza e dunque il minimo che io possa, anzi no, che io possa accettare da me stessa è di tentare ogni giorno di essere la mia miglior versione e se un giorno dovessi rendermi conto di valere un grammo dell'uomo che era mio Padre, allora... allora potrò dire di aver fatto il mio lavoro.
Ma nel mondo in cui vivo io, in un mondo che vive grazie agli Stark, per tutto quello che vi ho appena detto non vi è spazio, in questo mondo posso solo essere l'erede dell'impero che mio nonno e mio padre insieme a mia madre, hanno costruito e che gli Avengers hanno protetto e salvato e in questo mondo credetemi, non c'è spazio per le riflessioni a cuore aperto, puoi solo agire, agire con decisione e senza la minima esitazione, come se tu fossi quel Dio che credevano di aver perso quel giorno in cui Thanos è tornato per distruggerci una seconda volta.
Quindi dunque eccomi qui, su quella poltrona logora cimelio di famiglia sopravvissuto alla guerra con una vista mozzafiato su Malibù da far invidia... ed è da qui che inizia la mia storia, almeno quella che voglio raccontarvi, perché ormai dovreste saperlo, noi Stark non amiamo molto parlare di quello che sentiamo dentro.
"Signorina Stark, sta bene?"
La segretaria le posò una mano sulla spalla, Morgan fissava quei fogli da firmare da troppo tempo, con un colpetto di tosse annuì, certo che stava bene, lei stava sempre bene, eppure quella firma... riaprire dopo tutto quel tempo la sezione bellica delle industrie chiuse da suo padre più di trent'anni prima... era davvero la cosa giusta?
"Certo che lo è, stupida idiota. La gente ha bisogno di sicurezza, noi siamo la sicurezza."
Morgan si ritrovò a borbottare a bassa voce mentre prendeva la penna sulla scrivania, lasciando perplessa la segretaria, che si chinò su di lei.
"Signorina Stark?"
Morgan firmò i fogli velocemente, scarabocchi svolazzanti appena leggibili e li rifilò alla biondina.
"Sto bene, sto bene come sempre... dica a mia madre che pranzo con lei e a al signor Parker che vedrò i suoi progetti nel pomeriggio e che mi deve una rivincita a poker e per favore, invii per me tutte le lettere di ringraziamento che ho già firmato questa mattina, per la nomina... non è bene far attendere per queste cose, questa gente si aspetta sempre tante attenzioni e anche subito."
"Gli impegni di domani?"
"Confermi l'ospedale, la visita al sindaco a NY e l'inaugurazione della biblioteca Mrs Potts, mia madre ci tiene, tutto il resto... incarichi lei qualche membro del nostro consiglio di presenziare e dia loro degli extra e si occupi dei loro spostamenti e ovviamente... - sorrise alzandosi dalla poltrona – li ringrazi profondamente da parte mia e dica loro di portare i miei saluti e ringraziamenti per qualunque cosa abbiano deciso di invitarci o dedicarci o in cui siamo stati coinvolti."
La segretaria scrisse tutto velocemente sul taccuino senza alzare mai gli occhi dal foglio mentre Morgan si dirigeva alla finestra.
"Serv..."
"Il mio caffè, da portare in laboratorio non appena pronto, prenda lei le mie chiamate e mi interrompa solo se è urgente."
La segretaria non fiatò, cercò di avvicinarsi per porgerle il camice ma con un gesto della mano Morgan la fermò, poteva fare da sola e da sola digitò il codice d'ingresso dando cenno alla donna di andarsene senza salutarla realmente, la porta si chiuse ermeticamente dietro di sé e il silenzio insieme alla vista sulla città e sul mare furono le uniche cose ad attorniarla.
Grata per quell'improvviso silenzio si avvicinò al banco di lavoro, aveva trovato dei campioni che suo padre aveva tenuto da parte, campioni di tessuto e dna degli avengers e da quelli era partita creando la novità che gli Stark avevano introdotto in questa nuova era: dei sieri capaci di guarire dalle malattie più gravi e curare i traumi più severi, salvando così parecchie vite che altrimenti sarebbero andate perse. Morgan aveva regalato così la possibilità a molti genitori di veder crescere i propri figli e ai figli di non essere orfani come lo era stata lei. Ora stava lavorando sui tessuti di Wanda Maximoff, Scarlett Witch, voleva comprendere come la pietra della Mente aveva operato su di lei, risvegliandone i poteri e rendendola la strega che negli anni era diventata.      Per lei era questo il futuro, cercare di capire come un umano potesse essere potenziato a partire dalle sue stesse cellule, suo padre aveva creato un'armatura, lei voleva che l'uomo del domani non avesse bisogno di nessuna armatura se non il suo stesso corpo.                                                      
Per questo aveva un dottorato in biochimica e uno in ingegneria genetica e due lauree in medicina e se quello studio fosse andato in porto forse, avrebbe potuto aprire la strada ad un terzo dottorato o chissà fare altro, quel che realmente contava è che i progressi in campo medico per le cure e le strumentazioni da una decina d'anni portavano il nome degli Stark e il suo.
E allora perché riaprire il mercato della morte dopo tutta la speranza e la vita?
"Perché gli avengers non ci sono più, non ci sono più eroi per un mondo in cui ognuno si è adagiato sugli allori senza rendersi conto che non sono allori ma cadaveri e il sangue di chi è venuto prima di noi." Ripeté a se stessa con un sospiro, quasi che sentirlo ad alta voce potesse in qualche modo alleggerire la sua coscienza.                                                                                                            
E la lista era lunga, l'Hydra, poi tutti i nemici di suo padre, gli alieni, quel maledetto di Thanos... ognuno di loro aveva tentato di togliere la serenità a questa gente, la sua gente e ora quella stessa gente preparava una guerra, l'ennesima, tra Nazioni.                                                                          Ci sarebbe stata una terza guerra mondiale? Lei sarebbe stata lo Stark della nuova bomba atomica?Non lo sapeva, sapeva soltanto che non poteva lasciare il suo paese indifeso, ma allo stesso tempo avrebbe scongiurato ad ogni costo la possibilità di una guerra mondiale, a qualunque costo.
