#piazza strambi
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chicklit-or-chocolate · 4 months ago
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La nostra conoscenza, mia e di questo buffo ragazzo, è iniziata forse ad aprile o a maggio: io l'ho visto per la prima volta intanato nel suo locale, alla cassa, un giorno orribilmente caldo in cui io, mezza svenuta dalla fatica, tornavo dall'Ostiense.
Appena entrata, dopo un po' che mi attardavo fuori al telefono con mia suocera, vidi questa creaturina esile, e che sembrava piccolissima, un visino pallido ed esausto, capelli neri e unticci che mi ricordavano Piton. Aveva occhi neri seri e stanchi e sembrava ostile, ma non fu scortese con me: io chiesi di usare il bagno e presi una bottiglia d'acqua e forse un caffè e me ne andai. Erano diverse volte che ero curiosa di entrare in quel bar, così fuori mano rispetto alla piazza, ma ogni volta qualcosa mi tratteneva. Le volte seguenti ci tornai: ero curiosa di rivederlo, aveva un che di schivo che mi stava simpatico; non parlava mai e a stento sapevo il suono della sua voce. Un giorno, d'un tratto, di pomeriggio, arrivai stanchissima dopo una passeggiata e chiesi se facevo in tempo a prendere un caffè. Lui parve quasi prendermi in simpatia per questa mia premura e da allora fu molto più aperto e, le volte successive, iniziò a manifestarsi più chiaramente nel suo carattere che non era per niente schivo e silenzioso come era sembrato agli inizi. In effetti, scoprii col tempo che era, almeno per le cose stupide (non lo conosco abbastanza per le private) piuttosto discorsivo. La seconda volta che parlammo più amichevolmente fu perché, ricordo, io dissi che avrei fatto una follia: volevo un succo di frutta. La sua risposta mi spiazzò perché non me l'aspettavo, e ancora adesso io lo penso con quell'appellativo: Mecojoni!, mi disse tutto d'un fiato, e arrossì. Io scoppiai a ridergli in faccia e non potei fare a meno di dirgli: signor principe, le è caduta la corona. Ah, a me sempre, rispose, ancora rosso, con una faccia da ragazzino come se dicesse: beh, sì, sono greve ma mi so far voler bene. Fece poi finta con sussiego che il prezzo dipendesse dal succo e che se avessi fatto una richiesta troppo esotica avrei pagato caro; io chiesi un succo d'albicocca e feci una battuta sul latte che a me pareva molto chiaramente succo di mucca, assolutamente economico. Questo dovette lasciarlo un po' costernato perché forse si aspettava da me che io fossi una persona seria, cosa che io non sono affatto, come sa bene chiunque mi conosce un po': mi guardò infatti con un'aria più penetrante e parve decidere che poteva comportarsi con me su un registro più informale di quello usato fino a quel pomeriggio. Detto fatto, iniziò a lamentarsi in mia presenza della follia dei clienti strambi (ovviamente, io ero tra questi) e si confidava dei dispiaceri che gli procurava l'uso improprio del bagno da parte dei turisti e degli avventori in generale.
Incontri-2
È un uomo tra i trenta e i quaranta, non bello, minuto; cammina con una leggera zoppia o forse una torsione della parte sinistra del corpo che precede la destra, e le spalle dondolano, le strette e piccole spalle; non sembra un atleta ma, forse, sa giocare a calcio, è il tipo che corre veloce e disegna verso porta un rischioso zig-zag tra gli ostacoli più alti e muscolosi di lui. Ha un corpo secco e nervoso e l'unica cosa bella della sua persona sono le mani bianche e ben tenute, dalla bella forma quadrata. Il viso è piccolo e squadrato, ha un che del topo: vi si aprono due occhi profondamente neri e spenti per via dell'iride che inghiotte le pupille. Nella sclera destra ha due vistose macule nere e la rima più bassa della palpebra inferiore pare incollata alla congiuntiva. Quelle chiazze sembrano una dimenticanza dell'iride, come se avesse, correndo verso il centro dell'occhio, perso qualche goccia, e danno all'occhio una strana fissità, come se avesse più pupille dalle quali scrutare. La pelle è pallida e soffre facilmente di arrossamenti e infezioni: solo il sole arriva a indorarla appena, ma non molto, dato il suo pallore, e i capelli neri, lunghi poco sopra le spalle, sembrano sempre un po' troppo lucidi, in modo malsano. Dai modi che ha, inizialmente, sembra abbia imbarazzo di sé e fastidio degli altri e non pare amichevole; dopo poche volte che si abitua alla vostra presenza, invece, il suo contegno cambia e inizia a sorridere, a cercare il vostro sguardo e si fa burbero in un modo di vecchio bilioso e civettuolo. Ride sommessamente nel naso, arrossendo facilmente, e ha una maniera sgraziata di essere gentile: l'imbarazzo di sé, un'insolenza popolana che si compiace di risultare plebea e, di fondo, come una specie di timore che maniere più aggraziate possano avere scarso risultato mentre una certa spazientita grevità potrà renderlo diverso e più gradito - tutte queste cose nel suo modo di fare e, insieme, una specie di forastica bonomia che, se emerge, rende gradevole lo sguardo e il sorriso. Parla in romanesco, abbonda di turpiloquio e se ne diverte da solo come se l'idea di insolentire il mondo lo rassicurasse del suo corpicino lungo e sottile. Ha nelle mani una forza insospettabile: quando decide di spingere o di afferrare, se ne sente tutta la volontà ferrea e fa quasi spavento. Il suo tocco ha qualcosa di animale, ma di un animale puro e spensierato, che non intende recare offesa ma cerca fiduciosamente un altro calore: gli viene naturale toccare l'interlocutore e lo fa con una curiosa facilità alla confidenza che non era sembrata possibile all'inizio.
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morelin · 7 years ago
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Macerata
Continuo il viaggio in terra marchigiana con una tappa nel centro storico di Macerata il cui cuore è Piazza della Libertà. Qui si trovano alcuni degli edifici più importanti: il Palazzo del Comune, la loggia dei Mercanti, la torre civica alta ben 64 metri con l’orologio planetario, il Teatro Lauro Rossi, la chiesa di San Paolo ed accanto una delle sedi dell’Università tra le più antiche d’Italia.
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Passeggiando per le vie si può vedere anche il Palazzo dei Diamanti del XVI secolo la cui facciata ricorda quella del Palazzo dei Diamanti di Ferrara, il cortile del Palazzo Buonaccorsi con le tre statue raffiguranti Ercole vincitore e diversi edifici in stile fascista. In Piazza Strambi si trova il Duomo dedicato a San Giuliano, protettore di Macerata del quale si conserva una reliquia in un’urna d’argento, ed il Santuario di Santa Maria della Misericordia. Questo santuario ha origine da un’antica cappella eretta in una sola notte come voto contro la peste ed è un piccolo gioiello con colonne, intarsi, sontuosi marmi policromi e vetrate in stile liberty. Tuttavia credo che la costruzione più nota della città sia lo Sferisterio grazie all’importante programmazione teatrale e musicale che ospita ogni anno. La grandiosa struttura eretta tra il 1820 ed il 1829 concepito per il gioco della palla col bracciale è diventato oggi un grande teatro all’aperto da circa 2500 posti con un’ottima acustica naturale.
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levysoft · 3 years ago
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In uno strano modo tutto suo il Mellotron è diventato uno degli strumenti più iconici nella storia del rock. Migliaia sono infatti gli artisti che hanno utilizzato questo proto-campionatore che a quasi 60 anni dalla sua invenzione continua ad affascinare vecchi e giovani. Nonostante tutta la tecnologia di cui disponiamo l’arcano suono del Mellotron resiste imperterrito a ogni moda.
Inventato nel 1963 a Birmingham, il Mellotron si evolve da un precedente strumento di fabbricazione americana chiamato Chamberlin, tastiera elettromeccanica originariamente ideata per l’uso casalingo e religioso. Nel 1962, un agente della Chamberlin, Bill Fransen incontra in Inghilterra Norman e Les Bradley che possiedono la Bradmatic, società che si occupa di nastri magnetici. Questi insieme al conduttore BBC Eric Robinson decidono di formare la compagnia The Mellotronics per migliorare il design e le prestazioni del Chamberlin e offrirne una sua versione 2.0 chiamata appunto Mellotron.
L’idea è ambiziosa: arrivare a sostituire in modo convincente un’orchestra con suoni creati da veri archi, flauti, cori, ecc che vengono registrati isolatamente nota per nota. In pratica l’idea primigenia dei moderni campionatori, con i tasti dello strumento collegati a un loop di nastro magnetico. Quando si preme un tasto corrispondente a una nota, il nastro viene spinto contro una testina di riproduzione che permette l’ascolto del suono registrato. Quando il tasto viene rilasciato il nastro ritorna alla sua posizione originale. Attenzione però, il suono può essere tenuto solo per otto secondi, passato tale lasso di tempo il loop di nastro compie la sua corsa e deve ricominciare da capo, bisogna quindi rilasciare il tasto e pigiarlo nuovamente. A ciò si aggiungono ulteriori particolarità: ogni volta che una nota viene riprodotta si verificano lievi fluttuazioni di intonazione e variazioni di ampiezza. Questo significa che la stessa nota uscirà in modo diverso ogni volta che viene suonata, uno dei fattori che rende il Mellotron così speciale. Lo strumento alla fine non diventerà famoso per avere riprodotto fedelmente certi suoni, ma per averne fornito una sua particolare versione che andrà a caratterizzare una miriade di dischi.
Il 1963 è l’anno della creazione e commercializzazione del modello MK I, messo in vendita a circa 1000 sterline, pesante oltre 50 chili e assai sensibile a calore, umidità, luci e fumo, tutti fattori che contribuiscono a deteriorare i nastri. Tuttavia queste e altre difficoltà non fanno altro che aumentare il fascino del nuovo strumento presso i musicisti.
A poco a poco il Mellotron diventa richiestissimo. Il primo a usarlo è il bluesman Graham Bond che lo piazza nella sua hit Baby Can It Be True. Dopo di lui arriva Mike Pinder, tastierista dei Moody Blues. Proprio questi ultimi decidono di sfruttarne le peculiarità andando a ispessire la componente sinfonica della loro musica grazie alla riproduzione dell’orchestra permessa dallo strumento. Ma non solo archi, fiati e cori sono caratteristica del Melltoron, cambiando i nastri si possono avere a disposizione altri suoni orchestrali come violoncelli, fiati e percussioni. Poi effetti sonori tra i più strambi, voci umane e non, rumori, proto-drum machine e moltissimo altro.
Mike Pinder fa inoltre conoscere lo strumento a John Lennon e a Paul McCartney che non perdono tempo a utilizzarlo e a renderlo famoso in tutto il mondo, soprattutto grazie a Strawberry Fields Forever, probabilmente il più celebre utilizzo del Mellotron di tutti i tempi. I Beatles continueranno poi a usarlo in Magical Mystery Tour e nel doppio bianco, così come cominceranno a interessarsene anche i Rolling Stones, i Bee Gees, i primi Pink Floyd, i Pretty Things a molti altri alfieri psichedelici.
Il genere che però consegnerà il Mellotron alla storia è il prog rock. Saranno i King Crimson a renderlo strumento-simbolo del genere, dopo di loro i Genesis e gli Yes. Ma non solo nel prog il Mellotron trova fortuna, sono anche diversi artisti pop a sfruttarne le qualità, uno su tutti David Bowie.
Con il passare del tempo lo strumento si evolve, nel 1970 viene messo in commercio il modello M400, più compatto e leggero, usato da altri proggers e da corrieri cosmici come i Tangerine Dream, che influenzeranno la scuola elettronica dei decenni a venire. Quando poi esplode la new wave saranno band come Orchestral Manoeuvers in the Dark, XTC, addirittura Joy Division a farne uso.
