#piloti morti
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Due aerei militari Siai Marchetti 208 dell’Aeronautica si sono scontrati nel cielo di Guidonia durante un ordinario volo di addestramento e sono precipitati. #scontrotradueaereimilitari #pilotimorti #siaimarchetti208 #guidonia #giuseppecipriano #marcomeneghello #ultralleggeri #aeronauticamilitare #fabriziosbardella
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2 agosto 1980
Se ci fermiamo solo al singolo fatto, alla strage di Bologna avvenuta alle 10:25 di quel mattino di agosto, secondo me perdiamo un po' la veduta d'insieme. Il punto vero a mio avviso di quella strage resta soprattutto il "perché".
Perché quella strage? Perché proprio a Bologna e non a Roma o Milano o un'altra città? Si è detto che per quella strage di matrice fascista si sia scelto Bologna perché era una città amministrata dal PCI al centro di una regione prettamente di sinistra eppure anche così il movente sembra debole. Occorre allargare la visuale per poter rimettere insieme i pezzi del puzzle.
Se allarghiamo il quadro e vediamo cosa succede in quegli anni allora c'è un'altra data che colpisce, quella del 26 giugno di quello stesso anno: la Strage di Ustica. Un aereo della compagnia Itavia modello DC9 precipita a largo delle coste dell'isola di Ustica. Era diretto a Palermo ed era partito da Bologna dall'aeroporto Marconi. Una coincidenza che fosse partito proprio da Bologna? Chissà.
Andando avanti ci sono altre cose che colpiscono e sono i tanti depistaggi verificatisi durante le indagini su questa strage: si parla di un cedimento strutturale, poi di una bomba (ed ecco che la bomba torna). Più avanti nel tempo si scopriranno dei tracciati radar, un MIG libico caduto in Calabria, e il bagno pressoché integro del DC9 dove avrebbe dovuto esserci la bomba così a farsi strada sempre di più è la possibilità che in realtà l'aereo fosse stato abbattuto.
Perché fu abbattuto? La teoria più plausibile è che in quel momento il DC9 fosse nel bel mezzo di una guerra aerea tra forze NATO e MIG libici. Taluni sospettano che i MIG libici passassero sui nostri cieli per raggiungere l'allora Unione Sovietica in modo da poter fare tutte quelle operazioni di manutenzione necessarie alla flotta aerea libica. In cambio Gheddafi ci permetteva l'estrazione dai suoi pozzi petroliferi e faceva affari con il nostro governo nonostante l'embargo. È una teoria ma se fosse vera, la prima cosa che ci viene da chiedere è come evitare che un incidente come l'abbattimento per errore di un aereo civile passeggeri possa creare problemi?
Cerchi di nascondere la verità. Cerchi di far passare l'idea che si tratti di un atto terroristico (una bomba appunto) o un cedimento strutturale. La seconda teoria crolla anche per la determinazione del titolare dell'ITAVIA che non ci sta a passare come colpevole di una situazione che invece lo vede vittima. Resta l'attentato terroristico.
Quale miglior modo per far credere che sia stato un attentato se non quello di piazzare una bomba nella stessa città di partenza dell'aereo poco più di un mese dopo?
Assurdo, vero? Eppure...
Guardate le morti strane avvenute negli anni capitate a tutti coloro che sapevano qualcosa su Ustica. Ci sarebbero anche i due piloti dell'areonautica militare Nutarelli e Naldini morti a Rammstein durante l'esibizione delle Frecce Tricolore. Va detto però che Rosario Priore, il magistrato che indaga su Ustica ritiene "sproporzionato — tuttavia non inverosimile — organizzare un simile incidente, con esito incerto, per eliminare quei due importanti testimoni".
E se fosse invece tutto vero? Se anche la Strage di Bologna un modo per occultare la verità? Certo non sarebbe servito a nulla visto che poi sono usciti comunque pezzi di verità della stage di Ustica, però all'epoca quello poteva essere l'unico modo per far credere alla teoria della bomba sul DC9.
Perché?
In fondo è questa la vera domanda. Il "chi?" o il "come?" sono solo distrazioni per il pubblico.
Più ci penso e più mi convinco che l'unico vero possibile "perché?" sia quello di nascondere il vero motivo per cui il DC9 è caduto: un errore mentre era in corso una battaglia aerea nei cieli italiani.
Sembra un romanzo, una spy story, solo che questa è la realtà, è storia, è successo davvero.
Inquietante, vero?
Ma magari mi sbaglio e sono solo uno dei tanti complottisti che popolano il web.
#2 agosto 1980#strage di bologna#il fascismo è di merda#il fascismo non è un'opinione#il fascismo è un crimine#stragi italiane#stragi di stato#bologna 1980#strage di ustica#forse non c'entra nulla
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L'attacco Giapponese alla base navale degli Stati Uniti nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico di Pearl Harbor venne eseguito il 7 dicembre del 1941. Ormai è acclarato da molteplici fonti ufficiali e documenti desecretati che, l'attacco era noto ai comandi militari americani che lo permisero anzi, in qualche modo lo propiziarono, per spingere l'opinione pubblica a sostenere l'amministrazione e supportare l'entrata in guerra.
Nell'aprile del 1937 il Capitano in pensione Claire L. Chennault venne inviato in missione dal Governo degli Stati Uniti in Cina da Song Meiling, meglio conosciuta come la Signora Chiang Kai-shek o Chiang Mei-ling, moglie del Presidente della Repubblica di Cina Il motivo era che Song Meiling era stata designata e messa a capo di una apposita Commissione per gli Affari Aeronautici proprio per rivoluzionare e modernizzare l'intero settore militare aereo della Cina ormai prossima alla guerra aperta contro il Giappone.
L'ex Capitano Chennault non solo fu un solerte consulente militare della Signora Chiang Kai-Shek ma procacciò numerose commesse per la Curtis e per l'acquisto di numerosi aeromobili da fornire alla Cina Infine formò e curò personalmente, per conto del Governo degli Stati Uniti, la nascita delle Tigri Volanti, un gruppo "segreto" di piloti americani inviati in Cina con il preciso scopo di bombardare i Giapponesi al fianco della ROCAF, l'Aeronautica della Repubblica di Cina.
Quello fu l'inizio delle avventure tra le nuvole del Giappone dell'aeronautica degli Stati Uniti... quindi ben prima del 7 dicembre 1941 La fine di quelle avventure fu nell'agosto del 1945 con il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki preceduto dal bombardamento di circa altre 60-100 importanti città giapponesi. La maggior parte delle case di quel tempo in Giappone erano case di legno. Gli Stati Uniti soppressero prima i principali sistemi contraerei dopodiché eseguirono una serie di bombardamenti con bombe incendiarie per creare un vero inferno di fuoco con la legna delle casette giapponesi.
La stima di morti civili arriva a circa 900.000 persone bruciate vive Tutti ricordano l'infame bombardamento della città di Dresda dove le stime parlano di 30.000-50.000 morti. Ma il più sanguinoso attacco aereo con armamento convenzionale dell'intera storia, fu quello compiuto dall'aviazione americana il 10 marzo del 1945 sul distretto di Shitamachi a Tokyo dove furono impiegati 334 B-29 i quali, volando a soli 150 metri dal suolo e con l'impiego di un loro munizionamento incendiario speciale costituito da una miscela di napalm e forforo bianco, causarono la morte di 90.000-130.000 persone.
