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PRIMA PAGINA Il Fatto Quotidiano di Oggi lunedì, 12 agosto 2024
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Vi spiego perché amo Israele: solo storia no politica.
Con la fine della 2ww a partire dal 46, gli agenti del Mossad fecero di tutto per recuperare attrezzature appartenute alla Xª MAS da utilizzare per le loro missioni.
Nel giugno del 46 ci fu un primo incontro tra Ada Seréni ( Mossad in Italia) e il capitano di vascello Agostino Calosi, capo del Servizio Informazioni Segrete (S.I.S.) della Marina, lo stesso ufficiale che aveva fatto prelevare il comandante Borghese al termine della guerra, in modo che fosse processato e non giustiziato.
Dopo aver avuto l’assenso dalle superiori autorità, Calosi ordinò al capitano del genio navale Nino Buttazzoni, ex comandante del battaglione nuotatori paracadutisti, di ricercare il personale più adatto da inviare in Israele.Non poteva essere ovviamente impiegato il personale ancora in servizio e si decise quindi la strada “non ufficiale” ovvero l’impiego di ex militari dei reparti d’assalto della Regia Marina, sia della Xª M.A.S. che di MARIASSALTO. Alcuni accettarono, tra questi il capitano Geo Calderoni, ex appartenente al battaglione nuotatori paracadutisti, e il tenente di vascello Nicola Conte, operatore di S.L.C., che avrebbero istruito gli assaltatori subacquei.
Come istruttore dei mezzi d’assalto di superfice si offrì il capo di terza classe Fiorenzo Capriotti, ex pilota di barchini esplosivi.
Dei 3 personaggi, sopra menzionati, Fiorenzo Capriotti fu elemento fondamentale per la creazione della “Shayetet 13” o “Tredicesima Flottiglia”.
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Domani compio 32 anni ma ancora non ho processato l'essere entrato nei trenta. Non possiamo fermarci tutti? Sta cosa che dobbiamo solo andare avanti con l'età mette ansia.
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Netahnyau va fermato e processato per crimini di guerra, così come Hamas e i suoi fanatici terroristi. Israele deve ritrovare la sua integrità.
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[...]
Tutto accade nella settimana del 23 maggio quando il paese ricorda il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, degli agenti di scorta, uccisi dal tritolo mafioso a Capaci.
Ribadiamo un fatto non trascurabile, l’ex direttore del Sisde è stato processato nell’indagine trattativa stato-mafia, per la mancata cattura di Bernardo Provenzano e la perquisizione mai avvenuta del covo di Totò Riina, ma è sempre stato assolto. Alcuni elementi contenuti nell’invito a comparire erano già emersi negli altri procedimenti, ma nell’indagine fiorentina ce n’è sono di nuovi che saranno oggetto dell’interrogatorio di Mori, per ora rinviato. Secondo i pm Mori era al corrente del rischio stragista avendo avuto plurime anticipazioni, ma non ha fatto niente per evitarlo.
Lo avrebbe saputo «dal maresciallo Roberto Tempesta, del proposito di cosa nostra, veicolatogli dalla fonte Paolo Bellini, di attentare al patrimonio storico, artistico e monumentale della Nazione e, in particolare, alla torre di Pisa e, successivamente, da Angelo Siino, che lo aveva appreso da Antonino Gioè, da Gaetano Sangiorgi e da Massimo Berruti (ex manager berlusconiano e poi parlamentare di Forza Italia, morto nel 2018, ndr), durante il colloquio investigativo intercorso a Carinola il 25 giugno 1993, il quale gli aveva espressamente comunicato che vi sarebbero stati attentati al Nord», si legge nell’invito a comparire.
Quello che è chiaro in maniera esplicita e sarà oggetto dell’interrogatorio, Mori è già sentito un anno fa come persona informata sui fatti, è che i pm si sono rimessi a cercare riscontri intorno alla cosiddetta pista nera che vede convergere nella strategia stragista la mafia, l’eversione neofascista, i servizi deviati e la massoneria di Licio Gelli. Una pista già battuta, ma che non ha portato giudiziariamente a nulla di accertato.