Con lo scoccare degli anni ’80 e il crescente sviluppo della tecnologia a uso di sintetizzatori e campionatori digitali il Mellotron diventa obsoleto, le sue caratteristiche di inaffidabilità lo relegano a un passato oramai tramontato. Nei ’90 però lo strumento viene riscoperto. Gli Oasis lo usano in (What’s the Story) Morning Glory?, in particolare nella hit Wonderwall, caratterizzata da un notevole uso del suono di violoncello. Poi ci saranno Radiohead, Air, Smashing Pumpkins, Belle and Sebastian, Muse, Kula Shaker, R.E.M., Coldplay, Lana Del Rey e moltissimi altri.
A seguito di ciò l’industria del Mellotron risorge, nel 2007 viene addirittura costruito un nuovo modello M400 che combina parte delle caratteristiche originali con un selettore di banco digitale. Per chi non vuole l’ingombro dello strumento sono però disponibili decine di plug-in che emulano il suono in maniera perfetta, con tanto di sfasamenti, leggere stonature e la caratteristica tenuta della nota per otto secondi.
Il Mellotron continua quindi ad affascinare, per questo siamo ancora qui a parlarne e per questo vi offriamo 10 tracce tra le più rappresentative di quello che vuole dire l’uso di tale strumento. Per tutti i “mellotronomani” che vorranno poi approfondire c’è solo da farsi un giro nell’incredibile sito Planet Mellotron, con liste e recensioni sempre aggiornate di tutti gli album della storia nei quali lo strumento è stato utilizzato. 
“Strawberry Fields Forever” The Beatles (1967)
Il Mellotron in modalità flauti inaugura il celeberrimo brano dei Beatles con un particolarissimo riff che dona una sensazione di incertezza, come se le note fossero un poco zoppicanti. Lo strumento mostra infatti da sempre qualche lieve difficoltà nelle parti più ritmiche a causa dei suoi meccanismi interni che devono mettere in moto e fermare il suono in breve tempo. Per questo è maggiormente usato nei cosiddetti “tappeti” di accordi. La sensazione di cui sopra è però una delle caratteristiche principali di Strawberry Fields Forever, una vaga e ipnotica incertezza che lo rende un sogno psichedelico a occhi aperti.
“Nights in White Satin” Moody Blues (1967)
Pur utilizzando un’orchestra nel loro secondo album Days of Future Passed, per la hit Nights in White Satin i Moody Blues scelgono di sostituirla con il Mellotron. Il suono usato per creare i temi in risposta alla voce è quello denominato “3 violins” che appunto si basa sull’unione di tre strumenti a corda. Il suono viene poi riverberato a creare un alone magico che nel ritornello “And I love you…” si ampia come un’orchestra in crescendo. Dopo questo momento arriva una parte strumentale con il suono dei flauti a introdurre la seconda strofa e il resto della canzone che vede il ritorno dei violini.
“2000 Light Years From Home” The Rolling Stones (1967)
I Rolling Stones nel loro (breve) fulgore psichedelico. Contenuta in Their Satanic Majesties Request, un album che è un unicum nella loro discografia, la straniante 2000 Light Years From Home ha un Mellotron suonato da Brian Jones e settato in modalità 3 violins. Lo strumento è protagonista di tutto il brano e rende ancora più lisergico questo viaggio spaziale a 2000 anni luce dalla Terra.
“Space Oddity” David Bowie (1969)
La prima hit di Bowie vede la presenza del futuro Yes Rick Wakeman a manovrare il Mellotron (sempre in modalità 3 violins) il cui suono spalanca letteralmente il ritornello rendendolo arioso e spaziale al punto giusto.
“In the Wake of Poseidon” King Crimson (1970)
Un vero festival del Mellotron, dall’inizio alla fine di uno dei brani più belli dei King Crimson. Tutta la canzone è basata sui 3 violins (più alcuni brevi intermezzi di flauti e brass, ovvero ensemble di fiati, sempre mellotronizzati) che spadroneggiano tra tappeti e parti soliste facendo da contraltare alla voce angelica di Greg Lake e alla sezione ritmica di Peter e Mike Giles. Il leader Robert Fripp si dà da fare alla chitarra acustica. E il Mellotron chi lo suona? Ma sempre Fripp chiaramente.
“The Fountain of Salmacis” Genesis (1971)
Qui è come se il Mellotron creasse una scenografia teatrale per un palcoscenico nel quale vengono narrate le gesta (mutate da Le metamorfosi di Ovidio) di Hermes e Afrodite, la cui fusione di carne e spirito darà vita al nuovo essere Ermafrodito. Sin dall’inizio le folate di violini creano lo scenario, con un Peter Gabriel più intenso che mai ad accompagnare gli strumenti che si muovono in svariati cambi di tempo o in maniera ampia e sinfonica. Su tutto il Mellotron di Tony Banks a caricare il brano di arcana magia mitologica.
“And You and I” Yes (1972)
Gli Yes in uno dei loro apici, una mini suite in continuo movimento tra folk ed esplosioni sinfoniche nelle quali la voce di Jon Anderson è libera di ergersi. Tali momenti non possono che essere caratterizzati dal Mellotron di Rick Wakeman che nella parte centrale suona il tema in tandem con il Minimoog. Potenza su potenza fino ad altezze vertiginose.
“River of Life” Premiata Forneria Marconi (1973)
A proposito di sinfonismo, i nostrani alfieri della PFM avranno sicuramente preso spunto dalle parti più orchestrali di And You and I per concepire la loro Appena un po’ che trova perfezione nella versione inglese River of Life, contenuta in Photos of Ghosts. Come il brano degli Yes, anche quello della PFM ha una parte centrale nella quale si aprono le cateratte del rock sinfonico, qui il Mellotron di Flavio Premoli (suonato in modalità brass e 3 violins insieme a un’ulteriore tastiera ARP String Ensemble e al Minimoog) è un’orchestra fatta e finita.
“Kashmir” Led Zeppelin (1975)
Il Mellotron non si adatta solo alle atmosfere soffuse del prog, ma ben si sposa al suono dei Led Zeppelin. Kashmir con il suo ritmo marziale vede l’inserimento degli staccati di violini che caratterizzano l’intero brano insieme a ulteriori parti eseguite con i brass. A 3:25 e sulla coda finale il Mellotron prende ancora più campo con una sezione per violini di stampo mediorientale.
“Exit Music (For a Film)” Radiohead (1997)
Superati gli anni ’80, è nei ’90 che i suoni vintage tornano ad affascinare tanti giovani artisti, in questo caso i Radiohead che nel capolavoro Ok Computerpiazzano inaspettatamente tanto Mellotron, in maggioranza in modalità 8 choirs. I cori umani riprodotti dalla tastiera sono uno dei suoi must in ambito prog (vedi la parte strumentale di The Cinema Show dei Genesis) e trasmettono una sensazione immediata di grande epicità. In questo caso i Radiohead li usano per il momento più enfatico di Exit Music (For a Film), che, a 3:22, grazie ai cori del Mellotron esplode in maniera commovente.
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themetamorosnsquadtwins · 6 years ago
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Incantiniamoci - o quando il terzo in comodo è il vino
Ciao a tutti! Io sono Asia aka @itsziapalla​, l’altra metà di questo blog e oggi vi illustrerò la cosa più trash (mi piacerebbe) che il mio cervelletto bacato abbia mai partorito.
questa è quella che mi piace chiamare una paesello™!au, perché è in un paesello™ del sud Italia che è ambientata. Un paesello dove, per inciso, non c’è il mare.
 Ermal si annoia. Ma tipo… tantissimo. A 17 anni è stanco di passare ogni singola estate nello stesso modo, bloccato nel maledetto paesello nell’entroterra pugliese, lontano dal mare, lontano dalla felicità. È stanco di passare tutte le sere seduto sulla solita panchina, mentre i suoi amici si scolano Forst dopo Forst fino ad essere ubriachi fradici, parlando di cose per le quali non nutre il benché minimo interesse, facendo battutine sulle loro coetanee che a volte si uniscono e scroccano da bere e altre volte li guardano da lontano, altezzose e giudicanti, non riservando ai ragazzi nulla più che uno sguardo disgustato. È stanco delle infinite pare di Marco per Anna, che sarebbe molto lieta di lanciarla all’amico con la fionda se solo lui si decidesse a fare qualcosa, qualsiasi cosa. È stanco di Rinald e Andrea che lo mettono in mezzo alla loro relazione, ammesso che sia una relazione e non il delirio di due quindicenni rincoglioniti. È stanco di Pace che si lamenta di non scopare e di Dino che ha solo il basso in testa e di Emiliano che se non c’è è la stessa cosa. È stanco di tutto e non vede l’ora che torni settembre, così che ricominci la scuola e ci sia qualcosa di interessante a cui pensare.
Ermal si annoia. Questo fino ad una serata di luglio, quando Andrea arriva in piazza con due ragazzi e una ragazza alle spalle, esordendo con “raga, loro sono i miei cugini, Romina, Filippo e Fabrizio, ve li ricordate?” e no, Ermal non se li ricordava. Più che altro non si ricordava che Fabrizio fosse così. Il Fabrizio che ricorda lui è bello sì e silenzioso anche, ma non è questo ragazzo con i bicipiti enormi e tatuati che fuoriescono da una camicia di jeans tagliata e con un sorriso in grado di illuminare qualsiasi cosa, compresa quest’estate buia
Quindi no, Ermal non si annoia più, anzi. Ora non vede l’ora di uscire di casa, sfuggendo anche all'asfissianti premure della mamma e agli irritanti giochi di Sabina, per andare in piazza e farsi offrire una birra o un gelato da Fabrizio, mentre insieme, sempre vicini, parlano di musica e di Roma e prendono in giro gli strambi soggetti tipici dei paeselli™.
Ed è geloso, quando Fabrizio sfugge alle sue attenzione per dedicarsi a quelle degli amici - compagni di mille avventure, finalmente ritrovati dopo anni in cui non tornava nel paesello di origine della madre - o a quelle dei parenti, gli zii che lo tengono ore a chiacchierare, il cugino che lo prega di insegnargli a guidare, la nonna che lo vizia o il nonno che se lo porta in campagna, a zappare e cogliere ortaggi
Fabrizio, dal canto suo, sta passando una delle estati più belle della sua vita, alla riscoperta dei luoghi che hanno allietato la sua infanzia e di giochi puerili in compagnia di amici mai davvero dimenticati. E quanto si beve qui! È un sogno: il giorno sempre in giro, la sera ubriaco e chiassoso, la mattina allungato a terra all’ombra di un faggio a fumare una sigaretta con il nonno, il sudore che imperla la fronte di entrambi, dopo ore passate a muoversi e a controllare ogni germoglio
E poi, ovviamente, c’è Ermal, il ragazzino che Andrea considera il proprio cognato e il proprio migliore amico e Fabrizio considera incredibilmente bello e intelligente e affascinante sotto ogni punto di vista, trovando divertente il suo essere così permaloso, non spaventandosi quando si rende conto che potrebbe passare ore ad ascoltarlo. O anche a baciarlo, visto che Ermal è davvero davvero bello. O anche a fare altro, perché again, quanto è bello? Troppo
E il buon Bizio non è un ragazzino, quindi dall’alto dei suoi 22 anni lo invita ad uscire. O, almeno, lui crede di averlo invitato ad uscire, perché esordisce dal nulla
“Tra una settimana c’è Incantiniamoci, tu fai il giro con noi vero?”
Ed è altrettanto stupidamente che Ermal batte le palpebre e risponde “certo, con chi vuoi che lo faccia altrimenti?”