Passarono delle ore, tra provette e formule matematiche poteva anche perderci giorni e sonno senza esser stanca, mai... ma c'era qualcuno le ricordava sempre che era l'ora di fermarsi. Due colpi al vetro, come sempre.                                                                                                                
"James."                                                                                                                James Bucky Barnes entrò grazie al cartellino d'accesso, ne esistevano pochi in giro e tutti per la famiglia o per Happy, la sicurezza prima di tutto.                                                                       
"Il pranzo con tua madre."                                                                                                                                          
"E' già ora?"                                                                                                                                                                        
"Ci aspetta in auto."                                                                                                                                                    
"Ci?"                                                                                                                                                                                    
"Ha invitato anche me e mi ha chiesto di venirti a prendere."                                                            
Morgan lo guardò dritto negli occhi blu, era rimasto uguale... aveva 136 anni ed era rimasto uguale, quel dannato siero dell'Hydra funzionava perfettamente se alimentato a dovere e negli anni, grazie all'ingegneria del Wakanda quel siero era riuscito a mantenere giovane il soldato d'inverno, lei stessa se ne era occupata ed era stato in quell'occasione che si erano incontrati e poi per un gioco del destino, innamorati.Istintivamente strinse la mano in cui portava l'anello di fidanzamento.                                                                                                                                                                
"Non penso voglia farci fretta sulle nozze, sta serena. Penso voglia parlarci del suo futuro."      
"Non ha abbandonato l'idea eh..."                                                                                                                      
"Vuoi biasimarla? E' tutto nelle tue mani adesso, il suo tempo... e poi c'è il ragazzino ragno, Mor... suvvia, siete voi le Stark Industries, ora. Dopo tuo padre, dopo tutto lei..."                    
Morgan strinse la mano destra di Bucky, il braccio in vibranio, lui ricambiò la stretta sorridendole.                                                                                                                                                                    
"Hai ragione, come sempre."                                                                                                                                  
Rubò un bacio frettoloso e sfilò via il camice ma non prima di aver salvato, sistemato e spento ogni cosa, il suo lavoro, anzi il suo progetto era solo in pausa.                                                                    
"A cosa stai lavorando?"                                                                                                                                                
"A qualcosa di diverso dal solito, sto studiando Wanda e come la pietra della Mente sia riuscita a darle dei poteri o a risvegliarli, lei è in grado di influenzare le menti, l'Hydra era riuscita a controllare la tua e quella di tanti altri e riportarti indietro non è stato semplice, se Wanda riuscisse a fornirmi una soluzione per aiutare altri come te..."                                                            
Bucky si irrigidì lasciandola passare per prima, lei lo guardò sapeva quanto era complicato affrontare anzi anche solo sentire quella storia.                                                                                                    
"E pensi sarebbe utile?"                                                                                                                                            
"Ogni cosa usata con l'idea di aiutare, proteggere e salvare può essere utile."
La porta si chiuse dietro di loro e quell'ultima frase pur avendola pronunciata lei stessa le risuonò estranea per la prima volta, era sempre stata la sua massima preferita, il motto che aveva guidato la sua vita: un'idea giunta un pomeriggio nell'aula di scienze all'inizio del liceo e che aveva preso voce durante il discorso del diploma tra applausi e gente commossa.  Nonostante fossero passati degli anni, la gente continuava a condividere sui social il video del suo discorso, a scrivere ovunque quella frase a lasciarsi ispirare, e in qualche modo ad alleggerire la coscienza quando qualcosa non iniziava nel migliore dei modi, perché lo sapeva lei e lo sapevano tutti, il fine non sempre giustifica i mezzi, ma quanto meno quella frase, quell'idea permetteva a molti, lei compresa di alzarsi la mattina e potersi guardare allo specchio con serenità.                                                                                                                                                                            
"Hai notizie di Strange?"                                                                                                                                                
La mano di Morgan tentennò appena nel premere il pulsante dell'ascensore per chiamarlo, la sua mano tentennò ma non la sua voce che uscì pulita e sicura.                                                            
"Non recenti, perché?"                                                                                                                                          
"Perché pensavo di andare a trovarlo uno di questi pomeriggi... dopo tutto buona parte dei miei studi sono riusciti grazie a lui."                                                                                                                                  
"E' stato un buon mentore."                                                                                                                                      
"Lo sarà per sempre, James. Avrò sempre bisogno di lui perché..."                                                        
"...non vi è mente che conosca tutto, chi dice di conoscere ogni cosa è solo uno sbruffone che ha già segnato la sua condanna nel ridicolo di una folla che lo deriderà nel giorno in cui penserà di ricevere la gloria che merita. – le sorrise – Bisogna esser umili e aperti ad ogni tipo di conoscenza, solo così si è davvero dei geni."                                                                            
"Impressionante. Ti stai preparando a scrivere la mia biografia sergente Barnes?"                                
"Mi sto preparando a vivere una vita intera con te."                                                                                              
L'ascensore arrivò in quell'istante, la musichetta sancì l'apertura delle porte in cristallo e accompagnò il sospiro di Morgan, che socchiuse gli occhi, lo sguardo di Bucky se lo sentiva addosso. Non era il tipo da rimandare certe cose.                                                                                    
"Quindi hai deciso."                                                                                                                                                              
"Ho smesso di prendere il siero una settimana fa. E prima che tu lo dica, sono già monitorato a dovere dal tuo staff, non serve che mi rivolti come un calzino come ti piace tanto fare."                
"Lo faccio per il tuo bene, Buck."                                                                                                                      
Stizzita premette il codice per far sì che l'ascensore salisse al piano indicato, non lo stava guardando e aveva tenuto volutamente il tono basso, ma questo non lo fermò dall'attrarla a sé e stringerla cingendole la vita con entrambe le braccia.                                                                              
"Stare con te mi fa bene, Mor. Non mi serve altro. Solo..."                                                                        
"Una vita da umano, lo so. Sono anni che me lo dici e sono anni che..."                                            
"Che hai paura."                                                                                                                                                          
"Non dovrei? Non sappiamo come reagirà il tuo corpo alla mancanza del siero, hai centotrentasei anni, non trenta come il tuo aspetto suggerisce, Buck. Che cosa dovrei fare se per disgrazia qualcosa andasse storto e l'invecchiamento delle tue cellule fosse irreversibile?"
