Tumgik
#o ce l'ha solo netflix
omarfor-orchestra · 11 months
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Lui se l'è preparate ste risposte ma quindi ce l'abbiamo pure in Italia l'intimacy coordinator incredibile
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multiverseofseries · 3 months
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Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, Zack Snyder ha il suo Star Wars
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Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, film di Zack Snyder che apre le porte a una nuova saga ispirata all'universo di Star Wars. Su Netflix.
Zack Snyder è uno di noi. Con lo slow motion facile e un piano di allenamento sicuramente migliore, ma è comunque uno di noi. Perché anche lui, quando ha visto il primo Star Wars da bambino, ha detto: un giorno voglio fare un film di Guerre Stellari tutto mio. La differenza è che Snyder non si è fermato alla collezione di action figures: lui ce l'ha fatta sul serio. Nato proprio come storia facente parte dell'universo creato da George Lucas, con l'acquisizione di Lucasfilm da parte di Disney il progetto è stato modificato, diventando un mondo a sé stante. Questa è la versione in carne e VFX dei giochi immaginati da un bambino che sognava una galassia lontana lontana.
Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, disponibile su Netflix, è la prima parte di una saga che si articolerà su più media. Il secondo capitolo, girato back to back con questo, è arrivato questo aprile, sempre su Netflix, ma Snyder ha già dichiarato di voler fare anche un terzo film. Arriveranno poi un videogioco, una serie prequel a fumetti, dal titolo House of the Bloodaxe, e un corto animato. Le potenzialità sono quindi elevatissime. Non solo: Rebel Moon è, per ammissione del regista, ambientato nello stesso universo di Army of the Dead, altra saga, di stampo più horror, che sta sviluppando sempre insieme a Netflix. Chissà quindi che le due prima o poi non si incrocino.
Rebel Moon si poggia sulle spalle di Sofia Boutella, ballerina che nel cinema d'azione ha trovato una seconda vita brillante. L'attrice interpreta Kora, che potremmo definire una Darth Vader sotto coperta: ha fatto intatti il percorso opposto a quello del personaggio immaginato da Lucas, passando dal Lato Oscuro al Lato Chiaro. Era una delle più potenti guerriere al servizio dell'Imperium, ma poi ha preferito abbandonare la lotta, scegliendo una vita semplice in mezzo ai coltivatori di grano. Quando l'ammiraglio Atticus Noble (Ed Skrein) porta terrore nel suo villaggio, decide però che è arrivato il momento di ribellarsi e di mettere insieme una squadra dei migliori combattenti della galassia per contrastare il Motherworld.
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Rebel Moon - Parte 1: Figlia del Fuoco, Sofia Boutella in una sequenza
L'universo muscolare di Snyder
In un'altra vita Zack Snyder probabilmente era uno scultore nella Grecia classica: tutto il suo cinema è infatti basato sulla plasticità dei corpi. È stato così in 300, lo è stato nel suo viaggio con i supereroi DC e continua in Rebel Moon. Le parole a Kora non servono: il suo strumento è il suo corpo, che esprime una chiara e netta volontà. Nessuno può decidere per lei. È con questo spirito indomito e libero che si affianca e conquista i suoi compagni di avventure.
Con lei c'è Gunnar (Michiel Huisman), contadino che decide di seguirla per aiutarla. Sul cammino si aggiungono poi il mercenario Kai (Charlie Hunnam); il nobile Tarak (Staz Nair), diventato un fabbro; il generale Titus (Djimon Hounsou), caduto in disgrazia, ma formidabile stratega; la spadaccina Nemesis (Doona Bae) e infine uno dei capi dei ribelli contro l'Imperium, Darrian Bloodaxe, interpretato da Ray Fisher, che torna a collaborare con Snyder dopo il travagliato Justice League.
Un gruppo vario e dalla fortissima presenza scenica, che per Snyder sfoggia tutto il carisma di cui è capace, dando vita a intense scene di combattimento. Le interazioni tra questi interpreti sono tra i momenti più interessanti del film e, come si intuisce, saranno fondamentali nei capitoli a venire.
Una lunga preparazione
Rebel Moon, proprio come Star Wars, è fantascienza piena di vento e sabbia ed è anche un western tra Sergio Leone e Kurosawa. I riferimenti non finiscono qui però: ci sono anche influenze da Matrix e Il Signore degli Anelli. Insomma, praticamente il meglio che il genere fantasy e sci-fi abbiano offerto negli ultimi 40 anni. Il regista non rinuncia ai suoi tratti distintivi, ovvero fotografia desaturata e scene in slow motion, ma sembra aver trovato un equilibrio nel loro utilizzo rispetto ad altre opere più recenti. Trattandosi di un lungo prologo, il film risulta però decisamente frammentato, perché è un susseguirsi di introduzioni dei vari personaggi e pianeti.