Quest'ultimo fu l'unico e vero motivo per cui non vennero sganciate le atomiche su Tokyo Non sarebbe stato un chiaro esempio per il mondo intero della potenza distruttiva delle nuove bombe atomiche americane "... Mantieni il Giappone in guerra per altri tre mesi e potremo usare la bomba sulle loro città. Porremo fine a questa guerra con la nuda paura di tutti i popoli del mondo che poi si piegheranno alla nostra volontà” - John Foster Dulles, maggio 1945 Palace Hotel San Francisco - p.s.: John Foster Dulles tra le altre cose, aiutò a preparare la Carta delle Nazioni Unite a Dumbarton Oaks e nel 1945 servì come consulente senior alla conferenza di San Francisco che anticipò la fondazione dell'ONU Fu anche precursore e fervente sostenitore della nascita della NATO Insomma, un autentico gentiluomo E direi anche, infine, che la Storia doveva essere riscritta.... il perché, mi pare del tutto evidente
-Luperco
Ragion di Stato che accomuna tutti.
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Ed è Lunedì?
Ieri ho fatto tardi dietro ad un audio ricavato da un video di un giocoliere solo perché nel giocolare con le palline su un triangolo crea anche dei ritmi niente male, allora ho pensato di darmi da fare cancellando le parti di applausi del pubblico e dando al suono una nuova identità, il risultato non è male anzi è figo solo che manca qualcosa, quando capirò cos'è e lo completo ve lo posto. Leggo oggi che Amato, non mi dilungo in esternazioni personali, dice che il caso di Ustica, che come tutti sappiamo l'aereo è stato abbattuto da un missile, dice che codesto ordigno di morte è stato sparato dai francesi, ci crediamo? Qualcuno si qualcuno meno, io onestamente sono per un 50%, chi ci dice che non è il solito depistaggio periodico? Sono sempre stato convinto che il missile l'abbiano sparato gli yankee, anche perché sono quelli pronti prontissimi ad agire in caso di allerta. Ma onestamente questa cosa ora dopo 40 anni non ha molto senso, sapere la verità sarebbe bello, che per verità intendo tutti i dettagli secondo per secondo e tutti i nomi dei responsabili dai piloti dei caccia a tutti quelli che hanno insabbiato il fattaccio, così giusto per vederli in faccia sti infami che pur di abbattere un aereo militare straniero privo di armamenti non si fanno scrupoli a sparare un missile in presenza di persone estranee a quello che sta accadendo, mi ricorda i morti di mafia quelli che si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato e si beccano una pallottola di rimbalzo. Per soddisfare la verità lo zio Giulio (Andreotti) che era molto intelligente e ironico avrebbe dovuto lasciare un bel librone con tutti i suoi segreti, sai che smacco per tutti i coinvolti nei misfatti di un paese che è stato sempre preda e depredato da chiunque, sarebbe passato alla storia come il politico che ha rotto il silenzio e non solo come uno statista che ha fatto il patto con la mafia e venduto il paese a questo e a quello, un giorno parlando con un tizio italiano, il verdumaio milanese, siamo arrivati alla conclusione che erano meglio quei politici, quelli della prima repubblica, nonostante il magna magna e le merdate che hanno fatto l'Italia andava a gonfie vele, almeno dal nostro punto di vista.
Va bè, politica a parte, oggi ho già tagliato il prato, bello uniforme come un mare fermo tutto verde, l'ho già scritto che una odiavo sta cosa e che ora l'adoro? Forse per via di una visione diversa della vita, del tempo, di come passarlo in modo costruttivo senza sprecarlo, no scrivere qua non è tempo sprecato è psico-terapia 😁
Oggi un contatto, un venexiano doc ha postato un brano che non sentiva da moltissimo, bello mi piace, è un pò tra Badalamenti e Morricone ma cantato, lo posto, ma mi viene in mente molto John Zorn, che consiglio vivamente a chi ama la bella musica, che tra l'altro ha fatto 70 anni proprio l'altro giorno (si ho controllato mica mi ricordo i compleanni di persone che non conosco 😁). A voi.
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In realtà è difficile postare qualcosa di Zorn, ha fatto tante e diversificate composizioni, ma posto una cosa molto arabeggiante che a me piace tantissimo
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I piloti "disorientati", poi lo schianto nel Golfo Persico. Tutti morti sul volo Gulf Air 072 23 agosto 2000. Alle 16:52 dall’aeroporto internazionale del Cairo, Egitto, decolla il volo Gulf Air 072 diretto a Manama, in Bahrain, con 143 persone a bordo. Ma a pochi minuti dall’atterraggio, a causa di una riattaccata fallita, per l’impossibilità di atterrare sulla pista numero 12, l’aereo precipita nelle acque del Golfo Persico, uccidendo tutti i passeggeri e l’equipaggio. Quello del volo Gulf Air 072 è considerato il peggior incidente aereo avvvenuto in Bahrain e uno dei più gravi accaduti ad un Airbus A320, superato nel 2007 dal disastro del volo Tam 3054 di Rio de Janeiro. L’incidente Il velivolo coinvolto nell’incidente quel 23 agosto 2000 è un Airbus A320-212, con 6 anni di vita e 17.370 ore di volo accumulate. Il comandante del volo Gulf Air diretto in Bahrain quel giorno si chiama Ihsan Shakeeb, ha alle spalle 4.416 ore di esperienza di volo, delle quali 86 come comandante. Al suo fianco il primo ufficiale, il 25enne Khalaf Al Alawi, con 608 ore di esperienza di volo, 408 delle quali su Airbus A320. Sul volo 072, che arriverà al gate di partenza in ritardo, circa 25 minuti prima dell’orario di partenza previsto, e decollerà alle 16.52, a pilotare l'aereo è il comandante Shakeeb e il primo ufficiale Al Alawi è addetto al monitoraggio degli strumenti di volo. Alle 19:26 il controllore di volo dell’aeroporto di Manama autorizza il volo Gulf Air ad atterrare all'aeroporto di Manama, il comandante riferisce all’operatore di aver esteso i flap e il carrello, ma che pur avendo avvistato la pista d’atterraggio, e trovandosi a 297 metri da terra, il velivolo non è stabilizzato. Da questo momento, i piloti inizieranno una serie di manovre incomprensibili. “Non penso che ce la faremo”, si sente affermare il comandante nelle comunicazioni tra l’aereo e l’operatore di volo, il quale lo autorizza a compiere un’orbita, ovvero un'azzardata virata di 360 gradi. Ma le cose non sembrano andare per il verso giusto e alle 19:28, il comandante Shakeeb riferisce alla torre di controllo di aver mancato la pista: “...siamo andati oltre [la pista]", dichiara il capitano, che chiede di poter effettuare una riattaccata, che consente di interrompere la manovra di atterraggio di un aeroplano e riprendere quota. La scatola nera registrerà il master warning (l’allarme principale) suonare per 14 