#oggi jornada
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primepaginequotidiani · 13 days ago
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PRIMA PAGINA As di Oggi martedì, 10 dicembre 2024
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stevedeschaines · 4 months ago
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Pope Francis
EN: Today we celebrate the World Day of Prayer for the Care of Creation. The Holy Spirit invites us to change our lifestyles, because we are all responsible for the care of our common home.
ES: Hoy celebramos la Jornada Mundial de Oración por el Cuidado de la Creación. El Espíritu Santo nos llama a convertir nuestros estilos de vida para que todos seamos responsables del cuidado de nuestra casa común.
PT: Hoje é celebrado o Dia Mundial de Oração pelo Cuidado da Criação. O Espírito Santo chama-nos a converter o nosso estilo de vida porque todos somos responsáveis ​​pela salvaguarda da nossa casa comum.
IT: Oggi si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato. Lo Spirito Santo ci chiama a convertire i nostri stili di vita perché tutti siamo responsabili della salvaguardia della nostra casa comune.
FR: Nous célébrons aujourd’hui la Journée mondiale de prière pour la sauvegarde de la création. L’Esprit Saint nous appelle à convertir nos modes de vie afin que nous soyons tous responsables de la sauvegarde de notre maison commune.
DE: Heute begehen wir den Weltgebetstag für die Bewahrung der Schöpfung. Der Heilige Geist ruft uns auf, unseren Lebensstil zu bekehren, denn wir alle sind für den Erhalt unseres gemeinsamen Hauses verantwortlich.
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gazeta24br · 1 year ago
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Com o crescimento da conscientização a respeito da importância de atividades físicas durante a gravidez, a tendência de incorporar exercícios leves e seguros ganha destaque. À medida que a maternidade é celebrada e as mulheres embarcam nessa jornada incrível, é fundamental explorar opções de exercícios que promovam o bem-estar tanto físico quanto emocional. Dentre muitos esportes, o ciclismo surge como uma boa escolha de exercício físico para mulheres grávidas, especialmente por ser repleto de vantagens que elevam não apenas a saúde da mãe, mas também a do bebê, e a Oggi Bikes, marca de bicicletas criada em 2014, indica quais são os 4 principais benefícios da prática desta modalidade durante a gestação. Confira: 1 - É um exercício suave e controlado: As bicicletas proporcionam um exercício de baixo impacto, minimizando o estresse nas articulações e músculos. Isso é particularmente benéfico para as mulheres grávidas, pois proporciona um meio de exercício controlado, evitando movimentos bruscos e excessivamente exigentes. 2 - Melhora a circulação sanguínea: Pedalar estimula a circulação sanguínea, reduzindo o inchaço nas extremidades, uma queixa comum durante a gravidez. O aumento do fluxo sanguíneo contribui para uma melhor oxigenação do corpo e, por conseguinte, para o bem-estar materno e fetal. 3 - Auxilia no controle de peso: Manter um peso saudável durante a gravidez é crucial para a saúde da mãe e do bebê. O ciclismo, quando praticado com moderação, auxilia no controle do peso, promovendo uma gestação mais saudável. 4 - Também traz benefícios mentais: Além dos aspectos físicos, o ciclismo também oferece benefícios mentais. O contato com a natureza, a liberação de endorfinas e a redução do estresse contribuem para um estado emocional positivo durante a gravidez. Embora o ciclismo seja uma opção valiosa, é imperativo que as mulheres grávidas consultem seus médicos antes de iniciar qualquer programa de exercícios. Cada gravidez é única, e orientações médicas personalizadas garantem a segurança da mãe e do bebê. Sobre a Oggi A Oggi é uma marca de bicicletas, criada em 2014, com tecnologia de ponta e preços competitivos. Com desenvolvimento e fabricação na Zona Franca de Manaus, a marca busca inspiração no design italiano para aperfeiçoar suas bicicletas. Com mais de 430 profissionais especializados, a Oggi cria produtos duráveis, confortáveis e seguros utilizando a tecnologia. Além disso, oferece um seguro gratuito de 14 meses contra roubo e furto qualificado.
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drturkaa · 1 year ago
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charlievigorous · 3 years ago
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“LA RESISTENZA NON È SUFFICIENTE; DOBBIAMO REINVENTARCI” | NoGeoingegneria
Non avrai nulla e sarai felice
di Gustavo Esteva, 22 febbraio 2021
Non ci sarà “normalità”. Né nuova né vecchia. E sappiamo poco di quello che sarà. Prima di tutto, resistiamo a quello che ci viene imposto invece di cercare di tornare a quel che c’era. Morire è l’unica cosa del tutto prevedibile nella nostra vita. L’arte di morire è parte centrale dell’arte di vivere. È inaccettabile venire privati della capacità di morire con dignità, come si fa oggi con coloro che muoiono negli ospedali. È altrettanto inaccettabile vietare i funerali. È inaccettabile e non lo accettiamo. Un numero crescente di persone con il virus si rifiuta di andare in ospedale… e, in generale, sta andando bene. Si svolgono riti e celebrazioni per accompagnare i propri cari fino alla tomba. A volte si deve farlo sfidando apertamente le autorità, proprio come in tante altre cose.
Però la resistenza non è sufficiente; dobbiamo reinventarci. Le strade di ieri non portano più da nessuna parte. Non ha senso continuare a cercare lavori che non esistono più e non esisteranno, oppure bussare alle porte che un tempo soddisfacevano richieste. Non ha senso nemmeno fare affidamento sulle promesse di un futuro sempre rinviato. Oggi, per sopravvivere, la prima cosa è rendersi conto appieno della radicale novità della situazione attuale.
Per scrutare l’orizzonte, ad esempio, è utile tener conto di ciò che i signori di Davos hanno annunciato a fine gennaio nel loro Forum Economico Mondiale, il luogo da dove ogni anno dettano la direzione delle politiche globali. Quelli che rappresentano e ostentano i principali poteri economici e politici del mondo hanno deciso di togliersi le maschere e annunciare, con incredibile cinismo, cosa intendono fare. Accelereranno bruscamente Il Grande Reset che avevano anticipato e programmato per il 2030. Il Covid ha accelerato il processo. È per oggi.
Uno degli slogan che hanno lanciato tre anni fa è stato aggiornato e ha acquistato pieno significato: “Non avrai nulla e sarai felice“. Risistemare tutti i pezzi, come stanno facendo e cercheranno di fare sempre di più, significa che vogliono portare la loro rapina alle sue ultime conseguenze. Per decenni ci hanno tolto diritti, libertà, posti di lavoro, salari, pensioni, terre, territori, foreste, acqua, piante, semi, tutto ciò che potevano strapparci, spesso con immensa violenza. Vogliono continuare a farlo finché non avremo più niente.