Le premesse però per un universo che lascia la curiosità di continuare a essere esplorato ci sono tutte. Infine il desiderio di Snyder di mettere in piedi squadre numerose di protagonisti che lottano per uno scopo comune è quasi commovente: in questo momento storico pensare a eroi che agiscano insieme per il bene della collettività e non come agenti del caos solitari è qualcosa che fa piacere vedere.
Conclusioni
In conclusione Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco, la nuova saga creata da Zack Snyder si ispira dichiaratamente a Star Wars. Al centro di tutto c'è la guerriera Kora interpretata da Sofia Boutella: passata dalle forze oscure dell'Imperium a una vita semplice in mezzo a dei contadini, quando questa comunità viene minacciata decide di ribellarsi e mettere insieme una squadra dei migliori combattenti della galassia per reagire al potere. Cast dal carisma muscolare, Rebel Moon è un primo assaggio di questo nuovo universo creato da Snyder, che risulta molto frammentato perché è un continuo susseguirsi di introduzioni di personaggi e luoghi. Le basi per un mondo che si fa guardare con curiosità sono però gettate.
👍🏻
Il carisma della protagonista Sofia Boutella.
Il cast dalla forte presenza scenica.
Le scene di combattimento.
La costruzione consapevole di una nuova mitologia.
👎🏻
Dovendo introdurre molti personaggi, il film è frammentato.
Gli elementi caratteristici e divisivi di Snyder, slow motion e fotografia desaturata, ci sono: nel bene e nel male.
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iamregenerative · 2 years
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NON TRASFORMARE I TUOI SOGNI IN DESIDERI.
Non è vero che la verità è dentro noi stessi.
Passano davanti a me ogni giorno decine, a volte centinaia di persone che non fanno altro che guardarsi dentro continuamente.
Eppure non mi sembrano felici.
Lo sai perché?
Perché la relazione è vero che parte da dentro noi stessi ma si evolve nell’unione con tutto il resto.
Con tutto ciò che è esterno da noi e ci lascia dei segni, dei feedback.
Se continuo a guardare i miei piedi immersi nella sabbia come faccio a vedere il meraviglioso tramonto all’orizzonte che si staglia di fronte a me?
Questo perché siamo abituati in anni e anni di mediocrità a non stupisci.
Ad omologarci e tenere sempre la testa bassa.
A pensare che esista un modo giusto o sbagliato di comportarsi.
Ma ora voglio farti una domanda.
Secondo te esiste davvero un modo giusto di vedere le cose?
Molti di noi passano una intera vita a stare attenti a ciò che fanno o pensano.
Ma alla fine solo una cosa conta davvero.
Sai quale?
Che ciò che siamo non è tanto dato dal carattere, dalla tenacia o dalla forza che abbiamo
Ma dalle nostre scelte.
Da chi scegli di voler essere ogni giorno.
Perché oggi può essere un giorno come tanti altri.
Dove ti guardi la tua solita puntata Netflix o che leggi il tuo solito libro per essere pronta/o e perfetta/o quando verrà il tuo momento.
Ma la sai la triste realtà?
É che non arriverà mai.
Perché il futuro non esiste finché non lo realizzi attraverso le tue scelte.
Sei tu che ti crei il tuo futuro.
Guarda Marie Curie.
Tutti si focalizzano sulle sue incredibili scoperte sulla radioattività.
Ma nessuno che guarda tutte le giornate che non ce l'ha fatta.
Tutte quelle giornate che ha fallito miseramente.
E che ha scelto malgrado tutto di continuare più forte di prima.
Perché ogni giorno, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi.
Perciò non cercare di trasformare i tuoi sogni in desideri.
Ma cerca di realizzali.
Questo farà la differenza.
Per tutti noi.
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ameliaroseefp-blog · 6 years
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Whiskers and Paw Prints
Capitolo: 1/? Trama: È passato un anno esatto dalla sconfitta del branco di Alpha e dalla partenza silenziosa da parte di Derek. Stiles non si sarebbe mai aspettata un cambiamento così radicale della sua vita, cambiamento fatto di addii amari e amicizie ricucite nel dolore. Ma una visita inaspettata da parte di una vecchia conoscenza travolgerà nuovamente la sua vita e di quella dei suoi amici. {Fem!Stiles; Sterek; Alpa!Derek; Mates; Accenni Scallison; Scisaac; Dethan; Accenni Pydia;} Avvertenze:  Tematiche delicate, Angst, Fluff,  What if? Tipo di coppia: Het, Slash Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Lydia Martin, Stiles Stilinski, un po’ tutti.
Piccolo premessa: Prima di leggere questa fan fiction dovete tenere conto di alcune cose: Jennifer Blake non è mai esistita, Jackson non è mai partito e i gemelli (Ethan e Aiden) non hanno mai fatto parte del branco di Alpha, al loro posto c'erano due diversi personaggi.
