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PRIMA PAGINA Tirreno di Oggi domenica, 18 agosto 2024
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Oggi il percorso regala la dolcezza delle more
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LA LEGGENDA DI SAN MARTINO
Martino di Tours fu un vescovo cristiano che visse nel IV secolo d.C.
Era il giorno 11 Novembre,
il cielo era coperto, piovigginava e tirava un forte vento che penetrava nelle ossa. Martino, un giovane soldato di cavalleria della guardia imperiale, stava tornando a casa. Portava l’armatura, lo scudo, la spada e un mantello caldo e foderato di lana di pecora.
Ma ecco che lungo la strada, c’è un povero vecchietto coperto soltanto di pochi stracci che chiede l’elemosina, seduto per terra, tremante per il freddo.
Il cavaliere lo guarda e sente una stretta al cuore: “Poveretto, – pensa – morirà per il gelo!”
Impietosito, Martino scende dal cavallo e con un colpo secco di spada taglia in due il suo bel mantello e ne regala una parte al povero.
Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un vento rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l’aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l’estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell’atto di carità. In effetti, ancora oggi, nella settimana che ricorre San Martino, spesso si assiste ad un breve periodo in cui il clima diventa più mite e si parla di “estate di San Martino.” Si dice:
“L’estate di San Martino…dura tre giorni e un pocolino”
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Greatest Hits
L'altro giorno ho scritto un post dove chiedevo chi conoscesse il film di Chantal Akerman Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles. L'ho chiesto perchè ho scoperto che il periodicamente decennale numero speciale di Sight And Sound, prestigiosissima rivista cinematografica inglese, sui film più belli di sempre nel 2022 lo ha definito il più miglior film di tutti i tempi. Qui c'�� la classifica e qui la scheda del primo posto che ne spiega i motivi.
Ho scoperto anche che, introvabile, verrà messo in onda per i festeggiamenti del 35.mo anniversario di Fuori Orario. Cose (Mai) Viste, leggendaria trasmissione di RaiTre, che per decenni (dal 1988) ha regalato ai suoi notturni spettatori perle clamorose di cinema, documentari, musica e altro (date un occhio a RaiPlay per recuperare qualcosa).
Ringrazio @jacobyouarelost che nel suo intervento al primo mio post ha spiegato che, pur nella grandezza artistica del lavoro, il film di Akerman è lì per lo stesso motivo, questo lo aggiungo io, che nella classifica dei 500 Migliori brani del Secolo di Rolling Stone (aggiornata più volte negli ultimi anni, e questo già è un segnale) ha posizionato Respect di Aretha Franklin al Primo Posto, scalzando Like A Rolling Stone di Bob Dylan che ha capeggiato la classifica di tutte le passate liste.
@nanavitsaviee invece, dopo che le avevo chiesto del film in quanto brillante studentessa del settore cinematografico, mi ha fatto un'osservazione interessante, che è centrale: quanto conta, nel fare o non fare queste classifiche, il fatto che il cinema, forse più di musica e editoria, è un'industria potente? Mi ha fatto un esempio illuminante: al Festival ormai ci vanno i TikToker e non i critici, perchè serve altro che la critica, serve parlare e fare tendenza.
A tal proposito, cito un articolo che Mattia Carzaniga scrisse proprio dopo la notizia in questione sul film di Akerman: "la questione sollevata dalla classifica di Sight and Sound mi pare un’altra: il cinema, oggi, ha smesso di essere un’arte popolare. O meglio: si tende a premiare sempre e solo il merito artistico di un mezzo che certamente come arte non era nato" e cita un documentario, Sr. , che racconta la storia di Robert Downey Senior, padre del Junior attore tra i più famosi del mondo. È il ritratto di un autore, il padre, che non si è mai piegato al volere degli Studios e l’attore\figlio ex ribelle diventato il divo più pagato al mondo grazie ai colossi Marvel. Scrive Carzaniga: È un film umanamente magnifico, ma anche la definitiva ammissione di sconfitta del cinema come arte (scusate ancora) davvero popolare. Forse non lo è stata mai. Forse il cinema è sempre stato una vasta prateria con dentro tutto, troppo, fatta per feticisti che non saranno mai d’accordo gli uni con gli altri.
