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#politiche remunerative
anchesetuttinoino · 2 months
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Una domanda al segretario nazionale della Fisac Cgil, Riccardo Sanna.
Interessanti le richieste della #FISACCGIL ad #UniCredit. Le potete leggere qui: Unicredit: Sanna (Fisac Cgil), riconoscere a lavoratori e lavoratrici risultati record . Ciò che dichiara il segretario nazionale della Fisac Cgil, Riccardo Sanna, è pienamente condivisibile. Anzi, è da sostenere, soprattutto quando si parla di backsourcing: internalizzazione delle attività per chiudere…
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Salario medio: come sopperire alla mancanza di personale?
Salario medio: pretesa assurda o diritto negato? Corrispondere il giusto compenso ai lavoratori è una pratica impossibile per le aziende così oberate dagli adempimenti fiscali o la condizione minima per cui accettare o meno un'offerta di lavoro? Le domande sorgono dopo che per tutta la stagione estiva, che per molti settori fa rima con lavoro stagionale, diversi imprenditori hanno lamentato la mancanza di forza lavoro. A dire il vero questo è solo uno dei motivi del mancato incontro tra giovani (e meno giovani) in cerca di lavoro e aziende in cerca di personale. Le competenze richieste sono in continua evoluzione e la formazione non sempre riesce a mantenere il passo. Con Angelo Bilotta, amministratore delegato e fondatore di Just Work, azienda specializzata in human research, abbiamo parlato di come sta cambiando il mercato del lavoro e quali sono le sfide che bisogna raccogliere. Angelo Bilotta, come si è venuto a creare il blackout per il quale domanda e offerta di lavoro non riescono a incontrarsi? Penso che, in Italia, sia un problema dovuto agli stipendi, spesso troppo bassi. I lavoratori che incrociamo nel nostro lavoro quotidiano evidenziano quello che, in realtà, vediamo tutti ad occhio nudo. Spesso la paga offerta è più bassa di quanto invece lo Stato eroga sotto forma di aiuto. Credo, però, che una soluzione sia possibile. La leva da muovere è quella dei contributi. Se si esercitano politiche volte, almeno a tempo, ad azzerare o quasi, quella voce così importante in una busta paga, il netto, che, in quel caso, arriverebbe al lavoratore, sarebbe decisamente più congrua. E, come ad effetto domino, determinerebbe una domanda di lavoro di certo più in linea con l'offerta. Le agenzie del lavoro hanno fatto il loro tempo? Direi proprio di no. A causa dei problemi che abbiamo qui evidenziato, oggi vi è una forte richiesta di manodopera che, come detto, non è facile reperire. Per di più, questi momenti così complessi portano le aziende ad assumere personale in modo flessibile per non ingessare i loro costi diretti. Per questo motivo, allora, le agenzie sono in forte crescita e vengono utilizzate sempre di più. Da recenti statistiche e analisi, è emerso che, ogni giorno, ben 500mila persone lavorano con la nostra intermediazione. Sono numeri davvero molto importanti. Quali sono le esigenze del mercato oggi? Se dovessi scegliere una sola parola, sarebbe sicuramente "flessibilità". Negli ultimi due anni i costi legati ai dipendenti sono stati la preoccupazione maggiore per gli imprenditori, che oggi preferiscono rinunciare a commesse di breve durata, anche se molto remunerative, per il timore di assumere nuovo personale e rimanere congelati in caso di difficoltà. Bisogna, insomma, partire dal presupposto che l’economia varia, di conseguenza non si può pensare ad un mondo del lavoro rigido. Per questo, lo ribadisco, il ruolo delle agenzie è fondamentale, in quanto garantisce alle imprese proprio quella flessibilità che è necessaria per poter restare sul mercato. In che modo opera Just Work nel mondo del lavoro? Just work è una soluzione del tutto innovativa. Con la sua attività, infatti, riesce, essendo un broker delle agenzie per il lavoro, e avendo 12 partner, ad essere molto più veloce e snella nelle ricerche di personale, utilizzando in contemporanea i 12 database e le 12 diverse forme di recruiting in contemporanea di tutte le agenzie. Non è tutto: il nostro lavoro in somministrazione risulta essere molto più competitivo, perché crea competizione tra gli stessi partner e dunque offre al cliente un miglior prezzo di mark up. Con un risparmio di sicuro interesse. In copertina foto di Ronald Carreño da Pixabay Read the full article
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I casaleggini, i piddini e il problema Rom
Certo, quando si perde, e si perde in malo modo, la cosa migliore da fare è sviare l’attenzione dalla sconfitta, magari introducendo argomentazioni di forte impatto, in modo da distrarre le persone e sperare che, lentamente, la sconfitta sia metabolizzata e dimenticata.
