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#olio da barba
lamilanomagazine · 6 months
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Genova, ruba al supermercato e aggredisce un poliziotto. Arrestato un 46enne
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Genova, ruba al supermercato e aggredisce un poliziotto. Arrestato un 46enne. Ieri pomeriggio, gli agenti delle volanti dell’U.P.G. e S.P. hanno arrestato un 46enne per il reato di tentata rapina impropria. L’uomo è stato sorpreso da un addetto alla sicurezza di un supermercato mentre tentava di allontanarsi con due buste della spesa contenenti 15 confezioni di formaggio, 10 bottiglie di olio ed una confezione di lamette da barba, per un valore commerciale di 125 euro, senza corrisponderne il dovuto. Alla richiesta del vigilante di consegnare la merce asportata, l’uomo si è mostrato subito aggressivo, soprattutto nei confronti dei poliziotti intervenuti. In particolare ha colpito un operatore con un violento pugno e con una spessa stecca di legno trovata per terra. L’uomo è stato accompagnato presso i locali della Questura dove è stato trattenuto in attesa del rito direttissimo fissato per la mattinata odierna. Resta salva la presunzione d’innocenza dell’indagato, fino a condanna definitiva.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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olitaly · 7 months
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beardrulez · 7 months
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Beard Bundle - Oil/Cream Cajeput
Modo d’uso: Con i nostro olio non rinuncia mai al profumo balsamico dei boschi e unitamente alla crema da barba avrai un concentrato di idratazione profonda per chi ama sentire una leggera brezza che gli accarezza il viso. Ingredienti Olio: Cyclopentasiloxane, Dimethiconol, Melaleuca leucadendron Cajaputi Oil, Helianthus annuus Seed Oil, Juglans regia Shell Extract, Simmondsia chinensis Seed…
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scontomio · 8 months
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pevons · 2 years
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“Omaggio a Paul Cezanne”, olio su tela, cm. 35 x 45 www.claudiopavone.it In “Omaggio a Paul Cezanne”, Claudio Pavone esprime tutta la sua ammirazione per quel maestro che fu il grande pittore francese. Nell’originale di questa “copia d’arte”, custodita presso il Kunstmuseum di Berna e realizzata tra il 1879 e il 1880 col titolo “Autoritratto con cappello”, Cezanne si ritrae all’età di circa quarant’anni. Come risaputo, i colori spesso irreali dei suoi quadri hanno valenza simbolica. In questo caso, il colore giallastro del viso sta a indicare vitalità. Il pittore, calvo, ha qui la testa coperta da un cappello e una lunga barba, folta e scura. E’ stato scritto che in quest’opera l’autore sembra al tempo stesso sia vecchio che giovane. Nel suo sguardo si legge comunque il peso dei difficili rapporti col padre, dei problemi familiari e dell’incomprensione del pubblico del suo tempo. Il pittore Claudio Pavone, a distanza di 140 anni, fa rivivere tutto questo, ricordando un grande della storia dell’arte! #pittoriitalianicontemporanei #pittoriunitiditalia #cernuscosulnaviglio #artistcoachingitalia #arteastrattacontemporanea #arteastrattamoderna #pitturasacra #sacro #artereligiosa #pitturasacra #artereligiosa #artesacra #pitturasacracontemporanea #pitturasacra #pitturasacramoderna #pittoriitalianicontemporanei #natale #pittori_uniti_italia #abstractart #abstractpainting #abstract #landscape #paesaggio #garden #Comune_Cernusco_sul_Naviglio #comunedicernuscosulnaviglio #pioltello #oilpainting #oilpainter #oilpaintingoncanvas (presso Cernusco sul Naviglio) https://www.instagram.com/p/CmJ6zNur6C-/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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skincare-for-today · 2 years
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Pelle uomo Consigli utili gio
Forse sei un tipo all'aria aperta: trascorre molto tempo al sole, esposto alle intemperie. Oppure sei il tipo casual, più indoor. Forse sei ben rasato o sfoggia una barba folta. Non importa il tuo stile o stile di vita, prendersi cura della propria pelle è importante.
"Molti uomini hanno l'idea sbagliata comune che la cura della pelle debba essere davvero complicata, ma non deve essere", afferma la dermatologa Jane Wu, MD. "Puoi avere un regime semplice che è facile da seguire come parte della tua routine quotidiana."
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Scegliere i giusti prodotti per la cura della pelle
Nelle persone designate maschio alla nascita (DMAB), lo strato del derma della loro pelle tende ad essere più spesso e più duro rispetto alle persone designate femmina alla nascita (DFAB). Ciò provoca rughe più profonde e solcate da ripetuti movimenti muscolari. Il testosterone può anche rendere la pelle più grassa. Ma il dottor Wu dice che scegliere i giusti prodotti per la cura della pelle non riguarda tanto il genere quanto il capire il tuo tipo di pelle.
  Tipi di pelle
Esistono circa quattro tipi di cura della pelle:
La pelle normale può tollerare una varietà di diversi prodotti per la cura della pelle senza risultati difficili. La pelle secca può essere arrossata e squamosa in alcune aree, specialmente se esposta al freddo invernale. Potresti anche avere questo tipo se rimuovi gli oli naturali dalla pelle lavando o strofinando eccessivamente il corpo. Se hai questo tipo di pelle, sei più incline a contrarre l'eczema. La pelle sensibile reagisce a diversi prodotti in vari modi. Se si manifesta un'eruzione cutanea o si verificano prurito, arrossamento o bruciore quando si provano nuovi prodotti per la cura della pelle, potresti avere questo tipo di pelle. La pelle grassa fa apparire il tuo viso lucido o luminoso. Tendi a scoppiare o ad avere problemi di acne più facilmente se hai questo tipo di pelle. Puoi anche avere un tipo di pelle mista, in cui il centro del viso potrebbe essere grasso, ma altre parti del viso, come le guance, possono essere secche.
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Scopriamo semplici consigli per una pelle sana e luminosa
1: Mantieni la pelle idratata L'umidità è la chiave per una pelle sana, soprattutto in inverno. Prova le creme idratanti organiche. Puoi usare tu stesso una crema idratante all'olio di cocco o olio di cocco. È molto nutriente per la pelle e può penetrare immediatamente.
2: Rimani idratato È molto importante mantenere l'equilibrio idrico interno ed esterno. Bere molta acqua può rendere la tua carnagione chiara e sana. Puoi anche aggiungere una goccia di clorofilla all'acqua per aumentare l'idratazione. Bevi frutta e verdura fresca. Un succo che ti offre tutti questi vantaggi.
3: Controlla regolarmente la pelle Potresti trovare alcune macchie o nei sulla pelle che possono essere pruriginose o sanguinanti. Quindi, non aspettare e fissa immediatamente un appuntamento con il tuo medico. Gli uomini di età superiore ai 50 anni hanno un rischio maggiore di melanoma, che è la forma più letale di cancro della pelle. Ci sono più tumori della pelle rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, se preso in tempo, il cancro della pelle risponderà bene al trattamento.
