#nudo è naturale
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.
Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.
Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.
Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.
Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.
Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.
Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.
Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.
Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis
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Ieri sera sono stato all'Alcatraz. Non capisco molto di questo genere di musica, ma credo che tutta la fauna milanese appassionata di Techno aspettava l'evento da un anno, come quello più importante in assoluto della stagione. È stato come andare alla prima della Scala, ma agli antipodi per quanto riguarda lo stile musicale e il genere di invitati che ti aspetteresti ad ascoltare la Tosca in religioso silenzio.
Siamo entrati al tocco della notte e subito le droghe hanno fatto la loro selezione naturale. Ragazzi e ragazze che s'aspettavano troppo dalla serata, e non hanno saputo gestire l'ansia da prestazione sono cascati come birilli dopo le prime note. Sono rimasti così gli esperti del settore, i premi nobel dell'Md e della musica selvaggia proveniente direttamente dalla consolle di questi dj, evidentemente famosissimi, che hanno mosso i loro primi passi nella lande metanfetaminichendella Berlino ovest dei primi anni Novanta (non a caso la serata si chiamava Der Techno).
Io sono rimasto sobrio come un bicchiere d'acqua distillata. Mi sono concesso solo due morettone ipa a 10 euro ciascuna. Ammetto che la seconda l'ho presa solo per rivedere il viso della barista, una delle donne più belle che ho avuto il privilegio di potere guardare.
Ma ritornando alla gente presente alla serata... gli uomini avevano spalle grosse come portaerei, ogni addominale scolpito con la precisione maniacale di un cesellatore di mosaici, tutti a petto nudo e sudati come cavalli del palio di Siena. Le donne erano un tripudio di muscoli guizzanti e abiti che potevano benissimo restare negli armadi, dato che non servivano a coprire nemmeno le pudende. A un occhio poco attento poteva sembrare che queste creature eteree e bellissime avessero impiegato dieci minuti per mettersi addosso un pietoso velo di stoffa e uscire. Ma sapevamo tutti che il loro stile era ricercato fino al minimo dettaglio, dall'acconciatura, al numero di borchie che dovevano ricoprire il seno destro, al tipo di smalto che doveva colorare l'ultima unghia del piede sinistro.
Ma nelle donne tutta questa ipersessualizzazione, sapevo, da bambino abusato, in molte di loro era una risposta agli stessi traumi subiti da me. Il dolore lo si affronta o tacendo e digrignando in silenzio i denti o urlando fino a che la gola ti diventa un'unica macchia rossa e infiammata, che come una luce al neon dice solo guardatemi.
Non tutte, spero, avevano subito abusi sessuali ( molestie sì, tutte. le ho viste reiterarsi anche ieri sera purtroppo) ma la tristezza che mi accompagnava nel guardarle, bellissime e dannate, è stata quasi catartica.
Ho rivelato ai miei due amici, dentro un mccafè, alle sei del mattino, cosa ho subito da piccolo e perché avere ricevuto un piedino sotto al tavolo la sera prima è stato per me un evento epocale (io che inizio a inculare simbolicamente il mio abusatore). E ho rivelato questo arcano del mondo femminile delle molestie, dell'abuso, del tacere e dell'urlare.
Spero che abbiano capito. Io ho solo provato a dare loro un piccolo strumento per capire meglio il dolore di alcuni esseri umani. E che come sempre l'apparenza non solo inganna, ma copre. Perché sotto c'è una ferita che a vederla farebbe fermare gli orologi del mondo.
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Il fatto: il Tar della Campania ha dato torto al ministero della Cultura sulla tutela del paesaggio e ha dato ragione alla spagnola Grupotec per costruire una centrale fotovoltaica di 31 ettari nella valle dell’Ufita (Avellino). Dice il Tar: la tutela del paesaggio sarà pure nella Costituzione all’articolo 9 (...), ma da un anno nella Costituzione c’è anche la tutela dell’ambiente e quindi la centrale fotovoltaica va fatta. In altre parole, il Tar ha infilato un cuneo nella crepa sottile tra paesaggio e ambiente e ne divarica i lembi fino a trasformarla in una frattura. E le associazioni ecologiste si dividono fra le due opposte anime (...) della transizione energetica (ecco le associazioni Legambiente e Wwf e Greenpeace) e della tutela dei luoghi (Italia nostra, gli Amici della Terra, il Cai e le sezioni locali di alcune delle associazioni nell’altro gruppo). Il divario fra i due princìpi costituzionali e soprattutto fra le due anime (...) dell’ambientalismo potrebbe diventare sempre più largo con il rafforzarsi delle strategie climatiche. Bisogna costruire in Italia almeno 65 mila megawatt di nuove centrali alimentate da fonti energetiche rinnovabili; a mano a mano che (queste) saranno sempre più pervasive, potrà salire la riottosità delle comunità che potrebbero sentirsene invase. Il tema adesso è limitato a porzioni contenute (...) ma domani potrà diventare un problema di tollerabilità sociale.
Il "cuneo nella crepa sottile", le due anime dell'ambientalismo : tua sorella. Ambiente e Paesaggio sono due cose totalmente distinte: l'uno è naturale, l'altro è edificato, costruito; il primo è Terra, Pianeta, geologia e natura, l'altro è architettura, intervento umano.
Interventi sovente belli, PIU' BELLI della Natura allo stato brado (il "BelPaese"): i famosi paesaggi toscani sono territori antropizzati al 100%, da millenni.
Sotto tale profilo, un impianto fotovoltaico Paesaggio Bello di sicuro non fa, ma farlo passare come "ambiente da difendere" è possibile solo per via dei neuroni surriscaldati dal terronismo sul cambiamento climatico.
"Le comunità potrebbero sentirsene invase": stiamo parlando non di tetti di capannoni o di aree edificate dismesse ma di decine o anche centinaia di ettari messi a specchi. Per singolo impianto. Aree che da agricolo-pastorali-forestali diventano cemento dei plateau di fondazione e acciaio dei sostegni: è CONSUMO DEL SUOLO nudo e crudo. Almeno una fattoria dura cent'anni se non cinquecento, mentre un impianto FV ha una vita utile tra i dieci e i venti anni. E poi? A proposito di economia circolare.
Ah' spetta, mo' si sono inventati l'ipocrisia molto latina del cd. AGRIVOLTAICO: solleva i pannelli e fingi che qualche pomodoro si possa piantare, lì sotto. Godono solo le pecore: adorano brucare all'ombra dei pannelli, la cosa peraltro fa risparmiare gli sfalci.
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Da qualche tempo ritorna il tema del rapporto con gli altri, e perché questo si deteriori sempre, continuamente, come una condanna.
Ho smesso di considerarla una condanna derivante da mie mancanze o da mancanze altrui ma più come una naturale conseguenza delle cose.
Quando una persona ha ricevuto amore nella sua vita, lo vedi: lo vedi da come cammina, come si muove nello spazio, lo vedi con la sicurezza che queste persone possiedono nel parlare con gli altri, nel raggiungere i propri obiettivi, nell’avere una solida autostima. E questo avviene perché è come se dietro di loro avessero una corazza di amore solido apposta tra le scapole.
