#notizie maceratese
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Arriva Appignavalon. Sabato e domenica ad Appignano
APPIGNANO – Al via la III edizione di Appignavalon, dedicato al comics, ai cosplayer e ai giochi di ruolo per grandi e piccini in programma sabato 13 e domenica 14 luglio nell’affascinante cornice medioevale del centro storico del borgo di Appignano, ad ingresso gratuito. in copertina: immagine di repertorio
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Macerata, 80esimo anniversario del bombardamento sulla città: mercoledì 3 aprile la rievocazione in onore delle vittime.
Macerata, 80esimo anniversario del bombardamento sulla città: mercoledì 3 aprile la rievocazione in onore delle vittime. Ricorre quest’anno l’80° anniversario del bombardamento su Macerata, una ricorrenza che si inserisce in uno scenario internazionale particolarmente drammatico e offre quindi un importante spunto di riflessione. La rievocazione di quella tragica pagina di storia è promossa, come ogni anno, dal Comune e dalla sezione maceratese dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra, presieduta da Sandra Vecchioni, per celebrare le vittime di tutti gli attacchi aerei che si susseguirono sulla città di Macerata dall’aprile al luglio del 1944. Una messa in suffragio delle vittime del bombardamento aereo su Macerata verrà celebrata da Don Enzo Bruschi mercoledì 3 aprile, alle 19:00, nella chiesa del Sacro Cuore e sarà deposta una corona di alloro in via Pannelli, sotto la targa in ricordo delle vittime civili del 1944. La cittadinanza è invitata a partecipare. Il 3 aprile 1944 i bombardieri alleati colpirono il centro della città causando 106 morti e più di 200 feriti fra la popolazione civile, disseminando distruzione e terrore. Altre incursioni aeree, in particolare quelle del 2 e 14 giugno dello stesso anno, provocarono ulteriori lutti, feriti e danneggiamenti. Tra le vittime di quei tragici eventi vi furono numerosi bambini, donne e anziani, in prevalenza residenti in vicolo della Nana, corso Cairoli, piazza Nazario Sauro, via Santa Maria della Porta, via Padre Matteo Ricci, corso Cavour, via Roma, piazza della Vittoria, le Vergini, via Cioci.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Massima Condivisione Racconta di articoli che tratta della Mafia nelle Marche
Sarebbe bello dire “ chi non condivide è complice” oppure “ La mafia è una montagna di merda” e lo è, però davvero nessuno sà queste cose se volete aiutarmi condividendo avrete fatto un’opera di bene e reso il mondo un posto più bello.
http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2011/06/03/NZ_12_01.html
Boss siciliani nelle Marche: cocaina e marijuana, 45 indagatiDa
REDAZIONE
siciliainformazioni.com1 min
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I carabinieri di Ancona e di Pesaro Urbino hanno sgominato un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga composta da personaggi provenienti dal sud Italia, trapiantati nelle Marche. Tra i 45 indagati, destinatari dei provvedimenti, c’e’ anche un collaboratore di giustizia collegato a Cosa nostra siciliana. Sono in tutto 140 i militari, con l’ausilio di diverse unita’ cinofile, che da stamane all’alba stanno operando nelle province di Ancona, Pesaro Urbino, Ascoli Piceno e Foggia dando esecuzione a perquisizioni e dieci provvedimenti restrittivi emessi dal gip di Ancona, su richiesta della locale Dda.
Sono complessivamente 45 gli indagati. Destinatari delle misure restrittive sono uno straniero e nove italiani, provenienti dal Sud Italia e trapiantati da tempo nelle Marche, accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana. La droga acquistata sia in Italia che all’estero veniva immessa nelle province di Ancona e Pesaro Urbino attraverso una fitta rete di spacciatori al dettaglio, gestita da persone di notevole spessore criminale di origine siciliana. L’organizzazione, che aveva anche la disponibilita’ di armi, utilizzava spesso metodi violenti per il recupero di denaro di precedenti forniture di droga ricorrendo anche all’incendio delle auto dei debitori come metodo intimidatorio.
Altra particolarita’ del gruppo, simile alle organizzazioni mafiose, era il sostegno economico e legale fornito agli associati ed agli altri piccoli spacciatori nell’eventualita’ di un loro arresto. ( di questo avevo copia e incollato il tsto in un documento, l’url non c’è più)
https://www.corriereadriatico.it/ancona/ancona_banda_blitz_polizia-1788630.html
https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/strage-sambucheto-20-anni-dopo-pm-1.1956090
https://www.cronachemaceratesi.it/2016/09/22/la-ndrangheta-a-civitanova-e-dintorni-le-mani-dei-crotonesi-sulla-costa/862787/
https://www.ilcittadinodirecanati.it/notizie-recanati/14894-un-debito-di-droga-alla-base-del-colpo-al-compro-oro-di-via-calcagni
https://www.cronachemaceratesi.it/2015/05/08/piante-di-marijuana-in-garage-torna-libero-il-22enne/654295/
https://www.cronachemaceratesi.it/2017/08/30/assalto-ai-portavalori-a-colpi-di-kalashnikov-arrestata-la-banda/1006018/
http://www.radioerre.net/notizie/index.php?option=com_k2&view=item&id=100496:rubato-un-cancello-in-una-abitazione-di-un-professionista-di-recanati&Itemid=176
https://it.insideover.com/reportage/societa/albania-tra-modernizzazione-e-resistenze/lalbania-e-la-capitale-europea-della-cannabis.html
https://www.cronachemaceratesi.it/2019/06/26/traffico-di-cocaina-intercettazioni-tra-boss-le-mani-della-ndrangheta-sul-maceratese/1267521/
#marche#mafia#denunciare#condivisione#leggere#legge#condividere#share#criminal minds#criminalità#droga#italia#camorra#complice#giornalismo#massima condivisione#spaccio#spacciatore#traffico
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Terremoto: alle 14.54 scossa 3.8 nel Maceratese
Terremoto: alle 14.54 scossa 3.8 nel Maceratese
articolo: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/10/18/terremoto-alle-14.54-scossa-3.8-nel-maceratese_3a7a16c8-841e-430c-bb85-ea7306814d88.html Una scossa sismica di magnitudo 3.8 si è registrata alle 14.54 in provincia di Macerata a pochi km da Visso, a una profondità di 10 km. La forte scossa è stata percepita anche in provincia di Ascoli e in particolare ad Arquata del Tronto. Non…