4: Fai attenzione durante la rasatura Per alcuni uomini va bene un rasoio multilama o un rasoio troppo vicino alla pelle. Se si verificano spesso urti, ustioni o peli incarniti, utilizzare un rasoio con una o due lame e non allungare prima la pelle. Dopo la rasatura, inumidire la pelle e i capelli per ammorbidirli. Usa creme idratanti per raderti e raderti nella direzione della crescita dei peli. Risciacquare dopo ogni raschietto. Se ti radi da cinque a sette volte, sostituisci la lama.
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chouncazzodicasino · 2 years
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Dieci secondi nella mia mente:
Lunedì ho prenotato la quarta dose, di mattina presto, senza Barba a casa quindi non vorrei stare male.
Ah no aspetta non posso stare male ahahahah sennò come faccio col lavoro?
Ah ma poi la macchina? Ne vogliamo parlare? Strani singhiozzamenti e ieri spia avaria motore. Quindi devo portarla dal meccanico. Si ma nel mentre come faccio? Chi mi presta la macchina? Devo organizzarmi con mia madre.
Che cazzo si guarda questo? Ah è vero, ho un negozio, può e magari anche entra a comprare.
Oddio sento che devo fare delle puzze. Speriamo non si sentano odore e rumore.
Perché se io pulisco casa non è mai pulita come quando viene la donna delle pulizie (ovvero una volta ogni 4 mesi)?
Devi fare olio di henné e taglio dal parru. Maaamma mia come non vedo l'ora di vedere i miei ricci rinascere con questi cm in meno di capello trattato.
Da tre giorni ho ricominciato a fare la dieta molto precisa e allora perchè mi sembra un'eternità che non mangio cose buone? Perché non sono Kate Upton dopo tre giorni?
Se dimagrisco il giusto non dovrò comprare vestiti invernali che ho quelli di un paio di anni fa. Ragiono proprio da pezzente a volte.
Che voglia di pollo fritto o creme brulé.
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corallorosso · 4 years
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LE NOZZE BERBERE Sarà stasera, sotto questo "tappeto di stelle" che illumina il cielo arabo, la notte del DJEFA, il terzo giorno di festa per le nozze di Foued e Khalida. Il primo giorno, chiamato BIENNA, Lei ha raggiunto la casa dello sposo. Il corteo dei cammelli ha percorso la piccola strada che da Oum Saleh, un insieme di tende alle porte di El Khadra, costeggia l'oasi e si snoda sulla sabbia, fino al villaggio. Khalida, nel suo abito rosso con ricami dorati, era scortata da tutta la famiglia e dagli invitati alle nozze. Il volto coperto da un velo, che scendeva poi sulle spalle, per nascondere agli occhi degli estranei la sua bellezza, promessa allo sposo. Davanti alla casa di Foued, il padre di Lui, in piedi accanto al tavolo con una caraffa d'acqua ed un pane (tabouna) cotto nel forno di pietra. Il padre di Khalida, s'avvicina ed accetta il pane che l'Uomo gli porge e beve dalla caraffa un sorso d'acqua. E' un segno di pace e fratellanza. La madre di Khalida s'avvicina e riceve dalla madre di Foued i gioielli della promessa di nozze, bracciali e collane che la sposa dovrà portare il giorno delle nozze. Lei li mostra a tutta la famiglia ed alla sposa, ferma sul suo cammello. Partono le grida di giubilo delle donne del gruppo ed il rullare dei tamburi. Il padre di Foued consegna al padre di Lei una piccola borsa piena di soldi. Lui la apre e li mostra alla figlia che accenna il suo gradimento togliendosi lo scialle che le copre le spalle. Ora Khalida puo' entrare nella casa dello sposo, ma in stanze separate dalla famiglia di Lui. Il secondo giorno (ieri) é chiamato KESSOUA. Le donne, riunite in una stanza, iniziano a "dipingere" con l'henné il corpo della sposa. Mani e piedi vengono decorati con disegni floreali e segni d'augurio, piccoli pesci e la mano di Fatma (figlia di Maometto) che la proteggerà nella vita coniugale. Nel frattempo Foued si reca all'oasi con i suoi amici. Lo spogliano e lo lavano accuratamente, nell'acqua della sorgente. Completamente nudo, viene rasato nelle sue parti intime e gli vengono tagliati capelli e barba. Poi, sempre gli amici, lo cospargono di olio profumato massaggiando tutto il corpo. Viene rivestito di bianco, simbolo da sempre, della purezza ed in sella al suo cavallo, puo' ritornare a casa, preceduto dall'immancabile rullo dei tamburi e dal suono delle trombe. Oggi, é DJEFA, il giorno delle nozze. Khalida lascerà la sua stanza ed entrerà in quelle dello sposo. Verrà fatta accomodare su di un piccolo trono sistemato al centro per testimoniare, da quel momento, il suo possesso della casa. Foued, scortato dai famigliari, entrerà nella stanza e le solleverà il velo, rivelando a tutti la bellezza della sposa. Le offrirà un piccolo mazzo di fiori ed un anello con il quale suggellerà l'unione "indivisibile" della coppia. La festa proseguirà tutta la notte, con canti e balli e il classico barbecue. Chiunque passi é ospite, a chiunque verrà dato un bicchiere d'acqua ed un pezzo di montone. Appena all'orizzonte si profilerà la linea chiara del sole che sorge, Foued e Khalida si ritireranno nella loro stanza. Tutti gli altri usciranno in strada lasciando soli gli sposi. La donna più anziana della famiglia, se ne starà seduta accanto alla porta della camera. Quando Foued la chiamerà, potrà entrare, prendere il lenzuolo macchiato dal sangue dell'avvenuta deflorazione, e mostrarlo alla gente. Solo a questo punto, ciascuno potrà far ritorno nella propria casa. Foued e Khalida, resteranno in camera per otto giorni. Verranno serviti i pasti, e consentite le visite di parenti ed amici. Ognuno porterà come segno beneaugurante una "rosa del deserto". La leggenda narra che il Deserto si lamento' presso Dio per esser stato creato senza un fiore od un segno di vita. Dio pianse davanti all'accorato messaggio del Deserto e le sue lacrime, cadendo sulla sabbia, generarono le oasi. Intorno a loro fiorirono dei fiori di sabbia, chiamate dalla gente, le Rose. Donare una rosa di sabbia ad una coppia di sposi, é ripetere il "gesto di Dio". Là dove c'é il Deserto dell' Infertilità, nascerà la Vita. Auguri ❤ Claudio Khaled Ser
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carocinematv · 4 years
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Piccole Donne
Dolce, ottimista, meravigliosamente vero. Il romanzo Piccole Donne di L. M. Alcott è datato 1868 e sono moltissimi gli adattamenti cinematografici e televisivi che hanno raccontato la storia delle sorelle March.
