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#pioggia primaverile
random-brushstrokes · 4 months
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Giovanni Giacometti - Pioggia Primaverile (1926)
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mucillo · 8 months
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" Pioveva dietro la finestra, ma non era una rumorosa pioggia invernale, era una pioggia frusciante, felpata, quasi primaverile. Mormorava, sospirava, raccontava qualcosa scivolando sul vetro, gocciando dai cornicioni, fondendosi col vento. Era come uno sfregamento, come il rumore di una foglia che venga accartocciata".
(Nina Berberova)
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smokingago · 3 months
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Penso a te
nei vari modi in cui la pioggia scende.
(sempre di più, con l’età,
odio le metafore – la loro rigidità
la loro inadeguatezza.)
A volte questi pensieri sono
pioggerellina, appena percettibile, niente
di più leggero:
a volte uno scroscio battente, una
solerte pulizia primaverile della mente:
a volte, un terribile temporale.
Sempre di più, con l’età,
odio le metafore,
amo la leggerezza,
temo i temporali.
Norman MacCaig, Non c'è scelta
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petalidiagapanto · 4 months
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«Penso a te
nei vari modi in cui la pioggia scende.
(sempre di più, con l’età,
odio le metafore – la loro rigidità
la loro inadeguatezza.)
A volte questi pensieri sono
pioggerellina, appena percettibile, niente
di più leggero:
a volte uno scroscio battente, una
solerte pulizia primaverile della mente:
a volte, un terribile temporale.
Sempre di più, con l’età,
odio le metafore,
amo la leggerezza,
temo i temporali»
(Norman MacCaig)
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sciatu · 2 years
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Quanto vivea la felicità?
Come i bambini, quando si chiedono chi spegne il sole la sera, o dove finisce il mare, come loro quando chiedono dove si nascondono le foglie in inverno o dove corre l’acqua dei fiumi, come sognano i bambini, quando giocano le loro battaglie senza morti o inseguono felici un pallone di plastica, come loro chiediti anche tu: quanto vive la felicità? Se vive più di una stella cometa, più a lungo  di un natale o quanto il volo di un gabbiano che plana sull’acqua. Chiedi se è grande quanto un vassoio di dolci colorati, o piccolo quanto una coccinella, se è alta più di una giraffa, o bassa quanto un porcino.
Chiedi se dura come il primo fiocco di neve sulla strada gelata  o più di un arcobaleno dopo la pioggia e meno di quanto corre un onda sulla lunga spiaggia? Se è eterna quanto un bacio o come le margherite a primavera, se è lunga come la danza dei fenicotteri in un lago salmastro, o il volo delle rondini nell’azzurro primaverile. Chiedi se la felicità è come una colata di lava infinita o come un sogno prima dell’alba, se è veloce come un temporale ad agosto, o lenta come il suono di una fisarmonica, corta come un bicchiere di vino, o grande come un gelato al sole, inquieta come una nube nera che tuona o serena come l’ondeggiare delle spighe in un campo di grano. Chiedi se rimane nell’aria come il canto ossessivo e monotono delle cicale, o scappa via nella luce pallida delle lucciole di notte, se è viva come il battito di un cuore o è un sogno come un raggio di sole che entrando dalla finestra attraversa una stanza buia. Come si risponde ai bambini che fanno domande semplici ma incredibili, banali, ma rivoluzionarie così, a chi chiederai quanto dura la felicità, ti risponderà che nessuno lo sa, tutti però sanno che tutte le cose belle, durano quanto la felicità.
