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yeschanneltech · 5 years ago
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I social media sono driver decisionali anche delle abitudini finanziarie
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I social media sono driver decisionali anche delle abitudini finanziarie
I social media sono un driver decisionale. Che i canali social influenzino le decisioni di acquisto, ne siamo quasi tutti consapevoli. Ma nessuno sospetta che oggi siano in grado anche di determinare le abitudini finanziarie di ognuno di noi. Poco più di dieci anni fa i social media non esistevano e Internet iniziava appena a mostrare il suo potenziale. Sembra un’altra era, ma nel 2010 il termine social media aveva appena iniziato a entrare nelle conversazioni e Facebook era ancora una piattaforma per “smanettoni”.
Prestiamoci è una società finanziaria autorizzata da Banca d’Italia ex art 106 TUB che gestisce l’omonimo market place di prestiti personali fra privati a cui prende parte finanziando i prestiti erogati a fianco dei propri clienti prestatori. Questa società ha analizzato il fenomeno.
I social media sono driver decisionali anche delle abitudini finanziarie
Eppure i social network hanno rivoluzionato il modo stesso di pensare a Internet, al punto che alcune persone li identificano con la rete stessa.
Secondo una ricerca di Shwab, circa la metà delle persone fra i 23 e i 38 anni sostengono che i social media influenzano il loro modo di spendere il denaro.
Secondo una ricerca di Allianz Life inoltre, circa la metà dei millennial è condizionato dai social media quando fa acquisti d’impulso. Si tratta di statistiche riferite al mercato statunitense, ma è piuttosto semplice ipotizzare che la realtà europea non sia poi così diversa.
I social media condizionano le nostre abitudini, anche finanziarie?
Ma come ci condizionano i social media? Con la pubblicità. Le piattaforme digitali danno la possibilità alle aziende di utilizzare sistemi di marketing estremamente sofisticati. Utilizzando gli algoritmi dei social media, marchi e aziende possono elaborare strategie di marketing quasi tagliati su misura per ciascuno di noi. Bastano un paio di click e stiamo acquistando il prodotto che ci sembra di avere sempre desiderato.
I social media sono driver decisionali anche delle abitudini finanziarie
Fare acquisti online è così facile che possiamo farlo ovunque. Addirittura in molti casi è sufficiente un click. E l’idea che le cose funzionino così bene da ricevere l’ordine in pochi giorni o poche ore per alcuni è estremamente gratificante.
L’ansia sociale è uno dei mali della civiltà moderna. E la paura di essere esclusi, fear of missing out, è talmente famosa che ha una pagina su Wikipedia. In parole povere, si tratta della paura di essere esclusi dalle cose che contano o dai “giri giusti” di persone.
Sui social media questa leva è fortissima, e spesso la tentazione di fare quello che fanno i nostri contatti, acquisti compresi, è davvero difficile da resistere. Il mestiere di influencer, poi, è costituito, nella maggior parte dei casi, proprio dalla promozione di prodotti. Anche in questo caso il meccanismo è semplice: se seguiamo qualcuno che fa da testimonial a un prodotto, questo diventa indispensabile anche per noi.
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corallorosso · 6 years ago
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Alex Zanotelli: «Il nero a chilometro zero svela il nostro razzismo» Pubblichiamo un brano da "Prima che gridino le pietre", pamphlet del missionario per una disobbedienza civile per non «tradire i valori cristiani» Razzismo di Stato Mi viene da ripetere la domanda che ha fatto il papa ai leader della Ue: «Europa, che cosa ti è successo?». Purtroppo non naufragano solo i migranti nel Mediterraneo, sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Il razzismo sta crescendo in Europa e anche in Italia. Abbiamo sempre pensato agli italiani come a delle persone accoglienti, ci siamo sempre vantati del detto «italiani brava gente». Ma solo perché in realtà da noi non c’erano africani, non c’erano persone di colore. Era facile non essere razzisti senza neri in giro. Da quando nel nostro paese sono arrivate delle persone con la pelle scura si è visto di che pasta siamo fatti. E da dove arriva questo razzismo? Arriva da un senso di superiorità che hanno gli europei e gli italiani. Noi europei crediamo fermamente che la nostra civiltà sia migliore di quella degli altri popoli. Crediamo di essere detentori di una cultura, una religione, una filosofia superiori. Questa convinzione è quella sulla quale si sono appoggiati primo lo schiavismo e poi il colonialismo. C’è questo senso di superiorità che impedisce di sentire il nero come un pari. Altrimenti non si spiegherebbe questa ostilità nei confronti dei migranti africani. Prestiamoci attenzione: i migranti cinesi in Italia sono presenti in misura pari a quelli africani e tuttavia non suscitano la stessa rabbia, la stessa riprovazione, lo stesso furore. Evidentemente scatta qualcosa a livello psicologico, qualcosa