#pragmatico
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Diccionario mundifinista parte 52:
Nacer: Venir a la vida de forma completamente involuntaria y accidental. La voluntad de vivir puede adquirirse con el tiempo, lo accidental no se quita.
Paciencia: Leyenda urbana.
Pagar: Lo que rara vez hace una persona rica, lo que casi siempre hacemos los demás. Por ejemplo: Una persona famosa, pongamos por caso del mundo del deporte o del cine, va a comer a un restaurant. Es atendida por la persona propietaria del local, y la comida se la regala porque por favor para mi es un honor su presencia además… ¿una foto? gracias, yo subo esta foto mañana y se me llena el local, esto es publicidad gratis, también la voy a colgar en aquella pared, mire, es enorme el favor que me hace usted con su presencia, lo mínimo que puedo hacer por usted es regalarle la cena, no por favor, gracias a usted. Voy yo: pago. Van ustedes: pagan.
Pantalla: El lugar donde más tiempo habitamos.
Papa: Tubérculo supremo del catolicismo.
Perdón: Palabra en desuso al igual que gracias, permiso y disculpe.
Pizza: Sin ananá.
Poco: Todo lo que tengo, lo contrario de mucho que es todo lo que quiero.
Politraumatismo: Conjunto de traumas que nos causan la gestión de los políticos.
Posición: 69 como para empezar.
Pozo: Punto de inicio al finalizar cualquier desgracia.
Pragmático: Todo lo que no soy.
Prejucio: Lo más parecido a un pensamiento que tiene un zombie. // Vagancia neuronal. // Cáncer del argumento. // Cólico del razonamiento.
Procrastinar: Después te cuento.
Próstata: Tocamela toda.
Proverbio: Al que madruga cuchillo de palo.
Publicidad: Una de las bases de la democracia, sobre todo en campaña electoral (Ejemplo: en 2008 la campaña de Obama ganó entre otros galardones el premio Ad Age's Marketer of the Year otorgado por los profesionales de marketing y las grandes agencias; en el 2012 recibió entre otros premios el Webby Breakout of the Year por su exitosa campaña digital Obama for America).
Vida: Te dan una a prueba y después te morís.
Acostumbradoalfindelmundolandia: linktr.ee/acostumbradoalfindelmundo
#acostumbrado al fin del mundo#diccionario#diccionario mundifinista#nacer#paciencia#pagar#pantalla#papa#perdon#pizza#poco#politraumatismo#posicion#pozo#pragmatico#prejuicio#procrastinar#prostata#proverbio#vida#publicidad
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Già. Tutti i verilibberali preoccupatissimi: "Trump liquiderà l'Europa" (spoiler: l'Europa s'è liquidata da sola, con le decisioni folli dei suoi politicanti e burocrati). In realtà è la parola d'rodine di quelli che vorrebbero trasformarla nella Ultima RIdotta del wokismo.
(Spoiler II: Trump è un uomo d'affari, pragmatico. Basta non nominargli il nulla che fa perder tempo, la UE, o chi remi contro come Francia o UK, o chi si remi addosso come la Cermania; se si parla di Italia, lui ci sta alla grande).
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C'è un personaggio cinematografico in cui ti riconosci?
Domanda molto bella e difficile.
In adolescenza mi sentivo abbastanza vicino al Travis Bickle di Taxi Driver, solitario e disilluso dalla società.
Sempre in adolescenza alternavo le fasi di solitudine con quelle di eccesso, per anni ho fatto praticamente la stessa vita di Lip di Shameless provando esperienze diverse e bruciando le tappe prima del dovuto.
Poi è venuto il tempo di "Michael Vronsky" de Il Cacciatore, anche lui molto disilluso e affetto da traumi post guerra in Vietnam, un uomo molto risoluto e pragmatico nel modo di vivere.
Per fortuna però in certi momenti mi sento anche un po' Il Drugo de Il Grande Lebowski, quando con grande calma se ne frega del mondo circostante e si beve uno dei suoi white russian rilassandosi come si deve.