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Primo Capitolo
«Non è possibile! Sono l'unica sfigata in tutta Beacon Hills che si prende la febbre l'ultima settimana delle vacanze estive» esclamò Stiles, tirando su con il naso in modo teatrale. Prese dall'armadio una coperta di pile e si coprì con essa abbracciandola forte, si sedette dunque sul letto e appoggiò il computer sulle proprie gambe. «Netflix, a quanto pare siamo solo io e te stasera. Se potessi sposarti, lo farei seduta stante» disse la giovane sorridendo alla lista delle molteplici serie tv che doveva recuperare. «E a quanto pare passeremo molto tempo insieme visto... Beh, visto quello che è successo con McCall» aggiunse pronunciando quel cognome con una punta di irritazione nella voce. Prese gli auricolari e li portò alle orecchie per poi schiacciare play su un episodio di Criminal Minds. Era risaputo che Stiles amasse il crimine, i misteri e le ricerche ed era per questo che il suo più grande sogno era quello di diventare uno dei migliori agenti della scientifica oppure un profiler, una sorta di Spencer Reid al femminile. Sapeva di essere abbastanza intelligente per svolgere quei ruoli; la determinazione e la voglia di fare di certo non le mancavano, a tredici anni aveva persino creato un dossier personale sul killer dello zodiaco promettendo a suo padre che quando sarebbe diventata abbastanza grande avrebbe risolto tutti quei fili ingarbugliati di misteri che da anni non erano stati risolti. Sapeva di potercela fare e lo avrebbe dimostrato una volta avuta l'opportunità. Quarantacinque minuti dopo e tante imprecazioni urlate ai protagonisti del tipo “Ma è ovvio che è lui, guardalo!” oppure un “Finalmente vi siete svegliati, è da mezz'ora che vi dico che è lui” chiuse momentaneamente Netflix e aprì la pagina di Facebook. Le si parò immediatamente davanti la foto di uno Scott sorridente insieme ad Allison con la didascalia “Ultima settimana di vacanza :(”. Stiles abbassò gli occhi e sospirò, scorse la home un po' e mise mi piace ad un paio di foto di Lydia e Danny. Il suo rapporto con Lydia era migliorato tantissimo ultimamente e non si capacitava molto del perché: avevano trascorso l'ultimo anno di scuola assieme praticamente ogni minuto, visto che la “cara” Allison le aveva voltato le spalle per starsene con Scott e gli altri. Persino il suo rapporto con Jackson era migliorato, non di molto, ma era migliorato abbastanza da offrirle di tanto in tanto un passaggio verso casa quando la vedeva a piedi per strada. Con la coda dell'occhio scorse un'ombra entrare dalla sua finestra e per poco, dallo spavento, non le cadde per terra il suo amatissimo Mac. Guardò l'intruso e rimase in silenzio con il cuore che ancora batteva forte dallo spavento. A quanto pare Derek Hale era tornato in città. «Ciao, Stiles» disse lui scrutandola bene dopo un'infinità di tempo passata in silenzio. La ragazza non era di certo nella sua forma migliore: i capelli erano in completo disordine, il naso rosso, la pelle più pallida del solito e delle occhiaie spaventose; senza contare il pigiama più grande di lei di almeno due taglie. Ma, nonostante questo, non si sentì a disagio. Derek l'aveva vista più o meno nei modi peggiori, con i vestiti strappati o logori e ricoperti di sangue. «Ciao, Stiles» lo imitò lei. «Sinceramente mi aspettavo un qualcosa di meglio di un “Ciao, Stiles” dopo un anno e ripeto, un anno di silenzio totale» sputò lei, acida. «Mi dispiace» disse il ragazzo lupo guardando per terra. Derek sentì la rabbia e la frustrazione aleggiare attorno alla giovane Stilinski. «Che fine hai fatto? Spero che tu abbia una buona scusa per questo» chiese la ragazza distogliendo lo sguardo da lui. Derek non rispose e Stiles sbuffò. «Non puoi immaginare la paura che mi hai fatto prendere. Sei sparito così dal nulla, senza lasciare un biglietto, senza un messaggio! Ho avuto un infarto quando una volta arrivata al loft l'ho trovato vuoto» «Eri preoccupata per me?» chiese lui sorpreso.
«Certo che si! Eri il mio Alpha!» Derek prese la sedia della scrivania e si sedette a una decina di centimetri lontano da lei. «Avevo bisogno di tempo. Dovevo stare con mia sorella per un po'» spiegò lui. «È un tuo sacrosanto diritto, Derek. Ma potevi almeno lasciare un biglietto o mandare una lettera» ribatté lei un po' infastidita. «Volevo farlo, ma poi ho pensato che, visto che Scott era diventato il nuovo Alpha, vi sareste dimenticati presto di me» annunciò lui. «Non pronunciare più il suo nome» disse con rabbia. Derek sgranò gli occhi sorpreso. «Non sai niente, vero?» chiese la ragazza. Derek scosse la testa dandole tutta la sua attenzione.
