#pilota automatico
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drclaudiosaracinodcsworld · 2 years ago
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🔴🇮🇹 CHI O COSA E’ PIU’ FORTE DI TE?!
ti comporti in un modo automatico inconscio come se una forza interiore te lo comandasse ?
Esempio?
Quante volte ti dici di non fumare? E poi…
Quante volte ti dici di non fare abbuffate? E poi…
Quante volte ti dici di studiare? E poi…
Quante volte ti dici di dimagrire? E poi…
Quante volte ti dici di cambiare? E poi…
Quante volte ti dici di mollarlo? E poi…
Quante volte ti dici basta? E poi…
Quante volte ti dici di avere successo? E poi…
Quante volte ti dici di diventare ricco? E poi…
Quante volte ti dici di non arrabbiarti? E poi…
Quante volte ti dici di non stressarti? E poi…
Quante volte ti dici di guarire? E poi…
E poi e poi e poi ?
Una sensazione, una voce silenziosa più forte della tua volontà ti fa fare il contrario di ciò che dici, vero o no?
Forza interiore= Il tuo subcosciente, la tua immaginazione, il tuo genio della famosa lampada di Aladino!
Perché ti racconto ciò?
Perché se vuoi che i tuoi desideri diventino realtà usa la tua mente potente con la chiave del tuo subcosciente per aprire le porte del tuo scrigno segreto con l’ipnosi DCS Vera e professionale unica al mondo anche con 1 solo audio DCS!
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jadarnr · 1 month ago
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 From the Empire
FLIGHT NIGHT - Capitolo 4
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
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CRAAACK… CRIIICK… BOOM!
Il pavimento crollò.
Non c’era nulla che avrebbero potuto fare. Cercarono invano di aggrapparsi a qualcosa, ma furono risucchiati tra i condotti di aerazione della nave che stavano attraversando, cadendo da un’altezza di quasi due metri.
Si rialzarono traballanti, cercando di riprendere l’equilibrio.
“Aaaah. Padre, é tutto ok?” Chiese Jessica. Non riusciva a vedere nulla in quella stanza piccola e buia. Allungò il collo cercando di scrutare attraverso l’oscurità. “Padre?… dove… ah!”
Qualcosa si mosse sotto la sua gonna. Jessica saltò in piedi e urlò a squarciagola.
Abel, con gli occhi rivoltati verso l’alto come un morto, giaceva sotto di lei.
Sembrava ferito… eppure in qualche modo aveva un’espressione soddisfatta. Lei era finita esattamente a sedere sulla sua faccia quando erano atterrati.
“Padre? Sta bene? La prego non sia morto.”
“Fa male ma sto bene.” Mugugnò. “Ma dove mi trovo? Chi è lei?”
Jessica, felice che il prete respirasse ancora, ma temendo una commozione cerebrale, cercò di riscuoterlo prendendolo per il bavero del suo colletto: “Siamo sul ponte inferiore. I pannelli del pavimento erano arrugginiti e hanno ceduto. Si sente bene?”
“Ho fatto un sogno. C’erano degli angeli, ma erano vestiti di rosa anziché di bianco. E avevano un profumo così dolce…”
Jessica fissò il prete con uno sguardo glaciale, e mollò la presa, lasciandolo cadere nuovamente sul pavimento. Poi si sistemò il vestito con cura.
“Dovrebbe esserci un interruttore elettrico da qualche parte.” Disse, guardando ovunque tranne che verso Abel. “Ah, eccolo qui.”
“Dunque qui si trovano tutti i sistemi di comunicazione, giusto?”
Jessica ignorò il prete, che in qualche modo era riuscito ad alzarsi in piedi, si diresse verso il quadro di comando del computer ed iniziò a premere gli interruttori del pannello di controllo. Alcuni caratteri apparvero sullo schermo, ma—
“E’ come pensavo. Il computer principale è completamente tagliato fuori. Ogni comando viene rifiutato.”
“Ah è così? Mi faccia vedere.” Disse il prete.
“E’ inutile, solo un programmatore potrebbe—“ Jessica si interruppe a metà frase.
Il prete stava scrivendo freneticamente sulla tastiera della console.
“Padre! Non ha senso che digiti cose a caso…”
“Lasci fare a me.”
Lo schermo del computer si illuminò di strani caratteri - lettere e numeri verdi che scorrevano velocemente sul monitor, riflessi sulle lenti degli occhiali del prete. Abel continuò a battere sui tasti ad una velocità impressionante.
“Ecco fatto.” Disse il prete. Premette un grosso pulsante ed alzò entrambi i pugni in segno di trionfo.