Ed è stupido, perché potrebbe farlo con Dino e Pace ed Emiliano, ma ovviamente preferisce farlo con Bizio, il buon Bizio, che adora il suo nuovo, geniale soprannome
Cos’è Incantiniamoci? Beh, la festa del vino. 6 cantine, 6 vini diversi, 6 pietanze diverse. Un itinerario da seguire senza indugi, alla fine del quale vi ritroverete felicemente brilli o totalmente sbronzi, a seconda di quanto reggete l’alcol. E grazie tante.
Così, Ermal e Fabrizio pregustano, a distanza di una settimana, una notte intera da passare l’uno al fianco dell’altro, passando di cantina in cantina, chiacchierando e bevendo e infine ballando in piazza, sperando che, nell’ebbrezza dovuta al vino, riusciranno a scambiarsi il bacio che per un motivo o per un altro non sono ancora riusciti a darsi
Se non fosse che, come ricorda Ermal la mattina dopo, aprendo whatsapp, le cantine non funzionano da sole. Dentro ci sono persone, che cucinano, versano il vino, preparano i piatti, puliscono. Volontari, più che altro, che spesso però vengono pregati in ginocchio dalla proloco. E che ancor più spesso sono ragazzini che non dovrebbero nemmeno voler fare il giro
Ed Ermal è tra questi volontari
Perché si annoiava
E per un anno aveva deciso di affiancare il fratello e Andrea e Marco in una cantina
Ciò vuol dire che lui non potrà fare il giro e che se tutto va bene, per quanto potrà raggiungere Fabrizio, si saranno fatte le due di notte
“Non è un problema, davvero” gli dice Fabrizio, sorridendo “vuol dire che balleremo insieme invece che bere insieme” “Ammesso che tu sia abbastanza sobrio da reggerti in piedi” e quanto è bella la risata di Fabrizio? Quanto?
Ma il fatto è che non va tutto bene
E quando quel pomeriggio arriva alla proloco con gli amici e Rinald, la sua maglia rossa con la stampa bianca in perfetto stato, e Claudio Baglioni, il direttore della proloco, gli viene vicino e dice “tu sarai nella 6 con me, Pierfrancesco e Annalisa, va bene?”, Ermal vorrebbe dire che no, non va bene
Ma non riesce, perché appena apre bocca per replicare, Sabrina Impacciatore, una dei tanti personaggi che ha sempre preso in giro con Fabrizio, lo indica malamente, facendo un gesto simile a quello che si fa per scacciare le mosche, esclamando “e anche se non ti va bene, fa nulla! Lodo e quei deficienti dei suoi amici si sono tirati indietro all’ultimo e noi siamo proprio nella m-” “nei guai fino al collo” la corregge Pierfrancesco, guardandolo con occhi da cucciolo che dovrebbero stonare sul viso di un uomo adulto
E no, di nuovo, non va bene per niente. Perché la cantina 6 è l’ultima cantina. Quella alla quale approdano tutti ubriachi fradici. Quella che chiude più tardi. E che potrebbe fargli perdere la possibilità non solo di ballare con Fabrizio, ma di vederlo quella sera, punto.
E poi quello non è il suo unico problema. Si volta a guardare Marco nel panico “Non potrebbe venire Marco con noi, anziché…” ma prima che Baglioni possa anche solo prestargli orecchio, c’è Anna accanto a loro e sta dicendo a Marco che è felice di stare alla 3 con lui. “Ci vediamo dopo, E’” lo saluta il traditore, scodinzolando dietro alla sua bionda. Spariscono anche Rinald e Andrea, chiacchierando amichevolmente con la sua ex Silvia, seguendo quella invasata di Sabrina verso la cantina 2. In breve, la sede della proloco si svuota, mentre tutti seguono gli ordini e le indicazioni del dittatore Baglioni ed ecco che alla fine sono rimasti solo lui, Ermal, Pierfrancesco e…
…Annalisa Scarrone. Per la quale Ermal prova un odio viscerale e ricambiato fin dalla quarta elementare, quando non era che un bambino di dieci anni che sapeva poco l’italiano e lei gli era stata posta al fianco perché abbastanza paziente da dargli una mano. Per quando avevano finito le elementari e si erano ritrovati di nuovo compagni di banco alle medie, non facevano altro che tirarsi i capelli a vicenda e farsi i dispetti più stupidi.
Ricordava con incredibile irritazione i cinque anni passati accanto a lei, a ignorarsi per la maggior parte del tempo, ad accezione di quando il gomito di Ermal era di un centimetro sul banco di Annalisa oppure lei lo urtava con la testa nel raccogliere la penna che le era caduta. O quando uno dei due dimenticava di odiare l’altro e ne riconosceva l’esistenza facendo un commento su qualche compagno o su un esercizio troppo difficile o su una stramberia di un professore
Di buono c’era stato soltanto che, non rivolgendosi la parola, erano diventati i primi della classe, sempre attenti alle lezioni perché liberi da ogni tipo di distrazione. Le maestre prima e i professori poi li avevano messi inconsapevolmente (o consapevolmente) in competizione l’uno con l’altra. Competizione che durava ancora adesso, nonostante Ermal frequentasse lo scientifico e Annalisa il classico. Solo di ciò le era grato, perché la consapevolezza che in qualche modo a lei sarebbe arrivata all’orecchio la propria pagella era il motivo che lo spronava ad essere il migliore anche in una scuola che, essenzialmente, non faceva per lui.
Pierfrancesco li osserva curioso mentre si guardano astiosi. “Non vorrete ringhiarvi addosso” commenta, scherzando, ricevendo in cambio delle occhiate assassine “Sarà una lunga notte” commenta rivolto a Baglioni, che però lo ignora, intimando solo di uscire e muoversi. “Siamo in ritardo pazzesco”
Ed è davvero una lunga notte. Sono le dieci, le cantine sono state aperte alla otto, e nessuno si è ancora presentato alla 6. Baglioni è sparito, mentre Pierfrancesco gira e rigira, sperando di non trovare nulla fuori posto. Ermal è sorpreso quando Annalisa si avvicina a lui con un bicchiere di vino bianco, porgendoglielo e sedendosi sul tavolo
“Mi hanno detto che a settembre andrai a Ginevra” Non c’è niente di più bello del tono invidioso della sua voce e per la prima volta dall’inizio della giornata Ermal sorride “Sono il migliore in fisica e matematica di tutte le terze del mio liceo, vedi un po’ tu… chi mandare se non me al Cern?” “Non te lo meriti” “Tu hai scelto la scuola sbagliata” “Ma sono pur sempre nella top 10 della classifica finale dei giochi matematici ogni anno” “Lo so e non mi interessa. Io non partecipo, sono stupidi. E poi mi dicono che Ginevra è più bella di Parigi” commenta, facendo il sorriso da voce.su.base
“Mi annoio” dice lei, mandando giù il proprio bicchiere di vino “pensavo che mi sarei divertita un sacco al pensiero che perderai il tuo primo appuntamento con Mobrici, ma non me ne frega niente”
Ed Ermal capisce che è stata lei a proporre lui per quella cantina “Certo che sei stronza” “No, sono annoiata. Non succede mai niente qui. Nemmeno due idioti che si piacciono riescono a scopare dopo una settimana di sguardi languidi. Che palle”
Vorrebbe replicare, ma proprio in quel momento cominciano ad arrivare i primi ubriaconi. E non hanno più il tempo di litigare o anche solo parlarsi. E dopo nemmeno un’ora, Ermal vorrebbe urlare, perché Baglioni sarà anche ricomparso, ma il fiume di gente non diminuisce e a lui sembra che la sua unica alleata in questa stupida cantina sia proprio Annalisa
E poi, all’improvviso, lui
Fabrizio gli appare davanti come una visione divina, tendendogli il proprio bicchiere, con le guance rosse e gli occhi socchiusi
“Un po’ di vino” biascica, scoppiando a ridere quando uno dei suoi amici (Ra o Maccaroni) gli dà una paca sul sedere
Ermal gli tende il bicchiere e gli domanda gioviale “come sta andando?”
Fabrizio afferra il bicchiere, facendo cadere quello di vetro in cui è stato versato tutto il vino nelle altre cantine, ma lo stringe troppo forte, rovesciandosi tutto il vino addosso, ridendo ancora e togliendosi la maglietta, facendola girare sulla testa, sotto gli urli di approvazione dei suoi amici
“Oh madre Russia” sente sussurrare ad Annalisa affianco a lui e capisce di non essere l’unico che si è perso a guardare la pelle tatuata di Fabrizio,  bagnata di sudore e di vino 
“Glieli leccherei quei pettorali” si lascia sfuggire arrossendo violentemente, ma sorridendo quando Annalisa replica “perché gli addominali no?”
Fabrizio non li ha sentiti, troppo indento a prendersi altri due bicchieri di vino e a scolarseli come fossero shottini, per poi lanciare la propria maglia in faccia ad Ermal
Ermal.exe
“Avete visto Ermal?” domanda poi Fabrizio, guardandolo dritto negli occhi, facendo morire dal ridere Annalisa
“ma Fabrizio” balbetta Ermal, mentre l’altro gli dà un buffetto sulla guancia, per poi mettergli le mani sulle orecchie e tirargli la testa in avanti, a dargli un bacio tra i capelli ricciuti
E poi gli dà un altro bacio. Sulle labbra. E ci mette anche un po’ di lingua
Ermal.exe comincia a volare
Atterra di schianto quando Fabrizio si tira indietro e afferra Annalisa per la vita e dà un bacio con la lingua anche a lei
E poi lo dà anche al suo amico Claudio che fa l’errore di mettergli una mano sulla spalla nel tentativo di portarlo via
“Se vedi Ermal” gli dice poi, posando una mano sul tavolo e indicandolo con l’altra “digli che…” si interrompe per scolarsi il terzo bicchiere di vino “…lo aspetto in piazza per ballare” e fa un movimento del bacino che vuol dire tutto tranne che lo aspetta per ballare
E poi se ne va, seguito dagli altri, Claudio che rimane indietro e recupera la maglietta di Fabrizio dalla spalla di Ermal, balbettando delle scuse
Ermal si volta a guardare Annalisa piegata in due, che si tiene la pancia “potrei farmela addosso” balbetta tra le risa
Ed Ermal può fare due cose: scappare in Messico o ridere con lei
Ride con lei
“Ma che fate? Muovetevi!” li sgrida Pierfrancesco, asciugandosi il sudore
“AVETE DATO TRE BICCHIERI, T R E BICCHIERI, DI VINO AL NIPOTE DI ZI’ ROCCO?” grida loro Baglioni, davanti a tutti, con i più ubriachi che scoppiano a ridere e gli altri che si lamentano della poco professionalità.
Ed Ermal e Annalisa ridono, perché sono alla festa del vino e Fabrizio Mobrici ha appena baciato con la lingua entrambi e professionalità? Cos’è? Si mangia?
Infine, il fiume in piena prende a scorrere normalmente, finché non rimane nemmeno una goccia d’acqua, ma soltanto due adulti e due ragazzini stremati, che spazzano a terra e si liberano di scatoloni
Alla fine Baglioni li guarda e fa un sorriso tirato: “Siete stati bravi. Almeno non vi siete ubriacati. Ecco, per il disturbo” dice, porgendo una e solo una bottiglia di vino ad entrambi “Potete andare, andatevi a godere la festa”
Ed Ermal la festa se la godrebbe anche, se non fosse che, quando finalmente arriva in piazza, tra i tanti che ballano e ancora bevono non compare Fabrizio
È con una certa preoccupazione che chiede a chiunque dove sia e sente un po’ di panico ad ogni risposta che non è una risposta che incontra
Fabrizio è sparito. Probabilmente sarà a casa a vomitare. O in qualsiasi altro luogo a vomitare
E la loro serata è definitivamente finita. Non esiste. Morta. Out. The end. Caput. M’ha popo rotto er cazzo
è strisciando i piedi che segue i suoi amici, Marco che parla con Anna, Dino che chiacchiera con uno degli amici di Fabrizio, quello carino, anche lui di fuori, con i capelli lunghi. Guarda con odio Pace, il braccio attorno alle spalle di Annalisa, e non sa se sta corteggiando lei o la loro bottiglia di vino. Sobbalza quando Emiliano, accanto a lui, gli chiede com’è andata la serata. Non si era accorto che fosse lì.