«Da quanto so, non è in circolazione da un bel po'» disse lui con una scrollata di spalle.
«Se ne è andato» annunciò lei. «Con Allison» aggiunse pronunciando il nome dell'ex amica con fastidio. «Quando te ne sei andato, Scott decise di prendere in mano la situazione. Creò il suo branco. Io e Isaac entrammo subito, Jackson più tardi. Eravamo un ottima squadra se proprio devo essere onesta. Sai, non era tanto diverso dal branco che gestivi tu. Ma poi, un giorno così all'improvviso, lasciò tutti. Ce lo disse a scuola, voleva tagliare i ponti per dedicare tutto il suo tempo ad Allison» disse la ragazza. «La cosa mi lasciò basita, Scott che spezza il branco per lei? Cercai di parlare con lui, ma non ne voleva più sapere, ha smesso di parlare con noi e ha cominciato ad ampliare le sue amicizie con gli altri compagni di scuola. Ci ha sostituiti in pochissimo tempo. Ho pensato a una stregoneria all'inizio... Ma Deaton mi ha detto che è impossibile. Ha aggiunto però che è un comportamento anomalo per un “vero” Alpha». Derek rimase in silenzio per un po', assimilando la notizia. Un Alpha che lascia il proprio territorio per “amore”? Cosa da pazzi. Il giovane ragazzo lupo cominciò a pensare a diverse ipotesi, un vero Alpha non lascia il territorio, a meno che non fosse costretto da qualche altro branco più forte o per una stregoneria. Ma l'ultima ipotesi era da scartare, doveva essere proprio potente questa strega da lanciare un maleficio su una creatura così forte come Scott. «Sua madre è a pezzi, così come me e Isaac» disse guardandolo negli occhi. «Molto probabilmente Isaac sta male più di tutti noi visto quello che gli è successo» mormorò a bassa voce.
«Perché?» chiese Derek. Sapeva che tra lui e Isaac c'era stata una forte amicizia, non forte come quella che c'è o c'era stata tra lui e Stiles, ma non pensava che ci stesse così male.
«Dimentico quanto poco sai» disse lei, colpevole «Isaac ha scoperto che il suo lupo ha scelto Scott come suo compagno per la vita. È successo prima che diventasse il vero Alpha, ma a quanto pare lui non ricambia. Secondo Deaton, il lupo di Scott è “ritardivo” in questo campo, dice anche che è raro che succeda. Sai, trovare il compagno per la vita e tutto il resto, ma comunque sono destinati a stare insieme. Prima o poi» disse di fretta la ragazza. «Isaac glielo ha detto e Scott gli ha risposto che non provava niente se non una forte amicizia verso di lui. E se n'è andato, Isaac da quel giorno non fa altro che passare le giornate nella sua stanza evitando come la peste quella di Scott» «Melissa non ha detto niente?» chiese incredulo Derek.
«Ovviamente si, ma non è servito a niente. Non sappiamo nemmeno se ritornerà in tempo per l'inizio della scuola, ma, visto quello che pubblica su facebook, credo proprio di si». Stiles prese il portatile, tornò su Facebook e mostrò al ragazzo la bacheca di Scott. Derek storse il naso e fece un piccolo ringhio di disapprovazione. «E lui sarebbe un vero Alpha?» chiese retorico. «Deaton ha pensato alla possibilità che gli Argent gli abbiano fatto qualcosa? Non so, una stregoneria?»
«Abbiamo provato un paio di incantesimi a dire la verità, ma non hanno avuto effetto. Questo vuol dire solo che quello che ha fatto l'ha fatto perché l'ha deciso lui». Derek scosse la testa. «A mio parere Scott ha la sindrome di Buffy Summers. Anche se è al contrario». Derek la guardò accigliato. «Buffy Summers? Mai sentita nominare? Sai, l'ammazzavampiri che si innamora del vampiro bello e dannato?» chiese lei stupita. «Andiamo Derek! Non puoi non conoscere Buffy! Molto probabilmente è stato il telefilm della tua adolescenza!». Stiles rimase sbalordita dal silenzio del licantropo e sbuffò esasperata. «Pensavo lo conoscessi, insomma, ci sono anche lì i licantropi! E, ora che ci penso, io e Isaac impersoniamo alla perfezione i suoi amici. Isaac è Xander, il ragazzo friendzonato da sempre e io Giles, l'inutile e lo snobbato del gruppo» disse imbronciata. «Giles non è mai stato inutile. Se non ci fosse stato lui, Buffy sarebbe morta e sepolta da tempo» disse improvvisamente il ragazzo. Stiles fece un sorrisetto inquietante che spaventò il lupo di Derek. «Quindi il nostro Derek conosce Buffy»
«Sì, mi è capitato di guardarlo di tanto in tanto quando trasmettevano le repliche in estate» disse, rimanendo sul vago.