Like children, when they wonder who turns off the sun in the evening, or where the sea ends, like them when they ask where leaves are hidden in winter or where the water flows from rivers, like children dream, when they play their battles without deaths or happily chasing a plastic ball, like them ask yourself: how long does happiness live? If it lives longer than a comet, longer than a Christmas or as long as the flight of a seagull gliding over the water. Ask if it's as big as a tray of colorful sweets, or as small as a ladybug, if it's taller than a giraffe, or as short as a porcini mushroom. Ask if it lasts like the first snowflake on the frozen road or more than a rainbow after the rain and less than a wave runs on the long beach? If it's as eternal as a kiss or like daisies in spring, if it's long like the dance of flamingos in a brackish lake, or the flight of swallows in the spring blue. Ask if happiness is like an endless lava flow or like a dream before dawn, if it's fast like a storm in August, or slow like the sound of an accordion, short like a glass of wine, or big like an ice cream in the sun, restless like a black cloud that thunders or serene like the swaying of ears in a wheat field. Ask if it stays in the air like the obsessive and monotonous song of the cicadas, or runs away in the pale light of the fireflies at night, if it's alive like the beating of a heart or is it a dream like a ray of sunshine entering through the window and crossing a dark room. How do you respond to children who ask simple but incredible, trivial but revolutionary questions like this, whoever you ask how long happiness lasts will answer that no one knows, but everyone knows that all beautiful things last as long as happiness.
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ennio-tullo · 5 months
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Pioggia primaverile
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schizografia · 8 months
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La giovane schizofrenica avverte i suoi «primi sentimenti d’irrealtà» davanti a due immagini: quella di una compagna che si avvicina e il cui volto si ingrandisce esageratamente (si direbbe un leone); quella di un campo di grano che diventa illimitato, «immensità dorata, luminosa”. Ecco, rifacendosi alla terminologia di Peirce, come risulteranno i due segni dell’immagine-affezione: Icona per l’espressione di una qualità-potenza operata da un volto, Qualisegno (oppure Potisegno) per la sua presentazione in uno spazio qualsiasi. Certi film di Joris Ivens ci danno un’idea di cosa sia un qualisegno: in Regen, «la pioggia che si vede nel film non è quella data pioggia, concreta e determinata, caduta un certo giorno e in un certo luogo. Queste impressioni visive non sono raccolte in unità da alcuna figurazione spaziale o temporale. Con estrema sensibilità, Ivens ha scoperto non come la pioggia è in realtà, ma che cosa accade (e in qual modo) quando la pioggerella primaverile batte sulle foglie degli alberi, quando lo specchio dello stagno rabbrividisce, quando una goccia solitaria cerca esitando la sua via su una lastra di vetro, quando la vita di una metropoli si riflette sull’umido asfalto. […] Anche quando Ivens ci mostra un ponte, da lui stesso indicato come il grande viadotto ferroviario di Rotterdam (Il ponte), la costruzione di ferro si dissolve in immagini immateriali inquadrate in cento modi diversi. Basta il fatto che questo ponte possa essere visto in tanti modi per renderlo in un certo senso irreale. Esso non ci appare come l’opera concreta degli ingegneri che lo costruirono, ma come una serie di curiosi effetti ottici. Si tratta insomma di variazioni visive sulle quali ben difficilmente potrebbe transitare un treno merci». Non è un concetto di ponte, ma non è nemmeno l’individuato stato di cose definito dalla sua forma, dalla sua materia metallica, dai suoi usi e funzioni. È una potenzialità. Il rapido montaggio dei settecento piani-inquadrature fa sí che le diverse vedute possano raccordarsi in un’infinità di modi e, non essendo orientate le une in rapporto alle altre, costituiscono l’insieme delle singolarità che si coniugano nello spazio qualsiasi in cui questo ponte appare come pura qualità, questo metallo come pura potenza, la stessa Rotterdam come affetto. E neanche la pioggia è il concetto di pioggia, o lo stato di un tempo e di un luogo piovosi. È piuttosto un insieme di singolarità che presenta la pioggia cosí com’è in sé, pura potenza o qualità che coniuga senza astrazione tutte le piogge possibili, e compone il corrispondente spazio qualsiasi. È la pioggia come affetto, e niente si oppone maggiormente a un’idea astratta o generale, pur non essendo attualizzata in uno stato di cose individuale.
Gilles Deleuze
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Penso a te
nei vari modi in cui la pioggia scende.
(sempre di più, con l’età,
odio le metafore – la loro rigidità
la loro inadeguatezza.)
A volte questi pensieri sono
pioggerellina, appena percettibile, niente
di più leggero:
a volte uno scroscio battente, una
solerte pulizia primaverile della mente:
a volte, un terribile temporale.
Sempre di più, con l’età,
odio le metafore,
amo la leggerezza,
temo i temporali.
