Tumgik
#però secondo me non vede l'ora pure lui
omarfor-orchestra · 1 year
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Chissà se Ferzan sta facendo il countdown come noi
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erisriderblog-blog · 5 years
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Ballate nelle Terre di Confine
                            Un viaggio inizia con una stretta di mano
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Sanctuary.
Una delle -se non l'unica- città più importanti di Pandora. Suggestiva per il fatto che volasse, ma per Rider era una come le altre; in fondo era andato lì per lavoro.
Non ci mette molto per trovare la casa del proprio cliente, fermandosi a guardare l'insegna sopra di lui: Zed, l'unica persona su quel pianeta che potesse venire chiamata e definita come medico. Certo, nulla a che vedere con i medici di Concordia, ma per un luogo squallido come questo era già tanto.
Prende un respiro prima di sistemarsi il cecchino sulla schiena ed entrare. Viene subito accolto da delle urla di due persone che cercano di comunicare da una parte all'altra della casa, ma decide di aspettare lì all'entrata, non volendo impicciarsi nel discorso. 
Nella sala medica, in mezzo a tutto quel casino, nota una piccola cornice appoggiata sul bancone con una foto all'interno. Si guarda intorno, assicurandosi che non ci sia nessuno in giro: preferiva mantenere i rapporti con i propri clienti al minimo, ma acquisire qualche informazione in più su Zed gli faceva comodo. Bastava che il medico non ne guadagnasse su di lui e sarebbe andato tutto per il meglio.
Prende in mano la foto guardandola: una bambina con i boccoli sta sorridendo verso l'obiettivo, con a fianco una gamba di una persona su cui corre una lunga sfilza di punti. Nell'angolo c'è scritto "Prima operazione andata bene!", ma senza contesto non si capisce se è la prima operazione della bambina ed è andata bene, o è la prima in assoluto ad essere andata bene. Guardando più attentamente, nota che è molto coperta in fatto di vestiti, ma sul collo si intravedono dei segni azzurri che corrono su fino all'occhio sinistro.
Purtroppo non fa in tempo a guardare di più poiché sente dei passi, allora rimette subito la foto al suo posto, allontanandosi da essa.
Difatti, dalla porta che dà al resto della casa esce una ragazza che corre subito all'altro lato della stanza, raccogliendo una pistola da sotto il tavolo. Al passare di nuovo davanti al mercenario lo nota, guardandolo dritto negli occhi ma urlando subito dopo verso le scale.
<Papà, c'è qua quel tizio che aspettavi!>
E con questo corre di nuovo via, senza dire nulla al mercenario.
Dopo qualche secondo finalmente arriva Zed, stranamente senza essere sporco di sangue e vestito in borghese, ma portando sempre la sua mascherina.
Va da Rider porgendogli la mano e lui ricambia il gesto.
<Zed, tu sei Rider, giusto?>
<Esatto.>
<Bene, allora non perdiamo tempo. Eris!>
L'uomo grida verso la porta da cui è arrivato, aspettando una qualche risposta; poco dopo si sente il legno della scale scricchiolare e torna la ragazza di prima con un borsone a tracolla. 
Adesso che ha tempo di guardarla meglio, capisce che è la bambina raffigurata nella foto. Stessi boccoli e capelli dalla sfumatura particolare: viola, arancioni e gialli, per poi tornare viola. Come nella foto è molto coperta, portando un dolcevita a maniche lunghe come i pantaloni, senza lasciare spazio libero alla pelle, tranne per la mano destra, l'unica parte del corpo libera da vestiti visto che quella sinistra aveva un guanto.
<Rider, lei è mia figlia Eris.>
Figlia adottiva, probabilmente.
<Visto che ormai è abbastanza grande e continua ad insistere, ho deciso di farle fare delle commissioni in giro per Pandora da parte mia per la clinica.>
Ai commenti su sé stessa, la ragazza sbuffa con un sorrisetto, ma Zed la ignora. Un discorso che avevano fatto molte volte, probabilmente.
<Vorrei che tu la accompagnassi in giro per queste prime volte, insegnandole a sopravvivere, combattere e altre cose. Insomma, fai in modo che non si uccida.>
Lui non aggiunge altro, mantenendo un tono secco. All'apparenza potrebbe sembrare un comportamento menefreghista, ma Rider ormai sa leggere bene le persone. Per un uomo così cinico che vive di persone ferite o malate, dire una frase del genere non è roba da poco.
Porge la mano verso Eris che a sua volta gliela stringe con una stretta troppo energica e un sorriso troppo grande.
<Non vedo l'ora di passare del tempo con te- Mr, Ms..?>
<Mr Rider. Ma Rider va bene>
<Perfetto Rider! Allora partiamo subito che abbiamo un botto di robe da fare. Ciao papà!>
L'energia e l'entusiasmo della ragazza gli sembra troppo per una che sta per andare nel territorio desolato e ostile di Pandora. Eris si gira a salutare il padre, dandogli un bacio sulla guancia. Lui si toglie un filo della mascherina e da quanto vede il mercenario, la zona nascosta da essa è sfigurata e istintivamente Rider si porta la mano al petto, togliendola subito. Quando Zed ricambia il bacio sulla guancia e guarda la figlia con così tanto amore, lui gira la testa di lato, concentrandosi su un'interessantissima piastrella del muro. Sono proprio necessari tutti sti saluti?
<Se avete finito, io avrei anche un lavoro da fare.>
<Tu vai dove vado io, no? Quindi sei io rimango qua, pure tu ci rimani.>
Rider spalanca gli occhi a quel commento e si gira guardando Eris, che in quel momento ha un sorrisetto furbo stampato in faccia: vuole pure fare la furba.
<Dai scherzo, era una battuta! Ciao papà, ci vediamo!>
L'uomo si rimette la mascherina e saluta le due mentre escono. Appena uscite, Eris si stiracchia, sospirando.
<Finalmente! Non vedo l'ora di andare in giro per Pandora!>
<..Hai un desiderio di morte o l'aria di quassù ti ha dato alla testa?>
Qualsiasi altra persona che abbia conosciuto durante la sua vita lo avrebbe insultato o avrebbe cercato di picchiarlo e non si aspettava nulla di meno da una ragazzina, ma invece Eris scoppia a ridere, lasciandolo spiazzato.
<Chissà, forse la seconda!>
Mentre si teletrasportano giù a terra la sente ancora ridere: certo che era strana.
Finito il teletrasporto, vanno subito al "Catch a Ride" dove aveva parcheggiato la moto. Quando però da lontano non la vede più, il mercenario corre dove l'aveva parcheggiata, guardandosi intorno confuso, cercando tracce della sua amata moto.
No, non possono averla portata via, non vede tracce di ruote a terra. Oppure-
<Scooter? Non è che hai tu la moto del bel tenebroso?>
<Tranquilla, ce l'ho io. Ho dovuto solo fare un ritocco, omaggio per il tuo primo viaggio!>
Sentendo quelle voci, Rider gira così velocemente la testa che sembrava stesse per staccarsi, correndo al monitor e prendendolo fra le mani facendo quasi cadere Eris.
<Che cazzo hai fatto alla mia moto?!> 
<Calmati bello! Fidati, adesso che la vedrai mi ringrazierai. Volevi sul serio andare in giro con Tatsu su una moto? Na nah, adesso capirai.>
Rider subito si gira alla sua sinistra e guarda insieme a Eris la moto che si materializza, o almeno- il sidecar che si materializza.
Eris si lascia scappare un urlo di gioia e dopo aver ringraziato Scooter corre verso il veicolo.
<Amico, la moto è perfetta come prima e così sarà più comoda per questa lavoro. Fidati, Eris È IPERATTIVA.>
Scooter scandisce bene le parole assicurandosi di farsi sentire, ma lui non risponde, andando alla moto dove la ragazza si è seduta al posto di guida. Lui incrocia le braccia, aspettando che si tolga, ma lei lo imita guardandolo con uno sguardo divertito. Ha voglia di giocare col fuoco?
<Togliti.>
<Potrei dire la stessa frase alle robe che hai in faccia. Dai, fatti vedere!>
Non ha tempo per stare dietro a dei giochi di una bimba, quindi con un sospiro si abbassa la bandana e toglie gli occhiali. Aspetta una qualche reazione da lei: schifata, sorpresa, dispiaciuta, qualsiasi cosa, ma lei invece rimane impassibile.
<Tutto qua? Eddai, tragico! Susu, andiamo. Dobbiamo trovare un sacco di cose!>
Si butta nel sidecar tenendo sulle gambe il borsone pieno di munizioni a giudicare dal rumore. 
Rider mette in moto il veicolo e mentre si allontana da Sanctuary, accompagnato dalle chiacchiere di Eris, si domanda: ma chi glielo ha fatto fare questo lavoro da babysitter?
-
Ehilà! Questo è un nuovo blog creato per la storia “Ballate nelle Terre di Confine”, concentrata sulle avventure di Eris e Rider in giro per Pandora. Nonostante questa sia una storia basata su Borderlands, gli eventi canonici rimarranno di background per il momento. Siamo in due a gestire il blog e fra poco ci presenteremo. Spero che questa prima fanfiction vi sia piaciuta e spero di rivedervi nelle prossime!
Io, scrittrice, sono Greg e il mio profilo Tumbrl è @proteccdabees
La copertina è stata fatta dall’altra povera cristiana che mi sopporta e ha creato questo blog con me, @ladydate9652!