Meg, Jo, Amy, Beth sono le eroine della vita di sempre, avvolte nella dolcezza genuina e negli stereotipi a cui era solita sottoporsi la donna americana del ‘800. Nella sua visione, la Gerwig ha restituito sullo schermo le emozioni della lettura ed un immaginario collettivo scenograficamente impeccabile. Non ci sono falle, non c’è noia, seppure la durata superi le due ore.
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Tecnicamente ineccepibile, ogni inquadratura è un dipinto ad olio. I costumi, le acconciature, quel velo di trucco che risalta le bellezze naturali e l’età di ogni personaggio, caratterizzando la tipicità ed unicità di carattere in piccoli dettagli. Non c’è una rivisitazione in senso stretto del romanzo originale, ma Piccole Donne nasce come autobiografia e si rinventa, tornando sempre a raccontare la vita di chi sceglie di rispolverarlo.
Caro Piccole Donne, sei un gioco di flashback, tra ricordi dell’infanzia nella casa familiare, tutte e quattro insieme ed il presente fatto di stenti e di sacrifici, ma anche di successi editoriali e cambiamenti considerevoli. Jo è la personalità di spicco tra le quattro sorelle e la Ronan supera sé stessa ed i ruoli fin’ora interpretati, meritando molto più della sola candidatura al pregiato Oscar. L’aria della rivalsa, il desiderio di non mollare mai, di reinventarsi sono la spinta motivazionale che hanno condotto la Gerwig alla regia e la Ronan a tatuarsi Jo March sulla pelle. Non ne veste solo i panni, Saoirse Ronan è Jo March.
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Dolcissima e bilanciata Meg, intepretata dalla britannica Emma Watson che non ha svestito i panni del personaggio di Belle nel live-action Disney. Nonostante le similitudini tra i due personaggi, la Watson avrebbe dovuto caratterizzare (o personalizzare) la maggiore delle sorelle March, di contro l’opera è ben riuscita a Willa Fitzgerald nella miniserie Piccole Donne, prodotta da BBC One nel dicembre 2017. Meg questa volta la troviamo dopo il matrimonio con John Brooke (James Norton), tra gli stenti e le difficoltà economiche di un marito che non è la Bestia, il principe azzurro della favola.
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Non conoscevo Florence Pugh, o quanto meno non mi era mai saltata all’occhio, ma nei panni di Amy ho rivisto la vanità e l’audacia della terza figlia dei March. Capace di grandi capricci, è la “signorina” per eccellenza, la femminilità più spiccata, l’esempio di stereotipo di donna. Ebbene, questa Amy cela e soffre per amore, insegue quanto è meglio per la sua famiglia, agli occhi di Jo è la più viziata delle sorelle, ma a suo modo, Amy cavalca l’onda delle opportunità e stringe i denti. Probabilmente è la più fortunata delle quattro, ma non è forse soggettivo il concetto di “fortuna” quando ci si confronta con antagonismo?
Fragile, cagionevole e delicatissima, Eliza Scanlen è la Beth che ho sempre immaginato leggendo il romanzo. Guancciotte piene, occhi profondi, colori chiari, timida sin dal modo in cui guarda il mondo e si muove. Scalda il cuore del sig. Laurence (Chris Cooper) meglio di quanto non sia mai riuscito il nipote Laury/Teddy (Timothée Chalamet). Ecco un altro personaggio interpretato alla lettera, da far onore alla descrizione e alla fantasia della Alcott. L’intesa fisica e caratteriale tra Teddy e Jo è tangibile, Chalamet riesce a spiccare sullo schermo dando risalto al “figlio acquisito” dei March, amico di ognuna delle figlie, complice nelle circostanze della vita quotidiana.
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Mi ha un po’ fatta storcere il naso il capofamiglia sig. March (Bob Odenkirk) privato del simbolo della virilità di tutte le epoche, la barba lunga. Non è un mistero che l’anzianità di un uomo era soprattutto misurata sulla lunghezza della barba, difatti è perfettamente in sincro l’aspetto sbarbato e giovane di Chalamet, ma la rasatura a fior di pelle di Odenkirk rimane un neo di contestualizzazione storica. Allo stesso modo ho considerato un po’ irrealistico l’aspetto sempre allegro e la costante vivacità di Mamy March (Laura Dern), quasi fosse alleggerita del vuoto lasciato dal marito in guerra.
Nota di merito indubbia per la zia March, la straordinaria Meryl Streep non ha bisogno di adulazioni, ma si conferma perfetta in ogni veste, in ogni occasione e puntuale nell’interpretazione.
Insomma...
Autoriale, intima e personale, bellissimo da guardare e da vivere, sopratutto sul grande schermo. Piccole Donne che da sempre insegnano il valore della famiglia, dell’amore, il sacrificio, quei principi che oggi abbiamo bisogno di contestualizzare. Il difficile momento in cui la bambina diventa adulta, il racconto di quelle circostanze che hanno permesso la crescita si svelano sul finale e rendono palese la narrazione di Jo all’editore.
Si conferma una regia coraggiosa e matura quella della Gerwig, al suo secondo lungometraggio d’autore, prendendosi qualche libertà e curando il dettaglio dei titoli di coda, come il testo di un antico libro. Una pagina di letteratura americana ingiallita, ma sempre ricca di emozioni e della freschezza della gioventù delle protagoniste.
Nel 2020 avevamo bisogno della crescita, della bellezza e della bontà di sentimenti 800eschi? Sono certa di sì.
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Tornare alle origini: La Forbice per il Taglio
Stewart è qui in cerca di affinare il suo look da Darren a Gentleman & Ladri. E ' passato circa un mese dal suo ultimo taglio di capelli, in modo che egli è principalmente di andare per un assetto. Darren spazza da un lato e vogliono i lati per essere molto più morbido. Ha intenzione di iniziare con una forbice tagliare, in modo che egli si avvia verso il retro della testa. Sempre opera direttamente di fronte a dove si sta in piedi, come per non fare il taglio irregolare. Questo gli permette di tagliare i bordi e li forma come necessario.
Le persone dicono sempre che è più facile e veloce per lavorare con i clippers, ma Darren ha oltre 20 anni di esperienza ed è convinto che si può essere solo un rapido con un paio di forbici. Egli non ha bisogno di mantenere il passaggio di guardie, solo cambiando l'angolo del pettine. Ora ne prende le forbici e pettine in un angolo e prendere un po ' di peso fuori. Non mi sembra di lavorare in un primo momento, in modo che li porta a una diversa angolazione per vedere cosa funziona meglio. Sicuramente lo lascia con un taglio di capelli più morbidi.
Darren inizia a modellare i lati della barba. Egli osserva che è molto più facile a che fare con i capelli asciutti. Quando è bagnato, non si può realmente vedere la forma di edificazione, molto. Lui smorza un po ' giù di lavorare in alto però. Egli non desidera farlo sembrare come un combover. Lui non sta cercando di prendere troppo peso la parte superiore. Il punto è principalmente per collegare il minor punti. La lunghezza non è la priorità, è il peso.