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La norma sull'utilizzo delle fonti rinnovabili stabilisce standard non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. Ecco perché sarebbe meglio un approccio più pragmatico e meno ideologico
Azzeccare previsioni è relativamente semplice, purché non riguardino il futuro. Questa volta però una previsione la facciamo: non vi è alcuna possibilità che gli obiettivi fissati nell’aggiornamento della Direttiva europea (RED III) per quanto riguarda le fonti rinnovabili possano essere raggiunti. Almeno in Italia, ma gli altri stati europei non stanno meglio. L’obiettivo fissato è che al 2030 siano rinnovabili il 42,5% dei consumi finali di energia più un obiettivo non vincolante (ma che significa?) del 45%. Attenzione, questo obiettivo non riguarda la sola energia elettrica, se fosse così già quasi ci saremmo, ma il 42,5 di tutta l’energia. Quindi dobbiamo nello stesso tempo aumentare la quota di energia elettrica prodotta con le rinnovabili e aumentare la quota di elettricità sul totale di energia consumata. E la differenza è enorme. L’elettricità infatti è oggi solo il 21,5 per cento del totale dell’energia consumata.
Per capire di che cosa stiamo parlando è meglio cominciare dai consuntivi, che al contrario delle previsioni presentano numeri certi. Nel 2022, secondo i dati del MASE, solo il 19% dei nostri consumi finali erano da rinnovabili. Sole, vento, idro, geo, ma anche rinnovabili termiche, compresa la legna da ardere, e un po’ di biometano. Nel 2014 era al 17,1. In 8 anni siamo quindi cresciuti di 2 punti. Nei prossimi 7 dovremmo crescere di 23, 5 punti, 12 volte in più del tasso di crescita registrato fin qui. Anche se facessimo oggi tutta l’elettricità con le rinnovabili, cosa impossibile, ci fermeremmo al 31,8, più di 10 punti sotto l’obiettivo. In Europa le cose vanno appena meglio. Siamo al 21% medio, appena due punti sopra l’Italia, grazie soprattutto ad alcuni paesi del Nord Europa, come Svezia e Finlandia, ricchi di idroelettrico e legname.
Da noi la discussione è tutta centrata sulle rinnovabili elettriche, ma occorre capire che in realtà si tratta di perseguire, come detto, un doppio obiettivo. Non solo aumentare la produzione da rinnovabili, ma contemporaneamente aumentare di molto la quota di consumi energetici soddisfatti dall’elettricità. Dal 21,5 % di oggi al 29% nel 2030. Sembrano pochi 8 punti. Ma il combinato disposto fra le due cose, più rinnovabili e più elettricità nei consumi finali in un tempo così breve, comporta obiettivi irrealizzabili. Stessa cosa per le altre rinnovabili termiche.
Diversi studi, TERNA, Confindustria, Università di Padova, hanno fatto i conti e indicato cosa occorrerebbe fare. Bisognerebbe da oggi al 2030 installare 700.000 pompe di calore all’anno. Immatricolare 1 milione di auto elettriche all’anno. Nel 2022 sono state 50.000. Installare 120 GW di nuove rinnovabili al ritmo di quasi 20 all’anno contro i 3 dell’anno scorso e almeno 120 GWh di sistemi d accumulo. Aumentare di 15 volte la produzione di biometano. Naturalmente il mix può cambiare, ma siccome nessuno di questi obiettivi singolarmente ha serie possibilità di essere raggiunto le cose non cambiano. Non credo ci sia un solo esperto di problemi energetici che possa ritenere questi obbiettivi realizzabili. Rimane da capire perché l’Europa si ostini ad alzare l’asticella di obiettivi chiaramente non raggiungibili, creando solo frustrazione, mancanza di credibilità e costi elevati. E perché l’Italia che pure ha fatto molti compiti a casa non faccia presente che forse un po’ di realismo servirebbe. Negli stessi giorni dell’approvazione della Direttiva la Presidenza spagnola ha predisposto un documento dai toni più che allarmistici sulla carenza di una serie di materiali necessari per soddisfare tutte le esigenze. Con il rischio che i costi vadano alle stelle e la dipendenza dalla Cina, dice il documento, raggiunga lo stesso livello di quella precedente dalla Russia. Suona quindi surreale il commento del relatore tedesco Markus Pieper del Ppe secondo il quale “questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica”. Il punto è che la Ue si è incastrata da sola ponendosi un obiettivo, quello delle zero emissioni al 2050, che la costringe a stabilire tappe intermedie altrettanto velleitarie. L’unico risultato per il momento è la perdita di competitività dell’industria europea, la creazione di mercati, auto elettriche e rinnovabili, per i produttori cinesi, l’aumento dei costi per imprese e famiglie. Nel frattempo il contributo delle emissioni europee al totale mondiale continua a scendere. Soprattutto perché crescono quelle degli altri.
