#passeggio natalizio
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pier-carlo-universe · 18 days ago
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Ovada: Parcheggi gratuiti per incentivare lo shopping natalizio
Un'iniziativa per vivere il Natale nel cuore della città
Un’iniziativa per vivere il Natale nel cuore della città Sosta gratuita nel centro di Ovada durante il periodo natalizio L’Amministrazione comunale di Ovada ha annunciato un’iniziativa per incentivare lo shopping natalizio e la fruizione del centro storico: la sosta gratuita per l’intera giornata nelle seguenti date: Sabato 7 dicembre 2024 Sabato 14 dicembre 2024 Sabato 21 dicembre…
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stellastjamessongs · 3 years ago
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Never have I ever
Forse si trattava di suggestione, ma aveva la netta sensazione che l'atmosfera nel quartiere fosse mutata: a partire dal gruppo di signore che si ritrovavano per la camminata mattutina e che le avevano fatto numerosi complimenti per le decorazioni e l'albero di Natale che si scorgeva dalla finestra, fino anche ai cenni decisamente più calorosi di alcuni dei più anziani mentre portavano a passeggio i loro cani. Non erano mancati i complimenti neppure da parte della madre che aveva ripromesso di giungere al più presto di persona ad ammirare il tutto e da parte di Lizzie con la quale aveva trascorso la mattinata e il pranzo, dopo una sessione di ballo che aveva preso il posto della tradizionale corsa mattutina. Doveva ammettere che, il giorno stesso in cui avevano completato il loro lavoro, aveva atteso quasi con puerile entusiasmo che giungesse il tramonto, così da poter accendere anche le luci esterne con le quali avevano addobbato persino gli stipiti e l'architrave del garage. Quando aveva portato Pooka fuori per una breve passeggiata prima di ritirarsi in camera, aveva goduto lei stessa della luce che emanava dalla propria abitazione che sembrava impreziosita e decisamente più “imbevuta” dello spirito natalizio. Il suo stesso cucciolo sembrava aver scelto i piedi dell'albero come suo nuovo posto preferito nel quale dilettarsi con il proprio peluche o per schiacciare un pisolino. Solo, di quando in quando, rincorreva una pallina, se involontariamente la faceva cadere camminando rapidamente accanto all'albero o passando l'aspirapolvere per rimuovere la polvere e gli aghi artificiali, prima di recarsi al lavoro.
Come ogni sabato mattina, si era svegliata con un certo piacere al pensiero che fosse l'ultimo giorno lavorativo della settimana e che avrebbe potuto godersi una domenica di riposo. Inoltre, Karen le aveva caldamente raccomandato di prendersi anche il lunedì mattina. Una premura che aveva apprezzato non poco, soprattutto considerando che quella sera l'orario del centro commerciale sarebbe stato prolungato per consentire a molti di dedicarsi all'acquisto dei regali, il che significava dover dedicare più tempo anche a quelle canzoni che, a detta di Darren, toglievano spazio alla contemplazione e diventavano un vero e proprio bombardamento. Aveva sorriso tra sé e sé, al ricordo della conversazione scaturita dalla propria playlist. Mentre facevano colazione, era stata sorpresa da un messaggio di Tiffany che aveva letto ad alta voce: augurava a entrambi “un buon mesiversario” con tanto di raccomandazione a estendere a lui gli auguri. Per fortuna non vi erano state altre allusioni a un eventuale appuntamento a quattro, ma considerando che mancavano otto giorni al suo matrimonio, sarebbe stato assai strano il contrario. Dopo aver scambiato qualche commento con il proprio “partner in crime” le aveva risposto con un caloroso ringraziamento e un augurio di trascorrere altrettanto bene la serata, in vista del suo addio al nubilato.
Dopo quella lunga settimana, era stato quasi “rinfrescante” trascorrere del tempo con la propria amica che era stata impegnata con la madre, con Riker e il di lui padre per l'organizzazione dei saggi di danza che riguardavano molte delle loro classi di corso, dai bambini agli adulti. Avevano decisamente molti argomenti su cui aggiornarsi e discutere e naturalmente non erano mancate domande su Darren. Era stata attenta a ripetere esattamente la stessa “versione” che aveva offerto a Quinn, ma aveva avuto la sensazione che lo sguardo azzurro dell'amica la stesse studiando con decisamente più accuratezza di quanto si sarebbe aspettata. Laddove la biondina aveva ereditato la romanticheria, l'esuberanza e l'energia materne, non mancava anche di uno spirito più “analitico” di osservazione che condivideva con il gemello e che avevano senz'altro preso dal padre. Tanto che, dopo averle riferito brevemente della messa in scena per quella serata a vantaggio di Tiffany, si era fermata e aveva inclinato il viso di un lato: “Va tutto bene?” le aveva domandato confusamente. “Perché mi guardi così?” L'amica che solitamente non si faceva remore a esprimerle ciò che le passasse per la mente, senza preoccuparsi di “edulcorare” troppo le proprie opinioni, sembrò scegliere attentamente le parole. Si era stretta nelle spalle, quasi a sminuire il momenti stasi, e le aveva sorriso con affetto. “Deve essere una bella persona: sicuramente parlare di lui ti mette di buon umore” aveva commentato con semplicità, prima di proporle di presentarlo a tutta la loro cerchia. Non le aveva promesso nulla di certo, salvo la possibilità di parlarne con lui, anche perché non era strettamente necessario alla loro recita, ma forse avrebbe gradito un cambio di programma o conoscere qualcuno di nuovo in quella città. Immaginava che sarebbe andato molto d'accordo coi gemelli e anche con Quinn e il suo ragazzo.
Quelle parole circa il cosiddetto effetto che sembrava scaturire sul proprio umore sembravano essersi impresse nella propria mente. Si erano riaffacciate quando aveva aveva scambiato qualche messaggio con lui, informandolo degli spostamenti verso la caffetteria e il centro commerciale o semplicemente per ringraziarlo di aver nutrito Pooka e per augurargli un buon pranzo.
Persino in quel momento mentre, spiando l'orologio da polso, aveva convenuto che presto avrebbe potuto liberarsi di quel costume da elfo natalizio e, finalmente, dare sollievo alle proprie corde vocali e tornare a casa. Seppur non fosse preoccupata all'idea di un'imboscata di Tiffany e delle sue invitate, Darren aveva insistito per venirla a prendere alla fine del proprio turno e si domandò se avesse approfittato dell'occasione per girovagare nel centro commerciale. Si riscosse e tornò a concentrarsi sull'adattamento di “I'll be home for Christmas”, mentre il brusio degli acquirenti gradualmente si spegneva e gli altoparlanti annunciavano che mancavano pochi minuti alla chiusura, invitando la gentile clientela a ultimare le compere il più rapidamente possibile.
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pangeanews · 5 years ago
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Nel lato oscuro di Peter Pan. I manoscritti di J. M. Barrie e una lettera da Antartide
Nel nome è tutto. Peter è Pietro, la pietra su cui fondare un regno di sogni, l’uomo che possiede le chiavi della terra di nessuno, della contea del mai, Never Land. Pan è il figlio di Ermes, il demonio dei boschi, l’etica della foga. Peter Pan è il bimbo eterno che non ha ombra – è pura luce o puro inganno – e come le divinità non puoi sfiorarlo, “Nessuno mai deve toccarmi”, dice, in una delle sue prime battute, il bimbo eterno, a Wendy. Peter Pan non immagina, vive nel proprio immaginario fino alla lacerazione di ogni cronologia: Peter Pan non ricorda, dimentica, brucia (“Buffo che tu abbia dimenticato i ragazzi perduti. E perfino Capitan Uncino”, lo rimprovera con delizia Wendy). Nel suo perpetuo presente, bianco, la ripetizione è una novità e niente è innocuo.