La console emise un suono ed iniziò a ronzare. Un momento dopo, le luci del pannello di controllo passarono da verdi a blu. Jessica sapeva che quello voleva dire che erano passati dal pilota automatico al volo manuale.
“Ma chi siete veramente, Padre?”
“Ora è tutto a posto, vero?” Rispose sorridendo Abel, ignorando la domanda. “Adesso tocca a lei, Jessica. Deve impedire a tutti i costi che questa nave si schianti. Lei rimanga qui. Io vado a cercare il nostro amico della cabina di pilotaggio.”
“Ma non è pericoloso?” Chiese Jessica.
“E’ il mio lavoro. Lei faccia il suo dovere, io farò il mio.”
“Ma…”
“Sì, Jessica?”
Jessica non aveva idea di cosa avrebbe voluto dire. Non riusciva a dare un ordine al groviglio delle sue emozioni. Alla fine disse semplicemente: “Stia attento.”
“Grazie.”
Gli occhi azzurri del prete sorrisero guardando verso di lei. “Allora io vado. Lei si occupi della navigazione.”
“Non ce n’è bisogno, maledetti ficcanaso!” Il ghigno sottile del Duca di Meinz apparve dall’oscurità di una finestra. “Da qui in avanti me ne occuperò io.”
Il vampiro fracassò il vetro, scaraventando il corpo di Abel dall’altro lato della stanza.
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arcobalengo · 1 year ago
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🚗 Nella capitale del Texas, decine di auto con il pilota automatico hanno bloccato l'incrocio e sono rimaste ferme
Quando il paradosso dell'Asino di Buridano diventa una reazione a catena. ❤️
Giuseppe Masala
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onnze · 2 months ago
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La verità é che non c’entra il sonno
O le ore di lavoro , la scuola , non c’entrano
Non è una stanchezza fisica , no
É come impostare un pilota automatico che mi permette di alzarmi , di lavorare
Un pilota automatico che mi permette costantemente di sorridere , di ridere anche in maniera forzata ma tanto alla fine chi se ne accorge ? Basta che sorridi
Poi arriva sera ed è come se questo pilota automatico si spegnesse
E allora dormo
E cerco di dormire il più possibile
Come lo spieghi ?
Che a volte si preferisce far semplicemente passare il tempo, far passare le ore
Anche se così si fa un accumulo di giornate vuote , di giornate senza un peso
La verità è che alla domanda come sto non so rispondere nemmeno io
Sto bene ? Non lo so
Sto male ? Finché riesco a sorridere penso che va bene
So che se non avessi il mio lavoro , forse su questo letto ci sarei stata per più di qualche ora al giorno
So che mi sarei attaccata al buio e non ne sarei più uscita quindi si , è come se impostassi un pilota automatico che in realtà mi permette di vivere
Perché sennò sento che se mi fermo a dare anche solo per un secondo peso anche ad uno solo dei miei pensieri , cado
Però tante volte si, mi addormento pensando a quanto mi manca essere felice
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vvvounds · 11 months ago
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mi sono persa mesi fa e non sono più tornata, questo corpo ha il pilota automatico
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abr · 1 year ago
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Il socialismo dei ricchi.
Stavolta in salsa "green", ma è accidente non sostanza. La cosa sorprendente difatti è accorgersi solo ora come il socialismo sia il sistema politico DELLE ELITE BUROSTATALISTE. Produce pochi priviliegiati - mediocri, come se non bastasse - e masse straccione mantenute. Indipendentemente dalla scusa usata per instaurarlo, questo è l'output.
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greenbor · 2 months ago
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Ispirato da un post di https://www.tumblr.com/onnze
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mi fa tanto male il petto e ho un enorme senso di vuoto, mi tartasso la testa con mille e più domande chiedendomi dove io sia finito e perché certe cose siano andate in un certo modo nella mia vita
per quanto alcuni fossero eventi dannatamente da rimuovere e brutti riuscivo ad affrontarli o quantomeno a reagire a essi anche in modo del tutto negativo e disfunzionale
ora invece vado per inerzia e non sento dannatamente nulla e qualsivoglia stimolo io cerchi o mi si pari davanti è come se un automa ci reagisse e non una persona
è come se avessi il pilota automatico, e non sto parlando di viversi o non viversi le cose, quanto più di sentirle io, che sia un esperienza lavorativa, di studio o un qualsivoglia rapporto sociale o relazionale
ora sento solo un male assurdo e a malapena mi si fanno gli occhi lucidi, solo per questo capisco che un minimo umano lo sono ancora, ma diamine io non mi ci sento affatto
non so nemmeno quello che sto facendo o se arriverò da qualche parte così facendo
tutt'ora, proprio come in passato non ho affatto voglia di stare in questo mondo e continuo a trascinare una carcassa ormai morta
magari non mi odierò più come prima è vero, né odio così tanto gli altri come prima o come voglio fare credere
semplicemente non ha più rilevanza nulla, quelle poche persone o cose di cui mi importa rischio di rovinarle al minimo fiato sbagliato o comunque non posso permettermi di fare anche solo il minimo sbaglio per quanto possano addirittura servirmi
non so più nemmeno io cosa sto dicendo, so solo che fa male e che mi mancano certe cose, alcune positive altre tremendamente negative di me e del mio passato
intanto il tempo passa, e ciò che rimane di me o del mio passato se ne va assieme a esso
che schifo, è tutto una dannata seccatura
quanto ancora reggerò senza perdere completamente il senno e abbandonarmi?