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varias personas de aqui me han dado un poquito de inspiración por ser sencillas y honestas y usar esta red igual como se usaba antes y era entretenido e intimo y echo harto de menos eso asi que fome seguir quedandome de espectador.
echo de menos hartas cosas ultimamente, me siento unpoco en crisis porque me encantaría dejar de tener obligaciones aunque me gusta, pero supongo que ya es territorio de hablar de explotación q ya es pa otro post
hago q algo en mi pega eso si para no volverme loco es ser yo mismo, algo que me sorprende mucha gente intenta no hacer pero al mismo tiempo si me preguntan yapo que onda eres tu igual me descoloca un poco.
me encanta lo pragmatico pero encuentro q no srive mucho en la vida real. Honestamente siempre me ha ido mucho mejor cuando me aburro de eso y hago algo "caotico" y creo que el no dar con ese punto medio ahora (si lo he encontrado antes) me tiene achacado.
Creo que por esto tmbn empatizo* y me llevo bien con gente muy burbuja o muy no burbuja.
De todas maneras ha cambiado harto eso, en el camino se van aprendiendo cosas y creo imposible eso de "volver a 0 o tener que empezar todo de nuevo"
no quiero escribir ahora cosas que no siento ralmente pero
tengo muchas ganas en el fondo de que mas personas pasen por esto de cuestionarse
*y bueno llevo yo creo los ultimos 2 años tratando de averiguar si la empatia existe y si es necesaria, con algunos libros que francamente me dan miedo leer porque no creo que me guste la respuesta. Creo que lo más acertado es que no, no existe, pero sí, es necesaria.
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"Non è giusto ritenere che gli storici favorevoli ad una revisione dei fatti avvenuti nella seconda guerra mondiale siano senz'altro "di destra". Si tratta piuttosto di libertari che vedono messo in pericolo il diritto alla libera manifestazione del pensiero."
fin dall'asilo si sa che nelle dispute, vince chi risulta più convincente in base alla logica (in senso pragmatico) degli argomenti validi a sostegno della tesi.
la domanda è: ma i comunisti ce l'hanno mai avuto un argomento valido? 🤔
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Di turismo e misticismo
Premessa
Quando il secondogenito aveva due anni e mezzo siamo entrati in una chiesupola montana di 35 m² (ad esser larghi). Era la prima volta che entrava in una chiesa; mentre ci guardavamo intorno abbiamo sentito canticchiare “tanti auguli attè, tanti auguli attè” e ci siamo voltati giusto in tempo per vederlo soffiare sulle candele votive spegnendone una mezza dozzina davanti agli occhi inorriditi di una vecchina devota. Già dalla prima volta, portarlo in chiesa regala sempre qualche perla inaspettata.
Prima parte
Un inedito quanto gradito interesse del piccolo per gli affreschi del (meraviglioso) palazzo Farnese di Caprarola è culminato con l’arrivo alla stanza degli angeli, nella quale siamo stati sommersi di domande tecnico-teologiche su gerarchie e poteri angelici a cui eravamo tutto sommato impreparati. Dopo un momento di silenzio che ci aveva illusi di averla sfangata, se n’è uscito con “ma sono più forti, gli angeli, i jedi o i pokemon d’acqua?”. La royal rumble culturale che non ti aspetti. Il dibattito ha tenuto banco per tutta la visita ai giardini esterni del palazzo (che sono grandini) senza arrivare ad una vera conclusione, spodestato solo alla vista di una fontana piena di lenticchie d’acqua che ha fortunatamente spostato il focus su “sembra prato, ma è acqua!”.