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Norman MacCaig
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lunamagicablu · 2 years
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Pioveva dietro la finestra, ma non era una rumorosa pioggia invernale, era una pioggia frusciante, felpata, quasi primaverile. Mormorava, sospirava, raccontava qualcosa scivolando sul vetro, gocciando dai cornicioni, fondendosi col vento. Era come uno sfregamento, come il rumore di una foglia che venga accartocciata…
(Nina Berberova)
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It was raining behind the window, but it wasn't a noisy winter rain, it was a rustling, soft, almost spring rain. She murmured, sighed, told something sliding on the glass, dripping from the ledges, merging with the wind. It was like a rubbing, like the sound of a leaf being crumpled ...
(Nina Berberova)
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hjdem · 18 years
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Aprile
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Vorrei ballare nuda sotto la fresca pioggia primaverile lasciarmi travolgere dalle gocce che bagnano il mio corpo, farmi inondare da ciò che il cielo mi manda così precipitosamente senza lasciarmi nessun tempo senza accorgermi di niente così semplicemente libera in mezzo alla natura così profondamente dentro di me. Vorrei annullare il tempo per godere infinitamente di queste gocce che scendono sul mio viso leggere che lavano d'ogni angoscia che mi rendono semplicemente libera di amare, perché io amo la pioggia. Amo il vento che spettina i prati verdi sperduti nel mondo, che crea grandi onde nel mare della mia vita, che abbassa timidamente gli alberi ed i miei occhi. Mi lascio trasportare dal vento che mi spinge inconsapevolmente verso qualcosa che non sa nemmeno lui e che mi confonde di emozioni provate. Monica De Steinkuel
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lauraruetta-author · 19 days
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PASSEGGIATA PRIMAVERILE
Passeggiavo sotto un limpido cielo azzurro,
cosparso di vaporose, candide nuvole
screziate di un rubicondo roseo torpore.
Le leggiadre rondini volavano qua e là,
fra i tetti rossi della città.
Gli usignoli cantavano allegri
la dolce melodia della Primavera.
Sorridevo alla loro armoniosa melodia.
Le campagne aride e incolte riposavano,
abbandonate al gracchio delle cenerine cornacchie,
le padrone delle brune terre.
Fra gli alti steli d'erba,
sbucava una miriade di vermigli papaveri,
conservavano le sfumature del tramonto,
ondeggiavano soavi all'aria.
Camminavo adagio, beandomi della fresca fragranza cumarina
dell'erba appena recisa, che gridava aiuto.
Il vento accarezza la pelle secca e cerea,
avvolgendomi in una tiepida coccola.
Tra una via e un'altra,
ammiravo e contemplavo i giardini brulicati di vita.
Le chiome degli olmi e dei pioppi brillano verdi e rigogliosi.
Le gazze ladre nascondevano tesori rubati.
Le fronde ondose e ombrose riparano gli stagni delle graziose ninfee.
Un pesce rosso guizzava fuori dall'acqua.
Una libellula baciava la guancia di un grasso rospo.
L'albicocco era un alveare trapuntato di bianco.
Il ciliegio era un abito di zucchero filato.
I prati erano un arcobaleno di fiori variopinti,
dai petali setosi e delicati
Le ambrate farfalle svolazzavano incontro alla fugace libertà della vita.
Le api ronzavano, bramavano il mielato nettare dai gonfi pistilli.
Voltai lo sguardo,
una luce abbagliò la vista.
Un calore riscaldò l'anima.
Una moltitudine di vanitosi narcisi,
mi accolse nel loro splendore,
mostrando l'orgogliosa dorata corolla.
Il profumo inebriò i sensi di amore e meraviglia.
Dietro una siepe smeraldina,
un cane dal pelo color vaglia riposava beato.
I pavoni misero in mostra le corone di piume blu.
Il sonoro paupolare echeggiava nella estesa pianura.
Arrivai alla fine del sentiero.
Una pioggia di coriandoli viola glicine si posò come un mantello sul mio corpo.
Innamorata della natura,
felice del viaggio,
aspettavo solo l'estate.