«E di grazia, quante puntate avresti guardato per capire che Giles non è inutile?» chiese la ragazza, incrociando le braccia al petto.
«Abbastanza. Ma non è questo il punto, Stiles.» disse infastidito dalla troppa curiosità della ragazza.
«E quale sarebbe?»
«Scott è stato un coglione. Un grosso coglione. Ha abbandonato il suo branco, vi ha lasciati vulnerabili dai possibili attacchi da parte di altri branchi. Vi ha fatto intendere che siete inutili per lui, che non valevate niente per convincerlo a restare. Non doveva farlo, non dopo quello che avete fatto per lui» urlò furioso.
«E da questi comportamenti non riesci a vedere un'altra persona?» chiese la ragazza, alzandosi dal letto con i pugni serrati. Derek la fulminò con lo sguardo.
«Non osare paragonarmi a lui» ruggì Derek. Il lupo dentro lui ringhiò in avvertimento, ma non per la ragazza bensì per il ragazzo. Non doveva urlare o arrabbiarsi con lei. Non ne aveva il diritto. Stiles indietreggiò fino a risedersi sul letto.
«Non ti sto paragonando a lui, Derek. Dico solo che ci hai fatto credere la stessa cosa. Ora, io so che non è così, che te ne sei andato per recuperare il tempo perduto con tua sorella, ma per un anno abbiamo creduto questo» sussurrò la ragazza, chinando il capo. «L'avrebbero creduto tutti». Derek sospirò e chiuse gli occhi cercando di calmarsi. Si andò a sedere vicino a Stiles, ma lasciando un piccolo spazio tra loro.
«Hai ragione e mi dispiace» disse. «Dopo la morte di Erika e Boyd ho cominciato a pensare al mio stato di Alpha, a quello che avevo fatto e a quello che non avevo fatto. E ho capito che dovevo rimediare per quanto possibile fosse farlo. Quando ritrovai mia sorella capii che era un segnale, un segnale per ricominciare tutto da capo». Stiles lo guardò attentamente e in silenzio, sapeva quello che stava per accadere e non osava nemmeno pensare. Derek gli stava parlando apertamente e con il cuore in mano. «Così, quando tutto finì, decisi di partire con Cora. Magari per sempre, magari avrei trovato un altro branco a cui appartenere. Forse non proprio da Alpha ma da Beta. Volevo ricominciare» Derek si fermò, cercando le parole migliori per spiegare quello che aveva passato. «Ma ovunque andassi, non stavo bene. Dentro di me sapevo qual era il motivo, ma non potevo permettermi di assecondare i miei capricci. Non dopo quello che è successo ai miei Beta... Ma poi mia sorella mi disse che facendo così avrei solo peggiorato le cose e che avrei dovuto seguire il volere del mio lupo e del suo cuore, perché per quanto ci provassi sarei stato male, non sarei mai stato in grado di essere felice. E così, dopo un anno, sono tornato qui. Dove il mio lupo si sente a casa» disse guardando per tutto il tempo davanti a sé. Stiles abbassò lo sguardo. Per la prima volta in vita sua non sapeva cosa dire e non aveva intenzione di farlo, quello che gli era appena stato detto era così personale che nessuna parola sarebbe potuta servire. E così fece l'unica cosa che l'istinto le consigliava di fare: prese la sua mano e la strinse dolcemente. Derek abbassò lo sguardo verso le loro mani unite e la strinse percettivamente. Rimasero a lungo in silenzio in quella posizione fino a quando Derek non alzò lo sguardo verso di lei.
«Voglio nuovamente un branco. Ora so come deve agire un vero Alpha, ora so qual è la cosa giusta da fare in determinate occasioni. Non commetterò più gli stessi errori. Voglio che la mia famiglia sia nuovamente fiera di me». «Sono sicura che lo è già» disse dolcemente Stiles. Derek la guardò negli occhi, aggrappandosi a quelle parole.
«E come faresti a saperlo?» chiese.
«Perché hai appena dato dimostrazione di quello che vuoi diventare. Sei già un uomo diverso, Derek, hai dimostrato di essere cambiato tornando qui e volendo cambiare le cose. Qualsiasi genitore sarebbe orgoglioso e fiero di questo». Stiles istintivamente gli accarezzò il braccio, rassicurandolo. Derek fece un piccolo sorriso. «Ma una cosa mi sfugge» disse dubbiosa.
«Quale?» domandò l'uomo lupo.
«Perché sei qui in camera mia?» chiese con un sorriso.
«Te l'ho detto. Voglio riavere un branco».
«Quindi... Sei venuto qui perché vuoi che ti dia una mano per selezionare i tuoi futuri Beta?» chiese confusa.