L'esigenza di classificare è il tentativo di dare ordine alla vastità delle cose. E soprattutto per trovare un modo di nominarle. L'uomo ha tentato, per i più vari motivi, di classificare e definire ogni cosa, per gestirla ed organizzarla. Esiste probabilmente una classificazione per ogni cosa materiale dell'umanità, e spesso anche per cose immateriali. Penso alla qualità della vita, alla povertà, alla soddisfazione. Ma come per la qualità del cinema o delle canzoni, o dei libri (ultimo caso, tutte le discussioni sulla scelta del New York Times di nominare L'amica geniale di Elena Ferrante il più bel romanzo degli ultimi 20 anni), più l'argomento è immateriale, e soggetto al gusto, più diviene discutibile.
E vogliamo parlare del rapporto emozionale privato che abbiamo con queste cose, che siano film, dischi o libri? Di tutte i sentimenti, i luoghi, le esperienze private che un titolo, famoso o meno, ci regala perchè visto con, o in un posto speciale, o in un giorno indimenticabile?
Questo discorso porta in posti davvero profondi, e fondamentali in un certo senso. Chiunque ha voglia di esprimersi a riguardo è il benvenuto!
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quando ho bisogno d'aiuto. non lo chiedo a nessuno. cerco di risolvere da solo a modo mio. non sono freddo. semplicemente non mi fido. O vogliono qualcosa in cambio o vogliono rovinarti. la gente è strana, oggi ti sorride, domani ti odia. se nasci con niente nessuno ti regala niente
#aforismi#frasi belle#citazioni#frasi tumblr#quotes#frasi italiane#frasi vere#frasi sagge#frasi rap#frasi celebri#neima ezza#lei
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Lei è Margaret. Lei è una signora distinta. È medico di base, vive nel Regno Unito, a nord di Londra. È il 1992. Parte per una vacanza in Marocco. Si affida a una guida. Sono in gruppo. La guida parla, racconta. Lei è incantata. Non ha mai sentito una voce così bella. Si volta. Lo osserva. I loro sguardi si incrociano. Si toccano. Lui è Oswald. Lui era un attore inglese. Ha girato film e serie tv. Lui ha prestato la sua voce al famoso annuncio “Mind the gap”, “Attenzione al vuoto”, che ricorda lo spazio fra treno e banchina nelle stazioni della metropolitana di Londra. Margaret e Oswald si amano. Vanno a vivere insieme. Si sposano. Vivono anni meravigliosi. È il 2007. Lui muore. Lei è persa. Sola. Il suo amore per Oswald era totalizzante. Ogni giorno Margaret esce di casa, va in stazione, si siede su una panchina e ascolta la voce del suo Oswald. Lui parla. Lei ricorda, rivive, sorride, si commuove. Se deve prendere un treno, aspetta quello successivo. La voce di Oswald le scalda il cuore. È il novembre del 2012. Margaret è seduta sulla panchina. Arriva il convoglio, accenna un sorriso pregustando il suono familiare delle parole del marito. Parte l’annuncio. Non è lui. Non è la voce di Oswald. È un suono quasi metallico. Impersonale. Anche le parole sono cambiate. Margaret scoppia in lacrime. È devastata. Si sente a pezzi. Il giorno dopo scrive una lettera ai gestori della metropolitana. Scopre che il vecchio annuncio è stato sostituito da uno digitale ricreato al computer. Margaret richiede una copia di quello registrato dal marito tanti anni prima. Vuole riascoltarlo a casa, ogni volta che ne ha voglia. Il direttore della Transport of London legge la lettera della signora Margaret McCollum. Rimane colpito. Emozionato. Regala la copia registrata alla donna, e ripristina l’annuncio originale nella stazione di Embankement. Ancora oggi, se vi capita di fermarvi in quella stazione di Londra, potete sentire la voce di Oswald Lawrence ripetere “Mind the gap”.
