#passeggino
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Longboardstroller, un modo divertente per girare la città https://www.design-miss.com/longboardstroller-un-modo-divertente-per-girare-la-citta/ Un #passeggino con skateboard integrato per girare la città in lungo e in largo!
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Come scegliere il miglior passeggino
Guida alla scelta del passeggino. Sostanzialmente ci sono 4 tipi di passeggino tra cui scegliere e alcuni criteri che ti guidano nella scelta. Sia che debba acquistare un passeggino per il neonato, sia che debba cambiarlo per un bambino più grande.
Il passeggino è uno degli accessori più importanti e utilizzati dai genitori con i bambini piccoli. Si tratta di un mezzo di trasporto pratico e sicuro, che permette di portare il bambino a passeggio, al parco, al supermercato o in viaggio. Ma come scegliere il miglior passeggino per le proprie esigenze? Quali sono i criteri da considerare? Quali sono i modelli più adatti a seconda dell’età,…
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* Inglesina Quid 2 * Classico e Leggero !
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Spiaggia di Scauri, agosto 2022, lei si chiama Teresa ha poco meno di 30 anni, due figli adolescenti e in braccio una bimba nera di circa 18 mesi, si chiama Sonia. Mi guardo attorno e cerco sua madre. Ma donne africane nemmeno l'ombra. Teresa avrà forse un compagno africano, con cui ha avuto la bimba, penso, ma non è possibile perché Sonia sarebbe stata mulatta e non nero ebano. La bimba ha treccine annodate da mani di donna africana. Gioca e scherza sulla spiaggia con Teresa e i suoi figli. Teresa prepara l'asciugamani per avvolgerla subito dopo il bagnetto, le toglie il costumino bagnato, le mette il pannolino, le da la pappa e poi l'addormenta all'ombra, nel passeggino. Sono curiosa di sapere qual é il legame tra la bimba ebano e Teresa con la sua famiglia. E così mi avvicino ed ammirando Sonia, che dorme appaciata e serena, cerco di sapere.
"la madre è una giovane donna del Senegal che lavora sulle spiagge, vende abiti, fa treccine, e Sonia andava in giro con lei sotto al sole tutto il giorno." dice Teresa "così pian piano la tenevamo noi, un giorno, poi due, poi tre. Prima per qualche ora, poi la bimba era contenta e così la madre me l'ha affidata." Teresa e la sua famiglia fa vacanza a Scauri e tiene con sé la bimba, lasciando sua madre serena nel suo lavoro stancante e Sonia fa la bimba, con i tempi... suoi tempi. Gioca amata da Teresa e dai suoi figli. Tutta la spiaggia collabora e lei è allegra e sorridente passa di braccia in braccia, come ad una festa tutta per lei. La sera Teresa la riporta alla madre. Sonia piange, il più delle volte, perché vorrebbe restare con Teresa.
"ma lei è la madre" dice Teresa "é giusto che stia con lei la sera, a lavoro finito"
Una storia di solidarietà, una cura al contrario non un immigrata che cresce i figli della signora bianca al mare, ma una famiglia napoletana che gratuitamente cresce una bambina figlia di immigrati.
Questa storia é un esempio di amore senza confini e senza pregiudizi.
Carola Flauto
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oggi una bambina mi ha salutata in metro dal suo passeggino,
e ho sentito addosso tutto il peso e la responsabilità di questo mondo
e ho desiderato potesse crescere e vivere libera e senza paura.
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Appartengo a un altro mondo,
un mondo in cui ci si scusa
quando si ha torto,
si ringrazia quando si riceve e si tiene aperta
la porta dei negozi alle persone anziane e
alle signore col passeggino.
Un mondo in cui si respira misericordia,
si dona senza ricambio ai meno fortunati
e si dice "Ti voglio bene" solo quando è verità.
Un posto in cui si sorride anche con gli
occhi velati di lacrime e dopo aver
ingoiato amaro, si continua a portar
luce....