Con la barba vuole prendere la larghezza sui lati un po', e ottenere i capelli vicino le labbra tagliato. Essi dargli un capo come Batman così Darren può vedere quello che fa. Vuole lasciare un sacco di lunghezza attraverso la parte anteriore, ma basta tagliare i lati. Darren soggiorni in un punto davanti a Stewart che si sposta da un dritto a rovescio per ottenere tagliare entrambi i lati ugualmente. Si passa a tagliare i peli vaganti tutto intorno e sopra le labbra.
Darren completa il look con un po ' di Mare Sale Spray per capelli, e alcuni Vecchi Soldi Barba Olio, per la sua barba. Quindi si utilizza un asciugacapelli e regolatori di bordo per pulire il taglio e inviare Stewart fuori dalla porta con un sorriso sul suo volto.
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sciatu · 5 years
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LE LACRIME DI BEPPE
Ecco, ora che sono arrivato su questa pagina bianca, tutto quello che ho visto e vissuto, mi appare assurdo e se qui scrivo è solo per aggrapparmi a qualcosa di tangibile e reale per capire e capendo finalmente, dimenticare, passando dal mondo immateriale delle sensazioni a quello reale della materia, della carta e della carne che durano quanto devono durare e poi scompaiono come spero facciano i miei sensi di colpa. All’inizio non ci pensavo, mi avevano detto che Beppe era caduto e che si era fatto male, qualcosa che può accadere a chiunque e che nella vita di ognuno può essere riassunto in quella somma di avvenimenti stupidi e fastidiosi che possono purtroppo capitare. Chiamai Santu per avere notizie e lui mi disse che era con Beppe all’ospedale perché l’ex moglie di Beppe che stava a Torino, lo aveva avvertito pregandolo di chiedere al paese dove fosse finito il suo ex marito. Ora, già tutta questa ripetizione del suffisso ex mi sembra una cosa brutta, quasi innaturale perché lui e lei per noi, erano più che amici e saperli ormai divisi ci fa ancora male anche se loro si comportano come se fosse normale aver finito il camino che anni prima, tra mille difficoltà, avevano iniziato. Eppure quando nelle estati della nostra giovinezza, io Santu e Beppe restavamo i soli in piazza e tutti gli altri ci avevano lasciati per andare a dormire, Beppe ci parlava sempre di lei e di tutte le difficoltà che avevano a volersi bene per via di tutti quei preconcetti paesani che mettevano famiglia contro famiglia. A quei tempi io, Santu e Beppe, passavamo le notti a parlare a raccontare ognuno i suoi problemi, ascoltando gli ultimi improperi degli ubriachi che si addormentavano sulle panchina della grande piazza del paese, osservando le finestre delle case spegnersi ad una ad una fino a che anche le deboli lampade dei lampioni si confondevano con le stelle e nelle strade si sentivano solo i nostri passi, l’abbaiare lontano dei cani nei monti e il gorgoglio delle fontane dove ci fermavamo a discutere sulle cose della vita che ancora dovevamo scoprire, finendo per lasciar perdere l’alta filosofia e incominciando con il  raccontare barzellette senza fine. In quel nostro fare della nostra vita un insieme di atti comici, in cui recitavamo i nostri giorni con ironia e rabbia, non avevamo coscienza del tempo che passava, non avevamo la consapevolezza di quel nostro crescere anno dopo anno facendo sempre le stesse cose, negli stessi luoghi, nello stesso modo,  perché il giorno dopo sarebbe stato uguale a quello appena finito e il prossimo anno non sarebbe stato diverso da quello che vivevamo, forse perché in fondo era cosi che ci piaceva. La nostra giornata finiva quando la notte era ormai inoltrata e solo il chiarore che appariva sui monti ci spingeva a cercare il letto ed il sonno. Quando rientravo, la casa dei nonni era calda, un grembo silenzioso dove tutti dormivano ed in cui era bello andare ad accucciarsi; spesso non mi ero ancora addormentato che la nonna si alzava per preparare l’impasto del pane e il rumore dei suoi pugni che entravano ritmicamente nella pasta lievita e umida mi faceva scivolare in sogni in cui risentivo il profumo della legna che bruciava nel forno e il gusto del pane caldo su cui la nonna versava un po' di olio e di zucchero; ma nei miei sogni non vi era nulla della fatica  di mia nonna. Confesso quindi il mio peccato, il pensare che quella vita, protetta e senza responsabilità fosse la vera vita, quella che avrei sempre vissuto. Era infatti la nostra, l’età della falsa innocenza, quell'innocenza che hai solo perché non è messa alla prova, in più non avevamo nulla e quindi pensavamo che crescendo non avremmo perso nulla, senza sapere che quello che, in quei giorni semplici e banali, possedevamo dentro di noi valeva più dei motorini o delle magliette eleganti dei nostri amici ricchi e che in fondo eravamo veramente ricchi, con la nostra amicizia, i nostri amori, tutte ricchezze che sperperavamo senza pensarci. Per questo non facevamo caso ad esempio a come la nostra amica M. si bruciasse il cervello con pastiglie e siringhe, restammo, sempre per esempio, indifferenti al fatto che il nostro amico Nino avesse deciso di entrare in seminario, e consideravamo solo il lato comico della vita di Essere Strano crocifisso nei suoi amori diversi; eravamo indifferenti anche a chi partiva per la Germania e la Francia per iniziare una nuova vita che non avrebbero mai apprezzato; forse vivevamo di barzellette, proprio per non vedere, non scegliere, non credere, illudendoci che la vita fosse solo pane caldo con un po' d’olio e lo zucchero. Il mattino dopo, buttato giù dal letto dalle zie e dalle grida dei venditori di pesce e di frutta, aspettavo che Santu mi passasse a prendere, già attivo e dinamico perché dopo poche ore di sonno suo padre lo svegliava per farlo lavorare con lui per preparate i formaggi e la ricotta; una volta finito con suo padre, Santu veniva a prendermi e salivamo nel bar della piazza per una granita o il solito cazzeggio mattutino. Quando stavamo per tornare a casa per il pranzo, appariva Beppe che senza salutare nessuno, con gli occhi gonfi impastati di sonno, si avvicinava al bancone del bar e ordinava una “mezza birra” con dentro un po' di granita al limone. Noi ci ridevamo di questa birra mattutina e pensavamo fosse normale, visto che quando non frequentava l’università a Torino e non stava al paese, Beppe viveva con i suoi in Germania, dove la birra, ci diceva, era quello che per noi era l’acqua della fontana. Poi il tempo ci chiese conto di tutta la leggerezza con cui fino ad allora avevamo vissuto; i matrimoni ed i figli ci fecero perdere di vista l’uno con l’altro, ma quando potevamo, ogni estate passavamo le notti a parlare, vagando per il paese, facendo scherzi a chi dormiva e raccontandoci barzellette senza fine. Volevamo tornare a quello che eravamo stati, perché il mondo in cui ogni giorno lottavamo, era più forte della nostra volontà, volevamo essere gli eroi dei film che vedevamo, solo per non dover faticare e soffrire, volevamo essere tante cose belle e stupide, senza mai riuscirci. Successero anche cose brutte. Beppe perse la madre e suo padre si ammalò per lungo tempo, cosi che lui doveva badare al fratello che aveva qualche problema mentale, facendo la spola tra Torino e il paese.  