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quando ho bisogno di aiuto, non lo chiedo a nessuno. Cerco di risolvere da solo a modo mio. Non sono freddo, semplicemente non mi fido. O vogliono qualcosa in cambio, o vogliono rovinarti. La gente è strana. Oggi ti sorride, domani ti odia. Se nasci con niente, nessuno ti regala niente.
-Neima Ezza
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La camera oblunga
È a digiuno che comincio le mie battaglie più feroci, lo stomaco vuoto mi rende più leggero e veloce, la fame mi rende ferino.
Ci sono altri come me, alcuni cercano coraggio in fondo ad un bicchiere, altri pregano, la realtà è che non abbiamo scampo.
Siamo vittime delle nostre stesse decisioni, possiamo solamente incolpare noi stessi per essere qui, ma molti, come spesso accade devono fare cadere le colpe su altri, ma questo non li salverà.
Io non giudico nessuno, la natura umana agisce così, facciamo quello che siamo programmati per eseguire.
Una angusta e traballante camionetta ci trasporta nel luogo della nostra punizione, la tensione comincia a salire ,qualcuno cede di schianto e scoppia in lacrime, qualcuno lo consola, i soliti meccanismi umani.
la mia anima avvolta dalle fiamme urla inferocita, ma trattengo la bestia. non perderò il controllo, oggi non darò spettacolo per nessuno.
Mi hanno legato saldamente ad una sedia, gli altri sono nella mia stessa situazione, sono seduto a circa metà di questa camera oblunga, posso scorgere un centinaio di teste rivolte nella mia stessa direzione, quanti altri siano alle mie spalle non mi è dato saperlo.
Al centro della parete che mi è dato vedere c'è la porta dietro la quale il nostro aguzzino sta già muovendo chi sa quali strane manopole, al centro della porta uno stilizzato simbolo in acciaio che sembra richiamare un timone.
Dei figuranti in maschera cominciano una strana liturgia, una specie di danza che dovrebbe darci coraggio, che dovrebbe aiutarci nei momenti peggiori, delle icone raffigurate davanti ai miei occhi riproducono i movimenti principali di quella strana danza.
La tortura comincia, la camera comincia a scuotersi violentemente, le luci lampeggiano, la stanza pare allungarsi, la porta del bastardo si allontana, la struttura in qualche modo si sta spaghettificando, le luci si abbassano, il peso della testa aumenta e sembra potermi fracassare le vertebre, vorrei urlare, ma la pressione mi toglie il respiro, la mente come impazzita cerca disperatamente una via di fuga...ma qui non esistono vie di fuga.
Gli scossoni mi tolgono di senno, le icone raffigurate di fronte a me prendono vita e mi urlano "scappa!", ma dove? Il mio destino è già segnato.
Il tizio ai comandi ci regala un po' di tregua, ma noi guerrieri siamo già stremati, ma non cederemo, siamo già pronti alla prossima scarica "fai del tuo peggio bastardo".
C'è una cosa che mi sorprende, come fanno gli altri a rimanere così calmi? Come fanno a leggere e ad ascoltare musica? Non si rendono conto che rischiamo la vita? Ma non ho tempo per questo. il volo durerà altre 2 ore e siamo solamente alla partenza.
Normalmente per calmarmi comincerei a camminare in su e giù per il corridoio ripetendo forsennatamente "moriremo tutti", ma oggi no, oggi la popa dorme attaccata al mio braccio, ritraggo gli artigli, oggi è bello volare.