secondi, e il comandante affermare con tono preoccupato: “velocità, velocità eccessiva...". Il velivolo stava volando ad un'altitudine di 321 metri e alla folle velocità di 354 km/h. Qualche secondo dopo l'attivazione dell'allarme, la scatola nera registrerà un movimento in avanti della barra di comando dal lato del comandante, lo sticker laterale sarà tenuto a 13,3 gradi rispetto alla posizione neutra, il beccheggio dell'aeromobile passa da 5 gradi verso l'alto a circa 15,5 gradi verso il basso. Ma non è tutto: la velocità aumenta da 357 km/h a 433 km/h e l'accelerazione diminuisce. Alle 19:30, mentre il velivolo si trova ad un'altitudine di 306 metri e una velocità di 409 km/h, dalle registrazioni si sentirà il comandante affermare: "retrarre completamente i flap" e il primo ufficiale rispondere: "zero". Dopo quest'ultima conversazione, il volo Gulf Air 072 si schianterà nel Golfo Persico, che nel punto del violento impatto era profondo solo 3 metri, facendolo disintegrare completamente. Nello schianto periranno tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio. Le indagini e le cause dello schianto Ad investigare sulle cause che portarono alla tragedia del volo Gulf Air 072 vennero incaricati il Bahrain Civil Aviation Affairs (Caa), il National Transportation Safety Board (Ntsb), il Bureau d'Enquêtes et d'Analyses pour la sécurité de l'aviation civile (Bea) e il Directorate General of Civil Aviation & Meteorology (Dgcam). Le indagini rivelarono una serie di errori procedurali commessi dai piloti, i quali non aderirono a diverse procedure operative standard. Una delle procedure considerate "non convenzionali" fu l'orbita che il comandante effettuò a bassa quota e troppo in prossimità della pista d'atterraggio. Anche la riattaccata eseguita in maniera errata contribuì alla tragedia, in quanto durante la manovra i piloti rimasero vittime di quello che viene definito disorientamento spaziale, ovvero un'illusione somatogravica, che diede loro la falsa percezione di aver iniziato un beccheggio verso l'alto, mentre l'aereo stava scendendo in picchiata verso il basso. Le indagini misero in luce l'inadeguato addestramento dei piloti, i quali non riuscirono a coordinarsi durante le fasi più critiche del volo e l'insoddisfacente sistema di analisi dei dati di volo della compagnia aerea. La combinazione di tutti i fattori elencati portò quindi l'aereo a schiantarsi nel Golfo Persico, senza lasciare scampo alle 143 persone a bordo. Che cos'è l'illusione somatogravica? In aviazione, la cosiddetta illusione somatogravica è un tipo di illusione ottica che crea nel pilota la percezione di salire, mentre in realtà il velivolo sta scendendo. Questo accade soprattutto, come nel caso del volo Gulf Air, durante i voli notturni, quando è più facile al buio, perdere l'orientamento. Subì la medesima sorte del volo Gulf Air anche il volo armeno Armavia 967, che nel 2006 precipitò durante una riattaccata, mentre volava dalla capitale armena Yerevan, a Sochi, in Russia, uccidendo tutti i passeggeri a bordo. Anche nel caso del volo Armavia i piloti rimasero vittime di un disorientamento spaziale durante la manovra di riattaccata, che li confuse al punto da far precipitare l'aereo nel Mar Nero.
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Dopo quattro morti al Targa Tasmania Rally Event si apre un'indagine, velocità e sicurezza del percorso sotto esame
🔴 🔴 Dopo quattro morti al Targa Tasmania Rally Event si apre un'indagine, velocità e sicurezza del percorso sotto esame
Un’inchiesta sulle morti dei piloti durante le gare di rally di Targa Tasmania indagherà sulla velocità e sul tracciato del percorso. Nel corso di eventi separati, quattro concorrenti hanno perso la vita in tre incidenti diversi. (Iscriviti gratuitamente al canale Telegram di Rally Time per ricevere le notizie sul tuo telefono LINK) Il pilota veterano Shane Navin, 68 anni, è deceduto il 23…
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IL NOBEL DELLA VERGOGNA -di Emanuela Lorenzi-
INTRODUZIONE!
Emanuela Lorenzi, scrittrice e mamma consapevole, ha scritto questo bellissimo articolo per "Imola Oggi", uno dei pochissimi media non allineati all'informazione cosiddetta "ufficiale".
Il link originale è:
e grazie a Emanuela per avere permesso la diffusione a "bergamo risvegliata"!
Gli antichi dittatori caddero perché non sapevano dare ai loro soggetti sufficiente pane e circensi, miracoli e misteri. (…) Ma sotto un dittatore scientifico l’educazione funzionerà davvero e di conseguenza la maggior parte degli uomini e delle donne cresceranno nell’amore della servitù e mai sogneranno la rivoluzione. (Aldous Huxley, Ritorno al mondo nuovo)
di Emanuela Lorenzi – L’immagine grottesca dei due carnefici imbavagliati insigniti del premio Nobel per la medicina è innanzitutto sigillo iconografico alla schizofrenia di questo tempo distopico in cui viviamo nel quale la realtà è sostituita dalla sua narrazione e, come preconizzava Chesterton (Eretici 1905), “Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”: se il siero per il quale vengono premiati funziona quale sarebbe la necessità di non affidarvi il volto scoperto da una pezza ammalante e ipossiemizzante, se non quella di segnalare al mondo come accettabile e persino auspicabile la condizione di schiavo (in greco apròsopos, ‘colui che non ha volto’) e la volontarietà di tale schiavitù? Ma nella celebrazione della contraddizione è anche l’invito a continuare il sonno della ragione che ha generato i mostri della morte e della malattia, scientemente e sistematicamente disseminati in una riedizione del programma T4 nazista tramite la pratica del Dose-Range-Finding (“ricerca della dose letale”, una sperimentazione dentro la sperimentazione, come rilevava a fine 2021 la ricerca sulla variabilità dei lotti a partire dai dati VAERS del team di Mike Yeadon, ex vicepresidente e capo scienziato Pfizer che sin dal 2020 ha parlato espressamente di genocidio).
I mostri dei malori improvvisi, uno tsunami annunciato inarrestabile, che possono anche causare morti multiple quando le vittime sono alla guida di mezzi pubblici o privati che trasportano altre vite: piovono le denunce dei piloti di aerei di linea di tutto il mondo costretti ad atterraggi di emergenza e si susseguono sempre più spesso incidenti dalle modalità quantomeno sospette, come la recentissima tragedia del bus elettrico di Mestre precipitato e incendiatosi sfondando il guardrail dopo una manovra definita ‘impropria’ dai testimoni, una possibile triade mortale fra elettrico (nuovo dogma gretinamente corretto), malore indotto per legge e incuria delle barriere di sicurezza?