Infine @astrapanda ci ha aiutati colorando la copertina <3
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Capitolo 52 - Cervi, medagliette e microonde
Nel capitolo precedente: Angie accetta di uscire con Dave. Eddie la cerca ancora al telefono, è costretta a rivelare a Meg cosa è successo a San Diego e cerca di spiegare all’amica il suo punto di vista sulla faccenda e perché lo sta evitando. Grace e Meg hanno pianificato una serata assieme a casa di quest’ultima, per un caso Grace resta sola quando Stone chiama. Gossard si mostra come sempre molto affettuoso con lei, che ne sembra un po’ intimorita. Grace parla al telefono anche con Eddie e, non sapendo nulla del bacio tra lui ed Angie, pensa di scuoterlo un po’ facendolo ingelosire e raccontandogli dell’uscita tra lei e Dave. Eddie la prende malissimo. Grace se ne pente una volta che Meg le rivela a che punto sono davvero Angie ed Eddie. Quando la ragazza torna a casa è costretta dalle amiche a chiamare Vedder e dirgli la verità. Angie si decide, affronta Eddie e svela che Dave ha iniziato a uscire con la bassista delle L7 e che lei lo ha solo accompagnato a un loro concerto, pur di non farlo andare da solo, per evitargli imbarazzi. Eddie allora si scusa con Angie e le confessa quello che prova come mai gli era riuscito prima. Le amiche di Angie sentono tutto, avendola obbligata a usare il vivavoce.
Intensa fragranza usata in profumeria. Sette lettere. Inizia per M. Mughetto! No, sono otto. Mango... Magnolia... Boh? Stranamente sono riuscita a mettere le mani sulla copia del Seattle Times che ogni tanto entra in casa nostra prima che Angie, come al solito, faccia il cruciverba. Ora però mi sa che mi tocca chiedere aiuto alla mia socia, perché sono nella nebbia più totale.
“Allora, ti stavo dicendo, mi presento al tavolo, solito saluto d'ordinanza con sorriso incorporato, chiedo alla tizia cosa prende e questa mi chiede, testuali parole, un cheeseburger senza formaggio e delle patatine” la porta della sua camera è aperta, mi affaccio con circospezione e la vedo al telefono. Ovviamente non ho bisogno di sapere con chi sta parlando, dalla sera in cui io e Grace siamo miracolosamente riuscite a convincerla a richiamare quel povero Cristo di Eddie ce ne sono state altre di chiamate, tutti i giorni. Per nostra sfortuna senza viva voce. Cazzo, quando ha aperto il suo cuore ad Angie io e Grace ci siamo sciolte in sospiri e aaaaaaw che per un pelo Vedder ci sgamava. Sono un'impicciona? Sì. Mi interesso alla vita sentimentale altrui per evitare di pensare al disastro della mia? Ebbene sì. Sono però anche genuinamente felice che alla mia amica le cose girino per il verso giusto come si merita? Eccome!
“Aspetta, rimango spiazzata per un attimo per il modo in cui si è espressa, poi rispondo: perfetto, allora le porto il menù Go-go con hamburger più patatine più bibita media a quattro dollari e novantanove. Va beh, in pratica non mi fa neanche finire di parlare e mi dice: No, no, io non voglio un hamburger. Voglio un cheeseburger senza formaggio” Angie dondola a destra e sinistra, cullandosi sulla sua sedia con le rotelline, mentre ascolta sorridendo la replica del suo bello.
“Esatto! Ahah stessa cosa che le ho detto io: quindi... un hamburger, signora? NO! Risponde lei seccatissima. Ho detto che non voglio un hamburger, ho chiesto un cheeseburger senza il formaggio! Ti giuro che urlava, mi sono vergognata per me, ma anche un po' per lei” Angie ruota un pelo di più sulla sedia e mi vede, facendomi un cenno.
“Ovviamente non mi sono scomposta e le ho detto: allora vuole pagare un dollaro in più per un cheeseburger, ma lo vuole senza formaggio?” Angie e io scoppiamo a ridere assieme mentre entro in camera sua schiodandomi dalla porta, poi continua “Eh sì, perché il menù col cheeseburger costa di più, è quella la cosa assurda! Se io prendo l'ordine come menù cheeseburger, anche se segnalo alla cucina di non mettere il formaggio, sarà sempre considerato un cheeseburger. Va beh, questa stronza sgrana gli occhi e mi fa: Sì, esatto! Era così difficile da capire? Ahahah eh, te l'avevo detto che era una stronza!”
“Il cliente ha sempre ragione!” esclamo io sedendomi sul suo letto.
“Ehi, tu e Meg avete detto la stessa cosa quasi contemporaneamente! Comunque, visto che il cliente ha sempre ragione e questa qua mi aveva appena dato della menomata mentale senza capire che l'unica ottusa era lei, le ho risposto: Assolutamente no, signora, un menù Marilyn con cheeseburger senza formaggio, patatine e bibita a cinque dollari e novantanove per lei? E quella: ecco, sì, adesso ci siamo, grazie. Ma vai a cagare! Eheh... aspetta un secondo, ok?” Angie se la ride con Eddie, poi gli dice di attendere e scosta solo leggermente il telefono dall'orecchio, rivolgendosi a me “Volevi dirmi qualcosa?”
“Intensa fragranza usata in profumeria, inizia per M, sette lettere” le domando mostrandole il giornale.
“Muschio” risponde subito senza battere ciglio. E' vero! Perché non mi veniva? La odio, cazzo.
“Sì, può essere, in effetti ci sta”
“Non può essere: è!” gongola per poi portarsi di nuovo il telefono all'orecchio “Cosa? La sapevi anche tu? La sapeva anche lui”
“Beh grazie a tutti e due, ma non tiratevela troppo!” ribatto lanciando un cuscino ad Angie, che però riesce a schivarlo, per poi raccoglierlo da terra.
“Purtroppo usata in profumeria, aggiungerei... Come perché? Il muschio è dannosissimo, sia quello sintetico che il muschio naturale... Beh, nel dubbio, tra estinzione totale di una specie animale e inquinamento, meglio non scegliere nessuno dei due e usare altre profumazioni, no? Come che animale? In che senso? Tu sai da dove deriva il muschio, vero?” parte un dibattito tra Eddie ed Angie di cui io sento solo una parte, anche se credo sia comunque la parte più consistente “Pianta? Ma che pianta? Il muschio non è una pianta! Cioè, sì, esiste anche la pianta, ma non è quello che si usa per fare i profumi. No! E' una secrezione animale, di un cervo per la precisione. Ma no, non ti sto prendendo per il culo, Eddie, giuro! Questi cervi hanno una ghiandola, una specie di sacchetto sotto la pancia che secerne questa sostanza, e la spargono nel loro ambiente per marcare il territorio, specialmente nella stagione degli amori... Ahahah no, Eddie, non è sperma di cervo!”
Non la tipica conversazione tra innamorati eh?
“Comunque credo che ora sia per lo più sintetico” commento io dopo aver finito di scrivere la risposta giusta nelle caselle.
“Tanto peggio, perché inquina e finisce pure nella catena alimentare.” risponde Angie sia a me che a Eddie “Come? Ahahah no, niente profumo al muschio in regalo per me, grazie. E niente regali in generale, me ne hai fatti già troppi... Sì invece... Sì invece... Eddie? Per favore... Dai...” ora torniamo più su conversazioni di coppia, Angie stringe sempre di più il cuscino e io penso sia giunta l'ora di togliere il disturbo e tornare di là. Va beh, o di continuare a origliare da fuori senza farmi vedere.
“Aspetta, Meg! Sì, ora glielo chiedo.” mi alzo e faccio per uscire, camminando all'indietro e facendo ciao ciao con la mano, ma Angie mi blocca “Allora vai a vedere i ragazzi domani sera a Portland?”
“Sì, il piano è quello. Quasi sicuramente verranno anche Grace e Laura”
“Sentito? Meg, Grace e Laura, un bel terzetto pronto ad acclamarvi e a lanciarvi i reggiseni”
“Ahahah io ho poco da lanciare!”
“No, Eddie, te l'ho già detto, non posso... Roxy m'incula, è pure un mercoledì, ci sono gli infermieri della scuola serale che finiscono prima... non posso chiedere un altro giorno”
Il nostro piccolo Romeo è impaziente, vedo. I suoi sogni si sono già infranti quando ha scoperto che Kelly aveva programmato per la band un giro promozionale di radio e interviste varie proprio nei due giorni di pausa tra i due concerti in Oregon e che c'era ancora da aspettare prima di rimettere piede qui a Seattle. Eddie ci ha provato a svicolarsi, spiegando che tanto lui non conta un cazzo nella band di Stone e Jeff e che potevano pensarci loro, ma a quanto pare non è bastato.
“E va beh, ci vediamo dopodomani, cosa cambia? Ma piantala, non cambia niente... Ahahah no!” sono ancora qui impalata nel bel mezzo della stanza di Angie, mentre lei giocherella col cuscino e vorrei tanto sapere a cosa si riferisce quell'ultimo no, ma tanto la mia amica non me lo dirà mai.
“Salutamelo, ok?” stavolta mi allontano veramente, fermandomi in corridoio perché, come volevasi dimostrare, i cazzi miei non me li so ancora fare.