Hanno anche annunciato come potranno farlo: con dispositivi che consentano alle persone di accettare docilmente questo destino e persino di gradirlo, di sentirsi “felici” per quello che lasciano, per poter restare incollati a uno schermo, per trasformare la propria casa in ufficio, per ricevere qualche soldo o per sottomettersi alla società della sorveglianza nella quale ogni gesto, atteggiamento e comportamento delle persone sarà controllato.
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elcinelateleymickyandonie · 4 years ago
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Marcello Mastroianni.
Filmografía
1939 - Marionette, dir. (Carmine Gallone)
1941 - La corona de hierro (Alessandro Blasetti)
1942 - Regeneración (Mario Camerini)
1944 - I bambini ci guardano (Vittorio De Sica)
1948 - I miserabili (Riccardo Freda)
1949 - Vent'anni (Giorgio Bianchi)
1950 - Cuori sul mare (Giorgio Bianchi)
1950 - Domenica d'agosto (Luciano Emmer)
1950 - Vita da cani (Vida de perros) (Mario Monicelli y Steno)
1950 - Atto d'accusa (Giacomo Gentilomo)
1951 - Parigi è sempre Parigi (París, siempre París) (Luciano Emmer)
1951 - L'eterna catena (Anton Giulio Majano)
1952 - Le ragazze di piazza di Spagna (Tres enamoradas o Las muchachas de la plaza de España) (Luciano Emmer)
1952 - Sensualità (Clement Fracassi)
1952 - Storia di cinque città (episodio: Passaporto per l'Oriente, Romolo Macellini, [RE: 1949])
1952 - La muta di Portici (Giorgio Ansoldi)
1952 - Il viale della speranza (Dino Risi)
1953 - Gli eroi della domenica (Los héroes del domingo) (Mario Camerini)
1953 - Penne nere (Oreste Biancoli)
1953 - Febbre di vivere (Claudio Gora)
1953 - Lulù (Fernandino Cerchio)
1953 - Non è mai troppo tardi (F. W. Ratti)
1954 - Tragico ritorno (Pier Luigi Foraldo)
1954 - La valigia dei sogni (Luigi Comencini)
1954 - Cronache di poveri amanti (Carlo Lizzani)
1954 - Tempi nostri (Nuestro tiempo) (episodio: Il pupo, Alessandro Blasetti)
1954 - La principessa delle Canarie (Tirma) (P. Moffa, C. Serrano de Osma)
1954 - La schiava del peccato (La esclava del pecado) (R. Matarazzo)
1954 - Casa Ricordi (C. Gallone)
1955 - Giorni d'amore (Días de amor) (G. De Santis)
1955 - Peccato che sia una canaglia (La ladrona, su padre y el taxista) (Alessandro Blasetti)
1955 - La bella mugnaia (La bella campesina) (Mario Camerini)
1955 - Tam tam mayumbe (Cuando suena el tam-tam) (Gian Gaspare Napolitano)
1955 - La fortuna di essere donna (La suerte de ser mujer) (Alessandro Blasetti)
1956 - Il bigamo (El bígamo) (Luciano Emmer)
1957 - Padri e figli (Padres e hijos) (Mario Monicelli)
1957 - Le notti bianche (Noches blancas) (Luchino Visconti)
1957 - La ragazza della salina/Harte manner heisse liebe (Frantisek Cáp)
1957 - Il momento più bello (Luciano Emmer)
1957 - Il medico e lo stregone.
1958 - I soliti ignoti (Rufufú) (Mario Monicelli)
1958 - Racconti d'estate (Sirenas en sociedad) (G. Franciolini)
1959 - Un ettaro di cielo (Una hectárea de cielo) (Aglauco Casadio)
1959 - La legge (La ley) (Jules Dassin)
1959 - Amore e guai (Angelo Dorigo)
1959 - Contro la legge (Fiavio Calzavara, [RE:1950])
1959 - Il nemico di mia moglie (El enemigo de mi mujer) (Gianni Puccini)
1959 - Tutti innamorati (Papá se ha enamorado) (Giuseppe Orlandini)
1959 - Fernando I, re di Napoli (G. Franciolini)
1960 - La dolce vita (Federico Fellini)
1960 - Adua e le compagne (Adua y sus amigas) (A. Pietrangeli)
1960 - Il bell'Antonio (El bello Antonio) (Mauro Bolognini)
1961 - La notte (La noche) (Michelangelo Antonioni)
1961 - L'assassino (El asesino) (Elio Petri)
1961 - Fantasmi a Roma (Fantasmas de Roma) (A. Pietrangeli)
1961 - Divorzio all'italiana (Divorcio a la italiana) (Pietro Germi)
1962 - Vie privée (Una vida privada) (Louis Malle)
1962 - Cronaca familiare (Crónica familiar) (Valerio Zurlini)
1963 - Otto e mezzo - 8½ (Ocho y medio) (Federico Fellini)
1963 - I compagni (Los camaradas) (Mario Monicelli)
1964 - Ieri, oggi, domani (Ayer, hoy y mañana) (Vittorio De Sica)
1964 - Matrimonio all'italiana (Matrimonio a la italiana) (Vittorio De Sica)
1965 - Casanova '70 (Mario Monicelli)
1965 - La decima vittima (La víctima nº 10) (Elio Petri)
1965 - Oggi, domani, dopodomani (episodios: L'uomo dei 5 palloni, L'ora di punta, La moglie bionda) (E. De Filippo, Marco Ferreri, L. Salce)
1965 - L'uomo dei cinque palloni (Marco Ferreri)
1966 - Io, io, io... e gli altri (Yo, yo, yo... y los demás) (Alessandro Blasetti)
1966 - Spara forte, più forte, non capisco (Dispara fuerte, más fuerte, no lo entiendo) (E. De Filippo)
1967 - Lo straniero (El extranjero) (Luchino Visconti)
1968 - Questi fantasmi (Renato Castellani)
1968 - Amanti (Vittorio De Sica)
1968 - Diamonds for Breakfast (Christopher Morahan)
1970 - Giochi particolari (Franco Indovina)
1970 - Dramma della gelosia - tutti i particolari in cronaca (El demonio de los celos) (Ettore Scola)
1970 - Los girasoles (I girasoli) (Vittorio De Sica)
1970 - Leo the Last (John Boorman)
1971 - Fellini Roma.