che è dentro di noi, un rifiuto, un senso di superiorità atavico, che non riusciamo a sopprimere. ...Il fatto nuovo è che il nero a chilometro zero non funziona. Il nero va bene se sta in Africa, più lontano possibile, il nero al nostro fianco ha svelato il razzismo che c’è in noi. Una ostilità che non dimostriamo verso i migranti di altri paesi. Evidentemente è proprio la pelle nera a disturbare l’uomo bianco. E come chiamare questo se non razzismo? Siamo di fronte a un razzismo di Stato, preparato da decenni da leggi come la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, i decreti Maroni, la realpolitik di Minniti. È un fenomeno che ci interpella tutti. Ora, con il governo Salvini-Di Maio-Conte siamo addirittura allo sdoganamento verbale del razzismo, della xenofobia, dell’aggressività. La politica sull’immigrazione del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che porta a chiudere i porti, va contrastata. La disobbedienza civile in questo contesto è l’unica arma che abbiamo. «Una legge che degrada la personalità umana è ingiusta», scriveva dal carcere di Birmingham Martin Luther King. ...
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iafisco1960 · 4 years ago
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Prestiamoci lancia il servizio PrestaSicuro: rendimento fisso al 3%
Uno strumento che «assicura» il rimborso del capitale al 100% e un rendimento del 3% lordo, anche se il debitore dovesse essere insolvente source https://www.corriere.it/economia/finanza/20_luglio_29/prestiamoci-lancia-servizio-prestasicuro-rendimento-fisso-3percento-025642b2-d1b3-11ea-9065-3ebb3245a97d.shtml
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pollicinor · 5 years ago
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Prestiamoci rivela i dati elaborati da Federconsumatori, tenendo conto di una lunga serie di spese. Quando si tratta di mantenere un figlio infatti non c’è solo l’aspetto alimentazione e alloggio. Ma si aggiungono anche le uscite per gli spostamenti, l’abbigliamento, la salute e l’educazione. Ed è così che si arriva a una spesa totale (quando il figlio compie 18 anni) da 113.700 euro per le famiglie a basso reddito (fino a 22.100 euro/anno), da 170.940 euro per chi ha un reddito nella media (37.500 euro/anno) e da 271.350 euro per chi ha un reddito oltre i 68mila euro/anno.
Dall’articolo "Avere un figlio in Italia. Quanto costa?" su AziendaBanca.it
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gregorionardi-blog · 8 years ago
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16/04/2017
E' FINITO L'OTTOCENTO? "Persone estranee, incontrate per caso in tram o nei negozi mi facevano spesso una carezza sulla testa che aveva capelli castani a boccoli, ma più spesso lodavano i miei occhi: Hai visto che occhi grandi ha quella bambina! Io li spalancavo ancora di più, fissa e attenta. E sono gli occhi di allora, tenuti aperti sul mondo intorno, per vedere, capire, imparare, che ancora mi servono, ora che gli occhi di oggi son brutti e deboli. E attraverso gli occhioni di allora sfila come una pellicola di avvenimenti, persone e cose. Avvenimenti e persone talune note, altri vivi solamente per quel tempo che ancora vivrà la mia persona e la mia memoria; che quando questa sarà spenta morranno, questi morti, una seconda volta e per sempre, perché sono io a tenerli ancora in vita nel ricordo". Quando trovai nel nostro archivio queste righe - l'inizio di un lungo testo inedito di mia nonna Lelia Cartei Bargellini - mi sorpresi riconoscendovi una sensazione che conoscevo bene dalla frequentazione di persone assai di me più anziane: la loro memoria teneva in vita il passato. Mio nonno Rio Nardi morì nel 1984, e forse nessun altro più ricordava la voce di Giosuè Carducci che lo aveva tenuto sulle ginocchia da bambino. Mio padre Roberto è morto nello scorso luglio, era l'ultima persona credo che ricordasse la figura viva di Gabriele D'Annunzio, io stesso ingenuamente lo sentivo vivo fino ad allora. Gli aveva chiesto di salire sul suo aeroplano, ma il poeta gentilissimo aveva dovuto negarglielo, riempiendolo in compenso di doni magnifici che ancora conserviamo. Sabato scorso 15 aprile è morta Emma Morano, l'ultima persona vivente che fosse nata ancora nell'Ottocento - il 29 novembre 1899. L'aveva vissuto per pochi giorni, trentatré. Tanto bastava per recarcene la testimonianza. Pensateci: era nata nell'anno in cui Debussy aveva terminato i Nocturnes per orchestra, Mahler aveva iniziato i Rückert-Lieder e Charles Ives la sua prima sinfonia; nell'anno della Pavane pour une infante defunte di Ravel e della Verklärte Nacht di Schönberg, dello Tsar Saltan di Rimkij-Korsakoff e della Cenerentola di Massenet. La vita della signora Morano misurava la lunghezza della storia, ci faceva sentire come contemporanei - perché lo erano per lei - avvenimenti di cento anni fa, quando Emma aveva diciassette anni. Fino a sabato scorso persino l'Ottocento poteva dirsi nostro contemporaneo - ora, temo, non più. Tra cento anni un bambino si ricorderà di noi, così come siamo oggi: prestiamoci attenzione.