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Si sta scrivendo molto in queste ore sulla strage razzista di Macerata, sappiamo tutto dell’attentatore fascista e leghista Luca Traini, ma non sappiamo quasi nulla delle vittime. La narrazione dell’episodio accaduto nella cittadina maceratese è essa stessa avvelenata dal clima razzista che si respira nel nostro paese. Come già qualcuno ha osservato basterebbe invertire il colore della pelle dei protagonisti per ottenere una narrazione completamente capovolta, tutti parlerebbero di un terrorista che semina panico in una città dove i bambini sono costretti a restare chiusi nelle scuole e delle vittime sapremo tutto: nomi, cognomi, abitudini e sogni. Tutto questo creerebbe una naturale relazione empatica tra le vittime ed il lettore. Non è così in questa vicenda, l’attentatore è l’unico protagonista e non troppo tra le righe viene detto che «tutto sommato qualche ragione l’aveva pure soprattutto dopo il crudele assassinio della ragazza da parte di un nigeriano spacciatore». Semplificare gli eventi di Macerata in questo modo è pericolosissimo. A gennaio quando, il candidato leghista del centro destra, Attilio Fontana dichiarò «che la razza bianca va difesa dagli immigrati» in realtà non fece una gaffe come di li a poco si sbrigò a giustificare, ma fu il frutto di una semplificazione razzista, verbale e concettuale in atto da tempo nel nostro paese. La semplificazione storica del razzismo funziona benissimo nei social ed in generale nell’epoca digitale dove per esporre la propria opinione non serve argomentarla ma è sufficiente usare dei buoni slogan per sostenerla; purtroppo questo meccanismo ha un altissima capacità di propaganda tanto è vero che oramai le fake news hanno la stessa veridicità di notizie reali poiché la finalità è quella di sostenere una teoria di parte. La semplificazione razzista è tremendamente efficace, il nemico è negro, spaccia, ruba il lavoro, violenta le donne, la soluzione proposta è altrettanto facile, vanno difesi i confini, tutelata la razza bianca a qualsiasi costo. Se in molti casi queste illazioni restano verbali in altri casi danno origine come nel caso della cittadina marchigiana a comportamenti orribili. La matrice ideologica di questo pensiero razzista è ampiamente conosciuta e riconducibile a formazioni di estrema destra (Casa Pound, Forza Nuova) e ad alcuni partiti politici italiani (Lega, Fratelli d’Italia ) che hanno legami stretti tra loro. Karim Franceschi il noto attivista marchigiano che ha combattuto l’ISIS in Siria fin da subito ha sottolineato come la strage di Macerata abbia una chiara connotazione terroristica. E’ chiaro come il circolo vizioso odio, razzismo e terrorismo si autoalimenti, in un contesto che ha perso gli anticorpi naturali alla rinascita dell’ideologia fascista. L’ampio sdoganamento ottenuto dalle fazioni di estrema destra non solo dal ridicolo supposto che tutti in democrazia possono dire la loro ma anche dagli organi di informazione, va fin da subito arginato prima che si arrivi ad un punto di non ritorno. A pochi chilometri di distanza da Macerata ben ha fatto il sindaco di Ancona a vietare una sala pubblica a Casa Pound e lo stesso diniego è stato ribadito da un hotel a cui la fazione di estrema destra si era rivolta in seconda battuta. Tornando alle vittime di Macerata in quelle ore concitate si sono intrecciate anche storie di eroismo ed amore, come quella che ha visto protagonista Jennifer una ragazza di 25 anni che ha rischiato di morire solo per il suo colore delle pelle, un proiettile l’ha centrata tra spalla e seno e solo per pochi centimetri non l’ha uccisa grazie anche al soccorso del suo fidanzato. Wilson ha solo venti anni anche lui tra i sei feriti, come Omar 23 anni tutti pensavano di aver ritrovato rifugio in Italia finalmente al sicuro dalle violenze dei loro paesi , dalle torture della Libia e dall’incubo della morte in mare ma ora fanno i conti con un nemico più viscido ma altrettanto letale la xenofobia. Il 32enne Festus Omagbon ospite in una struttura di accoglienza del Gus ferito dall’attentatore al braccio aveva appena iniziato a frequentare un corso da operaio carrellista, un piccolo sogno che si stava realizzando ha rischiato di essere spezzato da un proiettile. Omar colpito di striscio inizialmente non era andato all’ospedale perché non capiva bene quello che stava succedendo e chi ce l’aveva con lui e per quale motivo, fortunatamente gli amici lo hanno convinto a curarsi ed evitare conseguenze cliniche peggiori. La paura è stata talmente devastante che alcune vittime non sono neanche andate in ospedale, infatti le persone che hanno chiamato i soccorsi sono più di quelle che si contano negli ospedali . Oltre al trauma fisico l’aspetto più rilevante è il trauma psicologico n uno dei ragazzi feriti non riesce a darsi una spiegazione, «non ho fatto nulla di male, ho lavorato in un supermercato sto cercando di farmi una nuova vita qui, perché qualcuno ce l’ha con me?». La risposta caro Gideon è paurosamente semplice qualcuno ce l’ha con te perché hai la pelle nera, o peggio perché sei negro. Ma una fiammella di speranza è rimasta accesa alimentata da tantissime persone che nella quotidianità combattono il razzismo, si oppongono ai confini, danno la loro solidarietà agli ultimi del pianeta, guidati dalla saggezza e dalla consapevolezza di stare dalla parte giusta. Consapevoli che la razza è una sola quella umana e che ogni individuo è tuo fratello o sorella a prescindere dal colore della pelle e dalla provenienza. Ambasciata dei Diritti di Ancona da Meltingpot.org
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Gli Arcadi di Terra d'Otranto (4/x): Gaetano Romano Maffei di Grottaglie.
di Armando Polito
1697-1769 le date estreme della vita. Il suo nome pastorale era Onesso Boloneio, la forma più corrente; infatti è Onesso Bolonejo della colonia Mariana in Gennaro Ravizza, Notizie biografiche che riguardano gli uomini illustri della città di Chieti, Miranda, Napoli, 1830, p. 107; Onesso Bolimejo, sempre della colonia Mariana, in Gennaro Ravizza, Appendice alle notizie biografiche degli uomini illustri della città di Chieti, Tipografia Grandoniana, Chieti, 1834, p. 94). Al di là di queste oscillazioni, nulla sono in grado di dire circa l’origine di questo nome pastorale. Per quanto riguarda la colonia Mariana va ricordato che essa era stata fondata nella Religione dei Chierici Regolari delle Scuole Pie, cui il Maffei apparteneva, l’8 novembre 1703 col motto Hinc satur (Da qui sazio). di seguito lo stemma tratto dal frontespizio di Rime di Adalsio Metoneo pastore arcade della colonia Mariana, Stamperia di S. A. R., Firenze, 1738.
La produzione del Maffei, di carattere religioso e, prevalentemente, encomiastico, risulta imponente. Di seguito in ordine cronologico i titoli tratti dal volume citato del Ravizza (pp. 107-108) e, laddove è stato possibile reperirlo, qualche frontespizio.