Forse cambiò allora. Non lo so, di sicuro cambiò anche il suo rapporto con la moglie. Tornava al paese in modo irregolare giustificandosi con il dover lavorare anche se ci sembrava strano un lavoro che continuava anche in agosto, senza fermarsi mai. Poi capimmo che si era separato, anche se nessuno di loro due ne parlava; non li vedevamo più insieme e se chiedevamo all’uno dell’altra ricevevamo sempre risposte evasive. Lui ad un certo punto scomparve, non lo si vide più in giro né d’estate, quando l’ex ci diceva che lavorava, né d’inverno, quando avrebbe dovuto avere le ferie, anche se qualcuno ci diceva di averlo incontrato al bar del paese alle sei del mattino con la sua mezza birra. Santu un giorno, stanco delle voci e delle strane indicazioni che ricevevamo su dove fosse, incominciò a bussare alla sua porta chiamandolo a gran voce; nessuno però gli aprì anche se la luce della cucina era accesa. Perciò quando la ex chiamò Santo per dirgli della caduta, non sapevamo neppure che fosse nella casa del paese. Fu vedendolo nel letto d’ospedale che Santo capì tutto. Lo capii anch’io quando la sera, accompagnato da Santo andai a trovarlo nella clinica in cui era. Entrai pensando di vederlo seduto a letto alto e forte come sempre. Invece, nella stanza vuota solo un letto era occupato; su di esso disteso come una coperta vecchia lasciata li per caso, c’era un signore magro, con una lunga barba a tratti grigia a tratti bianca, due braccia scheletriche piene di ematomi e di aghi, ed una pancia enorme, innaturale, quella che ha chi ha bevuto troppo ed il fegato non riesce a filtrare tutto l’alcool che gli arriva. Mi avvicinai incredulo e l’osservai. “Beppe – lo chiamai stupito e incerto osservando la ferita in testa che si era procurato cadendo e stupidamente aggiunsi – come stai?” Mi guardò riconoscendomi e mentre i suoi occhi si illuminavano della luce che da ragazzi ci brillava dentro quando ci incontravamo, il suo sorriso si allargò, debole e sincero, identico a quello che aveva da bambino e che non lo aveva mai lasciato. Tentò di muoversi ma debole, schiacciato dalla grande pancia, fece solo pochi gesti, lenti e sofferti. Nascondemmo l’emozione dicendo banalità e cose ovvie, chiedendo cose inutili o che sapevamo già. Rispondeva a fatica, biascicando le parole mischiate con smorfie di dolore. Santu, vedendo i piatti della cena intoccati, lo sgridò dicendogli che doveva mangiare. Lui alzò gli occhi al cielo come a chiedere aiuto per un altro supplizio che doveva subire. Mi misi a ridere “Se non mangi fanno come con il maiale del contadino…” Santu e Beppe mi guardarono non capendo “Ma si, la barzelletta dove il contadino vuol fare ingrassare il maiale e gli mette un tappo di damigiana nel sedere, poi, quando il maiale è grossissimo lo porta alla fiera e siccome è troppo grosso lo rinchiudono nella gabbia con la scimmietta. Lei curiosa come tutte le scimmie, lo incomincia a toccare fino a che nella fiera sentono il boato di un’esplosione e dove c’era la gabbia trovano una montagna di merda; scavano li dentro e trovano la scimmietta che con una mano si copre gli occhi e con l’altra cerca di rimettere a posto il tappo…” Incominciarono a ridere di gusto “e quella del sarto di Parigi… la ricordate – chiese ridendo Santu – “lei dove lo porta…..?”” fece ricordando un passaggio chiave della barzelletta. “se no un dolore, ma un dolore che per tre giorni non la lascia più….” Conclusi mentre scoppiavamo tutti e tre a ridere di cuore a ricordare la barzelletta che era il cavallo di battaglia di Beppe. Ridemmo come ai vecchi tempi, per una storia che sapevamo e che ormai era detta e ridetta ma che ci faceva ridere perché ci ricordava quello che allora eravamo, ridandoci la gioia che allora avevamo. Come allora, volevamo nascondere la realtà dietro un sorriso. Beppe però incominciò a tossire, sempre più forte finche ci preoccupammo di lui e ci avvicinammo per aiutarlo. Pian piano la tosse si calmò e quando fini mi accorsi che Beppe stava piangendo. Si vergognava delle sue lacrime e non ci guardava, mentre le lacrime scendevano dagli occhi fino alle braccia magre e si perdevano sul pavimento accanto al sacchetto di plastica dove si raccoglievano le sue urine. “Beppe …” fece Santu non sapendo che dire “Non fare così, vedrai che fra qualche giorno sarai ancora in piedi….” Aggiunsi ma dentro di me mi chiedevo se sarebbe stato veramente così, se sarebbe veramente uscito da quella stanza e forse si chiedeva anche lui se sarebbe tornato a quella vita da cui si era nascosto, cercando nel vino o nelle birre, il sollievo ad esistere. Santu gli asciugò le lacrime con un tovagliolo di carta. “tutto si sistemerà vedrai, parlerò con Nino, lui è Monsignore, ti troveremo un posto in una RSA, qualcuno al paese penserà a tuo fratello.” ma Beppe continuava a piangere. Ormai aveva capito che non poteva nascondersi più, che era troppo tardi per inventare scuse e per fuggire con l’aiuto di un bicchiere; ci disse la verità senza dire una parola: un lavoro non l’aveva mai avuto, si era nascosto al paese per fuggire a tutto il mondo che gli era caduto addosso e che con quel suo rotolare sopra di lui schiacciandolo con la sua indifferenza, lo aveva fatto sentire ormai inutile e vinto. Forse, anzi no, sicuramente, aveva sbagliato a non chiedere mai aiuto e noi dovevamo ammettere che non avevamo mai saputo capire che c’era stato un punto tra una barzelletta e l’altra, in cui lui aveva iniziato ad uccidersi. Ci eravamo accorti del suo dolore troppo tardi, distratti, magari impegnati a tentare di vivere o subire le nostre vite, ma troppo infantili per sentire il suo grido d’aiuto, un grido di cui lui stesso si vergognava. Il tempo delle barzellette era ormai finito nelle lacrime di Beppe. Chi stava uccidendo Beppe non era l’alcool che gli aveva bruciato il corpo, non erano le barzellette in cui nascondevamo le nostre angosce, non era la moglie che ormai senza più amore non sapeva più tenerlo attaccato alla realtà. Lo stava uccidendo