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Sedersi in piazza a leggere con nelle cuffie la musica lo-fi ha il privilegio di farti vedere la gente che cammina, percepire anche che parla perché le voci ti arrivano comunque ma senza renderli degli esseri comunicanti. Li vedi solo per quello che poi, nella tua individualistica vita, sono: delle forme prive di contenuto. Diventa come guardare il paesaggio urbano da una finestra al quinto piano o guardare la TV a volume spento. Li senti surreali, esterni a te, intoccabili e inavvicinabili e sospiri di sollievo, come quando allo zoo vedi da dietro il vetro gli animali selvaggi. Personalmente mi piace guardarli senza ascoltarli, spesso quello che hanno da dire è banale o scontato quando non pericolosamente idiota; vederli muovere, passeggiare in piazza coi mariti, cani o figli al guinzaglio o nel passeggino; senti l'odore di shampoo e di schiuma per capelli, percepisci la morbidezza dei capelli, vedi nel dettaglio le rughe tanto da poterne tracciare i sentieri. È meglio della pubblicità in TV: hai la vacuità tangibile mutevole in tempo reale e non una registrazione in loop digitale e sempre la stessa.
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Mamme, spiegatemi voi
Non ho mai capito la faccenda del passeggino. Il bambino viene portato seduto nel suo passeggino-trono perché si stanca subito oppure perché lui si crede un Dio in Terra e voi non fate altro che alimentare il suo ego ipertrofico?
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ho perso un pezzo di passeggino al primo babysitting di bambino perfetto > mi viene da piangere perché sono troppo incompetente ma allo stesso tempo i lavori di cura sono gli unici di cui mi sento vagamente capace e che mi fanno stare bene mentalmente > piango per sempre se la mamma nn mi chiamerà più
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Stamattina in ordine:
- spenta la sveglia, mi sono riaddormentata, mi ha svegliata il gatto
- sbaglio a leggere il numero del tram e corsa per tornare indietro
- litigata con una mamma con il passeggino in mezzo al cazzo che ha bloccato tutta la banchina e per aggirarla per poco non mi investe il taxi
NONOSTANTE CIÒ ARRIVATA AL LAVORO IN ANTICIPO, CIOÈ L’ALTRA VOLTA MI SONO SVEGLIATA MEZZ’ORA PRIMA PERCHÉ AVEVAMO UNA CALL E SONI ARRIVATA A LISCIO. MIRACOLO.
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attenzione! bambino radioattivo nel passeggino
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La manutenzione degli affetti
I bambini non riesco a vederli. Sono coperti da una plastica trasparente. Il passeggino è ultimo tipo, costoso, ammortizzato, fatto apposta per proteggere le creature dalle intemperie. Le intemperie. Con questo caldo i bambini sembrano avvolti in un sudario di plexiglas. Vedono il mondo attraverso un foglio di plastica, così prendono un’aria sospettosa, impaurita. Li vestono come gli anziani, giacca a vento, sciarpa e cappello. Restano così fino all’estate. Sono i figli moderni del moderno ceto medio, che hanno perso il senso delle sfumature e acquistato quello dell’estremo, protetti in modo artificiale da un mondo naturale.
Il ceto medio - Antonio Pascale
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CI SONO REATI
E REATI
Chi tocca i bambini, muore
Riflessioni sulla nostra civiltà giuridica, raffrontata a quelle romane e greche.
Uno sguardo alla svolta violenta che è in corso nelle nostre società del 21° secolo.
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youtube
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Chi tocca i bambini...
Come è successo in un parco giochi Francese, dove quattro bambini sono stati accoltellati... uno addirittura fin dentro al proprio passeggino.
Chi si macchia di questi abomini... Chi compie delitti di gravità inaudita come è accaduto di recente con l'assassinio di Giulia Tramontano.