1971 - Correva l'anno di grazia 1870 (TV) (Alfredo Giannetti)
1971 - Permette? Rocco Papaleo (Ettore Scola)
1971 - Scipione detto anche l'africano (Luigi Magni)
1971 - La moglie del prete (Dino Risi)
1971 - Ça n'arrive qu'aux autres (Nadine Trintignant)
1972 - Liza / La cagna (Marco Ferreri)
1972 - What? (Roman Polanski)
1973 - L'événement le plus important depuis que l'homme a marché sur la lune (Jacques Demy)
1973 - Allonsanfan (Paolo y Vittorio Taviani)
1973 - Mordi e fuggi (Dino Risi)
1973 - La Grande Bouffe (Marco Ferreri)
1973 - Muerte en Roma (Rappresaglia, de George P. Cosmatos)
1973 - Salut l'artiste (Yves Robert)
1974 - Ne touche pas à la femme blanche (Marco Ferreri)
1974 - C'eravamo tanto amati / Una mujer y tres hombres / (Nos habíamos querido tanto) cameo (Ettore Scola)
1975 - La pupa del gangster (Giorgio Capitani)
1975 - Per le antiche scale (Por las antiguas escaleras) (Mauro Bolognini)
1975 - La donna della domenica (Salvatore Santamaria)
1976 - Todo modo (Elio Petri)
1977 - Una giornata particolare (Ettore Scola)
1978 - Bye bye monkey (Marco Ferreri)
1978 - Cosi come sei (Alberto Lattuada)
1980 - Città di donne (Federico Fellini)
1981 - La piel (Liliana Cavani)
1983 - Gabriela, Cravo e Canela (Naib)
1983 - Historia de Piera (Marco Ferreri)
1985 - Le due vite di Mattia Pascal (Mario Monicelli)
1985 - Maccheroni (Ettore Scola)
1986 - Ginger e Fred (Federico Fellini)
1987 - Ojos negros (Nikita Mikhalkov)
1987 - O melissokomos (El apicultor) (Theo Angelopoulos)
1989 - Splendor (Ettore Scola)
1990 - Stanno tutti bene de Giuseppe Tornatore .... como Matteo Scuro
1991 - Le voleur d'enfants (Christian de Chalonge)
1992 - Used People (Romance otoñal), de Beeban Kidron
1993 - Un, deux, trois, soleil, de Bertrand Blier
1993 - De eso no se habla (Maria Luisa Bemberg)
1994 - Prêt-à-porter (Robert Altman)
1995 - Al di là delle nuvole (Michelangelo Antonioni y Wim Wenders)
1995 - Sostiene Pereira (Roberto Faenza)
1995 - Trois vies & une seule mort (Tres vidas y una sola muerte) (Raúl Ruiz)
1995 - Las cien y una noches (Agnès Varda)
1997 - Viagem ao Princípio do Mundo (Viaje al principio del mundo) (Manoel de Oliveira).
Premios y nominaciones
Premios Oscarː
1963 - Mejor Actor: Divorcio a la italiana
1978 - Mejor Actor: Una jornada particular
1988 - Mejor Actor: Ojos negros
Festival Internacional de Cine de Cannes
1970 Mejor actor
1987 Mejor actor
Distinciones honoríficas
- Caballero Gran Cruz de la Orden al Mérito de la República Italiana (1994)
- Gran Oficial de la Orden al Mérito de la República Italiana (1987).
Créditos: Tomado de Wikipedia
https://es.wikipedia.org/wiki/Marcello_Mastroianni
#HONDURASQUEDATEENCASA
#ELCINELATELEYMICKYANDONIE
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paoloxl · 6 years ago
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Messico: Venticinque anni dall’insurrezione zapatista
Ma torniamo al 25° dell’insurrezione zapatista e al discorso del subcomandante Moisés [in un’assemblea delle comunità zapatiste a La Realidad] col suo drammatico inizio:
È arrivata la nostra ora, popoli zapatisti, e siamo soli.
Ve lo dico chiaro, compagne e compagni basi di appoggio, compagni e compagne miliziani e miliziane, ci siamo accorti che è così, siamo soli come venticinque anni fa.
Soli, siamo usciti a svegliare il popolo del Messico e del mondo ed oggi, venticinque anni dopo vediamo che siamo soli, ma tanto avevamo parlato, abbiamo fatto molti incontri, lo sapete bene compagne e compagni, voi ne siete testimoni, abbiamo dato la sveglia ed abbiamo parlato ai poveri del Messico, delle campagne e delle città.
Molti ci hanno ignorato, alcuni si stanno organizzando e speriamo che continuino ad organizzarsi, la maggioranza ci ha ignorato.
Ma il nostro lavoro l'abbiamo fatto e per questo vi stiamo parlando chiaro, compagni e compagne.
Il discorso contiene in particolare un attacco duro e impietoso (loco, decebralizado …) verso il presidente eletto e ormai in carica da un mese, il cui progetto paese appare ogni giorno di più agli antipodi di quello degli zapatisti che in 25 anni di insurgencia hanno conquistato e difeso la propria autonomia, il proprio diritto ad autogovernarsi in conformità coi dettami della propria cultura ancestrale, radicata in un rapporto filiale e non strumentale con la natura, di cui siamo parte e non padroni.
Nella cerimonia di insediamento dell’”illuminato” nuovo presidente, si è potuto assistere ad una oscena “consegna del bastone di comando” da parte di un gruppo di indigeni consenzienti, spettacolarizzando e avvilendo il significato profondo di questo atto simbolico di grande valore spirituale per i popoli indigeni. Questo nonostante già fosse chiaro che molte realtà indigene del paese, e non solo gli zapatisti maya del Chiapas –naturalmente non invitate alla cerimonia né gli uni né le altre- erano in fermento di fronte ai primi annunci dei progetti di AMLO e alla scelta di alcune alte cariche che in passato non erano certo state gradite da indigeni e campesinos. Ha scritto Gustavo Esteva:
Nei villaggi indigeni la cerimonia, che è stata imitata in modo grottesco, ha un carattere ben diverso. I Maya peninsulari l’hanno organizzata l’ultima volta nel 1847. Il bastone del giuramento, ancora usato da molti popoli, simbolizza la lealtà della nuova autorità alla sua comunità. La vara o il bastone non conferiscono potere o comando, ma impegno. Ed è una cerimonia intima, tra persone che si conoscono e che si rispettano, che ne accettano in pieno il significato condiviso.
Quello che è stato fatto allo Zócalo viola quell’intimità … Lo spettacolo del primo dicembre trasudava di questo razzismo che attribuisce ai popoli indigeni un atteggiamento di subordinazione nei confronti del potere.
Fra i molti progetti negativi oggi si fa risaltare il Treno Maya che devasterà le foreste di cinque stati messicani, in nome di uno sviluppo turistico che i popoli indigeni più responsabili rifiutano perché conoscono il degrado naturale e culturale che esso comporta.