Cosa c’è nel passato che unisce i mondi e incrocia Mori? Lo dettaglia il magistrato Roberto Tartaglia (dal 2022 distaccato a palazzo Chigi), nel 2018, durante il processo sulla trattativa stato-mafia (poi naufragato con l’assoluzione) descrivendo la carriera di Mori come costantemente contro le regole.
«I risultati “inimmaginabili” ai quali siamo arrivati su vicende, risalenti, ma importanti del passato di Mori servono a definire in maniera chiara e forte la geometria di un personaggio che poteva e può compiere di tutto». Il magistrato ricordava poi la carriera di Mori al Sid allora guidato da Vito Miceli, descritto come un servizio deviato e parallelo. Con il suo brusco allontanamento da Roma che, per il pm, era da ricondurre alla vicinanza di Mori, poi scoperta, con le azioni dell’organizzazione eversiva di destra Rosa dei Venti. Una ricostruzione che resta curriculum parallelo dell’ex generale, il quale, al contrario, ha sempre rivendicato la correttezza delle sue condotte.
C’è un ultimo incrocio, un’altra coincidenza che ci porta sempre a Firenze. I magistrati vogliono capire chi c’era dietro la fuga di notizie sulle rivelazioni del pentito Salvatore Cancemi che «parlava di quelli di sopra», chiaro riferimento a Silvio Berlusconi. Lo scoop fu pubblicato da Attilio Bolzoni e Giuseppe D’Avanzo su Repubblica nel 1994.
L’allora magistrata Ilda Boccassini, ora indagata per false informazioni ai pm, perché non ha rivelato quella fonte, aveva delegato l’indagine ai Ros, al comandante, Mario Nunzella, e al suo numero due, Mario Mori. Certi nomi, come i misteri, non passano mai.
Via - Infosannio
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Finalmente il profumo di casa , il mio letto , le mie cose.
Finalmente le sue manine e i suoi occhioni azzurri.
Sono stordita da tutto quello che ho ripassato. Tutto quello che nella mia testa ho pensato , ricordato e processato.
Quando si dice che siamo noi i peggiori nemici di noi stessi.
Domani si torna anche al lavoro , l'ultima volta da lì ne sono uscita orizzontale e non con le mie gambe.
Un bel respiro profondo. Oggi eclissi... che tutto si riallinei alla perfezione. Come l'erba gramma non muoio mai. Mi piego ma non mi spezzo. Di sicuro ,nessuno mi smuove dal MIO posto
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Il giornalista Maurizio Belpietro sarà processato per diffamazione per aver definito le ong che soccorrono i migranti “i nuovi pirati” https://www.ilpost.it/2024/11/15/maurizio-belpietro-rinvio-giudizio-emergency/
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io comunque non ho ancora processato realizzato reso reale il fatto che Liam sia morto
non penso che riuscirò mai ad accettarlo del tutto
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Io spero sempre che Netanyahu un giorno venga arrestato e processato per crimini contro l'umanità. Non lo vedo fattibile nella realtà but you know, a man can dream.
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La mia fine arriverà se mai inventeranno il modo di accedere ai ricordi e riviverli. Io ci metto un sacco di tempo per capire cosa sento nel momento, ci arrivo solo dopo tempo, dopo aver processato, col passare dei giorni e da una certa distanza. E poi dimentico i dettagli con una facilità che mi fa tristezza. Invece ci sono giorni che vorrei rivivere sapendo già che quelli sono bei giorni. Godermeli di più. Osservare con più attenzione, per trovare dettagli nuovi che al tempo mi erano sfuggiti. Ripetere quelli che ho amato, per scolpirli meglio nella memoria. In certi ricordi vorrei proprio chiudermici dentro, farmi avvolgere come se fosse il mio piumone, e non uscirne mai.
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CONDANNE A MORTE ANNULLATE: I GIURATI NERI ERANO STATI ESCLUSI PER 20 ANNI
Un condannato alla pena capitale che si trovava nel braccio della morte della California da 33 anni dovrà essere rilasciato o processato nuovamente dopo che un giudice federale ha approvato la richiesta del procuratore generale dello Stato di cancellare la sua condanna, a causa della condotta pregiudizievole dell’accusa nella selezione della giuria, avvenuta in un processo del 1991.