I mostri di una eutanasia di stato che continua ad ottobre 2023 nel cortocircuito del rifiuto di compiere un’operazione salvavita al 57enne Francesco Piredda in un ospedale di Torino (a sua difesa solo il Comitato Fortitudo* e il suo presidente Grazia Piccinelli, guidata dalla ‘spaventosa’ forza che anima chi cerca sinceramente la verità, parafrasando Dostoevskji) perché si rifiutava di sottomettersi all’ormai notoriamente scaramantica pratica del tampone tenuto in vita, lui sì, a colpi di circolari senza forza di legge e base di tutta la Covid-farsa come denunciato dalla Commissione Corona e che un altro premio Nobel quale Kary Mullis, inventore proprio della tecnica RT-PCR Polymerase Chain Reaction, raccomandava di NON usare a scopi diagnostici (poiché virtualmente non esiste molecola con la quale non siamo venuti in contatto e la PCR amplifica troppo, qualunque sostanza si trovasse all’interno del campione da misurare in parti inferiori al miliardesimo si potrebbe ritrovare nel risultato finale, ricordate la papaya positiva del presidente della Tanzania John Magufuli?). Ma siamo ormai abitanti di Orwell City dove alcuni Nobel sono più Nobel di altri e così il Nobel Montagnier viene denigrato a “rincoglionito” da Bassifondi nostrani mentre il guerrafondaio Obama, lo scaricatore di una bomba al minuto e autore di stragi di innocenti è assurto a Nobel per la pace, in pieno bis-pensiero post-covidiano, post-verità, post-umano.
L’ignoranza è forza, la libertà è schiavitù, la guerra è pace…
Il sano è malato, Winston.
(George Orwell, 1984)
Se l’unica immunità in tutta questa faccenda pseudo-vaccinale è quella che il Nobel vorrebbe garantita a politici corrotti, medici assassini e giornalisti da tempo trasformatisi da watchdog a lapdog del potere, e questo dopo il Pfizergate siglato dal sorriso beffardo di Janine Small (“Mi chiede se sapevamo che il vaccino interrompesse o no la trasmissione prima di immetterlo sul mercato? Ma no. Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza”) e più ancora dopo le raccapriccianti dichiarazioni su Nature di Kathrin Jansen sempre a proposito di aerei pericolosi (“Siamo diventati creativi: non potevamo aspettare i dati. Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo” e il candidamente cinico “Un altro motivo per cui la piattaforma mRNA si è rivelata la favorita è che pensiamo che tu possa boosterare quanto vuoi e per tutto il tempo che vuoi”, mentre cioè ci dicevano sul muso che sperimentazione e produzione sono andate effettivamente in parallelo e che la ‘scelta’ della piattaforma a mRNA era motivata dall’infinito profitto delle dosi illimitate, orde di virostar e pecorosi accoliti – ah la sheepletudine!- impartivano e ripetevano il mantra: “non è sperimentale!”), è tuttavia fondamentale sottolineare quello che in pochi, o forse solo il Dr Robert Malone
, stanno ribadendo. E cioè che i due scienziati non hanno ottenuto il Nobel per aver inventato i vaccini a mRNA (‘merito’ invece di Malone) ma per averli “messi a punto” con l’aggiunta della pseudo-uridina che, specifica Malone, ha “consentito la produzione di un numero illimitato di tossine spike in quella che avrebbe potuto essere una piattaforma vaccinale sicura ed efficace, se sviluppata in modo sicuro”. Di questa proteina sintetica simile alla uridina parlo nel mio libro Dittatura sanitaria e moderna resistenza citando le scoperte della dr Carrie Madej, esperta di transumanesimo e manipolazione genetica che già due anni fa ci metteva in guardia su questo “codice Frankestein” creato in laboratorio parlando proprio di pseudo-uridina
“Una finta uridina, cioè una proteina sintetica inesistente in natura e di cui nessuno conosce le conseguenze, la quale dovrebbe ‘hackerare’ il corpo sopprimendo i checkpoint del sistema immunitario in modo da far entrare questo materiale nel nostro corpo (fusione con Intelligenza Artificiale), ma per quanto tempo il nostro sistema immunitario, di cui abbiamo bisogno, verrà soppresso?”
Madej parlava già della questione della brevettabilità dei geni sintetici (istituita formalmente dal 2013 dalla Corte Suprema) come prodromica a quella degli esseri umani che, ricevendoli, si troverebbero in una condizione di “modifica potenzialmente permanente del DNA poiché è stato dimostrato che l’RNA contenuto nei vaccini può essere trasformato in DNA per trascrittasi inversa e perciò integrato nel nostro genoma: il nostro corpo viene indotto a produrre la spike (processo chiamato trasfezione, nessuno sa se sia permanente o meno) […] noi non saremo più quelli di prima”.
Per ingannare il nostro sistema immunitario e fare entrare questo materiale genetico vengono utilizzati come involucro i cosiddetti nanolipidi (anche indicati come idrogel o nanotecnologia o nanobot). Questi idrogel sono già impiegati per il rilascio di vaccini, sfruttandone proprio le capacità di sopprimere i checkpoint immunitari. Interessante sapere che è del 2015 la partnership di Pfizer con il laboratorio di nanorobotica del professor Ido Bachelet dell’Università di Bar-Ilan (Israele):
“Sarà possibile combinare ciascuna di queste molecole con un’antenna in miniatura. Quando l’antenna riceve un segnale esterno, effettua un piccolo cambiamento nella molecola che la farà aprire o chiudere e si dissiperà o si collegherà a un’altra molecola”.
Si tratta quindi di tecnologia già disponibile. Questi nano-biosensori a comunicazione bidirezionale, allerta Madej, sapranno tutto di te: livelli di ossigeno, glucosio, ormoni, quando stai dormendo, quando stai facendo sesso o hai il ciclo, quando stai mentendo, le tue emozioni… e potranno modificare tutto attraverso input esterni (5G, Internet of Things).
Perciò l’anima è fake news, il libero arbitrio è finito e gli esseri umani sono esseri inutili, hackerabili e grazie al Covid ora controllabili sotto pelle (come rileva il profeta post-umanista dell’immortalità cibernetica e consulente del WEF Yuval Noah Harari nel suo “Homo Deus”, “Possiamo controllarvi fin sotto la pelle.”).
Diventa a questo punto quasi irrilevante che Katalin Karikò sia vicepresidente senior dell’azienda tedesca BioNTech Rna Pharmaceuticals e che Drew Weissman sia stato ricercatore presso il National Institutes of Health nel Maryland sotto la guida nientemeno che di Anthony Fauci. Dalle “fauci” del male, la celebrazione del suo compimento. Ma noi continueremo ad opporre il Bene a questo Male, forti della luce della Verità che è una di quelle cose che, come il Sole e la Luna, non possono restare nascoste a lungo, Siddharta docet.
* Piccolo grande aggiornamento: a dimostrazione che “sono le piccole cose, le azioni quotidiane della gente comune che tengono a bada l’Oscurità” (Gandalf), le azioni di Grazia Piccinelli e la fermezza di quest’uomo nel suo legittimo rifiuto, hanno vinto: Francesco sarà operato senza tampone e il mondo oggi è un po’ più luminoso per noi tutti.