Fasti antichi di Tarento, oggi Taranto. Sonetti del P. Gaetano di S. Margherita, grottagliese, cherico regolare delle Scuole pie, pastore arcade, consacrati all’illustrissimo signor D. Federico Valignani Marchese di Cepagatti, per S. M. C. C. presidente della Regia Camera di Napoli, fra gli Arcadi Nivalgo Aliarteo. In Chieti nella stamperia del Terzani, 17321
Componimenti poetici in occasione delle felicissime nozze di D. Pietro del Giudice, e D. Marianna Castiglione. Dedicati al merito del Marchese D. Saverio del Giudice P. A., e Vice Custode di detta colonia Tegea col nome di Olasco Panacheo. Chieti, per Ottavio Terzani, 1745
Componimenti poetici in occasione di prender l’abito Francescano nell’esemplarissimo Monistero di Santa Chiara di Lanciano la Signora D. Paola Ravizza col nome di Suor Maria Eugenia. In Chieti nella Stamperia del Terzani 1747
Componimenti poetici in applauso della professione solenne nel Monistero di Santa Chiara in Lanciano di Suor Maria Arcangela, già nel secolo Vittoria Guidotti. In Chieti per Ottavio Terzani 1747
Componimenti poetici in laude di F. Bernardo M. da Lanciano, Difinitore, Lettore Teologo, e Predicator Cappuccino. Dedicati al merito sovragrande del Sig. D. Paolo Minicucci. In Chieti MDCCLII. Nella Stamperia di P. Ferri
Caietani Romani a S. Margarita Cryptaliensis de clericis regularibus scholarum piarum carminum tomus primus. Teate. Ex typographia Petri Ferri, 17522
(Tomo I delle poesie di Gaetano Romano di S. Margherita da Grottaglie dei chierici regolari delle Scuole pie, Teate 1752 Dalla tipografia di Pietro Ferri) Teate era l’antico nome di Chieti.
Maria Assunta. Sonetti del P. Gaetano Romano di S. Margherita, Grottagliese, cherico regolare delle Scuole pie, all’Illustrissimo Signore D. Paolo Minicucci consacrati. In Chieti 1753, nella stamperia di Pietro Ferri3
Componimenti poetici fatti in lode di S. E. D. Raimondo di Sangro, Principe di S. Severo. Chieti, 1755, appresso Domenico Pachetti4
La virtù applaudita negli antichi Eroi Marrucini. Componimento Dramatico da cantarsi in occasione della solenne Accademia sul medesimo soggetto, rappresentato dagli studiosi delle Lettere umane nel Collegio de’ CC. Regolari delle Scuole Pie di Chieti. In Chieti MDCCLVIII
Relazione su la scoverta miracolosa, e tradizione antica della gloriosissima Vergine Maria delle Grazie, che si venera in Alanno, cui sono annesse le poetiche elucubrazioni del P. Gaetano Romano Maffei. In Chieti MDCCLXII
Componimenti poetici in morte di D. Giuseppe Aurelio di Gennaro, Regio Consigliere, e Lettore delle materie feudali ne’ studi pubblici di Napoli. Dedicati al Sig. D. Leopoldo Tutarini, Filologo, Pastore Arcade, Accademico Giureconsulto, ed Avvocato. In Chieti nella Stamperia del Pachetti, 17625
Componimenti poetici per l’esaltazione di D. Filippo Paini al trono vescovile di Valva, e Solmona. In Chieti, 17636
Opella in Anniversario pro fidelium animabus inexcogitabilem Purgatorii ignem patientibus, D. Jacobo Baroni Tiboni, V. I. Doctori, Patritio, Camerario, ac Theatinae Civitatis Principi dignissimo humillime dicata. Teate, MDCCLXVI, ex Typographia Dominici Pachetti7
Componimenti epitalamici per le felicissime nozze di D. Niccolò Barra Caracciolo, e D. Epifania Ramignani (nel Ravizza senza nome, senza luogo e senza data; in realtà, rispettivamente: Chieti, Pachetti e 1767)8
Il catalogo del Ravizza va integrato con i titoli che seguono.
Il Mose nel ritorno dall’Orebbe alla reggia di faraone. Oratorio composto dal padre Gaetano Romano Maffei di Santa Margherita cherico regolare delle scuole pie per cantarsi nella metropolitana dell’ill.ma citta di Chieti solennizzandovisi la festa del glorioso S. Giustino vescovo, cittadino e principal suo protettore nel giorno 11 di maggio. In Chieti : [s.n.], 17589
Grandezze del rosario di Maria opera del p. Gaetano Romano Maffei di S. Margherita chierico regolare delle Scuole Pie. In Chieti appresso Domenico Pachetti, 176810
Non desti meraviglia il fatto che tutte le opere del Maffei furono pubblicate a Chieti, dove egli visse ed operò per moltissimi anni. Non aleggia in esse ricordo della terra d’origine, fatta eccezione per la prima (Fasti antichi di Tarento). Non è un caso neppure che poche copie risultano conservate in biblioteche salentine (sottolineate nelle note 1-10).
Siamo giunti alla parte finale, forse l’unica, in fondo, originale di questo lavoro (ma vale per tutti gli altri della serie), cioè l’individuazione di componimenti sparsi in varie raccolte. Poteva andarmi peggio (come più in là si vedrà con altri autori) ma chi si accontenta gode.
Si tratta di tre sonetti inclusi in Componimenti poetici di vari autori per la promozione alla Sacra Porpora dell’Eminentissimo, e Reverendissimo Signor il Signor Cardinale Domenico Riviera seguita a 2 di Marzo del corrente anno, raccolti, e pubblicati per ordine dell’illustrissima Città dell’Aquila, Campana, Foligno, 1733, pp. 48-50. Li trascrivo aggiungendo in calce ad ognuno le mie consuete note esplicative.
Cinto allor, che fu d’ostro a il gran Riviera b,
fra l’Aterno s’accese, e fra ‘l Metauroc
lite d’onor; di chi di lor mai era
l’alta gloria novella ornata d’auro.
Da me, quegli d diceva, ei la primiera
origin trasse; è mio dunque il tesauro e.
Questof allor: Gli died’io la cunag altera,
è mia la gloria, e l’Indo il dice e ‘l Mauroh.
Giunto in quel punto al suol dall’auree porte
Giove, il gran Giove, i suoi begli occhi fisse,
e sul Riviera udio le liti insorte.
Gridò ridendo allor: Cessin le risse;
è comune tra Voi per bella sorte
tutto l’onor che l’ Cielo a lui prescrisse.
a Domenico Riviera (Urbino 1671- Roma 1752), nell’immagine che segue tratta da Effigies nomina et cognomina S.D.N. Innocentii PP. XI. et RR. DD., De Rossi, Roma, 1730, fu fatto cardinale da Clemente XII nel 1733.