Curtis Lee Ervin, afroamericano di 71 anni, fu dichiarato colpevole di un omicidio avvenuto nel 1986 e non è l’unico condannato che ha visto la sua condanna riesaminata a causa di un pregiudizio razziale emerso nel sistema giudiziario di diversi Stati negli USA. La revisione in corso di decine di casi di pena di morte, secondo l’attuale procuratrice distrettuale della contea di Alameda, Pamela Price, dimostra che i pubblici ministeri hanno, per anni, deliberatamente escluso giurati neri ed ebrei dai processi. Una pratica, secondo Price, iniziata negli anni ’80 e proseguita fino ai primi anni 2000. La procuratrice distrettuale della contea nominata l’anno scorso, ha affermato che la profilazione razziale dei giurati è stata diffusa e ben nota nel dipartimento sotto i suoi predecessori. I dati raccolti dalla procuratrice hanno anche rilevato pregiudizi razziali nella selezione della giuria dalla California, stato di Washington, Connecticut e New York, così come nel profondo sud.
L’avvocato di Ervin, Pamala Sayasane, ha dichiarato ai media incredula che la concessione del procuratore generale dello Stato “Viene fatta raramente. È una cosa importante e avrà conseguenze per gli altri condannati a morte”.
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Fonte: SFist; CNN
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La Forza
"Esserci per se stessi".
Che meravigliosa ondata emozionale sta attraversando le nostre Vite!
L'insostenibile peso che stiamo cercando di espellere, ci rende particolarmente inclini al ricordo, alla nostalgia, alla commossa revisione di alcuni momenti salienti di Passato.
Si riavvolgono le fila di un Viaggio davvero straordinario, dove ogni attore, anche non- protagonista, ha contribuito al progresso, all'evoluzione, alla conoscenza di noi stessi. Ogni sguardo, ogni carezza, ogni insegnamento, ogni abbandono, ci ha regalato quel messaggio in più, quella prospettiva mai considerata, quell'emozione sepolta.
Abbiamo amato. Tanto.
Nel modo in cui potevamo. A volte totalmente dipendente. Altre sincero, puro. Spesso con la disperazione nel Cuore. Ma anche con la rabbia, con l'affanno, con la paura della perdita.
Molti di coloro che ci sono stati vicini in momenti salienti della nostra crescita, oggi non ci sono più accanto.
Ma sono presenti nel Cuore.
Nulla muore mai dentro di noi.
Si trasforma. Viene processato interiormente attraverso nuove informazioni e nuovi strumenti. E cambia forma. A volte anche sostanza.
Ciò che si conserva, è l'immensa gratitudine per ogni gesto, ogni aiuto, ogni mano tesa e ogni "schiaffo di realtà" che l'Altro ci ha donato.
Consapevole o inconsapevole che fosse.
Ogni campo energetico co-creato insieme a noi, ha prodotto cambiamento.
Ogni conversazione, anche la più breve e apparentemente insignificante, ha modificato i sensori interiori di entrambi.
Nulla avviene senza trasformare parti di noi. Anche infinitesimali.
E contestualmente parti dell'Altro, in un mutuo beneficio che modifica il Cammino di qualche minuscolo grado o magari di 360 gradi in un colpo solo.
Ogni singolo avvenimento della nostra Vita non è stato casuale e si è concatenato al successivo, per creare le condizioni evolutive "perfette" per la nostra crescita e maturazione.
Nulla è avvenuto per nuocere.
Nulla è stato inutile o eccessivo.
Non un singolo respiro poteva mancare al nostro Viaggio.
E se provassimo oggi ad osservare le nostre lacrime, colme di fatica e di lutto, esse non sono più lacrime di Disperazione, ma di sincera Riconoscenza.
Questa è adultità: riconoscere che tutto è stato perfetto. Anche ciò che ha generato sentimenti negativi, ciò che ha aperto ferite copiose, ciò che abbiamo perso per sempre, o che non abbiamo avuto mai.