«No» disse. «Tu hai già capito il perché, vuoi solo che lo dica ad alta voce» disse. Stile sorrise.
«Potresti stare al gioco di tanto in tanto» sbuffò lei. «E poi, mi piacerebbe che tu lo dicessi. Sai, renderebbe la cosa più ufficiale» sussurrò.
«E va bene! Stiles Stilinski, vorresti fare parte del mio branco?»
«Perché?» chiese. Derek sbuffò.
«Lo sai il perché» disse lui.
«In realtà no. L'altra volta ho fatto parte del tuo branco, perché, se non ci fossi stata io, Scott non ne avrebbe fatto parte» disse ferita. «Insomma, non valgo molto. Giles, ricordi?»
«E come Giles sei il cervello del branco. Quante volte i tuoi piani hanno funzionato? Quante volte ci hai salvato la vita? Ed eri un'umana. Un'umana che ha salvato la vita a un Alpha e a una manciata di Beta. Ripetutamente» disse cercando di non gonfiare troppo l'ego di Stiles.
«Non hai tutti i torti. Sono comunque la ragazza che corre con i lupi» disse divertita, spostandosi i capelli in modo troppo teatrale.
«E questa da dove l'hai tirata fuori?» chiese incrociando le braccia al petto.
«Non ricordo se l'ho letta in un libro o in una fanfiction. Ma, comunque, non mi calza a pennello quella frase?» chiese sorridendo. Derek annuì, sconfitto. «Ad ogni modo, quanti siamo?» chiese curiosa.
«Per ora solo noi due. Peter non ha intenzione di far parte del branco e in tutta sincerità io non lo voglio. Ha detto che forse ci potrà dare una mano di tanto in tanto, ma più di questo nulla» disse nervoso.
«Io forse so chi potrebbe voler far parte del tuo branco» disse pensierosa. «E non devi neanche trasformarli»
«Isaac e Jackson?» chiese lui. Stiles annuì.
«Jackson potrebbe accettare. Ma con Isaac ho qualche dubbio. Se Scott dovesse ritornare potrebbe passare dalla sua parte e svelare alcuni nostri punti deboli o altro».
«Non credo che sia possibile. Il lupo di Isaac è danneggiato» spiegò la ragazza «Deaton dice che è raro che capiti, ma è successo. Quando il lupo di Isaac è stato rifiutato e quando Scott è andato via per stare con Allison è cambiato. Rifiuta qualsiasi cosa appartenga a lui»
«Ma se Scott dovesse tornare e ricambiare finalmente il compagno, lui non esiterà a tornare da lui» disse Derek.
«Questo è vero, ma Isaac ha bisogno di un sostegno, di un branco, di un Alpha» sussurò Stiles ammutolita. «Quindi se lui dovesse ritornare cosa potrebbe succedere? Non per Isaac, ma per il branco» Derek la guardò per qualche secondo.
«Non credo che ti voglia fare del male, o almeno credo. Sicuramente mi chiederà di cedere e passare al suo di branco, ma non lo farò. Non mi schiererò con gli Argent. Unire due branchi non mi sembra il caso, abbiamo due modi di pensare troppo diversi. Potremo solamente creare un'alleanza e stabilirci in due territori diversi in una città sola. È già capitato prima»
«Allora incrociamo le dita affinché non vada diversamente». Derek annuì.
«Domani contatterò Isaac e Jackson per un incontro» annunciò. «Prima accade e meglio è per tutti». Stiles annuì. «Ti manderò un messaggio con il luogo d'incontro appena ho le conferme»
«Va bene». Derek si alzò dal letto e s'incamminò verso la finestra. Si fermò a pochi centimetri e si voltò verso Stiles.
«Devo fare una cosa, potrebbe non piacerti» disse biascicando le parole.
«Non vorrai mordermi, vero?» chiese coprendosi le braccia. Derek scosse la testa.
«Certo che no, non farò niente senza il tuo consenso» disse con tono ovvio. «Ma visto che sei umana e che fai parte del mio branco, devo marcarti. Sai, nel caso dovessi incontrare un branco e decidessero di farti del male sarebbero avvertiti che fai parte di un branco»
«Dubito che incontrerò un branco durante il tragitto verso il frigo» disse sarcastica «E poi, marcarmi? Cosa vorresti fare di preciso, urinarmi addosso?» chiese schifata.
«No, Stiles. Devi solo avere il mio odore addosso, devo abbracciarti» Stiles sorrise.