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Oggi è la festa di Santa Lucia, nella città in cui sono nata è usanza che porta i regali. È sempre stata una notte magica anche da adulta, peccato che dove vivo adesso non esiste questa ricorrenza. Da bimba mi ricordo che i miei ci facevano trovare i regali la sera prima così al mattino non facevamo ritardo a scuola. Mia mamma li disponeva o sui nostri lettini oppure sul tavolo di legno in salotto. Erano tutti incartati con della carta super colorata, ma non natalizia perché a mia mamma non è mai piaciuta, e disposti tutti benissimo. I regali più ingombranti dietro e man mano sempre quelli più piccoli davanti. Mentre noi eravamo a scuola o dai nonni lei aveva tempo di fare anche questo tra la casa e il lavoro. Se ci ripenso adesso da grande capisco che faceva i salti mortali. Mio papà non ha mai fatto nulla in casa, ha sempre fatto e fa tutt’ora mia mamma. Mi è sempre rimasto impresso nella mente come li posizionava, veniva sempre una bellissima composizione di regali, non erano messi a caso ma con un criterio ben preciso. Il regalo di Santa Lucia solitamente arriva anche qua ed è sempre una cosa che mi regala un po’ di magia di quando ero piccola. Quest’anno non è ancora arrivato nulla e non so se arriverà. Ho scoperto la non esistenza di Santa Lucia quando per caso ho visto dove nascondeva i regali, però me lo sono tenuto per me perché mia sorella era ancora piccola e non volevo rovinarle una notte così magica come questa. Non sono amante del Natale, ma la notte di Santa Lucia è un po’ come se respirassi quella magia che molti respirano in quella notte mentre io la trovo molto triste.
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I noiosi bilanci che mi tocca fare ogni tanto (e che a voi tocca leggere)
La mia vita è cambiata così tanto nell'ultimo periodo e stava cambiando anche quando credevo di essere ferma, stava cambiando anche quando io mi sentivo sempre la stessa (inutile) persona di sempre, anche quando ho passato pomeriggi interi a cercare soluzioni e a non trovarne neanche una, anche quando ho fatto passi indietro, anche quando ero incazzata, schifata, delusa, anche quando dicevo di volermi fermare e non andare più avanti. La mia vita e già mi basta dire "la mia vita" per sentirmi le lacrime agli occhi...la mia vita è perfetta così, anche se non è perfetta e non è sempre come la vorrei e delle volte mi fa piangere, delle volte mi ferisce ma la mia vita...vedi, la mia vita mi regala emozioni, sensazioni forti sulla pelle, mi fa sentire il cuore leggero e pesante, mi fa toccare il cielo e mi fa precipitare per terra ed io in quei momenti sono felice e soffro e oggi mi sento finalmente grata per entrambe le cose. Oggi so che la vita è sentire che sei vivo e, per sentire che sei vivo, devi vivere e, vivere, è una cosa bella e brutta allo stesso tempo, è freddo e caldo, è buio e luce...e queste sono tutte cose di cui nessuno di noi può fare a meno, perché la vita è vita solo così.
Oggi sono qui a scrivere questo, tra qualche giorno potrei rileggere tutto ciò e pensare che sono tutte cazzate...e mi sta bene così.
Oggi non so ancora chi sono e mi sta bene così, perché significa che dovrò fare ancora infinite esperienze per scoprirlo e non vedo l'ora di viverle.
Oggi mi affaccio ad un nuovo anno e mi fa paura come mi fanno sempre paura i nuovi anni, ma oggi i miei occhi sono in grado di guardare indietro ed avanti e il mio cuore è in grado di essere grato per quello che mi lascio dietro e per quello che mi aspetta da adesso in poi.
Non ho solo un anno in più, ho mille esperienze in più dentro e sono più vicina ad altre mille esperienze che mi aspettano più avanti lì fuori.