"Nulla. Lasceresti alla natura il suo spazio finalmente."
I numeri scorrevano lentamente, forse troppo per i gusti della Stark, che respirò più lentamente.
"Non esiste."
"Sì invece."
Fu quello il momento in cui ne incrociò lo sguardo azzurro, ostinato come il proprio ma mai freddo, erano considerati come due delle persone più distaccate e riservate nel loro ambiente, non aveva preso, l'atteggiamento istrionico di Tony,  aveva ereditato il suo carisma, il suo charme certo, ma i riflettori Morgan Stark li odiava. Per troppi motivi.
L'unica persona con cui non era mai fredda era quel soldato che la stringeva tra le braccia, l'unico ad esser riuscito a buttar giù il muro che s'era costruita negli anni dopo la morte del padre.
"Non succederà oggi, Morgan. E nemmeno domani, tu stessa l'hai detto: ho così tanto siero in corpo che ci vorranno anni per consumarlo tutto... avrò quello che mi è sempre stato negato: una vita normale. E non sono irragionevole, tuo padre e anche Steve hanno desiderato e ottenuto quello che voglio anche io."
"Sono morti, Buck."
"Com'è giusto che accada ad ogni essere umano su questa terra. E prima che tu dica qualunque cosa, vorrei solo ricordarti quello che mi hai detto sulla soglia della capsula d'ibernazione in Wakanda: Possono avertii tolto per anni il controllo della tua mente e averti fatto fare delle cose orribili, ma su una cosa non hanno e non avranno mai potere, sei tu che deciderai il tuo finale perché è nelle tue mani, Sergente Barnes: puoi scegliere il finale oppure puoi scappare in un sonno di ghiaccio eterno e lasciare che loro vincano."
"Non hanno mai vinto, sergente."
"E' vero, ma fino a quel giorno non lo sapevo... ma ora non soltanto lo so, Morgan... posso provarlo. Posso sentire sulla mia stessa pelle che nessun elettroshock è stato così forte da avermi strappato anche l'ultimo frammento d'anima, perché è ancora mia e io sono ancora vivo. Padrone."
"Dannazione..."
Morgan rise, rise appoggiando la fronte contro la sua spalla.
"Vorrei tanto che tu non avessi ragione, sergente. Ma devo riconoscere che ce l'hai e che devo abitarmi all'idea che possa accadere, che possa perderti. Ti ho strappato a quella dannata Capsula e al controllo mentale dell'Hydra affinché giungessi a questo punto e ora che ci sei... - la voce venne meno per qualche secondo, ma nonostante questo sorrise – devo lasciarti fare, perché le cose devono seguire il loro corso, anche quando non ci piacciono."
Bucky non potè fare a meno di sorriderle e baciarla sulla fronte respirandone il suo profumo.
"Ti ho odiata in quei mesi, ti trovavo arrogante come tuo padre e non comprendevo come Steve potesse anche solo essere così legato a voi Stark. Eppure più passavo del tempo con te, più non potevo far a meno di ammirare la tua forza, la tua determinazione, la fierezza con cui portavi le tue ferite e quel cognome, una corona troppo pesante e grande per la tua testolina delicata."
Morgan sorrise accarezzandone lo sguardo, i numeri sul display scorrevano normalmente, adesso e lei respirava di nuovo in maniera regolare.
"Secondo mia madre è questo il fascino di noi Stark: ci facciamo odiare e nell'odio vi insegniamo ad amarci, perché non ti aspetti affatto che una creatura così spregevole in apparenza sia così capace di sentimenti puri e veri. Papà mi raccontava sempre che era il lupo il vero buono in cappuccetto rosso."
Bucky non potè far a meno che strabuzzare gli occhi chiari a quell'affermazione.
"Che razza di favole ti raccontava da piccola, quel matto?"
"Quelle che si raccontano a tutti i bambini, sergente, ma con la verità che nessuno vuole sentire: Cenerentola era una sfaticata che ha avuto bisogno di un dannato ballo per uscire fuori da una situazione orribile, Biancaneve non aveva forza d'animo ed è per questo che ha mangiato la mela e i nani l'hanno salvata, se ne avesse avuto credi che la strega sarebbe riuscita a fregarla? Nossignore. E la bella addormentata nel bosco... buon Dio. Vivi tra pizzi e merletti e ti convinci a toccare un lurido fuso? Ragazza mia, hai stuoli di servitori che lo fanno per te, se sei nata ricca dovresti restare in camera tua a pettinarti le chiome e lasciar ai plebei il lavoro e invece no, tocchiamo il fuso, addormentiamo tutto il reame per cent'anni. La curiosità bisogna dosarla non abusarne."
"E della sirenetta non ha mai detto nulla?"
"No."
Bucky rise. "Perché?"
"Perché a parer suo, rischiava di rendermi indisciplinata e lui si sentiva troppo Sebastian per fare la parte di Tritone. In realtà penso temesse un po' la figura di Eric."
"Del principe?"
"Le porta via la figlia quell'umano. L'amore per lui la porta lontana da Atlantica e Ariel era la figlia prediletta. La più amata e la più attesa. Non dev'esser stato facile per Tritone."
"Non lo è mai per nessun genitore."
"Potrebbe non esserlo nemmeno per te un giorno."
"Oh non capiterà."
"E perché?"
"Perché gli incidenti capitano e forse mia figlia sarà solo fortunata a non finirci mai di mezzo."
Non diede il tempo a Morgan di replicare la precedette con una risata fuori dall'ascensore tenendola per la mano, istintivamente portò la mano al ventre, forse stava davvero rischiando troppo.