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L’anniversario non è rotondo – 115 anni dalla prima rappresentazione di Peter Pan: the Boy Who Wouldn’t Grow Up, era il 27 dicembre – però ogni pretesto è valido per omaggiare la creatura di J.M. Barrie, capace, con potenza mitica rarissima – ne ricordo altri due, bambini uguali&diversi, in quel giro di anni: l’Alice del reverendissimo Carroll e il Mowgli dell’inquieto Kipling – di sfuggire dal proprio creatore per diventare noto a tutti, spaziando nel tutto (pan, appunto). Per la cura di Jessica Nelson, infatti, in formato elegantissimo – direi, ‘natalizio’ – SP Books (sottopancia: publisher of manuscrits) pubblica il manoscritto – appunto – di Peter Pan & Wendy, la versione romanzata, del 1911, dell’originario testo teatrale.
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La scansione esatta è questa. Nel 1885 Barrie, scozzese, sbarca a Londra. È un poverello, si paga il primo romanzo (Better Dead, 1887), fa amicizia con George Meredith, che lo foraggia, e con Robert Louis Stevenson, che lo incoraggia dalle Samoa. Il matrimonio con Mary Ansell, attrice che gode nel cornificarlo, è un netto disastro: ma è proprio al culmine del precipizio che Barrie, portando a passeggio il cane a Kensington Park – la storia è volgarizzata in Neverland, 2004, con Johnny Depp nel ruolo di JM e Kate Winslet in quello della fascinosa Sylvia Llewelyn Davies – incontra i Davies. Per loro, rivivendo la propria infanzia, Barrie inventa Peter Pan, che prima appare in The Little White Bird (1902), poi esplode nel testo teatrale del 1904, segue una avventura preliminare nel 1906 (Peter Pan in Kensington Gardens), infine evolve in romanzo nel 1911. Nel tempo perso, Barrie gioca a cricket e fonda una squadra dilettantistica, gli “Allahakbarries”, nelle cui fila hanno militato, in quella Never Land della letteratura, H.G. Wells, Kipling, Conan Doyle, Jerome K. Jerome, Chesterton, P.G. Wodehouse, mica male.
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Il bello del manoscritto pubblicato è che possiamo osservare i patimenti e i pentimenti operati da Barrie. In questo modo è ancora più evidente ciò che è chiaro da mo’, cioè che Peter Pan non è il bambino felice che piroetta nel cielo disneyano. Peter è un dio selvaggio, un dio pericoloso. “Il manoscritto dimostra che nell’edizione del 1911 Barrie attenua alcuni caratteri scontrosi di Peter Pan. Ad esempio, cancella la descrizione dell’eroe come di ‘un ragazzo elfo’ che parla ‘con aria di sfida… più sprezzante che mai’”, ha detto la curatrice del fatal tomo al Guardian. “Dai testi manoscritti appare una creatura più oscura, disumana, direi più cattiva… Barrie non aveva paura di frequentare i luoghi oscuri dell’uomo: nel suo libro ci dice che i bambini possono essere feroci”.
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Sembra qui – nella ferocia – il punto di giunzione tra Peter Pan e i bambini perduti nella selvaggia Never Land di William Golding, descritti ne Il Signore delle Mosche. I bambini, privi di legacci sociali e di legami parentali, naufraghi su un’isola, costruiscono un mondo orientato alla ferocia, desunto dalla sopraffazione (“Ai maiali si taglia la gola per farne uscire il sangue, disse Jack. Sapevano benissimo perché non avevano colpito la bestia: per quell’enormità del coltello che scendeva a immergersi nella carne viva, per quella cosa insopportabile, quel sangue… Sfoderò il coltello d’un colpo e lo conficcò in un tronco d’albero. Un’altra volta, niente pietà”). Golding ribalta la concezione di Robinson Crusoe – l’uomo non è connaturato al buon senso, tenta di ornare il caos di vizi – e riempie la sua isola di famelici Peter Pan.
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Nel testo teatrale del 1904, in effetti – cito dall’edizione Feltrinelli 1992, con bella introduzione di Francesco M. Cataluccio –, i rapporti, pur velati dal magico, sono cruenti. Peter Pan scappa di casa “perché ho sentito papà e mamma parlare di quello che sarei dovuto diventare quando fossi stato uomo”; d’altronde, la madre non lo ha voluto indietro (“mia madre mi aveva completamente dimenticato”), e i “ragazzi perduti… sono i bambini che cadono dalla carrozzina mentre la governante sta guardando da un’altra parte” e che “nessuno più reclama”. Il mondo degli uomini è retto e corrotto dal denaro (“Tutto quello che ricordo di mia madre è che diceva spesso a papà: ‘Oh, come vorrei avere un libretto degli assegni tutto mio’”), quello di Peter dalla ferocia di dimenticare tutto, di slegarsi da tutti.
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La ‘Lilly Library Digital Collections’ della Indiana University custodisce “il manoscritto originale autografo di Peter Pan” che comprende “correzioni, variazioni e le illustrazioni di Barrie”. Il testo è digitalizzato quindi potete togliervi lo sfizio di sfogliarlo: la scrittura di Barrie è microscopica, come una civiltà di insetti. Le indicazioni cartografiche per l’Isola Che Non C’è sono tutte lì.
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Secondo Diogene Laerzio, alla compagnia degli efesini, che gli chiedono di redigere per loro la costituzione, Eraclito preferisce quella dei bambini, giocando con loro a dadi, all’ombra del tempio di Artemide. I bambini, nel racconto morale, sono fuori legge, sotto egida del caos (i dadi), per questo prossimi al sacro. Per questo Gesù vuole i bambini a sé (“chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli”, Mt 18, 4), perché vivono l’insolito, oltre il fango della legge: a patto che non si confonda il bambino con il pio inetto (“divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino”, 1 Cor 13, 11).
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La biografia di Barrie ghiaccia. Ultimo di dieci figli, si fa obbligo di consolare la madre dopo la morte del prediletto, David. A volte lo imita – morì, quattordicenne, pattinando sul ghiaccio – indossando i suoi vestiti, per estorcere un sorriso alla madre in verticale depressione. Segue il matrimonio bianco, presto defunto e il rapporto, ai limiti dello stralunato, con i figli di Sylvia e Arthur Davies, che di fatto saranno suoi dopo la morte dei genitori – nel 1907 il padre e tre anni dopo la madre. La sfortuna mina la vita dei Davies, che hanno ispirato Peter Pan. “George, ammazzato, nel 1915, sul fronte francese; Michael, scopertosi omosessuale, si uccide gettandosi in un lago ghiacciato, nel 1921, con l’amico del cuore; Peter, che aveva fatto l’editore e pubblicato alcuni libri su Barrie, si buttò, nel 1960, sotto il treno della metropolitana, nella stazione di Sloane Square, pochi mesi dopo la morte del fratello Jack” (Cataluccio). Barrie morì in giugno, nel 1937. In tasca, custodiva un cimelio: la lettera che Robert Falcon Scott gli aveva scritto poco prima di morire, tra i ghiacci, nel 1912. Erano amici, Barrie aveva da poco pubblicato il romanzo di Peter Pan, Scott gli affidava la cura del figlio, di cui JM era padrino, che si chiamava Peter, pure lui. Antartide, forse, agli occhi di entrambi, era una specie di Never Land. (d.b.)