zoe, sì sempre io
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PRIMA PAGINA Il Resto Del Carlino di Oggi giovedì, 15 agosto 2024
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Storia Di Musica #300 - Miles Davis, Live-Evil, 1971
Quando si ascoltò questo disco per la prima volta, i critici ebbero un profondo senso di smarrimento: Come bisogna definirlo? Cosa è? È jazz? È rock? È qualcosa di altro? In parte era lo scopo del suo creatore, in parte perfino a lui, genio incontrastato delle rivoluzioni musicali, qualcosa "sfuggì di mano", divenendo addirittura qualcosa di altro dalla sua idea primigenia. Questo è un disco che parte da un percorso iniziato qualche anno prima, quando Miles Davis e il suo storico secondo quintetto iniziano ad esplorare le possibilità che gli strumenti elettrici e le strutture della musica rock possono dare al jazz. I primi esperimenti con Miles In The Sky (1968), poi con quel capolavoro magnetico che è In A Silent Way (1969), il primo con la nuova formazione elettrica, la quale sviluppa a pieno quella rivoluzione che va sotto il nome di jazz fusion con il fragoroso, e irripetibile, carisma musicale rivoluzionario che fu Bitches Brew (1970, ma registrato qualche giorno dopo il Festival di Woodstock, nell'Agosto del 1969). Davis è sempre stato curioso e non ha mai avuto paura di guardarsi intorno dal punto di vista musicale, ne è testimone la sua discografia. E nell'idea che il jazz stesse morendo, era sua intenzione innestarlo di nuova vitalità contaminandolo con altri generi, non solo il rock, ma anche il funk, il soul, la musica sperimentale europea. A tutto ciò, per la prima volta nel jazz (e questa fu l'accusa più viva di eresia), il ruolo del produttore, del suo fido e sodale Teo Macero, è proprio quello di cercare tra le sessioni di prove le parti migliori, o come amava dire Davis "le più significative", e metterle insieme in un lavoro sorprendente e meticoloso di collage musicale, che in teoria elimina la componente espositiva solista del musicista jazz, ma che allo stesso tempo regala una nuova filosofia musicale ai brani, del tutto inaspettata. Decisivo fu, nel 1970, il compito che fu affidato a Davis di curare la colonna sonora del film documentario A Tribute To Jack Johnson, di Bill Cayton, sulla vita del pugile che nel 1908 divenne il primo pugile di colore e il primo texano a vincere il titolo del mondo di boxe dei pesi massimi, quando sconfisse il campione in carica Tommy Burns. Per questa ragione fu considerato una sorta di simbolo dell'orgoglio razziale della gente di colore all'inizio del ventesimo secolo, soprattutto poiché nel periodo erano ancora in vigore le leggi Jim Crow, leggi che di fatto perpetuarono la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di "separati ma uguali" per i neri americani e per gli appartenenti a gruppi razziali diversi dai bianchi, attive dal 1875 al 1965.
Il disco di oggi somma tutte queste istanze, in maniera unica e per certi versi selvaggia, divenendo di fatto una sorta di manifesto che Il Signore Delle Tenebre ostenta alla sua maniera, cioè nel modo più sfavillante possibile. Live-Evil esce nel Novembre del 1971, ma è frutto di storiche serate live al The Cellar Dome di Washington DC, dove la band di Davis si esibì per diverse serate nel Dicembre del 1970, e una parte di registrazioni in studio sotto lo sguardo attento di Teo Macero, presso gli studi della Columbia di New York. Con Davis, nelle esibizioni al Cellar Dome, che come prima pietra dello scandalo usa la tromba elettrica, infarcita di pedali di effetti e di wah wah (amore trasmessogli da Jimi Hendrix) c'erano Gary Bartz (sassofono), John McLaughlin (chitarra elettrica), Keith Jarrett (piano elettrico), Michael Henderson (basso elettrico), Jack DeJohnette (batteria) e Airto Moreira (percussioni) e in un brano solo, come voce narrante, l'attore Conrad Roberts. Nelle sessioni in studio di aggiungono altre leggende, tra cui Herbie Hancock e Chick Corea (con lui nei precedenti dischi citati), Billy Cobham, Joe Zawinul e il fenomenale musicista brasiliano Hermeto Pascoal, la cui