-La Mia Sola Poesia (Laura Ruetta)
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alessandro54-plus · 5 months
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Pioggia, temporali e rischio grandine in Lombardia: è allerta gialla. Le previsioni meteo
articolo: https://www.ilgiorno.it/meteo/pioggia-grandine-q6mzx912 Milano, 6 maggio 2024 Dopo un fine settimana di bel tempo, il cielo torna a ingrigirsi e si abbassano nuovamente le temperature. Ma venerdì cambia ancora tutto Dopo un fine settimana di sole e clima (finalmente) primaverile, è in arrivo un nuovo peggioramento delle condizioni meteo: l’alta pressione è troppo debole e consentirà…
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himeros-erote · 5 months
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Scriviamo due tipi di messaggi. Innanzitutto quelli scritti per essere visti dall'autore, monologanti e chiusi in sé stessi. Si riconoscono perché ignorano qualsiasi risposta, anzi, possono essere esasperati a tal punto dall'attenzione altrui da implodere e dissolversi. Sono paragonabili a un atto di esibizionismo, e nonostante siano mera chiacchiera vanesia, per forme e contenuti, sanno essere pericolosi specchietti per le allodole, trappole semantiche. Poi ci sono quelli dialoganti e aperti, rivolti cioè a un interlocutore che può essere irreale nella misura in cui è "a-venire". Sono come messaggi nella bottiglia, abbandonati all'oceano dal naufrago morente che tuttavia spera che, prima o poi, vengano letti da qualcuno. Si basano cioè sul presupposto che l'interlocutore non solo leggerà, ma non potrà non comprendere, mettersi alla ricerca, e venire a salvare. Perché è l'interlocutore a-venire che può e vuole comprendere, l'interlocutore del desiderio, del chiarore di luna, della brezza tra i petali. Si riconoscono perché, a qualsiasi risposta, reagiscono come terra a un'improvvisa pioggia primaverile.
@himeros-erote , 27.04.24
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Mi piace la pioggia primaverile...
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giardinoweb · 6 months
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Zuppa Primaverile di Antonietta: Ricetta di Asparagi e Piselli
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Cari amici di GiardinoWeb, Sono Antonietta, e come ogni sabato, mi trovo qui, circondata dal verde del mio amato giardino, a condividere con voi un pezzetto della mia cucina, del mio cuore. Oggi, mentre i raggi del sole primaverile accarezzano dolcemente le foglie ancora umide di rugiada, voglio raccontarvi di una ricetta che per me sa di risveglio, di rinascita: la Zuppa Primaverile di Asparagi e Piselli con Crostini di Pane Rustico. La primavera è generosa, ci offre verdure croccanti, frutti succosi, e un'esplosione di colori e sapori che solo questa stagione sa regalare. E cosa c'è di meglio che celebrarla con un piatto che parla la lingua dei suoi doni? Ingredienti della nostra tavola primaverile: - 500g di asparagi freschi, germogli di speranza verdi e croccanti. - 250g di piselli freschi, piccole perle di dolcezza. - 1 cipolla bianca e 2 spicchi d'aglio, custodi del sapore. - 1 litro di brodo vegetale, il mare in cui i nostri sapori andranno a nuotare. - Pane rustico, la nostra base robusta e sincera. - Parmigiano Reggiano, come una pioggia dorata che arricchisce ogni boccone. - Un tocco di olio extravergine d'oliva, il nostro oro liquido. - Sale, pepe, e un mazzetto di erbe fresche, i nostri piccoli ma essenziali compagni di viaggio. La magia prende forma: - L'inizio del nostro viaggio: Puliamo gli asparagi e tagliamoli, ricordandoci di tenere le punte a parte. Queste ultime saranno la corona del nostro piatto. - Il cuore della nostra zuppa: In una pentola, un soffritto di cipolla e aglio accoglierà gli asparagi e i piselli. Il brodo vegetale unirà poi tutti gli ingredienti in un abbraccio caldo e avvolgente. - Il tocco rustico: Mentre la nostra zuppa sobbolle lentamente, tosteremo il pane, trasformandolo nei crostini croccanti che accompagneranno ogni cucchiaiata. - La trasformazione: Con un frullatore