Arrivano al parco giochi per bambini, dove si sono riuniti un po’ tutti i ragazzi a fare i cretini, ed Ermal va a sedersi da solo su una panchina. 
Come una mamma (come sua mamma quando lui e i suoi fratelli erano bambini) osserva gli amici giocare, salire sullo scivolo, buttarsi giù con grida sguaiate, Dino che spinge Emiliano troppo in alto sull’altalena, Rinald e Andrea nascosti in una delle casette a limonare, Marco e Anna nowhere to be seen
 Quando Annalisa si siede accanto a lui sulla panchina, la guarda sorpreso per un secondo, per poi prendere la bottiglia di vino che gli tende e mandare giù un sorso
“L’hai salvata da Roberto” “Gliel’ho fatta aprire e poi sono andata via” “Ci dev’essere rimasto male” “Molto” “Gliel’hai fatta annusare” “Un pochetto” 
Si guardano per un attimo “Verdetto?” chiede poi Ermal, alzando un sopracciglio 
“è un ottimo vino” “Bravo Roby. Se ne intende”
Rimangono in silenzio un altro po’, Ermal che beve, Annalisa che si guarda i piedi
“Ermal, ascolta... io...” esordisce l’altra, ma proprio in quel momento viene interrotta da un boato 
è arrivato Fabrizio. E sono tutti lì a festeggiarlo, mentre lui si dirige senza indugio verso Ermal
Ha i capelli un bel po’ in disordine, con addirittura qualche foglia incastrata. I jeans sono strappati in punti diversi da quelli fatti apposta e anche la maglia, che è sporca di vino e cenere di sigarette, non è messa benissimo
Eppure ad Ermal fa battere ancora il cuore a MILLEEEEE, a vederlo venire verso di sé con quello sguardo intenso e sicuro nei suoi bei occhi castani
Una miriade di scenari diversi si affacciano alla sua mente, tra i quali non mancano Fabrizio che lo bacia davanti a tutti o che lo afferra e lo porta lontano, dove nessuno può disturbarli, per poi fare cose, tante belle cose e...
Fabrizio gli è di fronte. Ermal gli sorride. Fabrizio ricambia il sorriso, alza un dito come a prendere la parola. Ermal fa per alzarsi. Fabrizio si piega in avanti. E...
Si baciano
No. Fabrizio gli vomita sulle scarpe.
Non c’è una persona che non scoppi a ridere.
Claudio arriva di gran carriera, per aiutare Fabrizio. Mormora delle scuse e, chiedendo l’aiuto degli altri, lo porta via
Ermal guarda il ragazzo dei suoi sogni andare via con le braccia attorno alle spalle degli amici, mentre grida con voce ubriaca “Ve vojo bene a tutti. Tutti! A Claudio specialmente. AO, ma ndo sta Ermal? E il tipo che ho baciato in cantina? E la tipa? E l’altro tipo? Quello era bravo” “Ero io, Fabrizio” “Raga, che serata! DAJEEEEEEE”
“Che serata” conviene Ermal, prendendo un sorso di vino “Che serata veramente di merda”
Fine
Forse?
Bene, ragazzuol*. Cosa sia questa cosa: non lo so. Spero vi piaccia. Potrebbe esserci un seguito, così come potrebbe non esserci. Ditemi voi ☺
p.s. se qualcuno dovesse riconoscere la festa e quindi ecco, conoscermi in real life: raga ho bisogno di voi. quando torno al paesello, avvicinatevi e parliamo pls
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d-a-r-e-d-a-r-e · 7 years ago
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Dices
«Sono fortunato se fa caso alla mia esistenza, a questo punto. Non credo permetterebbe mai a un perdente mezzo ritardato di baciarla.» 
« Caz- MacTavish. Succhiami l`anima. E` Corvonero, che t`aspetti. » L`essere strambi. « E le piacciono tipi come MacGillivray »
Certo è che David non è il massimo della vita come motivatore. Soprattutto con la perla riferita a MacGillivray, che finisce con il disintegrare i resti di autostima che gli era rimasta in merito «Ti invidio un sacco, sai? Insomma, sei...cool.»
Soffia via dal naso e per tutta la risposta, retrocede nuovamente con la schiena per appoggiarsi alla panchina posteriore mentre la gamba destra si piazza in avanti, lo stivale contro il pavimento, così dilungando ulteriormente lo spazio occupato in questa rilassata posizione d`osservazione che dedica tutta a Oengus. Perché deve proprio studiarselo questo ragazzo che per piccole impalpabili tracce emana la stessa vischiosa distanza che gli offre tante volte Jacquelyn. Lui però alza il mento, distanziandosi ulteriormente da qualsiasi ipotesi gli si formuli nella testa, e prosegue a contaminarsi i polmoni con la sigaretta sulla via d`essere consumata al completo. Non Evanna che lo è per molti o Corine che è una primina; di certo non Aconite nonostante il nome. No. Il suo fiorellino preferito rischia diventare Gus per tutta l`incertezza che emana. Del tutto fuori luogo, oltretutto. 
« Se la smettessi di provarci con me, potresti esserlo anche tu. O a usare parole come quella. "Cool". Rientriamo solo se ammetti di tornare a provarci con la McNiadh » 
La sera, sul porticato:
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Alla fine è stato letterale spintonarlo con un calcio alla mercè d’una ignara McNiadh intenta a dominare nella solitudine buia del cortile ormai sul calare della sera. Lui ha origliato a metà, seduto con la schiena contro una delle colonne portanti sotto il porticato,lo sguardo volto in avanti a ignorare il disastroso scavarsi di una fossa di Oengus. Del resto da che cosa avrebbe dovuto salvarlo? Da una  Pryxie con due profondi occhi verdi e le gambe lunghe? Questo di sicuro non gli sarebbe valsa la gratitudine eterna di un essere dotato di un minimo di senno. E’ stato il sentir citare patti che lo ha rimesso in piedi ed è stata solo l’arroganza di rubarsi un istantanea di quella scena a manomettere l’intenzione di allontanarsi. Pryxie d’aspetto, forse, ma malefica il triplo. Ne dà conferma lei stessa nella maniera in cui, distante solo quel paio di metri concessi dal nascondiglio, la trova ad un solo pericolossissimo passo di distanza dal tremolamente McTavish. Se il tassorosso svanisce tra le ombre del cortile, offuscato dal buio stesso, lei in quel suo candore perpetuo risalta, soprattutto per la maniera in cui dischiude le labbra, parla e in questo suona maliziosamente consapevole d’avere  piena attenzione dalla sua preda - forse del mondo intero. V’è un incresparsi sospettoso sulla fronte di lui, che l’ha già vista comportarsi in questo modo, giusto mentre lei serra le distanze sorridendo con tanta provocazione. Poi un rapido tediarsi dello sguardo scuro corrisponde con la richiesta dei folletti di Mallory e precede il conseguenziale ritorno al castello. Lei gli sta parlando all’orecchio, stregandolo sicuramente. Della cessione della bacchetta resta ignaro, come di tutto il resto. Come sempre.
Stolto. Non lo sai che è velenoso?
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isolaideale · 4 years ago
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Di film strambi ne ho visti tanti, e "As the Gods Will" si piazza tra i primi posti della mia personale classifica in fatto di film assurdi. Tratto da un Manga di qualche anno prima, il film del super prolifico (a dir poco) regista giapponese Takashi Miike parte subito con una scena talmente d'impatto, talmente particolare, che non può non incuriosirci: Shun Takahata, annoiato studente delle superiori, assiste in classe all'esplosione della testa del suo professore. Orrore... raccapriccio... ma non è finita. Al posto del professore appare una inquietantissima e cattivissima Bambola Daruma, che, senza un perché, senza senso, obbliga Shun e i suoi compagni di classe a giocare a Daruma ga koronda (un gioco simile al nostro "Un, due, tre stella!"), ma in una versione decisamente particolare: chi perde, viene ucciso. E sarà...   leggi 
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francescosatanassi · 5 years ago
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PASSERÀ ANCHE QUESTA
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Al Caffè Trieste di Santarcangelo, in piazza delle Erbe, non ci sono mai stato, non credo esista ancora, ma sarebbe stato bello essere lì, nel dopoguerra, insieme a quel gruppo di amici che passava le giornate parlando di letteratura, arte, filosofia, cinema. Qualcuno in dialetto li aveva definiti “E’ circal de giudéizi”, il circolo del giudizio, che suonava più ironicamente come “il circolo degli strambi.” Il Caffè era gestito dai genitori di uno di loro, Raffaello Baldini, detto Lello, giovane poeta dialettale neanche ventenne. Con lui altri poeti alle prime armi, Giovanni Maria Pedretti, detto Nino, Antonio Guerra, detto Tonino, e Gianni Fucci. Amici che passavano il tempo discutendo, ridendo, chiacchierando in quel dialetto che li portò a diventare, ognuno a suo modo, dei poeti incredibili. Aveva ragione Baldini quando diceva che “ci sono cose che succedono solo in dialetto”, nella lingua della gente comune, degli esclusi, dei semplici, di quelli come noi. Baldini e Pedretti erano studenti, Guerra era sopravvissuto all’internamento in Germania, Fucci, il più giovane del gruppo, è quello a cui Tonino si rivolgeva in quello spot dicendo “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!” Un gruppo spontaneo di amici veri, che nel giro di pochi anni presero strade diverse per arrivare al grande pubblico: Baldini partì per Milano per fare lo scrittore e il giornalista, Pedretti si trasferì in Germania, Guerra a Roma, per lavorare nel cinema con Fellini, Antonioni, Tarkovskij. Soltanto Fucci restò in Romagna, nella sua Santarcangelo, timidamente innamorato della donna che poco dopo sposerà. Eppure, l’occasione per far carriera era arrivata anche a lui, era stato il regista Elio Petri a chiamarlo, lo voleva a Roma a tutti i costi. «Eravamo in treno - raccontò in un’intervista - Petri continuava a ripetermi ‘Non fare lo stronzo, vieni a Roma’, ma io scesi a Santarcangelo, non me l’ha mai perdonata, ogni volta che lo incontravo mi diceva ‘Se fossi venuto a Roma… avresti fatto carriera’» Bracciante, muratore, ristoratore, bibliotecario, Fucci era un uomo semplice, delicato, sensibile. I suoi occhi di poeta erano diversi da quelli dei suoi amici, erano coperti da un velo che ricorda la malinconia del mare quando non tira vento, quella che ti consuma con le stesse parole che Gianni metteva in fila così bene da caderti dentro, e quando uno alla volta i suoi amici sono morti, lui era ancora qui, nel paese dove era cresciuto e dove aveva scritto i suoi primi versi. È lì che si è spento, qualche mese fa, a Santarcangelo di Romagna, diventando l’ultimo ad andarsene di quell’incredibile circolo di poeti e amici strambi, geniali, unici, belli come l’ottimismo, perché alla fine è proprio come diceva lui: Passerà anche questa, così come si sciolgono / gl’incubi della notte all’alba, / canteranno i fringuelli, dalle verande / entrerà l’aria chiara di un tempo nuovo. / E nella cucina una bottiglietta azzurra / è un sentimento di cielo che ti riempie gli occhi.