“Meg ti saluta! Comunque pensavo a una cosa. Ahahahah no! Pensavo che se domani le ragazze vengono a vedervi... beh, sarà come un'ulteriore perdita della famosa scommessa... non credi? Ahahah non lo so, non conosco Portland, non so se ci sono discoteche anni Settanta, devi chiedere a Stone. No no, chiediglielo, sono sicura che se anche non ce ne fossero, farebbe in modo di allestirne una pur di farsi un'altra risata alle spalle dei perdenti! Eheh sì, sarebbe un momento imperdibile. Ah sì? Perché? Oh sì, certo, la mia presenza o meno fa sicuramente la differenza”
La telefonata dei piccioncini va avanti ancora per un po', con Eddie che presumibilmente le dice cose sempre più carine e lei che ci scherza su, non so se per il suo naturale imbarazzo o perché sa perfettamente che sono qui a origliare. Dopo averlo salutato, dissipa i miei dubbi.
“Meg!”
Taccio.
“Meg? Dai, tanto lo so che sei qui fuori”
“Uhm, stavo andando in bagno” ricompaio magicamente sulla porta, giusto in tempo per beccarmi una debole cuscinata.
“Certo...”
“Allora?” mi siedo di nuovo ai piedi del letto, in attesa delle confidenze di Angie, che mi illudo possa condividere senza che io debba tirargliele fuori con cavatappi.
“Allora Grace viene con voi domani sera?” Angie spegne subito ogni mia speranza.
“Sì, c'è anche lei”
“Sicura?”
“Certo, l'ho sentita stamattina e mi ha confermato che c'è. Perché?”
“Non lo so, è che non mi è sembrata particolarmente impaziente di rivedere Stone... o sbaglio? Cioè, è strano ma...”
“Aspetta un momento. Angela Pacifico che fa del gossip??”
“Ahahah vaffanculo Meg!”
“Chi sei? Cosa ne hai fatto della mia coinquilina?” mi alzo di scatto, indicandola con una mano tremante.
“Non sto spettegolando, faccio solo delle considerazioni su due amici”
“Considerazioni eh?” tiro giù il braccio e la guardo ridacchiando.
“Due cari amici a cui tengo. E mi sembrano carini insieme. E Grace mi sembrava molto presa all'inizio, invece adesso... mah... Insomma, secondo te c'è qualcosa che noi non sappiamo?” la nuova reginetta del gossip cerca di girarci attorno e io decido di starci. Anche perché una conversazione in più su Grace è un discorso in meno su di me e la mia vita sentimentale inesistente.
“Nah, secondo me è tutto normale. Grace aveva una cotta e Stone faceva il figo, adesso Stone non fa più il figo e lei è rimasta spiazzata, tutto qua”
“Più che altro Stone mi sembra super lanciato”
“Oh sì, effettivamente... Mi ricorda qualcun altro di nostra conoscenza” stavolta non posso fare a meno di stuzzicarla, ma lei alza gli occhi e continua.
“Per lui stanno già insieme in pratica, invece lei si è chiusa a riccio” certo, un atteggiamento di cui tu ti intendi parecchio, vero Angie? Stavolta mi trattengo.
“Vedrai che da domani sera il riccio si apre, fidati”
“Vorrei solo non soffrisse” la mia amica alza le spalle e si rigira il telefono tra le mani. Non è che lo stai dicendo a te stessa?
“Chi dei due?”
“Beh, nessuno dei due!”
“Quindi... niente profumo al muschio?” le chiedo dopo un po' e Angie ricomincia a dondolare sulla sedia.
“Ahah no, per carità!”
“Devo ricordarmi di dire a Eddie di prendertene uno alla frutta” le strizzo l'occhio e lei sbuffa facendo un giro di trecentosessanta gradi.
“Per favore...”
“Alla banana sarebbe perfetto”
“MEG!”
“Che ho detto?!”
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Beer-pong. Ventisei anni e ancora mi metto a giocare a beer-pong? Beh, Kim ne ha trenta e li organizza lui i tornei di questi giochi del cazzo, la cosa dovrebbe consolarmi. Ventisei anni, una relazione stabile, un progetto musicale serio, un conto in banca che mi paga le bollette senza arrivare alla fine di ogni mese con l'acqua alla gola... e mi risveglio nella vasca da bagno del mio bassista alle sei del mattino. Cazzo di mal di schiena! E perché cavolo sto ancora in questo condominio di merda? Bestemmio mentre insisto nel premere il pulsante per chiamare l'ascensore che tanto non arriverà mai, dopodiché mi rassegno alle quattro rampe di scale.
Trascino le mie vecchie membra fino alla porta del mio appartamento, ma quando infilo la mano in tasca in cerca delle chiavi la sensazione di freddo metallico è rimpiazzata dal nulla più totale. Non ci posso credere. Matt doveva trovarsela proprio adesso la ragazza? Tasto velocemente tutte le tasche della giacca e dei pantaloni e non trovo un cazzo e mollo un pugno alla porta.
“Cazzo” nello sferrare il pugno sento distintamente un tintinnio di chiavi e torno a cercare meglio in ogni fottuta tasca, ma non trovo nulla. Sferro un'altra botta alla porta ed ecco di nuovo il rumore. Mi metto a saltellare come un coglione davanti alla porta e ad ogni balzo corrisponde un tintinnar di chiavi, mi levo la giacca, la scuoto, stessa cosa. Ispeziono più a fondo le tasche e trovo, non il mazzo di chiavi, ma un bel buco in quella sinistra. Ecco risolto il mistero! Ora devo solo cercare di usare quel po' di lucidità che mi resta per individuare l'esatta posizione delle chiavi all'interno della fodera del giaccone ed estrarle. Mentre mi appresto a recuperarle, un altro rumore, stavolta non metallico, ma “umano”, attira la mia attenzione. Una voce, come qualcuno che canticchia, ma senza parole, mormorando, molto piano. All'inizio penso a qualcuno che magari canta mentre si fa la barba o si prepara, dopotutto per tutto il mondo è mattina. Però la voce, pur essendo flebile, si sente bene, in maniera chiara, e con un piccolo riverbero che fa pensare che la persona sia già uscita dal proprio appartamento. E allora perché non vedo arrivare nessuno? Mi incammino lungo il corridoio e sto ancora tastando la mia giacca quando, girato l'angolo, lo vedo: Vedder, seduto per terra, o meglio, seduto sullo zerbino delle ragazze, che scrive su un quaderno, con un sacchetto di carta appoggiato sulle gambe.
“Eddie?” lo chiamo perché lui non mi si fila proprio.
“Oh ehi, ciao Chris” Eddie smette di scrivere e mi saluta, come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Che ci fai qui? Non dovresti essere in tour?”
“E' finito! Cioè, tecnicamente finisce il tre marzo, ma considerando che le ultime tre date sono qui a Seattle, praticamente abbiamo finito. Nel senso che abbiamo finito di girare” Eddie spiega candidamente, chiudendo la penna e infilandola nel quadernetto, per poi infilarsi il tutto in una tasca interna della giacca. Nel fare questo lascia intravedere la sua maglietta: bianca con su scritto Air Love Bone e la sagoma di un giocatore di basket coi capelli lunghi che somiglia più a Jeff che a Jordan. Ne ho una uguale pure io, ma blu.
“Non avete due concerti in Oregon?”
“Avevamo, abbiamo suonato a Portland ieri sera. Poca gente, ma bella atmosfera, gran concerto” Eddie annuisce a se stesso e non si schioda da terra.
“Avete suonato ieri? E quando sei tornato?”
“Che ore sono adesso? Uh le sette e mezza. Beh, qualche oretta fa”
“Eheh saltati sul van e schizzati a casa subito dopo il concerto? Non vedevate l'ora di tornare eh?” mi sa che soprattutto lui non stava nella pelle, o sbaglio? Non è che Eddie mi abbia mai parlato di queste cose, non sono la sua confidente o Jeff, però forse fra tutto sono uno di quelli, assieme ad Ament, che lo conosce un po' di più. E comunque non ci vuole un genio per capire che se, anziché a letto a dormire per smaltire la stanchezza del tour, è qui davanti alla porta di una ragazza, allora c'è qualcosa di grosso sotto.
“Beh, ehm, questo non lo so... Cioè, non so cos'hanno fatto gli altri, io sono... sono tornato da solo” Eddie perde per un secondo la sua apparente tranquillità.
“Da solo?”
“Sì”
“E come?”
“Autostop” risponde alzando il pollice.
“Autostop?”
“Sì”
“Cioè, tu hai mollato tutto e tutti e sei venuto in autostop fino a Seattle”
“I Village People mi hanno ispirato”
“Eh?”
“Do you want to spend the night?”
“Di che cazzo sei fatto, Ed?”
A quel punto mi spiega che si tratta della solita scommessa del cazzo di Stone e Jeff e che una parte dei nostri amici si è esibita nel parcheggio del Melody Ballroom. Conosco il posto. Ci ho suonato e ci ho visto pure i Fugazi. Mi ha sempre fatto sorridere pensare che li ci facciano anche i matrimoni e le feste dei liceali. Beh, complimenti alla versatilità e all'apertura mentale dei proprietari.
“E a un certo punto mi sono detto: che cazzo ci faccio qui? E ho chiesto a dei tizi che ho già visto ai nostri concerti qui se mi davano uno strappo” il motivo per cui ha avuto quest'illuminazione improvvisa è al di là di quella porta, entrambi lo sappiamo, ma nessuno sente l'esigenza di puntualizzarlo.
“E ci hai messo tutto questo tempo?”
“Non sono mica arrivato adesso...”
“Da quanto tempo sei su quel cazzo di zerbino?” gli domando quando finalmente trovo le dannate chiavi e cerco di tirarle fuori.
“No beh, qui da un'oretta. Facciamo due”
“E perché?”
“Perché era troppo presto”
“Quindi ti sei fatto scaricare qui e poi ti sei accorto che era l'alba?”