Il Rivera fu socio dell’Arcadia col nome pastorale di Metaureo Geruntino (per Metaureo vedi le successive note c ed f.; per Geruntino il riferimento è al fiume Gerunte che scorreva presso la città di Elea secondo quanto si legge in Giovanni Mario Crescimbeni, L’Arcadia, Antonio de’ Rossi, Roma, 1711, p. 273). In un’adunanza dell’Arcadia il Riviera lesse, scritta in latino, la vita di Raffaele Fabretti (Urbino 1618-Roma 1700), famosissimo storico ed archeologo, che in seguito fu pubblicata in volgare da Giovanni Mario Crescimbeni (titolo: Vita di Raffaello Fabretti Urbinate detto Iasiteo Nafilio trasportata dal testo latino dell’Ab. Domenico Riviera da Urbino, detto Metauro Geruntino, nel nostro volgar toscano dal Can. Gio. Mario Crescimbeni Maceratese detto Alfesibeo Cario Custode Generale d’Arcadia) in Le vite degli arcadi illustri, I, Roma 1708, pp. 89-108, precedute dal ritratto del Fabretti che di seguito riproduco.
Il Riviera diede alle stampe De divo Joanne Evangelista oratio s Sanctissimum Dominum nostrum Innocentium duodecimum, Roma, Domenico Antonio Ercole, 1697 (era stato proprio Innocenzo XII a nominarlo prima coadiutore del Fabretti, poi suo successore nel 1700, nella custodia dell’archivio segreto); Per riconoscere lo stato del Reno, del Panaro, e del Pò, e l’accrescimento dei danni cagionati dal primo, Benacci, Bologna, 1719 e, sullo stesso tema, Alla santità di N.S. Clemente XI ed alla sagra Congregazione delle acque relazione, e voto di monsig. Domenico Riviera segretario della medesima, e visitatore appostolico l’anno 1716. Per riconoscere lo stato del Reno, del Panaro, e del Po, e l’accrescimento dei danni cagionati dal primo. Per la Congregazione delli 3 settembre 1717, Eredi del Benacci, Bologna, 1719; Sommario delle ragioni allegate nel Fatto/Dominicus Rivera Sacrae Congregationis aquarum secretarius, Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, Roma, 1725; Resolutiones habitae a Sacra Congregatione aquarum in causa Bononien, seu Ferrarien. Aquarum Sper quatuor infrascriptis articulis inter interesse habentes ad dexteram fluminis Rheni in ejus parte inferiori Legationis Bononiae, et Civitatem Ferrariae, Principes Pios, & alios &cc. Die Ven. 24. Augusti 1725 / Dominicus Rivera sac. congregationis aquarum secretarius, Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, Roma, 1725. Un suo contributo è in Nuova raccolta d’autori, che trattano del moto dell’acque, v. V, s. n., s. l., 1766.
b porpora cardinalizia. La voce è dal latino ostreu(m), trascrizione del greco ὄστρεον (leggi òstreon) che significava conchiglia e, per metonimia (la porpora era ricavata da alcuni molluschi, porpora.
c Aterno e Metauro sono i due maggiori fiumi, il primo dell’Abruzzo, il secondo delle Marche. A questo interesse per i fiumi non è estraneo quanto riporto alla fine della precedente nota a.
d L’Aterno. La famiglia Riviera era originaria de L’Aquila.
e Latinismo per tesoro.
f Il Metauro. Il futuro cardinale era nato ad Urbino.
g culla.
h L’affermano l’indiano e l’africano.
O fra gli Eroi più saggi Eroe migliore,
che sei di Storia, e di Poema degno,
gloria d’Aterno, e del Metauro onorea,
ed immortal di tutti due sostegno,
poiche te solo feo l’almo Fattore
Fenice altera nel divino ingegnob,
onde in te chiudi, e poi diffondi fuore
quanto contien delle virtudi il Regno,
la bell’almac Real del gran Clemented
cinger ti volle d’ostroe, e d’oro il Crine
per degno premio di sì eccelsa mente.
E al tuo mertof le glorie almeg latine
convengon sì, che in mirar l’ostro ardente
mira ciascun le tue virtù divine.
a Vedi le note c, d ed f del precedente componimento.
b poiché il creatore che dà vita (Dio) rese te solo superba Fenice (l’araba fenice era un mitico uccello che risorgeva dalle sue ceneri).
c anima. Da notare il gioco di parola tra questo sostantivo, che è da anima con dissimilazione (àlima) e caduta della vocale postonica e il precedente aggettivo almo, che, invece, è dal latino almu(m), che significa nutriente, che dà la vita, a sua volta da àlere, che significa alimentare.
d Clemente XII.
e Vedi la nota b del precedente componimento.
f Forma sincopata per merito.
g benefiche; si completa il gioco di parola di cui s’è detto alla nota c.
Và di Savoia a veder lieto i Figli,
disse Clemente al suo Riviera un giornoa,
Eroe fra lor vedrai d’alti consigli
famoso in guerra e di Pietade adorno.
Egli è il gran Duce Eugenio. Intanto digli,
che qualor di sue glorie il bel ritorno
da lui la Fede aspetta, omai si appigli
a quei pensier, che fagli fregio intorno.
Chinò il Riviera il ciglio a tai parole;
e d’ampie Idee già pieno alto Messaggio
partì dalla Romana augusta Mole.
Qual poi si fosse in compier con vantaggio
di Santa Fe sì belle cause, e sole,
chiedilo al Mondo, e ti dirà: Fu saggio.
a Allude alla missione diplomatica presso Eugenio di Savoia che Clemente XII gli aveva affidato nel 1707, sulla quale vedi Francesco Maria Ottieri, Istoria delle guerre avvenute in Europa e particolarmente in Italia per la successione alla Monarchia delle Spagne dall’anno 1696 all’anno 1725, tomo IV, Stamperia di Pallade, Roma, 1754, pp. 295-300.
(CONTINUA)
Per la prima parte (Premessa):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/
Per la seconda parte (Francesco Maria dell’Antoglietta di Taranto):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/15/gli-arcadi-di-terra-dotranto-2-x-francesco-maria-dellantoglietta-di-taranto/
Per la terza parte (Tommaso Niccolò d’Aquino di Taranto):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/23/gli-arcadi-di-terra-dotranto-3-x-tommaso-niccolo-daquino-di-taranto-1665-1721/
_______________
1 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi di Bari, una presso la Biblioteca civica don Vincenzo Angelilli di Gioia del Colle (BA), una presso la Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo di Brindisi, una presso la Biblioteca comunale Francesco Trinchera senior di Ostuni (BR), una presso la Biblioteca comunale di Gallipoli (LE), due presso la Biblioteca provinciale Nicola Bernardini di Lecce, una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, due presso la Biblioteca della Società napoletana di storia patria di Napoli, una presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma, una presso la Biblioteca comunale Marco Gatti di Manduria, una presso la Biblioteca S. Francesco di Sava (TA), una presso la Biblioteca civica Pietro Acclavio di Taranto, una presso la Biblioteca diocesana Beata Lucia Broccadelli, sede centrale, di Narni (TR).