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tmnotizie · 5 years ago
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LORETO – Domenica 15 dicembre 2019 alle ore 19 a Loreto presso la Sala “Pasquale Macchi” sita in Piazza della Madonna, si svolgerà la terza edizione della rassegna corale in preparazione e attesa del Natale “Veni Domine” alla quale parteciperanno il Coro Polifonico “San Vincenzo Maria Strambi” di Macerata diretto da Maurizio Osimani, il Gruppo Vocale A.d.A. di Montecosaro diretto da Lorenzo Perugini e il Vox Phoenicis di Loreto diretto da Carlo Paniccià che è anche il coro organizzatore.
Dopo i successi di pubblico riscossi nelle precedenti edizioni, il Vox Phoenicis ha pensato bene di non far mancare neanche quest’anno l’iniziativa musicale. Anche quest’anno sono due i cori invitati che parteciperanno alternandosi per raccontare, ciascuno con pezzi del proprio repertorio e con la propria espressività, la Nascita del Signore Gesù. In omaggio alla Vergine lauretana tutti e tre i cori daranno inizio alle loro esibizioni con un brano mariano.
Il Coro Polifonico “San Vincenzo Maria Strambi” di Macerata è nato nel 2009 e presta servizio liturgico presso l’omonima parrocchia a Piediripa di Macerata. Il coro è diretto da Maurizio Osimani.
Il Gruppo Vocale A.d.A. ha iniziato il suo percorso nel gennaio 2018 sotto la direzione del maestro Lorenzo Perugini e la preparazione vocale del bass-baritono Massimiliano Mandozzi.
Il coro Vox Phoenicis si è costituito a Loreto nel 2013 ed è composto da cantori provenienti da varie realtà corali della provincia di Macerata e Ancona. È diretto fin dalla sua costituzione da Carlo Paniccià.
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thewasteland2 · 6 years ago
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Macerata (Marche). Basilica of Santa Maria della Misericordia (1447). Piazza San Vincenzo Strambi, in addition to the Cathedral and the university faculty of Economics, houses this small Basilica, which was a small votive chapel built around the fresco of the Madonna della Misericordia. Designed by the architect Luigi Vanvitelli. On the walls of the nave there are four large canvases: Annunciation, Visitation, Presentation of Mary, a child in the Temple and purification of the artist Francesco Mancini. On the altar stands the venerable image of the Madonna of Mercy, attributed to Giovanni Spagna, in the act of protecting the kneeling people at his feet. The ambulatory houses stories of Mary, seven large frescoes by Biagio Biagetti. #madonnaofmercy #macerata #santamariadellamisericordia #marche #basilica #votivechapel #vanvitelli #ambulatory #storiesofmary #biagetti #igersmacerata #mancini #venerable #spagna #tourist #instagood #trip #holiday #travelling #travel #traveling #vacation #instapassport #instatraveling #mytravelgram #travelingram #igtravel #massimopistis #sovVERSIvi #ilmiolibro https://www.instagram.com/p/Bq3IZTXhfTI/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=10j8sag51wcf9
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francescoponty · 8 years ago
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Cosa vedere a Berlino
Il Reichstag di Berlino
Sfondo di una delle fotografie più famose al mondo, che segna la caduta del Nazismo e immortala un soldato sovietico mentre issa la bandiera con falce e martello sulla sua sommità, il Reichstag è la sede del parlamento tedesco e come la maggior parte dei  monumenti berlinesi, porta tutti i segni della Seconda Guerra mondiale e ha una storia tutta sua da raccontare.
Nato come edificio per ospitare le camere del Parlamento Tedesco, fu proprio da una delle finestre del Reichstag che nel 1918 venne proclamata la nascita della Repubblica Tedesca, segnando il tramonto della monarchia e della dinastia degli imperatori di Germania. Nel febbraio del 1933, un terribile incendio distrusse quasi completamente il palazzo e durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come clinica per le nuove nascite.
Un anno dopo la caduta del Muro, fu proprio al suo interno che il 2 ottobre 1990 si celebrò la cerimonia ufficiale della Germania riunificata. Solo nel 1999, ben 66 anni dopo il grande incendio, è ritornato ufficialmente il simbolo della democrazia tedesca ospitando nuovamente le camere del Parlamento. La splendida cupola in vetro e acciaio che vediamo oggi è stata progettata dal rinomato architetto inglese Sir Norman Foster, come simbolo di apertura dopo il periodo buio della divisione e attraverso le sue vetrate si vede tutta Berlino e la zona interna del Parlamento.
Il Muro di Berlino
“Mr Gorbaciov, tare down this wall!” esclamò il presidente americano Ronald Regan, durante un suo famoso discorso tenuto a Berlino nel 1987. Solo due anni dopo, la notte del 9 novembre 1989, il Muro di Berlino venne abbattuto e con esso tutte le barriere ideologiche e politiche che per 28 anni hanno materialmente e crudelmente spaccato in due Berlino e la Germania.
Nell’agosto del 1961 il volto della città cambiò completamente: 170 km di cemento alto 10 m segnavano la divisione del mondo in due sfere, quella americana e quella sovietica. Valicare il confine era impossibile, si contano almeno 136 persone morte nel tentativo di fuggire a Berlino Ovest, altri usarono i mezzi più disparati e impensabile nel disperato tentativo di oltrepassare il muro: mongolfiere, aerei superleggeri e documenti falsi con l’intestazione delle Nazioni Unite sono solo alcuni esempi.
Il 9 novembre 1989 le parole del presidente Reagan trovarono concretezza quando, in seguito alla caduta del Comunismo, gli esponenti del governo della DDR annunciarono che i berlinesi dell’est avrebbero potuto attraversare il confine e il muro cadde sotto i colpi dei martelli e dei picconi dei berlinesi. Solo 1 km di cemento è rimasto intatto e nel 1990 artisti venuti da tutto il mondo hanno celebrato la riunificazione della Germania a colpi di bombolette spray, dipingendo i resti del muro con coloratissimi murales, alcuni dei quali sono diventati opere famose in tutto il mondo come “The mortal kiss” che immortala il bacio sulla bocca tra Honecker e Breznev, e il “Test the best” che raffigura l’auto “ufficiale” della Germania Est che sfonda il muro.
Questi e tanti altri graffiti compongono quella che oggi viene chiamata East Side Gallery, una vera e propria galleria d’arte all’aperto, tutelata dal governo tedesco come un monumento a tutti gli effetti.
Checkpoint Charlie a Berlino
Teatro di uno dei momenti più caldi della Guerra Fredda, il Checkpoint Charlie era uno dei luoghi di passaggio tra la Berlino Est e la Berlino ovest, blindato e controllato dai militari americani, costruito nel tratto di muro dove confluiscono due delle arterie principali della città: tra la  Friedrichstraße e la  Zimmerstraße.
Fu qui che il 25 ottobre del 1961 i carri armati sovietici e americani si schierarono gli uni di fronte all’altro, in un’azione di forza terminata a favore delle truppe americane che si assicurarono il diritto di muoversi liberamente per Berlino. Con la città spaccata in due, era necessario assicurare che nessun abitante della DDR cercasse di andare nella zona Ovest, per questo vennero installati diversi punti di controllo che prendono il nome dall’alfabeto fonetico della Nato: il Checkpoint Alfa separava la Germania Est dalla Germania Ovest; il Checkpoint Bravo separava la Germania Est dalla parte ovest di Berlino e il Checkpoint Charlie, il terzo nell’ordine, aveva l’arduo compito di vigilare il confine tra americani e sovietici.
Con il muro è stato smantellato anche il Checkpoint Charlie e quello che vediamo oggi è una riproduzione realizzata nel 2000, con le suggestive gigantografie di due soldati: uno americano con lo sguardo rivolto verso Berlino Est e uno sovietico che guarda verso la zona Ovest, e il celebre cartello che annunciava “You’re leaving the american sector – state per lasciare il settore americano”.
I più appassionati possono visitare anche il museo “La casa del Checkpoint Charlie”, in cui è allestita un’esposizione permanente sulla storia del Muro e sono esposti gli oggetti più strambi usati per i più mirabolanti tentativi di fuga degli abitanti della Berlino Est.
Il Duomo di Berlino
A due passi dall’Isola dei Musei, si staglia imponente il sontuoso Duomo di Berlino, il cui aspetto attuale risale al 1904, dopo che nel 1894 l’imperatore Gugliemo II ordinò che fosse demolita la precedente della cattedrale, troppo semplice e classica, per far posto a un duomo che rispecchiasse adeguatamente la grandezza della religione luterana e la potenza della dinastia reale.
Nel suo stile barocco con forti influenze del Rinascimento italiano, il Berliner Dom è lungo 114 metri, largo 73 e alto 116, sovrastato da una maestosa cupola in rame, il cui interno è decorato con dipinti che raffigurano eventi del Nuovo Testamento e del periodo della Riforma. Salendo 270 gradini, inoltre, si giunge alla sua sommità dalla quale si gode un incantevole panorama su Berlino. Neanche il Duomo è sfuggito alla furia del bombardamenti della II guerra mondiale che ne danneggiarono gravemente il tetto, al punto che inizialmente ne fu sistemato uno provvisorio per preservare quel che restava dell’edificio e i lavori ricostruzioni iniziarono solo nel 1975. La cattedrale venne riaperta nel 1993, dopo ben 18 anni, e per fortuna ancora oggi è possibile ammirare al suo interno l’altare maggiore, risalente al 1850; la Cripta degli Hohenzollern e il maestoso Organo Sauer di 7000 canne.
Alexander Platz a Berlino
Disordinata, frenetica, corredata da discutibili opere architettoniche, Alexander Platz è da sempre la piazza più famosa di Berlino. Il suo nome risale al 1805, quando in occasione della visita a Berlino dello zar Alessandro I, la piazza che ospitava il mercato del bestiame e della lana, Ochsenmarkt (mercato dei buoi, appunto), venne ribattezzata Alexander Platz.
Di seguito, la piazza è stata teatro dei principali eventi della storia berlinese e snodo cruciale per il traffico della capitale: ben 20 linee di tram e bus si intersecano in questo punto.
L’aspetto che conserva oggi è una chiara testimonianza dell’architettura socialista, tutta circondata da ingombranti palazzoni come “La Casa dell’insegnante”; “La Casa del viaggio”; “La Casa dell’Industria elettronica”. Ma l’edificio-icona di Alexander Platz è senza dubbio la Torre della televisione, che con i suoi 365 metri di altezza, ogni metro per ogni giorno dell’anno, domina dall’alto la città ed è la struttura più alta dell’Europa Occidentale. Un ascensore che sale alla velocità di 6 metri al secondo, porta i visitatori alla sfera d’acciaio, a quota 203 metri, dalla quale si gode una spettacolare vista su tutta Berlino. Infine, corredano la piazza alti due simboli iconici: l’Urania Weltzeituhr, l’orologio che segna le ore delle principali città del mondo, e la Brunnen der Völkerfreundschaft, la fontana che domina il centro dell’area pedonale della piazza ed è dedicata all’amicizia tra i popoli.
L'Isola dei Musei di Berlino
Dalla Porta di Brandeburgo si snoda la Unter den Linden, letteralmente il viale “sotto i tigli”, il boulevard più famoso di Berlino che si estende per oltre 1 km fino all’Isola dei Musei, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco sia per la singolarità architettonica e sia per l’inestimabile patrimonio custodito nei suoi musei.
Avreste mai detto di trovare un’isola proprio al centro del fiume che attraversa la città? E non un’isola qualunque, ma l’unica al mondo che può vantarsi di ospitare 5 musei di fila, ognuno con i suoi tesori che ripercorrono le tappe della storia dell’umanità.