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7 set 2023 07:56
USTICA, GHEDDAFI DEVE MORIRE (COSÌ IMPARA A ESPROPRIARE IL PETROLIO TOTAL) - IL RACCONTO DEL SUPERTESTIMONE A PURGATORI, NEL 2013: DUE MIRAGE FRANCESI VIOLANO LO SPAZIO AEREO ITALIANO, SONO ALL’INSEGUIMENTO DEL MIG LIBICO (MA GHEDDAFI NON C’ERA, ERA STATO AVVISATO DAI NOSTRI SERVIZI). UN CACCIA ITALIANO SI ALZA IN VOLO E LI INTERCETTA. QUANDO PARTE IL MISSILE FRANCESE IL MIG SI NASCONDE SOTTO LA PANCIA DEL DC9 ITAVIA, ED È STRAGE – SUL DUELLO AEREO TRA DUE PAESI DELLA NATO, SCENDE IL SILENZIO - I DUE PILOTI DEL CACCIA SONO MORTI NELL’INCIDENTE DELLE FRECCE TRICOLORI A RAMSTEIN NEL 1986…
1 - STRAGE USTICA, IL SUPERTESTIMONE NELLA SALA OPERATIVA: "ECCO COSA SUCCESSE CON IL MIG LIBICO, I DUE MIRAGE E IL TOMCAT"
Andrea Purgatori per www.huffingtonpost.it - articolo del 23 ottobre 2013
“Fu all’inizio degli anni Ottanta. Una domenica in cui giocava l’Italia. Partii da Roma armato, con una scorta armata, e questo documento classificato segretissimo nella cartella.
Una relazione completa sulla strage di Ustica che doveva essere controfirmata dal ministro della Difesa Giovanni Spadolini e trasmessa urgentemente al presidente del Consiglio Bettino Craxi. Arrivai alla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, da lì una gazzella dei carabinieri mi portò nella sua residenza a Pian dei Giullari.
Spadolini mi ricevette in biblioteca, indossava una vestaglia da camera rossa. Mi conosceva bene, lavoravo già da qualche anno nella sua segretaria particolare, mi chiamava per nome. Gli consegnai il documento. Lui si sedette, cominciò a leggere.
Erano sette o otto pagine: il resoconto dettagliato di ciò che era accaduto quella sera, con allegate alcune carte del Sismi, il servizio segreto militare. Si parlava di due Mirage, di un Tomcat, si parlava del Mig. Mi resi subito conto che quello che c’era scritto non gli piaceva, scuoteva la testa. Finché a un certo punto sbattè un pugno sulla scrivania. Era infuriato. Ricordati, Giuseppe - mi disse - non c’è cosa più schifosa di quando i generali si mettono a fare i politici. Ma alla fine, controvoglia, firmò”.
Il maresciallo Giuseppe Dioguardi oggi ha 53 anni, ha prestato servizio in Aeronautica fino al 2008. Alla scadenza del suo nullaosta di segretezza, il Cosmic, che è il livello più alto, è stato ascoltato da Maria Monteleone ed Erminio Amelio, i due magistrati della Procura di Roma che indagano sulla strage di Ustica. Parte dell’interrogatorio è ancora secretato, ma il maresciallo ha accettato lo stesso di raccontare quello che sa. E sa molto.
Nei 33 anni che ha trascorso nell’arma azzurra e alla Difesa, in posizioni di estrema responsabilità e delicatezza, un filo rosso lo ha tenuto sempre agganciato, spesso da supertestimone, a questa storia. Fin da quella sera del 27 giugno 1980, quando si trovò nella sala operativa della Prima regione aerea a Milano. Esattamente negli istanti in cui il DC9 Itavia veniva abbattuto nel cielo di Ustica.
Come mai quella sera lei era nella sala operativa della Prima Regione aerea?
“Per puro caso, ero andato a trovare un collega di turno”.
Quindi, seguì tutto in diretta?
“Sì, fin dalla prima comunicazione della base radar di Monte Venda”.
Che cosa sentì?
“Rimbalzavano notizie confuse. Non si capiva cosa era successo, dicevano che un aereo era stato abbattuto. C’era molta tensione. E appena l’ufficiale di servizio comunicò quello che stava succedendo al comandante della Regione aerea, che all’epoca era il generale Mura, il Centro operativo dello Stato Maggiore da Roma alzò il livello d’allarme al grado più alto in tutte le basi italiane”.
Cosa che non accade per un semplice incidente aereo.
“No. Quel tipo d’allarme scatta solo se c’è un pericolo concreto per la sicurezza del Paese. Che so, un attacco a una base o una minaccia dall’esterno al nostro spazio aereo. Per capirci, lo stesso allarme del giorno dei missili libici su Lampedusa o della notte di Sigonella”.
Dalla prima comunicazione all’allarme quanto tempo trascorse?
“In quella situazione, la sala operativa della Regione aerea aveva un tempo massimo di cinque minuti per avvertire Roma. Faccia lei i conti”.
Che altro fece il generale Mura?
“Chiese a chi non era in servizio di uscire subito dalla sala. Poi la mattina dopo, al circolo, mi chiamò e mi disse che bisognava stare sereni e tranquilli, che purtroppo erano situazioni che potevano capitare e che stavano cercando di capire chi aveva provocato cosa”.
Le comunicazioni che ascoltò erano telefoniche?
“Certo. Ma dallo Stato Maggiore di Roma arrivarono anche messaggi classificati che vennero decrittati e letti”.
Cerchi di essere più preciso.
“Non posso, i dettagli sono nelle parti dell’interrogatorio secretate dai magistrati. Diciamo che la confusione era provocata dal fatto che si sapeva che c’erano dei caccia in volo ma non la nazionalità, né la provenienza o la direzione. E comunque, un allarme c’era già prima dell’abbattimento…”.
Chi lo aveva lanciato?
“I due piloti che poi sono morti nell’incidente delle Frecce tricolori a Ramstein nel 1986, Nutarelli e Naldini. Loro hanno incrociato il DC9 tra Bologna e Firenze e hanno visto quello che si muoveva intorno al velivolo civile… loro sono rientrati alla base di Grosseto segnalando il pericolo con la formula da manuale, attivando il microfono senza parlare. E tutte le sale operative delle tre regioni aeree, che sono collegate da una linea diretta, stavano cercando di capire. La fase più concitata è andata avanti per circa un’ora e mezza e l’allarme massimo è stato tolto solo dopo sette, otto ore”.
I radaristi militari di Ciampino hanno dichiarato negli interrogatori di aver visto dei caccia americani, hanno addirittura chiamato l’ambasciata per sapere qualcosa da loro.
“Nella relazione del Sismi controfirmata da Spadolini si parlava di due Mirage, e all’epoca quei caccia li avevano solo i francesi, e di un Tomcat, che era un caccia imbarcato sulle portaerei americane”.
Possibile che nessuno dei nostri radar, ad eccezione di Ciampino, li avesse visti e identificati?
“Mettiamola in questo modo. Quella sera c’erano dei siti radar aperti, che nel giro di due o tre anni da quell’evento sono stati chiusi, ufficialmente per un riordino interno. Uno addirittura dopo sei mesi. E chi ha indagato nella prima fase di questa inchiesta, o non ha saputo cercare i nastri radar giusti o non li ha voluti trovare”.
Ma quella notte, dopo la confusione, si capì come erano andate le cose.
“Le dico di più. La mattina dopo, al circolo ufficiali, parlavano tutti dell’abbattimento. E siccome era un sabato, chi stava lì c’era perché aveva lavorato tutta la notte nella sala operativa o nei centri dove passavano le comunicazioni classificate”.
Si parlava di aerei italiani coinvolti, a parte l’F-104 di Nutarelli e Naldini?