Personalmente pongo invece in prima linea fra le negatività (scelta difficile) il ripotenziamento dell’INPI, l’Istituto Nazionale per i Popoli Indigeni, vecchia istituzione che nel secolo scorso doveva “promuovere” e salvaguardare i popoli indigeni messicani. L’INPI fu il propulsore delle politiche “indigeniste”, cioè politiche pensate non dagli indigeni ma da non indigeni per gli indigeni: soprattutto per la loro museizzazione e folclorizzazione a fini turistici, dimostrativi della “attenzione” ad essi riservata. Gli antropologi più attenti, a partire dal famoso congresso di Patzcuaro (1940), misero sotto accusa questa politica, svelandone le nefandezze culturali (e non solo) e poco per volta, messa in questione, essa andò perdendo credibilità, soprattutto con le contromanifestazioni per il 500° della scoperta dell’America (1992) e l’insurrezione zapatista (1994).
Il nuovo INPI disporrà di 130 nuove sedi nei territori indigeni che, come ha scritto l’antropologo López y Rivas, con le risorse e i progetti loro assegnati  costituiscono <<un’aggressione diretta ai processi di autonomia e dei movimenti in difesa dei territori e contro l’invasione corporativa. Particolarmente nei territori dove si sviluppano i processi autonomisti più profondi, aventi relazione coi conflitti armati, come la regione maya zapatista, o che difendono la territorialità indigena campesina, l’INPI svolgerà azioni controinsorgenti e di ingegneria di quei conflitti che le imprese minerarie mettono in opera per vincere le resistenze>>.
Questo rinforzato modo di intrusione nei territori indigeni vuole essere il “volto buono” dell’esistente presenza massiccia di militari e paramilitari, cui si aggiungerà la recentemente creata Guardia Nazionale, ovvero gruppi di militari cui è stata messa questa nuova divisa (la stessa ONU ha espresso le sue preoccupazioni per questo travestimento). Sempre López y Rivas riassume così le nuove politiche sociali falsamente pro-indigeni (Cuarta Transformación? La Jornada, 18.12.2018):
Si devono analizzare le basi che supportano la Quarta Trasformazione che non consente di vedere con chiarezza la sua strategia programmatica né quella legislativa. La lotta alla corruzione, senza una rottura con il governo sviluppista, non pone le basi per un cambiamento con le dimensioni storiche dell’Indipendenza nazionale, la Riforma e la Rivoluzione del 1910. Negare l’esistenza della lotta di classe in Messico, situarsi come arbitro supremo dei conflitti sociali e pretendere di trasformare lo Stato in un apparato redistributivo clientelare, non significano una transizione storica della Repubblica ne tanto meno un cambiamento d’epoca.
Analogamente, un’elencazione dei progetti economici prioritari: Zone Economiche Speciali, Treno Maya, sviluppo dell’Istmo di Tehuantepec, piantagione di alberi da frutta o da legname in un milione di ettari, costruzione di 300 strade in territori rurali, raffineria, sistemi di aeroporti nell’area metropolitana di Città del Messici; zone franche alla frontiera nord e nella regione dell’Istmo, prosecuzione dei progetti minerari, reiterata affermazione di rispettare i contratti, indipendenza del Banco de Mexico, prospettiva del capo di gabinetto di fare del Messico un paradiso degli investimenti,e l’iniziativa al Congresso di Morena (il partito di AMLO, ndt) per abrogare l’attuale Legge agraria e sostituirla con altra che rafforza i meccanismi di privatizzazione delle terre ejidali (comunitarie, ndt) e comunali e, soprattutto, l’accettazione del Trattato di libero Commercio con gli Stati uniti ed il Canada, confermano la continuità di politiche economiche dentro la logica del sistema capitalista, del neoliberismo che si racconta di voler superare.
A questo si deve aggiungere la sostituzione dell’attuale legislazione agraria con un’altra ben peggiore, la cui realizzazione è stata affidata a una vecchia e discreditata conoscenza del mondo campesino, Victor Manuel Villalobos. Prontamente 40 organizzazioni campesinas e indigene dello Stato di Oaxaca, quando a luglio scorso AMLO ne anticipò il nome, inviarono una protesta al neopresidente chiedendo di recedere da questa scelta. Cosa che non è avvenuta. Fra le molte nomine più che discutibili segnaliamo quella di Manuel Bartlett come responsabile della Commissione Federale per l’Elettricità. Come ministro dell’interno, Bartlett fu l’organizzatore della megafrode elettorale del 1988 che consentì l’ascesa al potere di Carlos Salinas de Gortari che lo stesso AMLO aveva indicato come “capo di tutte le mafie”. Molte sono le nomine di figuri del vecchio regime PRI-PAN-PRDista che  fanno dubitare della buona fede, o dell’intelligenza politica di AMLO. Fra le ultima in ordine di tempo la nomina di Esteban Moctezuma come ministro dell’educazione. Moctezuma, durante la trattative di pace che si svolgevano a San Andrés Larrainzar dopo l’insurrezione del ‘94, architettò il tentativo di catturare a tradimento l’allora Sub-comandante Marcos. Così se guardiamo i curricula di molti dei personaggi nominati ad importanti incarichi troviamo che il “missionario” della lotta alla corruzione ha promosso guardie tanti vecchi ladri, impuniti, adducendo che essi sono oggi pentiti e che non si poteva appesantire il nuovo corso politico con complessi processi conflittuali che lo avrebbero intralciato. Una strana idea della giustizia. O una sottile manovra per cooptarli e renderli così inoffensivi. Però la storiella della rana, dello scorpione e della traversata del fiume sconsiglierebbe questa manovra azzardata.
La elezione di AMLO in Italia è stata accolta con soddisfazione dalla sinistra politica e da buona parte di quella movimentista vicina all’America Latina, anche da parte di alcuni commentatori che francamente avevo finora ritenuto più accorti. “Il socialismo torna a vincere in America Latina”, l’esclamazione di giubilo. Un vecchio discorso di miopie croniche che non voglio riprendere qui. Un commento invece sulla raccolta di firme in corso in Italia per chiedere a AMLO di recedere dal progetto del Treno Maya, che devasterà consistenti porzioni di foresta di cinque Stati. Supposto e non concesso che la supplica, un po’ ecologisteggiante e un po’ semplicisteggiante, venga accolta, AMLO verrà ringraziato, abbonandogli tutto il resto? E perché non si è accennato a questo resto? Perché non è altrettanto deplorevole?
Gli zapatisti questa petizione la firmerebbero? La risposta, drammatica, nel discorso di Moisés è chiara:
Lo affronteremo, non permetteremo che passi da qui il suo progetto di distruzione, non abbiamo paura della sua guardia nazionale alla quale ha cambiato nome per non chiamarlo esercito, perché sono gli stessi, lo sappiamo.
Difenderemo quello che abbiamo costruito e che abbiamo dimostrato al popolo del Messico e del mondo che siamo noi a costruirlo, donne e uomini, non permetteremo che vengono a distruggerci. Oppure sì?