*In copertina: Maude Adams, il primo Peter Pan a teatro, nel dicembre del 1904
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fiamma-e-il-caneciccio · 6 years ago
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Dunque, se sabato volete fare una passeggiata dentro Roma e amate il tè, io ve lo segnalo. 
Evento degustazione natalizio da Tè e teiere a via dei Banchi Nuovi 37 (fra corso Vittorio e Castel Sant’Angelo). Il negozio è veramente piacevole: propone un assortimento appunto di tè e tisane di qualità ma anche piccole stuzzicherie da accompagnare e splendidi complementi per la tavola (tazze teiere piattini... uuh quante cose!). Ci sono graziose idee regalo da 2 euro in su e se siete incerte potete anche regalare una Card del valore che sceglierete voi, per lasciare a chi riceve il dono la gioia di sceglierselo.
Una volta usciti di lì, via dei Banchi Nuovi a destra si congiunge con via del Governo vecchio, ottima per passeggiare fra nuovi negozi di abbigliamento un po’ chic, qualche second-hand che resiste (storico quello al n.35), e ci sono anche tante idee merenda o aperitivo. Per esempio?  Bè, al n.88 c’è Two Sizes che fa dei goduriosi tiramisù anche da passeggio.  Oppure si può prendere un aperitivo al Vivi Bistrò che sta all’interno del Museo di Roma-Palazzo Braschi. Se siete fortunati trovate posto nei tavolini che, sotto l’arcata del palazzo, guardano verso piazza Navona.
Da lì il mio consiglio è: disperdetevi. Senza più meta. Ovunque andrete sarà magico.
Con un po’ di fortuna ci farò un salto nel pomeriggio, e posterò qualche altra idea/meta interessante per quella zona!
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tmnotizie · 5 years ago
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PESARO – Sono state premiate le vetrine più belle allestite in occasione del contest “Natale nel Cuore”. Ad aggiudicarsi il primo posto Blanco (scelta dai cittadini, con più di 350 voti, attraverso un contest avviato nelle pagine social istituzionali) e Habitania (scelto dall’Amministrazione Comunale).
A consegnare i riconoscimenti, questa mattina nella Sala Rossa del Comune, Riccardo Pozzi assessore al Territorio con delega alle Attività Economiche, insieme al Dirigente alle Attività Economiche Matteo Fattore e Noemi Giommi di Sistema Museo.
“Il format del Natale è stato un successo, la piazza e il centro storico colme di persone – afferma l’assessore Pozzi -. Questi eventi permettono di far vivere Pesaro non solo nel periodo estivo ma anche in quello natalizio. Dovremmo cercare di trovare insieme un modo per sfruttare le potenzialità e la ricchezza del nostro territorio – continua l’assessore ricordando Candele a Candelara, che ha portato in otto giorni 36mila visitatori –. L’Amministrazione Comunale sulla vivacità ha costruito un pezzo di economia.
Possiamo lavorare per farla funzionare sempre meglio. Uno dei temi che ha riempito le pagine dei giornali per qualche giorno è stato quello delle luminarie. Con i rappresentanti delle associazioni di categoria stiamo pensando ad un progetto dove saranno i commercianti i protagonisti. Se tutti parteciperanno, il sacrificio economico sarà minore e la città più bella.
Come Amministrazione Comunale vogliamo cercare di promuovere l’apertura di nuove attività senza dimenticare quelle già esistenti. Stiamo cercando di portare sempre più eventi itineranti. Non soltanto piazza del Popolo.
Dalla prossima edizione della Stradomenica, ci saranno mercatini che caratterizzeranno le vie del centro storico: Via San Francesco sarà la via dell’Ingegno, mentre via Rossini, la via della Musica. Per creare un passeggio di persone che apporterà benefici”.
Infine una riflessione sull’estate: “Ogni giorno ha la sua peculiarità, è un format che funziona anche se sarebbe bello creare una serata per mettere tutti in rete. Questo è possibile solo con la collaborazione dei commercianti – e conclude ringraziando Alessandra Donzelli di PesaroAlCentro -, il braccio operativo dell’amministrazione comunale”. Il contest è stato infatti promosso dal comune di Pesaro e dalla app multistore PesaroAlCentro.
Ai vincitori sono stati consegnati:
A Habitania, due biglietti per la Sonosfera
A Blanco, due biglietti con visita guidata al Museo Nazionale Rossini
Presente alla conferenza anche il Dirigente delle Attività Economiche Marco Fattore e Noemi Giommi di Sistema Museo, che dice: “Vista la novità, abbiamo pensato ai biglietti per la Sonosfera. Sono quarantacinque minuti di suono allo stato puro. Da questo sabato, al Museo Nazionale Rossini, inizieranno una serie di incontri interattivi sull’ ‘800”. Mi auguro che il vostro sarà un week end dedicato alla cultura”.
Ecco le vetrine che hanno partecipato all’iniziativa, inviando la propria adesione al Comune:
Blanco. Gioielli e accessori, Habitania, Bacciaglia Goloserie, Casetta Vaccaj, Della Rovere Gioielli, Detox Energy Care, Gioielli Semprucci, Glamour By Mara, Massimo Calzature, Merly Maita, Ottica Sacher, Rebus Abbigliamento, Romerio Bimbi.
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gennarocapodanno · 5 years ago
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           “ Queste festività natalizie per il quartiere partenopeo Vomero passeranno alla storia come le peggiori dall’inizio di questo secolo a oggi – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Sono nato e vivo da sempre sulla collina e posso assicurare che il degrado al quale si assiste in questi giorni non si era mai visto, neppure negli anni di massima crisi “.
              “ Innanzitutto va rimarcata l’assenza di luminarie in molte strade e piazze del quartiere, a partire dalla piazza più importante del Vomero, piazza Vanvitelli, oltre alla mancanza di un programma dettagliato di eventi pubblici da svolgersi nel periodo natalizio sia per i residenti sia per i tanti turisti che affollano in questi giorni il quartiere collinare, privati anche della possibilità di ammirare le bellissime collezioni conservate nel museo Duca di Martina, all’interno della villa Floridiana, entrambi, museo e parco, chiusi dal 23 dicembre scorso  – afferma Capodanno -. Così come bisogna sottolineare la presenza di numerose buche e avvallamenti su carreggiate e marciapiedi, a partire dagli assi principali di via Scarlatti e via Luca Giordano, con conseguenze immaginabili per i passanti “.
              “ Ma quello che lascia interdetti è lo stato di sporcizia e d’incuria che domina in buona parte del quartiere – continua Capodanno -. Anche stamani, come nei giorni scorsi, cumuli di spazzatura erano presenti in numerose strade e piazze, per lo più concentrati nei pressi delle campane per la raccolta differenziata. Una situazione che ha lasciato esterrefatti anche i numerosi turisti a passeggio, offrendo un’immagine di degrado inaccettabile “.
              ” Un altro capitolo dolente è la presenza degli ambulanti abusivi che, in questo periodo, approfittando della mancanza di controlli da parte dei tutori dell’ordine, hanno invaso diverse aree, tra le quali, rimanendo nell’ambito della municipalità collinare, piazza degli Artisti e via Pacio Bertini, nei pressi del parco Mascagna “.
