#programma di oggi
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19:00 - 21:15 -> torno a casa, cena, shampoo
21:15 - 23:15 -> 2 ore -> continuare a leggere
23:30 -> VAI A LETTOOoooooo
#programma di oggi#e poi domani ho fino alle 16 per ripassare#perché poi c’è l’esame alle 16:20 lollll
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Ch-ch-changes
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Francamente, non capisco come abbiamo fatto a incattivirci così tanto.
Abbiamo (avuto?) la crisi economica e ok, il covid e ok, mi sta bene tutto, è stato un periodo merdoso e la gente si è spaventata e ok, ma come cazzo abbiamo fatto a ritornare ad essere così cazzo f@scisti tutti?
Non mi sembra che in Italia, Austria, Francia si viva così male da giustificare un tale ritorno al nazionalismo estremo...
Aveva storicamente più "senso" il fascismo "originale" rispetto al neo-fascismo di oggi...
Perché la sinistra non esiste più, perché il PD è il Biden nostrano, ovvero fa le stesse cose della destra ma attacca la bandierina arcobaleno per strizzare gli occhi ai giovani
Perché il PD non parla al popolo, mentre la Meloni, per quanto faccia comunque schifo, lo fa. Perché il PD è elitario, "se votate noi siete intelligenti, se votate loro siete delle capre ignoranti", questo atteggiamento di base è una merda e spinge l'italiano medio, che non è necessariamente fascista, a votare l'estrema destra. Ed è tutto sbagliato, la sinistra dovrebbe essere DEL popolo, e non degli studenti fuori sede di Catanzaro e basta.
Perché sì, giusto proporre politiche per le minoranze, ma se non fai assolutamente una merda per la maggioranza della popolazione, le persone non ti votano, e prima o poi smetteranno di farlo pure le persone della comunità LGBT che sì ovviamente hanno bisogno dei loro diritti, ma hanno bisogno anche di vivere in modo dignitoso come il resto della popolazione, e il PD non ha un programma politico per il resto della popolazione, è solo un "votate noi perché gli altri sono cattivi".
Per il resto d'Europa non mi esprimo, ma qua il problema è chiaro, la sinistra non esiste, e la destra ci sguazza.
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Alla faccia di tutti voi sinistri che usate fb per dimostrare tutta la vostra ignoranza con chi la pensa diversamente da voi, proprio come succede questi giorni! Adesso cercate di digerire la notizia e prendetevi un maalox gigante!
I DEFICIENTES
Non gli è parso vero ai deficientes, mezzo governo indagato?
Erano così presi dalla esaltazione della notizia, che già vedevano
traballare il governo, forse cadeva? e la Meloni? e Piantedosi,
Nordio e Mantovano? Tutti indagati!
PD, M5S, AVS e non so chi altri hanno occupato il parlamento.
C'è questa abitudine di occupare le cose degli altri. Gli operai
occupano la fabbrica in cui lavorano, ma non è la loro. Gli
studenti occupano la scuola dove studiano, ma non è la loro.
I parlamentari di sinistra occupano il parlamento dove lavorano
ma non è il loro. Ilaria Salis docet. Non è un caso che la ladra
di case stia a sinistra.
Perfino il PM era così euforico per la sua iniziativa da non
soppesare con attenzione la denuncia.
Peculato! Favoreggiamento! Non avrà consultato neanche
il codice penale per non perdere tempo.
Nessuno dei deficientes si è posto una domanda: "e se
Li Gotti ha scritto cavolate?
No! Era troppo bello vedere il presidente del consiglio
indagato, la stabilità di governo vacillare, le inevitabili
perdite economiche per il nostro paese, ma chi se ne frega!?
E poi è bastato un ex giudice della corte penale dell'Aia,
oggi in pensione, a smontare il castello di carte.
Invitato come grande esperto sul canal-sinistro La7,
CUNO TARFUSSER, questo il nome del giudice, ha
spiegato ad un attonito Formigli (nel programma di La7
Piazza sporca, no mi confondo, Piazza pulita) che non
c'è nulla.
Ma come, il Peculato?