il suo stordirsi con la sua solitudine e l’incapacità a reagire, lo stava uccidendo il suo voler evitare decisioni e azioni che sapeva di dover prendere o fare, stava morendo perché aveva scelto il modo sbagliato di difendersi dal senso di sconfitta che provava, dal quel peso di vivere che ormai non sopportava. D’improvviso tutte le nostre certezze, il nostro sentirci senza peccato, il valore che davamo alla nostra amicizia vacillarono; ognuno di noi è l’autore della sua felicità o del suo fallimento esistenziale, possiamo dare tutte le colpe che vogliamo a tutti coloro che conosciamo e che ci hanno fatto del male, ma siamo noi che quel male ce lo facciamo scivolare addosso o ce lo teniamo dentro, nutrendolo con le nostre insicurezze fino a che ci soffoca e distrugge. Ora, a vedere Beppe, tutto quello che eravamo stati, sembrava dover essere messo in discussione. Prima delle lacrime di Beppe pensavamo che avevamo vissuto la nostra vita, mentre in verità avevamo semplicemente serpeggiato tra persone e vicende scegliendo ogni volta la strada più facile, evitando gli ideali o le scelte fondamentali, solo perché era più comodo non averne, preferendo vivere di barzellette, cosa che in fondo era più facile anche se era inutile; cosi alla fine amavamo senza crederci e vivevamo, per inerzia, senza volere responsabilità, senza avere alcun progetto di vita, come una pietra che a caso rotola a valle, senza dare un senso al nostro correre verso quel nulla che era diventato le lacrime di Beppe, lo specchio che rifletteva quello che eravamo. Ecco, alla fine è questo quello che volevo dire, che non bisognerebbe mai far piangere un amico perché non lo capiamo o lui non sa chiederci aiuto, che non bisognerebbe mai aver paura di affrontare la vita con tutti i dolori e le difficoltà che si porta dietro e che non aver il coraggio di dire ed affrontare la verità, vuol dire non voler vivere. Ora Beppe è in un ospizio che Nino gestisce; è ingrassato e si è tagliato la barba. Passiamo a vederlo ogni giorno e lo portiamo nel giardino con la carrozzella, magari facendo la corsa nei lunghi corridoi con qualche vecchio spinto da una suora. Una volta in giardino, parliamo di questo e di quello o descriviamo le nostre giornate ma soprattutto, parliamo di quello che vorremmo fare il giorno o la settimana dopo, perché abbiamo capito che non possiamo più far finta di non vedere o di non esserci ed anche se tardi, dobbiamo dire alla vita che noi esistiamo e che vogliamo dire la nostra. Comunque, per scelta o per caso, non ci raccontiamo più barzellette.
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olitaly · 2 years
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scontomio · 1 year
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pevons · 2 years
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“Omaggio a Paul Cezanne”, olio su tela, cm. 35 x 45 www.claudiopavone.it In “Omaggio a Paul Cezanne”, Claudio Pavone esprime tutta la sua ammirazione per quel maestro che fu il grande pittore francese. Nell’originale di questa “copia d’arte”, custodita presso il Kunstmuseum di Berna e realizzata tra il 1879 e il 1880 col titolo “Autoritratto con cappello”, Cezanne si ritrae all’età di circa quarant’anni. Come risaputo, i colori spesso irreali dei suoi quadri hanno valenza simbolica. In questo caso, il colore giallastro del viso sta a indicare vitalità. Il pittore, calvo, ha qui la testa coperta da un cappello e una lunga barba, folta e scura. E’ stato scritto che in quest’opera l’autore sembra al tempo stesso sia vecchio che giovane. Nel suo sguardo si legge comunque il peso dei difficili rapporti col padre, dei problemi familiari e dell’incomprensione del pubblico del suo tempo. Il pittore Claudio Pavone, a distanza di 140 anni, fa rivivere tutto questo, ricordando un grande della storia dell’arte! #pittoriitalianicontemporanei #pittoriunitiditalia #cernuscosulnaviglio #artistcoachingitalia #arteastrattacontemporanea #arteastrattamoderna #pitturasacra #sacro #artereligiosa #pitturasacra #artereligiosa #artesacra #pitturasacracontemporanea #pitturasacra #pitturasacramoderna #pittoriitalianicontemporanei #natale #pittori_uniti_italia #abstractart #abstractpainting #abstract #landscape #paesaggio #garden #Comune_Cernusco_sul_Naviglio #comunedicernuscosulnaviglio #pioltello #oilpainting #oilpainter #oilpaintingoncanvas  (presso Cernusco sul Naviglio) https://www.instagram.com/p/ClySfmyD9mD/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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kon-igi · 6 years
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SKEGGOX - THE ULTIMATE RESTORING
Intanto devo ringraziare del regalo il mio amico @salfadog che mi ha letto nel pensiero dopo che ho notato nel suo giardino, appoggiata a un muro, un’ascia barbuta norvegese, dotazione standard dei carpentieri nordici ma praticamente sconosciuta nel nostro paese.
Per prima cosa ho tolto il vecchio manico in legno di pino e dopo aver ripulito dalla ruggine la testa con un disco a fili d’acciaio (con cui ho ottenuto l’effetto spazzolato) mi sono imbarcato nella peggiore scelta della mia vita: tagliare a mano il manico da un vecchio paletto di castagno da 20 anni piantato nella mia vigna.
(non sono masochista, solo povero di spazio e di potere di convincimento: forse dovrei essere su Patreon per il vostro generoso finanziamento finalizzato all’acquisto di una sega a nastro a cui la mia compagna non potrebbe dire di no)
Una volta cavato anche l’altro occhio di Odino a forza di bestemmie e augurato a Freya un figlio con la testa enorme, ho disegnato la sagoma del manico a spalla larga e concava sotto la barba, pancia convessa e apice a piede di cerbiatto con calcagno stondato e quindi ho tagliato di nuovo con una Kijima (più flessibile e precisa del saracco)
Spopolato ancora il Valhalla a suon d’insulti e ottenuto una sagoma grezza, ho usato tre raspe a denti via via più sottili per ottenere forma e spessore giusti, dopodiché ho levigato con disco e con carta vetrata, prima per legno e poi per metallo. 
Inserita la testa e fissatala con cuneo a spacco longitudinale, ho usato abbondante olio paglierino e inciso a pirografo un Icovellavna dell’Eternità di protezione contro gli Wendol su entrambe le spalle.
Ora sono pronto...
Ecco, là io vedo mio padre, ecco, là io vedo mia madre, le mie sorelle e i miei fratelli, ecco, là io vedo  tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine, ecco, ora chiamano me e mi invitano a prendere posto in mezzo a loro, nella sala della Valhalla, dove l'impavido può vivere per sempre.