              “ Infine il triste capitolo della viabilità, con ingorghi dappertutto. Un solo nastro di lamiere che ha invaso l’intero quartiere – conclude Capodanno -. Il Vomero, purtroppo, paga pesantemente, con ripercussioni negative anche sul settore commerciale, che rappresenta buona parte dell’economia vomerese, l’assoluta mancanza di un qualsivoglia dispositivo di traffico per il periodo natalizio oltre all’endemica carenza di parcheggi pubblici. Una situazione che ha ovvie ripercussioni anche sull’ambiente. Tra l’altro risulta del tutto insufficiente, per questo periodo, la vigilanza, che invece, proprio in previsione del notevole traffico, andava incrementata  “.
  Vomero: il 2019 finisce con traffico, buche e spazzatura. Quartiere abbandonato e privo d’idonea vigilanza          “ Queste festività natalizie per il quartiere partenopeo Vomero passeranno alla storia come le peggiori dall'inizio di questo secolo a oggi – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -.
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andreafederici · 6 years ago
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Ricopio qui una parte del mio diario di viaggio scritto durante il viaggio in Andalusia in solitaria di 4 anni fa a Natale.
Ci saranno di sicuro tanti errori di grammatica. Ma quando viaggio penso di più a godermi i posti e fare foto che a correggere le bozze 😀
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Il mio Natale in Andalusia – 2′ giorno
Meno male che ho preso il Tom Tom !!!! C’avrei messo ore per trovare l’albergo in pieno centro a Cordoba in una viuzza a due passi dalla Mezquita.
Subito una bella cena in una tipica trattoria consigliata dalla roughguide e poi a fare le prime foto di notte dal Puente Romano prima di tornare in albergo verso mezzanotte.
Mi sono alzato stamattina prima della sveglia e già alle 6:30 giravo lungo il Rio Guadalquivur per cercare dove fare le foto al sorgere del sole. L’alba e’ splendida con un cielo terso e il sole alle mie spalle che illumina la Mezquita fotografata dalla riva, con i piedi quasi nell’acqua. Perlomeno nel fango avendo scavalcato di nascosto delle reti e arrivando quasi all’acqua.
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
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Nella cattedrale entro alle 8:30, gratuitamente. Così è la prima oretta, poi alle 9:30 cacciano via e cominciano a entrare solo i turisti che hanno acquistato il biglietto. Molto bella con un connubio-contrasto fra arte araba e cristiana.
Dopo una lauta colazione passeggio nella Juderia, il vecchio quartiere ebraico, visitando la piccola Sinagoga e la bella Cattedrale di San Bartolome’.
Passeggiando nei vicoletti – il nuovo aggieggio reggi macchina e’ comodissimo ed è una figata- raggiungo poi l’Alcazar, caruccio ma niente di che.
Fino alle 11:00 fa un po’ freddo nonostante il sole pieno ma poi finalmente via il piumino e a spasso in felpa mangiando un arancio preso dall’albero di nascosto non sia mai che mi cazziano… Prendo un taxi per andare nella zona nord a modici 4€ per 10′ d’auto.
Piano piano torno verso il fiume visitando chiese e vicoli, fermandomi poi a pranzo a Plaza del Potro, uno dei luoghi storici della città chiedendo un bicchiere di vino e due mezze porzioni di spiedino di baccalà e polpo con patate… Meno male l’ho fatto altrimenti sarei morto satollo. Porzioni enormi!
Ora un paio d’ore di relax in albergo e poi pomeriggio in giro senza meta, tante foto e un bel po’ di manzanilla
Questa volta il diario esce il primo pomeriggio che pennico e non la notte che ho da fare… foto
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Il mio Natale in Andalusia – 3′ giorno
Dopo la pennichella di ieri riprendo a girare per Cordoba nella Plaza de la Corrida, molto simile a quella di Salamanca, in cui sono stato anni fa, ma molto più povera, poi nei vicoli sino a tornare per il tramonto al Ponte Romano. Girovago per la loro ‘via del corso’ guardando vetrine bancarelle e riprendendo un gruppo di signore che cantano vestite tutte in rosso natalizio accompagnate da un vecchio chitarrista. Per la cena ero indeciso dove andare e alla fine scelgo uno che non mi ispira molto ma è a due passi dall’hotel. A differenza dalle attese piatti davvero buoni e particolari. Una cucina andalusa di ricercata che ha ricevuto anche premi gourmet.
Questa mattina sono partito con il buio. Non perché mi sia svegliato per fare foto all’alba. Erano le 7:30 e qui il sole sorge alle 8:20. Sarà contenta La Sac che vuole accompagnarmi a fare foto all’alba a Siviglia uno dei giorni che saremo li. La temperatura è davvero fredda. Fa 1 grado alle 9:30 mentre percorro l’autostrada.
Arrivo dopo 1h:30′ si macchina a Uzbeda una città carina nella parte storica ma non da passarci una giornata. Incredibile come fino alle 10:00 sia ancora quasi tutto chiuso. Giusto aperti un paio di infimi baretti dopo prendo due caffè. Due perché il primo era imbevibile.
Gli spagnoli hanno i loro ritmi io non so se potrei viverci qui.
Lasciata Ubeda arrivo dopo 20′ a Baeza. Un gioiello! Questa, patrimonio dell’Unesco vale si una sosta. Bellissimo il centro, i palazzi storici e bellissima e’ la cattedrale.
Mi fermo qui a pranzo prima di prendere la statale recensita in diverse guide come molto panoramica per arrivare nel tardo pomeriggio a Granada.
Cordoba, nella splendida Andalusia Ricopio qui una parte del mio diario di viaggio scritto durante il viaggio in Andalusia in solitaria di 4 anni fa a Natale.