Le persone che non sono state viste, non sono state amate, le riconosco: da come parlano, da come si muovono - è come se girassero scorticate a nudo.
Ormai posso dirlo con certezza, i miei genitori non mi hanno mai voluto autenticamente bene, perché a loro volta erano persone che non sono state amate e protette da chi era chiamato a farlo, e quando non ti viene insegnato e trasmesso l’amore non riesci neanche a provarlo, e se lo provi lo provi a condizioni, lo provi a fasi alterne, lo provi a intermittenza; generando, conseguentemente, una prole confusa, una prole che non capisce quando è amata se lo è davvero e in base a cosa.
Io penso che mio padre abbia cominciato a volermi autenticamente bene e dunque a stimarmi come essere umano quattro anni prima della sua morte. A quel punto ero ormai grande, si chiacchierava dei più svariati temi, riconosceva che avevo dell’intelletto, e forse anche dei valori, ci trovavamo sempre io e lui a parlare o in silenzio. Per questo, dopo il suo suicidio, la cosa straziante è stata dover accettare che lui avesse deciso di andarsene proprio quando avevamo appena cominciato a volerci bene davvero.
Le mie storie sentimentali si infrangono sempre nello stesso punto: questo vuoto desertico che nessuno sente ma comprende solo per vie cognitive. Avendo avuto ormai la mia buona dose di esperienza nei rapporti umani posso dire con certezza che l’unica persona che nella mia vita ho autenticamente amato è stata mia sorella, perché il suo vuoto combacia col mio, abbiamo attraversato lo stesso inferno. È simile a quando due soldati che hanno passato la trincea assieme poi diventano inseparabili. Il motivo è semplice: solo loro due possono realmente capirsi. Ed è anche il motivo per cui i tossicodipendenti finiscono con i tossicodipendenti, i punk con i punk, i letterati con i letterati, non è semplice etichettismo egoico di appartenenza, il filo comune è sempre lo stesso: l’esigenza di sentirsi capiti e di capire veramente qualcuno.
Talvolta questo porta a dinamiche disastrose (vedi i tossicodipendenti), e infatti non ho alcuna intenzione di morire in due di overdose, (per ora), il punto è capire quanto questo vuoto interiore che mi porto dietro dalla nascita possa incastrarsi con quello di un’altra persona. Non è facile, non è impossibile, ma richiede una consapevole solitudine autoindotta. Il problema principale, credo, sia capire cosa sia l’amore per noi e cosa vogliamo ricavarne da questo sentimento sempre più astratto e confuso, ed io voglio ricavarne la comprensione autentica, sentita, sincera. Per farci che poi? Niente, tutto? Il punto è che non mi interessa il fine utilitaristico di questo processo, sono certa che potrebbe non portarmi necessariamente ad avere dei figli, una famiglia e una casa felice e accomodante; il punto essenziale è che se il discrimine è sentirsi capiti e capire l’altro anche solo nello spazio di un’ora, per alcune persone, vale più di cento case, cento bambini e cento cene; vale più di qualsiasi miraggio di felicità.
Non so dove mi porterà questa ostinata ricerca, probabilmente da nessuna parte, ma per la prima volta nella mia vita non ho più intenzione di cedere pezzi di me a favore di qualcuno, affinché sia più “adattabile” a non so quale schema sano e funzionale di coppia.
“La gente ti toglierebbe volentieri pezzi di te, se potesse; ma questo è Frankestein, non è amore”.
Ed io stavolta voglio tenermi tutta intera.
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Censura
La rappresentazione artistica del nudo ha oscillato più volte nella storia dell'arte dal permissivismo e dalla tolleranza di quelle civiltà e culture che lo vedevano come qualcosa di assolutamente naturale, perfino incoraggiandolo in quanto ideale di bellezza (questo nell'antichità greca) fino al rifiuto e al divieto emesso dalle culture più moraliste e puritane, giungendo fino alla persecuzione e distruzione delle opere incriminate.
In particolare, il cristianesimo è una religione che non ha mai permesso facilmente la rappresentazione del corpo umano nudo, fatta eccezione per quelle immagini di contenuto più fortemente religioso e giustificate da un intento teologico, come nei casi di Adamo ed Eva o della crocifissione di Gesù, o ancora la rappresentazione delle anime dannate sofferenti nel profondo dell'inferno.
Con la rivalutazione della cultura classica ed un ritorno all'antropocentrismo nell'arte avvenuto durante il Rinascimento, giustificato da motivi sia allegorici che mitologici, si è avuta una netta contrapposizione con la Chiesa la quale ne ha rigettato in toto il pensiero: il Concilio di Trento (1563), che ha attuato tutte le teorizzazioni della Controriforma, ha postulato un ruolo di primo piano da dare all'arte come mezzo di diffusione dell'educazione religiosa, vincolandola inoltre alla rigorosa interpretazione delle Sacre Scritture, dando al contempo al clero il compito di controllare la corretta osservanza dei precetti cattolici da parte degli artisti.
La nudità nel mondo cattolico cominciò così a venire sempre più censurata. Un chiaro esempio di ciò è l'ordine dato dal Papa Paolo IV nel 1559 a Daniele da Volterra di coprire con dei pantaloni le parti intime delle figure del Giudizio universale michelangiolesco della Cappella Sistina; il Volterra per questo fatto è stato da allora in poi chiamato "il braghettone".
Fuente del Genio Catalán (1856) a Barcellona. Le donne andavano in processione davanti alla statua per ammirarne la bellezza delle forme, scrive un cronista. Il vescovo locale pertanto pensò bene di sottoporla a evirazione e farla coprire con una specie di perizoma: solo nel 1980 il panno è stato rimosso esponendone così i genitali mutilati.
Poco dopo un altro papa, Pio V, affidò lo stesso compito a Girolamo da Fano ma, non contento del risultato ottenuto, a Clemente VIII nacque il desiderio di rimuovere completamente la vernice dall'intera Volta della Cappella Sistina: fortunatamente per la storia dell'arte venne dissuaso dal far ciò dai membri dell'accademia nazionale di San Luca.
Da allora in poi si sono viste ricoprire accuratamente le nudità di numerose opere d'arte, con tessuti pregiati o col disegno del vitigno, la pianta con cui Adamo ed Eva si sono nascosti i genitali per la vergogna a seguito del peccato originale. Un altro esempio di rifiuto del nudo nell'arte è stato quello in principio subito dalla famosa stata del David: appena fu installata in piazza della Signoria subì un tentativo di lapidazione pubblica, prima di conquistarsi il pieno affetto dei fiorentini.
Esempi di censura e persecuzione di nudi artistici abbondano in tutta la recente storia dell'arte occidentale; nel XVIII secolo Luigi di Borbone-Orléans (soprannominato il pio) aggredì con un coltello il quadro rappresentante Leda con il cigno di Correggio in quanto considerato troppo sfrenato e lascivo. La testa di Leda, irrimediabilmente distrutta, venne ridipinta solo in seguito.