è già finito tutto da un pezzo
"mettermi d'accordo con la vita, fare un contratto con la mia solitudine, tutte queste cose non mi appartengono, non fanno per me, non è vero?"
forse tutto questo è vero per me, sono solo l'ombra e lo spettro di ciò che sono stato e sarei voluto essere, ma che non posso essere e che non sarò mai con queste condizioni
presto o tardi ci sarà un addio, cosa avrò combinato fino a quel punto? poco di buono e troppo lasciato in sospeso.
14/12/2023. 02:05
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klimt7 · 2 years ago
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CESENA , 22 maggio 2023
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CRONACHE DAL FANGO
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Ore e ore a riempire bidoni. A trasportare secchi d'acqua. A spalare fango per vuotare le cantine e i garages. A gettare ricordi, libri, oggetti, quaderni di scuola Elementare, di scuola Media, di Liceo.
E poi la scatola coi quadernoni di appunti delle lezioni dell'Università, e ancora, mobili e le scarpe invernali, le scarpette estive, i quadri realizzati durante gli anni del Liceo, e poi gli attrezzi, i trapani e gli avvitatori di mio padre. Ripescare con le mani nella melma, in fondo alla cantina, cacciaviti, forbici, pennelli, la cassetta in legno con i colori acrilici, e poi le valigie imbrattate di fango, i trolley, gli zaini utilizzati ai tempi dei "lupetti" e zaini più grandi utilizzati ai tempi degli Scout in parrocchia...
Lavorare per ore, staccando il cervello.
Rifiutarsi di pensare.
Sconnettersi completamente dagli abituali meccanismi mentali.
Perchè quella parola: "overthinking", lo sai bene che ora non serve. Anzi ti inquieta e la vuoi allontanare.
Quel veleno tossico, quel fattore che sai bene, genera ansia.
E allora ti imponi pensieri di lunga durata. Pensieri lenti. Pensieri che ti seguano, come un sottofondo, come una musica pacata. Pensieri che accompagnino semplicemente i movimenti fisici.
Rinunciare a voler spiegare il mondo, per ancorarsi a ragionamenti elementari. Come afferrare una cassetta, il bordo affilato di un mobile, un vaso per fiori di vetro, alto e sottile. Una borsa piena di libri inzuppati d'acqua. Come muovere lentamente i piedi immersi nell'acqua, per non creare l'onda.
Muoversi in modalità "pilota automatico".
Una sorta di "anestesia" applicata a se stessi. Staccare il cervello. Staccare le emozioni. Disconnettere il cuore.
Diventare una macchina. Una macchina capace di operare per ore ed ore, ad un ritmo basso ma inesorabile. Non sentir più la fatica.
È l'efficienza che serve, ora.
Efficacia delle azioni, ergonomia dei movimenti. Tentare di risparmiare energie e studiare ogni presa delle mani, ogni sollevamento e spinta delle gambe, ogni strappo verso l'alto delle braccia.
Imparare i meccanismi necessari per lavorare in una catena umana.
Una interminabile catena che passa i diversi materiali dai piani interrati fino al cortile del palazzo. Un movimento, uno sforzo breve il tuo, ma uno sforzo continuo e di lunga durata, capace di andare avanti per ore e ore, quello della "catena umana"...
Aderire al ritmo, al sincronismo, al lavoro collettivo, che mi ricorda tanto la cordata, l'arrampicata in parete, lassù sulle mie amiche Dolomiti.
Ogni gesto va valutato. Soppesato. Ogni muscolo in tensione, braccia che scattano, sollevano, spostano, tirano, dragano con le dita coperte dai guanti, il pavimento dentro trenta centimetri di melma collosa, che è quella rimasta, che ristagna su tutto il pavimento.