musica e i cui brani saranno centrali in questo lavoro. Tutto il magma creativo di queste idee sfocia in un doppio disco dalla forza musicale devastante, tanto che oggi alcuni critici lo definiscono un heavy metal jazz, che parte dalle origini più profonde ma sfocia in una musica caotica e sfacciatamente meravigliosa, trascinante e indefinibile, che gioca tutto sulle dissonanze, sugli ossimori, sui palindromi simbolici e musicali. E manifestazione più chiara ne è la copertina, bellissima, di Mati Klarwein, artista francese autore di alcune delle più belle copertine musicali, tra cui quella di Bitches Brew: lasciato libero di creare da Davis, pensò alla copertina con la donna africana incinta, come simbolo di creazione "primordiale", ma fu lo stesso Davis, a pochi giorni dalla pubblicazione, una volta deciso il titolo, che gli chiese un nuovo disegno, che accostasse il "bene" al "male" attraverso una rana. Klarwein in quel momento aveva una copertina della rivista Time che raffigurava il presidente Hoover, che fu presa come spunto per la rana del male, che campeggiò sul retro della copertina, e che vi faccio vedere:
Musicalmente il disco si divide in brani autografi di Davis, che diventano lunghissime jam session di sperimentazione, di assoli di chitarra, sfoghi di batteria, con la sua tromba elettrica che giganteggia qua e la, che raccolgono quel senso di rivoluzione, anche giocata sulla sua storica abilità di comunicazione (Sivad e Selim, che sono il contrario di Davis e Miles, la seconda scritta per lui da Pascoal, languida e dolcissima), il medley Gemini/Double Image, scritta con Zawinul, e le lunghissime e potentissime What I Say, quasi una dichiarazione di intenti, Funky Tonk, rivoluzionaria e la chiusura con Inamorata And Narration by Conrad Roberts, che è quasi teatro sperimentale, e le altre composizioni di Pascoal, Little Church e Nem Um Talvez, musica che stupì tantissimo lo stesso Davis, che considerava Pascoal uno dei più grandi musicisti del mondo: il brasiliano, polistrumentista, arrangiatore, produttore, è una delle figure centrali della musica sudamericana, e essendo albino è da sempre soprannominato o bruxo, lo stregone. Tutti brani vennero "perfezionati" da Macero, e addirittura nelle ristampe recenti è possibile leggere nelle note del libretto l'esatta costruzione dei brani, ripresi dalle sessioni live e dalle registrazioni in studio. Di quelle leggendarie serate al The Cellar Dome, nel 2005 la Columbia pubblicò un inestimabile cofanetto, di 5 cd, The Cellar Door Sessions 1970 con le intere esibizioni del Dicembre 1970: le parti usate in Live-Evil sono nel quinto e sesto disco, nei precedenti ulteriori esplorazioni musicali da brividi, per una delle serie di concerti storicamente più importanti del jazz.
Il disco verrà considerato il capolavoro che è solo dopo anni, in un periodo, quello degli anni '70, dove Davis accettò apertamente di sfidare la critica con la sua musica. Da allora però, per quanto in parte ancora enigmatico e "difficile", è considerato l'ennesimo pilastro della leggenda Davis, in uno dei suoi capitoli musicali che ebbe più fortuna, poichè buona parte dei fenomenali musicisti che contribuirono a questo disco erano in procinto, o già alle prese, con esperienze musicali che partendo dalla lezione del Maestro, ne approfondiranno i contenuti, e ne esploreranno i limiti: sarà quest'ambito che legherà le altre scelte di Novembre e questo omaggio, che come i precedenti numeri miliari (1,50,100,150,200,250) è dedicato al formidabile uomo con la tromba.
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Aggiornamenti degli ultimi giorni. Ho lavorato martedì e ieri, oggi sono di riposo e poi lavoro venerdì, sabato e domenica. È un po' uno sclero, perché ci sono mille cose da sapere e da fare, sto in piedi 8 ore di fila correndo come una trottola ma mi piace avere a che fare con le persone. I colleghi sono fantastici, anche se a quanto pare ne ho conosciuti metà di quelli che ci sono. Mi aiutano un sacco e si vede che sono una grande famiglia, nel giro di 2 gg sono già riusciti a farmi sentire a casa.
