#perno!!
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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi martedì, 25 febbraio 2025
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@panukla
Twin Peaks: Fire Walk with Me - 1992 - Dir. David Lynch
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En esta entrada se comparten 25 curiosidades o datos de cultura general que abarcan diferentes áreas
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Messaggio ai farabutti truffatori
Da appena undici giorni è cominciato il 2025. E già in sei hanno cercato di fottermi quelle due lire che tengo nel salvadanaio inviandomi ask palesemente truffaldini. Io non so se voi riuscirete ad abbindolare qualcuno facendo perno su disgrazie di varia natura. Ma se così dovesse essere, spero ardentemente che i soldi da voi raccolti vi vadano tutti in medicine. E inutilmente, aggiungo.
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" L’automobile è un prodotto costruito industrialmente e destinato alla vendita verso un individuo o un piccolo gruppo di individui, ad esempio una famiglia. Ma andiamo un po’ più in profondità. L’automobile è un oggetto industriale di facile diffusione e di conseguenza capace di influenzare abitudini, di creare fenomeni di moda, di agire sulle tendenze e sui gusti del pubblico. Qui possiamo chiederci allora che cosa sia il design nel campo dell’automobile, a cosa serva. È la parte della progettazione che introduce elementi volti a migliorare l’oggetto, a favorire il successo di un modello. Il design di un’auto la sua prima forma di pubblicità. Il design è comunicazione. Fin qui è tutto molto vero, e anche un po’ noioso. Quello che fa dell’automobile qualcosa di straordinario non c’entra nulla con tutto ciò. L’automobile è un sogno, un desiderio, durato millenni. È per metà un tappeto volante e per metà una casa. È l’oggetto magico che ci dona la libertà di andare in un istante ovunque vogliamo, offrendo al tempo stesso protezione, riparo, spazio che si muove insieme a noi. È libertà. Individuale. Questa per me è l’essenza stessa dell’automobile, a cui si uniscono ancora tanti altri elementi emotivi.
Un’auto è il piacere del possesso di un oggetto levigato, seducente, importante. È anche espressione del lato romantico della meccanica: ovvero l’estensione psicologica delle possibilità fisiche, il proseguimento di noi, del nostro desiderio di velocità, di forza, di perfezione. Di bellezza. E ancora, l’automobile è l’oggetto che più esalta l’unica vera invenzione dell’uomo, l’unico elemento non esistente in natura che l’uomo abbia aggiunto: la ruota. In natura esisteva l’aereo – gli uccelli; la nave – un tronco che galleggia; l’elettronica – il sistema nervoso. La ruota no. C’erano massi tondi, una rondella di tronco d’albero, che potevano rotolare, ma l’uomo ha aggiunto il perno, e da lì ha mosso il mondo. "
Brano tratto dalla Lectio Magistralis di Marcello Gandini tenuta durante la cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino il 12 gennaio 2024.
#Marcello Gandini#Lectio Magistralis#Politecnico di Torino#design#ingegneria meccanica#arte#stile#creatività#automobile#autodidatti#industria#progettare#innovazione#tecnica#tecnologia#Italia#Italiani#artisti#prodotti#moda#pubblicità#buongusto#comunicazione#libertà#viaggiare#mobilità#emozioni#piacere#velocità#bellezza
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#jejejeje lo he clavado todo 😍#si me ponen matrícula (como me han dicho que así será) ya sabéis porque#me han pedido sólo lo que veo y he puesto eso + los tratamientos JAJSBAJSJ#💗 tot bé#lo del perno no lo sabía#pero porque no lo he hecho en clase#el resto perfectito#pero con todo lujo de detalles
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Buongiorno Kon, vorrei affilare manualmente delle cesoie da giardino, e rimuovere quel po' di ossido che si forma sulle lame, come mi suggerisci di procedere? Eventualmente potrei avere anche un trapano a disposizione, ho poca dimestichezza ma un consorte più pratico.
So di essere pesante, per�� dipende...
Le cesoie da giardinaggio hanno tre tipi di chiusura per il taglio, a battente, a lama passante e a doppia lama.
In quella parallela da innesto (dette 'a doppio lama'), le lame accoppiano le parti taglienti senza sovrapporle


Sono molto precise ma costano di più perché il taglio è netto senza il rischio di 'sbucciatura' del portainnesto o della marza.
In quelle a battente, la lama affilata taglia il materiale intrappolato contro l'altro braccio smussato, bifilare, concavo, curvo e spesso dentellato, senza però mai sovrapporvisi.

In quelle sovrapposte (classiche lame tradizionali) il taglio non è dato da due lame uguali ma da una sola affilata che intrappola il materiale contro una controlama smussata e poi esegue il taglio sovrapponendosi a essa.

Per la pulizia non ti preoccupare troppo dell'ossido, con l'uso verrà via naturalmente, semmai ungile con il classico Svitol e poi puliscile con un panno ruvido.
Per l'affilatura, invece, la questione è più complessa.