Il pranzo in compagnia di Pepper fu come al solito piacevole e leggero, verso la metà li raggiunse Peter trafelato e pieno di progetti da visionare nel pomeriggio, si ostinava ad averli ancora cartacei per poterli passare poi sul suo server personale, c'era gente alle Stark industries che non era proprio felice della politica di Mr Parker, ma nessuno osava mettere in discussione le decisioni sue o di Morgan, le industrie Stark vivevano grazie a loro due e sempre grazie a loro due molta gente aveva un lavoro e l'America poteva dormire sogni tranquilli.
"Mi hanno detto che hai firmato."
Morgan posò il bicchiere d'acqua tonica, Pepper l'osservò a lungo e in silenzio, non aveva commentato circa la scelta di non prendere il solito vino ma quel silenzio strappò alla vedova Stark una lunga occhiata silenziosa.
"Sì Peter, era la cosa più giusta da fare. Ma è solo una misura cautelativa."
"Non c'è nulla di cautelativo in delle armi, sorellina."
Morgan non potè fare a meno di sorridergli, non riusciva a fare diversamente quando la chiamava in quel modo, dopo la morte di Tony avevano legato, diventando inseparabili, in lui, lei aveva trovato quel che le mancava del padre e lui in lei, aveva trovato  una seconda famiglia, quella che non aveva mai avuto e che Tony Stark era riuscito a dargli negli anni.
"Meglio essere temuti che amati... è troppo chiedere entrambe le cose, fratellone? Io dico di no. Nessuno userà le nostre armi in maniera impropria, il tuo... come devo chiamarlo? Zio..? E' a capo di tutto e nulla sfugge all'occhio del nostro Happy... non è vero mamma?"
"No è vero tesoro, però rifletterci ancora un po' credo sarebbe stato saggio."
"Saggio... dobbiamo erigere una nuova stele commemorativa come quella per le torri gemelle per dire poi che sarebbe stato più saggio cautelarci prima? Devo lasciare che l'America pianga i suoi figli affinché la mia coscienza si senta saggia, Mamma?"
"Oh via non siamo ancora a quel livello, Maguna."
Maguna.
Le labbra di Morgan ebbero un fremito, per un secondo la vista s'offuscò e lei aveva di nuovo cinque anni e si nascondeva dentro la sua tenda con il casco della Mark88 blu, l'armatura di Pepper durante lo scontro finale con Thanos. Rivide il volto di suo padre, rilassato e il sorriso divertito mentre fingeva di avere paura delle sue minacce.
Raccolse il bicchiere d'acqua tonica e ne bevve un sorso annuendo con calma.
"Hai ragione, ma basta un soffio per esserci e non c'è più nessun Iron Man a sacrificarsi per salvare il culo di tutti. – posò il tovagliolo sul tavolo e si alzò. - Non più ormai. Per questo ho firmato: perché nessuno debba sacrificarsi più, non ci sarà più una bambina orfana e una vedova stoica a guidare un colosso mondiale mentre sua figlia cresce e ne prende le redini affinché tutto non finisca. E quando dico che non ci sarà nessun uso improprio di quelle fottute armi, mammina... puoi giurarci che sarà così. Nessuno si trastulla con i miei giocattoli senza il mio permesso, sono io la Stark ora."
Mentre parlava le teneva gli occhi azzurri incollati addosso, famelici e predatori, l'aveva ereditato dal Padre e nemmeno lo sapeva.
"In questo momento lo sei più che mai, in effetti. Hai il suo sguardo."
"Oh. Dovrei commuovermi, Mamma? Sentirmi orgogliosa? O che ne so metterti una mano sulla spalla e con gli occhi umidi dirti che sì manca anche a me ogni giorno? - e prima che Peter o Bucky potessero solo pensare di trattenerla indietreggiò abbandonando la seduta – Cos'è che vuoi da me?"
Pepper per la prima volta vide sua figlia sotto una luce diversa, rendendosi conto di non conoscerla davvero o per lo meno di non conoscere ogni sua sfumatura come credeva e anche in questo era così simile a Tony: una creatura del tutto imprevedibile capace di tirar fuori qualcosa di realmente impensabile.
"No tesoro, non ho mai voluto questo né da te né da tuo padre. Ma ho l'ardire di sperare che cosi come tu sia una Stark ti ricordi d'esser anche una Miss Potts."
Le due donne si guardarono in silenzio, ma fu Morgan a chinare il capo in segno d'assenso.
"Ho un impegno, sarà meglio che vada... ti riaccompagnano Peter e James. Prometto d'esser di ritorno per dopo cena al massimo, niente lavoro a casa ma dovremmo giocare a Risiko sta sera, è da troppo che non lo facciamo."
Non attese oltre, non li lasciò replicare richiamando l'auto con due tocchi sul proprio orologio da polso, i nuovi giocattoli degli Stark.
Baciò sua madre e Peter sulla guancia e Bucky sulle labbra, osservandolo negli occhi per un momento in più e poi si allontanò, abbandonando il ristorante per saltare sull'auto verso la sua nuova destinazione
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ragazzo--timido · 3 years ago
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Attento con le provette in laboratorio…sai, basta poco 💥
Già, attento ad essere spastico con chi non conosci, sai basta ancora meno☠️😊😉
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revengeisalwaysanoption · 4 years ago
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Martino non ha appena visto un tizio con una molletta sul naso bere da una provetta di sangue. No. Martino sta sognando, è evidente.
Oppure l'hanno drogato con dell'aconito. Lo sanno tutti che i vampiri sono brutti come la fame e puzzano di carogna in putrefazione... Come quelli del clan di Piazza Giuochi.
Quando riaprirà quella porta, si sveglierà in camera sua.
"Ah, sei ancora qui? Scusa, non volevo fare irruzione nel tuo laboratorio ma stavo morendo di fame." Mormora lo sconosciuto, accennando un sorriso. "Cioè, morto già lo sono ma c'avevo lo stomaco che brontolava peggio de' mi' madre quando tornavo tardi a casa. Perché le provette, ti starai chiedendo..." No, veramente no. Però non riesce a smettere di ascoltarlo. Ha una splendida voce. Profonda. Ammaliante.