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ritahasaproblem · 6 years
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L'au in cui Ermal porta fortuna ai suoi wingmen -la vendetta
Perdonate il ritardo se potete, ma mamma m'ha fatta ritardataria ed è un vizio difficile da levare
Parte 1: http://ritahasaproblem.tumblr.com/post/175885001510/lau-in-cui-ermal-porta-fortuna-ai-suoi-wingmen Parte 2: http://ritahasaproblem.tumblr.com/post/175919631695/lau-in-cui-ermal-porta-fortuna-ai-suoi-wingmen
Clippino di recap: Fabrizio (la ragione per cui Ermal è così disperatamente in cerca di una relazione ma altrettanto disperatamente incapace di trovarla) si è appena offerto, in un moto di masochismo generosità, di tentare di fargli da wingman
Ermal è un ragazzo pragmatico: questo è il fondo, se lo tocca ora può solo risalire, giusto?
lol
Certo, se prima era smanioso di trovarsi un appuntamento e setacciava l'Internet alla ricerca di qualcuno con cui uscire, stavolta è un po' più restio, e potrebbe aver scartato cinque o sei persone per i motivi più futili, perché insomma, deve trovare qualcuno che gli interessi abbastanza da potersi concentrare su quella persona e non sul fatto che è un appuntamento al quale sta partecipando pure Fabrizio
E siccome son passate due settimane e ancora niente, il buon Bizio prende in mano la situazione, perché è convinto che Ermal si stia facendo paranoie inutili e abbia involontariamente scelto dei casi umani le prime volte e quindi ora sia solo scoraggiato
"Ho chiesto na mano a Bianca e m'ha detto che ha un'amica che te potrebbe piacere, ce famo n'uscita noi quattro e vedrai che va bene"
Ora, Ermal in tutto questo tempo non ha mai sentito parlare di sta Bianca
E sì che tra Roberto e Claudio e Andrea e mezzo mondo, gli amici di Fabrizio gli sembrava di averli sentiti nominare tutti
E se due più due fa quattro, Fabrizio è sempre attento a non parlare della propria vita sentimentale e tale Bianca ha organizzato quello che sembra in tutto e per tutto un appuntamento a quattro... Beh, la soluzione evidente è che quella sia la persona che ha fatto smettere Fabrizio di interessarsi agli speed date, aka la sua tipa
È là che Ermal comincia a raschiare il fondo, scoprendo che al peggio non c'è mai limite
La serata la organizzano in un ristorante/pizzeria/trattoria di quelle che ti danno un mezzo kg di carbonara a 6 euro e tu piangi e chiedi pure il bis (locale scelto da Fabrizio CHISSÀ LO STOMACO DI CHI AVEVA IN MENTE NELLO SCEGLIERE), poi nel caso si va a bere qualcosa da qualche parte e boh si fa nottata si decide dopo
L'operazione "Cerca di non pensare a Fabrizio" parte male già dal fatto che devono arrivare assieme, un po' prima delle ragazze
E che la prima cosa che fa Fabrizio, dopo il rituale di saluto, è prendergli il cellulare da mano in una maniera che più che altro pare una carezzina
FabrIZIO COSA FAI FALLO CONCENTRARE INSOMMA
E invece no
Fabrizio deve fare cose indecenti come esistere e parlargli e scompigliargli i capelli e scombussolargli il cervello
Che disrispetto
Ermal è talmente intento a non sbavare su Fabrizio che manco s'accorge che Bianca e la sua amica sono arrivate
Bianca e la sua amica... Geppi
(E qui è necessario un piccolo excursus su come siamo arrivati a questo punto, ovvero: Fabrizio che dice a Bianca di quanto Ermal sia l'inventore del fuoco della scrittura e della ruota e di come abbia bisogno di qualcuno che lo faccia ridere e stare bene e catturi la sua attenzione, ché Ermal si distrae un sacco chissà perché ma è perché è uno che ha un sacco di cose interessanti nella testa e ha bisogno di qualcuno che stia al passo con lui e lo coinvolga al 100%
Di base, Bianca ha sentito sto discorso e ha capito che doveva stare là pure lei e sorreggere il povero Bizio in questa impresa da martire
Però, insomma, se c'è qualcuno con carisma da vendere che può attirare l'attenzione pure di uno in stato comatoso, quella è Geppi)
E quindi scattano le presentazioni prima di ordinare e lo small talk in attesa del CiboH ed Ermal è piacevolmente sorpreso nello scoprire che, una volta tanto, lui e la persona con cui dovrebbe star uscendo vanno d'accordo e non ha voglia di isolarsi dalla conversazione
Anche se, a dirla tutta, forse quello ha più a che fare col fatto che se ha voglia di dire a Fabrizio che la persona con cui sta discutendo è troppo divertente, può sporgersi di lato e dirglielo a bassa voce
(E forse questo succede più spesso di quanto sia normale, ma insomma, diamogli tregua. Ci sta provando, almeno)
E se vuole asfaltarlo (e anche questo succede piuttosto spesso) può farlo lì davanti a tutti
Quindi, beh, all'arrivo del primo Ermal ha ottime speranze di arrivare sano e salvo a fine serata, addirittura potrebbe riuscire ad avere un'uscita decente da solo con lei perché stanno avendo un banter niente male
E in generale si sta divertendo, nonostante il reminder che Fabrizio è assolutamente fuori dalla sua portata sia a quel tavolo e rida con loro
Vedi che gira che ti gira era il suo gruppo di amici a portargli sfiga?
Non fa in tempo a pensarlo, che sia Fabrizio che Geppi si assentano da tavola, una verso il bagno e l'altro verso il forno a legna a chiedere al pizzaiolo amico suo se può far loro ancora un po' di quel pane pizza olio e sale
E quindi Ermal resta solo con Bianca, alla ricerca di un argomento di conversazione che non sia "Spero che tu sappia che hai una fortuna allucinante e che ringrazi ogni giorno la tua buona stella"
Ovviamente, quello che gli esce di bocca è "Sono contento che Fabrizio abbia trovato qualcuno come te"
questo, bambini, è il motivo per cui non si inizia a bere a stomaco vuoto in attesa del primo
Bianca è: fINFINITO
E poi gli scoppia a ridere in faccia
"Siamo solo amici, guarda che Fabrizio è single"
Ah.
Quindi non è che Ermal è arrivato troppo tardi rispetto a una terza persona, è proprio che con Fabrizio non aveva mezza chance dall'inizio
come può una persona così intelligente essere anche così stupida
In teoria non è niente che cambi in qualche modo la situazione, in pratica la cosa lo butta abbastanza giù e si ritrova a fare il pesce rosso triste davanti a Bianca la quale per contro sta pregando che Geppi non abbia avuto il colpo di fulmine della vita perché altrimenti son casini
"Oh. Capisco" riesce a dire dopo cinque minuti spesi a fissare il piatto
"Me pare strano, te che capisci qualcosa"
Ovviamente là torna Fabrizio, con il piatto del pane di nuovo pieno
E altrettanto ovviamente ci vogliono cinque minuti per capire che Ermal è d'improvviso di cattivo umore, nonostante non capisca perché, dato che Bianca non ha perso tempo per dirgli che hanno parlato del fatto che lui fosse single
(E Bianca potrebbe avergli dato un pestone sul piede, ma quello non l'ha proprio capito)
Qual è la strategia perseguita da Fabrizio per rimetterlo di buonumore e conseguentemente far andare bene l'uscita?