Il regime inquisitorio ha toccato anche un artista come Francisco Goya, che venne denunciato al Sant'Uffizio per la sua "Maja desnuda"; il quadro arrivò ad essere sequestrato dal tribunale nel 1814 quando l'inquisizione spagnola lo definì osceno. L'assoluzione dell'artista giunse grazie all'intervento provvidenziale del cardinale spagnolo Luis María de Borbón y Vallabriga[51][52][53]; tuttavia l'opera rimase fuori dagli occhi del pubblico fino all'inizio del '900.
Nella seconda metà dell'800 l'artista statunitense Thomas Eakins si è visto respinto dalla Pennsylvania Academy of Arts di Filadelfia per aver introdotto nella pratica accademica lo studio del nudo preso dal naturale. In Belgio ancora nel 1865 Victor Lagye fu incaricato dei coprire le figure di Adamo ed Eva dal trittico mistico presente nella Cattedrale di San Bavone a Gand. Per finire in Gran Bretagna, su espressa richiesta della Regina Vittoria venne applicata un'enorme foglia di fico per coprire il sesso di una replica del David di Michelangelo a tutt'oggi conservata al Victoria and Albert Museum.
Anche nel XX secolo vi sono stati numerosi casi di censura e attacchi al nudo artistico; nel 1914 una suffragetta inglese di nome Mary Richardson aggredì a colpi di mannaia la Venere Rokeby di Diego Velázquez accusandola d'offrire un'immagine distorta della donna, considerata come mero oggetto di sensualità: il vandalismo provocò sette profondi tagli, causando i danni maggiori nella zona delle spalle della figura, ma riparati con successo dal restauratore capo della National Gallery Helmut Ruhemann. La Richardson è stata condannata a sei mesi di carcere, il massimo consentito per la distruzione di un'opera d'arte.
Nel 1917 la polizia fece chiudere una mostra di Amedeo Modigliani nella galleria Berthe Weill il giorno medesimo dell'inaugurazione per aver esposto nudità che mostravano il pelo pubico.
Nel 1927, durante la dittatura di Miguel Primo de Rivera (1923-30), vi è stata una grande polemica sul posizionamento delle varie sculture di nudi in Plaça de Catalunya a Barcellona durante le opere di ristrutturazione per l'Expo 1929; mentre nel 1931 (durante la Seconda Repubblica) si svolse un'esposizione di nudo organizzata dal Cercle Artístic de Sant Lluc alla quale parteciparono i migliori artisti provenienti da tutta la Spagna.
Ancora in pieno XXI secolo, anche se solitamente il nudo viene visto in modo naturale dalla maggior parte della popolazione, si sono verificati casi di censura artistica: nel 2001 il procuratore generale degli Stati Uniti John Ashcroft ha ordinato di nascondere la statua intitolata "Spirito di Giustizia" che presiede la sala delle conferenze del dipartimento di giustizia di Washington, la sua colpa era quella di mostrare i seni nudi.
Nel 2008 vennero ritirati dalla metropolitana di Londra i cartelloni pubblicitari che riproducevano una Venere nuda dipinta da Lucas Cranach il Vecchio; serviva per annunciare una mostra sul pittore rinascimentale tedesco presso la Royal Academy: la motivazione è stata che "potrebbe ferire e offendere la sensibilità degli utenti della metropolitana."
Sempre nel 2008 l'allora premier italiano Silvio Berlusconi ha imposto di far coprire le mammelle nude mostrate nell'allegoria de La Verità svelata dal Tempo di Giambattista Tiepolo, in quanto era l'immagine centrale della sala delle conferenze stampa date dal governo ed appariva sullo sfondo delle apparizioni televisive del capo del governo, proprio a lato della sua testa.
5/n
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La Bella Estate: la sensuale primavera del nostro scontento
La bella estate, adattamento del romanzo di Cesare Pavese ad opera di Laura Luchetti, con Yile Yara Vianello, Deva Cassel e Alessandro Piavani.
La bellezza delle opere di Cesare Pavese la ritroviamo nella descrizione dei personaggi. Dai piccoli e nitidi dettagli che fanno vivere sulla pagina uomini e donne. Nel caso però de La bella estate, soprattutto donne, essendo uno dei più noti romanzi "al femminile" dello scrittore piemontese. E del resto chi meglio di una regista può portarlo sul grande schermo? E di fronte a tale impresa Laura Luchetti trova una chiave di lettura efficace. Quanto Amelia, interpretata da Deva Cassel al suo debutto sul grande schermo, nella volontà di Pavese e Luchetti, è sfuggente e misteriosa, quanto Ginia, A interpretarla è Yile Yara Vianello già vista in Corpo celeste e La chimera di Alice Rohrwacher, la vera protagonista, è radicata nel presente, divisa tra l'impiego come sarta e i lavori domestici per accudire il fratello Severino.
La chimica tra le due attrici è il fulcro attorno a cui ruota La bella estate, dramma in costume elegante e calibrato. La ricostruzione temporale operata da Laura Luchetti avvolge lo spettatore grazie a personaggi vividi, i cui piccoli drammi catturano da subito l'attenzione nonostante il senso di incompiuto che incombe in sottofondo. A stupire però è la rappresentazione di queste giovani donne che, nell'estate del '38, con la Seconda Guerra Mondiale che bussa alle porte, sono più preoccupate a cercare un'attività che le realizzi in una concezione decisamente moderna.
Con un'estetica che rispetta i canoni dell'epoca in cui la storia è ambientata, e la grande cura nell'aspetto dei personaggi, nei costumi, nelle posture, nella ricostruzione degli ambienti, La bella estate ci sottopone l'universalità della forza vitale della gioventù attraverso le vite di un gruppo di amici che lottano contro le difficoltà del quotidiano in una grande città come Torino e le loro reazioni di fronte all'arrivo di un elemento estraneo. Elemento che si manifesterà nella persona di Amelia, che fa il suo ingresso arrivando a nuoto dal lago dopo essersi tuffata come una sirena e introduce Ginia nel suo mondo fatto di assenzio, pittori spiantati, atelier polverosi e sensualità smaccata.
la regista prende alla lettera il titolo del suo nuovo lavoro costruendo una pellicola fatta di sguardi, primissimi piani, corpi adagiati su sofà, ma anche su mani consumate dal lavoro o sporche di pittura. I giovani al centro della storia sono tutti belli, vitali. Alessandro Piavani si carica sulle spalle il perso del personaggio più sgradevole quel Guido che alterna sedute di pittura e attività predatoria cercando giovani donne da sedurre nell'atelier che condivide con il più estroso Rodriguez (Adrien Dewitte). La bella estate è la storia della maturazione di una giovane donna attraverso dolori, rimpianti, errori, silenzi e passi falsi. Niente di nuovo sotto il sole, ma grazie allo sforzo registico di Laura Luchetti questo mondo antico risulta meno lontano nel tempo del previsto.