“No, non mi sono fatto lasciare qui”
“E dove?”
“A Pike Place” risponde come se fosse la cosa più ovvia e io fossi un coglione a chiedere.
“A Pike Place” ripeto facendo sì con la testa, assecondandolo come si fa coi pazzi.
“Dovevo prendere delle cose” aggiunge afferrando il sacchetto di carta e appoggiandolo a terra alla sua sinistra.
“Ma non hai trovato chiuso?” chiedo scettico.
“Le panetterie aprono presto”
“Ah” assecondare sì, questa è la strategia migliore.
“Ho mangiato qualcosa, ho preso un caffè, ho comprato qualcosina per Angie e poi sono venuto qui”
“In autostop”
“Ahahah ma va, in tram!” ancora una volta mi risponde come se fossi io il coglione e forse non ha tutti i torti.
“Sono arrivato e quando stavo per suonare il campanello mi sono reso conto che erano tipo le cinque del mattino”
“Come recita un altro pezzo dei mitici Village People”
“Uhm sì, ma cosa c'entra?” domanda improvvisamente serissimo e io gli scoppio a ridere in faccia. Con Eddie non capisci mai se è serio o se ti prende per il culo ed è un aspetto che mi piace nelle persone. Di certo l'ha capito che anch'io non sono del tutto a posto, forse dalla prima volta che l'ho portato fuori a bere. O da quando mi sono materializzato al mini market e l'ho portato via a fine turno dicendogli che gli avrei fatto vedere come trascorrono i venerdì sera le rockstar locali. E abbiamo passato la nottata a bere e inseguire i miei cani, o meglio, i cani di Susan nel bosco.
“Ahah niente niente! Allora ti sei parcheggiato qui, giusto?”
“Sì...” risponde ancora scettico “In attesa di un orario più umano”
“Beh dai, le sette e mezza mi sembrano acceettabili” mi avvicino e faccio per suonare il campanello, ma Eddie mi blocca prendendomi per il polso.
“No!”
“Perché no?”
“Non ho sentito rumori, non si è ancora svegliata. Ormai aspetto che si svegli” faccio marcia indietro e mi immagino Eddie con l'orecchio incollato alla porta in attesa del rumore del cicalino del microonde o dello sciacquone del cesso e mi faccio un sacco di risate, internamente. Non voglio ferirlo!
“E la tua roba?”
“Che roba?”
“Le tue cose, i tuoi bagagli”
“Oh avevo solo uno zaino, è sul van. Jeff me lo porterà, credo”
“Credi?”
“Beh, penso di sì”
“Ma... hai detto agli altri che tornavi a casa, vero?”
“Mmm... aspetta... ah sì, l'ho detto a Mike” allora sì che stai in una botte di ferro, amico.
“Era lucido quando gliel'hai detto?”
“Sembrava di...” mentre Eddie inizia a descrivere lo stato apparente di Mike nel dopo concerto di ieri, ecco che la porta a cui era appoggiato si apre di scatto e lui cade giù all'indietro a peso morto, ma capisco che è ancora vivo quando termina la frase dal pavimento di casa di Angie “...sì”
“Che cazz... Eddie? Chris?” la ragazza ci guarda uno ad uno incredula, mentre lega la cinta della sua vestaglia rosa.
“Ciao dolcezza! L'ho trovato sul tuo zerbino. Non ha la medaglietta, però sembra ben nutrito” scherzo, mentre Eddie è ancora a terra.
“Ciao Angie!” esclama con un certo entusiasmo ammirandola dal basso in tutta la sua... confettosità? Esiste? Mah...
“Eddie! Che ci fai a terra, tirati su” Angie gli tende la mano e lui accetta l'offerta, si aiuta aggrappandosi alla maniglia e si alza.
“Sono caduto” ahah sì, che ci sei cascato con tutte le scarpe mi pare evidente.
“Fatto male?” chiede lei perplessa.
“Nah”
“E' proprio così al naturale, fidati. Ehi Eddie, attento” lo avviso indicando il sacchetto di carta che sta quasi per calpestare.
“Oh cazzo, grazie Chris” recupera il sacchetto e lo stringe come se fosse un neonato da cullare.
“Cos'è?” chiede lei sempre più confusa, calcolando anche che si sarà appena svegliata e come prima attività della giornata le tocca avere a che fare con due deficienti.
“La colazione!” risponde Vedder tutto soddisfatto di sé.
“Oh... grazie... beh, facciamo colazione allora” Angie indica l'interno del suo appartamento e io capisco che si è fatta una certa ed è ora di levare le tende, visto e considerato che ho pure recuperato le mie cazzo di chiavi di casa.
“Ottima idea” Eddie le lancia uno sguardo sornione, ulteriore segnale che è arrivato il momento di levarsi dal cazzo.
“Beh, allora io vado eh?”
“Non fai colazione con noi?” mi chiede lei in maniera apparentemente innocente. L'occhiata di Eddie mi basta per trovare la risposta.
“No, grazie, dolcezza, ma ho troppo sonno. E alla sola idea di ingerire ancora qualcosa di solido o liquido sento le mie budella chiedere pietà”
“Mmh ok, ci vediamo allora”
“Ciao Chris!” Eddie mi saluta e sparisce nell'appartamento.
“Buona notte ragazzi... Cioè, buongiorno... Insomma, avete capito”
“Notte Chris”
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“Che ci facevate qui fuori a chiacchierare? Ho sentito dei rumori e-” richiudo dopo essermi accertata che Chris cammini dritto a sufficienza per arrivare al suo appartamento e non appena mi giro vengo travolta da Eddie che mi inchioda alla porta abbracciandomi.
“Scusa se ti abbiamo svegliata”
“N-no, ma no! Ero... ero già sveglia”
“Mi sei mancata”
“Oh, ehm, anche tu” rispondo e spero tanto che il colluttorio che ho usato ieri sera sia davvero ad azione prolungata come sostenuto in etichetta perché Eddie sta praticamente respirando sulle mie labbra strofinando il naso contro il mio.
“Da morire...” è sempre più vicino e io non so dove guardare, se guardare, se chiudere gli occhi, se baciarlo, se aspettare che lo faccia lui, se stare zitta e godermi il momento.
Ma io sono zitta...
Beh zitta nella tua testa, cretina che non sei altro!
Ma è impossibile non pensare, anche il pensiero di non pensare è qualcosa che pensi in fondo, no?
Ma perché pensi a queste cazzo di cose mentre Eddie ti sta torturando in questa maniera? E le mani? Dove cazzo le hai messe le mani?
Aspetta, ce le ho... sospese, a mezz'aria, praticamente lo sto abbracciando coi gomiti.
Coi gomiti? Che cazzo sei un meccanico con le mani sporche di grasso?! Sembri il pastore del presepe della nonna, quello che si stupisce, con le mani alzate al cielo.
Riesco a smettere di litigare con me stessa per un attimo e ad appoggiare le mani sulle spalle di Eddie, che deve percepire il gesto come un segnale di via libera e mi bacia.
Dave Gahan non si vede né si sente, idem per i suoi compagni di band, lo zio Tom Jones non si fa vivo, di Sonny e Cher neanche l'ombra. Per un attimo mi sento quasi un'adulta, almeno finché non sento partire le nacchere e Phil Spector butta letteralmente il trio delle Crystals sul palco senza tante cerimonie.
He kissed me in a way that I've never been kissed before
He kissed me in a way that I wanna be kissed forever more
Il concerto non finisce neanche quando Eddie si stacca dalla mia bocca per un secondo e mi guarda negli occhi, come se cercasse qualcosa. Forse sta cercando di capire se in questo momento sono su questo pianeta o no e sa già che chiedermelo direttamente non servirebbe a molto. Quello che trova deve piacergli perché sorride mostrando bene le sue cazzo di fossette... come se avessi bisogno di altri stimoli! E mi bacia di nuovo. Stavolta sono piccoli baci che piano piano si spostano dalle labbra alla guancia, per poi indirizzarsi giù verso il collo. Una delle sue mani invece risale dai fianchi, mi sfiora forse sì, forse no, forse l'ho sognato, il seno, mi solletica, qui sì, sono sicura, le braccia anche attraverso uno strato non indifferente di pile, mi accarezza la guancia e si infila tra i miei capelli, mentre sul collo decide di affondarci anche i denti.
Devo fare qualcosa.
Ma non voglio!
Ma devi, non vedi che ti stai impanicando? Vuoi aspettare di avere la testa che giri, vedere i puntini e cascare giù lunga tirata per terra?
E' così piacevole però...
E se gli viene in mente di fare qualcosa di più piacevole?
Magari...
Angie, cazzo, torna in te!
“Cosa c'è nel sacchetto?” riesco a chiedere dopo un po'.
“Uhm?” mormora Eddie senza staccarsi dal mio collo.
“Nel sacchetto, che hai portato...”
“Te l'ho detto... prima... la colazione” risponde seguendo il percorso di prima all'inverso, tra un bacio e l'altro.
“Ovvero?”
“Brioches” rivela prima di stamparmi un bacio sul naso.
“Alla crema?” domando improvvisamente davvero interessata all'argomento e non solo usandola come stupida scusa per spezzare questo momento piacevolissimo.
“E al cioccolato.” annuisce lui in maniera deliziosa, quasi infantile “Le ho prese stamattina prestissimo per te, appena sono arrivato a Seattle”
“A proposito, quando sei arrivato?”