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purpleavenuecupcake · 6 years ago
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Strasburgo, l’analisi dell’attacco terroristico
L'attacco terroristico nella città francese di Strasburgo l'11 dicembre scorso evidenzia la debolezza e i i problemi di sicurezza dell'Europa di fronte alla probabile escalation di attacchi terroristici di matrice islamista. L'attacco è durato 10 minuti, dalle 19:50 alle 20:00 martedì sera. Vittime le persone a passeggio a Christkindelsmärik, un grande mercatino di Natale che si tiene ogni anno a Strasburgo. Il lupo solitario, identificato come Chérif Chekatt, un cittadino francese, avrebbe urlato durante la sparatoria  "Allahu Akbar". Ha anche provato a pugnalare alcuni passanti usando un coltello. Alla fine, Chekatt ha ingaggiato una sparatoria con soldati e poliziotti francesi prima di sparire nel nulla a bordo di un taxi. Probabilmente ha avuto una serie di fiancheggiatori. Tre persone sono state dichiarate morte sul posto, mentre altre 12 sono state trasportate urgentemente negli ospedali vicini. Sei di loro rimangono in condizioni critiche e Chekatt è ancora libero. È importante sottolineare che la scelta di Strasburgo come luogo dell’attacco  terroristico non è stata casuale. Con 500.000 abitanti nel suo quartiere più grande, Strasburgo è una delle capitali dell'Unione europea più rappresentativa.  Ospita diverse istituzioni europee, compreso il Parlamento europeo. La sua posizione geografica sul confine franco-tedesco rappresenta il crocevia delle tradizioni culturali franco-tedesche e  simboleggia la coesistenza delle due principali potenze dell'Europa. La maggior parte dei residenti di Strasburgo è bilingue e comunica in Alsacien, una lingua mista tra francese e tedesco. La città è anche un esempio di convivenza tra diverse culture religiose, la  cattolica e protestante. Il Christkindelsmärik - il luogo che è stato attaccato martedì - è il più grande mercatino di Natale d'Europa e simboleggia proprio la convivenza di due popoli.  Come ha osservato mercoledì scorso il commentatore del Washington Examiner, Tom Rogan, sembra che il perpetratore dell'attacco sia stato in grado di acquisire un'arma semiautomatica, oltre ad un numero imprecisato di  granate. A differenza degli Stati Uniti, l'accesso a questi tipi di armi nell'Europa occidentale è estremamente difficile, specialmente in Francia, vittima dei più cruenti attacchi dal novembre 2015. È ancora più preoccupante il fatto che Chekatt sia stato in grado di acquisire questo tipo di armi, visto  che il suo nome era negli elenchi di sorveglianza dei servizi di sicurezza e di intelligence francesi. Inoltre, afferma Rogan, uno dei marchi operativi dello Stato islamico è il rispetto della divisione tra le sue reti di approvvigionamento di armi e le persone che effettuano gli attacchi terroristici. Questo vuol dire che una rete islamista più ampia in Francia, Svizzera o Germania, è stata in grado di armare e probabimente addestrare Chekatt in Europa. Ciò, poichè non si ritiene che l'aggressore abbia mai visitato il Medio Oriente o il Nord Africa. Rogan sottolinea anche che Chekatt, un piccolo criminale di 29 anni nato in Francia, è stato radicalizzato mentre prestava servizio in carcere. Ciò solleva questioni importanti sulle reti di radicalizzazione salafita-jihadiste all'interno dei sistemi carcerari dell'Europa occidentale. Un’aspetto sottovalutato, fino ad oggi, poichè la maggior parte delle indagini si concentrano  principalmente sul pericolo rappresentato dal ritorno dei volontari dello Stato Islamico Europeo dal Medio Oriente. Solo in Italia è molto attiva una cellula operativa delle forze dell’ordine che indaga all’interno delle carceri.  In definitiva, l'attacco di Strasburgo dimostra che, nonostante gli sforzi di questi anni da parte delle agenzie di sicurezza e di intelligence europee è davvero difficile prevenire attacchi nei centri urbani ad alta densità. Nel frattempo le strade europee,  durante il periodo natalizio, oraganizzano mercati all'aperto, festival e  concerti, così come una serie di riti religiosi. La strage di Strasburgo potrebbe costituire l’inizio di una nuova stagione di terrore nel mondo occidentale. Read the full article
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allnews24 · 7 years ago
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Legnano, a Natale il sindaco vieta il centro alle biciclette: “Sono un pericolo per i pedoni” Il centro? Vietato alle biciclette. Per un mese e mezzo, ovvero per tutto il periodo natalizio. Motivo: troppo rischioso far convivere le due ruote con i pedoni a passeggio tra mercatini e iniziative di Natale.
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andreafederici · 7 years ago
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Pubblico anche qui il diario che scrissi in diretta day by day durante il viaggio in Andalusia
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1′ giorno – 22/12
A differenza degli ultimi due voli stavolta tutto ok. Niente ritardo del decollo e conseguente perdita della coincidenza a Delhi per Varanasi come quest’estate, o nebbia a Ciampino che impedisce il decollo con conseguente bus per Fiumicino e 4 ore di delay, quando a novembre partivo per Budapest ️.
Il decollo è bellissimo con una visibilità fantastica e il sole che inseguiamo volando verso est che illumina di giallo oro le ali del’boeing.
Ho solo avuto un colpo al cuore quando a 15′ dall’atterraggio m’e’ venuto il dubbio mi fossi ricordato di mettere anche la patente nel portafoglio da ‘viaggio’. Fortunatamente si
Curioso l’annuncio del comandante di restare con le cinture allacciate dopo l’atterraggio a Siviglia. Doveva salire a bordo … la polizia Un tizio aveva fumato in bagno … Cretino come pochi.
Noi scendiamo, lui non so. In una ventina di minuti ritiro il bagaglio e prendo l’auto a noleggio pagando 9€ al giorno di supplemento per prendere anche il navigatore GPS che mi sarà utile non tanto nei tragitti da un posto all’altro quanto entrato nelle città per trovare gli alberghi.
Un oretta di autostrada ed eccomi a Cordoba. Check in fatto ora si va a mangiare tapaaaaassss!!!! Asta luego!!!
Il mio Natale in Andalusia – 2′ giorno
Meno male che ho preso il Tom Tom !!!! C’avrei messo ore per trovare l’albergo in pieno centro a Cordoba in una viuzza a due passi dalla Mezquita.
Subito una bella cena in una tipica trattoria consigliata dalla roughguide e poi a fare le prime foto di notte dal Puente Romano prima di tornare in albergo verso mezzanotte.
Mi sono alzato stamattina prima della sveglia e già alle 6:30 giravo lungo il Rio Guadalquivur per cercare dove fare le foto al sorgere del sole. L’alba e’ splendida con un cielo terso e il sole alle mie spalle che illumina la Mezquita fotografata dalla riva, con i piedi quasi nell’acqua. Perlomeno nel fango avendo scavalcato di nascosto delle reti e arrivando quasi all’acqua.
Nella cattedrale entro alle 8:30, gratuitamente. Così è la prima oretta, poi alle 9:30 cacciano via e cominciano a entrare solo i turisti che hanno acquistato il biglietto. Molto bella con un connubio-contrasto fra arte araba e cristiana.
Dopo una lauta colazione passeggio nella Juderia, il vecchio quartiere ebraico, visitando la piccola Sinagoga e la bella Cattedrale di San Bartolome’.
Passeggiando nei vicoletti – il nuovo aggieggio reggi macchina e’ comodissimo ed è una figata- raggiungo poi l’Alcazar, caruccio ma niente di che.
Fino alle 11:00 fa un po’ freddo nonostante il sole pieno ma poi finalmente via il piumino e a spasso in felpa mangiando un arancio preso dall’albero di nascosto non sia mai che mi cazziano… Prendo un taxi per andare nella zona nord a modici 4€ per 10′ d’auto.
Piano piano torno verso il fiume visitando chiese e vicoli, fermandomi poi a pranzo a Plaza del Potro, uno dei luoghi storici della città chiedendo un bicchiere di vino e due mezze porzioni di spiedino di baccalà e polpo con patate… Meno male l’ho fatto altrimenti sarei morto satollo. Porzioni enormi!
Ora un paio d’ore di relax in albergo e poi pomeriggio in giro senza meta, tante foto e un bel po’ di manzanilla
Questa volta il diario esce il primo pomeriggio che pennico e non la notte che ho da fare… foto ️
Il mio Natale in Andalusia – 3′ giorno
Dopo la pennichella di ieri riprendo a girare per Cordoba nella Plaza de la Corrida, molto simile a quella di Salamanca, in cui sono stato anni fa, ma molto più povera, poi nei vicoli sino a tornare per il tramonto al Ponte Romano. Girovago per la loro ‘via del corso’ guardando vetrine bancarelle e riprendendo un gruppo di signore che cantano vestite tutte in rosso natalizio accompagnate da un vecchio chitarrista. Per la cena ero indeciso dove andare e alla fine scelgo uno che non mi ispira molto ma è a due passi dall’hotel. A differenza dalle attese piatti davvero buoni e particolari. Una cucina andalusa di ricercata che ha ricevuto anche premi gourmet.
Questa mattina sono partito con il buio. Non perché mi sia svegliato per fare foto all’alba. Erano le 7:30 e qui il sole sorge alle 8:20. Sarà contenta La Sac che vuole accompagnarmi a fare foto all’alba a Siviglia uno dei giorni che saremo li. La temperatura è davvero fredda. Fa 1 grado alle 9:30 mentre percorro l’autostrada.