La bella estate è un film profondamente sensuale, ma la sensibilità della regista interviene nella rappresentazione del sesso "raffreddandola" per evitare volgarità e scene gratuite. Mentre i nudi di Amelia, che di lavoro fa la modella, sono sempre contenuti e ridotti a una sorta di vedo/non vedo, il nudo di Ginia risulta totalmente naturale. Il tocco femminile nella rappresentazione coreografica affiora nella prima volta di Ginia, nell'irruenza sessuale di Guido e nelle danze maliziose di Amelia culminando infine nel ballo lento tra le due ragazze durante una festa di paese, con la telecamera talmente vicina al loro volti da spingere lo spettatore a chiedersi se intorno a loro le altre persone si siano rese conto del loro legame speciale o se questo esiste principalmente nelle loro menti.
La bella estate: Yile Yara Vianello e Alessandro Piavani a Locarno 2023
Parlare di relazione omosessuale ed esplorazione della propria identità sotto il Fascismo non è semplice e il film di Laura Luchetti è molto prudente nella rappresentazione del rapporto tra Ginia e Amelia, limitandosi a mezze frasi, sguardi languidi, senza mai esplicitare la questione. Se da una parte quest'aura di non detto può rendere, si, più intrigante la scoperta di questo piccolo mondo antico, in cui troviamo echi del presente, dall'altra può risultare frustrante. Perchè anche nei momenti più intensi si continua a percepire un certo distacco emotivo, una freddezza di fondo dovuta al registro usato dai personaggi.
In conclusione un La bella estate, di Laura Lucchetti pellicola liberamente ispirata al classico di Cesare Pavese, è adattamento centrato e affascinante. Il film traduce in immagini le vicende delle adolescenti in cerca di identità raccontate da Pavese, inglobando in un ambientazione classica elementi che risultano anche contemporanei. Convincente il cast, nonostante le performance risultino complessivamente troppo corrette e poco coinvolgenti a livello emotivo.
👍
- La ricostruzione di un'epoca risulta affascinante grazie agli sforzi produttivi in termini di ambienti, costumi e scenografie.
- La regia equilibrata ed elegante.
- L'essenza del romanzo di Pavese prende vita con un'apertura all'attualità.
👎
- Le performance del cast corrette, ma poco coinvolgenti.
#la bella estate#deva cassel#Yile Yara Vianello#alessandropiavani#recensione#review#cesare pavese#laura lucchetti
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Mi sono sempre trattenuto dal commentare il trattamento pubblico di un paziente affetto da demenza senile, come l’attuale presidente degli USA. L’immensa storia della pietà – per ciò che ne resta in una cultura occidentale che ormai la porta con sé solo nella forma vilipesa di un’eredità tradita dalle politiche eugenetiche ed eutanasiche – è del tutto calpestata e cancellata.
Questo povero vecchio, più simile a uno dei tanti ragazzi gonfi di fentanil che popolano le strade delle metropoli statunitensi, chiamato a rappresentare le ubbie isteriche di una classe politica mentalmente perversa e allucinata, merita quella pietà che non sempre è concessa agli altri uomini in preda alla demenza senile come lui. Se solo avesse qualcuno che se ne prendesse cura e non continuasse a portarlo in giro come uno zombi maltrattato dalle circostanze storiche. Certo, la sua è una famiglia abituata agli affari e allo sfruttamento delle opportunità di una forma di vita, quella americana, che non ha alcuna pietà nei confronti degli esseri umani che non ce la fanno. Una forma di vita dove il filantropismo è l’ipocrita foglia di fico di processi economici che riproducono costantemente i motivi per essere filantropici, in modo che insieme al beneficiario non abbia a scomparire anche il suo benefattore. La sua non è certo la demenza di un Re Lear, non è il fool che scompagina le carte del potere.
Di lui non si potrebbe urlare neppure “il re è nudo”. La demenza senile non denuda nulla di diverso della fragilità umana, nel suo corso fisico e naturale e del potere rivela solo l’immenso e metastorico male di cui è espressione.
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CONSIDERAZIONI DI OSHO SULL'INTIMITA' dal libro "Lo splendore nascosto"
Intimità significa esporsi davanti a un estraneo. Siamo tutti estranei — nessuno conosce nessuno. Siamo anche estranei a noi stessi, perché non sappiamo chi siamo. L'intimità ti avvicina a uno sconosciuto. Devi abbandonare tutte le tue difese; solo allora, l'intimità è possibile. E la paura è che se abbassi tutte le tue difese, tutte le tue maschere, chissà cosa farà di te lo sconosciuto?
Stiamo tutti nascondendo mille e una cosa — non solo dagli altri ma da noi stessi — perché siamo stati allevati da un'umanità malata con ogni tipo di repressione, inibizioni, tabù. E la paura è quella con qualcuno che è un estraneo — e non importa, potresti aver vissuto con quella persona per trent'anni, quarant'anni; la stranezza non scompare mai — è più sicuro mantenere un po' di difesa, un po' distante, perché qualcuno può approfittare delle tue debolezze, delle tue fragilità, della tua vulnerabilità. Tutti hanno paura dell'intimità.
Il problema si complica perché tutti vogliono l'intimità. Tutti vogliono l'intimità perché altrimenti sei solo in questo universo — senza un amico, senza amante, senza nessuno di cui ti puoi fidare, senza nessuno a cui puoi aprire tutte le tue ferite. E le ferite non possono rimarginarsi se non sono aperte. Più li nascondi, più diventano pericolosi. Possono diventare cancerose.
L'intimità è un bisogno essenziale da un lato, quindi tutti lo desiderano. Ma vuole che l'altra persona sia intima, in modo che l'altra persona abbassi le sue difese, diventa vulnerabile, apre tutte le sue ferite, lascia cadere tutte le sue maschere e la sua falsa personalità, resta nudo così com'è. E d'altra parte, tutti hanno paura dell'intimità — con l'altra persona con cui vuoi essere intimo, non stai facendo cadere le tue difese.
Questo è uno dei conflitti tra amici, tra amanti: nessuno vuole abbandonare le sue difese e nessuno vuole presentarsi in totale nudità e sincerità, aprire — ed entrambi hanno bisogno di intimità. A meno che non abbandoni tutte le tue repressioni, inibizioni — quali sono i doni delle vostre religioni, le tue culture, le vostre società, i tuoi genitori, la tua educazione — non sarai mai in grado di essere intimo con qualcuno. E dovrai prendere l'iniziativa.
Ma se non hai repressioni, eventuali inibizioni, neanche tu hai ferite. Se hai vissuto un semplice, vita naturale, non ci sarà paura dell'intimità, ma una gioia tremenda — di due fiamme che si avvicinano così tanto da diventare quasi una fiamma. E l'incontro è estremamente gratificante, soddisfacente, appagante. Ma prima che tu possa tentare l'intimità, devi pulire completamente la tua casa.