Seconda parte
Nel duomo di Orvieto la (meravigliosa) cappella di San Brizio ha inevitabilmente riacceso un certo interesse per angeli e dintorni. È stato particolarmente complicato spiegare il concetto di giudizio universale “ma perché gli angeli suonano la tromba?” “per annunciare la fine del mondo” “vuoi dire la fine dell’inferno, sono angeli” “no no, quella del mondo” “perché fanno finire il mondo? ma allora sono cattivi!” e così via.
Di nuovo, un attimo di quiete è stato mal interpretato come conclusione del dibattito teologico, e mentre girellavamo nei sotterranei della cattedrale è arrivato a bruciapelo un “Ma dio esiste?” una signora che stava passando a distanza d’orecchio si ferma, ci guarda e fa “Domanda impegnativa! Quasi resto per sentire la risposta.”
La mia consorte non si scompone e inizia a rispondere che alcune persone ci credono, altre no, proseguendo con un excursus sulla pacifica convivenza di credenze molto più positivista di quello che sarei stato in grado di trasmettere io. Il fatto che l’esistenza di un essere divino possa essere oggetto di dibattito scuote dal torpore il pragmatico primogenito (fanciullo di poche parole prevalentemente a causa della logorrea del fratello) che in maniera molto tranchant-razionalista commenta “ma scusa, se una cosa esiste in qualche modo si vede e uno lo sa che esiste” inconsciamente citandomi uno dei momenti migliori di Tim Minchin e guadagnando la stima imperitura dal su’ babbo.
Non ricordo più come ma dopo qualche tempo il discorso si sposta sui reperti storici del museo del duomo e (inevitabilmente) cade sui pokemon e il piccolo decide di precisare che “i pokemon sono gli antenati dei dinosauri”. Commetto il grossolano errore di mettere in dubbio la veridicità storica di questa affermazione. Il piccolo s’incazza, ma di brutto. “Voi avete detto che se uno crede in dio va bene anche se voi non ci credete e io non devo credere che i pokemon siano gli antenati dei dinosauri! Ma se io ci voglio credere?” Attimi di smarrimento. Il ragionamento non fa una grinza. Valuto brevemente se tirare fuori la teiera di Russel. Desisto. I dinosauri da programma ministeriale si fanno in terza elementare, abbiamo ancora un annetto e mezzo prima di fare figure di merda con le maestre. “Ok, se questo è quello che vuoi credere, va bene”
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“Tornando a B., gli manca l’organo della vita intellettuale, etica, estetica. In compenso ha un apparato percettivo e motorio adatto alla caccia: animale monstre, del genere caimano o squalo, diversamente dai quali allarga le ganasce nel riso, scherza, parla come le fontane buttano acqua, suona, balla; e l’ascendente ilare moltiplica le prede. Laurea tardiva in legge, imprese edili, bilanci opachi, girandole societarie, affari via via più grossi. Viene su a coups de main. Uno è l’acquisto della principesca villa d’Arcore dall’unica erede Casati Stampa: costa poco, quasi niente; mediava la compravendita un avvocato, già protutore dell’alienante, sulla cui testa peseranno condanne penali perché gli compra favori giudiziari (così sedici anni dopo, diventa editore dominante, padrone della Mondadori); e lì, a Villa San Martino, s’insedia uno pseudostalliere, boss mafioso, restandovi due anni. Sta a pennello nella P2. Sinora era storia d’ordinario affarismo. Quando la Consulta schiude l’etere ai privati abolendo il monopolio statale, irrompe e divora i concorrenti. L’arma è una gestione stregonesca: soap-opere, vaudeville sguaiato, lotterie, giochi, un allegro mondo finto dove la fortuna sta dietro l’angolo; niente che affatichi i neuroni, lasciamoli dormire (la Rai manda in onda Omero, Flaubert, Tolstoj o simili barbose pappolate); così cattura l’audience e rastrella pubblicità. La Corte postulava dei limiti. Come non detto, e quando dei pretori tentano d’imporli, gli presta man forte Bettino Craxi, presidente del Consiglio dettando scandalosi decreti. L’operazione costa un occhio ma ne valeva due. Giulio Andreotti vara una legge Mammì che