“Presto” e mi racconta del suo viaggio in autostop e delle tappe che lo hanno portato fino a casa mia. In tutto questo io sono ancora tutt'uno con la porta. E con Eddie, che non ha la minima intenzione di mollarmi. Ha fatto tutto questo casino... per me? Per vedermi qualche ora prima del previsto?
Beh, è messo veramente male se fa l'autostop di notte per vederti con gli occhi incollati, la doccia ancora da fare e i denti da lavare, i capelli tirati su a caso col mollettone.
“Gli serve una scaldatina allora”
“Eh?”
“Dico, bisognerà scaldarle un pochino...”
“Che cosa?”
“Le brioches, saranno fredde adesso”
“Ah! Eheh beh, sì” perché arrossisce? Ma soprattutto quante mani ha? In teoria ne ha una ancora tra i miei capelli mezzi raccolti mezzi no e un'altra sul mio fianco sinistro, ma io mi sento accarezzare ovunque.
“Mangiamo adesso? Tra un'oretta scarsa devo essere a lezione” cerco di tornare alla ragione.
“Oh... devi proprio?” e tu devi proprio guardarmi così?
“Eh... sì, c'è il monografico su Renoir e oggi il prof spiega il passaggio al sonoro, che è una parte importantissima che c'è pure nell'esame, quindi...”
“Ok” molla la presa, ma mi prende la mano portandomi verso la cucina, dove il sacchetto ci aspetta sul tavolo. Mi stavo giusto chiedendo dove lo avesse messo.
No, non è vero, non te lo stavi chiedendo per un cazzo.
Allora?! La piantiamo di battibeccare qua dentro? Sto cercando di restare cosciente e non perdermi neanche un secondo di questa cosa. E poi adesso si mangia.
Le mani di Eddie sono sulle mie spalle mentre tiro fuori il l'incarto all'interno del sacchetto, lo apro velocemente e viene fuori che ha comprato una montagna di brioches allettanti.
“La colazione è per tutto il condominio?” gli chiedo sogghignando.
“No, solo per noi” la presa sulle spalle si fa più stretta e un bacio tanto veloce quanto rovente mi viene stampato sulla guancia.
“Facciamo che ne scaldo quattro, ok?”
Eddie non mi risponde e si limita a un altro bacio sull'altra guancia e io non so se ci arrivo a vedere La Chienne.
“Le scaldi nel microonde?” mi fa mentre sistemo il piattino con le brioches nel fornetto.
“Sì, ma per poco e a bassa potenza se no... ehm, se no diventano dure... come i sassi e immangiabili” e pensandoci sono un po' come me, che a furia di baci e carezze e abbracci, come quello di adesso, stretto, da dietro, coi riccioli di Eddie che mi fanno il solletico sul collo, mi irrigidisco come un baccalà e divento completamente inutile.
“Mi fido di te” mi sussurra nell'orecchio.
Io invece no, non mi fido, perché mi vuoi chiaramente morta.
Quando sono pronte, estraggo il piatto fumante dal microonde e praticamente schizzo in sala, lo appoggio sul tavolino e mi siedo sul divano, pensando così di essere al sicuro. Al sicuro da cosa non si sa. Ma non faccio altro che cadere dalla padella nella brace perché Eddie mi raggiunge, si china su di me e mi bacia di nuovo, con una certa decisione, ancora prima di toccare il divano sedendosi accanto a me. La decisione si concretizza nello buttarmisi praticamente addosso e come previsto credo di essere entrata in modalità stoccafisso, perché Eddie si stacca da me quasi subito.
“Tutto ok?”
“Eh? Sì”
“Qualcosa non va?”
“No, perché?”
“Sicura? Sembri strana” continua con quei suoi occhi indagatori azzurro oceano che visti dal basso e da così vicino sembrano ancora più profondi.
“No, è che... beh, è tardi e-”
“Troppo?”
“Beh, non è proprio così tardi, ma...”
“No intendevo... io, troppo? Troppo veloce?”
“NO!” gli urlo praticamente in faccia e quasi lo spettino. Gli spunta un ghigno sulla faccia e a questo punto sono più che certa che sappia perfettamente l'effetto che ha su di me “Ehm, no, non è quello, è che... davvero, ho lezione e non posso...”
“Hai ragione, scusami.” Eddie mi da un bacio piccolo piccolo sulle labbra che mi lascia con la voglia di averne altri dieci mila subito e si risiede “E poi le brioches si raffreddano” aggiunge con un sorriso fossettato, mentre ne prende una alla crema.
Io no, non credo di correre questo pericolo invece.
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mostrogobbo · 6 years
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Analisi del capitolo 104 di Attack on Titan
Quante cose possono succedere in un capitolo senza riuscire a dare la benchè minima risposta ai dubbi del mese scorso? Può un'assenza pesare molto più di una presenza? Credevo che in questo capitolo la storia avrebbe preso una china ripida, magari con una serie di decisioni avventate in un paio di situazioni critiche.
Ma a questo punto andiamo di SPOILER e chi li teme, si fermi QUI perchè stavolta ne dirò di tutti i colori *Q*
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Dunque. Credevo che le prime pagine mi avrebbero mostrato l'impasse fra Falco e Jean: da una parte il piccolo mini-warrior che vuol solo fermare questa inutile carneficina, vuole salvare Pieck. Dall'altra Jean che aveva giurato, proprio dopo aver esitato davanti a Pieck, che non si sarebbe fatto più fermare da niente e nessuno. Mi sono detta: se Jean non spara, sparerà Flocke, il piccolo Falco morirà, probabilmente morirà anche Pieck e qui le cose precipiteranno, Gabi sparerà in fronte a Jean, insomma, un finale Shakespeariano.
Invece Isayama, come sempre, ci sorprende. Perchè Jean spara davvero. Certo, come fa fuoco e viene investito dal getto di vapore ad alta pressione che Pieck riesce a sparargli addosso, si domanda se sia stato quello a disturbare la sua mira o se non abbia fallito volontariamente. Jean che uccide un bambino? Mai nella vita. Ma facciamo un passo indietro. L'inizio del numero è per Armin che, è proprio il caso di dirlo, giganteggia nella baia di Marley. Finalmente vediamo il suo Colossal, mastodontico ma lievemente più skinny di quello di Bertholdt. Notiamo infatti come mantenga alcune caratteristiche del Mindless di Armin come l'assenza del naso e la gabbia toracica particolarmente sporgente e pronunciata. 
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Il Colossal di Armin ha un volto molto malinconico e, a mio parere, bellissimo: è un bellissimo gigante, Isayama non ci ha dato un banale scheletrone ciondolante dallo sguardo infelice ma un meraviglioso colossal e ha dato ad Armin come PRIMA battuta per il suo ritorno in scena, un pensiero per Bertholdt. E' triste vederlo in piedi nella baia proprio come è stato solo quattro anni prima, ma dall'altra parte del mare, sperando con la sua promessa mantenuta, di aver portato un po' di sollievo nel cuore tormentato del suo amico che a quel punto è unicamente velato dalla furia. Contempla dall'alto dei suoi (saranno sessanta metri anche in questo caso? Sembra davvero altissimo!) la distruzione della flotta, le navi accartocciate, le persone maciullate e si domanda retoricamente rivolgendosi in prima persona a Bertholdt "E' questo a cui devi aver assistito, Bertholdt?". Non per niente lo chiamano "God of Destruction".
Passiamo la palla agli Scout vs Pieck. La mia warrior preferita è messa MALISSIMO ma nonostante questo è riuscita con un ultimo colpo di genio a distrarre Jean e a permettere a Falco e Gabi (che ha già il fucile in spalla, giusto per capire che soldatina d'acciaio sia la piccola Braun) di trarla in salvo, coperti dal fuoco amico di Magath (premio Best Daddy dell'anno) e dei suoi pochi soldati superstiti.
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Le forze di Marley stanno ancora cercando di riprendersi da questo assalto e Galliard, che nel numero scorso avevamo lasciato nel suo slancio eroico contro Mikasa, nell'atto di vendicare la morte di Bertholdt, se ne sta rendendo conto. Pieck è caduta e lì, alle spalle di Eren, c'è il corpo SENZA VITA del Beast Titan (sicuro Zeke, vincitore del Razzie Awards per il Peggior Attore Protagonista!). Ma Galliard non è sveglio come noi e ci crede, si ricorda dei suoi due amici in questa singola immagine di flashback e io ho immaginato questo deluso giovane Galliard che è rimasto a casa mentre suo fratello è partito per il fronte assieme a quella pappamoscia di Braun. Lui è rimasto a casa a far la calza con la nerd e il Warchief che parla solo per enigmi, per altro senza avere nemmeno un gigante. Insomma, che gli restava se non reggere il thermos e portare i panini? Ma voleva bene ai suoi amici e vederli a terra lo fa andare letteralmente in berserk. Ora a parer mio, senza l'aiuto di due Ackerman, Eren le avrebbe prese e pure solide. Galliard è veloce, motivato, ha zanne e artigli così potenti da poter scalfire la crisalide di Lady Teiber, cosa che Eren nota immediatamente, usando la poverina come scudo. Mentre Lady Teiber realizza che forse il vento del cambiamento stia iniziando a girare da una parte drammaticamente sbagliata, i piccoli Warrior stanno assistendo Pieck che non sembra riuscir a tener testa con i suoi poteri rigenerativi all'entità delle ferite che ha subito. Sembra stia morendo anche se ci auguriamo davvero possa guarire (la mia Pieck!). Gabi vuole evidentemente sapere che fine abbia fatto Reiner e perchè, in nome di tutti i santi, non sia uscito per piantare Jaeger a terra come un cipollotto. Falco però che sa tanto, troppo, pensa solo che Reiner debba essere lasciato in pace in questo momento. Ma Gabi non può accettare questa non-spiegazione e senza rendersene conto sputa in faccia a Falco che i loro due amici, Udo e Zophia, sono morti. Uccisi proprio da Eren Jaeger. E Falco si prende questa secchiata gelida e non reagisce, la incassa, la butta giù come una medicina tanto, troppo amara.