E’ quanto stanno facendo i casaleggini, i quali, dopo la sonora sconfitta riportata nelle elezioni amministrative appena terminate, per non dover dare conto della débâcle subita, stanno cavalcando il problema Rom nella città di Roma.
E’ di questi giorni la presa di posizione del Santone del gruppo, tale Beppe Grillo, il quale, a sostegno del grido d’allarme lanciato dal Sindaco di Roma Virginia Raggi, afferma che la situazione nella città ha superato il livello di guardia e che bisogna porre immantinente rimedio.
E dà anche le indicazioni su cosa fare: censire i campi Rom esistenti; impedire l’apertura di nuovi campi; impedire l’accattonaggio nella Metro a questuanti con minori.
Leggere queste dichiarazioni che, lo ricordiamo, fanno il paio con la richiesta del Sindaco romano al Prefetto della città, ci fa sorridere.
Sorridiamo perché, noi che abbiamo buona memoria, ricordiamo ancora le dichiarazioni dei casaleggini in merito al problema Rom e clandestini.
Sappiamo qual era fino a pochi giorni addietro la posizione della Raggi, così come quella del Sindaco di Torino, Chiara Appendino.
Tutte e due erano posizionate sul fronte dell’accoglienza e della tolleranza, del buonismo e dell’integrazione. Fino a ieri, però. Fino a prima della sconfitta elettorale. Oggi non più.
Oggi niente banche per musulmani che eroghino prestiti a tassi ridotti, niente finanziamenti per sostenere il mantenimento – vitto e alloggio- ai clandestini, ma anche niente apertura verso i Rom che, invece, vanno censiti e impediti in una delle loro più remunerative attività (dopo il furto), l’accattonaggio.
E sorridiamo davvero a leggere queste affermazioni, noi che abbiamo buona memoria. Ma gli altri? Gli italiani in genere si ricordano di quanto dicevano e facevano fino a ieri, fino a prima della disfatta elettorale, i casaleggini? Lo vedremo.
Potremo verificare la memoria degli italiani alle prossime elezioni politiche, quando ci sarà, cioè, da formare il nuovo Parlamento ed il nuovo governo della Nazione.
A questo farsesco atteggiamento, dei casaleggini, fa da contraltare la posizione del PD.
E anche qui c’è da ridere.
Infatti, mentre, per i motivi che abbiamo detto prima i pentastellati scoprono il “problema Rom”, i piddini ostinatamente lo negano.
Renzi, capo indiscusso di quest’accozzaglia di politicanti mancanti del senso dello Stato, dichiara che i grillini parlano del problema Rom per spostare il dibattito dalla loro scottante sconfitta, e questo è vero, lo abbiamo detto prima noi, ma, sostiene il Renzi piddino, il problema non esiste. A Roma, secondo lui, non c’è nessun problema Rom e/o clandestini.
Renzi vive su un altro pianeta.
Il problema Rom e clandestini c’è a Roma come c’è in tutta Italia, noi lo sosteniamo da moltissimo tempo, senza aver da distrarre gli analisti politici. Lo affermiamo perché siamo in sintonia con gli italiani e gli italiani avvertono questo grande problema.
Siamo l’unico Movimento ad avere, a questo proposito, le idee chiare. Idee chiare perché non sono frutto dell’improvvisazione, né nascono dall’esigenza di spostare l’attenzione politica. Noi abbiamo da sempre una posizione netta che prevede la rimozione dei campi Rom, così come il blocco dei clandestini.
Noi vogliamo da sempre, per i nostri connazionali, città vivibili e sicure, nel rispetto delle tradizioni nostre e della nostra cultura.
Questi pochi ed elementari punti sono basilari nel nostro Progetto politico.