Siamo molti, siamo tanti.
Ragazzi delle Superiori, mischiati agli universitari e ai residenti e qualche anziano che conosce il quartiere e ci da informazioni preziose...
Ieri, - tutto ieri - così, e stamattina, di nuovo, fino alle 13.
E così, si rientra a casa per preparare il pranzo. Stavolta novanta grammi di pasta all'amatriciana, sono più che graditi, oltre che meritati!
Come per miracolo, mentre mangiamo, l'Enel torna a darci la corrente elettrica.
Tutti quelli del palazzo, esultano. È uno sguardo raggiante, quello che ci scambiamo sul pianerottolo. Sorpresi davvero, da tanta improvvisa ricchezza.
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Poi ci si saluta.
È l'una passata. Si va a controllare che la caldaia funzioni a pieno regime, dopo che da martedì pomeriggio, era rimasta per giorni, in silenzio.
Apro il rubinetto. Sento l'acqua che è già quasi tiepida. Le dita ritrovano sensibiità
ffffiuuu... pochi minuti e sarà calda!
È un attimo. Mi spoglio alla velocità della luce. Tutto finisce in ammollo nella bacinella più grande che trovo.
Ci sarà tempo più tardi, per lavare via tutto quel fango, prima a mano e poi in lavatrice.
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E ora, finalmente...
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DOCCIA !
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Ma ci vuole musica, adesso. Alzo il volume dello stereo. Parte il pezzo...
È una nuvola di vapore quella che mi investe, quando apro il box doccia.
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youtube
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Chiudo.
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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"Meglio non fare post divisivi."
Questa frase riassume il male della nostra epoca: la paura del giudizio altrui, il terrore di offendere o finire offesi.
La politica da quattro soldi che sta portando la nostra nazione al disastro questo giochetto lo ha capito benissimo e lo usa a suo vantaggio. I temi "divisivi" vengono accarezzati, circumnavigati, elusi per evitare di incorrere nell'ira di una parte del pubblico. Si tenta di accontentare tutti per suscitare un applauso corale, dando un colpo al cerchio e l'altro alla botte.
Risultato? La morte della politica, che si riduce a una ricerca spasmodica e incoerente del consenso, sulle ali dei sondaggi e dei "trend" del momento, mentre le grandi tematiche sono lasciate al pilota automatico.
Volete questo? Da noi di Pro Italia non lo avrete mai. Noi ci schieriamo, dai temi di respiro internazionale a quelli di caratura locale. Qualcuno non sarà d'accordo con alcune prese di posizione? Bene, costui può scegliere tra due strade: entrare nel vivo del dibattito portando le proprie tesi, magari provando a dimostrarne la validità, oppure reagire come un bambino con un bel "NoN vi SeKuo PiùH!1!".
In entrambi i casi per noi è una vittoria, perché siamo un partito in crescita e cerchiamo militanti, non solo sostenitori, che abbiano il coraggio di scontrarsi. La società dell'assenza di rischio, fisico e verbale, la conosciamo già. E ci fa orrore.
Matteo Brandi
Pro Italia - Segreteria Nazionale
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princessofmistake · 4 months ago
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come si supera il senso di alienazione? quella sensazione di essere indietro in tutto, ovunque fuori luogo, sapere di dover fare qualcosa ma restare paralizzati nelle sabbie mobili. a volte vorrei il pilota automatico, qualcuno che prendesse il mio posto e guidasse la mia vita verso una strada, un obbiettivo, un sogno. non ho la patente.
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mermaidemilystuff · 1 year ago
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Mi sono messa il primo assorbente dopo un anno di mutande assorbenti e nulla ero col pilota automatico ma il pilota s'era scordato come si mette e quindi
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benzedrina · 1 year ago
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Ieri sera tipello mi chiede di cenare insieme, un mercoledì qualunque, un mercoledì in cui avremmo giocato a D&D ma abbiamo già giocato Lunedì (finendo una campagna lunga 1 anno). Domenica con la scusa di far prendere aria alla macchina (ha una mezza macchina da corsa da 300cv, ci siamo fatti giri in pista un po' di volte e poi qualcos'altro di non propriamente sicuro, legale e coscienzioso) finiamo in un paesino sperduto, poche anime, 3 macellerie sull'unica strada principale. Paesello talmente sperduto che le vie vengono segnalate con queste placche di ottone agli angoli dei palazzi anziché i soliti segnali. Una di queste macellerie è famosa per una salsiccia che produce, è vero, potrebbe campare di solo quello, ho visto gente uscire con buste di 5-6 kg. Ne prendiamo un po' per tenercela a cene improvvisate, ieri era una di quelle.