Finalmente però l'operazione di estrazione del gruppo della 104esima ha inizio e vediamo comparire un fantastico dirigibile che sembra un filino troppo moderno per le forze di Paradis. Stai a vedere che... E infatti a guidarlo c'è l'alter ego di John Boyega (che non vedeva l'ora di entrare in questo manga, lui è un grande fan di Attack on Titan, chissà quant'è contento!), Olangobo che per aspetto, incarnato e sonorità del nome ricorda molto l'Ambasciatore Ogweno: la mia teoria è che Paradis si sia appoggiata ad una potenza straniera per un ottimo supporto sul campo. La domanda però sarebbe: chi mai si alleerebbe con i diavoli eldian senza un intermediare davvero efficace? Non ne ho idea, ma credo che quell'intermediario possa essere Kyomi Azumabito che si è defilata prima dell'inizio della carneficina. Con lui c'è Armin, maturo e saggio ma con un modo di riflettere su quel recupero abbastanza fumoso, tanto da dire ad Hanji (versione Capitan Harlock, meravigliosa): "Se non riusciamo ad avere tutti a bordo su questa nave, non avremo comunque un futuro". Cosa significa? Evidentemente c'è ancora qualcosa che non sappiamo o forse Armin si sta concedendo un pensiero molto più elevato e distante (cosa di cui dubito).
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Il povero Galliard che non è riuscito ancora a fare a pezzi Eren, si accorge del dirigibile e decide di tirare giù tutta la baracca, peccando forse ancora una volta di grande ingenuità. Mikasa lo fa a pezzi ed il resto lo fa Eren che lo trasforma da Gigante Ganascia in Gigante Apriscatole, regalandoci forse una delle morti più brutali dell'intera serie: Lady Teiber viene stritolata dentro la sua crisalide dalle solide mascelle del Jaw, spinte con forza dalle mani di Galliard. Galliard che non aveva fatto altro che lagnarsi dei Teiber di sicuro non avrebbe mai voluto essere costretto a compiere un'esecuzione del genere visto che, soprattutto, quel che resta di Lady Teiber viene inghiottito da Eren che così ci mostrerà se i poteri dei giganti si sommano, si possono usare uno dopo l'altro o se, semplicemente, stanno lì di background. Sembrava che Eren volesse mangiarsi il War Hammer Titan dall'inizio: forse QUALCUNO (Zeke *cof cof*) gli ha detto di farlo per poter prendere le preziose memorie dell'antica famiglia? Forse con i poteri del War Hammer potrà fracassare anche la crisalide di Annie (ma, Eren, per l'amor del cielo, più piano la prossima volta :v)?
Eren non si accontenta e con l'espressione da passivo-aggressivo a cui oramai ci ha abituato, decide di mangiarsi anche Galliard. Questo sotto gli occhi di Gabi e Falco che vedono i loro eroi cadere uno dopo l'altro, fatti a pezzi, divorati.
Qui ha inizio una delle scene secondo me più importanti del capitolo. I bambini iniziano ad invocare Reiner che è lì sotto, da qualche parte. A loro non resta nessun altro in cui riporre la loro fiducia, hanno bisogno di un eroe che salvi Galliard, l'ultimo Warrior rimasto, l'ultimo difensore oramai abbattuto. E Reiner, anche se praticamente incosciente, li ascolta. Ed emerge FINALMENTE dalla terra e quando ho visto il design del suo gigante mi sono detta "Oh BEH, magnifico!" (no, sono stata più sguaiata, credo di aver emesso solo dei versi a caso).
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Qualcuno si è detto stranito dall'aspetto dell'Armored senza armatura perchè sotto la corazza dovrebbe avere solo fasce muscolari. Secondo me però, da quel che si vede del suo corpo, l'Armored è in grado di far crescere la sua stessa pelle in questi strati chitinosi, trasformandola in un'armatura. Quando non lo fa, in sostanza è un Reiner ma alto quindici metri. Quando l'Armored emerge dalla piazza lo fa unicamente guidato dal suo unico scopo: proteggere. E' l'unico momento in cui l'espressione di Eren cambia, sembra sorpreso e subito lo attacca per liberarsi di lui: il tempo per gli scout è finito, Eren è senza forze, bisogna andarsene e in fretta. Così Eren si ritrova privato del corpo esanime del Jaw che Reiner gli ha strappato dalle mani prima di essere abbattuto ed enigmaticamente riferisce a Mikasa che "anche stavolta non potremo ucciderlo". Non sembra però essere troppo rammaricato dalla cosa, non sembra smaniare di sete di vendetta come ha sempre fatto. L'ultimo sguardo di Eren sul campo di battaglia è molto, molto triste. E non credo lo sia per non aver ucciso Reiner, tant'è che gli promette "ci incontreremo ancora".
Gli Scout sono in ritirata ma se questo può decisamente bastare per Falco, non è sufficiente per Gabi che armata del suo fido fucile, decide di uscire per uccidere Eren. Anzi, per ucciderli tutti. Ricordandoci giusto qualcuno, un centinaio di numeri fa.
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Le ultime pagine ci mostrano gli Scout pronti a risalire sul dirigibile e Jean, come già Hanji prima di lui sembra voler ricordare la fragilità del mezzo che stanno usando. Qualcuno si ricorda la tragedia dell'Hindenburg che segnò praticamente la fine dell'epoca dei dirigibili? Ecco.
Curioso per altro che l'unico pericolo mortale per questo mezzo sarebbe stato Zeke con i suoi micidiali proiettili ma, guarda caso, Zeke è caduto come un sacco di patate. E Levi dov'è finito?
Torniamo però un passo indietro alla bellissima scena in cui Reiner viene "richiamato" da Gabi. Il parallelo a cui ho pensato subito è stato quello con Eren in una scena che non riuscivo a collocare bene. Mi ricordavo di lui, piccolo, nella cucina di casa Jaeger, assieme a mamma, papà e Mikasa. Qualcuno lo disturbava dal suo sonno, lui voleva solo dormire eppure c'era una voce che lo chiamava, quella di Armin. Questa scena non è un vero ricordo ma una sorta di "sogno lucido" in cui Eren era sprofondato dopo essersi trasformato la prima volta (capitoli 13 e 14). Nel suo sogno la mamma e il papà erano vivi, lui viveva con loro e con Mikasa e tutto andava bene. Non fosse per Armin che, da fuori, gli urlava che aveva promesso di sterminare i giganti, di vendicare la morte di sua madre, di combattere, di svegliarsi. Eren si era rifugiato in questo mondo fittizio perchè era esausto e Reiner... non è anche lui allo stremo delle forze mentali, più che fisiche?
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L'interrogativo finale è se gli Scout riusciranno a lasciare il campo di battaglia o se dovranno affrontare la rappresaglia Marlean: personalmente credo che la scena si sposterà nuovamente a Paradis e che, su quel dirigibile, ci troveremo anche Levi e Zeke.
Il prossimo numero, grazie alla Golden Week giapponese, uscirà prima, alla fine di Aprile. Quindi il panico, questo mese, sarà DOPPIO!
Ma come vivo, io? :v
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animadiaria · 7 years
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calcola sei una cifra divertente quando parli di te e f,quindi ci racconti un episodio?😁
Sì che pure te non mi pare che sei proprio di Milano, eh ahahah grazie, btw!