[risuona forte “No”]
Che insolenti, questi indigeni!
Aldo Zanchetta - 7.01.19
PS Avevamo già commentato e analizzando più dettagliatamente l’elezione di AMLO e la sua campagna nei numeri 8 e 9 del 2018 del Mininotiziario, cui rinviamo chi volesse saperne di più.
Alleghiamo, per rievocare il linguaggio zapatista ai tempi dell’insurrezione, l’articolo di Adolfo Gilly, uno dei migliori storici della rivoluzione zapatista del 1910. Il titolo del suo libro La rivoluzione interrotta, contiene il perché dell’insurrezione indigena del 1994.
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EZLN : 25 anni
Adolfo Gilly *
Una mattina di 25 anni or sono, il primo gennaio 1994, vedemmo apparire sullo schermo televisivo uno spettacolo insolito: un esercito indigeno, come spuntato dalle ombre della notte del nuovo anno, stava occupando la città di San Cristóbal.
Erano molti, si vedeva che erano molto poveri e stavano dando inizio a una nuova epoca della storia di questo paese e delle sue genti. Il suo nome era ed è Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale: EZLN.
Subito dopo dissero chi erano, cosa chiedevano, cosa si proponevano, e da allora non hanno cessato di parlare, dalla Prima Dichiarazione della Selva Lacandona fino alla campagna elettorale di Marichy e del Consiglio Indigeno di Governo.
Usarono un linguaggio che oggi, dopo un quarto di secolo, è bene ricordare. Il primo gennaio del 1994, in un messaggio al Consiglio dei 500 Anni di Resistenza Indigena dello Stato di Guerrero, spiegarono la loro esistenza in quello che in realtà era un manifesto diretto al paese tutto. Il loro linguaggio appariva lontano dal discorso politico convenzionale:
Il nostro cuore racchiudeva tanto dolore, tanta era la nostra morte e la nostra pena, che non poteva più essere contenuta, fratelli, in questo mondo che i nostri antenati ci avevano lasciato per continuare a vivere e lottare. Tanto grandi erano il dolore e l’angoscia che ormai non stavano più dentro il cuore di molti, e vennero traboccando, e altri cuori vennero riempiendosi di dolore e di sofferenza, e si colmarono i cuori dei più vecchi e più saggi dei nostri popoli, e si colmarono i cuori degli uomini e donne giovani, tutti valenti, e si riempirono i cuori dei bambini, compresi quelli più piccoli.
Il discorso si rivolse poi al passato:
Parlammo fra di noi, guardammo dentro di noi e ripercorremmo la nostra storia, vedemmo i nostri avi più grandi soffrire e lottare, vedemmo i nostri nonni lottare, vedemmo i nostri padri con la furia nelle mani, vedemmo che non tutto ci era stato tolto, che conservavamo il bene più prezioso, quello che ci faceva vivere, (…) e la dignità tornò ad abitare nei nostri cuori, e così tornammo nuovi, e i morti, i nostri morti, videro che eravamo nuovi e ci chiamarono, una volta ancora, alla dignità e alla lotta.
Questa voce continuò a parlare fra la religione e il mito, la storia, l’ingiustizia e l’orgoglio, la preghiera e l’unione:
Lasciammo alle spalle le nostre terre, le nostre case lontane, lasciammo tutti tutto, ci togliemmo la pelle per vestirci per la guerra e la morte, morimmo per vivere. Nulla per noi, per tutti tutto, quello che è nostro e dei nostri figli. Noi tutti lasciammo tutto.
Ora ci chiedono di restare soli, fratelli, affermano che la nostra morte sia inutile, chiedono che il nostro sangue venga disperso fra le pietre e lo sterco, chiedono che la nostra voce si spenga, chiedono che i nostri passi si dirigano di nuovo lontani. (…)
Non abbandonateci, non lasciateci morire da soli, non permettete che la nostra lotta cada nel vuoto dei grandi signori. Fratelli, che il nostro cammino sia uguale per tutti: libertà, democrazia, giustizia.
L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale celebra in questi giorni i suoi 25 anni di vita. Oltre alla propria storia possiede la propria organizzazione, il proprio linguaggio, la propria politica.
Niente può essere fatto in Chiapas, nel vasto mondo dei popoli indigeni e nel movimento indigeno nazionale che sia l’indigenismo statale di vecchio conio, senza prendere atto della sua presenza, senza dialogare con l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, la sua politica e la sua storia, le sue proposte, la sua resistenza e la sua esistenza
· Adolfo Gilly, storico autore di vari testi fra cui La Revolución interrumpida, una delle migliori analisi della Rivoluzione Messicana del 1910
Pubblicato il 24 dicembre 2018 su La Jornada:
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euguilhermemorato · 6 years ago
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O #PapaFrancisco publicou esse vídeo de sua passagem pela #Polônia durante comemoração do segundo ano de aniversário da JMJ por lá: PT: "Hoje, 28/7 é comemorado o 2º aniversário da Jornada Mundial da Juventude na Polônia. Devemos preparar-nos para #Panamá 2019!" Abaixo está a mesma declaração em outros idiomas. EN: #Today is the #second anniversary of #World Youth Day in Poland. Let's get ready for Panama 2019! ・・・ ES: Hoy, segundo aniversario de la Jornada Mundial de la #Juventud de Polonia. ¡Debemos prepararnos para Panamá 2019! ・・・ PL: #Dziś druga rocznica Światowych Dni Młodzieży w Polsce. Przygotujmy się na Panamę 2019! ・・・ IT: #Oggi, secondo anniversario della #Giornata #Mondiale della #Gioventù in Polonia. #Dobbiamo prepararci per Panama 2019! ・・・ FR: C'est le deuxième anniversaire de la Journée #Mondiale de la #Jeunesse en Pologne aujourd'hui. Préparons-nous à #vivre celle de Panama 2019 ! ・・・ DE: Heute jährt sich der 2. Jahrestag des #Weltjugendtags in #Polen. Wir müssen uns auf Panama 2019 vorbereiten! ・・・ #wydcracow, #panama2019, #wydpoland, #wyd, #jmj, #gmg, #anniversary, #tb #JornadaMundialdaJuventude #2019 #catolico @franciscus
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paolobrunelli · 4 years ago
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#100happydays #day508 Oggi pensavo ad una persona cara, un Amica che ha iniziato un capitolo di un Cammino un po’ in “salita”... e mi veniva in mente il Camino de Santiago e i tanti significati che gli vengono dati... Tra i tanti che si trovano in giro, questa frase, mi piace e voglio dedicargliela perché molte volte il Camino è molto duro e impegnativo a volte più di quanto immaginiamo, ma non dobbiamo dimenticarci che è importante andare avanti un passo dopo l’altro... “Llegar a Compostela no es el final, sino el término de una jornada que da comienzo a otro Camino.” Raggiungere Compostela non è la fine, ma la fine di un viaggio che inizia un altro Cammino. (Anonimo) (presso Finisterre) https://www.instagram.com/p/COvrGEhF9u8/?igshid=11nlwtvqpxe25