Non si è mica appropriata dell'aereo?
E il Favoreggiamento?
Beh! Andavano indagati i 3 giudici della Corte d'appello,
sono loro che hanno scarcerato Almasri!
E ora?
I deficientes hanno occupato camera e senato fino a martedì.
Strepitano che la Meloni deve andare a riferire.
A riferire cosa?
Non avete capito che la Ragion di Stato impone di liberare
l'ingegnere iraniano, o rimpatriare qualcun altro?
Abbiamo la più grande piattaforma di estrazione in Libia
gestita dall'ENI. Due giacimenti a gas, chiamati
rispettivamente “Stuttura A” e “Struttura E”, situati
nell'area contrattuale D, al largo della Libia.
La produzione di gas inizierà nel 2026 e raggiungerà
un plateau di 750 milioni di piedi cubi di gas standard al giorno.
Capite, deficientes, che chi governa deve tutelare
l'interesse del paese?
Ma già! Voi che dovete capire? Siete deficientes!?
Il giudice Cuno Tarfusser
Dal profilo FB di Marina Siddi
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Un prof molto autorevole non italiano mi ha scritto che “he is looking forward to” leggere il contributo in rivista che io e relatore avremmo in programma – a meno di suoi colpi di testa e del mio collasso fisico – di scrivere a quattro mani. Si può dire tutto il peggio dell’ambito accademico e certamente di rado è falso. Ma tutta la fiducia, la stima e la credibilità che, almeno personalmente, mi sono state accordate in quest’ambiente, nella vita quotidiana non le vedo praticamente mai, o di certo non da quando una ghigliottina – quella della malattia cronica e senza cura – pende a un centimetro netto dalla mia nuca. E questo non solo non me lo posso dimenticare, ma è mio dovere e mio grande conforto coltivarlo indefessamente, come unica forma di vita nell’aridità di uno sterminato deserto. Alle spalle ho solo una triennale sgangherata presa nemmeno due mesi fa a trent’anni di età e tuttavia nessuno se n’è accorto: vengo continuamente ricoperta di stima, ammirazione, offerte di collaborazione, proposte di progetti che anche alcuni studenti-modello si sognano. Fuori di là cosa sono? Una malata di merda, un’inguaribile ipocondriaca, ritardata mentalmente e nella tabella di marcia della vita, pigra, depressa, piagnona, stramboide, esagerata, fessa, taciturna e la lista potrebbe proseguire a oltranza, secondo le maldicenze ricevute in questo lunghissimo e penoso decennio… mi dispiace, ma il cuore e l’anima si lasciano lì dove siamo stati trattati come essere umani, non altrove. E nel mio caso – posso affermarlo serenamente se anche oggi finisse tutto – da vari docenti universitari di tutta Italia (e non, appunto) sono stata non solo trattata come si deve ma eccezionalmente considerata una promessa, qualcuno su cui investire, una studentessa affidabile e indefettibile prescindendo del tutto dalle sue generalità bioanagrafiche.
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LA FINLANDIA STA AZZERANDO I SENZATETTO
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Negli ultimi anni migliaia di persone in Finlandia hanno abbandonato le strade in cui vivevano. Mentre in gran parte del mondo il numero dei senzatetto è in aumento, la Finlandia è l’unico Stato dell’Unione Europea ad aver eliminato quasi completamente questo problema.
La Finlandia ha adottato un nuovo approccio chiamato Housing First, affidare cioè un appartamento a persone che non hanno nemmeno un posto dove dormire. Si tratta di abitazioni collocate all’interno di condomini sociali in cui lavorano team composti da assistenti sociali, infermieri, terapisti del lavoro, psicologi e medici che forniscono assistenza 24 ore su 24 ai numerosi residenti. Da decenni la Finlandia investe nella costruzione, manutenzione e acquisto di alloggi sociali e sono stati creati più di 8.000 appartamenti per i senzatetto; un obiettivo condiviso da tutti i governi, sia di sinistra che di destra. Nella sola capitale, dal 2019 al 2022, il numero di persone che vivono senza tetto è diminuito del 40%.