Il sabato dopo scuola F viene da me. Ormai è così. Addirittura a volte vado a prenderlo io e gli faccio da autista, mentre mi nascondo in macchina perché il suo liceo pullula di mie ex professoresse.Oggi è stato così. Vado davanti scuola sua e mi fermo con la macchina nelle vicinanze. Intanto mi chiama una mia amica e mentre sono a telefono i ragazzi iniziano ad uscire. Solo che ovviamente mi distraggo a spettegolare a telefono e all'improvviso sento bussare al finestrino. È la mia vecchia professoressa di italiano, quella che, guarda caso, insegna pure in classe di F.Scendo, saluti, sorrisi finti e poi arriva la domanda “e che ci fai qui?”. Panico. È sempre stata un'impicciona, mi ha sempre detto che sarei rimasta zitella, e quando mi sono fidanzata al liceo mi ha gufato così tanto che alla fine ci siamo lasciati.In tutto ciò F è già uscito e si è fermato dall'altro lato della macchina, appoggiandosi al tettuccio. La prof lo vede e gli chiede cosa stesse facendo lì. “Prof mi sta rubando l'autista.”Riesco proprio a vedere lo sguardo sconvolto della professoressa. “Ma quindi è lei la famosa ragazza che ti tiene al guinzaglio?!” “Stretto stretto intorno a sto collo.” Io vorrei solo che una voragine si aprisse sotto i miei piedi, non mi è mai piaciuto dire i fatti miei a quella donna, stava sempre lì a fare battutine in classe, poi però penso che a sto giro le battutine se le deve sorbire F, e in qualche modo gli devo far pagare la stronzata del guinzaglio al collo. Quindi le rispondo “ma lei lo sa, prof, che ho sempre avuto gusti strani, che se lo ricorda Luigi?” Luigi è un mio grande errore di adolescenza, un pianista pazzo (davvero pazzo) con i capelli arruffati, occhialoni spessi e non proprio magro, e io mi ero presa una tranvata incredibile per lui.F non sembra apprezzare né i “gusti strani” né il riferimento a Luigi, che lui manco conosce, ma è un mio ex quindi lo odia a prescindere, e fa “prof ma secondo lei c'è qualcuno meglio de me?” La professoressa completamente innamorata di lui, mai capito il perché, mi dice “ah, tesoro, tienitelo stretto, che è ambito, sarà il fascino della città eterna!“ con aria sognante. Decido che è giunta l'ora di troncare questa conversazione, è troppo per me, e F sta gongolando come un troll. La saluto e saliamo in macchina."Che, non glielo dai n'bacetto a sto studente modello?” Lo guardo malissimo e gli faccio il verso della prof che dice “è ambitooo“. Lui ride e mi dice “beh, certo, amo. Mi si farebbero tutti, lei compresa, in quaa scola.” Il disgusto che mi sale da quell'immagine è unico, e questo inasprisce ancora di più la mia espressione.Lui mi guarda, si mette ancora a ridere, mi poggia una mano sulla coscia e dopo essersi chinato verso di me, inizia a darmi dei bacetti sulla guancia, canzonandomi a suon di "a ragazza mia è gelosa, è gelosaaaa”. Lo allontano bruscamente. “Sto guidando cretino, se andiamo a sbattere la gelosia te la ficchi su per il culo.”Mi lascia un ultimo bacio sulla guancia, ritorna al suo posto e mi dice “quanto sei bella quando me fai la volgare”. Per tutta risposta gli alzo il dito medio davanti, e non faccio in tempo a rimetterla sul volante che la afferra al volo e se la porta alle labbra, lasciando un bacio piccolissimo sulle nocche. “A mano che me tiene ar guinzaglio, a devo tratta bene che altrimenti a padrona me strozza.”10 e lode per l'intuizione, F.
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weirdesplinder · 5 years
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Le mie ultime letture: Sapphire flames, Ilona Andrews
Venivo da un periodo di letture non entusiasmanti quando mi è arrivato questo libro di una delle mie autrici preferite (sì lo so Ilona Andrews è il nome di penna che cela una coppia marito e moglie ma io ne parlo al femminile singolare per comodità), e avevo grandi speranze mi risollevasse e per fortuna non mi ha deluso. Ma andiamo per gradi. Prima di tutto iniziamo col ringraziare la casa editrice per avermi inviato in anteprima il libro. Grazie di cuore perché l'attesa per la sua uscita mi stava uccidendo (quasi un anno!!). Adoro gli Andrews e come scrivono e adoro questa serie. Ho divorato la prima trilogia Hidden legacy con protagonista Nevada e avevo buone aspettative su Catalina sua sorella a cui sarà dedicata la nuova trilogia pur consapevole che non mi stava simpatica quanto Nevada o Arabella la terza sorella e non mi sono sbagliata.
Ma prima presentiamo bene il libro in questione:
Sapphire flames, quarto libro della Hidden Legacy series (o primo della seconda trilogia) di Ilona Andrews
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Il libro è bello come gli altri della serie, la trama altrettanto interessante e per niente scontata, l'unica cosa che me lo fa piacere meno, un pochino sono i protagonisti Catalina e Alessandro che, permettetemi il linguaggio, non tirano neppure dietro le scarpe a Nevada e Rogan. Ma ci sta. Caratterialmente Catalina è più riflessiva più logica più abitudinaria e meticolosa delle sorelle, meno decisa, e nel libro pensa molto prima di parlare o agire, questo la rende un personaggio originale, non la brutta copia della sorella, e apprezzo come L'autrice abbia deciso di creare qualcuno con una personalità completamente propria e diversa da Nevada questo da un sapore diverso alla storia, ma a pelle, a me Catalina fin dai libri precedenti sta un tantino antipatica. Non tanto, ma...i gusti sono gusti purtroppo e lei a me non ispira simpatia, capita. Ma non per questo condanno questo romanzo, tutt'altro. Perciò ve ne farò una recensione seria e ponderata punto per punto, con pro e contro. E con degli spoiler perciò che non volete anticipazioni fermatevi a leggere qui. Iniziamo con i contro, cosa non mi è piaciuto. 1- Catalina a pelle non mi è simpatica come dicevo sopra pensa molto quando le chiedono qualcosa, e giù pensieri prima di rispondere. Mentre ad esempio Nevada rispondeva e poi nei suoi pensieri vedevamo perchè aveva risposto così, qui la cosa è invertita. Catalina pensa,a lungo, e poi risponde perciò già sappiamo cosa dirà. Poi diverse volte nel libro nel mezzo anche di scene d'azione o di momenti di pathos si perde in sogni ad occhi aperti. Un paio di volte passi, ma capita più spesso e questo me l'ha fatta sempbrare un poco immatura e catastrofista dato il tipo di sogni a occhi aperti, ma questo non è grave. Quello che mi ha dato più fastidio è che pur essendo una persona realmente generosa e di buon cuore, o almeno così ce la descrivono, molto spesso finisce con il centralizzare i suoi pensieri sul suo ruolo di capofamiglia in un modo non so, fin troppo naturale o meglio mentale. Nevada sentiva il peso di essere capofamiglia in modo più realistico, più fisico. Anche Catalina rischia la vita per la sua famiglia ma lo fa in modo più cerebrale e fa meno gioco di squadra con loro...non so spiegarvelo meglio questo punto. 2- Alessandro. O mio bell'Alessandro che dovresti essere affascinante quanto Rogan e quasi ci riesci. Alessandro mi sta abbastanza simpatico. Primo perchè è bello ce lo dicono tutti secondo è italiano e parla un poco italiano nel libro, in modo corretto! perciò è già un punto a suo favore. Eì misterioso affascinante maneggia armi pesanti ma...vogliamo parlare del suo potere? ora io capisco che la magia abbia molte forme disparate ed esistano molti tipi di poteri strani e più strani, ma...il suo potere secondario non ci azzecca niente con quello primario. Lui annulla la magia degli altri e...può far apparire quasiasi arma vuole puurhè una sua copia sia nelle vicinanze...ma che potere è? Cioè è tipo un potere da power ranger, o qualcosa da manga giappponese con i robot (e non lo cito a caso poichè delle armature cibernetiche sono presenti nel libro) non da libro urban fantasy. Linus ha il potere di creare armi da pochi grammi di metallo, e ci sta questo sì che è mistico, la madre di Catalina ha una supermira e ci sta, ma...fare apparire, non creare, fare apparire copie di armi a lui vicine col pensiero, boh io l'ho trovato un tantino ridicolo Anche perchè ad un certo punto in una scena fa apparire prima una motosega poi un lanciafiamme poi un cannone...sembrava la scena di un cartone animato o di un videogame c'è un supermostro perciò serve una superarma per sconfiggerlo no? E giù un arsenale, prima pistola, poi fucile, poi cannone, poi lanciafiamme poi...bè avete capito. Cioè Rogan fa muovere gli oggetti la terra crea cataclismi, Alesandro è un superarsenale vivente se viaggia con un camioncino vicino carico di armi, cioè con un vero arsenale per niente magico, direi che il paragone parla da solo. Per fortuna che almeno è bravo con la spada e questo è a favore del suo sex appeal. 3. Catalina e Alessandro cioè il loro rapporto e qui torna il paragone con Nevada e Rogan. Ci sta che Catalina avesse una cotta adolescenziale per Alessandro, posso capirlo, ma non lo conosce, dovrebbe avrla superata visto che non lo vede da anni, e sospeta pure quando lo rivede che sia un personaggio losco...invece no. Lo adora. E lui idem l'ha vista anni fa, la rivede e sbam la trova terribilmente irresistibile. Può starci non dico di no, anche Nevada e Rogan si piacciono subito ma è qualcosa di magnetico fisico. Coin Catalina e Alessandro ce lo vogliono far passare come un amore sboccciato per caso da giovani dopo che si son visti due volte e riaccesosi quando si rivedono tre anni dopo? Ma non è plausibile. Ci sarebbe stato se uno dei due avesse trovato l'altro troppo cambiato se ci fosse stato uno scossone del tipo, o no e pensare che mi piaceva, poi delusione e poi verso metà libro la risalita, però ora che lo conosco meglio mi piace anche di più...Non un piacersi così facile. E dico facile, nonostante ci vogliano far vedere un conflitto tra i due, un lieve battibeccarsi che però non arriva mai a livelli da bollore. Cioè quei battibecchi che con Rogan e Nevada nsacondevano l'attrazione, qui tra Cataina e Alessandro al confronto sono tiepidi. Esempio. A Rogan piace Nevada, perciò la costringe ad incontrarlo, la ricatta o la rapisce. Chiaro diretto. A Nevada piace Rogan ma non i suoi metodi, gli spara addosso. Chiaro diretto. Il loro era un rapporto ben chiaro e ben vivace. Catalina e Alessandro invece battibeccano ma lei cede quasi sempre, e lui non risponde mai in modo chiaro a una domanda mai. Catalina che è superintelligente capisce dopo lunghe riflessioni che Alessandro non le risponde perchè nasconde qualcosa...Ma va? E capisce che