Davanti ad assassinii di assurda crudeltà ed efferatezza come questi, io credo che sia necessario anche riconsiderare il valore "educativo" di un eventuale ripristino della Pena capitale.
Sì, sto proprio parlando della tanto vituperata " pena di morte ".
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Non tanto perchè credo che una Società debba vendicarsi sul singolo individuo ma proprio per comprendere umanamente, il valore intrinseco che alla pena di morte, attribuivano i Romani e perfino i Greci.
Non quindi come una vendetta della Società contro il singolo individuo ma come atto dovuto per educare tutti i restanti individui di una comunità a non uscire dai limiti di ciò che è "umano" e tollerabile.
E allora vediamolo da vicino il valore che le attribuivano i Romani, ( i Romani che, - ricordiamolo bene - sono riconosciuti unanimamente come creatori della civiltà giuridica, dalla quale si sono poi originati gli attuali Ordinamenti di nazioni come Francia, Spagna, Stati Uniti, Germania ed Italia).
Innanzitutto i Romani attribuivano un valore di "monito", di "pena esemplare" alla pena capitale, un valore quindi, perfino "educativo" erga omnnes, non tanto e non solo per chì la subiva sul proprio corpo, ma per tutti coloro che restavano ed erano chiamati ad "essere testimoni" di questo atto di giustizia.
Testimoni del fatto che un Ordinamento giuridico sancisca il massimo della pena: LA PENA DI MORTE, solo e soltanto in occasione di delitti di eccezionale brutalità ed efferatezza.
Quindi per i Romani ed i Greci vi era un valore di "dissuasione implicita" nella pena capitale da eseguirsi al contrario di ciò che avviene oggi negli USA,
non nel chiuso di un carcere ma proprio davanti alla collettività intera.
In piazza !
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Mi spiego: il valore della pena capitale era visto in prospettiva di ammonimento ed insegnamento a tutti gli altri componenti della società.
In termini ancora più terra terra...
"Se tu, caro Cittadino, ti macchierai di crimini contro la tua stessa Umanità, se tradirai completamente la tua natura di uomo, sai fin d'ora che andrai incontro automaticamente la tua morte civile e fisica, proprio come individuo.
CONDANNERAI A MORTE CERTA, TE STESSO, PERCHÈ HAI RINNEGATO CON QUEGLI ATTI EFFERATI LA TUA STESSA APPARTENENZA AL GENERE UMANO.
Eccolo il valore educativo della pena capitale, in ambito classico.
Rendere certo il tuo destino.
Togliere qualsiasi alibi o speranza di farla franca, come avviene attualmente nei nostri Ordinamenti, in cui, dopo il Delitto, gli Avvocati della Difesa si arrampicano sugli specchi, pur di inventarsi una improbabile "impunibilità" per vizio mentale, per "incapacità di intendere e di volere", o durante la successiva vita dell'imputato, per ottenere assurde e ingiustificabili riduzioni della pena, per buona condotta o per benefici quali permessi premio o misure restrittive diverse dal Carcere [ arresti domiciliari].
Tutte misure - a ben vedere - atte a trasformare la vera vittima del reato, chi ha trovato la morte, nell'unico e solo colpevole.
Colpevole in modo definitivo per essersi trovata lì in quel preciso momento. Al posto sbagliato nel momento sbagliato. Colpevole di non essersi potuta difendere.
Mentre all'assassino si garantiscono tutta una serie di scappatoie giuridiche, alla persona uccisa (spesso assassinata "per futili motivi") resta l'incontestabile ruolo di vittima definitiva.
Perchè una donna o un bambino, una volta soppressi, è chiaro che non saranno più in grado di ottenere misure a proprio favore.
Divengono dunque oltre che vittime, colpevoli due volte.
Per assurdo che possa apparire, questi sono "colpevoli " per essere stati assassinati in via definitiva, mentre il vero criminale potrà giocarsi una infinità di carte e mosse processuali, per ottenere ingiustificabili benefici, rispetto alla pena originaria sancita dai Giudici riuniti in una Corte.