Arrivo dopo 1h:30′ si macchina a Uzbeda una città carina nella parte storica ma non da passarci una giornata. Incredibile come fino alle 10:00 sia ancora quasi tutto chiuso. Giusto aperti un paio di infimi baretti dopo prendo due caffè. Due perché il primo era imbevibile.
Gli spagnoli hanno i loro ritmi io non so se potrei viverci qui.
Lasciata Ubeda arrivo dopo 20′ a Baeza. Un gioiello! Questa, patrimonio dell’Unesco vale si una sosta. Bellissimo il centro, i palazzi storici e bellissima e’ la cattedrale.
Mi fermo qui a pranzo prima di prendere la statale recensita in diverse guide come molto panoramica per arrivare nel tardo pomeriggio a Granada.
Il mio Natale in Andalusia – 4′ giorno
Lasciata Baeza, confermo molto bella, prendo la provinciale che passa per i monti che avevo trovato sulla Lonley fortunatamente fotocopiandola, sapendo che non l’avrei portata, prima che la dimenticassi nel volo per Torino di un masetto fa.
Un oretta di auto in un bellissimo paesaggio arrivo a Granada verso le 17:00 e il difficile è stato trovare parcheggio a due passi dall’albergo in pieno centro. Alla fine mi tocca parcheggiare in un sotterraneo custodito a modici 16€ ogni 24h!!!
Fatto il check in esco subito per fare qualche foto prima che tramonti il sole. L’umore non è il massimo ma era previsto. Mi distraggo brindando con un gruppo di ragazzi spagnoli muniti come me del cappello di babbo natale.
Rientro poi in albergo per una bella chiacchierata con FaceTime con Damiano e poi fuori a cercare un posto aperto per cena… Temendo di trovarne pochi. E invece tutti i ristoranti arabo-mussulmani (e qui visto siamo a un tiro di schioppo dal Marocco sono tantissimo) sono ovviamente aperti e pullulano di turisti.
Cena e poi una passeggiata prima di andarmene a letto un paio d’ore prima che nasce un bimbo dentro una capanna a Gerusalemme.
Oggi mi alzo alle 7 prima della sveglia prevista e mi preparo piano piano per esser al Mirador de San Nicolas prima del sorgere del sole. Posto spettacolare e alba bellissima solo soletto con un panorama bellissimo davanti a me. Poi colazione in un bel baretti del quartiere è in giro per le belle viuzze ancora vuote.
Entro alle 11:00 nella cattedrale per fare qualche foto ma oggi messe 24 su 24 ed è vietato assolutamente di farne. Rientro per una doccia in albergo e dopo un po’ di relax riprendo a scoprire Granada, bellissima davvero.
A pranzo mi fermo lungo la salita che porta all’Alcazar – che visiterò domani mattina con biglietti già comprati pesi fa – per un buon pranzetto a base gazpacho (mi devo ricordare però che cetriolo non lo digerisco) e secondo di carne stufata. Il tutto sotto al sole guardando le mura e le torri dell’Alahambra.
Pomeriggio previsto… Cazzeggio, shopping, tapas e… Boh vedremo. Ma in pieno relax! Buon Natale a tutti!
Ps: comunque alle due amiche che mi raggiungeranno a Siviglia per il capodanno dice davvero bene, o male non so, dipende da loro. Ma avremo tanto tempo per girare insieme. Infatti qui i ritmi sono sfasati di tre ore rispetto a chi fa foto. La vita comincia alle 11:00 quando ormai la luce non ti permette di fare scatti decenti e la sera riprende dopo la siesta verso le 21:00, ben dopo le foto al tramonto delle 18:45. Quindi si riesce a far tutto… Foto all’alba, pranzi e passeggiate con calma, foto al tramonto e poi tapas e cene fino a tardi. E saranno pure fortunate perché camminerò meno visto che comincio ad avere dolori alle gambe a forza di farlo per 10 ore al giorno
Il mio Natale in Andalusia – 5 giorno
Ieri dopo il pranzo, un breve riposino e alle 16:30, prima che dopo 30′ fossero sospese le corse dei bus sono andato a prendere il C2 per salire a Sacromonte. Una zona suggestiva per duplice motivo. La veduta della città con il sole che tramonta alle spalle e perché è il quartiere gitano con abitazioni in cui ti fanno entrare per mostrartele, ovviamente chiedendo qualche €, e con tanta loro musica di sottofondo.
Fatte le foto al tramonto scendo poi verso girovagando a caso nelle vie del Albaicin e arrivato in albergo lascio lo zaino fotografico. Non ci si crede ma avevo deciso di uscire senza Canon
Ceno a base eccellenti tapas alla Botega Castaneda, un must per chi viene a Granada!!! È uno dei bar più antichi, un istituzione. Dopo cena un paio di manzanilla e calamari fritti attorno a un tavolo con un gruppo di francesi.
Oggi alle 7:00 sveglia per esser presto al Alhambra ed evitare file. Non ero il primo come al Taj Mahal quest’estate, ma ero fra primi 10 obbligatorio per chi viene comprare sulla loro pagina web i biglietti in anticipo. Io l’avevo fatto da mesi. La fila di chi doveva acquistarlo oggi alle 8:00 (apre alle 8:30) era lunghissima.
L’Alhambra e’ me ra vi glio so. Dopo alcune foto dalla Torre de la Vela,mentre il sole ancora doveva superare le vette della Sierra Nevada, e la visita all’Alcazaba, entro nei Palacio Nazaries infatti fino ad oggi. Una reggia vera e propria!
A metà mattinata ritorno a valle per una bella colazione cioccolato e churros prima del check out e prendere la macchina per incamminarmi verso Ronda.
La strada è molto bella con oliveti ovunque a perdita d’occhio. Alle 13:00 stavano partendo i colpi di sonno e quindi sosta di una 30′ di minuti chiudendo gli occhi per ripartire poi carico … assieme a una coca-cola
Arrivato a Ronda alle 15:00 check in e subito fuori affari come pochi. Tapas in piazza e poi a girare questa bella città con un magnifico ponte che unisce la parte storica a quella nuova.
Ora relax e fra poco a cercare qualche bel ristorante tipico.
Domani in giro fra i Pueblos Blanco, passando per Arcos de la Frontera e destinazione finale Jerez.
Il mio Natale in Andalusia – 6′ giorno
Ieri arrivato a Ronda subito in giro per i vicoletti e a fotografare il bellissimo ponte romano che unisce la città vecchia a quella nuova.
Su e giù per un po’ e poi torno a prendere la macchina per andare fuori dal paese a riprendere da una bellissima posizione da sotto il ponte.
Tornato in centro lascio l’auto e subito una bella tapas di fegato e un vinto tinto per scaldarmi un po visto che la era fa davvero freddo.
Un paio di birre e poi a cena in un ristorante famoso del posto dove mangio un ottimo maialino mentre un toro (fu toro) mi osserva.
Stamattina sveglia con calma alle 8:30 e dopo una lauta colazione in albergo parto per girarmi i Paesos Blanco. Ha fatto freddo stanotte e l’auto e’ coperta di ghiaccio.
Fantastica la strada di montagna che da Zahara poeta a Grazalema.
Paesaggi suggestivi mentre si sale in vetta al monte da valicare e poi riscendere a valle. Una valico da non fare mai di notte, e mai dopo aver bevuto o con il tempo pessimo. Meno male l’ho percorsa verso le 10:00 quando il ghiaccio s’era sciolto. Soprattutto poi se sei con un auto a nolo di cui non hai idea di come stiano freni e gomme.