L’Altes Museum, non a caso “Museo Vecchio”, è stato il primo dei cinque ad essere costruito, tra il 1823 e il 1830, che nelle sale del piano terra ospita collezioni di opere e oggetti del mondo dell’Antica Grecia, mentre il piano superiore è dedicato a uno straordinario viaggio nel tempo alla scoperta degli oggetti di vita quotidiana degli Etruschi e alle testimonianze della Roma antica e imperiale. Altri reperti dell’antichità classica e le favolose opere egizie sono ospitate dal Neues Museum, il “Museo Nuovo”, sorto subito dopo l’Altes. Tra i suoi tesori può vantare il busto in pietra di Nefertiti, risalente al 1340 a.C., la Collezione dei Papiri e diverse opere della Preistoria europea. Nella Alte Nationalgalerie, invece, trova spazio la più importante raccolta di pittura e scultura tedesca del XIX secolo e una collezione di opere dell’Impressionismo francese e tedesco. Il Bode Museum, dal nome dell’architetto che lo progettò, è stato costruito nel 1904 e vanta una splendida collezione di monete con circa 500.000 pezzi, oltre alle testimonianze di arte bizantina e sculture del Mondo Classico.
Completa la rosa dei musei il Pergamon Museum, punta di diamante dell’isola, che prende il nome dall’opera più importante in esso custodita: l’altare di Pergamo, risalente al II secolo a.C., cui seguono altre meraviglie architettoniche come la maestosa Porta del mercato di Mileto, costruita nel 120 a.C., e la Porta di Babilonia, costruita per volere del sovrano Nabucosondor e consacrata alla dea Ishtar, impreziosita da meravigliosi mosaici.
La Porta di Brandeburgo a Berlino
Con la Porta di Brandeburgo si completa il trio dei simboli-icona della Guerra Fredda, sfondo di una delle immagini che ha fatto il giro del mondo e baluardo della Berlino divisa.
Quando la notte del 9 novembre 1989 il muro venne abbattuto, migliaia di persone si radunarono proprio di fronte la porta, che dal 1969 era rimasta chiusa in quella “terra di nessuno” tra i due settori della città. Ma la storia della Porta di Brandeburgo parte da molto lontano, quando nel 1788 Guglielmo II, grande appassionato di arte e mitologia greca, commissionò la costruzione di una delle 18 porte di accesso alla Città di Berlino sulla falsariga della porta d’ingresso all’Acropoli di Atene. Sulla sommità di questo maestoso arco sorretto da 12 colonne alte 26 metri, svetta una Quadriga che raffigura la Dea della Vittoria a bordo di un carro trainato da 4 cavalli.
Come ogni monumento di Berlino, anche la scultura che sovrasta la Porta di Brandeburgo ha una sua storia travagliata da raccontare: nel 1806 fu il bottino di guerra di Napoleone quando conquistò la città, fu presa e portata a Parigi per poi ritornare a Berlino nel 1814, e durante la seconda guerra mondiale fu distrutta dai bombardamenti. La Quadriga che vediamo oggi è stata rifusa nel 1953 e riposta su uno dei monumenti più significativi della storia del XX secolo. 
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – Ieri sera gli agenti della Polizia locale, a conclusione di attività investigativa avviata in seguito  all’investimento di un anziano sacerdote, avvenuto in piazza Strambi, hanno denunciato un ventiduenne per fuga e proceduto al ritiro della patente.
Il giovane, dipendente di una nota azienda di e – commerce, nel corso di una manovra in retromarcia ha urtato il sacerdote che è caduto a terra. L’autista, dopo essersi accertato sommariamente delle condizioni dell’anziano e non fornendo le proprie generalità, è ripartito con il furgone non rimanendo sul posto ad attendere l’ambulanza del 118, allertata nel frattempo da alcuni testimoni, e l’intervento delle forze di Polizia.
Grazie ad alcune testimonianze e all’acquisizione delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza, gli agenti della Polizia locale sono riusciti ad individuare due mezzi della stessa azienda che stavano circolando ancora in centro storico e a risalire così al giovane autore dell’investimento.
Le attività investigative si sono protratte fino a tarda serata e si sono concluse con la denuncia del ventiduenne.
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA  – Il “turismo lento” è il tema della XVI edizione del Trekking Urbano promosso dal Comune di Siena. La lentezza del muoversi e della scoperta dei luoghi da visitare consente una declinazione più articolata e più ad ampio raggio del Trekking Urbano che l’Amministrazione Comunale di Macerata, in accordo con gli enti, le associazioni e le imprese culturali del territorio ha voluto organizzare dando risalto alla rete degli itinerari tematici che attraversano la città. L’idea di base de “La Grande Lentezza, Tutto il Bello che c’è”, questo il tema dell’iniziativa a Macerata, è che i primi turisti siano i cittadini che sanno scegliere la lentezza e che guardano la città con occhi attenti scoprendo la cultura e i luoghi in cui vivono.
Macerata abbraccia l’iniziativa, che quest’anno vede coinvolte 48 città di tutta Italia, con una proposta nuova: non più un tour unico, come negli anni precedenti (Macerata aderisce dal 2006), ma ben sette itinerari che si snodano in diverse zone dell’area urbana e secondo temi specifici.
“Con il trekking urbano la città ci sorprende con i suoi lati nascosti da gustare con lentezza  – commenta l’assessore alla Cultura e al Turismo Stefania Monteverde – Quest’anno abbiamo messo in campo sette esperienze diverse per godere con il turismo slow, grazie alla collaborazione con le guide turistiche, le associazioni e le scuole. I primi testimoni della nostra bellezza sono i cittadini che costruiscono l’accoglienza gentile e calorosa verso i visitatori che vengono a conoscere il nostro territorio”.
Infatti con la collaborazione delle associazioni, delle scuole, dei blogger, delle imprese e dei cittadini si esploreranno musei, negozi storici, parchi, percorsi ciclabili, itinerari dedicati ai bambini,al verde urbano,ai quartieri e alle frazioni, al relax e all’enogastronomia.
“Quindici fa andai a Siena e scoprii la meraviglia del Trekking urbano”, racconta l’assessore allo Sport Alferio Canesin cui si deve l’importazione del format in città – Mi ricordo che facevano dei tour su cose impensabili che fanno parte della vita di tutti i giorni ma a cui non si fa caso perché non ci si ferma ad osservarle. Allora ho pensato: perché non farlo anche a Macerata? La città ha risposto bene da subito e oggi, vedendo tutte queste persone e associazioni aderenti sono convinto che l’iniziativa possa e debba andare avanti”.
Tra i percorsi individuati ci sono: il tour dei parchi urbani, quello dei negozi storici, il tour“Tipico”attraverso i siti culturali con una tappa dedicata al gusto, le passeggiate per i bambini, la valorizzazione della storia e dei siti di interesse in bici, il tour “da paura”,  insolita passeggiata nei quartieri di Santa Croce, Villa Ficana e Montalbano e la simulazione dell’accoglienza turistica con la partecipazione dei bambini delle scuole. (cr)
La rete dei percorsi per il Trekking urbano 2019 a Macerata
 IL TOUR DEI PARCHI. L’associazione Nordic Walking Green organizzerà il tour del grande anello verde urbano attraverso i parchi Giardini Diaz, Fontescodella e Bosco Urbano di Collevario. Ritorno in autobus o a piedi.
Partenza 1 novembre h 9,00 dai Giardini Diaz Lunghezza: 6 km Difficoltà: facile Tempo: 1,30 h
2. IL TOUR DEI NEGOZI STORICI. Il gruppo “GUIDE DELLE MARCHE” associato ANGT (Associazione Nazionale Guide Turistiche) organizzerà un itinerario attraverso le attività storiche della città. Il percorso toccherà l’Alimentari ex Speranza, l’Emporio Angeletti, la libreria Catap, Casa Picciola, l’Osteria dei fiori, l’ex Grand Hotel Italia e il negozio Travaglini con i relativi sotterranei. Partenze: 31 ottobre h15,30 – h16,00/ 1 novembre h 10,30 – h11,00 – h 15,30 – h 16,00 dalla “Lumaca” di Piazza Mazzini Lunghezza: 1,5 km Difficoltà: facile Tempo: 1,30 h Info e prenotazioni: [email protected] cell.347/1760893 3. IL TOUR TIPICO. L’Ati Food Trek e Macerata Culture propongono un percorso tra i luoghi museali con prospettiva rinnovata per raccontare la città attraverso la storia della gastronomia a cura del Prof. Diego Poli e del giornalista Ugo Bellesi dell’Accademia della Cucina Italiana. Ogni epoca ha fissato consuetudini e ricette, oggi considerate tradizionali, di cui non sempre siamo consapevoli; tra cucina delle classi nobili, manifesto futurista e alimentazione dei quartieri popolari, l’itinerario con partenza da Tipico.Tips in piazza della Libertà, farà tappa al Teatro Lauro Rossi, al Palazzo Buonaccorsi e all’ Arena Sferisterio, dove a conclusione del trekking sarà offerta una degustazione di prodotti tipici del territorio a tutti i partecipanti. Partenze: 31 ottobre h 17,00 e 1 novembre h 17,00 da Tipico.Tips (piazza della Libertà) Lunghezza: 1,5 km Difficoltà: facile Tempo: 1,30 h Prenotazione obbligatoria chiamando il n. 0733/060279 o [email protected] 4. IL TOUR DEI BAMBINI. Passeggiata del brivido nel centro storico di Macerata. Itinerario interattivo dedicato ai bambini (0-12 anni), alla scoperta dei luoghi misteriosi della città. Un itinerario che i bambini, anche con l’aiuto dei genitori, potranno seguire con una mappa, tra quiz e prove da superare. Alla guida ci saranno le blogger Silvia Alessandrini Calisti (mammemarchigiane.it) ed Erika Mariniello (siparteconerika.com). Il tour terminerà in biblioteca con l’evento “Le Marche e la magia delle parole”curato da Giaconi Editore. Sarà aperto a bambini da 0 a 12, e ideale a partire dai 6-7 anni. I bambini più piccoli possono seguire il percorso solo in compagnia dei genitori. Il tour che toccherà piazza Strambi, via Lauro Rossi, piazza Mazzini, la torretta del Boia in via dei Sibillini, Porta Montana, per finire alla Biblioteca Mozzi Borgetti non prevede barriere architettoniche, tranne una scalinata ma con strada alternativa utilizzando l’ascensore. Partenza: 31 ottobre h 16,30 dalla Torre dei Tempi (piazza della Libertà) Lunghezza: 1,5 km Difficoltà: facile Tempo: 2h Prenotazione obbligatoria entro il 28 ottobre ai numeri 3483176783 (Erika) e 3493726757 (Silvia). 5. TOUR DAL FIUME ALLA STORIA. Giro in bici lungo le sponde del fiume Potenza e poi visita guidata alle rovine di Helvia Recina a cura dell’ associazione Ciclo Stile. Partenza: 1 novembre h 9,30 dal parcheggio della scuola Anna Frank di Villa Potenza Lunghezza: 1 km Difficoltà: facile Tempo: 1h – Info: 3343068027 – Fb: Ciclo Stile
6. UN TOUR DA PAURA. Un’ insolita passeggiata nei quartieri S. Croce – Villa Ficana – Montalbano alla scoperta di luoghi storici e racconti della cultura popolare locale fatta di aneddoti, curiosità e leggende. L’ itinerario, a cura di Ecomuseo delle Case di Terra Villa Ficana, sarà animato dai volontari del Servizio Civile Nazionale e del Servizio Volontario Europeo. Tappe all’ex manicomio, al Borgo di Villa Ficana e al Parco di Villa Lauri. Partenza: 31 ottobre h18,00 (ritrovo alle 17,45) dal piazzale della Chiesa di Santa Croce Lunghezza: 1,8 km Difficoltà: facile Tempo: 1,30 h Prenotazione obbligatoria entro il 28 ottobre n. 0733/470761, o [email protected] o WhatsApp al numero 320/7127847 (indicare nome e cognome, recapito telefonico e numero dei partecipanti) Il tour è consigliato ad un pubblico adulto (16+). La visita non sarà effettuata in caso di forte maltempo.