«E perché pensi che gli abbracci non mi piacciano? Amo gli abbracci!» disse sorridendo e scendendo dal letto per andargli incontro. L'abbracciò stretto appoggiando il viso sul suo petto. Derek rimase immobile per qualche secondo, sorpreso dalla sua reazione. In passato si era già permessa di toccarlo senza il suo consenso, più che altro lo toccava con una mano sulla spalla o sulla faccia, quando doveva farlo rinsavire quando perdeva i sensi. Ogni volta che lo faceva poteva sentire la paura del gesto, come se avesse osato troppo. Derek ricambiò l'abbracciò strofinando il naso nell'incavo del suo collo, respirò a pieni polmoni il suo odore. Stiles aveva un odore unico nel suo genere, odora di cioccolato fondente, di bosco dopo essere stato colpito da una pioggia estiva, la stessa pioggia che mischia gli odori rendendoli una fragranza unica, di panni appena lavati e di pagine vecchie appartenenti ai tanti libri e fumetti che lei amava leggere. Rimasero in quella posizione finché non sentirono il padre di Stiles rincasare, chiudendo forte la porta e appoggiando le chiavi nel piatto.
«Credo che sia abbastanza per oggi. Ci sentiamo domani» disse il ragazzo arrampicandosi sulla finestra per uscire.
«Va bene. Se è per mio padre non ti preoccupare, lui lo sa. Melissa è stata costretta a dirglielo» disse con un sorriso triste.
«E gli va bene?» chiese sorpreso.
«Non del tutto. Ma finché non mi mordono terrà la sua pistola carica di pallottole Wolfsbane al sicuro»
«Capisco. Preferisco comunque non farmi trovare in camera della sua unica figlia alle due del mattino. Licantropo o meno, può sempre pensare male.» Stiles sorrise divertita.
«E perché dovrebbe?» chiese.
«Giusto» mormorò. «Buonanotte Stiles»
«Buonanotte a te, Alpha» Derek uscì dalla finestra e atterrò in giardino. Si voltò quindi verso di lei per qualche secondo e perse un po' di tempo ad ammirarla fino a quando notò il rossore sulle sue guance e se ne andò.
Angolo Autrice: Era da troppo tempo che volevo pubblicare una fan fiction in questo splendido Fandom. Più volte mi sono chiesta come sarebbe andata a finire se Stiles fosse stata una femmina (probabilmente la Sterek sarebbe già canon ma sorvoliamo) e ho cominciato a scrivere questa storia. So che molti non sopportano la Fem!Stiles quindi... andateci piano, okay? ç_ç Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto :) A presto, spero.
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scrittirifritti · 8 years
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Bella zio
Sono andato a una festa di ventenni. La cosa si ripete a cadenza triennale e credo dipenda dalla comparsa di peli bianchi in parti del mio corpo che non sono la testa. Così, dopo aver fatto testamento e un bel pianto sotto la doccia, me ne sono andato pimpante a una festa di laurea il cui range d'età era rigorosamente 18-24.
21:00 Arrivo. Noto subito che sono l'unico a portare il cappotto. Un cappotto vero intendo, di quelli che tengono caldo. Non un cappotto ironico. Un tizio mi si avvicina con un gran sorriso. - Bella zio – dice. Io gli faccio notare che la grammatica italiana vorrebbe l'aggettivo concordante con il soggetto, dunque l'espressione corretta è “bello zio”. Non ci parliamo più.
21:30 I ventenni ballano da una parte. Io prendo atto della transitorietà dell'esperienza umana dall'altra. Ascoltando l'intro di Tumbthumping non posso fare a meno di osservare come la musica sia più o meno la stessa di dieci anni fa. Trovo incredibile che la musica da party non si sia evoluta neanche un po' nell'ultima decade. Mi alzo e condivido questa arguta osservazione con un tizio che si sta servendo da bere. - Ma vaffanculo – dice lui. Mi rimetto a sedere.
22:00 Approccio con esperto savoir-faire una ragazza con un septum da minotauro. - Ehilà! - esordisco. Lei mi guarda come se fossi un batterio fecale. - Ehi. - Bella festa. - Come? - Ho detto, bella festa! - Non ho capito! - BELLA FESTA! - Sedici e tu? Mi chiudo in bagno a pregare.