Come detto prima, un buon taglio è sempre dato da un lavoro simmetrico delle due braccia, quindi ti direi:
Controlla sempre che il perno sia stretto, oliato e regolato affinché ci sia costante aderenza delle lame. Se il perno è lasco, non solo tagli male ma rischi di piegare le due lame non appena stringi qualcosa di resistente.
Controlla sempre che le due lame siano allineate e/o aderenti e/o a contatto, se questo non è possibile o le raddrizzi battendole con martellina su superficie di legno oppure taglieranno sempre da schifo.
Elimina qualsiasi tacca sul filo e sulla controlama smussata (te ne accorgi della presenza o visivamente o sentendo una certa resistenza quando chiudi) utilizzando una lima da ferro e passandola sulle due guance della lama alla giusta angolazione.
Affila la lama su mola o cote oppure, in alternativa, su carta vetrata a grana sottilissima ('da carrozziere') bagnata preventivamente.
Le lame non devono essere SUPER AFFILATE (non ti devi tagliare se ci passi un dito sopra) ma abbastanza da recidere uno stelo o un ramo senza scortecciarlo e senza far incastrare le fibre tra le due lame chiuse.
E per concludere ricordati sempre una cosa...
...di urlare JA JAN KEEEEEEN ogni volta che esegui un taglio, mi raccomando.
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締めつけ具合を可視化 (*‘ω‘ *) ホホー Verificar el nivel de estanqueidad visualmente con estos pernos inteligentes
(exploradoresciclos2018さんのImgur)
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+++Breaking Pasta News+++
"Dal 2024 il gruppo Barilla avrà un nuovo formato societario. Il cuore e la testa dell’azienda rimarranno a Parma, ma il piano di riorganizzazione fa perno su una holding olandese, la neo-costituita Barilla International BV, con sede ad Amsterdam".
(Corriere della sera)
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PRIMA PAGINA La Repubblica di Oggi mercoledì, 30 ottobre 2024
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Mescolare la propria carne
con un'altra carne, cavarne piacere.
Pare poco ma è il perno
su cui gira la nostra vita.

Gesualdo Bufalino
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La girandola dei ricordi ha come perno il cuore.
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Ieri pomeriggio è venuto papà in negozio, a sorpresa. Così. Non che ci sia nulla di strano, ma un po' mi fa sorridere questa cosa. Io e mio padre non abitiamo vicinissimi, lui abita in centro a Roma, io fuori in un paese. È venuto e abbiamo passato il pomeriggio insieme a chiacchierare mentre lavoravo. L'altro ieri mi ha chiamata per chiedermi un consiglio su alcune delicate dinamiche familiari, questa estate siamo stati molto l'uno di supporto all'altro per queste dinamiche micidiali (non si capisce per quale motivo si dice parenti serpenti e non parenti pezzi di merda). Insomma, nell'ultimo periodo sento che i miei consigli sono per lui importanti e di supporto, sento che ha bisogno di sentire la mia campana e questa cosa mi stupisce piacevolmente ancora un po'.
Negli ultimi anni papà si è smussato. Non voglio dire cambiato perché non sarebbe il vocabolo giusto. Si è calmato? Forse. Si è rasserenato? Eh, dai, forse sì. Sì è rassegnato? In alcuni casi sì. Ma sono tutte accezione positive del termine e io sono una vera sega a parlare quindi meglio di così non riesco a spiegarlo. Penso spesso a quando è cominciata questa sua variazione da "orso" a "orsetto" e non so bene a cosa attribuirla. Un misto di pensione/nonnitudine/vecchiaia e di certo la malattia di nonna. Veder passare una donna da totalmente indipendente, dinamica, con una vita così piena e attiva che se solo ci penso io oggi mi viene il fiatone, ad una nonnina con la testa che fugge e si stacca, che ha bisogno di un aiuto pratico per quasi tutto, nel giro di pochi mesi, è stato devastante. Lacerante. Sono convinta che questo lo abbia molto scosso. Come scuote e percuote me, anche solo a scriverlo, con le lacrime agli occhi. Perché mia nonna è il mastodontico perno di questa grande famiglia chiassosa, stronza e dispersa nel mondo, che nonostante tutto amo. Comunque...
Io e mio padre siamo sempre stati connessi. Culo e Camicia. Quando ci chiamavano così io immaginavo un culetto pallido con dei bottoncini attaccati alla pelle (che ero io) e una camicia azzurro chiara che si abbottonava perfettamente su quei bottoncini (che era papà). Eravamo uguali. Fumantini. Forti. Spigolosi. Tuonavamo. Ma anche molto divertenti e buffi. Poi lui se n'è andato di casa e mi ha lacerato il cuore. "La persona che odio e amo di più al mondo", solo così riuscivo a pensare a lui nella mia mente in quel periodo, in quei merdosissimi anni che la mia mente vuole ricordare solo a sprazzi. In quel periodo ho eruttato come un vulcano violento, contro il mondo, ma soprattutto contro di lui. Poi col tempo, ci siamo ritrovati, ritrovati veramente, dentro, perché fuori non ci siamo mai persi. So che il mio giudizio su di lui in quel periodo ha pesato come un macigno, ma è giusto che sia così. Oggi siamo sempre molto simili, ma siamo entrambi cambiati. Io, come lui, mi sono smussata.