Solo un uomo di meditazione può permettere che l'intimità avvenga. Non ha niente da nascondere. Tutto ciò gli faceva temere che qualcuno potesse saperlo, lui stesso è caduto. Ha solo un silenzio e un cuore amorevole. Devi accettarti nella tua totalità — se non riesci ad accettarti nella tua totalità, come puoi aspettarti che qualcun altro ti accetti? E sei stato condannato da tutti, e hai imparato solo una cosa: autocondanna.
Continui a nasconderlo. Non è qualcosa di bello da mostrare agli altri, sai che le cose brutte sono nascoste in te; sai che le cose malvagie sono nascoste in te; sai che l'animalità è nascosta in te. A meno che tu non trasformi il tuo atteggiamento e ti accetti come uno degli animali esistenti… La parola “animale” non è male. Significa semplicemente vivo; viene da anima. Chi è vivo, è un animale.
Ma all'uomo è stato insegnato, “Non siete animali, gli animali sono molto al di sotto di te. Siete esseri umani.” Ti è stata data una falsa superiorità. La verità è, l'esistenza non crede nel superiore e nell'inferiore. All'esistenza, tutto è uguale — gli alberi, gli uccelli, gli animali, gli esseri umani. In esistenza, tutto è assolutamente accettato così com'è; Osho sulla disciplina e la repressione della mente.
Se accetti la tua sessualità senza alcuna condizione, se accetti che l'uomo e ogni essere nel mondo è fragile… la vita è un filo sottilissimo che può spezzarsi da un momento all'altro. Una volta che questo è stato accettato, e lasci cadere i falsi ego — di essere Alessandro Magno, Mohammed Ali il tre volte grande — se capisci semplicemente che ognuno è bello nella sua banalità e ognuno ha delle debolezze… Fanno parte della natura umana perché tu non sei d'acciaio.
Consiglio la lettura completa qui: https://www.oshoteachings.com/it/osho-on-intimacy-osho-on-fear-of-intimacy/
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Strisce, macchie, simmetrie (im)perfette, spirali e ramificazioni del mondo naturale, nella maggior parte dei casi, non sono visibili a occhio nudo: spessosono nascoste, "si trovano sottoterra – le radici delle piante, il micelio dei funghi – oppure in mare, per esempio nel plancton". Per esempio, fu solo grazie al microscopio che, “nel 1862, il biologo marino Ernst Haeckel riuscì a osservare e disegnare i minuscoli scheletri ramificati e reticolati dei radiolari, che formano immensi depositi sul fondale degli oceani".
I pattern di ramificazione delle piante consentono loro di crescere e "godere di luce, ombra e umidità": accade per radici, infiorescenze, tronchi e rami "di alberi e arbusti che, a seconda delle specie, si biforcano o producono rametti laterali che si allargano – in orizzontale, in su o in giù – rendendo ogni pianta riconoscibile". Anche squame, placche, scaglie, scuti e penne si rivelano utili perché "proteggono dal caldo, dal freddo, dall’umidità, dai parassiti, dai morsi dei predatori o dagli urti e aiutano a volare o a nuotare". Nuotare, appunto: in acqua cosa accade? Possiamo parlare di pattern quando le forme non sono fisse? Le onde, l’arcobaleno, le nuvole, le gocce di pioggia sono pattern dinamici. Anche gli animali, riuniti in gruppi, possono creare pattern dinamici: pensiamo ai cerchi creati dai pesci nel mare o ai disegni degli storni nel cielo. Talvolta i pattern sono tracce di passaggi: non parliamo solo delle orme di animali, che ci fanno immaginare quattro zampe in movimento, ma anche delle stratificazioni sulle rocce, “testimonianze di [...] trasformazioni geologiche”, e ancora, "le strane serpentine sulle foglie annunciano la presenza degli insetti minatori".
L'uomo ha sempre mostrato interesse per i pattern naturali, così dunque la scienza con la sua continua ricerca di verità e stupore. Buglioni ci ricorda che, ne Il Saggiatore, Galileo Galilei rifletteva sulla relazione tra forme naturali e scienza, descrivendo l'universo come un grande libro "scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto".
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Nudo e Crudo: il podcast che racconta la mia vita senza filtri
È con grande emozione che vi annuncio la riapertura di Nudo e Crudo, un progetto che nasce dal desiderio di esprimersi al naturale. Questo podcast è il mio spazio personale. Un luogo dove la semplicità e la solitudine della mia voce incontrano la profondità delle emozioni, dei pensieri e delle riflessioni. Viviamo in un mondo sempre più complesso.Le immagini, i filtri e le apparenze spesso…
#AscoltoProfondo#Autenticità#ConversazioniReali#CrescitaPersonale#EmozioniAutentiche#EmozioniVere#EsplorazioniInteriori#FMTech#MinimalismoSonoro#NudoECrudoPodcast#PensieriEParole#PodcastCreativo#PodcastingLife#PodcastItaliano#PodcastMotivazionale#PodcastPersonale#PodcastSenzaFiltri#Riflessioni#RiflessioniPersonali#StorieDiVita#VitaReale#VoceAutentica#VociAutentiche
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1. Faresti mai sesso con l’ultima persona con cui hai messaggiato? No