2 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi di Bari, una mutila presso la Biblioteca diocesana A. Sanfelice di Nardò (LE), una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.
3 Una copia presso la Biblioteca Calasanziana di Campi Salentina (LE), una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, una presso la Biblioteca della Società napoletana di storia patria di Napoli, una presso la Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo.
4 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
5 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, una presso la Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo.
6 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
7 Una copia presso la Biblioteca diocesana di Ripatransone (AP), una presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
8 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
9 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
10 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Sagarriga-Visconti di Bari.
#Arcadi di Terra d'Otranto#Arcadia#Armando Polito#Gaetano di S. Margherita#Gaetano Romano Maffei#Metaureo Geruntino#Nivalgo Aliarteo#Raffaele Fabretti#Libri Di Puglia#Miscellanea#Spigolature Salentine
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La terra trema nel maceratese: molte scosse in poche ore
La terra trema nel maceratese: molte scosse in poche ore
La terra trema nel maceratese: molte scosse in poche ore Il preludio nella notte alle 3.43 con epicentro a Monte Cavallo, nel Maceratese, e magnitudo 2.9. Poi per tutta la giornata diverse sono state le scosse che hanno interessato l’area dei Sibillini tra Fiastra, Fiordimonte e appunto Monte Cavallo. La più forte alle 16.35 di magnitudo 3.6, con epicentro a quattro chilometri da Fiastra e…
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Emilio Schuberth, Federico Emilio (Emilio Federico). – Nacque l’8 giugno 1904 a Napoli, figlio di Gotthelf e di Fortura Vittozzi. Venne alla luce nel pieno centro storico di Napoli, nel quartiere Vicaria. Respirò ben presto l’energia creativa e l’umanità teatrale che da sempre vivono nel ‘ventre di Napoli’. Sulle sue origini vi sono notizie contrastanti. In realtà – come riportato nel certificato di nascita – Federico Emilio (noto come Emilio Federico) all’età di 15 anni fu riconosciuto da Gotthelf Schuberth, «un magnate ungherese», che gli diede il proprio cognome. Anche la sua formazione è avvolta da un alone di leggenda: si fa riferimento a scuole d’arte frequentate a Vienna e a Shanghai, in aggiunta all’Accademia di belle arti di Napoli, che potrebbero in qualche maniera spiegare l’estro e la versatilità di Schuberth, vero «sarto pittore». Nel 1929 sposò Maria Jelasi e ben presto i coniugi si trasferirono, negli anni ’30, da Napoli a Roma, dove Schuberth cominciò un periodo di apprendistato nella sartoria Montorsi, dove dimostra una spiccata dimestichezza nel combinare la seta ai merletti per il settore biancheria: dalla loro unione nacquero due figlie, Annalise e Gretel. Nel 1938 decide di mettersi in proprio ed inaugura, insieme a sua moglie, un primo negozio di modisteria in via Frattina in cui non esponeva cappelli già confezionati, ma li creava volta per volta secondo le esigenze delle sue clienti. Lo venne così a conoscere la contessa Ratti, nipote di Pio XI, che lo incoraggiò a realizzare modelli per abiti femminili, introducendo nel suo atelier donne dell’alta aristocrazia. Sommerso dalle mille richieste delle clienti, nel 1940 costituì e inaugurerà la ditta individuale Schuberth Emilio e l’atelier di alta moda in via Lazio. La clientela continuò ad aumentare, tanto da trasferire, sempre nello stesso anno, i locali dell’atelier in via XX Settembre n. 4, diventando dal secondo dopoguerra meta fissa degli itinerari nella capitale di regine e di attrici del cinema e del teatro, di signore dell’aristocrazia e della politica provenienti da tutto il mondo. Era infatti chiamato la ‘quinta basilica di Roma’. Il suo stile singolare presentava una donna classica e ricercata, che amava i tessuti lussuosi e le sapienti combinazioni dei materiali. Busto sottile e spalle importanti, i suoi abiti, sintesi di fasti ottocenteschi e hollywoodiani: motivo dell’appellativo che gli venne definito “sarto delle dive“.
Tutte sognavano un abito Schuberth per il giorno del matrimonio tanto che veniva inserito nell’invito: “La sposa indosserà un abito di Schuberth”. Quello che tutte ricercavano in Schuberth non erano semplicemente abiti meravigliosi, ma il sentirsi dive.
L’atelier, costruito sul modello francese, era arredato con poltrone, divani di raso, lumi di vetro di Murano, grandi specchi completi di cornici e alle finestre tende che incorniciavano un ritratto di Schuberth eseguito dall’artista maceratese Aldo Severi. Nel suo lavoro di grande rigore e ricerca della perfezione si avvalse sin dagli inizi di uno stuolo di disegnatori, come, tra gli altri, Pino Lancetti, Renato Balestra, Lino Pellizzoni, Giulio Coltellacci, Elio Costanzi, Guido Cozzolino. Schuberth, intuendo profondamente i sentimenti e gli ardori del suo tempo, si immerse a pieno titolo in questo processo creando un suo stile, lo stile ‘schubertiano’, e una moderna comunicazione: trasformò l’abito in linguaggio e il corpo in motore di un cambiamento sociale ed estetico. Precursore in tutto
… amò circondarsi di leggende, sempre in anticipo coi tempi, alimentò il mito per produrre la sorpresa per rompere i luoghi comuni di una società restia ad una svolta epocale.
Fu eccentrico protagonista della vita mondana romana e delle cronache di costume, immergendosi nella magia della ‘Dolce vita’. Anche le nozze delle due figlie, – Gretel nel 1958 con Carlo Rappa e Annalise con De Santis nel 1960 – celebrate a Roma in stile quasi cinematografico, si trasformarono in eventi pubblici trasmessi dai cinegiornali e seguiti dalla stampa.
Gretel – 1958
Annalise – 1960
Schuberth divenne artefice del proprio successo: stravagante, imprevedibile, magnetico, fu il primo a spostare l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica sul creatore di moda, nuovo protagonista della cronaca, del cinema e della cultura.
Schuberth è stato il primo a esibire anelli vistosi a forma di serpente con occhi di smeraldo avvolgentesi attorno al mignolo. È stato il primo a indossare la pelliccia in persiano al mattino e in visone pastello la sera. È stato il primo a usare il parrucchino, il fondo tinta, il trucco agli occhi […] Schuberth non si è mai vestito come un uomo ma come un artista, l’artista che era.