Arrivato a Grazalema me la giro un po per prendermi un caffè e rilassarmi dopo le n-mila curve fatte… Per chi soffre l’auto, io no, non è da fare quella strada di montagna
Proseguo poi per fermarmi a pranzo ad Arcos de la Frontera, mangiare un Tomato relleno de crema de queso y atun sobre salmoreyo e un Venao en salsa prima di passeggiarci nel centro e poi riprendere l’auto verso Jerez dove, oltre a un po di assaggi nelle bodegas di sharry, stasera mi sa che mi butto a ballare flamenco
Il mio Natale in Andalusia – 6′ giorno. Parte seconda
Arrivo a Jerez subito dopo pranzo e, fatto il check in, mi incammino subito verso le distillerie di sharry per una visita. Punto alla Bodegas del Maestro Sierra, consigliata da un amico, ma è chiusa e non riapre ne oggi ne domani. Così quella è cosi tutte le altre che verifico se siano aperte. Niente… Vorrà dire che aspetterò di essere dopodomani a San Lucar per una visita già prenotata. Stanco e con pessima luce per le foto (oggi nuvolo paro paro) torno in camera a riposarmi per un oretta. Esco poi alle 17:00 per girare a zonzo il barrio vecchio della città fra vicoletti, cattedrali e palazzi che cascano a pezzi. Alle 18:00 prima pausa e un bel whisky&coca in una delle piazze più suggestive di Jerez, piazza de la Assuncion. Sono seduto fuori sotto un fungo acceso per un po di caldo e guardo la bellissima chiesa, la gente che chiacchiera fra amici bevendo e i bambini che giocano a palla o altro nella piazza. E ovviamente mi incupisco un po’ . Peraltro se passate a Jerez vi consiglio assolutamente il locale. È Las Cuadras. Bellissimo dentro, antico, e con un pavimento storico con vecchi ‘sanpietroni’ .
Proseguo il giro ed entro in un paio di localini molto carini per un manzanilla e poi una cerveza. Tocca far passare il tempo qui, perché prima delle 21:00 non si cena…. Giro, giro e rigiro a caso e poi torno verso la zona che più mi aveva ispirato per la cena. Fra i due locali che mi stuzzicavano scelgo quello che meno mi attirava, più moderno e piatti più ricercati, solo perché aveva il wi-fi rispetto all’altro. Peccato che non funzionava. Ed ero ovviamente solo in sala Scelgo piatti di pesce accompagnati da un calice di bianco. Un salmone a forma igloo con dentro un formaggio leggero e intorno marmellate di arance e noccioline come entree e per secondo un filetto di tonno scottato con salsa sherry. Compreso un caffè 18€… ci si può stare
Poi in giro a cercare dove ballano il flamenco fermandomi ogni tanto per un bicchiere di oloroso
Il mio Natale in Andalusia – 7 giorno
Non c’è proprio nulla da fare… I miei ritmi prevalgono sulle intenzioni. Anche oggi mi sveglio mezz’ora prima della sveglia . Fatto il check out vado a prender l’auto lontana dall’albergo e torno a prendere valigia e zaino.
Visto sono uscito prima del previsto cambio programma. Faccio in tempo ad esser a Tarifa per l’alba… Almeno sulla carta. Ci vogliono 50′ dice il tom tom e dopo 50′ e’ previsto l’orario del sorgere del sole.
Arrivo in alto sopra la città parcheggiando al volo accanto a un baretto, ovviamente chiuso, poco dopo l’alba…
Il tempo e’ nuvoloso e c’è tanto vento ma ne è valsa la pena. Incredibile come l’Africa sia a un tiro di schioppo.
Riprendo la statale che sale e scende le colline lungo la costa strapiene di pale eoliche.
Superata Tarifa la lascio per prendere una provinciale che passa nei Paesini lungo costa. Mi fermo per una bella colazione e qualche foto fino poi ad arrivare al faro di trafalgar.
Lo raggiungo a piedi visto che la sabbia che si sposta con i venti ha invaso la strada e seppellito anche i cartelli stradali. Rientrato una coca e un FaceTime con Dami a casa dopo aver appena infornato una crostata per i cuginetti.
Proseguo poi direttamente per Cadice, saltando Vejer.
La camera e’ in pieno centro ed è stato arduo sia trovare parcheggio che il B&B ma è molto carino e ne è valsa la pena. Orami comunque tramite booking.com non mi sono mai trovato male negli alloggi che ho prenotato.
Il cielo e’ paro paro, coperto da nuvole cariche, che spero il vento forte porti via. Almeno le previsioni dicono cosi.
Mi fermo a pranzo nella piazzetta vicina per un bel risotto e degli ottimi ricci e poi giro la città seguendo i percorsi consigliati da una mappa presa in camera.
Bellissima e’ stata la visita alla torre Tavira dove dall’alto hai Cadice a 360′.
Anche la cattedrale merita una visita ma è’ impossibile ascoltare la guida audio in italiano. Deve averla registrata un coatto di qualche infima periferia di Roma. Damiano l’avrebbe paletta meglio
Finito il giro un po’ di relax in camera per poi andarmi a godere ape e cena e post-cena
Il mio Natale in Andalusia – 8 giorno
Un bel giro per Cadice ancora con le stelle in cielo. Rispetto a ieri il cielo s’e’ pulito completamente … Zero nuvole. Cammino lungo i bastioni per fare foto aspettando il sorgere del sole. Poi un salto al mercato per fotografare il pescato ma purtroppo alle 9:00 ancora vuoti i banchi del pesce. Solo quelli di carne e verdure sono aperti a quell’ora.
Rientro al B&B per prendee al volo la valigia e andare alla macchina che non è a due passi. 30′ d’auto e sono a Santa Maria dove faccio colazione in un bar storico dei pescatori. Mentre io mangio loro giocano a scopa.
Puntuale inizia la visita dell’azienda Osborne. Un oretta a sentire la sua storia e quella dello sherry, già nota al sottoscritto. La cantina e’ comunque bellissima. Taste al volo di 4 delle 8 bottiglie, dal fino al p.o., e poi riprendo l’auto per un giretto rilassante a Sanlucar, con annesso pranzo a base pesce in una storica taperia, prima di rimettermi in macchina per Siviglia.
Un ora e mezza d’auto con vento fortissimo che spazza si le nuvole ma anche le auto e alle 15:15 sono in aereoporto a rilasciare l’auto a noleggio.
Visto il largo anticipo rispetto all’ora di arrivo delle due amiche, le avviso via sms, che anziché all’uscita degli arrivi, gli darò il bienvenido alle 20:00 nella hall dell’albergo dopo che mi sono riposato un po’ e mi sto già bevendo qualcosina mentre le aspetto offrendogli ovviamente un calice di fino ️
Le mio Natale in Andalusia – 9 giorno
Stamattina sveglia presto per il primo giro di foto a Siviglia quando ancora dormono quasi tutti. Mi incammino verso la Cattedrale e incrocio solo qualcuno che sta aprendo l’edicola o la panetteria. Il 90% della popolazione locale e dei turisti dormono… Come Giulia e La Sac.
Fatte le foto alla Cattedrale attraverso il Rio Guadalquivir per fare da porte Isabella II le foto con le prime luci dell’alba. Poi di corsa in albergo perché nella hall alle 8:45 mi aspettano le due amiche per cominciare a girare la città. Prima tappa un bel baretto nella piazza delle porte di Ercole per fare una lauta colazione! Si gira poi un po’ per scoprire il mercato de la Feria e la zona de la Macarena e la muraglia Almoravide.