2. Hai parlato con un tuo ex oggi? No
3. Hai mai ‘tolto’ la verginità a qualcuno? No
4. La fiducia è un problema per te? In che senso? Dovrebbe essere tutto tranne che un problema
5. Sei uscito con la persona che ti piace recentemente? No
6. Per cosa ti emozioni? Un bacio dato bene
7. Cos’è successo stasera? Mi è venuto il ciclo
8. Credi sia disgustoso quando una ragazza non si prende molto cura di sè? No
9. È bello avere confidenza con qualcuno? Ovviamente
10. Qual è l’ultima bevanda che hai preso? Tisana arancia e curcuma
11. Di quante persone del sesso opposto ti fidi ciecamente? Mio padre e mio fratello
12. Possiedi un paio di jeans stretti? Si
13. Cosa farai sabato sera? Gioco a genshin
14. Qual è la prossima cosa per cui spenderai soldi? Una felpa nera con la zip
15. Hai in programma di uscire con l’ultima persona che hai baciato? Mmm non prossimamente
16. Credi che cambierai nei prossimi tre mesi? Cambiamo ogni giorno
17. Chi è la persona con cui ti senti più a tuo agio a parlare di tutto? La mia psicologa
18. Quand’è stata l’ultima volta che ti sei sentito distrutto? L'ultima volta che mi hanno spezzato il cuore
19. Hai già fatto sesso oggi? No
20. Hai cominciato a realizzare qualcosa? Si
21. Stai bene emotivamente? Si
22. Nuoteresti mai con gli squali? Se volessi morire
23. Hai gli occhi dello stesso colore di quelli di tuo padre? No
24. Cosa vuoi in questo momento? Restare a casa da lavoro
25. Cosa diresti se la persona che ami baciasse qualcuno che non sia te? Già successo, ho pianto che devo dì?
26. Il tuo colore attuale di capelli è il tuo colore naturale? No
27. Usciresti con qualcuno che non ti fa ridere? No
28. Qual è stata l’ultima cosa che ti ha fatto ridere? Boh, un reel
29. Ti manca molto qualcuno? Chi? Si, la persona che mi ha spezzato il cuore
30. Secondo te, meritano tutti una seconda possibilità? No
31. Onestamente, odi l’ultima persona con cui hai parlato? Un po'
32. La persona di cui sei innamorato ne è al corrente? Penso proprio di si
33. Sei una di quelle persone che non bevono mai bibite? Si
34. Cosa stai ascoltando? Ultimamente smashing pumpkins
35. Scrivi mai in matita? Se capita
36. Sai chi è l’ultima persona che hai baciati? Ma in che senso? Mica bacio i barboni per strada
37. Credi all’amore a prima vista? Si
38. Chi hai chiamato l’ultima volta? Boh
39. Con chi hai ballato l’ultima volta? Il mio ex
40. Per quale motivo hai baciato l’ultima persona che hai baciato? Perché volevo scopare
41. Quand’è stata l’ultima volta che hai mangiato un cupcake? Un po' di anni fa
42. Hai abbracciato/baciato uno sei tuoi genitori oggi? No
43. Ti sei mai imbarazzato davanti al tuo innamorato? Si
44. Ti fai il bagno nudo? No
45. Se potessi, ritrarresti l’ultimo bacio che hai dato? No
46. La scorsa notte hai parlato con qualcuno fino ad addormentarti? No
47. Chi ti ha chiamato per ultimo? Ma non lo so, forse per lavoro
48. Canti nella doccia? No
49. Balli in macchina? A volte
50. Hai mai usato un arco con le frecce? No
51. Ti sei mai fatto fotografare da un fotografo professionista? No
52. Pensi che i musical siano noiosi? Dipende
53. È stressante il Natale? A volte
54. Hai mai mangiato un onigiri? No
55. Qual è la tua torta preferita? Non mi piacciono i dolci
56. Da piccolo che lavoro pensavo di fare quando saresti cresciuto? La veterinaria
57. Credi nei fantasmi? No
58. Hai mai avuto un Dejavu? Si
59. Prendi vitamine quotidianamente? No
60. Indossi le pantofole? Si
61. Usi l’accappatoio? Si
62. Cosa indossi per andare a dormire? Pigiama
63. Primo concerto? Green day
64. Prodotti makeup che usi nella tua routine quotidiana? Ombretto, blush, correttore e mascara
65. Nike o Adidas? Nike
66. Fonzies o patatine normali? Patatine normali
67. Nocciole o mandorle? Mandorle
68. La canzone che ti piace di più di un gruppo che odi? Ansia no
69. Hai mai preso lezioni di danza? No
70. Che professione vorresti facesse il tuo partner? Qualcosa relativo all'informatica, ho bisogno che mi aiuti col i set up per il pc
71. Qual è l’oggetto a cui tieni di più nella tua stanza? Il pc
72. Quale CD c’è nel tuo stereo? Eminem in macchina
73. Hai mai pianto perché eri troppo felice? Si
74. Qual è il libro che stai leggendo? Magnificat amour
75. Studi meglio con o senza musica? Senza
76. Ti piacciono i profumi? Si
77. Sei mai stato innamorato? Si
78. A che concerto vorresti partecipare? Non ho più l'età
79. Qual è stato l’ultimo concerto a cui sei stato? Credo verdena
80. Tè caldo o freddo? Caldo
81. Tè o caffè? Tè
82. Tipo preferito di biscotti? Con le gocce di cioccolato
83. Sai nuotare bene? No
84. Cosa c’è nella tua borsa? Le chiavi, portafoglio, profumo e fazzoletti
85. Sei una persona paziente? Dipende, a volte mi stupisco di quanto lo sono
86. Al tuo matrimonio vorresti un DJ o una band? Non voglio un matrimonio
87. Hai mai vinto qualcosa? No
88. Hai mai avuto operazioni di chirurgia plastica? No
89. Preferisci le olive nere o verdi? Verdi, le amo
90. Cosa ne pensi del sesso prima del matrimonio? Non penso sia più un tabù ormai
91. In che stanza metteresti un camino? In camera
92. Vuoi sposarti? No
93. Cosa ami di più nel tuo partner? Ipotetico, l'odore.
94. Quali Stati vuoi visitare? Giappone e Cina ma non mi regge il viaggio
95. Che lingue straniere sai parlare? Inglese
96. Profumo preferito? Quelli dei tesori d'oriente
97. Che cellulare hai? Xiaomi redmi note 11
98. Che lettera porti nel cuore? In che senso?
99. Quali sono le tue caramelle preferite? Gommose
100. Quali tipi di locali preferisci? Alternativi
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Per rimuovere il tartaro a casa, prova a spazzolare i denti con bicarbonato di sodio e acqua ossigenata, utilizza un dentifricio al fluoro e risciacqua regolarmente con aceto o acqua salata. Sei stanco dell'accumulo di tartaro ostinato sui tuoi denti? Questa placca antiestetica non solo può compromettere il tuo sorriso, ma anche la tua salute orale. Fortunatamente, non devi visitare il dentista ogni volta per affrontare questo problema. Scopri metodi efficaci e naturali per rimuovere il tartaro comodamente da casa tua! Che cos'è il tartaro e perché è nocivo? Il tartaro, noto anche come calcolo dentale, si forma quando la placca si indurisce sui denti. Questa sostanza dura si sviluppa quando i batteri presenti nella placca si combinano con i minerali della saliva. Se non rimuovi la placca con una regolare spazzolatura e l'uso del filo interdentale, può trasformarsi rapidamente in tartaro nel giro di pochi giorni. Il tartaro è dannoso perché fornisce una superficie ruvida su cui altra placca può accumularsi, portando a carie, malattie gengivali e potenziale perdita dei denti. Inoltre, il tartaro può causare alito cattivo e scolorimento, compromettendo la salute orale complessiva e la tua fiducia. Segni comuni di accumulo di tartaro sui denti Riconoscere l'accumulo di tartaro è essenziale per mantenere denti e gengive sani. Ecco alcuni segni comuni da tenere d'occhio: Macchie gialle o marroni: Il tartaro spesso appare come macchie gialle o marroni