lo consacra duopolista: cinque ministri democristiani tentavano d’impedire l’abuso dimettendosi, impassibile, li sostituisce d’un colpo. La cadente Repubblica era corrotta nelle midolla: gliele mangiavano consorterie fameliche, quindi odiose agl’imprenditori; un’inchiesta penale innesca la spirale; e finiscono travolte. Nel vuoto entra lui, fingendosi uomo nuovo in polemica col professionismo politico parassitario del quale è figlio: gl’ignari lo vedono liberal-liberista, pragmatico, semplificatore; accorrono dei chierici delusi dal vecchio establishment. Vari segni destano sospetti: ad esempio, l’inno, talmente volgare da non attecchire; quel sorriso digrignato ha l’aspetto fisso delle maschere; l’Ego gli cade da ogni parte. Vinta la partita elettorale, figura male al governo, com’era prevedibile. Gli mancano qualità organiche: la cura degl’interessi altrui in prospettive lunghe implica distacco dall’Io; lui vi sta avviluppato, un pitone nelle spire; era affarista da preda, tale rimane, insofferente d’ogni regola. Non è il suo mestiere: dura solo sei mesi ma disponendo d’un ordigno formidabile, l’adopera senza scrupoli, sul presupposto che lo spettatore medio, frollato al punto giusto, abbia l’età mentale d’undici anni, e dipenda solo dallo stregone abbassarla ancora; dopo sedici mesi d’interregno, raccoglie più voti del cartello avversario, perdendo nei Collegi uninominali. Sul campo è l’antipode del capitalista weberiano. Imprenditore? No, impresario d’una lobectomia collettiva e scorridore d’affari: pratica ridendo menzogna sistematica, fraudolenta quando occorre, arte del corrompere, plagio spietato; predatore-barzellettiere dai riflessi infallibili, non patisce fisime inibitorie né perde tempo in fatiche mentali; nel suo genere combina mirabilia. Qui viene utile la scienza del viso: il catalogo medievale degl’indizi include soprannomi e mala physiognomia; le icone berlusconiane, meticolosamente curate dagli addetti, dicono tutto”. Così , su #Berlusconi, Franco Cordero (quanto ci manca oggi), ricordato e riproposto da Duccio Facchini e @altreconomia
via @tomasomontanari
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LA CINA CI SCRIVE
Non capita tutti i giorni che il Global Times – l’organo di stampa del governo cinese – dedichi un articolo in homepage all’Italia. E purtoppo il titolo era tutt’altro che incoraggiante:
“Non permettete che l’abbandono del BRI possa diventare per l’Italia un motivo di pentimento” . (BRI sta per “Belt and Road Initiative”, cioè l’accordo commerciale italo-cinese, da noi soprannominato “Via della seta”).
L’articolo cinese critica le recenti dichiarazioni del ministro Crosetto, che si è detto contrario all’accordo in un’intervista al Corriere della Sera. Come scrive Giorgio Bianchi : “Non si e' fatta attendere la risposta cinese alle dichiarazioni offensive fatte da Crosetto nell'intervista al Corriere. Il Ministro della Difesa, avventurandosi in un campo che non conosce e non gli compete, quello dell'economia e del commercio, aveva definito l'adesione dell'Italia alla Via della Seta una decisione "improvvisata e scellerata" e aveva snocciolato una serie di falsita' sulla mancanza di benefici per l'Italia.”
Nell’articolo, il Global Times smentisce apertamente i dati dichiarati da Crosetto:
“Crosetto ha affermato che la BRI ha moltiplicato le esportazioni cinesi verso l'Italia, ma non ha avuto lo stesso effetto sulle esportazioni italiane verso la Cina. Ma in realtà, per più di quattro anni, il volume degli scambi bilaterali tra Cina e Italia ha ripetutamente raggiunto nuovi massimi. Dal 2019 al 2022 è aumentato di quasi il 42% in controtendenza. L'anno scorso ha raggiunto quasi 78 miliardi di dollari. Dal 2019 al 2021 le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate del 42%. Nei primi cinque mesi di quest'anno, le esportazioni italiane verso la Cina sono aumentate significativamente del 58%. Queste cifre riflettono inconfutabilmente il forte effetto della BRI, che non è affatto quello che ha detto Crosetto.”