Ma chiaramente riempirlo d'attenzioni e cercare di farlo ridere e "Assaggia che questa è una ricetta strana, l'amico mio ce la sta facendo provare in anteprima"
E mannaggiaallamiseria Bizio però
Ad Ermal il buonumore torna, sì, perché insomma tra Fabrizio che fa tutto il carino e le discussioni con Geppi, è difficile non accantonare i problemi e concentrarsi sulle cose belle
Certo che se i camerieri non avessero dato per scontato che avrebbero diviso il dessert come una coppia, sarebbe stato meglio
E se Geppi non gli avesse detto "Ma hai studiato le puntate di casa vianello tutta l'infanzia per fare un'imitazione così accurata di Sandra Mondaini o ti viene naturale? Ti dice anche "Che barba, che noia" quando uscite da soli?" mentre correggeva il racconto di Fabrizio sul loro primo incontro, forse sarebbe stato meno imbarazzante
("Penso inizierà a farlo uno di questi giorni" è stata la risposta di Fabrizio. Bastardo.)
Quindi, sì, beh, magari non ha trovato l'amore della sua vita, ma hai voglia se la serata poteva andare peggio
Quindi decidono di pigliarsi una cosa al bar tutti insieme, perché la notte è ancora ggggiovane e loro soffrono d'insonnia
Cioè, Ermal e Fabrizio ne soffrono, Bianca e Geppi mancopenniente, tant'è che tempo di bere il digestivo e chiacchierare un altro po' e Bianca decide che è troppo stanca e vorrebbe rincasare, e Geppi la segue a ruota, visto che sono venute in macchina assieme
Siccome ha posteggiato un po' lontano, Bianca va a prendere l'auto, scortata dal buon Bizio (che subito va di gomitata ad Ermal per segnalare che quello è il momento per farsi avanti), mentre Ermal e Geppi restano ad attenderli fuori dal locale
Fabrizio gli restituisce pure il telefono, perché altrimenti come fa a scambiarsi il numero con Geppi
E il numero se lo scambiano pure, perché sono stati bene e davvero, Ermal non si spanciava così da quando ancora esisteva Zelig ed era divertente, ma quando le chiede se magari possono fare il bis una di quelle sere, lei inarca un sopracciglio e se la ride
"Ma se hai passato tutta la sera a fissare Fabrizio manco Simona Ventura con i tacchi in saldo da Pittarosso, dai, non pigliamoci in giro. Piuttosto, vai e coddatelo anche per noi che non possiamo, o davvero è uno spreco, insomma, ti devo dire tutto io? Vicini sembrate un po' le gemelline di Shining, però lui è un gran pezzo d'uomo e tu pure, se siete contenti anche meglio"
Ermal è veramente confuso, non è sicuro di cosa gli sia stato consigliato di fare, ma più che salutarla con un sospiro non può fare
Nel frattempo che lei sale in macchina, ovviamente torna anche Fabrizio
"Beh, te lo sei guadagnato sto secondo appuntamento?"
Fantastico. Gli mancava solo questa. "No" mugugna, mentre si incamminano verso le macchine, e prega che a Fabrizio basti.
"Ma pensavo le piacessi, stava andando bene, non ti sei nemmeno distratto!"
"E invece no, capita"
"La prossima volta andrà meglio, vedrai"
Ed è lì che Ermal sbotta
"Fabrì, ma non ci arrivi proprio? Non andrà meglio finché continuerò a pensare a cosa potresti dire o fare o a dirti cagate quando sono con qualcun altro. Non c'entra un cazzo chi ho davanti o il cellulare o qualsiasi altra cosa. Il problema è il mio, ora ti è chiaro o hai bisogno della traduzione in romanaccio?"
Bizio.exe has stopped working
Fortunatamente si ripiglia subito, perché Ermal nel frattempo si è allontanato a grandi falcate, già preparandosi mentalmente a doversi ubriacare con la birra schifosa delle macchinette dell'H24
E dover spiegare a Marco perché sta tornando all'una e mezza di notte con tredici lattine di birra
E invece no!, perché Fabrizio lo raggiunge di corsa e gli si para davanti col fiatone
Che mannaggiaallaputtana pure in quel frangente lì la mente di Ermal lo tradisce e va a pensare a quanto sia bello
"Sai che mi sa c'avevano ragione gli amici tuoi" "Mi sembra proprio improbabile, non hanno mai ragione su nulla" "Questa volta sì" "Seh, va beh, su cosa, sentiamo"
"Farti da palo regala botte di culo incredibili" dice, prima di gettargli le braccia al collo e baciarlo come entrambi volevano da troppo tempo.
È uno di quei baci da film, sotto la luce dei lampioni, quella che Ermal ha sempre trovato incredibilmente suggestiva, e per un attimo, mentre le loro labbra si cercano e si rincorrono per l'ennesima volta in pochi minuti, riflette sul fatto che ora avrà un motivo in più per considerarla tale -e forse, un giorno, si pentirà di questo, ma qualcosa gli dice che se quel giorno esisterà, è ancora molto lontano.
Il bacio finisce dopo poco, troppo poco, ma Fabrizio ha dovuto davvero correre e il suo fiato è quello di un fumatore, perciò gli lascia un ultimo bacio a fior di labbra e poi lo abbraccia stretto, le labbra che gli sfiorano il collo mentre sussurra "Ora ti è chiaro o te serve la traduzione in barese? Quello ce posso provà, l'albanese è troppo"
"Coglione" ride, e pensa che dovrebbe spingerlo via, almeno giocosamente, ma le sue mani stanno mettendo in atto una ribellione contro la sua mente e decidono di stringere i fianchi di Fabrizio ancora più forte, le dita che finiscono per infilarsi sotto la giacca di pelle che ha addosso.
"Però se vuoi spiegarmi un po' meglio non mi offendo, sai, c'è sempre spazio per le incomprensioni"
(Va a finire che Ermal torna a casa alle tre del mattino, un sorriso ebete che va da un orecchio all'altro e l'ombra di un succhiotto sul collo che, già lo sa, lo costringerà a scavare nell'armadio alla ricerca di una di quelle scarpette che gli ha regalato sua madre per proteggere la voce. A maggio
potrebbe esserci un epilogo ma io non garantisco nulla ok (((Coddare, per tutti coloro se lo stessero chiedendo, è "scopare" in sardo (cioè, sardo italianizzato) ed è letteralmente ciò che mi ha reso certa di dover usare Geppi come tizia dell'appuntamento perché non c'è nulla di più soddisfacente dell'utilizzare il verbo "coddare" mi dispiace))) Questo è tutto, grazie per tutto il feedback, spero quest'avventura disagio sia stata divertente anche per voi 💖💖💖💖
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