Mi piace questa nuova fase della nostra vita dove oltre a figlia che può essere portata in braccio fuori dai rovi come un cerbiatto delicato, sono anche la figlia che hai bisogno di sentire per un parere, quella che parlando, in un continuo brainstorming incasinato e mal parlato, ti fa riflettere e ti apre finestrelle nella mente che tenevi chiuse senza volerlo.
Se penso a questa nuova nostra fase la prima immagine che mi viene in mente è il giorno di ferragosto di quest'anno. Dopo il classico pranzo sotto le montagne, con le tante famiglie della nostra gigante famiglia, tante risate e tanto buon cibo abbiamo portato nonna a riposare e io ho cominciato a pensare ai miei zii, a cosa si stanno perdendo vedendola poco o niente, a come sono lontani, come cerchiamo di includerli e ci scanzano, la scanzano. Ho raggiunto papà, su una panca vista ghiacciaio, e ho cominciato a parlarne con lui, piangendo. Non per me, sticazzi di me, ma per nonna. Ho rotto i miei argini. Ho pianto per tanto tempo, vomitando bile su questa situazione che ci fa stare una merda, urlando e singhiozzando, quando senti la pelle bollente dalla rabbia e gli occhi rossi, con mio padre che mi ascoltava, mi parlava, mi consolava, mi stringeva la mano, guardava le montagne e piangeva. Un triste e rassegnato consolarsi a vicenda.
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" È di decadenza che si sta parlando” dichiarò, “fino a che punto di decadenza può giungere una società? Vediamola un po' sotto questa luce. Il nostro paese è, con tutta probabilità, la capitale psichiatrica e psicoanalitica del mondo. Neppure il vecchio Freud avrebbe potuto sognare discepoli più fedeli della posizione degli Stati Uniti. Non è vero, forse? Tutta la nostra dannata civiltà fa perno attorno a questo: è la nuova religione, è lo zuccherino intellettuale e spirituale di ogni americano. E nonostante tutto ciò, guardate quel che succede quando un uomo perde davvero il cervello: si chiama la polizia, si toglie al più presto dalla circolazione, lo si porta via, lo si richiude, prima che svegli il vicinato. Cristo, quando in un modo o nell'altro si arriva al dunque, ci accorgiamo di essere ancora nel medioevo. E’ come se tutti si fossero tacitamenti accordati per vivere in uno stato di perenne illusione. Al diavolo la realtà! Dateci un bel po' di stradine serpeggianti e casette dipinte di marmo, rosa e celeste; fateci essere buoni consumatori, fateci avere un bel senso di appartenenza e allevare i figli in un bagno di sentimentalismo – papà è un grand'uomo perché guadagna quanto basta per campare, mamma è una gran donna perché è rimasta accanto a papà tutti questi anni – e se mai la buona vecchia realtà dovesse venire a galla e farci bu! , ci daremo un gran da fare per fingere che non sia accaduto affatto."
Rhicard Yates - Revolutionary Road
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Cuando se haga en ti la sombra;
cuando apagues tus estrellas;
cuando abismes en el fango más hediondo, más infecto,
más maligno, más innoble, más macabro,-más de muerte,
más de bestia, más de cárcel,-
tu divina majestad:
no has caído todavía,
no has rodado a lo más hondo…
si en la cueva de tu pecho, más ignara, más remota,
más secreta, más arcana, más oscura, más vacía,
más ruin, más secundaria,
canta salmos las tristeza,
muerde angustias el despecho,
vibra un punto, gime un ángel, pía un nido de sonrojos,
se hace un nudo de ansiedad.
Los que nacen tenebrosos;
los que son y serán larvas;
los estorbos, los peligros, los contagios, los Satanes,
los malditos, los que nunca,- nunca en seco, nunca siempre,
nunca mismo, nunca nunca,-
se podrán regenerar,
no se auscultan en sus noches,
no se lloran a si propios…
se producen imperantes, satisfechos,- como normas,
como moldes, como pernos, como pesas controlarias,
como básicos puntales,
y no sienten el deseo
de lo sano y de lo puro
ni siquiera un vil momento, ni siquiera un vil instante,
de su arcano cerebral.
Al que tasca sus tinieblas,
al que ambula taciturno;
al que aguanta en sus dos lomos,- como el peso indeclinable,
como el peso punitorio de cien urbes, de cien siglos;
de cien razas delincuentes,-
su tenaz obcecación;
al que sufre noche y día, -
y en la noche hasta durmiendo,-
como el roce de un cilicio, como un hueso en la garganta,
como un clavo en el cerebro, como un ruido en los oídos,
como un callo apostemado
la noción de sus miserias,
la gran cruz de su pasión:
yo le agacho mi cabeza; yo le doblo mis rodillas;
yo le beso las dos plantas; yo le digo: Dios te salve…
¡Cristo negro, santo hediondo, Job por dentro,
vaso infame de dolor!
Almafuerte, "Dios te salve".
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