7. A SCUOLA DI TURISMO. In collaborazione con la scuola primaria Convitto Nazionale G. Leopardi. Dopo una lezione a scuola con un esperto i bambini progetteranno un percorso, realizzeranno piccole mappe e simuleranno l’accoglienza turistica nel quartiere della propria scuola. Si parte dal Convitto di Piazza Marconi quindi una visita al monumento ai caduti della seconda guerra mondiale in via Piave e all’Opera di Silvio Craia davanti alla Chiesa Santa Madre di Dio e rientro alla scuola primaria annessa al Convitto di via Capuzi. Partenza: 31 ottobre, h 8,30 Convitto (Piazza Marconi) Lunghezza: 1 km Difficoltà: molto facile Tempo: 1h Info: [email protected], 0733/256297
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – La Festa dell’ospitalità con le Città gemellate torna anche quest’anno in occasione delle feste patronali di San Giuliano Ospitaliere. Sono in arrivo a Macerata le delegazioni di Weiden (Germania), Issy les Moulineaux (Francia) e Floriana (Malta), guidate dai sindaci dei Comuni gemellati che ogni anno ci onorano della loro presenza in occasione della ricorrenza.
“È sempre un momento di gioia quello dell’incontro con gli amici delle città gemellate – afferma il sindaco Romano Carancini -ancor più quest’anno in cui vogliamo tirare  le somme di un decennio di lavoro comune e affiatato, nel quale abbiamo intensificato le relazioni, siamo stati vicini l’un l’altro nei momenti di difficoltà e abbiamo promosso iniziative di scambio nei settori della cultura e delle tradizioni. Il tutto nel nome di un’Europa unita che vuole fronteggiare, oggi più che mai, i pericolosi concetti di muri e separazioni per permettere a tutti noi, e in particolar modo alle future generazioni, di vivere nella bellezza della condivisione”.
Il programma prevede momenti istituzionali, incontri e confronti sui progetti da portare avanti insieme, ma anche momenti di festa e di svago in piazza insieme ai maceratesi per favorire preziosi scambi di tradizioni popolari.
Oggi, giovedì 29 agosto sono stati accolti dal saluto del Sindaco Romano Carancini nel giardino dell’Ostello Asilo Ricci e poi in piazza parteciperanno alla serata danzante. Venerdì  30 agosto in mattinata visiteranno i siti culturali della città e la mostra Bauhaus 100. Nel pomeriggio a palazzo Conventati ci sarà il tavolo di lavoro sui progetti condivisi e un momento istituzionale con scambio di doni.
Sabato 31 alle 18,30 parteciperanno alla Santa Messa in piazza Strambi e proseguiranno in  processione con la reliquia del Santo Patrono e poi in piazza della Libertà, alle 21.00, il sindaco Romano Carancini presenterà le delegazioni e a nome della Città intera porterà i saluti agli ospiti. Seguirà una serata insieme in allegria e festa che culminerà con i tradizionali fuochi d’artificio.
Fanno parte della delegazione di Weiden, guidata dal sindaco Kurt Seggewiss, i consiglieri comunali Gabriele Laurich, Karl-Heinz Schell, Wolfgang Pausch, Stefanie Sperrer, Reinhard Meier e funzionari. Per Issy les Moulineaux insieme al vice sindaco Alain Levy ci saranno Joelle Sueur , assessore allo sviluppo sostenibile, pari opportunità e patrimonio architettonico e Morgane Millon dell’ufficio Relazioni Internazionali. Per Floriana con il sindaco Davina Sammut Hili ci saranno il consigliere Vincent Borg, il dirigente Godwin Azzopardi e la segretaria generale Lourdes Lautier.
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – 29 agosto 1138, Liberto e Rustico firmano il patto. Nasce il Comune di Macerata.Via al programma di iniziative “Buon Compleanno Macerata”. Domani, mercoledì 28, alle 21,30, in piazza Mazzini, la rievocazione storica del contratto tra il vescovo di Fermo e il signore del Castrum.. Giovedì 29, alle 18, a Palazzo Conventati focus sulle origini di Macerata con i professori Borri e Gaspari.
Il 29 agosto 1138 il vescovo di Fermo Liberto suggellava con il signore del castrum Maceratae, Rustico, detto loTignoso, il patto che sanciva la nascita del Comune di Macerata per atto di franchigia, unendo i territori del castrum (la parte interna alle mura) a quelli del podium Sancti Iuliani. In occasione di “Buon Compleanno Macerata”, programma di iniziative per gli 881 anni del Comune torna, ma in una nuova location rispetto alla prima edizione, la rievocazione dell’evento che ha segnato la storia della città.
“Il momento storico che sta dentro questa rievocazione racchiude in sé la chiave genetica e morale dell’Istituzione che siamo chiamati a rappresentare – sottolinea il sindaco Romano Carancini – sin dalle origini Macerata ha mostrato una predisposizione ad incontrare i grandi fatti storici con una dignità che le viene conferita dai suoi cittadini e da una coscienza collettiva critica, predisposta all’acquisizione, non senza dialettica, di diritti e di doveri. Oggi come allora i maceratesi dimostrano, soprattutto nelle situazioni più delicate, un naturale senso di inclusività, unione e giustizia e per questo dedichiamo alla città e alla sua anima nobile questa festa che ne celebra tutta la storia e tutte le sue virtù”.
L’appuntamento è per questa sera 28 agosto, alle 21,30 in piazza Mazzini dove, provenienti dalle zone del podium Sancti Juliani (Cocolla, le Fosse) e del castrum Maceratae (attraverso Via degli Orti) si incontreranno in piazza Mercatale (prima area commerciale a servizio del Comune) i due cortei, rispettivamente del vescovo di Fermo e dei signori del Castello, impersonati dai maceratesi che si sono prestati a fare gli attori per la comunità.
“Rievocare la storia anche attraverso il teatro è un’opportunità per scoprire la propria comunità e le origini di 881 anni di storia – afferma Stefania Monteverde assessore alla cultura e turismo del Comune di Macerata – E gli approfondimenti storici aiutano a conoscerci. Una bella festa con i maceratesi ma anche con i turisti che invitiamo a conoscere le nostre tradizioni e la nostra storia. Buon compleanno Macerata!”
Nei pressi del sagrato di Santa Maria del Riposo in piazza Mazzini verrà data lettura dell’atto di fondazione della città recuperato dai documenti dell’epoca custoditi nell’Archivio di Stato di Fermo. Firmato l’atto si darà il via ai festeggiamenti con lo spettacolo “Fuoco” della prestigiosa Compagnia dei Folli di Ascoli Piceno e l’esibizione degli Sbandieratori e dei Tamburini di Montecassiano.  Durante tutta la serata una voce narrante illustrerà lo svolgersi degli avvenimenti storici del 1138.
Giovedì 29 agosto, giorno della nascita del Comune, alle ore 18 nel cortile di Palazzo Conventati si ripercorreranno le origini storiche di Macerata con un incontro a cura del Centro di Studi Storici Maceratesi. Protagonisti il professor Giammario Borri docente Unimc e il professor Nazzareno Gaspari in un dibattito aperto anche alle domande del pubblico dal titolo “Macerata: toponimo e origini. Ipotesi”, un interessante focus sulla nascita del primo insediamento che diede vita e il nome alla città.
Queste le modifiche alla circolazione e alla sosta in arrivo per le festività di san Giuliano.
Compleanno di Macerata mercoledì 28 agosto. Divieto di sosta in piazza Mazzini dalle ore 14 alle 02. Divieto di transito in via degli Orti e in vicolo dello Sferisterio, dalle ore 20 fino al termine. Dalle ore 21, il traffico di via Santa Maria della porta e via Basily non potrà accedere in piazza Mazzini e saranno segnalate vie alternative anche con inversione del senso di marcia nel tratto tra via Basily e via Padre Matteo Ricci. I veicoli dei residenti in uscita da via Lauro Rossi e via Ciccarelli saranno indirizzati verso via Santa Maria della Porta.
Festa patronale di san Giuliano e fiera del 30 e 31 agosto. Divieto di sosta dalle 10 del 30 agosto, fino alle 3 del 1° settembre: piazza Mazzini – piazza Battisti – via Gramsci – piazza Oberdan – corso Matteotti  via Tommaso Lauri – via Garibaldi – vicolo Torri – Piazza Annessione (tutta la piazza) –  via Padre Matteo Ricci (area prospiciente il civico 92) – viale Trieste – piazza N. Sauro (nel tratto adiacente la cinta muraria e largo compreso tra viale Trieste e corso Cairoli) – corso Cavour – Galleria Luzio – piazza della Vittoria – piazza Garibaldi (lato monumento e tratto compreso tra i Cancelli e viale Puccinotti eccetto veicoli di polizia e soccorso).
Processione del 31 agosto. Divieto di sosta e di circolazione nella zona di piazza Strambi e per la processione dalle ore 16 alle 21
Circolazione nel centro storico. Dalle ore 12 del 30 agosto fino all’1 del giorno successivo e dalle ore 8,30 del 31 agosto fino all’1 del giorno successivo, divieto di transito in via Zara all’altezza dell’incrocio con via Armaroli. Divieto di transito in via Armaroli, all’altezza della chiesa in direzione via Berardi, istituzione del doppio senso di circolazione/senso unico alternato sul tratto  compreso tra l’incrocio via Zara/viale Leopardi e l’uscita a monte del parcheggio coperto.
Divieto di transito in piazza Annessione, eccetto veicoli autorizzati e veicoli per operazioni di carico e scarico (fino alle ore 15 del 30 agosto e fino alle ore 10 del 31 agosto), divieto di transito in Porta Convitto, con istituzione del doppio senso di circolazione in via Mozzi e largo Affede, per consentire l’uscita dalla ZTL dei veicoli autorizzati.
Dalle ore 21 alle 24  del 30 agosto e dalle ore 21 alle ore 24 del 31 agosto, divieto di transito in via Don Minzoni (da via Zara a pizza della Libertà).
Fiera del 30 e 31 agosto. Divieto di transito, nelle vie interessate dalla Fiera dalle ore 12 del 30 agosto nelle zone di viale Puccinotti, viale Trieste Piazza Nazario Sauro, corso Cavour (con percorsi alternativi su via roma e via Cioci), area giardini Diaz, piazza Garibaldi  Gli  AUTOBUS di linea e urbani   potranno transitare per i Giardini Diaz da piazza Pizzarello – Via Morbiducci ovvero dallo sbarramento di viale Leopardi-piazza Garibaldi e proseguendo per piazza Marconi, viale Piave o via Mameli ,via Mugnoz e via Tucci.
Parcheggio per residenti. A partire dalle ore 7  del 30 agosto, fino alle 14 del 1° settembre i veicoli  con permesso residenti zona A, potranno sostare gratuitamente su tutte le aree a pagamento in concessione all’APM (non interessate dai divieti temporanei per la manifestazione), comprese quelle in struttura e sugli stalli destinati alla sosta dei residenti delle altre zone.
I residenti nel centro storico possessori di aree private, non titolari di permesso di sosta zona A, potranno ottenere dall’APM, un permesso per usufruire delle stesse agevolazioni. I veicoli muniti di permesso zona B (corso Cavour e vie limitrofe) potranno sostare gratuitamente al parcheggio Garibaldi o al parcheggio Centro Storico.
Sospensione rilascio permessi temporanei per la Z.T.L. dalle ore 12 del 30 agosto fino alle ore 3 del 1° settembre.