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primepaginequotidiani · 3 days ago
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PRIMA PAGINA As di Oggi sabato, 21 dicembre 2024
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ligianebastosoficial · 4 years ago
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Para todos os papais do Brasil e do mundo. Que Deus abençoe sua jornada, que abra portas de vitórias e grandes realizações hoje e sempre! Amém! To all the Popes of Brazil and the world. May God bless your journey, may he open doors of victories and great achievements today and always! Amen! A tutti i Papi del Brasile e del mondo. Che Dio benedica il vostro cammino, apra le porte delle vittorie e delle grandi conquiste oggi e sempre! Amen! À tous les papes du Brésil et du monde. Que Dieu bénisse votre voyage, qu'il ouvre les portes des victoires et des grandes réalisations aujourd'hui et toujours! Amen! Para todos los papás de Brasil y del mundo. Que Dios bendiga su viaje, que abra puertas de victorias y grandes logros hoy y siempre! ¡Amén! Feliz Dia dos Pais! https://www.instagram.com/p/CDrDz-ODn0p/?igshid=1y0b9s90e3d21
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judydogblog · 7 years ago
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O amor não surge concluído , em condições de espargir suas vibrações em clima de plenitude . É resultado de esforço e conquista de que paulatinamente se enriquece , conseguindo estabelecer fronteiras nas paisagens íntimas do ser humano . É uma força irresistível que necessita ser bem canalizada a fim de produzir os resultados opimos a que se propõe. Por isso , ninguém pode esperar que o amor surja poderoso , de inopino , arrebatando , ao mesmo tempo felicitando . Quando assim ocorre , trata-se de impulso inicial da sua manifestação , ainda arraigada aos desejos e aspirações pessoais , que anelam pela permuta de interesses imediatistas , longe do significado real que o deve caracterizar. A medida que se instala no homem e na mulher , altera-lhes o comportamento para melhor, dulcificando-lhes a existência mesmo quando esta se encontra sob o peso dos sofrimentos e das dificuldades . Suaviza a aspereza da jornada e contribui em favor da alegria que deve ser preservada , mesmo que a custa de sacrifícios. O amor jamais diminui de intensidade por multiplicar-se largamente em todas as direções. (  Joanna de Ângelis  ) Foto internet #amor #bomdia #goodmorning #oggi #boatarde #sextafeira #mundo #parla #felice #alegria #naodesista #viver #vita #aprender #agradecer #amico #amigo #goodmorning #goodafternoon #goodnight #pensamento #pensare #good #buon #bom #life #peoples #espirita #espiritismo #graridao #graziemille
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drturkaa · 1 year ago
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🇺🇸 Celebrating an amazing transformation journey today! One of our clients from the USA has just achieved incredible results with Liposuction and Tummy Tuck procedures. It's all about making the changes that make you feel your very best.
🇩🇪 Feiern Sie heute eine erstaunliche Transformationsreise! Einer unserer Kunden aus den USA hat gerade unglaubliche Ergebnisse mit Liposuktion und Bauchstraffung erzielt. Es geht darum, die Veränderungen vorzunehmen, die Sie sich am besten fühlen lassen.
🇫🇷 Célébration d'un incroyable parcours de transformation aujourd'hui ! L'un de nos clients des USA vient d'obtenir des résultats incroyables avec les procédures de liposuccion et de plastie abdominale. Il s'agit de faire les changements qui vous font vous sentir au mieux.
🇮🇹 Oggi celebriamo un incredibile percorso di trasformazione! Uno dei nostri clienti dagli USA ha appena ottenuto risultati incredibili con le procedure di liposuzione e addominoplastica. Si tratta di apportare le modifiche che ti fanno sentire al meglio.
🇪🇸 ¡Celebrando una increíble jornada de transformación hoy! Uno de nuestros clientes de los EE. UU. acaba de lograr resultados increíbles con los procedimientos de liposucción y abdominoplastia. Se trata de hacer los cambios que te hacen sentir mejor.
🇹🇷 Bugün inanılmaz bir dönüşüm yolculuğunu kutluyoruz! ABD'den bir müşterimiz, Liposuction ve Karın Germe işlemleriyle inanılmaz sonuçlar elde etti. Kendinizi en iyi hissettiren değişiklikleri yapma hakkında.
🇷🇺 Сегодня мы отмечаем удивительное путешествие по преобразованию! Один из наших клиентов из США только что достиг потрясающих результатов после процедур липосакции и абдоминопластики. Речь идет о внесении изменений, которые заставляют вас чувствовать себя наилучшим образом.
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vaninaloveme · 8 years ago
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Buona Pasqua / Felices Pascuas
Buona Pasqua / Felices Pascuas
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Oggi è giorno di Resurrezione, diamo a questo giornata la possibilità di renderci migliori come essere umani, il mondo ne ha bisogno, non chiudetevi dentro un edificio per un’ora se quando uscite da lì non siete cambiati dentro. Buona Pasqua! Immagine dal web Hoy es dìa de Resurecciòn, demos a èsta jornada la posibilidad de hacer de nosotros mejores seres humanos, el mundo lo necesita; no se…
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chloevillaartist-blog · 6 years ago
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Moebius e le regole d’oro
In una intervista del 1996 rilasciata alla rivista messicana La Jornada Semanal Jean Giraud, in arte Moebius, indiscusso maestro del fumetto internazionale, riassunse in 18 consigli le regole auree della sua arte.
Eccoli.
1. Quando ci si appresta a disegnare, bisogna svuotarsi dei sentimenti profondi come odio, felicità, ambizione, ecc.
2. Per mettere in pratica le proprie idee è importante educare la mano e ottenere la sua obbedienza. Attenzione però alla perfezione e alla velocità, nelle quali non bisogna mai eccedere, come nell’opposto d’altronde. Quando c’è troppa libertà e si disegna di getto – a prescindere dagli errori – non c’è volontà dello spirito, ma solo del corpo.
3. La prospettiva è di primaria importanza. È una regola di “manipolazione” in senso buono, che serve per ipnotizzare il lettore. Per esercitare la prospettiva conviene lavorare sugli spazi reali, più che con le fotografie.