Una delle prime clienti che la contessa Ratti portò nell’atelier di Schuberth fu Maria Francesca di Savoia. Per il matrimonio di Maria Pia, figlia maggiore di Umberto II e di Maria José, con Alessandro di Iugoslavia, Schuberth realizzò, come dono di nozze, tre modelli e partecipò ai preparativi dell’evento.
Oltre a Eva Perón, in visita a Roma nel luglio del 1947, e a Narriman d’Egitto, in viaggio di nozze a Sanremo con re Fārūq (re Farouk) nel 1951, furono conquistati dallo stile schuberthiano anche i reali d’Inghilterra, e la regina Sharifa Dina che, qualche settimana prima delle nozze con il sovrano di Giordania Hussein nell’aprile 1955, scelse i modelli dei suoi vestiti nell’atelier di Schuberth.
Ma fu soprattutto Soraya Esfandiary-Bakhtiari, moglie dello scià dell’Iran Mohammad Reza Pahlavi, a consolidare il suo successo. In quegli anni era infatti diventata un’assidua cliente che ordinava abiti tramite telegrafo. Fuggita a Roma dopo il tentato golpe di Mossadeq del 1953, Soraya era scappata da Teheran con il solo vestito che aveva indosso; il 18 agosto si presentò in atelier e Schuberth, in quattro ore, le preparò in emergenza cinque abiti per la giornata. Non appena la situazione in Iran si stabilizzò, Soraya tornò in atelier e ordinò un intero guardaroba che portò con sé a Teheran.
Frequentavano assiduamente l’atelier di Schuberth anche attrici e dive del cinema e dello spettacolo che cooperarono alla costruzione del consenso e alla trasformazione della vita dello stilista in una sorta di palcoscenico girevole a spettacolo infinito. Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Valentina Cortese furono fra le clienti più legate a Schuberth che seppe valorizzarne la bellezza trasformando le loro immagini di dive da vero ‘arbitro di eleganza’. Inoltre, durante gli anni Cinquanta, furono numerosi i film e le riviste alla cui realizzazione la casa di moda Schuberth collaborò o per le cui attrici protagoniste confezionò abiti.
Memorabili sono le sue larghe gonne a ruota sovrapposte; caratteristico l’abbondare di tulle e di lustrini, che ne fanno un maestro di stile per le soubrette della rivista. Perfino le semplici vestaglie e le gonne logore o sbrindellate che Gina Lollobrigida indossa in Pane, amore e fantasia, La provinciale, La romana mostrano il tocco di classe del loro creatore.
Dalla fine degli anni Quaranta la stampa aveva cominciato a interessarsi a Schuberth e alle sue creazioni, essendo uno tra i protagonisti delle manifestazioni organizzate per la diffusione della moda italiana dall’Ente della moda di Torino. Nel dicembre 1948 al Casino de la Vallée di Saint Vincent ‘l’estroso e discusso Dior d’Italia’ partecipò a una sfilata di abiti; l’anno seguente, nel mese di settembre, sfilò nel salone delle Stelle del Casinò del Lido di Venezia. La sua partecipazione al gran gala della moda fu continuativa, presentando negli anni modelli come Mi sento audace, Viaggio d’amore, Ho scoperto l’amore. Emilio Schubert aveva compreso che la comunicazione era fondamentale nel suo lavoro e ad ogni evento mondano non mancava di mettere in scena, con un fare istrionico, le sue apparizioni, accompagnandosi con dodici scintillanti modelle e facendo sfoggio di costosi gioielli che adoperava in particolare per calamitare l’attenzione dei media.
Accolto l’invito di Giovanni Battista Giorgini, il 12 febbraio 1951 partecipò a Firenze, nella residenza fiorentina di villa Torrigiani, al debutto della moda italiana con la prima sfilata di First Italian High Fashion Show per compratori internazionali e stampa statunitense che riscosse un successo straordinario. Si cominciarono a spalancare così le porte dei mercati internazionali e, in particolar modo, di quelli statunitense e tedesco. Nel mese di settembre del 1951, accanto alle collezioni francesi come Dior, Balmain, Lanvin, Balenciaga, Schiaparelli, furono acquistati dai grandi magazzini Bergdorf Goodman di New York e presentati alla stampa statunitense dieci modelli (tra cui Cifrario segreto, Molto amata, Oggi ho venti anni, Celeste orizzonte) di Schuberth. Nel 1952 la ‘Carovana volante della moda’, composta da Fercioni, Vanna, Marucelli, Tizzoni, Antonelli, Carosa, Gabriellasport e Schuberth, fu accolta a New York nel Grand Central Palace con servizi radiofonici e televisivi nel quadro delle manifestazioni New York Fair of Italian manufacturers. Nel 1953 gli abiti di Schuberth, accanto a quelli di Carosa, Mirsa, Elza Volpe, furono scelti dal buyer australiano, David Jones, che volle organizzare la ‘Italian Parade’ a Sydney.
Tra i suoi viaggi non mancava di fare ritorno nella sua città natale: nel 1953, al Circolo della stampa, durante uno spettacolo dedicato alla canzone napoletana, andarono in scena abiti di Schuberth ispirati ai celebri motivi napoletani, mentre ad aprile del 1954, pochi mesi dopo l’inaugurazione, il teatro S. Ferdinando ospitò una passerella di abiti di Schuberth dai titoli tanto suggestivi: Come una volta, Incontro con destino, Cuore in vacanza, Via dell’ingenuità.
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Sempre nello stesso anno, fu invitato a partecipare al I Congresso della moda e dell’abbigliamento e del tessile, promosso dal Centro mediterraneo della moda e dell’artigianato, sede Mostra d’Oltremare.
Schuberth, «ciclonico e inesauribile», seppe in effetti coniugare mirabilmente la grande perizia sartoriale di tradizione napoletana, che nel tempo reinventava e riproponeva, con l’assemblaggio di tecniche diverse e l’utilizzo di nuovi tessuti. Eccelse nell’arte del ricamo, realizzato con conterie e perline di fiume, corallini, strass, pietre preziose incastonate con fili metallici. Creò colori di tessuti sfumati, utilizzò tessuti stampati e tessuti nuovi prodotti in laboratorio: dai rhodia al nylon,
agli acrilici, al tulle artificiale, abbinato a materiali preziosi e tessuti poveri ma naturali.
Nel maggio del 1954 fu organizzata dal Comitato italiano del Congresso internazionale dei tessili artificiali e sintetici e ospitata a Venezia, a Palazzo Grassi, dal Centro internazionale delle arti e del costume, la mostra del tessuto «I tessili dell’avvenire»: la collezione di Schuberth di quell’anno spaziava dai rasi ai modernissimi tessuti Rhodiatoce,
fondata – sottolineava Gianna Manzini, Vanessa per i lettori – sul presupposto di conciliare l’inconciliabile e cioè il desiderio di novità ad oltranza che rende temerarie le donne e il desiderio».