"Sai com'è, no? Si cerca di mantenere un'alimentazione responsabile e sostenibile, evitando di fregar sangue che potrebbe servire a salvare qualcuno più vivo di me."
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automaticblacksheep-blog · 5 years ago
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Questo è un virus artificiale, secondo me. E diffuso da qualche stato volontariamente. Poi forse sfuggito di mano. All'idea del pipistrello, del mercato del pesce ecc, non ci crede più nessuno. L'ipotesi più gettonata tra gli scienziati cinesi, è che sia scappato da un laboratorio di armi biologiche a Wuhan. Ma i cinesi vanno oltre e formulano anche dettagli sul presuntobincidente. Che coinvolgerebbero anche America e Canada. Il laboratorio di armi chimiche cinese, ufficialmente era un centro di ricerca medica sui virus. E non era solo cinese. Per avere il permesso di costruirlo, era gestito in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. E ci lavoravano molti stati. Sul modello della stazione spaziale internazionale ISS. Un unico centro altamente specialistico, con ricerche di più paesi. Sembra che al laboratorio, sia stato spedito un pacco. Dal Canada. Un pacco probabilmente giunto in Canada dagli USA. All'interno il coronavirus Covid 19. Che era stato progettato e brevettato in Francia intorno al 2004. Questo brevetto genetico è certo. Scaricabile liberamente da internet (senza ovviamente i dettagli). Ed è in due varianti, una più aggressiva ed una meno. È stato poi messo sul mercato. Ovviamente per ricerca, ma anche come arma. I Canadesi quindi in qualche modo realizzano questo progetto francese. E lo spediscono al laboratorio di Wuhan. Internazionale e migliore del mondo. Lo spediscono senza specificare cosa sia. Ne quanto sia pericoloso. Perchè? Hanno taciuto volontariamente? O per sbaglio? Strano che pochi anni fa, fosse successo un fatto curioso. I cinesi, avevano proposto agli Stati Uniti, di creare insieme a loro questo virus. Che interessava un po'a tutte le potenze da anni. Date le sue caratteristiche disastrose, che oggi vediamo bene. A fini militari. Ma nessuno aveva il coraggio di realizzarlo. Sia per paura che si diffondesse nel proprio territorio. Sia per paura di scatenare una reazione violenta degli altri. Si cercava quindi di realizzarlo e gestirlo a livello internazionale. In modo che più grandi potenze fossero concordi nello sviluppo. E collaborare poi alle spese di realizzazione e gestione. Rendendo più difficile che qualcuno lo usasse come arma contro l'altro. Analoghi tentativi, vennero fatti per la bomba atomica nel 1944. Scienziati del progetto Manhattan, spedirono i progetti della bomba segretissima americana, ai russi. L'idea era che, se dopo la Seconda Guerra Mondiale anche la Russia avesse avuto la bomba, l'America non avrebbe potuto usarla. E nemmeno la Russia. Perchè si sarebbero distrutte a vicenda. Cosa che è di fatto avvenuta. Alla fine della guerra, l'America era l'unica ad avere l'Atomica. E non esitò ad usarla sul Giappone. Dopo la guerra furono coinvolti in molti altri conflitti. Ad esempio in Corea. Ma non poterono mai più usarla. Perchè l'avevano anche russi e cinesi. L' idea degli scienziati, insomma, era che sarebbe stato più sicuro se più stati conoscevano un'arma distruttiva. Perchè ne rende difficile l'utilizzo. Ma non per questo rinunciano a realizzare tale arma, perchè "non si può fermare la scienza". La stessa cosa che accadde per l'atomica successe per il virus Covid 19. Ma qualcosa è andato storto. Volontariamente o no. Nel laboratorio di virus, i cinesi cercarono di convincere gli americani a realizzare insieme il virus progettato in Francia. Gli americani rifiutarono. Avanzando problemi etici. Realizzandolo poi per conto loro in America. Poi attraverso il Canada lo rispedirono in Cina. Senza avvertire bene i Cinesi di cosa fosse. Perchè lo hanno fatto? Sembra che in Cina fossero giunti anche militari americani già ammalati. Forse in USA il virus aveva contaminato per errore dei soldati. E l'America li aveva spediti celando le loro condizioni al laboratorio cinese. Insieme a provette di virus. Forse nel disperato tentativo di studiare una cura o un vaccino per ciò che non riuscivano più a controllare. Ma i ricercatori cinesi, hanno maneggiato queste provette misteriose per capire cosa contenessero. Quando se ne resero conto, inscenarono vive proteste. Ma era troppo tardi. Si erano inconsapevolmente contaminati. Ed avevano già sparso il virus fuori dal laboratorio. Queste sono informazioni riservate sa prendere con cautela. I fatti sono accaduti. Ma che le cose siano andate così, ufficialmente, non è sicuro.
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mediplushop-blog · 6 years ago
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Mediplus è una società di fornitura di #aghi_per_farfalle_sterili ben consolidata. Tutti i prodotti che rivendiamo sono certificati e rispettano i più alti standard possibili. Gli aghi a farfalla sterili hanno lo scopo di essere funzionali e di rendere meno invasiva anche la più semplice iniezione o prelievo e far sì che il paziente sia più a suo agio.
http://mediplushop.it/aghi-e-siringhe/20-AGHI-A-FARFALLA-STERILI.html 
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ontologicamente-giulia · 6 years ago
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3.10.2018, Ospedale Niguarda, Milano
Oggi sono stata in ospedale con mio papà. Lui ha iniziato gli esami per il prericovero, io ho ripreso il mio percorso di donatrice di midollo.
Siamo stati prima al Centro Trapianti di Midollo per i suoi prelievi. Osservavo il sangue contenuto nelle provette mentre l’infermiere le inviava al laboratorio. Deformazione professionale. Si capiva fosse un sangue malato, frutto di cellule impazzite e incontrollate: era di un rosso molto chiaro, fluido, che lasciava sulle pareti della provetta un alone rosato. Un sangue che ha ancora poco da vivere e scorrere nelle vene di mio papà, che è vissuto 50 anni, funzionando correttamente solo 45 anni.