Dopodichè il Global Times va dritto al punto, ovvero la situazione di sudditanza dell’Italia rispetto agli USA:
“Anche la tempistica della retorica di Crosetto è dubbia, e dietro ovviamente ci sono gli Stati Uniti. … Dopo l'incontro con il presidente Usa Joe Biden, la Meloni ha detto che il governo italiano prenderà una decisione sulla Bri entro dicembre, sottolineando di "mantenere aperto un dialogo costruttivo con Pechino" e rivelando la volontà di visitare la Cina. Ciò riflette anche l'attuale dilemma dell'Italia: vuole il riconoscimento politico di Washington, ma non è disposta a rinunciare alla cooperazione economica con la Cina, e non vuole sceglierne solo una. È chiaro chi è responsabile della difficile situazione attuale dell'Italia. Da quando l’Italia ha deciso di aderire alla BRI, nel 2019, gli Stati Uniti hanno esercitato una forte pressione su di essa e hanno quasi etichettato l'Italia come un "traditore dell'Occidente". A quel tempo, il New York Times descrisse addirittura l'Italia come un "cavallo di Troia" del mondo occidentale, "che consente all'espansione economica - e potenzialmente militare e politica - della Cina di raggiungere il cuore dell'Europa". Dopo il cambio di governo italiano, Washington ha visto un'opportunità e ha intensificato le pressioni su di essa. Poco prima della visita di Meloni negli Stati Uniti, John Kirby, direttore delle comunicazioni strategiche del Consiglio di sicurezza nazionale, ha pubblicamente "istruito" l'Italia sulla "mancanza di ricompensa per le partnership economiche con la Cina" e ha detto che "abbiamo creato un'alternativa".
Il Global Times conclude dandoci dei “suggerimenti amichevoli”:
“Essendo l'unico paese del G7 che ha firmato il Memorandum sulla BRI, la priorità dell'Italia nelle relazioni estere della Cina e lo stato delle relazioni Cina-Italia nelle relazioni Cina-UE sono stati notevolmente migliorati, con molti effetti positivi diretti e indiretti. Inoltre pone l'Italia in una posizione unica e vantaggiosa per collegare l'Oriente e l'Occidente. Se guardiamo solo da un punto di vista pragmatico e puramente dagli interessi nazionali dell'Italia, l'adesione alla BRI è senza dubbio vantaggiosa. Ma se si mescola con la geopolitica e la pressione e la coercizione degli Stati Uniti, le cose si complicheranno. Ci auguriamo che l'Italia possa prendere una decisione razionale senza interferenze esterne. Questo è il momento di mettere alla prova la saggezza politica e l'autonomia diplomatica dell'Italia.”
Parole sante. Ma di quale “saggezza politica e autonomia diplomatica” stiamo parlando?
Massimo Mazzucco
https://www.globaltimes.cn/page/202308/1295423.shtml
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Un genere estromesso dalla cultura ufficiale: la letteratura sull'aldilà.
Tutti noi desideriamo capire la sostanza della realtà e il fine dell'esistenza. È consentito interrogarsi su questi argomenti (che per me sono l'Argomento) tramite la scienza e la filosofia. Ma nel momento in cui riceviamo una rivelazione da un'anima che ci ha preceduti nel viaggio e che parla dell'aldilà esattamente come un amico trasferitosi all'altro capo del mondo ci parlerebbe della sua nuova residenza, con tono quotidiano e pragmatico, pur con gli occhi che gli brillano e la voce rotta dalla gioia, come reagiamo?
È consentito ambientare delle opere letterarie nell'aldilà, specificando, però, che provengono dall'ingegno e dalla fantasia e che sono delle allegorie, come la Divina Commedia, e il loro messaggio sia utile e interpretabile anche in chiave strettamente terrena, per il suo valore umanitario laico e non religioso. Nel momento in cui dichiariamo che ciò che abbiamo scritto è assolutamente reale e ci crediamo, possiamo smettere di essere considerati degli autori di letteratura per essere relegati nel campo dei visionari o peggio dei mistificatori. Quindi, per quanto la nostra opera sia frutto di buona fede e utilissima all'umanità, nessuno avrà il coraggio di rendercene merito.