In quegli anni si dedicò anche all’insegnamento presso l’Accademia Koefia di Roma, fondata nel 1951 dalla contessa Toni Alba Koefia.
Nel 1953 Schuberth, insieme alle sorelle Fontana, Ferdinandi, Fabiani, Giovannelli-Sciarra, Mingolini-Gugenheim, Garnett e Simonetta, fondò a Roma il Sindacato italiano dell’alta moda (SIAM), sancendo la centralità di Roma in questo ambito. Dopo un tentativo non andato a buon fine, nel 1954, il SIAM organizzò la prima Rassegna di alta moda italiana nella cornice di Castel Sant’Angelo. Schuberth fu accolto come il ‘re dei re’ per la linea Fanfara e per i suoi cinque abiti da sera di morbidissima seta, denominati Porcellane di Sassonia.
Nel 1955 Schuberth fece produrre da Adam, ditta parmense produttrice di essenze, il profumo Schu Schu, il primo di una serie; Tale profumazione fu suggellata anche dalla collaborazione tra Schuberth e René Gruau. L’immagine pubblicitaria ritraeva, sotto al titolo del profumo in alto a sinistra, l’araldica aquila schuberthiana, e l’indicazione della internazionalizzazione del prodotto, New York, Roma, Berlino. Seguiranno poi le fragranze Coquillages e Taffetas.
Durante una tournée in Germania, sempre nel 1955, fu padrino di Arwa Stretch, marca tedesca di calze estensibili che, dopo aver entusiasmato il pubblico berlinese, conquistò le donne italiane. Nel campo delle calze per signora, collaborò poi negli anni Sessanta anche con il Calzificio del Mezzogiorno di Latina. Nel settembre del 1957 Schuberth si recò in Germania, prima a Düsseldorf poi a Wiesbaden, per una sfilata di modelli per l’inverno e per definire il piano produttivo e distributivo dei modelli di pronto moda con la ditta Italmodell GmbH: per il suo arrivo inventò un evento mediatico, lanciando la promessa di regalare un abito della nuova collezione alle cacciatrici di autografi. All’alta moda affiancò, dal 1957, alcune linee di moda pronta – Miss Schuberth, e in seguito, Lady X, Signorinella – stringendo un accordo con Delia Soldaini Biagiotti, per l’esportazione negli Stati Uniti e in Germania.
Nel 1958 prese parte – insieme a numerose altre case di moda – alla costituzione a Roma della Camera sindacale della moda italiana, di cui fu nominato presidente del collegio dei revisori; nel 1962 tale Camera fu ribattezzata con il nome di Camera nazionale della moda italiana. Nel gennaio 1960, per il XIX compleanno della moda a Palazzo Pitti, la collezione di Schuberth, battezzata International look e dedicata alle donne di tutto il mondo, provocò scalpore nel pubblico e nella stampa: le indossatrici sfilarono con i capelli rasati. A marzo dello stesso anno inaugurò una nuova boutique nel prestigioso palazzo Torlonia di via Condotti, destinata anche a una clientela medio-borghese che poteva scegliere capi ideati da Schuberth e confezionati dalla ditta di confezioni Stylbert di Arezzo.
Molto noto negli anni ’60 per il suo stile stravagante e onirico, è considerato come colui che ha rivoluzionato, grazie alla spettacolarizzazione della moda, il ruolo del “sarto“, pressoché invisibile, trasformandolo nella figura dello “stilista” odierno. Maestro indiscusso della moda italiana.
Oltre che su occhiali, biancheria intima, biancheria da tavolo, cravatte, costumi da bagno, nel 1965 il suo nome apparve legato alla bambola Jenni, realizzata dalla Italo Cremona, ambasciatrice del made in Italy. Nell’aprile 1967 all’Esposizione universale di Montréal fu allestita una sezione ‘costumi’ in cui, insieme a creazioni di note case di moda, vi erano anche modelli Schuberth.
Durante la sua carriera, furono tanti i riconoscimenti conferitigli. Nei primi anni Settanta, con il declino dell’alta moda, Schuberth aveva cominciato a produrre prêt-à-porter «ma era stato il suo dolore più grande, assicurano i suoi collaboratori». Nel 1967 partecipò al filmato promozionale, Vedette 444, per il battesimo della prima locomotiva del gruppo E.444 delle Ferrovie dello Stato, avvalorando un curioso parallelismo: la costruzione meccanica della locomotiva venne paragonata alla creazione di una vedette della moda nell’atelier di Schuberth.
Schuberth è stato “personaggio“, oltre che sarto famoso, capace di recitare una parte istrionica nella società dello spettacolo dell’epoca. Fu il primo stilista a partecipare a programmi televisivi come La via del successo (1958) e Il Musichiere (1959) non soltanto da costumista, ma anche esibendosi come cantante, e ad aprire le porte del suo atelier alle cineprese per diversi film, tra cui Margherita fra i tre (1942) e Femmina incatenata (1949). Come maestro della moda italiana, i suoi studenti includevano Valentino e Roberto Capucci. Fu maestro di Laura Biagiotti.
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Schuberth si spense a Roma il 4 gennaio 1972 a causa di un collasso cardiocircolatorio. Le figlie, Annalise e Gretel, hanno donato l’archivio paterno all’Università di Parma.
La sua moda ha irrorato la contemporaneità
per contrasto – come lui affermò – creando un mondo fittizio, in opposizione alla realtà: un mondo basato sull’illusione che alimenta le illusioni di tutti i poeti: quella della dolcezza e della grazia femminile. Anche se fosse una leggenda, non sarebbe del tutto inutile a temperare la brutalità della vita odierna. Considerate dunque la mia moda come un contro-veleno e sarete nel vero.
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Nel 2007 un gruppo di imprenditori napoletani ha deciso di dare nuova vita alla maison Emilio Schuberth, ma sempre tenendo fede all’identità originale del brand.
Non c’ è lo stilista di grido al timone creativo, non c’ è il grande gruppo, ma la volontà di riproporre al mercato l’ essenza ed il valore di un marchio che fatto la storia del made in Italy, riproponendo quel lifestyle capace di far sognare. E’ questo l’ intento con cui la E.M.I. Italia (che sta per Emilio Moda Italia) capitanata da Elena Perrella, docente di comunicazione della moda all’ Università di Napoli ma soprattutto grande appassionata di moda, ne ha rilevato il marchio. La sfida della Perrella è la collezione battezzata Emilio Schuberth Couture, presente da qualche stagione soprattutto su alcuni mercati esteri, Russia e Paesi Arabi in testa, debutta ora una linea di prêtà-porter, chiamata semplicemente Schuberth, che unisce artigianale e contemporaneo, prodotta dall’azienda napoletana F.F.C con uno stile dalle radici ben salde e una creatività che parte da un grande studio anatomico per pezzi.