“No. E il loro coinvolgimento fu molto preciso. Vedere un caccia militare sotto la pancia di un aereo civile non è una cosa normale”.
Se per giunta non è italiano…
“Il modello non era italiano. E quando non ci sono nemmeno coccarde che lo identifichino, fai fatica a non sganciare il pulsante d’allarme”.
Si fa fatica anche a non credere che almeno una base radar lo abbia visto entrare nel nostro spazio aereo.
“Probabilmente, lo hanno visto”.
E cancellato…
“Probabilmente”.
Ma nessuno lo ha mai confessato.
“Gliel’ho detto. Se eri un militare e avevi a che fare con un documento o un’informazione a qualunque livello di segretezza, da riservato a segretissimo a top secret che sia per quelli Nato, e le rivelavi rischiavi fino a venti anni di reclusione. Ora la norma è cambiata. Ma allora era così. E guardi, non sono state le minacce o gli ordini dei superiori, che pure ci sono stati, a tappare la bocca ai militari. Era la paura di andare in galera. Ma la gente sapeva, e le carte c’erano”.
E sono sparite per sempre, queste carte?
“Io ho spiegato ai giudici che ogni documento ha una vita. Molti sono stati distrutti ma molti esistono ancora. Bisogna saperli cercare. Prenda il giudice Priore. E’ arrivato a cinque centimetri dalla verità, ma non ha trovato la pistola fumante. I suoi finanzieri non sono potuti entrare nelle segreterie speciali o nelle stanze o nei depositi dove c’erano le carte classificate, perché ci vogliono dei permessi che un magistrato non può dare.
E se ci fossero entrati, non avrebbero saputo cosa cercare e come. Un registro di protocollo classificato non si distrugge mai nella vita. Ma bisogna trovarlo e poi saperlo leggere. E adesso prenda me. Dopo Milano sono stato otto anni a Roma nella segreteria particolare di sei ministri della Difesa, poi a Bari alla Terza regione aerea, sempre col nullaosta di sicurezza Cosmic che al mio livello in Italia avevamo solo in ventiquattro. Priore ha chiesto di interrogare i componenti della segreteria speciale ma il mio nome non è mai stato inserito nell’elenco che gli ha fornito l’Aeronautica. Sarà un caso?”.
Torniamo a Spadolini, a quella relazione segreta e alla sua sfuriata.
“Era fuori di sé. Prima di firmare fece anche una telefonata, a cui però io non ho assistito”.
Ce l’aveva coi generali perché cercavano di giustificare politicamente quello che era successo?
“C’era un tentativo di girare le carte. D’altra parte anche De Michelis parlò di carte sopra il tavolo e carte sotto il tavolo. All’epoca i generali di squadra aerea erano solo tredici e ciascuno di loro aveva una linea telefonica diretta con un apparecchio cripitato che comunicava con le altre dodici, una specie di teleconferenza via Skype ante litteram. Qualunque decisione dovevano prendere e presero, lo fecero insieme, in tempo reale”.
Mai nessuno fuori dal coro?
“Il generale Moneta Caglio. Era un giorno di Pasqua. Vado a Roma a discutere questa faccenda, mi disse. Prese la macchina, andò a casa del capo di stato maggiore, ci fu una lite violentissima e lo misero in pensione con un anno d’anticipo”.
Non condivideva la linea sulla strage di Ustica?
“Esatto. Chi ha gestito questa storia, chi era in determinati posti di comando e controllo, ha fatto carriere inimmaginabili. Generali che sono diventati capi di stato maggiore e sottufficiali che hanno avuto trasferimenti lampo in sedi dove c’era una lista d’attesa di quindici anni. Chi ha imbrogliato non è stata l’Aeronautica. È stato un numero ben preciso e ristretto di persone dentro l’Aeronautica. Gli altri ci hanno solo rimesso”.
Oppure sono morti.
“Oppure. L’ultimo in ordine di tempo è stato il generale Scarpa. Tre anni fa”.
Trovato nella sua casa di Bari con la faccia tumefatta e una ferita alla testa.
“Esatto”.
Aveva avuto a che fare con questa storia?
“Diciamo che ci si era trovato vicino”.
Quando i piloti Nutarelli e Naldini sono morti nell’incidente di Ramstein, nessuno di voi si è fatto qualche domanda?
“Come devo risponderle?”.
Non lo so. Ha fatto un sospiro.
“Ecco. Ma mica è l’unico fatto strano”.
Per esempio?
“Nessuno si chiede mai nulla sul povero generale Giorgieri”.
È stato ucciso dalle Brigate Rosse.
“Era uno dei tredici generali di squadra, che erano tutti collegati fra loro. Era anche uno dei pochi che non aveva la scorta”.
In quelle pagine che hanno fatto infuriare Spadolini si parlava anche del Mig.
“Era collegato”.
Perché anni dopo, terminata la sua audizione in Commissione stragi, disse: “Scoprite il giallo del Mig e troverete la verità su Ustica”.
“E’ così. Glielo confermo al cento per cento”.
Di quella relazione non si è saputo mai nulla. Sparita.
“Finchè sono rimasto al ministero della Difesa a Palazzo Baracchini, una copia di quella relazione c’è sempre stata. E so da amici comuni che fu conservata per molto tempo anche dopo il 1988. Quando fui trasferito alla segreteria del comandante della Terza regione aerea a Bari e poi alla segreteria speciale del comandante di regione, anche nelle loro casseforti c’erano documenti su Ustica. Noi potevamo vederli, leggerli, avevamo il nullaosta giusto”.
Noi chi, scusi?
“Noi della segreteria speciale, eravamo in otto e non dipendevamo da nessuno. La sera del 27 giugno, due di noi si trovavano a Monte Scuro, sulla Sila. Dove poi furono rimandati il 18 luglio a vedere ufficialmente i resti del Mig che avevano già visto segretamente il 27 giugno”.
Quella sera in cielo il Mig se l’erano perso o no?
(pausa) “Non lo so”.
Però seppero subito dove era caduto.
(pausa) “Non lo so”.
I magistrati le hanno chiesto perché ha aspettato tutti questi anni per raccontare quello che sa?
“Certo. Lo dico anche a lei. Primo. Perché nel 2010 è scaduto il mio nullaosta di sicurezza e mi sono sentito finalmente una persona libera. Secondo. Perché in tutti questi anni, ogni volta che mi parlavano di Ustica mi sono sentito una merda”.
2 -L’INCIDENTE DI RAMSTEIN
Estratto dell’articolo di Giuseppe Asta e Antonio Bonanata per www.rainews.it – articolo del 2 settembre 2023
[…] Mario Naldini e Ivo Nutarelli erano due piloti dell’Aeronautica, in servizio presso la base di Grosseto e in volo la sera del 27 giugno 1980. Lanciarono l’allarme di emergenza generale. La loro testimonianza, prevista dall’inchiesta di Priore, avrebbe quindi fornito utili elementi per far luce su quello che accadde nei cieli del Tirreno la sera del disastro.