Mezz’ora dopo vedevo, al Centro Trasfusionale, il mio sangue refluire nelle 11 provette tutte colorate che l’infermiere ha prelevato dalla mia vena basilica destra. Era un sangue scurissimo, quasi nero, denso, era un sangue vivo.
Mentre l’infermiere Michele riempiva tutte quelle provette, pensavo che, tra non molto, quello sarà il sangue che scorrerà nelle vene di mio papà, che entrerà nel suo cuore, nel suo cervello, che sgorgherà dalle sue ferite quando si graffierà con un ramoscello secco.
Prima di essere chiamata dall’infermiere per il prelievo, nella sala d’attesa mio papà mi ha detto: “Amore mio, lo sai che, finalmente, riusciamo a diventare fratellini?”. Inultile dire che mi sono commossa, solo chi vive una situazione come la nostra può capire cosa viene a crearsi tra un padre e una figlia, un legame fortissimo, una dipendenza viscerale. Una gratitudine immensa che sostiene un gesto d’amore infinito.
Non oso immaginare cosa proverò il giorno della donazione, vedere una cosa rossa, che viene dal mio corpo, racchiusa in una sacca di plastica trasparente; sapere che questa sacca sarà infusa nel corpo di mio papà per ridargli la vita, che lui stesso mi ha donato, mi provoca sensazioni scuotenti, indescrivibili. E, credetemi, per lasciare me senza parole, deve essere una cosa davvero forte
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Giocattoli educativi: i migliori per ogni età
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Giocattoli educativi: i migliori per ogni età. Ogni genitore desidera aiutare il proprio bambino a crescere nel migliore dei modi. Ciò vuol dire sostenerlo durante l'intero percorso educativo. Il primo step è scegliere un regalo per neonato giusto: i giocattoli, infatti, hanno un ruolo fondamentale in termini di educazione. Imparare attraverso il gioco è ciò che i piccoli trovano più semplice. Parliamo, quindi, di un'attività particolarmente efficace, come dimostrato a più riprese dalla scienza. Attraverso il gioco, i bambini riescono a sviluppare abilità e competenze che torneranno loro utili anche in futuro. È proprio per questo motivo che ciascun genitore dovrebbe optare per i cosiddetti giocattoli didattici, in grado di favorire l'educazione e lo sviluppo di determinate conoscenze. Il bambino riuscirà a migliorare le proprie capacità comunicative, sociali e motorie, a sviluppare creatività e immaginazione e a migliorare in matematica, scienze, geografia e tecnologia. Ecco di seguito una lista dei migliori giocattoli educativi per ogni fascia d'età.   Giocattoli per bambini da 0 a 2 anni Se l'obiettivo è scegliere un regalo per nascita educativo e, quindi, in grado di rivelarsi utile per la crescita del bambino, il consiglio è di optare per un giocattolo aderente alle linee guida del metodo Montessori. Un cubo da gioco in legno potrebbe essere l'ideale, essendo in grado di sviluppare la curiosità innata del bambino. Del resto, la curiosità è una delle basi dell'educazione, poiché induce ad esplorare, a sperimentare e a scoprire cose nuove. Grazie alle sue parti mobili, il cubo aiuta a migliorare focus e concentrazione. Inoltre, le parti mobili sono perfette per la manipolazione e, soprattutto, per il miglioramento della comprensione di causa ed effetto. Anche il carrettino primi passi in legno potrebbe rivelarsi un'ottima idea. Parliamo di un'alternativa al classico girello in plastica, in grado di aiutare i bambini molto piccoli ad imparare a camminare. Come accennato, questa versione è realizzata in legno ed è regolabile in base all'altezza del bambino. Include persino un freno e un cesto, all'interno del quale è possibile trasportare oggetti e giocattoli in giro per casa. Infine, merita un posto tra i giocattoli educativi per neonati più interessanti la fattoria parlante, pensata per incoraggiare i bambini ad ascoltare e a ripetere, a riconoscere gli animali, i colori e i numeri. Migliora il pensiero logico e le competenze linguistiche e musicali.   Giocattoli per bambini da 3 a 6 anni   Il laboratorio scientifico è uno di quei giocattoli che sa fare la gioia dei bambini un po' più grandi. Quando i bimbi crescono, adorano fare esperimenti e questo gioco consente loro di mescolare i colori, creare splendidi arcobaleni in provetta e persino far crescere cristalli gelatinosi di ogni forma e dimensione. Questi kit includono occhiali, provette, coloranti, pipette e molto altro ancora, sono privi di sostanze chimiche dannose e facili da usare. Anche la torre magica colorata può fare la gioia dei più piccoli. Giocare insieme ai genitori o ad altri componenti della famiglia è un buon modo per rendere più solidi i legami familiari. La torre magica colorata in legno include diversi giochi ed è adatta ai bambini che desiderano comprendere la fisica, migliorare il pensiero logico, affinare le capacità motorie e ottimizzare la coordinazione tra mani e occhi. Se il bambino mostra apprezzamento per la musica, la tastiera potrebbe essere ciò che fa per lui. Dotata di tasti e microfono, consente di riprodurre diversi suoni e ritmi e registrare le proprie creazioni.   Giocattoli per bambini da 7 a 9 anni   Mai sentito parlare della pista per biglie montabile? Queste piste sono perfette per aumentare creatività e capacità costruttive. Sono composte da più elementi collegabili tra loro e consentono ai bambini di sperimentare principi fisici importanti come il magnetismo, la gravità e la cinetica, tutti necessari per far muovere le biglie. Parliamo di un giocattolo davvero interessante, capace di sorprendere grandi e piccini, ma anche di migliorare le abilità ingegneristiche in modo pratico, semplice e sicuro. Le classiche costruzioni, disponibili sia in plastica che in legno, sono tra i giocattoli più noti e diffusi al mondo, in virtù del loro elevato potere educativo. Contribuiscono a sviluppare la creatività e la fantasia e si prestano alla realizzazione dei progetti più originali e strampalati!  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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L’INGV partecipa al lancio del payload scientifico HERMES