Se vi fosse la Pena di Morte per pochi e ben individuabili reati contro la persona, invece, Vittima e Colpevole verrebbero riportate su un piano di assoluta parità.
Nessuna furberia. Nessuna strategia processuale, nessuna abilità del proprio Avvocato potrebbe temperare la durezza della pena ricevuta.
I Romani in realtà, vedevano molto più lontano di noi, miseri e confusi eredi, di tale civiltà.
La pena capitale, secondo loro, aveva un valore di monito e di dissuasione per tutti i potenziali individui che volessero ripetete quegli assassinii abominevoli.
La pena di morte rendeva certa e definitiva la sanzione che una società civile ritiene di erogare per delitti di abnorme efferatezza.
È come se una Società dicesse al singolo individuo: un delitto di questo tipo non lo posso tollerare, per cui non solo ti sopprimo, in quanto hai voluto rinunciare di proposito alla tua natura umana, ma la tua esecuzione servirà per educare altri mille potenziali assassini, che sapranno con immediatezza che macchiandosi di tali delitti, condanneranno sè stessi in modo definitivo.
In due parole, l'effetto finale della Pena di Morte è il seguente: tu se uccidi o abusi un bambino sai fin da subito il destino che ti attende: se ti metti in quelle condizioni sai fin da subito, che per te la pena sarà senza "SE" e senza "MA".
Ed anche questo sarebbe un invidiabile progresso verso quella CERTEZZA DELLA PENA, sempre sbandierata in occasione delle decine di presunte, "RIFORME DELLA GIUSTIZIA" sbandierate dai nostri attuali e patetici politici e governanti
Sono solo spunti di discussione, i miei, riflessioni relative al grado di imbarbarimento raggiunto dal nostro attuale contesto sociale. Pensieri che nascono dal prendere atto che non abbiamo attualmente i mezzi per fronteggiare "la svolta violenta" delle nostre società.
Un fenomeno tipico di questo 21°secolo.
Pensieri che riguardano quell'inferno a cui diamo vita tutti noi, per il semplice fatto di esistere e interagine con "gli altri".
"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
ITALO CALVINO, Le città invisibili
(Torino, Einaudi 1972).
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Letture collaterali:
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#riflessioni sul valore educativo e di testimonianza della pena di morte#pensieri#civiltà classica e civiltà moderna
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Il suo problema erano i soldi, e l'umiliazione di non averne. Ogni passeggino, cellulare, berretto degli Yankees o fuoristrada che vedeva erano un supplizio. Non era avido, e neppure invidioso. Ma senza denaro non era nemmeno un uomo.
Le correzioni, Jonathan Franzen
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“Ero in treno di fronte a Elisa, la cantante. Nessuno discute della sua bravura, della sua fama e, naturalmente, della sua ricchezza.
Era vestita in maniera semplicissima e ha mostrato un atteggiamento di un'umiltà spettacolare, tanto da aiutare una mamma a scendere le scale con un passeggino. Non c'erano guardie del corpo o persone con lei. Era sola e con una borsa della coop, non Hermes, Luis Vuitton o Chanel. Penso a tutte quelle donne che, pur non potendo, ostentano una ricchezza che non hanno, né materialmente né tanto meno umanamente. Penso a quelle donne che hanno bisogno di mascherarsi di oggetti e atteggiamenti per nascondere il loro senso di inadeguatezza e la loro pochezza. Più ci si sente piccoli, più si ha il bisogno di mostrarsi grandi.
p.s. Elisa indossava delle scarpe che saranno costate 90 euro. C'è gente in giro che ai piedi ha bisogno di indossare centinaia o migliaia di euro, con l'illusione forse che possa passare magicamente un po' di valore.”
Fonte: Ilaria Cadorin
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