Progetto cui daremo attuazione nella prossima legislatura, quando il MSFT tornerà, finalmente, ad avere una rappresentanza parlamentare.
Questa è una certezza. Lo è nonostante le leggi truffa che potranno approvare, delle restrizioni e degli impedimenti cui saremo soggetti.
Noi lo vogliamo. Il popolo lo vuole.
Mario Settineri
Segreteria Nazionale MSFT
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Salario medio: come sopperire alla mancanza di personale?
Salario medio: pretesa assurda o diritto negato? Corrispondere il giusto compenso ai lavoratori è una pratica impossibile per le aziende così oberate dagli adempimenti fiscali o la condizione minima per cui accettare o meno un'offerta di lavoro? Le domande sorgono dopo che per tutta la stagione estiva, che per molti settori fa rima con lavoro stagionale, diversi imprenditori hanno lamentato la mancanza di forza lavoro. A dire il vero questo è solo uno dei motivi del mancato incontro tra giovani (e meno giovani) in cerca di lavoro e aziende in cerca di personale. Le competenze richieste sono in continua evoluzione e la formazione non sempre riesce a mantenere il passo. Con Angelo Bilotta, amministratore delegato e fondatore di Just Work, azienda specializzata in human research, abbiamo parlato di come sta cambiando il mercato del lavoro e quali sono le sfide che bisogna raccogliere. Angelo Bilotta, come si è venuto a creare il blackout per il quale domanda e offerta di lavoro non riescono a incontrarsi? Penso che, in Italia, sia un problema dovuto agli stipendi, spesso troppo bassi. I lavoratori che incrociamo nel nostro lavoro quotidiano evidenziano quello che, in realtà, vediamo tutti ad occhio nudo. Spesso la paga offerta è più bassa di quanto invece lo Stato eroga sotto forma di aiuto. Credo, però, che una soluzione sia possibile. La leva da muovere è quella dei contributi. Se si esercitano politiche volte, almeno a tempo, ad azzerare o quasi, quella voce così importante in una busta paga, il netto, che, in quel caso, arriverebbe al lavoratore, sarebbe decisamente più congrua. E, come ad effetto domino, determinerebbe una domanda di lavoro di certo più in linea con l'offerta. Le agenzie del lavoro hanno fatto il loro tempo? Direi proprio di no. A causa dei problemi che abbiamo qui evidenziato, oggi vi è una forte richiesta di manodopera che, come detto, non è facile reperire. Per di più, questi momenti così complessi portano le aziende ad assumere personale in modo flessibile per non ingessare i loro costi diretti. Per questo motivo, allora, le agenzie sono in forte crescita e vengono utilizzate sempre di più. Da recenti statistiche e analisi, è emerso che, ogni giorno, ben 500mila persone lavorano con la nostra intermediazione. Sono numeri davvero molto importanti. Quali sono le esigenze del mercato oggi? Se dovessi scegliere una sola parola, sarebbe sicuramente "flessibilità". Negli ultimi due anni i costi legati ai dipendenti sono stati la preoccupazione maggiore per gli imprenditori, che oggi preferiscono rinunciare a commesse di breve durata, anche se molto remunerative, per il timore di assumere nuovo personale e rimanere congelati in caso di difficoltà. Bisogna, insomma, partire dal presupposto che l’economia varia, di conseguenza non si può pensare ad un mondo del lavoro rigido. Per questo, lo ribadisco, il ruolo delle agenzie è fondamentale, in quanto garantisce alle imprese proprio quella flessibilità che è necessaria per poter restare sul mercato. In che modo opera Just Work nel mondo del lavoro? Just work è una soluzione del tutto innovativa. Con la sua attività, infatti, riesce, essendo un broker delle agenzie per il lavoro, e avendo 12 partner, ad essere molto più veloce e snella nelle ricerche di personale, utilizzando in contemporanea i 12 database e le 12 diverse forme di recruiting in contemporanea di tutte le agenzie. Non è tutto: il nostro lavoro in somministrazione risulta essere molto più competitivo, perché crea competizione tra gli stessi partner e dunque offre al cliente un miglior prezzo di mark up. Con un risparmio di sicuro interesse. In copertina foto di Ronald Carreño da Pixabay Read the full article
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