Il Teatro oggi è gremito di attori del Passato. Tutti in fila. Visibili e invisibili.
Ognuno di loro, negli anni, ha portato una Storia, un copione, un personale timbro alla sceneggiatura e alle singole scene della Rappresentazione.
Ciascuno ha permesso la piena riuscita dello Spettacolo.
Gli applausi sono per tutti.
E la compagnia merita ogni Benedizione e Consacrazione.
Oggi si celebra la Vita.
Con tutte le sue sfumature e contorni. Con tutta la sua assurda complessità. Con le gioie e con i dolori. Con la realtà e l'illusione.
Non c'è nulla di "sbagliato" nel "dove siamo adesso".
E' esattamente dove dovevamo essere.
Il treno è in orario.
Tra poco passerà.
E' il nostro treno. E nulla al mondo ce l'avrebbe fatto perdere.
Perché doveva andare esattamente così. E ogni millimetrico passo doveva portarci in questa Sala d'aspetto.
Possiamo viverlo con serenità e accettazione. Oppure continuare ad agitare mani e piedi, considerandolo un atto di ingiustizia.
Ma non cambierà.
Se lo ringraziamo, se ringraziamo ogni singolo attore del nostro Palcoscenico, inchinandoci a lui e al contributo che ha apportato alle nostre fasi evolutive, avremo la Sala d'Aspetto gremita di sostegno e di sorrisi.
Siamo tutti complici della "riuscita dell'Altro". Lo abbiamo fatto arrivare in orario al suo appuntamento più bello: quello con se stesso.
Nessuna colpa. Nessun "errore".
Tutto si compie nella perfetta sincronia degli eventi.
Siamo vicini al "tempo del Giudizio". Che tutto è meno che una situazione brutta.
E' il tempo dell'Autentica Verità.
Dove assisteremo alla totale Rivoluzione dei Campi Energetici.
Questo è stato solo un timido assaggio.
Ringraziamo con un profondo inchino sia il "Male" che il "Bene". Perché entrambi ci hanno portati nello stesso medesimo luogo. In perfetto orario.
Appoggiamo lo zaino. Sediamoci comodi. E attendiamo la chiamata del binario.
Buona domenica. Colma di "emozionanti saluti".
Quelli belli. Quelli profondi. Quelli che riempiono d'Amore ogni fessura del nostro Cuore.
Mirtilla Esmeralda
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lutto non processato. senso di colpa. dolore in segreto. tornare a non esserci in nuove forme. distante, un minerale. ripercorrere la mia storia che si ripete tale e quale da generazioni. espiare il male per conto dei genitori dei miei genitori. la bulimia mi mostrava molto bene il meccanismo rotto del desiderare e del non poter accettare, ma io non vedevo, e nessuno mi guardava. allora mi sono vestita di logos, ho tenuto bene al sicuro ogni battito di cuore e lacrima di afflizione dietro la sfida dell'illuminismo. eppure vorrei sempre piangere tra le braccia di mia madre. non riesco. compassione che mi nego. chiusa. più chiusa. l'emotiva copia di mio padre, mio padre che ci sapeva affini, che diceva "le persone come noi.."
sento a volte che potrei tornare a quel vizio autolesivo, mai svanito, solo controllato per volontà di non ferire le persone che intorno a me mi amano. sento a volte che il cibo resterà una condanna. e della mia vita non mi chiedo più nulla. sono una ferita aperta. ogni possibile risposta implica ora un supplizio, ed io sono troppo stanca.