Nel 2007 fu un ministro ad avere l’idea di mettere a disposizione un appartamento per tutti i senzatetto. Oggi questo modello è studiato in tutto il mondo. Di recente, il ministro tedesco per l’edilizia abitativa ha visitato il Paese per avere una visione diretta della politica di welfare finlandese. Dall’inizio del programma, Housing First ha trovato un appartamento per il 60% dei senzatetto finlandesi con l’obiettivo di arrivare al 100% e dal 2012, lo Stato ha calcolato di aver risparmiato quasi 32 milioni di euro all’anno, di cui la maggior parte nel settore sanitario.
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Fonte: Housing First; foto di Myriams Fotos
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Col Chatcontrol l'Unione Europea inizierà finalmente il suo programma di sorveglianza di massa. Non sto a spiegarvi cos'è perché sul mio blog ci sono diversi articoli. Adesso c'è la frenesia di chi si sta rendendo conto del problema. Ma il Chatcontrol si farà e non potete evitarlo. Si poteva forse evitare 3 anni fa, non oggi. Dovevate svegliarvi prima, spiace. Non c'è molto da fare se non comprendere la legge e le soluzioni tecniche che saranno proposte e prendere i dovuti accorgimenti.
Il ciclo continua
Matte Galt
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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Breve dialogo con l'intermediario di una agenzia immobiliare milanese.
- Qui abbiamo l'angolo cottura (sul balcone chiuso a vetri)
Questo e' il soggiornino (gia' quel diminuitivo e' tutto un programma) . Certo, non so dove si potrebbe mettere un divanetto ma oggi il mercato ha soluzioni sorprendenti.
Io: scusi, quella e' la cabina armadio?
- no, e' la camera da letto.
Poi non ricordo nulla che sono svenuto.
Tutto quel po-po di cas-etta lillipuziana alla modica cifra di 250mila euro. Caxxo, un affare!! 😱😱
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Storia Di Musica #340 - INXS, Kick, 1987
La band di oggi, a metà anni '80, era tra le più famose del mondo. Ma credo che anche all'epoca pochissima sapessero che il nucleo centrale di questo gruppo australiano fosse formato da tre fratelli. tutto inizia a Perth, nel 1979: i fratelli Farris, Tim, Andrew e Jon che avevano già un gruppo dal nome, inequivocabile, di The Farris Brothers, aggiungono al nucleo fondativo Kirk Pengilly, Garry Beers e un cantante, amico di liceo di Tim, Michael Hutchens. Si spostano a Sydney, dove cambiano nome in INXS ( da leggere come "In Excess") dove ottengono un contratto con una piccola etichetta indipendente, la Deluxe, con cui pubblicano il primo singolo, Simple Simon. Erano gli anni della pulizia dal rumore del punk, dell'arrivo della elettronica "dolce" e della new wave. È in questo solco che la band si muove, ma si apre in maniera piuttosto originale al funk e a piccoli innesti dance. All'inizio concentrano le energie nella nativa Australia, dove ottengono un buon successo con il loro primo disco, del 1980, intitolato INXS, che si ripete nel 1981 con Underneath The Colours, con la prima hit, una cover di un classico della musica australiana coverizzato, The Loved One, successo del 1966 dei The Loved Ones. Nel 1982 tentano il grande salto. Vanno in Inghilterra, dove li scrittura la WEA e la Atlantic li distribuisce negli Stati Uniti. Shabooh Shoobah del 1982 ha il primo singolo di successo mondiale, Don't Change, e il seguente tour internazionale al seguito di The Kinks e Adam And the Ants li fa conoscere in mezzo mondo. Nel 1984 ancora maggiore successo ottiene The Swing, trascinato dal singolo Original Sin, prodotto da Nile Rodgers. Il successo è sempre crescente: nel 1985 partecipano da Sydney al Live Aid, nel 1986 suonano con i Queen alla Royal Albert Hall, Hutchens addirittura esordisce come attore protagonista in Dogs In Space, film che lo vede interpretare Sam, il frontman avvezzo alla sostanze di una band post punk nel 1978 a Melbourne.