Il payload italiano HERMES (HEmera Returning MESsenger), progetto finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e il cui responsabile scientifico è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stato lanciato in quota tramite uno Zero Pressure Balloon lo scorso 21 luglio presso la base spaziale di Esrange (Kiruna, Svezia) ad opera della Swedish Space Corporation (SSC). HERMES “Un payload è, letteralmente, un ‘carico utile’ di strumentazione scientifica che si trova a bordo di un qualsiasi veicolo, anche spaziale, nel nostro caso una gondola trasportata da un pallone che può raggiungere uno stato di galleggiamento a quote stratosferiche”, spiega Alessandro Iarocci, tecnologo del Laboratorio Nuove Tecnologie e Strumenti (LNTS) dell’INGV e referente scientifico dell’Istituto per HERMES. “La gondola, nello specifico, è la struttura meccanica che ospita la strumentazione scientifica a bordo e tutte le apparecchiature elettroniche necessarie per il tracking, le comunicazioni verso terra, le registrazioni dei dati di assetto e di housekeeping”. Il lancio Il lancio di HERMES si inserisce nell’ambito del progetto europeo HEMERA, nato con l’obiettivo di migliorare e coordinare le attività scientifiche volte alla creazione di una piattaforma tecnico-scientifica condivisa e interoperabile dove poter condurre esperimenti, a quote sub-orbitali, trasportati da palloni stratosferici. HEMERA è coordinato dal Centro Nazionale di Studi Spaziali francese (CNES) e vede la collaborazione di 13 organizzazioni internazionali. “HERMES è un payload dotato di un aliante autonomo capace di trasportare ‘fisicamente’ i dati scientifici, immagazzinati in una memoria allo stato solido, dalla piattaforma stratosferica a un punto di recupero a terra”, prosegue Iarocci. “Questo è importante per molti esperimenti in quota e in aree polari che producono enormi quantità di dati impossibili da trasferire con le connessioni satellitari attualmente disponibili. In questo modo i dati scientifici sarebbero recuperati anche se l’esperimento dovesse andare perso o non potesse essere portato a termine. L’aliante, inoltre, è anche in grado di trasportare a bordo provette per effettuare campionamenti nella stratosfera”. Un volo gratuito da pallone Nell’ambito del progetto HEMERA sono state organizzate due call for proposals volte a selezionare i migliori esperimenti scientifici cui offrire la possibilità di un volo gratuito da pallone. I bandi hanno permesso di evidenziare la fervente attività e l’elevato valore delle proposte della comunità scientifica italiana, che ha partecipato con il maggior numero di proposte e, in proporzione, ha avuto il maggior numero di esperimenti selezionati. “Il lancio di HERMES è una notizia importante per l’INGV perché consentirebbe di avere a disposizione della comunità scientifica i dati di un esperimento acquisiti a quote stratosferiche senza aspettare il recupero del payload stesso, o come verifica del corretto funzionamento delle apparecchiature di bordo e dei dati acquisiti qualora la telemetria locale a vista non fosse più sufficiente a trasferire a terra grosse moli di dati. Tale aspetto è particolarmente significativo per le missioni polari invernali o a lunga durata”, aggiunge Massimiliano Vallocchia, del Laboratorio LNTS dell’INGV. “Il prossimo passo va nella direzione di dotare un payload stratosferico di esperimenti di lunga durata (dell'ordine di alcuni mesi) di più alianti: questo aumenterebbe la ridondanza del sistema e consentirebbe di avere fruibili i dati dell’esperimento anche prima della sua conclusione”, conclude Vallocchia.   Read the full article
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weboxyou · 4 years ago
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Macchina per produrre pluriball
Odio far esplodere la tua sacca d'aria, attrezzatura da laboratorio di vetro. Comunque sia, anche l'involucro di plastica per sacche d'aria funziona egregiamente nell'esecuzione di test scientifici.
I ricercatori dell'Università di Harvard hanno individuato un approccio per utilizzare queste modeste tasche come sostituto economico di cilindri di prova in vetro e piatti di coltura. Hanno persino eseguito test del glucosio su pipì contraffatte e test di nausea sul sangue, tutti con gli esempi all'interno di un pluriball Macchina per produrre pluriball.
"La maggior parte dei test di laboratorio richiede hardware, simile a provette o piastre da 96 pozzetti", afferma il fisico George Whitesides, che ha guidato l'esame. "Comunque sia, nel caso in cui tu vada in città più modeste [nella creazione di paesi], queste cose semplicemente non sono accessibili".
Un cilindro di prova in vetro può costare da qualche parte tra $ 1 e $ 5. L'involucro della sacca d'aria, al contrario, è estremamente economico. Un piede quadrato di esso, con circa 100-500 sacche d'aria che dipendono dalle misurazioni delle bolle, costa solo 6 penny, Whitesides e il suo gruppo hanno spiegato in dettaglio giovedì nel diario Analytical Chemistry.
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giancarlonicoli · 4 years ago
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18 feb 2021 15:04
E ADESSO CHI PAGA PER LE PROVETTE ALTERATE? DOPO UNA CARRIERA DISTRUTTA E QUINTALI DI MERDA INGOIATI A FORZA, IL TRIBUNALE DI BOLZANO ASSOLVE SCHWAZER: "NEL 2016 NON CI FU DOPING" IL GIP HA DATO RAGIONE AL CORRIDORE ALTOATESINO ARCHIVIANDO L'INDAGINE PER "NON AVER COMMESSO IL FATTO". UNA SENTENZA CHE PERMETTERÀ ALL'EX CAMPIONE OLIMPICO DI RIVOLGERSI ALLA CORTE FEDERALE SVIZZERA PER ANNULLARE LA SQUALIFICA FINO AL 2024 INFLITTA DAL TAS DI LOSANNA
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Da repubblica.it
La vittoria più bella degli ultimi anni. Alex Schwazer alza le braccia al cielo, questa volta non sul traguardo di una gara di marcia, ma in un’aula di tribunale. Il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, infatti, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di Alex Schwazer per “non aver commesso il fatto”.