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Gli anniversari sono tristi, soprattutto quando si tratta di quelli che sanciscono l'addio definitivo con una persona per te importante. Questo periodo tutti gli anni ha un sapore dolce-amaro, continui con la tua vita ma i ricordi comunque si fanno spazio nella quotidianità e sottolineano che presa dalle mille cose sono trascorsi 11 anni, le vite sono andate avanti, hai raggiunto alcuni dei piccoli traguardi che ti eri prefissata, però quel vuoto che per sotto certi aspetti hai processato è sempre lì.❤️
Mi manchi nonnina👼
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Il preside del liceo Maurice Ravel ha lasciato l'istituto per ragioni legate alla sua incolumità. Tutto è iniziato il 28 febbraio scorso, quando aveva chiesto a tre studentesse di rispettare la laicità della scuola francese
Parigi. Temeva di fare la fine di Samuel Paty, il professore di Storia e Geografia decapitato da un jihadista ceceno per aver insegnato la laicità ai suoi studenti, o di Dominique Bernard, docente di Francese assassinato da uno studente radicalizzato all’entrata dell’istituto Gambetta-Carnot di Arras per gli stessi motivi. Il preside del liceo Maurice Ravel, situato nel Ventesimo arrondissement di Parigi, ha deciso di dimettersi per “motivi di sicurezza”, dopo le minacce di morte di cui è oggetto da un mese. Tutto è iniziato il 28 febbraio, quando il preside, vedendo tre studentesse che indossavano il velo all’interno del perimetro scolastico, ha ricordato loro che è vietato per legge esibire simboli religiosi nelle scuole pubbliche.
Due hanno subito tolto il velo, la terza, invece, ha fatto finta di non sentire. Il dirigente scolastico, stando al racconto fatto all’Afp dai servizi del ministero dell’Istruzione, si sarebbe avvicinato indispettito e avrebbe trascinato “verso l’uscita della scuola” l’allieva, che avrebbe “opposto resistenza”. Dinanzi all’aumento delle tensioni, il dirigente avrebbe lasciato perdere, fino all’intervento della polizia. Ma da quel momento, la situazione è degenerata. Sui social ha iniziato a spargersi la voce di un litigio tra un preside e una studentessa musulmana. Quest’ultima, oltre a sporgere denuncia per “violenze” (denuncia in seguito archiviata per mancanza di prove), ha riferito alla stampa di essere stata “spinta” e “colpita con forza sul braccio”, versione smentita da Valérie Baglin-Le Goff, direttrice del provveditorato di Parigi. La studentessa ha poi deciso di rincarare la dose contro il dirigente scolastico testimoniando sulla pagina Facebook del Collectif contre l’islamophobie en Europe, associazione sulfurea che nel dicembre 2020 era stata dissolta per propaganda islamista dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin sotto il nome di Collectif contre l’islamophobie en France. Risultato? Contro il preside del liceo parigino sono piovute le minacce di morte, secondo un meccanismo simile a quello che ha portato alla tragedia di Samuel Paty. Un ventiseienne originario del dipartimento degli Hauts-de-Seine è stato arrestato e sarà processato a Parigi il 23 aprile per minacce di morte sui social. Un altro uomo, arrestato a metà marzo a Trouville-sur-mer (Calvados), è stato posto in stato di fermo per lo stesso motivo, ma è già stato rilasciato.
“Sono veramente triste, è una storia grave che ha portato alle dimissioni del preside quando invece doveva accadere l’esatto contrario”, ha dichiarato in forma anonima a France Info un insegnante del liceo Maurice Ravel. Tranne dalla France insoumise, il partito della sinistra radicale noto per intrattenere legami ambigui con un certo islam politico, tutta la classe politica francese ha manifestato solidarietà al professore, sottolineando la gravità di quanto accaduto. “È un fallimento collettivo”, ha commentato il capogruppo dei deputati socialisti Boris Vallaud. “Ecco dove ci portano le piccole pusillanimità e le grandi rinunce”, ha aggiunto Bruno Retailleau, patron dei senatori gollisti. Ieri pomeriggio, il preside dimissionario è stato ricevuto a Matignon dal primo ministro Gabriel Attal. Ex ministro dell’Istruzione, Attal, durante il suo primo discorso da premier il 9 gennaio, aveva affermato che la scuola “è la madre di tutte le battaglie”. Il caso del preside del liceo Ravel mostra che la lotta all’islamismo, in questa battaglia, deve essere prioritaria.
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ancora non ho processato che manca mezz'ora alla fine. io ero pronto per il lettino alle 10 e un quarto
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