Dopo un tour lunghissimo, e con il management che ne programma uno nuovo in Europa, la band torna in studio. Guidati dal produttore Chris Thomas, uno dei grandi produttori inglesi (a lavoro con The Beatles, Pink Floyd, Procol Harum, Roxy Music, Badfinger, Elton John, Paul McCartney, Pete Townshend, Pulp, The Pretenders) le prime prove avvengono addirittura nella spettacolare Sydney Opera House. Il suono è più maturo, gli innesti da altri generi eclettici, i riff invidiabili e la voce di Hutchens è ormai una garanzia. Thomas però vorrebbe più canzoni, anche in previsione dell'atteso e imminente tour europeo, quindi manda Hutchens e Andrew Farris a Honk Kong, dove i due acquistarono un appartamento. Un giorno, mentre è in attesa di un taxi, a Andrew viene in mente una melodia, proprio mentre il taxi è arrivato. Chiede al tassista di aspettarlo cinque minuti, ma lui sale nel suo appartamento, scrive e registra i demo di una canzone, la riporta sulla cassetta e 45 minuti dopo, nonostante la furiosa cazziata del tassista, la porta a Hutchens che lo aspettava in un bar, e in dieci minuti ne scrive il testo, per quello che sarà il singolo di apertura, e hit mondiale, del nuovo disco.
Kick esce il 19 ottobre del 1987, un mese prima, il 21 Settembre, fu preceduto da quella canzone: Need You Tonight, dal ritmo funky, la voce sensuale di Hutchens e un bellissimo video musicale (che vinse nel 1988 5 MTV Video Music Awards) trascinano il brano in cima alle classifiche (primo negli Stati Uniti e secondo in Gran Bretagna) e proietta il disco e la band in una nuova dimensione. Tutte le canzone sono scritte dal duo Hutchens - Andrew Farris, che mediano tra il suono molto funk dei primi dischi a quello mainstream rock dei primi dischi a distribuzione internazionale. Più che altro, hanno il tocco magico di scrivere canzoni che diventano famose per come rimangono in testa: New Sensation, Devil Inside, Mystify, la toccante Never Tear Us Apart, la ripresa di The Loved One ne fanno un disco di grande qualità e di grande successo, con una serie di ganci musicali memorabile. Il disco venderà milioni di copie e li fa diventare rockstar.
Arriveranno anche al Festival di Sanremo del 1988, però perdono il tocco magico: nonostante tour seguitissimi, in studio perdono la magia e X (1990) e Welcome To Wherever You Are (1992) sono accolti con freddezza e non regalano grandi canzoni. Parallelamente, Hutchens diventa molto più famoso dell'intera band, complice anche la relazione con Paula Yates, giornalista musicale famosa per le sue interviste particolari fatte in programmi come The Tube o The Big Breakfast, dove intervistava gli artisti in un letto e dal 1986 al 1996 moglie di Bob Geldof. Hutchens pensa ad una carriera solista, ma il 22 novembre del 1997 viene trovato morto impiccato in una camera di Hotel in Australia. In un primo momento si scatenano le voci incontrollate di un tragico gioco erotico, in seguito un'inchiesta medico legale, contestata da Yates, accerta che la morte del cantante è suicidio, cosa che non interrompe minimamente il gossip sulla vicenda.
La band, scossa dall'accaduto, sostituirà per un tour celebrativo Hutchens con Terence Trent D'Arby (che fu amante di Paula Yates quando era ancora sposata con Bob Geldof), inaugurando il nuovo stadio Olimpico di Sydney, e nel 2000 alla chiusura dei Giochi Olimpici nella città australiana del 2000. La band continuerà in maniera discontinua anche a suonare dal vivo fino al 2012, ma senza mai arrivare alla qualità di questo disco. Ci sono da raccontare ancora due aneddoti: Hutchens era probabilmente molto simpatico, perchè era amico di tantissimi musicisti. Simon Le Bon dei Duran Duran, scrisse per lui prima della sua morte, Michael, You've Got A Lot To Answer For dall'album Medazzaland del 1997, canzone che Le Bon non è mai riuscita a cantare dal vivo per l'emozione. E Bono dedicò all'amicizia con Hutchens un brano molto famoso, Stuck In A Moment You Can't Get Out Of, da All That You Can't Leave Behind del 2000, che immagina un impossibile dialogo tra i due con Bono che cerca di convincere Hutchens a non farlo:
I never thought you were a fool
But darling, look at you
You gotta stand up straight, carry your own weight
These tears are going nowhere, baby
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Noi anime sensibili abbiamo bisogno di buon cibo, buona musica, una casa confortevole e relazioni armoniose. Tutto ciò sembra difficile da ottenere oggi ma è solo un limite mentale. Dobbiamo solo scardinare il programma inconscio che ci costringe a pensare che non ce li meritiamo.