sui denti, specialmente vicino alla linea gengivale. Alito cattivo: Un alito persistente può indicare la presenza di tartaro e dei batteri che prosperano intorno ad esso. Problemi gengivali: Sintomi come gengive gonfie, rosse o sanguinanti possono segnalare accumulo di tartaro e l'insorgenza di malattie gengivali. Sensibilità dentale: Maggiore sensibilità a cibi e bevande calde o fredde può verificarsi se il tartaro influisce sullo smalto. Depositi visibili: Il tartaro può formarsi lungo la linea gengivale e può essere visibile ad occhio nudo, facilitando la rilevazione. I migliori rimedi casalinghi per rimuovere il tartaro Rimuovere il tartaro dai tuoi denti a casa è sia efficace che economico. Il tartaro, una forma indurita di placca che si accumula sui denti, può causare vari problemi dentali se non viene affrontato prontamente. Ecco alcuni dei migliori rimedi casalinghi che possono aiutarti in questo compito: RimedioIngredientiMetodoAceto e bicarbonato di sodio1 cucchiaio di aceto, 1 cucchiaino di bicarbonato di sodioMescola gli ingredienti, applica sullo spazzolino e spazzola delicatamente. Risciacqua accuratamente.Sale e Acqua1 cucchiaino di sale, 1 tazza di acqua caldaFai dei gargarismi con il miscuglio quotidianamente per aiutare a sciogliere il tartaro.Perossido di Idrogeno1 parte di perossido di idrogeno, 2 parti di acquaScuoti la soluzione in bocca per un minuto e sputala. Risciacqua bene.Scorza d'AranciaScorza d'arancia frescaStrofina la parte interna della scorza sui denti prima di spazzolare per una degradazione naturale del tartaro. Incorpora questi rimedi nella tua routine di igiene orale per combattere efficacemente l'accumulo di tartaro. Ricorda, la costanza è fondamentale per ottenere i migliori risultati. Utilizzare il bicarbonato di sodio per la rimozione del tartaro Il bicarbonato di sodio è un ingrediente potente per la rimozione del tartaro grazie alle sue proprietà abrasive leggere e alla sua natura alcalina. Aiuta a neutralizzare gli acidi e può rompere efficacemente i minerali che compongono il tartaro. Ecco come utilizzare il bicarbonato di sodio per la rimozione del tartaro: MetodoIngredientiIstruzioniPasta di Bicarbonato di Sodio2 cucchiai di bicarbonato di sodio, acquaMescola bicarbonato di sodio con alcune gocce di acqua per formare una pasta. Applica la pasta sullo spazzolino e spazzola delicatamente i denti per 2 minuti, poi risciacqua.Collutorio con Bicarbonato di Sodio1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio,
1 tazza di acquaSciogli bicarbonato di sodio in acqua e usalo come collutorio dopo la spazzolatura per un controllo aggiuntivo del tartaro. Utilizzare il bicarbonato di sodio regolarmente può ridurre significativamente il tartaro sui tuoi denti. Tuttavia, è essenziale bilanciarne l'uso, poiché un'abrasione eccessiva può danneggiare lo smalto dei denti. Abbina il bicarbonato di sodio alla tua routine dentale regolare per ottenere effetti ottimali. Succo di limone e rimozione del tartaro Il succo di limone si distingue come rimedio naturale per la rimozione del tartaro grazie alla sua alta acidità e alle proprietà antibatteriche. Utilizzando succo di limone fresco, puoi combattere efficacemente l'accumulo di tartaro sui tuoi denti. L'acido citrico nel succo di limone aiuta a sciogliere il tartaro e ridurre i batteri nocivi nella tua bocca. Per utilizzare il succo di limone per la rimozione del tartaro, segui semplicemente questi passaggi: Mescola il succo di un limone con mezzo bicchiere d'acqua per diluire la sua acidità. Immergi il tuo spazzolino nel miscuglio e spazzola delicatamente i denti per alcuni minuti. Risciacqua bene la bocca con acqua per eliminare eventuali residui. Ricorda, anche se il succo di limone può aiutare con il tartaro, l'uso eccessivo potrebbe erodere lo smalto dei denti. Utilizza questo metodo con parsimonia per mantenere un sorriso sano. Estrazione con olio per l'accumulo di tartaro Il pulling con olio è una pratica antica che può aiutare a ridurre l'accumulo di tartaro e migliorare l'igiene orale. Sciacquando l'olio in bocca, puoi efficacemente estrarre tossine e batteri che contribuiscono alla formazione del tartaro. Gli oli più comuni per questo metodo includono olio di cocco, sesamo e girasole. Ecco come praticare il pulling con olio: Prendi un cucchiaio di olio a tua scelta. Sciacqua l'olio in bocca per circa 15-20 minuti, assicurandoti di far passare l'olio tra i denti. Sputa l'olio in un cestino (non nel lavandino) per evitare ostruzioni. Risciacqua la bocca con acqua calda e poi spazzola i denti come di consueto. Incorpora l'estrazione con olio nella tua routine di cura orale quotidiana per godere di un alito più fresco e ridurre naturalmente l'accumulo di tartaro. Come rimuovere il tartaro dai denti a casa 1. Cos'è il tartaro e come si forma sui denti? Il tartaro, noto anche come calcolo, è un deposito duro che si forma quando la placca sui denti si calcifica. Si verifica a causa dell'accumulo di minerali dalla saliva sulla placca che non è stata rimossa attraverso una spazzolatura e un uso del filo interdentale regolari. 2. Posso rimuovere efficacemente il tartaro a casa? Anche se puoi ridurre l'accumulo di tartaro attraverso buone pratiche di igiene orale, la rimozione completa del tartaro richiede generalmente una pulizia dentale professionale. Tuttavia, esistono rimedi casalinghi che possono aiutare a ridurre la formazione di tartaro. 3. Quali sono alcuni rimedi casalinghi per aiutare a rimuovere il tartaro? Alcuni rimedi casalinghi includono l'uso del bicarbonato di sodio mescolato con acqua per creare una pasta, lo spazzolamento con una miscela di aceto e acqua, o l'uso di perossido di idrogeno come collutorio. Questi metodi possono aiutare ad ammorbidire il tartaro e ridurne la quantità nel tempo. 4. Con quale frequenza dovrei spazzolare e usare il filo interdentale per prevenire l'accumulo di tartaro? È consigliato spazzolare i denti almeno due volte al giorno e usare il filo interdentale quotidianamente. Questo aiuterà a rimuovere la placca prima che possa indurirsi in tartaro e contribuirà a una migliore salute orale generale. 5. Quando dovrei consultare un dentista riguardo all'accumulo di tartaro? Se noti un accumulo significativo di tartaro, alito cattivo persistente o irritazione delle gengive, è meglio consultare un dentista. Loro possono eseguire una pulizia professionale per rimuovere efficacemente il tartaro e valutare la tua salute orale.
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Iconografia nel Nudo Artistico
Il nudo artistico ha sempre avuto un forte significato iconografico, soprattutto durante il Rinascimento, dal momento che l'artista ha spesso usato una scusa tematica per poter rappresentare la figura umana nuda, dandole un significato generalmente correlato alla mitologia greco-romana, altre volte alla religione. Fino a pieno '800 in pratica non troviamo il nudo al naturale, spogliato cioè d'ogni simbolismo, per riflettere soltanto l'estetica intrinseca del corpo umano.