 Spettacolo pirotecnico del 31 agosto. Si terrà dalle ore 23,30 circa a valle di viale Leopardi e sarà vietata la sosta e la circolazione nelle zone interessate indicate da segnaletica al momento. In particolare dalle ore 22,30 sarà istituito il divieto di transito in viale Leopardi e il traffico sarà temporaneamente deviato in Rampa Zara verso il centro storico con uscita su Porta Picena. Senso unico alternato in corso Cairoli, regolato dalla Polizia Locale, in modo da consentire la circolazione verso il quartiere Pace ed il centro storico
Altri provvedimenti riguardano la zona del Luna park in piazzale De Gasperi a Villa Potenza e sono segnalati sul posto. Il dettaglio di tutte le disposizioni relative al traffico e alla sosta è nel sito www.comune.macerata.it.
Parcheggi: ampia possibilità di sosta gratuita su strada e in struttura durante le festività patronali. Dalle ore 19 del 30 agosto, fino alle ore 8 del 1° settembre è possibile lasciare l’auto senza pagamento del ticket nei parcheggi gestiti da APM, tutti aperti 24 ore su 24: Parcheggio Centro storico (con attracco meccanizzato fino in centro), Parcheggi Sferisterio e Garibaldi dotati entrambi di ascensore.
Sosta gratuita, sempre con lo stesso orario, per i parcheggi su strada delimitati dalle strisce blu. Apertura H24 anche per il Parcheggio centrale di via Armaroli. Nella struttura coperta, nei giorni 30 e 31, dalle 7 alle 21 la tariffa oraria è di € 1,20 mentre nella fascia oraria notturna, dalle 21 alle 7, scende a € 0,50/ora. Il 31 agosto, sosta gratuita per gli spazi esterni delimitati dalle strisce blu.
Il parcheggio Direzionale, in via Carducci, resterà aperto H24 con queste tariffe: 7-13 1 euro/ora dalle 13 alle 21 50 centesimi /ora dalle 21 alle 7 1 euro/ora con una tariffa massima giornaliera di 4 euro.
Divieto vendita e somministrazione bevande in vetro e lattine:per motivi di sicurezza e incolumità,riguarderà il territorio del Centro Storico e le zone interessate dalla fiera e dalle manifestazioni dalle ore 19 alle ore 24 del 30 agosto  e dalle ore 13 fino al termine delle manifestazione del 31 agosto.
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – In occasione del 41° Pellegrinaggio Macerata – Loreto in programma sabato 8 giugno, il Comando della Polizia locale  ha emesso un’ordinanza per disciplinare la circolazione e la sosta nelle zone interessate dalla manifestazione.
Il provvedimento prevede:
– sabato 8 giugno
Via dei Velini
divieto di transito sul tratto compreso tra l’intersezione con via Due Fonti e l’intersezione con la nuova bretella che conduce verso via Vittime delle Foibe, a partire dalle ore 16 con la seguente regolamentazione:
all’intersezione con via Due Fonti, sarà interdetto il transito a scendere in via dei Velini per tutti i veicoli, con posizionamento di uno sbarramento con elementi fissi; tutti i veicoli autorizzati ad accedere all’area dello stadio Helvia Recina saranno deviati sul percorso contrada Fontezucca > via Vittime delle Foibe > borgo Compagnoni > via dei Velini a salire;
allo sbarramento all’intersezione con la bretella che conduce verso via Vittime delle Foibe, potranno derogare al divieto di transito i veicoli di pubblica utilità, autobus che effettuano il servizio per il pellegrinaggio, veicoli autorizzati con pass del pellegrinaggio, veicoli a servizio dei disabili muniti di contrassegno, veicoli dei residenti in via Dei Velini e quelli diretti alle attività produttive comprese tra lo stesso sbarramento e la caserma della Polizia Stradale;
all’altezza dell’accesso che conduce al supermercato Eurospin, sarà posto un ulteriore sbarramento mobile per il controllo dei veicoli autorizzati a transitare in direzione dello stadio;
all’intersezione con via Panfilo, sarà posizionato uno sbarramento con elementi fissi, per impedire l’uscita dei veicoli su via dei Velini;
divieto di transito sulla traversa omonima posta all’altezza del civico n° 130 (che conduce verso l’area interna dello stadio), eccetto veicoli di polizia e soccorso, veicoli autorizzati con apposito PASS ad accedere sull’area interna allo stadio Helvia Recina.
  1.1  Divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 10 sul tratto di strada compreso tra l’ingresso a monte e quello a valle dello stadio Helvia Recina;
Divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 10 sul tratto di strada antistante il Circolo Tennis, eccetto veicoli autorizzati con pass;
Divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 10 sulla traversa omonima posta all’altezza del civico n° 130 (che conduce verso l’area interna dello stadio/bocciofila), eccetto veicoli autorizzati con pass.
  Piazzale stadio Helvia Recina:
divieto di sosta con rimozione coatta su tutto il piazzale dello stadio Helvia Recina con efficacia dalle ore 8 eccetto veicoli di pubblica utilità, autobus al servizio del pellegrinaggio ed autorizzati con pass;
divieto di transito su tutto il piazzale (con posizionamento di transenne su tutti gli accessi), dalle ore 16, eccetto veicoli di pubblica utilità, disabili, autobus al servizio del pellegrinaggio ed autorizzati con pass;
senso vietato riferito all’ingresso a monte dello stadio per i veicoli circolanti su via dei Velini, dalle ore 16 fino a cessate esigenze. I veicoli autorizzati, compresi gli autobus, dovranno entrare dall’ingresso posto a valle e uscire dall’ingresso posto a monte;
  Via F.lli Palmieri:
divieto di transito, eccetto veicoli dei residenti per accesso alle aree private dei civici 6 – 34; i veicoli, per l’uscita, dovranno dirigersi verso piazzale Croce Verde, in deroga al senso unico di marcia;
divieto di transito per tutti i veicoli sul tratto terminale che conduce al piazzale dello stadio, con posizionamento di uno sbarramento con elementi fissi a valle della traversa omonima che conduce ai condomini di cui ai civici 6 – 34;
direzione obbligatoria a destra, verso piazzale Croce Verde, valido per i veicoli dei residenti in uscita dalle aree private dei civici 6 – 34;
  Via Panfilo:
divieto di sosta con rimozione forzata con efficacia a partire dalle 14 fino a cessate esigenze, sul tratto compreso tra il civico n. 5/a e l’opposto civico n. 24 e sul tratto compreso tra il civico 32/a e il civico n. 44;
divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 12 sull’area antistante l’ingresso carrabile dell’ex mattatoio;
dalle ore 16 o in base alle diverse disposizioni dell’autorità di P.S. fino a cessate esigenze:
divieto di transito, eccetto autobus urbani, residenti, veicoli a servizio di disabili che espongono lo speciale contrassegno, veicoli autorizzati con pass, veicoli diretti alle attività commerciali;
doppio senso di circolazione nel tratto compreso tra l’intersezione con via Due Fonti e piazzale Croce Verde, con regolamentazione a senso unico alternato all’altezza della curva;
direzione obbligatoria a destra, verso il tratto sopra specificato, da porre all’altezza della scuola, valido per i veicoli in uscita, provenienti dal tratto senza sbocco della via (uscita in direzione via Due fonti);
divieto di transito sulla traversa omonima che conduce in via dei Velini (dove è sita l’armeria Ciccarelli),
  Piazzale Croce Verde: divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 12 eccetto invalidi e veicoli autorizzati con pass.
Via Murri:
divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 15 sul lato destro della strada con direzione di marcia Fontemaggiore, dall’intersezione con contrada Fontezzucca per 30 metri circa, eccetto veicoli al servizio del pellegrinaggio;
direzione obbligatoria a destra eccetto residenti e autorizzati con pass, valido per i veicoli in uscita su contrada Fontezucca.
  Contrada Fontezucca (rotatoria con via Vittime delle Foibe)
Divieto di transito a salire verso via Velini eccetto veicoli che accedono al parcheggio Garibaldi, residenti e autorizzati con pass;
all’altezza dell’intersezione con via Murri a salire (parcheggio Garibaldi), direzione obbligatoria a sinistra eccetto residenti e veicoli con pass.
  Borgo Peranzoni: divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 19 fino al termine della manifestazione, su tutta la strada, per consentire il passaggio del pellegrinaggio in condizioni di sicurezza stradale;
via Due Fonti: senso vietato di circolazione , valido per i veicoli provenienti dalla SP 77 (via G.Valenti), dalle ore 16;
piazzale Ciccolini (concentramento ambulanze e veicoli di assistenza): divieto di sosta con rimozione coatta (compreso il tratto di strada che collega con borgo Sforzacosta), valido dalle ore 14 alle ore 21 eccetto veicoli della protezione civile, ambulanze e veicoli di servizio;
via Vittime delle Foibe: divieto di circolazione dalla rotatoria con contrada Fontezucca a scendere verso Villa Potenza, dalla partenza del pellegrinaggio fino a cessate esigenze;
piazza Strambi: divieto di sosta con rimozione coatta, dalle ore 8 alle ore 23 su tutta la piazza, eccetto veicoli al servizio del pellegrinaggio muniti di PASS per esigenze di carico e scarico.
La sospensione della circolazione stradale, per tutte le categorie di veicoli, per il tempo necessario al passaggio del pellegrinaggio, sulle strade urbane interessate, in base alle necessità. (lb
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tmnotizie · 6 years ago
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MACERATA – Invasione di befane domenica prossima, 6 gennaio, a Macerata. Sono due in particolare gli appuntamenti per grandi e piccini proposti dal calendario di Macerata d’Inverno_Feste di piazza e dedicati alla vecchina più famosa del mondo.
Si inizia al mattino a Piediripa con la festa organizzata dalla locale Pro Loco e patrocinata dal Comune. Alle 11, nella chiesa di san Vincenzo Maria Strambi arrivano i tre Re Magi per rendere omaggio alla natività mentre alle 12, sul piazzale esterno, spazio a quattro Befane che raggiungeranno la frazione a bordo di auto d’epoca con il sacco pieno di giocattoli e colorate calze riempite con i dolci per tutti i bambini.
Le befane tornano poi a radunarsi a Macerata, in piazza della Libertà, a partire dalle ore 17 con l’iniziativa della Pro Loco di Villa Potenza, patrocinata dal Comune di Macerata, che continua con convinzione a diffondere, specie tra i bambini e le bambine, la tradizione della vecchina più famosa del mondo che porta doni a cavallo di una scopa volante.
Le befane arriveranno da tutto l’universo per prendere parte a Miss Befana 2019, la dodicesima edizione del concorso che elegge la più befana dell’anno e che le vedrà protagoniste. Per partecipare, iscrizioni al numero 339-5246063. Sul palco, oltre alle concorrenti, il corpo di danza della Virtus diretto da Olta Shehu. Dopo l’elezione della Miss, tutti col naso all’insù per assistere alla discesa acrobatica della vecchina dalla torre dell’orologio grazie alla collaborazione dei Vigili del fuoco del comando di Macerata.
“La festa con le befane è una festa piena di allegria con i bambini, le caramelle e i Vigili del Fuoco- afferma il sindaco Romano Carancini -una bella occasione di serenità per la città e tutta la comunità.“
In piazza della Libertà resterà aperta la pista di pattinaggio sul ghiaccio e saranno operative anche le casette di legno che ospitano le attività commerciali e artigianali. Per permettere il regolare e tranquillo svolgimento della festa della Befana, in piazza della Libertà l’accesso del pubblico sarà contingentato con un monitoraggio conta persone. L’atteso numero di spettatori, infatti, richiede un necessario controllo dei flussi.
I cinque accessi alla piazza, (via don Minzoni, piaggia dell’Università, piaggia della Torre, via Gramsci e corso Matteotti) saranno controllati dagli operatori della sicurezza che conteranno le persone al fine di evitare un eccessivo sovraffollamento e permettere alle famiglie e ai bambini di godere a pieno dello spirito gioioso della festa. Si chiede pertanto la collaborazione di tutti a garanzia della sicurezza degli adulti ma soprattutto dei più piccoli.
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