si trova costretto in una situazione che lei non sa, ma sente non lo rende felice lo vuole aiutare e lui? Lui si rifiuta di dirle cosa nsaconde...ma va? Solo che non si capisce perchè. Sei in una situazione secondo te senza vie d'uscite, devi fare qualcosa che lei non capirebbe e magari ti renderebe meno macho ai suoi occchi e digliela, tanto la vuoi allontanare no? Digliela scopri le tue carte e poi partite da lì, invece no, tutto è non detto. Ad un certo punto Catalina fa un enorme sacrificio per il bene della famiglia di nsacosto per salvare Alessandro e non lo rivela a nessuno ma io sto gran sacrificio non lo vedo. Rinuncia ad entrare nella casata del suo futuro ipotetico marito dovrà enntrare lui nella sua o lei non si sposerà mai...e allora...mai psentito parlare ci convivenza senza matrimonio, oppure entrerà lui nella tua famiglia, che tragedia sarà mai? Nevada sì che aveva reali problemi con Rogan visto che lui poteva radere al suolo la città e morire sotto attentato ogni giorno, poichè è sempre preso di mira da mille nemici come suo padre. E invece nel libro sembra che questa scelta di Catalina la santa sia chissachè che, e anche qui cosa non detta boh. 4. Nevada. Nevada non compare molto nel libro lei e Rogan sono in Spagna. Ok. Ci sta. Ma il fatto che il lettore scopra come è successo che Catalina l'abbia soppiantata a capo della famiglia con un brevissimo dialogo spiegazione di Catalina stessa mi ha parecchio deluso. Secondo me dietro c'è molto di più e sentirlo da un altro personaggio e in modo più articolato sarebbe stato molto meglio. Spero verrà detto meglio nel secondo libro cosa è accaduto perchè come ci è stato raccontato francamente mi ha reso Catalina ancora più antipatica. E poi perchè buttare lì in una scena dove non c'entra nulla il fatto che Nevada è incinta? si poteva usare in mille altri modi, tipo per giustificare in modo più consono ciò che la sua famiglia ha fatto a Nevada...e poi anche qui Catalina reagisce in modo che lasciamo stare... Ok, dopo questo lungo elenco di contro veniamo ai pro: 1. La trama. Mi aspettavo il libro riprendeese il filone della congiura della prima trilogia che dopotutto era rimasto aperto. I veri capi della cospirazione che voleva instaurare un'oligarchia non sono mai stati scoperti in fondo, invece mi ha sopreso trovare una trama del tutto nuovo, all'apparenza. No dubito che in futuro ci condurrà sempre là, ma per ora è sembrato un caso staccato dalla congiura ma legato a una famiglia a cui appartiene una ragazza che sta simpatica a Cataina perchè in passato ha salvato il matrimonio di Nevada. Un bel caso giallo per niente banale ben costruito e con un buon cattivo, non incredibile, ma buono. 2. Linus nasconde qualcosa è evidente, io come molti gli altri lettori credo di sapre cosa ma non ne sono ancora sicura. E questo mi piace. Con questo libro scopriamo cose nuove su di lui che però ancora non ci rivelano veramente chi sia e i suoi veri scopi. Alessandro sembra averlo capito, Catalina no, ma lui ha un grande interesse per lei. Vedremo spero presto cosa nasconde e non vedo l'ora. 3. La famiglia di Catalina si accresce di un cane dolcissimo. Adoro. 4. Lo stile del libro è il solito della Andrews impeccabile. Il libro funziona c'è pathos sentimento azione. Non sempre di mio gusto, ma i gusti sono personali.        
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ruahsdv-blog · 7 years
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PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE
DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
“…Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio…” Mt 4,4
PRIMA LETTURA (At 8,5-8.14-17) Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samarìa, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samarìa aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo. Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 65) Rit: Acclamate Dio, voi tutti della terra.
Acclamate Dio, voi tutti della terra, cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere! A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome». Venite e vedete le opere di Dio, terribile nel suo agire sugli uomini. Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume: per questo in lui esultiamo di gioia. Con la sua forza domina in eterno.  Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia.
SECONDA LETTURA (1Pt 3,15-18)  Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.  Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.  Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male, perché anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. Parola di Dio
 Canto al Vangelo (Gv 14,23)  Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia.
VANGELO (Gv 14,15-21)  Pregherò il Padre e vi darà un altro Paràclito. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi.  Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola del Signore
Commento L’uomo vive d’amore dal suo primo respiro fino all’ultimo. Amato, si sente protetto ed accettato. Amando, sente di appartenere e trova un senso ad offrirsi. Poiché l’amore non può restare chiuso nel suo cuore; esso pervade il quotidiano. L’amore che si porta all’uomo spinge ad impegnarsi. L’amore che si porta a Dio si manifesta nella considerazione che si ha dei suoi comandamenti. Si manifesta anche nella giustizia, nel rispetto della vita, nell’azione per la riconciliazione dei popoli e per la pace. Le conseguenze dell’amore che si porta a Dio possono prendere l’aspetto di un lavoro, perfino di una lotta.  Lavoro e lotta sembrano spesso esigere troppo dall’uomo e superare le sue forze. Egli vede le sue debolezze ed ha voglia di rinunciare, ma quando lavoro e lotta sono le conseguenze dell’amore, conferiscono all’esistenza un respiro profondo, mettono la vita in un contesto più vasto e la rendono importante tanto sulla terra quanto in cielo.  Cose apparentemente infime acquistano un significato quando sono il risultato dell’amore per Dio. Ogni buona azione, anche quella che facciamo senza pensare a Dio, è in relazione all’amore che gli portiamo.  Ogni atto di amore, anche quando sembra minimo - come quando si porge un bicchiere d’acqua a qualcuno che ha sete - assume un significato per l’eternità.  Noi ci chiediamo spesso: che cosa rimarrà del nostro mondo?  È vero che crediamo di poter vivere e risuscitare grazie all’amore di Dio, con tutto ciò che è esistito grazie a questo amore che non si è accontentato di restare sentimento: contatti, relazioni, avvenimenti, cose. Quando risusciteremo, tutto un mondo risusciterà con noi, un mondo fatto di amore responsabile. Sarà magnifico: una “terra nuova”, che abbiamo il diritto di chiamare anche un “cielo nuovo”.
             Tratto da: “ La buona novella ai piccoli del gregge di Gesù” dal Cap 600 Vol 15 Ed. non commerciabile
 L’inabitazione delle tre divine persone in noi.
Condizioni per possedere Dio-Amore
(Gv 14,15-17)
[1]
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89Ma non basta amare Me, occorre osservare i miei comanda­menti per avere il vero amore. Sono le opere quelle che testifi­cano dei sentimenti. E per questo amore Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore che resti per sempre con voi, Uno su cui Satana e il mondo non può infierire, lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere e non può colpire, per­ché non lo vede e non lo conosce. Lo deriderà. Ma Egli è tanto eccelso che lo scherno non lo potrà ferire, mentre, pietosissimo sopra ogni misura, sarà sempre con chi lo ama, anche se pove­ro e debole. Voi lo conoscerete, perché già dimora con voi e presto sarà in voi.
Condizioni per possedere Dio-Salvatore
(Gv 14,18-21)
[2]
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90Io non vi lascerò orfani. Già ve l'ho detto: "Ritornerò a voi". Ma, prima che sia l'ora di venirvi a prendere per andare nel mio Regno, Io verrò. A voi verrò. Fra poco il mondo non mi vedrà più. Ma voi mi vedete e mi vedrete. Perché Io vivo e voi vivete. Perché Io vivrò e voi pure vivrete. In quel giorno voi co­noscerete che Io sono nel Padre mio, e voi in Me ed Io in voi. Perché chi accoglie i miei precetti e li osserva, quello è colui che mi ama, e colui che mi ama sarà amato dal Padre mio e possederà Iddio, perché Dio è carità e chi ama ha in sé Dio. Ed Io lo amerò, perché in lui vedrò Iddio, e mi manifesterò a lui facendomi conoscere nei segreti del mio amore, della mia sa­pienza, della mia Divinità incarnata. Saranno i miei ritorni fra i figli dell'uomo, che Io amo nonostante siano deboli e anche nemici. Ma costoro saranno solo deboli. Ed Io li fortificherò; dirò loro: "Sorgi!", dirò: "Vieni fuori!", dirò: "Seguimi", dirò: "Odi", dirò: "Scrivi"... e voi siete fra questi».
Condizioni per possedere Dio
(Gv 14,22-24)
[3]
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91«Perché, Signore, Tu ti manifesti a noi e non al mondo?», chiede Giuda Taddeo.
«Perché mi amate e osservate le mie parole. Chi così farà, sarà amato dal Padre e Noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui, in lui. Mentre chi non mi ama non osserva le mie parole e fa secondo la carne e il mondo.
Alla scuola dello Spirito Santo
(Gv 14,25-26)
[4]
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92Ora sappiate che ciò che Io vi ho detto non è parola di Gesù Nazareno ma parola del Padre, perché Io sono il Verbo del Padre che mi ha mandato. Io vi ho detto queste cose parlando così, con voi, perché voglio Io stesso prepararvi al possesso completo della Verità e Sapienza. Ma ancora non potete capire né ricordare. Però, quando verrà a voi il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà in mio Nome, allora voi potrete capire, ed Egli tutto vi insegnerà, e vi ricorderà quanto Io vi ho detto.
© 2016 Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (PCPNE)
[1] IL VANGELO ETERNO: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv 14,15-17).
[2] IL VANGELO ETERNO: “Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché Io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che Io sono nel Padre e voi in me e Io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e ach’Io lo amerò e mi manifesterò a lui”. (Gv 14,18-21).
[3] IL VANGELO ETERNO: Gli disse Giuda, non l’Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato” (Gv 14,22-24).
[4] IL VANGELO ETERNO: “Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto” (Gv 14,25-26).
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