Le fonti iconografiche per queste rappresentazioni si trovano nei testi dei classici antichi (Omero, Tito Livio, Publio Ovidio Nasone) per quanto riguarda la mitologia e nella Sacra Bibbia per quanto riguarda la religione. Molti artisti erano a conoscenza dei vari temi mitologico-religiosi, così come del lavoro di altri autori attraverso l'incisione e la xilografia, che circolavano per tutta l'Europa del tempo (soprattutto a partire dal XVI secolo); mentre relativamente pochi erano quegli studiosi che potevano estrarre informazioni di prima mano direttamente dalla fonti classiche. Uno di questi pochi era Peter Paul Rubens, che conosceva il latino e diverse altre lingue europee.
Col tempo si forgiò un corpus iconografico contenente i vari miti, leggende e racconti storici basati sui brani sacri, questo grazie alla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze - un'opera sulla vita dei santi, di Cristo e della Vergine Maria - o le "Genealogie degli dei pagani" (De Genealogiis deorum gentilium 1350-68), una delle Opere della vecchiaia di Giovanni Boccaccio sulla mitologia greca e sulla mitologia romana.
Alcuni dei temi più ricorrenti nell'iconografia del nudo artistico sono la Venere Anadiomene (che sorge dal mare), le tre Grazie, il giudizio di Paride, Leda e il cigno, la storia di Adamo ed Eva, la crocifissione di Gesù, l'allegoria e il putto.
Nudo Antiestetico
Di solito s'identifica il nudo con la bellezza, ma invero non tutti i nudi artistici sono gradevoli; vi sono raffigurazioni di personaggi nudi che per vari motivi sono brutti o disgustosi o privi di qualsiasi attrattiva fisica, sia per bruttezza di nascita che per deformità o malformazioni, o di esseri rappresentati nella loro vecchiezza, o di figure malvagie o depravate, infine perché si tratta di mostri o creature fantastiche della mitologia (come i satiri e i sileni) o della religione (demòni e streghe).
Come nel caso della bellezza, così anche la bruttezza è una percezione relativa e differente da una cultura all'altra, da un tempo all'altro e da un luogo all'altro: per l'uomo occidentale una maschera africana può sembrare orribile, ma per i suoi adoratori rappresenta un dio benevolo; ad alcuni l'immagine sanguinolenta e mortuaria di un uomo crocifisso può apparire estremamente sgradevole, pur essendo il simbolo cristiano per eccellenza della redenzione e della salvezza.
La bruttezza può essere fisica o spirituale e si può riconoscere nelle deformità, nell'asimmetria e mancanza di armonia; può inoltre rappresentare concetti morali malvagi come bassezza e meschinità, insieme ad altre categorie come scortesia, nausea, repellenza, il grottesco e l'abominevole, il disgustoso, l'osceno e il sinistro[61].
Già nell'antica Grecia vi era una dicotomia tra l'equilibrio del periodo classico ed il sentimentalismo esasperato e tragico del periodo ellenistico: di fronte all'energia vitale trionfante degli eroi e degli atleti si pose il pathos, l'espressione della sconfitta, il dramma, la sofferenza dei corpi maltrattati e deformi, malati o mutilati. Questo può essere notato nei miti riguardanti la strage dei figli di Niobe, l'agonia di Marsia, la morte dell'eroe (ad esempio quella di Ettore) o il destino tragico e crudele assegnato a Laocoonte e ai suoi due figli; tutte tematiche affrontate nell'arte del tempo.
Questo pathos si spostò nel Medioevo nella rappresentazione della passione di Gesù e della morte di santi come San Sebastiano e San Lorenzo, trafitto dalle frecce l'uno, messo al rogo sulla graticola l'altro: i supplizi ai quali incorsero sono stati spesso riflessi nell'arte in autentici parossismi di dolore e pena. Il martirio cristiano, per la teologia è stato simbolo supremo di sacrificio e redenzione.
Nel campo filosofico uno dei primi a rompere col concetto di bellezza classica è stato Gotthold Ephraim Lessing, che nel suo "Laocoonte ovvero sui confini tra poesia e pittura" (1766) ha respinto l'idea di perfezione classica fattane da Johann Joachim Winckelmann, dicendo che non vi può essere un concetto di perfezione universale per tutti i tempi e tutte le arti. Anche se non ha respinto la possibilità di trovare un sistema che colleghi la totalità delle espressioni artistiche, ha però fortemente criticato le analogie assolute come la formula di Quinto Orazio Flacco "Ut pictura poësis" (La pittura come la poesia). Per Lessing pittura e poesia, esaminati nei loro contesti imitativi, sono cose differenti.
Successivamente Johann Karl Friedrich Rosenkranz ha introdotto nel suo trattato "Estetica della bruttezza" (Aesthetik des Hässlichen, 1853) propriamente il concetto di bruttezza come categoria estetica: seguendo il sistema della dialettica propugnata da Georg Wilhelm Friedrich Hegel, la bellezza viene affermata come tesi mentre la bruttezza come antitesi, dando la risata come sintesi: il brutto viene così sostituito dal comico. Per lui il brutto non esiste di per sé, ma solo se viene raffrontato col bello; il brutto è sempre relativo mentre la bellezza rimane assoluta: in tal modo il brutto, il negativo estetico, viene superato ed oltrepassato dal di dentro, come il male che divora se stesso. Alla stessa maniera sistematizzò le categorie riguardanti il brutto nei concetti di deformità, deturpazione e scorrettezza estetico-morale.
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Certe esperienze di "vita vera" le ho cominciate a vivere da quando ho iniziato la coabitazione da fuori sede, anzi forse la maggior parte delle esperienze, essendo passato praticamente all'improvviso dallo stato di "figlio unico che vive con i genitori" a quello di studente che abita con studentesse.
Una cosa che mi è rimasta impressa e lo sarà per sempre, è quando ho visto il seno di Violetta per la prima volta, perché in effetti era la prima volta che vedevo il seno di una ragazza "dal vero", fatte salve visioni sempre troppo fugaci e rare di donne in topless al mare, che fra l'altro di solito erano sempre troppo adulte per la mia età.
Ma quella volta era successo tutto così per caso, pochi secondi che mi avevano emozionato molto: ero andato in camera sua come capita spesso, non ricordo neanche perché, e avevamo iniziato a parlare. Mentre parlavamo, lei si era cambiata la felpa, e siccome non aveva sotto né la maglietta né il reggiseno (forse era fine marzo), fra il momento in cui si è tolta la felpa e si è messa l'altra, quei pochi ma lunghissmi secondi, aveva il seno scoperto.
Lei lo aveva fatto continuando a parlare tranquillamente, e nel frattempo io avevo celato un po' l'emozione, ma avevo l'adrenalina a mille. Poi ho passato i giorni successivi a chiedermi se lei lo avesse fatto così perché per lei mostrarmi il seno nudo qualche istante era una cosa semplice e naturale, o se volesse lanciarmi un messaggio preciso. Però in quel momento non ne parlavo con nessuno, tenevo questo stato emotivo dentro di me.
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