ad immersione, doneremo alla nostra zuppa quella cremosità che solo la primavera sa regalare. - Il momento di condividere: Serviremo la nostra zuppa con orgoglio, adornandola con le punte di asparagi, una spolverata di Parmigiano, e quel tocco finale di erbe fresche che ricorda i prati in fiore. Amici di GiardinoWeb, questa ricetta è più di un semplice piatto; è un invito a fermarsi, a respirare profondamente e ad assaporare i piccoli miracoli che la natura ci offre. Condividetela con chi amate, perché come ogni piatto che preparo, è pensata per essere gustata in buona compagnia. Con affetto e un pizzico di sale, Antonietta Read the full article
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moonlightsthingsblog · 11 months
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Penso alle cose belle: un tramonto prepotente, un crepuscolo o un'alba delicata; la brezza marina, l'odore di sale e sole mischiati insieme, il brusio delle onde del mare; il luccichio delle lucciole nel buio della notte, il chiacchiericcio dei grilli, lo sfarzo vivace delle ali delle farfalle; l'abbagliante candore della Luna, il tepore dei raggi del Sole che accarezzano la pelle, la timida pioggia primaverile; il gusto di acqua salata sulle labbra, il calore sulle gote, la sensazione di frescura tra i capelli. Ma più di tutto il tuo sorriso. Tu. Sei un fiore così raro e delicato che ho paura di vederti spezzare, così etereo che un nonnulla potrebbe farti volare via, e io non ho mai desiderato altro che essere la tua ancora per tenerti sempre affianco a me; la tua brezza leggera capace di spazzare via le nuvole incombenti che ti turbano e non ti lasciano riposo e serenità; il tuo Sole, in grado di riscaldarti cuore; la tua Luna, alla quale affidare sogni, preghiere e speranze; la tua stella polare, in grado di guidare il tuo cammino.
Nonostante questo non sono mai stata un buon esempio per te, così umana e così sbagliata, a volte dura come il diamante, a volte solo distante, smarrita nei miei pensieri, ma lo so che l'hai sempre saputo quanto ti amo; quando sbaglio è per te che voglio migliorare, quando mi coglie la disillusione è al tuo sorriso che penso, il tuo meraviglioso e sfrontato sorriso.
Non lascerò mai la tua mano, ti accompagnerò in ogni tua scelta, giusta o sbagliata che sia, e condividerò insieme a te la tua felicità o il tuo dolore. Sei un guerriero e mi avrai sempre dalla tua parte.
Voglio condividere con te ogni cosa, ogni momento, ogni emozione, ogni sentimento; voglio il confronto per non smettere mai d'insegnarti e d'imparare, voglio credere insieme a te nei tuoi sogni, spronarti, essere quella complice in grado di capire ogni minimo sguardo, ogni battito di ciglia.
Non lascerò mai la tua mano, quindi vivi!
Vivi sempre con tutta la forza che hai, sbaglia anche ma scegliendo sempre con il cuore, senza temere mai le conseguenze delle tue azioni, perché qualsiasi esse siano ti doneranno consapevolezza e maturità; scegli sempre i rimorsi ai rimpianti, non devi avere paura di niente!
Non lascerò mai la tua mano, quindi non farti appesantire dalla paura, non temere la solitudine, non temere la scoperta di te stesso!
Non lascerò mai la tua mano, neanche quando disilluso e senza più salde certezze ti sembrerà di non avere più niente per cui lottare; lotta sempre e solo per te stesso, perché sei tu la stella più bella e splendente fra tutte le stelle!
Ti meriti tutta la vita di questo mondo, e io voglio che tu te la prenda tutta!
E io sarò con te, sempre, tra i nostri battibecchi, gli scontri, le botte, il nostro scontrarci e urlarci addosso parole taglienti, il nostro fare pace; tra gli abbracci nei quali ci si sente sicuri, nei quali si può perdere controllo e autocontrollo, finalmente liberi da orgoglio, forti nella nostra fragilità; tra le nostre risate, i sorrisi puri, il sentire la leggerezza del cuore, l'amore che mi colma quando ti guardo sorridere; tra i nostri pianti, le nostre lacrime, quelle coraggiose e quelle nascoste, quelle rabbiose e quelle empatiche.
Non lascerò mai la tua mano.
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