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stefano-melia · 10 years ago
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Oltre 5,3 milioni di Euro per l'exit di Prestiamoci: startup di Digital Magics
Oltre 5,3 milioni di Euro per l’exit di Prestiamoci: startup di Digital Magics
Digital Magics, incubatore certificato di startup innovative quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), ha avviato il processo della settima exit (cessione di una società). È previsto che Prestiamoci, l’unica startup italiana autorizzata come finanziaria da Banca d’Italia per la gestione di una piattaforma di prestiti fra privati su internet, si fonderà con TrustBuddy…
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wetoom · 12 years ago
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Oggi vi parliamo di come questo nuovo stile di vita sta entrando via via nella nostra quotidianità torinese e quali sono gli ambiti in cui il consumo collaborativo trova la sua espressione nella città.
Sicuramente un ambito in cui il consumo collaborativo ha preso piede a Torino è la mobilità condivisa, intesa nelle sue forme più conosciute: bikesharing, carsharing e carpooling. Ogni giorno molti torinesi si recano presso le 116 stazioni installate dal servizio di bikesharing [TO]bike e se si cammina nel centro cittadino si possono vedere sfrecciare su biciclette gialle studenti, impiegati, commercianti, con un target sempre più vario di utenti. 
Il carsharing cittadino carcityclub, nato nel novembre 2002, soffre sicuramente del fatto di avere prezzi meno accessibili. 
Il fenomeno del carpooling invece ha numeri decisamente diversi, considerando che solo dalle mie ricerche fatte sul web, ho trovato ben 10 siti che si occupano di trovare il passaggio giusto per te, tra i più famosi cito blablacar, bring me, carpooling, flootta e avacar.
Un altro ambito attivo su Torino è il coworking, la possibilità di avere uno spazio professionale a tua disposizione in condivisione con altre persone. Tra i più conosciuti sicuramente c'è Toolbox, uno spazio curato nei dettagli che organizza, inoltre, periodicamente attività di approfondimento sul consumo collaborativo. Ma a Torino non si condivide solo l'ufficio, anche la casa, infatti esiste il progetto di cohousing a cura dell'associazione Coabitare.
Poi ancora banche del tempo, come Basta un Ritaglio, la banca del tempo di Sansalvario, lo swapping di abiti di SwapParty ChezTata, il social network sportivo tutto torinese We-Sport per organizzare la partita di calcetto o la corsetta serale, infine la piattaforma TamTown, sempre torinese, per scambiare le proprie competenze.
E dopo aver condiviso biciclette, auto, passaggi in macchina, ufficio, casa, vestiti, oggetti, passioni, competenze e addirittura il tempo, cosa ci chiederanno questi maniaci del consumo collaborativo, di condividere anche il denaro?
Ebbene si, esistono piattaforme di crowdfunding e di social lending, il primo permette a chiunque di ottenere una quota prestabilita per realizzare il progetto della tua vita, ad esempio fare un documentario, scrivere un libro piuttosto che aprire un circolo culturale, il secondo invece è un prestito peer-to-peer, che ha la sua particolarità di avere un contatto diretto tra le due parti in gioco. Come piattaforma di crowdfunding preferisco citarne una italiana, eppela.com, mentre prestiamoci.it è il principale social lending italiano.
Insomma, Torino ha tutte le carte in regola per dimostrare che un altro modo di consumare esiste e funziona, ora sta a noi dargliene la possibilità.
Matteo P.