Passeggiamo poi piano piano verso sud verso la Plaza de la Encarnacion e dintorni fermandosi x qualche birra o fino prima di andare a pranzo da El Rinconcillo.
Lascio le amiche subito dopo per riposarmi un po’ mentre loro continuano a girarsi la città. Io riesco alle 17 e vado ad ammirare la città dall’Espacio Metrosol Parasol. Vado poi all’appuntamento delle 18:00 che avevo con loro sotto la Giralda. Ma mi danno buca e ci vediamo poi al solito ponte per un ape pre-cena e poi a girovagare Triana prima della cena in uno dei ristoranti top di Siviglia, l’Abades. Buono ma sotto le aspettative… Ne parleremo con Scuteri che ce l’aveva consigliato. Poi due passi al freddo, 2′, tornando a nanna e domani appuntamento alle 10:30 per visitare la Cattedrale. Buenas Noches
Il mio natale in Andalusia – 10 giorno (31/12)
Stamane appuntamento alle 10:30 per la visita alla Cattedrale.
Io però come sempre mi alzo prima e girovago per le strade per fare foto alle prime luci. Approfitto che tutto sia ancora chiuso o quasi per imbucarmi nell’hotel ECG, salire al 4 piano con l’ascensore e fare foto alla cattedrale
Poi colazione da Starbucks per un bel cappuccio e scrivo alle ragazze di vederci prima possibile all’ingresso della Cattedrale perché comincia già la fila. Sarò il 10mo in coda e scopro chiacchierando con lo staff che sarà aperta sino alle 13:00 e domani 1 gennaio sarà chiusa cosi come il Palazzo Reala. Arrivata la Sac le va subito quindi a prendere i biglietti per quest’ultimo, cosi’ da evitare la fila quando ci andremo nel pomeriggio, mentre io aspetto che arrivi anche Giulia. Un po’ poi assieme in fila fino alle 11:00 che apre e poi ci lasciamo dentro perché io di corsa salgo sulla Gironda, prima che si affolli e sopratutto prima che la luce per far foto diventi pessima.
Poi in giro per la splendida cattedrale per un oretta ad ammirare un opera incredibile e all’uscita ci rivediamo e ci incamminiamo insieme per cercare dove mangiare tapas. Andiamo alla Bodeguida Romero che mi aveva consigliato Silvia … Davvero buona, anche la trippa e i pimientos. Poi relax in riva al fiume a prendere il sole bevendo un pesto ximenez
Ci incamminiamo poi per il Real Alcazar. Ingresso rapidissimo visto che avevamo i biglietti evitando una cosa di una cinquantina di persone. Bellissimo anche il palazzo e i giardini che lo circondando che passeggiare al sole in felpa e’ fantastico.
Si torna poi in albergo per un riposino pre-serata di capodanno.
Per la cena di capodanno non ci siamo prenotati nulla e ci mettiamo un bel po a trovare dove cenare perché è davvero quasi tutto chiuso. Ma alla fine il posto scovato a caso sbagliando strada ci piace e ci si magia anche discretamente bene.
Poi passeggiata smaltisci-cena verso la Plaza Nueva dove festeggeremo la mezzanotte alla ricerca disperata di un bar/negozio aperto dove comprare una bottiglia da stappare. Troviamo un despar cinese con un Cava a 2,75€ ma La Sac non molla e, tornata in un locale dove s’erano fatte un the nel pomeriggio, corrompe a sguardi e parole il sommelier e a modici 20€ prende uno … Champagne!!! Si noi saremo forse gli unici in piazza a stapparne
Dopo 15′ parte il countdown e senza speaker e ognuno con il suo orologio sfasato stappiamo qualche secondo prima o dopo della vera mezzanotte ma che ci frega!!! Brindiamo e festeggiamo il nuovo anno assieme.
Camminano poi per un po in giro per il centro e poi a nanna. Un bellissimo 31 dicembre.
Il mio natale in Andalusia – 11′ giorno, 1 gennaio
Niente sveglia oggi e giù dal letto con calma alle 8:30. Doccia e fuori in giro nel deserto assoluto della città. Oggi peggio del solito ovviamente. Arrivo a ponte Isabella II e faccio colazione con una bella cioccolata calda circondato da gente ancora con il vestito della sera di capodanno. Gente nomale e gente meno
Altre foto e poi a prendere Giulia e La Sac per andare alla Plaze de Espana.
Posto splendido con un palazzo bellissimo nel pieno verde.
Dopo averla girata un po’ ci rilassiamo a prendere il sole e poi a pranzo alla ricerca di un posto buono in quella zona. Non facile visto che molti sono chiusi ed è meno centrale ma alla fine ne troviamo uno ottimo dove peccato che non vi fossero le lumache da cui prendeva nome il locale. Ottima comunque la coda di toro e un piatto di ceci e salame iberico.
Ci incamminiamo poi verso il Giadalquivir per fare un bel giro sul battello di un oretta ammirando da un diverso punto di vista la città e prendendo un altro bel po di sole 🙂
Nel pomeriggio in albergo un break per riposarci e preparare le valigie visto che il giorno dopo saremmo partiti.
Per cena andiamo a vedere se Puratasca è aperto ma purtroppo lo troviamo chiuso. Siamo in una zona meno battuta e altri locali aperti a Triana non ci ispirano e cosi piano piano torniamo in centro. Dopo qualche giro troviamo un bel ristorante che ci piace e per chiudere in bellezza la vacanza niente cerveza ma una bella bottiglia di bianco della Rioja ad accompagnare un ottima paella.
Poi a nanna presto perché incredibile ma vero l’indomani non sarei stato solo a vedere l’alba … Anche La Sac e Giulia si sarebbero buttate giù dal letto per veder sorgere il sole da Ponte Isabella ️
Il mio Natale in Andalusia – 12′ e ultimo giorno (2 gennaio)
Come anticipato nel diario di ieri oggi sveglia presto (termine improprio per me ma non per le 2 amiche) e appuntamento nella hall dell’albergo alle 7:45 per incamminarci verso ponte Isabella dove fare foto al sorgere del sole previsto per le 8:36.
Lungo il percorso colazione con churros e cioccolato caldo prima di muoverci lungo il Guadalquivir per scegliere la location dove aspettare l’alba. 5′ prima ci posizioniamo e aspettiamo. La Sac comincia a riprendere da diversi minuti prima un video ed è emozionantissima. Contenta di essersi – fibalmente – buttata giù dal letto senza poltrire per vivere l’emozione della giornata che comincia, della vita che ricomincia.
Anche Giulia e il sottoscritto apprezzano e non poco un momento unico che ti emoziona sempre ovunque si sia.
Poi una bella colazione nel bar/ristò del ponte a base panino con jamon e pomodoro io e queso Giulia con la Sac che guarda perché lei la fa sempre in camera con la moka elettrica portatile.
Passeggiamo poi nel quartiere Triana
dove stanno cominciando ad aprire bar e negozi prima di farci un giro nel Mercado e incamminarci quindi verso l’albergo per il check out.
Alle 11:30 prendiamo il taxi che ci porta in aereoporto pronti a tornare a Roma dopo aver trascorso una bellissima vacanza in una regione della Spagna piena di posti spettacolari, con bella gente e un ottima cucina.
Ancora qualche giorno di vacanza e poi dopo la befana si tornerà a lavorare… Intanto però io comincio già a pensare dove fare il prossimo viaggio
Il mio Natale in Andalusia – 2015 Pubblico anche qui il diario che scrissi in diretta day by day durante il viaggio in Andalusia…
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