Ce li meritiamo eccome!
Riccardo Sadè
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Ghali riaprirà il discorso sullo ius soli ma nessun governo continuerà a fare niente. Quel pezzo di carta costa anni di attese e di problemi: io l'ho richiesto a 18 anni e l'ho ottenuto dopo tre anni e mezzo. Per non parlare della sensazione di avere la dignità continuamente calpestata ogni volta che rinnovi il permesso o rinnovi la domanda di cittadinanza come se dovessi supplicare in ginocchio qualcuno per un diritto inequivocabile. Cresco in un quartiere popolare come tanti, la mia gente è per lo più magrebina; arrivo comunque all'università tra tanti sacrifici, supportata da genitori che non hanno mai studiato, sempre senza quel pezzo di carta. Inizio a dare esami senza quel pezzo di carta, conosco studenti stranieri con origini italiane: cittadini italiani pur non parlando una parola di italiano. Loro italiani sulla carta e io no.
Ad oggi neanche "l'opposizione" ha in programma riforme in merito. Un paese senza ius soli nel 2024 è un paese ridicolo.E a ricordarvelo un ragazzo che sino ai 18 anni e oltre non è stato cittadino italiano, e per quanto te lo puoi sentire che sei italiano, quel pezzo di carta mancante pesa. Ti fa rabbia ed è una rabbia che non si sana. Sono dolori (traumi veri e propri, sinceramente) che non si sanano e a questi dolori e a questi traumi irrisolti non ci pensa nessuno.
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Zuckerberg annuncia lo smantellamento del "programma di fact-checking" su Meta. Sì, quello strumento che ha permesso agli sgherri di Mentana di azzoppare pagine, profili e gruppi in nome della lotta alle "fake news" (tradotto: tutto ciò che andava contro la narrazione piddina, in qualsiasi campo).
Mr. Facebook dice di voler ripristinare la "libertà di pensiero", ammettendo (ancora una volta) di aver fatto il contrario fino a oggi. Peccato che questa tardiva retromarcia non renderà giustizia alla quantità industriale di voci soffocate a colpi di ban, shadow ban e limitazioni su quella cloaca di social.
Il manganello arcobaleno si è abbattuto per anni, ininterrottamente, su milioni di teste pensanti, con il plauso dei "buoni" e il silenzio complice della politica. Qui non si dimentica un cazzo, marcolino.
Le orde globaliste sbandano.
Ed è un bel vedere.
Un minuto di silenzio per Puente.
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Pro Italia - Segreteria Nazionale
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Lavoro in questo ospedale da due anni, tutti i giorni, 6 giorni su 7. Da due anni per entrare o uscire dal parcheggio devo chiamare la portineria perché sono una partita iva di merda (cit.) e non posso avere il badge del parcheggio. Da due anni mi dicono che mi faranno il contratto e alla fine sto contratto ancora non s’è visto. Se sono rimasta finora è solo per i colleghi che sono diventati amici ed è una cosa strana e raramente si trova un così grande affiatamento che avevo paura di perderlo. Detto questo oggi per l’ennesima volta mi sono cadute le palle (sì quelle c’ho ormai), da questo mese si utilizza un nuovo programma per organizzare i turni mensili, sui nuovi turni noi, 3 stronzi a partita iva, non abbiamo manco più nome e cognome ma siamo chiamati Libero professionista 1-2-3. A me sta cosa m’avvilisce un sacco.