Oltretutto, i due piloti – che viaggiavano insieme su un F-104 Lockheed – avrebbero potuto offrire un’utile testimonianza in relazione alle dichiarazioni del loro allievo e collega, Algo Giannelli, in volo la sera del 27 giugno su un altro F-104 e apparso, a detta di Priore, “sempre terrorizzato”. Nutarelli e Naldini restarono vittime di un tragico incidente nella base aerea militare di Ramstein, in Germania, scontrandosi in volo a bordo dei rispettivi velivoli. […]
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Così volava "Juice", l'asso dell'aviazione ucraina morto in un incidente - Video
Tre piloti militari ucraini sono morti venerdì 25 agosto quando due aerei da addestramento al combattimento L-39 si sono scontrati su una regione a ovest di Kiev venerdì. Tra questi, Andriy Pilshchykov, detto Juice, probabilmente il pilota di maggior talento dell’aviazione ucraina. L’anno scorso, intervistato dalla Reuters, aveva affermato: “Gli istruttori dei paesi alleati ci insegnano che…
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Eyes on the world #158
Dopo una breve (ma intensa) sosta per ferie, torniamo leggermente a ranghi ridotti. Per il momento.
Questa settimana solo notizie principali, giusto per riprendere con calma. Solito giro in Ucraina (con grosse novità), poi passaggio in USA, Giappone e – perché no – sulla Luna.
Riprendiamo più carichi che mai. Partiamo 👇
🇺🇦 GLI ATTACCHI A MOSCA, LA MORTE DI PRIGOZHIN, L’INGRESSO IN CRIMEA: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Torniamo di corsa sugli ultimi aggiornamenti provenienti dall’#Ucraina, piuttosto intensi. Innanzitutto, cominciamo dalla scorsa settimana, quando nella notte tra giovedì e venerdì un nuovo attacco con droni ha colpito la capitale russa Mosca, e più nello specifico l’Expocentre, complesso utilizzato prevalentemente per congressi nel centro della città. Nessun commento da parte dell’Ucraina, ma neanche morti o feriti segnalati dall’agenzia statale russa Tass. L’esercito ucraino si è fatto sentire anche per la distruzione di un bombardiere strategico supersonico russo, un aereo progettato per attacchi nucleari (il mezzo si trovava in una base militare a sud di San Pietroburgo), ma anche mercoledì per l’azione di un drone contro un altro grattacielo in centro a Mosca, anche qui senza conseguenze tragiche. Restando in tema di armamenti, gli #USA hanno dato l’ok a Danimarca e Paesi Bassi (entrambi membri della NATO) per inviare all’Ucraina jet militari F16, tanto richiesti soprattutto dal presidente Zelensky dall’inizio della guerra. Verranno utilizzati probabilmente verso la fine dell’anno, dal momento che gli USA hanno imposto l’addestramento per i piloti ucraini prima di poterli mettere in campo. La #Russia non è comunque rimasta con le mani in mano, dal momento che lo scorso weekend ha colpito la città di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina, con diversi missili; hanno perso la vita almeno 7 persone, mentre i feriti sono centinaia. Prima di parlare dell’avvenimento più importante della settimana, un piccolo aggiornamento sui vertici dell’esercito russo. A non farne più parte è il comandante delle Forze aerospaziali russe Sergei #Surovikin, secondo molti a conoscenza (e forse anche supporter) dei piani del gruppo Wagner in occasione della rivolta – poi scongiurata – di fine giugno. Al suo posto il capo di stato maggiore dell’aeronautica Viktor Afzalov. Tornando al gruppo #Wagner, secondo l’autorità dell’aviazione civile russa, sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che il capo della milizia Yevgeny #Prigozhin sia rimasto vittima di un incidente aereo, dopo che mercoledì sera un mezzo privato sul quale presumibilmente si trovava è precipitato a circa 100 km a nord-ovest di Mosca. A bordo con lui 9 persone, tutte decedute in base a quanto riportato. L’aereo, dalle prime ricostruzioni, sarebbe stato abbattuto da un’esplosione interna (probabilmente una bomba) e al suo interno ci sarebbe stato anche Dmitry Valeryevich Utkin, altro fondatore del gruppo Wagner insieme a Prigozhin. Tuttavia, nessun governo o media al mondo ha ancora ufficialmente dato Prigozhin per morto, pur essendo nella lista passeggeri ufficiale del velivolo. Solo il presidente russo Putin ha fatto le condoglianze alle famiglie dei defunti, i cui corpi sono stati requisiti immediatamente dalle autorità russe senza alcuna informazione sulle autopsie e/o sulle operazioni di riconoscimento dei corpi. C’è anche da dire che Prigozhin per anni ha fatto di depistaggi, fake news e disinformazione in generale il proprio pane quotidiano e, di conseguenza, c’è quantomeno da sospettare che anche questo caso non sia diverso. Ad avvalorare la tesi della morte del capo del gruppo Wagner il curioso gioco di luci creato nella sede del gruppo situata a San Pietroburgo, che nella notte di mercoledì hanno ricreato una croce nella facciata principale. Nel frattempo, giovedì le autorità ucraine hanno fatto sapere che delle truppe sono entrate nel territorio della #Crimea per la prima volta dall’annessione russa. Dell’operazione ancora si sa poco o nulla e non ci sono state conferme ufficiali da parte dei diretti interessati o dalla Russia.
🇺🇸 GLI USA INCONTRANO COREA E GIAPPONE. POI PRIMO SCONTRO TRA REPUBBLICANI, MA SENZA TRUMP, CHE…
(2) Ci spostiamo negli Stati Uniti, dove in settimana ci sono stati tanti sviluppi interessanti, a partire intanto dall’incontro tra USA stessi, Corea del Sud e Giappone. È stato il presidente americano Joe #Biden a richiedere l’incontro, al fine di rafforzare la collaborazione tra i 3 paesi e – probabilmente – per contrastare l’influenza della Cina in quell’area di Pacifico. Più che tra USA e i paesi orientali, l’incontro è stato voluto per distendere gli animi tra Corea e Giappone, il cui rapporto non è mai stato troppo rilassato dalla Seconda guerra mondiale. Rimanendo in tema di questioni tra Cina e USA, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha approvato la vendita a #Taiwan di un sistema di tracciamento da montare sopra gli F-16 in loro possesso. In questo modo i movimenti di obiettivi esterni verranno tracciati a infrarossi piuttosto che con i più classici radar, la cui attivazione consentiva alla Cina di raccogliere dati sulla posizione e la velocità di risposta dei sistemi di difesa dell’isola. L’altro argomento principale della settimana ha riguardato, indirettamente, il primo dibattito tra i candidati #Repubblicani nella corsa alla Casa Bianca del prossimo anno. L’incontro, andato in onda in diretta tv, ha visto 8 personalità scontrarsi su un palco a Milwaukee, dove a farla da padroni sono stati l’ex vicepresidente Mike Pence, il governatore della Florida Ron DeSantis, ma anche l’imprenditore di origini indiane Vivek Ramaswamy (secondo molti il vero vincitore della serata). Il grande assente? Il candidato principale del partito, l’ex presidente Donald #Trump, in altre faccende affaccendato. Giovedì Trump si è presentato al carcere della contea di Fulton, in #Georgia, dopo che la procura a metà agosto lo aveva accusato di voler sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 servendosi di un’organizzazione definita criminale a tutti gli effetti. La sua foto segnaletica è diventata subito virale e l’ex presidente è stato subito scarcerato dopo aver pagato una cauzione da 200.000 dollari. Si resta in attesa di capire quando potrà svolgersi il processo. Intanto anche il suo ex avvocato Rudy Giuliani si è consegnato alle autorità per la stessa accusa.