23:00 Miracolo. Incontro un'anima affine. Un fratello trentenne anche lui imbucatosi spacciandosi per uno di venticinque che si droga tantissimo. Passiamo venti minuti a parlare dei rispettivi consulenti fiscali e a sbadigliare. Quando tiro fuori un biglietto da visita da un portafogli che non sembra acquistato al mercatino del concerto dei Ministri lui mi ferma spaventato. - Sei pazzo! Se scoprono che abbiamo più di ventisette anni, qui ci fanno fuori. Lo guardo, sembra convincente. - In che senso ci fanno fuori? - Ci ammazzano. - Ma...è una festa di laurea...io non credo che… - Tu non hai idea. È una cosa biologica, ce l'hanno nel dna. Il nuovo deve uccidere il vecchio. Succede per i ragni, succede per gli uomini. I trentenni scomparsi su Chi l'ha Visto, dove credi che stiano? - In Molise? - Hanno partecipato a una festa di troppo, sono andati a una serata in discoteca con eccessiva leggerezza, hanno provato a imbucarsi a all'Evento Disagio con Emis Killa. E l'hanno pagata. - In che senso? - Guardati attorno. I borselli, i bracciali, i pantaloni a coste stile skater. Tutto in pelle. Secondo te quella pelle lì da dove viene. - Oh mio dio. - Esatto, quindi tieni la bocca chiusa e ricordati...oh no, ci stanno osservando, stiamo parlando a un volume normale da troppo tempo. Presto, rutta! - Come? - Rutta! Rutta forte! Molla un rutto perdio! Rutto. - Oh me fai smascellà zio, t'o giuro porcoddue! Prima de vennì qua me so fatto un mezzino e mo sto a smangin…okay se n'è andato, ma io e te dobbiamo separarci. È troppo pericoloso. - Ma non ce la farò mai da solo! - Devi farcela. Ora scusa ma stanno pogando e se non pogo pur'io va a finire che si insospettiscono. - Ma come fai con la schiena? - Ho messo il Voltaren prima di uscire. - Vaya con dios. - Esta vida nueva. Ci lasciamo con un sorriso e la fichissima stretta di mano di Willy il Principe di Bel-Air. Lo guardo scomparire nella ressa.
24:00 Credo di aver compromesso la mia copertura. Dev'essere stato quando di fronte al tavolo con tutti quegli alcolici ho chiesto se c'era magari del ginseng. Oppure quando ho preso il controllo dell'Ipod e, incitato da “se non metti l'ultimo noi non ce ne andiamo” ho messo “Sotto le Stelle del Jazz” di Paolo Conte. Fatto sta che adesso tutti mi scrutano con sguardo famelico e non fanno altro che sussurrare come i bambini di Grano Rosso Sangue cose tipo “sento puzza di scheda carburante”. Il mio amico è scomparso. Al suo posto due nuovi borselli. Ora devo stare molto attento. Sto camminando sulle uova. Se voglio uscirne vivo, dovrò mantenermi lucido.
01:00 Mi ubriaco col nocino. Mi ci hanno costretto a berlo. Lo fa la zia di uno simpaticissimo e pareva scortese dire di no. Così mi smaschero cantando a memoria la sigla de “Lo strano mondo di Minù”. - Nessun ventenne potrebbe conoscerla! - sbraitano – Tu hai trent'anni! - Non è vero! - provo a difendermi io. - Giura! - Giuro sull'Uomo Tigre! È finita. Sono in trappola. Prima che mi assalgano riesco a distrarli lanciando per aria una manciata di Rizla blu su cui si avventano avidamente, questo mi dà il tempo di lanciarmi col corpo contro la porta finestra, fare una rapida capriola, poi sedermi due minuti per controllare di non avere schegge o lievi lussazioni e fuggire rapidamente per i campi.
02:00 Ho provato a seminarli, ma non ci reisco. L'alcool sembra rafforzarli più che debilitarli. E i loro Iphone 7 riescono a fare decisamente più luce del mio Huawei del 2014. Ora è solo questione di tempo.
03:00 Mi hanno circondato. Sono alla loro mercé. Mi scherniscono scattandomi foto a 12 megapixel e filtro contouring, oppure facendo citazioni che non capisco da serie tv che non ho visto. - Non riesco a seguirle tutte! - piagnucolo disperato mentre mi danzano intorno – C'ho un sacco di cose da fare! Sono ancora fermo alla terza di Vikings! Ridono di me, della mia scarsa dedizione a Netflix. Ridono della mia debolezza fisica, della mia patetica tolleranza all'alcool, dei miei calzini tinta unita, dei miei weekend fuori porta, della mia Carta Vantaggi del supermercato. Della mia vestaglia. Questo è troppo. Mi alzo in piedi brandendo il bancomat. - Hsss – sibilano portandosi le mani al volto e indietreggiando. Estraggo anche la fattura dell'abbonamento annuale ad Avast e le foto della mia colonscopia. - Per le tre grandi E dell'età adulta io vi bandisco! Esperienza! I più deboli vaporizzano. - Emancipazione! Alcuni scappano, ma è troppo tardi. Il più arrogante del gruppo fa un passo avanti e osa chiedere – E la terza E? Lo guardo dritto negli occhi. - Emorroidi. Un'esplosione di luce squarcia la notte.
04:00 Torno a casa distrutto. - Com'è andata? - Bene, bene. - Cos'è questo odore di bruciato? - Niente, dormi. - Sei sicuro? - Sì, dormi. … - Oh. - Cosa? - Secondo te dovrei cambiarlo lo Huawei? - Perché, si è rotto? - No, funziona ancora. - E allora perché devi cambiarlo? - È che la torcia...va be' niente. Hai ragione. Scusa se t'ho svegliato. Buonanotte. - Buonanotte.
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