4. Un’altra cosa da imparare con cura è lo studio del corpo umano, delle posizioni, dei modelli, delle espressioni, dell’architettura dei corpi, della differenza tra le persone. È molto diverso disegnare un uomo o una donna, poiché nell’uomo basta cambiare leggermente le linee per ottenere espressioni diverse. Ma con le donne la precisione deve essere perfetta, altrimenti potrebbero risultare brutte o sgraziate. Quindi, affinché il lettore creda alla storia, i personaggi devono avere vita e personalità proprie, gesticolazioni che vengano dal personaggio e dalle sue “malattie”; il corpo si anima grazie a un messaggio veicolato nella sua struttura, nella distribuzione del grasso, in ogni muscolo, in ogni piega del volto e del corpo. Disegnare è studiare la vita.
5. Quando si crea una storia si può iniziare senza saperne niente, ma serve fare annotazioni (all’interno della storia) riguardo al mondo in cui essa si svolge. Solo così il lettore s’immedesima e s’interessa. Quando un personaggio muore senza avere una storia e una caratterizzazione propria, il lettore non è coinvolto e non prova emozioni. E quando un editor dice: «la storia è inutile, c’è solo un tizio morto, e io ho bisogno di due o trenta persone morte perché funzioni», non credetegli: se il tizio morto – ferito, malato, o nei guai – ha una vera personalità che nasce da uno studio e dalla capacità d’osservazione di un artista, allora le emozioni (e l’empatia) emergeranno. In questo lavoro si deve sviluppare un’attenzione per gli altri, una compassione, e un amore per l’umanità. Ciò è molto importante per la crescita di un artista; se egli vuole essere il riflesso della realtà, deve contenere dentro di sé la propria conoscenza del mondo intero. Deve essere uno specchio che vede tutto.
6. Jodorowsky dice che a me non piace disegnare i cavalli morti. È molto difficile. È molto difficile disegnare un corpo senza vita o che dorme; perché nei fumetti si pone sempre l’attenzione sull’azione. È più facile disegnare persone che combattono, come gli americani disegnano i supereroi. Disegnare persone che conversano è più difficile, perché ci sono una serie di movimenti, molto leggeri, ma che hanno comunque importanza, e che ne richiedono molta, perché c’è bisogno di amore e attenzione per gli altri, per le piccole cose che contraddistinguono la personalità e la vita stessa. I supereroi non hanno personalità, hanno tutti gesticolazione e movimenti uguali (ferocia pantomimica, corse, lotta).
7. Altrettanto importanti sono gli abiti dei personaggi e le condizioni in cui sono. I materiali e i tessuti rappresentano una visione delle loro esperienze, delle loro vite e della loro condizione durante l’avventura. Il che significa dire molto senza parole. In un vestito ci sono moltissime pieghe, uno però deve essere capace di sceglierne 2 o 3: quelle giuste.
8. Lo stile, la continuità stilistica di un artista, è simbolica e può essere letta come i tarocchi. Io ho scelto un po’ per scherzo il nome Moebius quando avevo 22 anni, ma in realtà ha comunque un significato. Se porti una t-shirt di Don Chisciotte, ciò può dirmi molto di te. Nel mio caso, io do importanza a un disegno relativamente semplice, che dia delle indicazioni sottili.
9. Quando un disegnatore esce in strada, non vede le stesse cose che vedono gli altri. Deve essere capace di vedere una documentazione di un modo di vivere e delle persone.
10. Un altro elemento di fondamentale importanza è la composizione. La composizione delle storie deve essere studiata, perché una pagina, o un disegno, è capace di parlare al lettore. Non è una successione di vignette senza significato. Ci sono vignette piene e altre vuote; altre che hanno una dinamica verticale o orizzontale, e in tutto ciò c’è un motivo. Le orizzontali emozionano, le orizzontali calmano; una sequenza obliqua verso destra, per noi occidentali, rappresenta l’azione diretta verso il futuro, mentre una obliqua verso sinistra dirige l’azione verso il passato. I punti di attenzione rappresentano una dispersione di energia. Qualcosa posizionato al centro della pagina focalizza energia e attenzione. Concentra.
Queste sono regole base della lettura, che esercitano una fascinazione, una ipnosi. Un autore deve avere coscienza del ritmo, e inserire trappole in cui far cadere il lettore e in cui non possa muoversi con piacere, poiché piene di vita. Si deve studiare i grandi pittori, quelli che con i loro dipinti parlano. Pittori di ogni scuola o periodo, questo non importa; bisogna studiarne con attenzione la composizione fisica, ma anche emotiva.
11. La narrazione deve armonizzarsi col disegno. Ci dev’essere un ritmo visivo dato dal posizionamento delle parole; la trama deve maneggiarne correttamente la cadenza, per comprimere o espandere il tempo. Bisogna stancarsi di trovare soluzioni per i personaggi e usarli come un regista, studiandoli da ogni angolazione.
12. Attenzione con la devastante influenza dei fumetti nordamericani in Messico [Moebius nell'intervista si riferiva a un pubblico messicano. NDR]. Studiamo poca anatomia e composizione dinamica. Ci interessiamo troppo di mostri, combattimenti, grida e denti digrignati. Tutte cose che mi piacciono, ma ci sono anche molte altre possibilità da esplorare.
13. C’è un legame tra musica e disegno. Ma questo dipende dalla personalità e dal momento. Per circa 10 anni ho lavorato in silenzio. Ora, la musica che ascolto rappresenta il ritmo delle linee. Spesso disegnare è una caccia, trovare la linea perfetta (o solo giusta) è un orgasmo!
14. Il colore è il linguaggio che il disegnatore usa per manipolare l’attenzione del lettore e per creare bellezza. Ci sono colori oggettivi e colori soggettivi; gli stati emotivi dei personaggi influenzano la colorazione, e la luce può cambiare da una vignetta all’altra a seconda dello spazio rappresentato e dell’ora del giorno. Il linguaggio del colore deve essere studiato con attenzione.
15. Specialmente all’inizio di una carriera, un fumettista deve lavorare su storie brevi, ma di alta qualità. C’è più probabilità di concluderle con buoni esiti e piazzarle su un volume che abbia dei curatori.
16. Ci sono volte che, scegliendo un tema, un’esistenza, una tecnica che ci confà o conviene, si è destinati consapevolmente verso il fallimento. Dopo, però, non ci si deve lamentare.
17. Quando un editor rifiuta delle tavole, bisogna interrogarsi sempre sui propri errori. Si devono studiare i motivi del fallimento e da essi imparare. Non è questione di battersi contro i nostri limiti, il pubblico o gli editori. È più una questione di affrontarli come nell’aikido: la forza dell’attacco va sfruttata completamente per contrattaccare.
18. Oggi è possibile trovare lettori in ogni parte del pianeta. Dobbiamo tenerlo presente. Iniziare a disegnare è un modo per comunicare in maniera personale, ma ciò non implica che l’artista debba chiudersi in una bolla. Stiamo comunicando con chi ci circonda, con noi stessi, ma anche con gli sconosciuti. Il disegno è un mezzo per comunicare con una grande famiglia che non abbiamo ancora conosciuto: con il pubblico e il mondo.