Adoro fare apertura, perché lavori prima dell'apertura effettiva per un po' di ore e alla fine lavori chiacchierando con gli altri. Ieri ho fatto apertura con 3 veterani e un manager. È partito ovviamente il terzo grado e il manager ad un certo punto mi fa: ma sei fidanzata? Al mio no se ne esce con: guarda ti posso dire menomale? Il mondo della moda ai single regala solo gioie. Uno dei responsabili (quello con cui ho legato di più fin ora) si gira e fa: le regala anche a quelli fidanzati come me porca puttana Lù (gli piaccio palesemente, ma stella sei fidanzato e non voglio problemi grazie).
Le colleghe anche stupende, una più gentile dell'altra.
Sto imparando tutti i nomi perché ogni giorno spunta qualcuno di nuovo. Ieri ad esempio entra un ragazzo e mi fa: piacere Francesco, quello dell'altro store. Perché giustamente già devo imparare i nomi (tutti uguali per giunta, due Valentina, due Alessandro, due Stefano, che minchia variate un po' con questi nomi che mi confondete) di quelli che sono del mio di store, poi arrivano anche quelli da fuori 🫠.
Stasera prima cena aziendale, per i 20 anni e mi vengono già a prendere i colleghi per portarmi con loro 🥹 dove conoscerò tutti i colleghi anche degli altri posti.
Tra l'altro super felice, perché sto imparando tantissime cose e mi hanno messa a fare mansioni che danno a gente che lavora lì da almeno 2 settimane (io dopo 2 giorni ho già fatto quasi tutto).
La mia responsabile era talmente felice che è arrivata in ufficio e fa al manager: indovina cosa le ho fatto fare al secondo giorno ehhhh?.
Il manager: l'hai già portata giù a fare 'nome di mansione'?
Lei: sii è troppo sveglia quindi le ho già insegnato tutto.
Il manager tutto gongolante dicendo che lui da subito ha detto che si vede che sono intelligente e sveglia e che me la so cavare.
Super mega felice ❣️.
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“La vita a ogni età è una sorpresa meravigliosa”.
“Io ho 80 anni, ma vi assicuro – a voi che ne avete molti meno – che quando arriverete alla mia età non sentirete differenze. La differenza arriva e si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo. Ma se si rimane ancorati e aggrappati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sempre delle sorprese. Alla mia età si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza”.
“L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età. Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo forse l’amore è ancora più forte a cinquanta o sessant’anni. Io ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo. D’altronde, l’amore è questo: continuo bisogno, desiderio di avere l’altro con sé. E gli ultracinquantenni hanno la stessa disponibilità all’amore dei più giovani”.
“Ovviamente non si può generalizzare: ci sono cinquantenni e cinquantenni. Ci sono quelli a cui, ad esempio, è meglio non cantare nulla, mentre altri che sanno cogliere davvero i messaggi. Credo che la mentalità di un cinquantenne, che oggi come oggi è da considerarsi una persona giovane, è più attrezzata per cogliere i sottintesi, le metafore e la verità delle emozioni di chi canta. Gli over 50 non si lasciano ingannare. Sono attrezzati meglio per entrare in un mondo di emozioni che non sono facili per i ragazzi più giovani”.
“Anzianità non è sinonimo di saggezza. Però è più facile che i cinquantenni siano allenati culturalmente, più equipaggiati. A me piace moltissimo cantare davanti a persone che hanno più di quaranta o cinquant’anni perché hanno la predisposizione a immergersi in quello che sentono e si crea una forte empatia."
Roberto Vecchioni
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"All'amore non serve un lieto fine...
Ma, un paio di scarpe comode che la strada è lunga."
Eccoci arrivata alla partenza, nulla è più bel di un viaggio, dal pensarlo al compiere.
L'amore è un percorso, una strada sterrata, una spiaggia deserta, una via lastricata di buoni propositi...
Oggi non regalare cioccolatini o fiori.
Regala Passi avanti e passi indietro, piccoli o grandi, passi che restano, passi che passano, passi da fare insieme.
Buona...camminata a tutti❣️👟👟
J.D
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io: ma in estate posso venire qualche volta con una maglietta in ufficio?
lui: si vuoi venire pure con bermuda e infradito?
io: bastava un no come risposta 😞
oggi regala perle questo ufficio
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