Tipello arriva e porta un carico di 9-10 biscotti. Biscotti all'erba che fa un amico nostro. L'ultima volta a casa sua venivamo da mangiare sushi e ci siamo rivistin LOL 1 fino alle 4 di notte, nel mentre una spagnola (non posso dire amica dato che l'aveva conosciuta qualche giorno prima a un rave) ci preparava le tisane e sonnecchiava sulla sedia. Ne prendo meno della metà. Conosco gli effetti. Uno intero e ho questa botta allucinante fino alla sera del giorno dopo, ricordo molto, mi è difficile socializzare, penso che il mondo sia una gran cosa. Metà e l'effetto è più blando il giorno dopo, socializzo meglio, vado col pilota automatico e per quanto difficile, sono capace di capire un film nella sua interezza. 1/4 è la dose ideale, la botta sale, le cose tanto si fanno in automatico, riesco a concentrarmi, ho una bella risata e se non lo dicessi nessuno sospeterebbe. Ieri ne prendo 1/4, lui il resto, con la variabile che lui è il doppio di me. Facciamo una tarte tatin zucca, cipolla e salsiccia, mettiamo Crash Bash e giochiamo fino alle 2. Lui va via e io mi ritrovo in botta a fare una valigia, oggi vado a Roma per una specializzazione. Posso dire che è stata una pessima scelta di vita? Si. Dovevo scegliere come vestirmi elegante, se farlo, se essere più casual, se essere più trasandato. Boh. Ho preso una giacca di pelle.
Stamattina la botta continua ma va tutto bene, sono sul treno, lui si muove, io sto fermo.
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men4de · 1 year ago
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già voglio mollare il lavoro appena sveglia perché mi hanno mandato un messaggio in cui ho sbagliato 3 cose nella chiusura. complice il fatto che ieri stavo male e ho fatto tutto con il pilota automatico e quindi non ho controllato cosa facesse la mia collega che davo per scontato fosse ben più esperta dopo 7 anni di lavoro. ma prob anche lei ieri era con il pilota automatico
comunque tutte cose stupide e risolvibili ma io ora vorrei solo scomparire dalla faccia della terra perché non merito l'ossigeno che respiro
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a-dreamer95 · 10 months ago
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Quanto spesso durante la giornata riuscite a vivere nel presente senza lasciarvi guidare dal pilota automatico? Quali azioni siete in grado di compiere con la piena consapevolezza, osservando ogni movimento e ogni sensazione? Vivere nel momento presente non è semplice, ma ci consente di essere totalmente liberi dalla mente, dai pensieri e da tutto il brusio circostante. Mangiare è una delle azioni che si compie senza consapevolezza, circondati da distrazioni e divagazioni della mente spazio-temporali. Essere presenti nel momento del pasto ci permette di trarre quanto più possibile in termini di esperienza. Il primo passo è ridurre gradualmente le distrazioni che ci circondano (TV, cellulare, computer...) per concentrarsi e assaporare ogni boccone. Fermarsi e apprezzare la vista e il gusto del cibo senza svolgere altre attività contemporaneamente (es. smettere di ripetere per l'esame durante lo spuntino pomeridiano). Rendere l'ambiente in cui si mangia rilassato e adeguato in termini di postura e comodità curando anche l'estetica del luogo dedicato al pasto. Osservate le differenze tra il mangiare velocemente e il vivere quest'azione in maniera consapevole nel momento presente. Molto spesso la causa dell'eccesso alimentare è proprio dovuta al fatto che non si concede al momento del pasto il giusto tempo per sentire la sazietà.
Nell'ultimo periodo ho riflettuto molto sul concetto di tempo, su quanto spesso alcune attese sembrano infinitamente lunghe e su come il tempo da dedicare a se stessi e ai propri affetti sembra non bastare mai. Se da un lato è fondamentale avere un'organizzazione continua per sfruttare al meglio il tempo, dall'altro lato è importante anche vivere con meno schemi, meno programmi e soprattutto con meno ansie per il futuro. Tutti abbiamo bisogno di staccare ogni tanto per ripartire al meglio perché, nonostante la società ci voglia "perfetti" nelle giuste tempistiche, esistono soltanto i nostri tempi e le nostre esperienze maturate durante questi tempi. Ognuno di noi ha un bagaglio di esperienze diverse, l'importante è essere felici del proprio percorso. Perché tutte le difficoltà aiutano a farci crescere.
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odioilvento · 1 year ago
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Sono talmente stanca che sto sbagliando le cose che di solito faccio con il pilota automatico.
Mi sento tipo sto carrello: come sono arrivato qui?
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