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paoloxl · 7 years ago
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Continua la repressione del governo argentino nei confronti del popolo mapuche. Siamo ancora nella provincia di Chubut, Patagonia argentina, dove a Cushamen si trova la comunità Lof de Resistencia. Il primo di agosto era stato organizzata una manifestazione di protesta per chiedere la liberazione del lonko (leader) mapuche Facundo Jones Huala, incarcerato in quanto figura di spicco delle occupazioni delle terre appartenenti alla famiglia Benetton, di cui scrivemmo lo scorso gennaio. Huala ha dichiarato: “sono prigioniero perché sono un militante e un simbolo della resistenza del mio popolo, perché ho espresso quello che pensano migliaia di mapuche e di altre comunitá. Siamo stanchi dell’oppressione, del fatto che ci portino via la terra e che ci uccidano e mettano in prigione quando vogliono. Il mio grido di resistenza ha generato una certa speranza nelle persone che si sono mobilitate per recuperare le loro terre”.
La manifestazione per la scarcerazione di Huala ha scatenato la repressione da parte della gendarmeria, con una vera e propria caccia all’uomo nelle terre appartenenti alla comunitá. In particolare sette uomini sono stati rincorsi tra colpi di arma da fuoco: tra loro Santiago Maldonado, un giovane di 27 anni giunto dalla non distante località di El Bolsón per dare supporto alla resistenza mapuche. Maldonado é stato catturato da uomini della gendarmeria mentre si accingeva assieme ai compagni ad attraversare un piccolo torrente. Testimoni oculari affermano di averlo visto caricare su di una camionetta bianca e registrazioni effettuate sul luogo riportano le grida esaltate dei gendarmi: “Ne abbiamo preso uno! Ne abbiamo presto uno!”.
E’ da quel primo agosto che di Santiago Maldonado si sono perse le tracce. Sono stati ritrovati alcuni suoi oggetti personali sparsi tra la vegetazione, ma del giovane neanche l’ombra. È passato ormai un mese e si é levato alto il grido della società civile dapprima in Argentina, poi nel resto del mondo. Sono stati i familiari e amici di Santiago i primi ad alzare la voce ed é stata creata una pagina web con tutte le informazioni relative al caso, per contrastare la circolazione di notizie false, fare luce sulla vicenda e raccogliere eventuali testimonianze che potrebbero rivelarsi cruciali. Numerose le testimonianze di solidarietà che provengono da più parti, con appelli alla giustizia che circolano tanto sulle reti sociali come nelle piazze. Il padre di Santiago, Enrique, ha affermato: “io non posso vedere il volto di mio figlio su una bandiera, su un mural. Voglio che ricompaia. Dove si trova? Cosa gli hanno fatto? Lo stiamo aspettando”. Il grido “Vivo se lo llevaron, vivo los queremos!” (l’hanno preso vivo, lo rivogliamo vivo) risuona alto nelle manifestazioni di piazza, a cui partecipano semplici cittadini e cittadine e rappresentanti di associazioni per i diritti umani. Tra loro le abuelas e le madres di plaza de mayo, H.I.J.O.S. e altre associazioni di familiari dei desaparecidos della dittatura che da quarant’anni stanno portando avanti lo stesso discorso, la stessa rivendicazione, come se non bastassero quattro decenni a fare luce fino in fondo su quanto accaduto nell’epoca buia della dittatura e a dissolvere questo stesso incubo che sembra non finire mai: é finita la dittatura, ma proprio come allora un uomo é sparito nelle mani dello stato argentino.
Alcune rappresentanti delle madres ed altri organismi in difesa dei diritti umani si sono riuniti il 22 agosto con la ministra della sicurezza Bullrich, il ministro della giustizia e dei diritti umani Garavano e il segretario per i diritti umani Avruj per discutere della responsabilità dello Stato nella sparizione di Maldonado. I partecipanti della società civile hanno espresso il loro disappunto di fronte alla posizione negazionista assunta dai rappresentanti del governo ed espresso l’impossibilità di collaborare, viste le posizioni governative. “Come facciamo a lavorare insieme se loro non riconoscono la sparizione forzata di Santiago? Negano tutto, quando ci sono testimoni, registrazioni…é molto triste che dopo 40 anni dobbiamo continuare a gridare ‘Apparizione con vita!”, ha affermato una delle madres dopo aver partecipato all’incontro.
Come ha riportato Raúl Zibechi sul quotidiano messicano La Jornada, la ministra argentina della sicurezza Bullrich ha affermato di non voler permettere una repubblica autonoma mapuche nel mezzo dell’Argentina:“Quella é la logica che stanno progettando, il non riconoscimento dello stato argentino, la logica anarchica”. In realtá quello che sembra più infastidire ed intimorire il governo é il fatto che negli ultimi 15 anni il popolo mapuche , nonostante la criminalizzazione e repressione che ha subito costantemente, é riuscito a recuperare 250mila ettari di terre che erano state loro sottratte da grandi proprietari terrieri. Il popolo mapuche é criminalizzato e accusato di terrorismo tanto in Cile quanto in Argentina, quando in realtá la maggior parte delle azioni rivendicative é di carattere pacifico e la violenza scatta in termini difensivi solo di fronte agli attacchi da parte delle forze armate e di polizia.  Al contrario di quanto affermato dalla ministra non vi é alcun progetto secessionista mapuche, ma varie proposte di autonomia e autogoverno la cui legittimità é garantita anche dalle Nazioni Unite e dalla convenzione n.169 dell’ILO sui diritti dei popoli indigeni e tribali.
Il problema sono i forti interessi economici nelle aree abitate dai mapuche e lil forte sentimento colonialista che non é mai cessato in 500 anni di storia. Come ha scritto il lonko Huala dal carcere in una lettera aperta a Santiago Maldonado: “A loro (…) danno fastidio le nostre armi politiche. Sono loro che possiedono tutto l’arsenale economico, comunicativo, simbolico. E noi diventiamo i loro nemici quando decidiamo di metterlo in discussione. Nonostante questo, Santiago, senza essere mapuche sei arrivato alla comunità abbracciando la causa come se fosse tua. I gendarmi questa volta non si sono portati via un indio (in spagnolo il termine é dispregiativo, ndt), hanno portato via te, che oggi riesci a portare il nostro grido laddove noi non riusciamo a portarlo, perché il nostro destino é tanto silenzioso quanto lo é la nostra storia. Lo dicono i tuoi compagni: se il desaparecido fosse mapuche, quante grida si leverebbero? Noi indios possiamo scomparire senza che nessuno esca a protestare. Tu sei venuto per gridarlo e neanche portandoti via sono riusciti a zittirti.”
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