Perché? Perché il mondo vuole essere scettico. Le persone vogliono mantenere la propria libertà di pensiero, e questa è una grande conquista. Per questo hanno formulato dei potenti anticorpi verso le verità rivelate. Al momento attuale, neanche il più grande dispiegamento di forze spirituali può oltrepassare la barriera dell'incredulità umana. Con ciò non voglio dire che l'umanità non sia influenzabile o manipolabile. Lo è, ma da coloro che non si fanno portatori di verità trascendenti. L'umanità è schiava della Terra, proclamandosi libera. Ha fortemente delimitato il proprio raggio di esplorazione, scartando la ricerca personale nel campo spirituale a favore di risposte materialistiche collettive.
Questo scetticismo culturale collettivo è fortemente agente anche in me. Per questo, mentre leggo di splendide e logiche verità che risuonano come ricordi sepolti nell'anima, un'altra parte, martellandomi dice: "Tanto non è vero niente. È tutta paccottiglia di cattivo gusto. La letteratura, quella vera, ha come sostrato l'assunto che l'essere umano sia solo e non ci sia nulla di superiore oltre lui."
La Provvidenza non è stata più Dio, ma una barca che naufraga...
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Se credessi nel popolo sovrano, anziché in Dio Padre onnipotente, lo esorterei a distinguere tra folclore e realtà, fascisti a parole e comunisti a fatti.
E no, non intendo confrontare Flaminia Pace e Ilaria Salis. Sarebbe troppo facile e un insistere sul lato pittoresco della vicenda. Mentre io voglio essere pragmatico. E filologico. Chiamo comunismo quanto teorizzato nel “Manifesto del Partito Comunista”.
Marx ed Engels scrissero: “I comunisti possono riassumere le loro teorie in questa proposta: abolizione della proprietà privata”. Pertanto chiamo comunisti gli ambientalisti e in particolare i promotori del Patto Verde europeo. Che costoro si definiscano diversamente, socialisti, popolari, addirittura liberali, non ha alcuna importanza. Sia per me che per Marx ed Engels sono tutti comunisti. Siccome nemici della proprietà privata ossia della casa privata, dell’auto privata, del cibo privato.
Sono loro il pericolo per la libertà d’Europa, non le belle fascistelle. Se credessi nel popolo sovrano, anziché in Gesù Cristo unigenito figlio di Dio, lo spronerei a distinguere fra passato e presente, pensieri e azioni, ma non si può far ragionare un drogato (l’antifascismo è l’oppio dei popoli, i media sono fumerie, gli europei barcollano narcotizzati come Sid Vicious al Chelsea Hotel).
immortale Langone, l'elite che me gusta, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/06/29/news/il-pericolo-per-la-liberta-d-europa-sono-i-promotori-del-green-deal-non-le-belle-fascistelle-6698413/
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non mi sembra che chatti così tanto con quelle che ti scrivono!
Sono pragmatico, non mi piace parlare per parlare.
Se ci sono argomenti interessanti di cui parlare sono sempre pronto però.
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Bizzarro.
Il sogno di questa mattina è stato più che bizzarro, dentro c'era di tutto perfino Jessy il pitbull di un mio ex coinquilino di circa 18 anni fa, cane che non c'è più purtroppo. C'era un viaggio, rocambolesco, dove a Riga la compagnia aerea aveva cancellato il volo e mi davano un'auto gratis, ma dovevo pagare la benza, ma rifiutai perché da Riga a Catania ci sono troppi chilometri e non penso sia fattibile come spesa, costa meno l'aereo, quindi mi hanno dato una stanza in condivisione con una donna, potete immaginare cos'è successo. Poi c'era un tizio che mi offriva una canna ma la dovevo rullare io e stranamente non ci riuscivo, ogni tentativo era peggio del precedente. Poi ho vari flash e immagini sparse, persone che non ho mai visto in vita mia o che ho visto per un istante e non ricordo, insomma il solito casino che la mia mente mi propone. Meglio non pensarci. Oggi ho parlato un pò con Spock e lui da scienziato pragmatico mi ha consigliato di valutare tutto nei minimi dettagli, beh ovvio, i colpi di testa impulsivi di una volta non sono più plausibili in questo momento storico, si rischia il crollo. Guardo avanti come sempre il passato è passato e resta la scia dei ricordi belli e brutti, dei momenti memorabili e di quelli da dimenticare, delle opportunità mancate e di quelle colte, si lo so ancora niente è definito e possibilmente mi sbaglio, ma sono sicuro che qualcosa è cambiato, non mi irrito, un leggero fastidio però lo sento perché la doccia fredda non piace a nessuno, forse a qualcuno d'estate quando fa caldissimo, ma a me neanche d'estate, se mai tiepida.