Nel 2016 non ci fu doping
L’indagine si riferisce al presunto caso di doping del marciatore altoatesino, risalente al 2016 quando, a seguito di un controllo antidoping a sorpresa, Schwazer era risultato positivo, rimediando successivamente una squalifica di 8 anni per doping, vista la recidività. L’atleta ha sempre negato di aver fatto uso di sostanze dopanti in quel periodo (al contrario del 2012 quando ammise la violazione delle regole) contestando formalmente la validità del test dichiarandosi vittima di un complotto.
E le accuse dell’ex marciatore potrebbero non essere così distanti dalla realtà viste le anomalie riscontrate dal Ris di Parma, Giampietro Lago, sulle urine (conservate nel laboratorio Wada di Colonia) del corridore. L’archiviazione, però, non permetterà comunque a Schwazer di partecipare all’Olimpiade di Tokyo, vista la squalifica fino al 2024 comminata dal Tas di Losanna. Ciò non toglie che l’altoatesino, alla luce della decisione del Tribunale di Bolzano, non possa rivolgersi ora alla Corte Federale Svizzera, per impugnare la sentenza del Tas.
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maddalenafragnito · 4 years ago
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A wetlab in every neighbourhood!
Despite everything, the first phase of our #Obot project has begun thanks to #Biofriction residency (we talked about it here and here). On the wall of our new studio there is a poster that welcomes us and explains: the "wetlab" is a humid, wet, fluid, sticky, greasy, soaked, dirty laboratory; in short, a place where liquids pour. If we were in another context we would talk about squirting but we are in an (unconventional) biology laboratory. Yet there is an analogy. Closed inside the spaces of @Hangar.org we are learning to move between test tubes, pipettes, reagents, slides, forceps and centrifuge machines, and we discover that looking at us under the microscope is literally an orgasm. From this perspective, it is not only our gaze that is transformed but the very questions that build it, provoking new paths and other imaginations.
In this first phase of experimentation with tears, blood, saliva and vaginal fluids we ask ourselves what is found and inferred within and through the micro perspective of a good microscope - such encounters that at a 1:1 scale are so difficult to identify. 
We found out how looking at the same slide with different eyes leads to multiple stories, sometimes divergent, because who we are shifts our every gaze towards different angles and focuses. "Science with conscience" says Edgar Morin, or namely the scientific gaze aware of its role, of its situatedness many feminists would say.
Perhaps #Obot begins to take shape in this attempt to break the rhetoric of the biology laboratory as an untouchable, complex and inaccessible place.
Risking the hypothesis of open local research spaces: a #wetlab in every neighborhood! Between open and shared protocols, enhance and disseminate knowledge and autonomy on bodies’ understanding: from making visible the multi-species interdependence that keeps us alive to identifying the "external" entities that live there, a practice of radical optical consensus at 100 and 250x.
Speaking of opening research spaces, we decided to create an Instagram account where to share experiments, visions and microworlds. @_Obot_  will be a place where to ask questions. In fact, many of the millions of entities met on a slide we do not yet know who they are and this common process of mapping the relationship between "inside" and "outside" intrigues us greatly.
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Un wetlab in ogni quartiere
Novembre 2020, Barcellona. 
Nonostante tutto, la prima fase di residenza #Biofriction del progetto #Obot è iniziata (ne abbiamo parlato qui e qui). Alla parete del nostro nuovo studio c’è un poster che ci accoglie e spiega: il “wetlab” è un laboratorio umido, bagnato, di fluidi, appiccicoso, unto, inzuppato, sconcio; insomma, un luogo dove si riversano dei liquidi. Fossimo in un altro contesto si parlerebbe di squirting ma ci troviamo in un laboratorio (non convenzionale) di biologia. Eppure un’analogia c’è. Chiuse dentro gli spazi di Hangar.org impariamo a muoverci tra provette, pipette, reagenti, vetrini, pinze e centrifughe e scopriamo che guardar-ci al microscopio è letteralmente un orgasmo. Da questa prospettiva, non è solo il nostro sguardo che si trasforma ma le stesse domande che lo costruiscono, provocando nuove strade e altre immaginazioni. 
In questa prima fase di sperimentazione con lacrime, sangue, saliva e fluidi vaginali ci chiediamo cosa si trova e si deduce dentro e attraverso la prospettiva micro di un buon microscopio – incontri che in scala 1:1 sono così difficili da identificare. Scopriamo come guardare con occhi diversi lo stesso vetrino porta a racconti multipli, talvolta divergenti, perché chi siamo sposta ogni nostro sguardo verso angolature e messe a fuoco differenti. “Scienza con coscienza” dice Edgar Morin, ovvero dello sguardo scientifico consapevole del proprio ruolo, del proprio posizionamento direbbero tante altre. 
Forse #Obot comincia a delinearsi in questo tentativo di rompere la retorica del laboratorio di biologia come un luogo intoccabile, complesso e inaccessibile. Azzardando l’ipotesi di spazi di ricerca aperti e territoriali: un #wetlab in ogni quartiere! Tra protocolli aperti e condivisi, potenziare e diffondere conoscenze e autonomia sul sapere dei corpi: dal rendere visibile l’interdipendenza multi-specie che ci tiene vive fino a individuare le entità “esterne” che ci abitano, una pratica di consenso radicale ottico a 100 e 250x.
A proposito di apertura degli spazi di ricerca abbiamo deciso di fare un Instagram dove condividere sperimentazioni, visioni e micromondi. @_Obot_ vuole anche essere un canale attraverso cui farsi domande. Infatti, molte delle milioni di entità che incontriamo in un vetrino non sappiamo ancora chi siano e questo processo comune di mappatura della relazione tra “dentro” e “fuori” ci intriga assai.
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egyzia · 7 years ago
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***Spettacolo in laboratorio***. Le ampolline di vetro contenenti i campioni si cimentarono in un meraviglioso can can. Erano delle ballerine-provette.
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