🇯🇵 INIZIA IL RILASCIO DELLE ACQUE DELLA CENTRALE NUCLEARE DI FUKUSHIMA NELL’OCEANO PACIFICO
(3) Facciamo un salto rapido in #Giappone, dove giovedì è iniziato il rilascio nell’oceano Pacifico delle acque utilizzate per il raffreddamento della centrale nucleare di #Fukushima, colpita da un devastante terremoto (e un successivo tsunami) nel 2011. Pur essendo una pratica piuttosto sicura e approvata persino dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) delle Nazioni Unite, ci sono state parecchie polemiche su presunti rischi per la salute della popolazione e della fauna locale. Il sistema di filtrazione ha fatto in modo che pressoché ogni traccia di materiale radioattivo sia stato rimosso prima del rilascio in mare (a rimanere è solo il trizio in concentrazioni piuttosto basse). Tuttavia, nonostante le rassicurazioni del governo e degli esperti, è stato soprattutto il settore della pesca ad avanzare le obiezioni più grandi, probabilmente preoccupato di non riuscire più a vendere quanto preso nelle acque immediatamente interessate dalla pratica (ovvero quelle della zona di Fukushima). In Cina, Corea del Sud e alcuni stati del Pacifico sono state infatti introdotte alcune limitazioni alle importazioni di pesce proveniente dal Giappone, il cui prezzo – per ovvi motivi – è calato drasticamente. I primi serbatoi d’acqua verranno riversati nel giro di poco più di 2 settimane, mentre entro il marzo 2024 sono previste altre 3 dispersioni di quantità simile (quasi 8.000 metri cubi d’acqua).
🌕 CHANDRAYAAN-3 E LUNA-25 PORTANO INDIA E RUSSIA SULLA LUNA, MA CON RISULTATI OPPOSTI
(4) Chiudiamo sulla #Luna, letteralmente, dal momento che due paesi hanno provato a raggiungerla con due risultati diametralmente opposti. Partiamo dalla Russia, la cui sonda Luna-25, nell’ambito della prima missione lunare dal 1976, sarebbe dovuta atterrare sul polo sud del satellite lo scorso lunedì. Ebbene, in seguito alla perdita di contatto con l’agenzia spaziale russa Roscosmos, è venuto fuori che la sonda si è schiantata sulla superficie lunare. La missione era partita non lontano dal confine cinese, dalla città di Vostochny, lo scorso 11 agosto e non è ancora chiaro cosa abbia causato lo schianto, anche se la Roscosmos ha avviato un’indagine in merito. Esito completamente diverso per la missione indiana Chandrayaan-3, giunta sul suolo lunare alle 14.32 italiane di mercoledì. Nel corso delle prossime settimane il rover mandato in esplorazione esaminerà ciò che troverà sul satellite. Si tratta del quarto paese al mondo dopo USA, Unione Sovietica e Cina ad aver compiuto un atterraggio controllato sulla Luna, particolarmente importante dopo il fallimento della missione Chandrayaan-2 nel 2019 (anch’esso schiantatosi al suolo).
Rientro soft questa settimana. Le brevi? Forse tra una settimana.
Alla prossima 👋
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Due piloti sono morti dopo che un aereo antincendio si è schiantato in Grecia - In Algeria sono morte 34 persone a causa degli incendi..
articolo: Due piloti sono morti dopo che un aereo antincendio si è schiantato in Grecia – Il Post Due piloti dell’aeronautica greca sono morti nello schianto di un aereo antincendio che stava aiutando a estinguere un incendio boschivo sull’isola di Evia. Secondo l’aeronautica greca il loro aereo, un Canadair CL-215, si è schiantato contro una collina martedì, nel primo pomeriggio, e ha preso…
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Due aerei militari si sono scontrati sui cieli di #Guidonia, precipitando al suolo. I due piloti morti nello schianto hanno eroicamente evitato una strage dirigendosi lontano dal centro abitato. (presso Guidonia Montecilio) https://www.instagram.com/p/CphRrsuNd0R/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Scontro tra aerei militari a Guidonia, morti i due piloti. Avrebbero evitato una strage
Scontro tra aerei militari a Guidonia, morti i due piloti. Avrebbero evitato una strage. È finita in tragedia una missione addestrativa “pre-pianificata” per due piloti esperti dell’Aeronautica Militare italiana. I due piloti che hanno perso la vita sono il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, di 48 anni, originario di Montalbano Ionico, in provincia di Matera, e il maggiore Marco Meneghello, di 46 anni, nato a Legnago, in provincia di Verona. Entrambi erano in servizio al 60esimo Stormo dell’Aeronautica Militare. È stato fatale uno scontro in volo sopra la base militare mentre si trovavano ai comandi di due velivoli leggeri modello U-208 Siai Marchetti. Una tragedia che poteva avere conseguenze ancora più drammatiche per i residenti della zona: uno dei due piloti è riuscito ad evitare una palazzina del centro abitato, finendo il volo nella stradina in via Longarina, senza causare altre vittime. L’altro velivolo, invece, è caduto su un campo a pochi metri dall’aeroporto. «Il pilota ha fatto qualcosa per evitare i palazzi, li ha schivati. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prenderci in pieno», raccontano alcuni testimoni oculari. «Erano piloti esperti, volavano su diversi mezzi. Da molti anni erano in forze al 60esimo Stormo e al Gruppo volo di Guidonia. Tutti i piloti dell'Aeronautica sono addestrati anche a manovre per preservare l'incolumità delle persone, ma l'indagine in corso lo appurerà». Risponde così ai giornalisti il Generale dell'Aeronautica Silvano Frigerio. "Profonda commozione in tutto il Paese”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio di cordoglio per la morte dei due piloti dell’Aeronautica.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Scontro tra ultraleggeri, morti i due piloti - Cronaca
Due ultraleggeri si sono scontrati oggi all’altezza di Guidonia Montecelio, centro alle porte di Roma. I due velivoli sono precipitati su un prato non lontano da via Longarina e i piloti che erano a bordo sono deceduti nello schianto. Sul posto polizia, carabinieri e personale del 118. L’incidente, secondo le prime informazioni, avrebbe coinvolto due aerei militari d’epoca. Dopo lo scontro, uno…
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Uno degli autori che più ha pensato la condizione umana dopo la comparsa e l’uso della bomba atomica è stato Günther Anders. Con Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki (1961). Intrattenne rapporti con uno dei piloti che sganciò la bomba sulle città giapponesi.
In I morti. Discorso sulle tre guerre mondiali, che raccoglie due saggi di Anders seguiti da una breve antologia di interventi sulla bomba di Karl Jaspers, Maurice Blanchot, André Glucksmann e John Rawls, è possibile recuperare il senso di un discorso che pare del tutto annullato dal clima di mobilitazione generale creato intorno all’invasione di un territorio sovrano. Questo mentre si evita accuratamente e con la propaganda più pervasiva di pensare che la minaccia nucleare cancella ogni territorio e ogni mondo, rendendo disponibile l’umanità nella sua interezza all’olocausto termico.
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