Concludo con un concerto da camera perfetto per il sogno ed il periodo, ciao ciao.
youtube
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“Paprika”di Satoshi Kon, 2006
(no spoiler)
«Tutti i progressi nella cultura, mediante i quali l’uomo compie la propria educazione, hanno per fine l’applicazione delle conoscenze e delle abilità così acquisite al loro uso nel mondo; ma nel mondo l’oggetto più importante a cui rivolgere questa applicazione è l’uomo, perché l’uomo è il fine ultimo di se stesso. Quindi la conoscenza dell’uomo, nella sua qualità di essere terrestre dotato di ragione, merita in modo particolare di esser detta conoscenza del mondo, benché l’uomo sia solo una parte delle creature terrestri.» (Kant, Antropologia dal punto di vista pragmatico)
La dottoressa Atsuko Chiba detta At-Chan, è una giovane psichiatra che sta partecipando a un esperimento segreto e innovativo: una macchina che può curare le patologie mentali permettendo al medico di entrare nei sogni dei suoi pazienti e lavorare con loro curandoli e collaborando con loro in questa realtà parallela.
Per “entrare” nei sogni dei suoi pazienti Atsuko usa il suo alter ego: una lievissima ragazzina dai capelli rossi piena di vita e gioia, chiamata Paprika. Paprika cura i pazienti di Atsuko (che non conoscono l’identità del medico) facendo loro ritrovare la gioia di vivere e il coraggio di affrontare i propri vissuti e i propri incubi per superarli.
La tecnologia usata segretamente da Atsuko sta per essere perfezionata al punto da poter essere miniaturizzata e utilizzata anche con il medico sveglio, fino a creare quasi una realtà parallela con cui curare il paziente.
Un oggetto come la macchina che permette la terapia è ovviamente un oggetto di grande potere e fa gola a un misterioso psicopatico che ruba due device e comincia a entrare nei sogni delle persone senza il loro consenso, portandoli a compiere atti autolesionistici, distruggendone il cervello e compiendo veri e propri atti terroristici.
Fino a cercare di fondere tutti i sogni delle persone e creare una realtà alternativa, dominata dalle proprie patologie, su cui imperare per sempre. Finché il debole diaframma che separa inferno mentale e inferno reale si lacera.
Atsuko dovrà percorrere una discesa agli inferi nelle menti degli psicopatici che hanno rubato la sua tecnologia, mettendo in prima linea il suo alter ego Paprika, aiutata dal suo maestro, dal giovane inventore della tecnologia e da un detective triste un po’ innamorato di lei, che lei curava pro bono per sperimentare, per salvare i sogni dell’umanità.
Permettereste al vostro medico di entrare nei vostri sogni per curarvi? Fino a quel punto vi affidereste? E soprattutto: è etico?
Un autentico capolavoro, da cui Christopher Nolan ha tratto il suo “inception”, la visione immaginifica e splendente di un regista che ci ha lasciati troppo presto, a soli 46 anni, il suo testamento spirituale tra filosofia, meditazione sulle “maschere” pirandelliane, sul dualismo tra ego e es, sogno a occhi aperti e riflessione sul potere curativo dell’amore.
Enorme.
PS: l’introduzione iniziale, con Paprika che se ne va a spasso per i sogni delle persone in una Tokyo addormentata, per suo semplice divertimento, finché le luci dell’alba la riportano alla vita reale, è una delle più belle introduzioni cinematografiche io abbia mai visto.
Che Paprika possa sempre vegliare sui vostri sogni.
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cosa c’è di male se...? si potrebbe rispondere cosa c’è di male se non...? entrambe le domande non hanno una risposta dal punto di vista della logica formale ma questo non basta per dire che -non hanno una risposta- (da un punto di vista pragmatico, da quello della scienza sociale, della biologia, della psicologia infantile ecc..).
H. E.
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