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yeschanneltech · 5 years ago
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Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech
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Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech
Secondo la terza edizione rapporto PwC sul Fintech 2020 in Italia, che ha coinvolto 278 FinTech e 86 TechFin, nonostante un comprovato ritardo rispetto ai trend globali, il FinTech italiano si muove coerentemente a tali trend e con un’elevata dinamicità, mostrando un potenziale scenario positivo e promettente, in grado di superare il gap con lo scenario globale.
Di fatto, grazie anche all’introduzione della Psd2, è stata superata la prima delle tre fasi evolutive identificate da rapporto (1-Disruption, 2-Discussione, 3-Partnership e collaborazione) ed è cominciata la fase di discussione.
Allo stato attuale, si stanno ponendo le basi per la fase delle partnership che potrebbe essere accelerata a fronte dell’emergenza sanitaria in atto causata dal Covid-19.
Servizi finanziari digitalizzati, il Coronavirus dà la scossa al Fintech
“Nelle nostre previsioni questa situazione di «forzata digitalizzazione» diventerà strutturale: l’esperienza digitale, una volta provata, non sarà più abbandonata. I servizi finanziari tradizionali cederanno il passo a quelli digitali. Noi siamo i pionieri di questa trasformazione. Si supererà il gap culturale del paese che, se avanzatissimo per numero di smartphone posseduti, lo è meno in termini di utilizzo di servizi digitali legati alla finanza. È naturale pensare che questa situazione porterà ad un significativo aumento nell’utilizzo e nell’apprezzamento dei servizi digitali finanziari da parte di tutta la clientela, senza parlare della probabile crescita esponenziale della domanda di credito che, sempre più spesso, trova risposta nel mondo del FinTech, a scapito dell’offerta tradizionale. Sugli effetti della crisi dovuta all’emergenza sanitaria – continua Daniele Loro, Amministratore Delegato di PRESTIAMOCI, piattaforma italiana di Social Lending – lo studio prevede quello che è già avvenuto in Prestiamoci in questi primi 45 giorni: la capacità di lavorare a distanza, e di mettere a disposizione di clienti e partner strumenti digitali da parte delle fintech, sta assicurando una maggiore reattività alle aziende 100% digitali come la nostra. Un altro aspetto che si sta rivelando significativo in questo processo è la capacità di collaborare con i partner in via totalmente remota. Un esempio? L’interrogazione dei conti correnti PSD2. Richiedere al cliente l’invio digitalizzato di un estratto conto diventa un problema in questo preciso momento storico. Non tutti hanno uno scanner e una stampante a casa. Con un «flag» del cliente, in qualche frazione di secondo, tutto questo è superabile. Un’ulteriore riflessione riguarda le aree di maggiore interesse segnalate dallo studio, fra le quali vengono citati i Pagamenti, il Lending e il Wealth & Asset Management. Prestiamoci è finanziaria e istituto di pagamento. La nostra mission è proporre l’investimento nel P2P, ovvero proporre un prodotto di Wealth Management «costruito» con le opportunità più interessanti di Lending, realizzato con strumenti di pagamento efficienti e all’avanguardia. Abbracciamo quindi tutte e le tre aree di maggiore potenziale del mercato, con una capacità di generare margini elevati, in controtendenza rispetto alla media rilevata dallo studio per il panorama dei servizi finanziari digitalizzati”.
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stefano-melia · 10 years ago
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Aumento di capitale di 450.000 € in Prestiamoci con Digital Magics e azionisti della startup
Aumento di capitale di 450.000 € in Prestiamoci con Digital Magics e azionisti della startup
Digital Magics, incubatore certificato di startup innovative quotato sul mercato AIM Italia di Borsa Italiana (simbolo: DM), e importanti investitori italiani e internazionali hanno sottoscritto un aumento di capitale di 450.000 Euro in Prestiamoci, l’unica startup italiana autorizzata come finanziaria da Banca d’Italia per la gestione di una piattaforma di social lending (prestiti personali da…
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stefano-melia · 10 years ago
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Prestiamoci (Digital Magics): on-line il nuovo sito
Prestiamoci (Digital Magics): on-line il nuovo sito
Prestiamoci – startup finanziaria italiana che gestisce una piattaforma web per il prestito fra privati – e’ online con il nuovo sito. Su http://www.prestiamoci.it, si legge in una nota, le persone che vogliono investire denaro vengono messe in contatto con chi vuole ottenere un prestito per esempio per ristrutturare un appartamento, comprare un’auto, organizzare un matrimonio o pagarsi gli…
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