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Come erravamo - 8
Noi non siamo degli utopisti. Non "sogniamo" di fare a meno, dall'oggi al domani, di ogni amministrazione, di ogni subordinazione; questi sono sogni anarchici, fondati sull'incomprensione dei compiti della dittatura del proletariato, sogni che nulla hanno in comune con il marxismo e che di fatto servono unicamente a rinviare la rivoluzione socialista fino al giorno in cui gli uomini saranno cambiati. No, noi vogliamo la rivoluzione socialista con gli uomini quali sono oggi, e che non potranno fare a meno né di subordinazione, né di controllo, né di "sorveglianti, né di contabili."
Da: Lenin, [Государство и революция, Gosudarstvo i revoljucija, 1917], Stato e rivoluzione in: Lenin, Stato e rivoluzione / Marx, Critica del programma di Gotha, Milano, Feltrinelli, 1976 [Questa traduzione è conforme a quella delle Edizioni in lingue estere di Mosca].
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L'amore per la grammatica
è nato in me in una sola ora di lezione, rimasta nella memoria in maniera indelebile..
Il nostro insegnante di latino era malato e come supplente venne il Direttore, Cornelius Hölk, molto intelligente, ma molto temuto a causa del suo sarcasmo graffiante. Quella volta volle affrontare con metodo socratico argomenti che esulavano un po' dal programma scolastico, (ma che a lui dovevano sembrare più importanti di quelli previsti) con metodo socratico: chiese in quale relazione le frasi potevano stare l'una con l'altra.
Sulla base dell'esempio "piove, diventa bagnato", noi tentavamo le differenti forme della coordinazione e della subordinazione, come "piove, quindi diventa bagnato", o "se piove diventa bagnato", o "sebbene piova non diventa ancora bagnato", o "è bagnato quindi ha piovuto". Dovevamo trovare dove tutte queste frasi si distinguevano le une dalle altre, e imparavamo con nostro stupore, che tutte queste combinazioni si basavano su un unico e ugual principio: che alla pioggia e al bagnato bisognava applicare la relazione di causa e effetto.
Non intuivamo ancora come il pensiero scientifico si basi proprio su questo, nello scoprire gli elementi simili e identici che si celano sotto fenomeni di tipo diverso. In quella circostanza, in maniera quasi giocosa, eravamo arrivati da noi stessi a scoprire ciò, e in modo magico ci si rivelò qualcosa che dava alla grammatica un senso nuovo. Qualcosa di essenziale nella lingua e nel pensiero divenne evidente.
Ma avvenne anche altro. Rimaneva la frase finale: "piove affinché diventi bagnato". Aveva senso questa frase? Era possibile dire così? L'insegnante di fisica non ce lo avrebbe permesso. Al massimo potevamo parlare così nell'ora di religione. Ora si cercava dove si potevano usare in modo innocuo e in pace con se stessi delle frasi finali: "prendo un coltello per tagliare il pane", "imparo il latino per superare l'esame di maturità". E così giungemmo alla frase "io pianto una castagna affinché nel mio giardino cresca un castagno". Ma si è sicuri che da una castagna cresca un castagno, così come si può essere sicuri che diventi bagnato se piove? Dov'è quindi la causa per la quale da una castagna viene fuori un albero?
La causa apparentemente non dovrebbe esistere! Nella castagna vi è però certamente qualcosa che la porterà a svilupparsi in un albero, una determinazione, o come si vuole chiamare, che però non dovrebbe aver nulla a che fare con la causalità! Gli studiosi di scienze naturali sono oggi per lo più troppo sciocchi per capirlo e troppo poco istruiti; essi infatti non devono aver letto Aristotele, altrimenti saprebbero che non si può comprendere ciò che vive senza ammettere una entelechia, una teleologia.
Così quest'uomo, con un metodo drasticamente efficace per i bambini, seppe aprire i nostri occhi ai seri problemi della filosofia e in un'ora ci sapeva trasmettere dei contenuti che ci avrebbero ordinato i pensieri per tutta la vita.
-Bruno Snell (Noi e gli antichi greci- nove giorni di latino)
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