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Forse
[Disclaimer necessario: avevo bisogno di scrivere. Lo so che starete ridacchiando, ma vorrei giurare al mondo che avevo solo bisogno di immaginarmi delle cose. Pesco da quello che vedo nella mia vita ma queste storie non sono la mia vita. Excusatio non petita, certo. Ma per delle vicende personali sento il bisogno di giustificarmi, di dire: sto solo scrivendo. Ho ripreso a leggere e adesso scrivere è una necessità, un bisogno fisico. Ciao, ora potete pure sorbirvi la mia poltiglia melensa.]
Forse ho perso quel dono che mi permetteva di sintetizzare come in un processo chimico le cose che credevo accadessero nella mia vita. Lo so, non mi sto spiegando. Se fossimo insieme, adesso, sono sicura che mi capiresti.
Ti ricordi di certo l’ultima volta che ci siamo visti: avevo un vestito inguardabile e delle scarpe che mi facevano male. La gente non faceva che chiedermi cosa avessi di diverso, perché finalmente con quell’abito brutto e l’andatura incerta avevano cominciato a notarmi.
Quella sera, nella folla, ci siamo persi per qualche minuto. Te lo ricordi sicuramente perché eri stato fermato da quella tipa bellissima che vive a Londra. Mentre mi alzavo sulle punte alla ricerca del tuo maglione azzurro le persone mi urtavano e io stringevo fortissimo il mio telefono, che a quei tempi valeva più della mia stessa vita. Stavo per sprofondare in uno stato di freak out irreversibile quando senza nemmeno sentirti arrivare mi sono girata e tu eri lì, un bicchiere di vino pessimo in mano e lo sguardo annoiato di sempre.
Credo di averti assillato per almeno un quarto d’ora, per lo spavento e il timore che qualcuno in tua assenza mi molestasse, mi rapisse, mi rubasse i miei ultimi venti euro e i biglietti dei Mumford and Sons che avevo nel portafoglio. Che concertone quello, peccato te lo sia perso.
Mentre mi trascinavi via per raggiungere gli altri mi chiedevo se anche tu mi amassi in quel modo disordinato in cui pensavo di amarti io. Scansavo le persone e senza mollare mai la presa mi chiedevo mi amerà di più? Non mi amerà affatto? Ma in realtà non potevo nemmeno prendere in considerazione l’idea che fossi pazza nel mio provare un affetto incontenibile da sola, tutto qui.
E quando ti chinavi per sentire quello che provavo a dirti in mezzo alla folla mi dicevo è questo quello che intendo, eccolo qui! Niente mi avrebbe fatto immaginare la serie di disastrosi eventi che ci ha portati lontani.
Se l’avessi saputo forse qualcosa te l’avrei detta. Forse ti avrei terrorizzato a morte. Ma l’avrei detto piano, a bassa voce, forse te l’avrei anche dovuto ripetere qualche volta.
Eccoti qui, è questo quello che intendo.
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