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Nuova revisione del marchio a partire dai tre profumi, rieditati con un packaging tutto nuovo, Schu, Taffetà e Coquillage, con la Extraordinary Fragrance di Napoli, sino al tessile casa, collezione autunno/inverno 2011/12 realizzata dalla fiorentina Annamaria Biancheria, per arrivare alle borse prodotte su licenza dalla Garis di Varese.
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aggiornato al 4 gennaio 2020
Autore: Lynda Di Natale Fonte: treccani.it, emilioschuberth.it, repubblica.it, wikipedia.org, web
Emilio Schuberth #emilioschuberth #schuberth #creatoridellostile #creatoridellamoda #perfettamentechic #felicementechic Emilio Schuberth, Federico Emilio (Emilio Federico). – Nacque l’8 giugno 1904 a Napoli, figlio di Gotthelf e di Fortura Vittozzi.
#4 gennaio 1972#Accademia Koefia#Adam#Aldo Severi#Alessandro di Iugoslavia#amore e fantasia#Annalise Schuberth#Annamaria Biancheria#arbitro di eleganza#Arwa Stretch#‘re dei re#bambola Jenni#Bergdorf Goodman#Calzificio del Mezzogiorno#Camera Nazionale della Moda Italiana#Camera sindacale della moda italiana#Cappelli#Carovana volante della moda#Celeste orizzonte#ciclonico e inesauribile#Cifrario segreto#Come una volta#Comitato italiano del Congresso internazionale dei tessili artificiali e sintetici#contessa Ratti#Coquillage#Coquillages#Cuore in vacanza#David Jones#Delia Soldaini Biagiotti#E.M.I. Italia
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MACERATA – Questa mattina il sindaco Romano Carancini ha ricevuto nella sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi Borgetti, dando loro il benvenuto, alcuni studenti del Liceo classico e linguistico Leopardi di Macerata, accompagnati dall’insegnante Mara Salvucci, e gli studenti – colleghi spagnoli dell’istituto d’istruzione superiore I.E.S Buero Vallejo di Guadalajara, una città che si trova a 65 chilometri da Madrid, gemellato con la scuola maceratese, e la loro insegnante Mila Martìn.
Si tratta di una delle pochissime scuole secondarie del Paese in cui gli studenti studiano l’italiano come seconda lingua straniera. I 13 studenti spagnoli che hanno partecipato all’iniziativa, a Macerata dal 12 dicembre scorso, sono ospiti delle famiglie italiane, mentre sulla base della reciprocità, gli studenti maceratesi si recheranno in Spagna a marzo prossimo.
Il sindaco Carancini, dialogando con i giovani, ha sottolineato l’importanza del percorso di iternazionalizzazione che Macerata, attraverso gemellaggi, patti di amicizia, e non solo, sta portando avanti facendo conoscere la nostra città nel mondo. Ha parlato con i giovani ospiti della figura di Padre Matteo Ricci e dell’importanza che il Comune dà alle scuole e al lavoro che quotidianamente viene svolto al loro interno.
Al termine dell’incontro il sindaco ha consegnato ai ragazzi un piccolo ricordo – omaggio, una penna con lo stemma del Comune e un segnalibro raffigurante l’orologio planetario, mentre alle insegnanti una pen drive con notizie e foto dei principali monumenti e musei di Macerata.
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“Sono particolarmente contento di poter dare buone notizie alla provincia maceratese martoriata dal sisma. Ho finalmente potuto firmare il decreto di aggiudicazione provvisoria dei lavori riguardanti la ricostruzione della nuova scuola Eustacchio Divini di San Severino Marche” [Piero Farabollini, Commissario per la ricostruzione]
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SCOSSA DI TERREMOTO DI MAGNITUDO 4.7 NEL MACERATESE
SCOSSA DI TERREMOTO DI MAGNITUDO 4.7 NEL MACERATESE
Una scossa di terremoto di magnitudo 4.7 è stata registrata alle 5:11 con epicentro a 2 km da Muccia, in provincia di Macerata, ed ipocentro a 9 km di profondità. Lo riporta l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Oltre che nelle Marche, la scossa è stata chiaramente avvertita anche in Umbria. Al momento non si hanno notizie di eventuali danni a persone o cose.
Trenitalia ha…
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Marche: approvato l'accordo Regione-Anas per la variante da 11 milioni di euro alla SS16 a Porto Potenza Picena.
Marche: approvato l'accordo Regione-Anas per la variante da 11 milioni di euro alla SS16 a Porto Potenza Picena. "C'è un filo sottile che lega Acqualagna e Potenza Picena, il Governo Meloni e la nostra giunta regionale. Lungo quel filo scorre la firma siglata il 28 ottobre scorso proprio dallo stesso Primo Ministro in occasione della visita alla città del tartufo, che ha dato il via agli interventi infrastrutturali previsti nella nostra regione dall'Accordo di Coesione 2021-2027, tra cui quello da 11 milioni di euro a Potenza Picena. Una giornata storica che ha programmato interventi sulle Marche per un valore complessivo di 532,5 milioni di euro. Il Piano delle Infrastrutture 'Marche 2032' avanza a ritmi intensi". È il commento dell'assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli a seguito dell'approvazione in giunta dello schema di Accordo Regione Marche-Anas per la realizzazione della variante alla SS 16 "Adriatica" a Porto Potenza Picena, un'opera destinata a liberare dal traffico a lunga percorrenza il centro abitato lungo la zona costiera del comune maceratese e a decongestionare un tratto caratterizzato dal passaggio di mezzi pesanti e dall'intenso traffico estivo. "Il cambio di passo – osserva l'assessore Baldelli – è stato compiuto nell'aprile del 2021 con il Masterplan delle infrastrutture stradali della Regione Marche, un documento che dettava le linee guida della nostra visione che ha poi trovato la sua massima espressione nel Piano Regionale 'Marche 2032' recentemente adottato dalla giunta Acquaroli. Il bypass di Porto Potenza Picena è stato inserito tra quelli ritenuti strategici e si avvale di un finanziamento, per il primo stralcio dei lavori, di 11 milioni di euro. La politica sulle infrastrutture si nutre di fatti che danno forma alla nostra visione grazie al lavoro di squadra tra Regione e Governo". Soddisfatto il Sindaco di Potenza Picena Noemi Tartabini: "Si tratta di un evento epocale per la nostra città – commenta -. Lo spostamento della SS 16 di Porto Potenza Picena, da tempo al centro del dibattito politico-istituzionale, diventa finalmente cosa concreta, grazie alla firma dell'accordo tra Anas e Regione e allo stanziamento economico voluto dalla giunta regionale. Una svolta che, oltre a ricucire il territorio portopotentino, diviso in due proprio dal passaggio della statale, garantirà una maggior sicurezza a residenti e visitatori, limitando in maniera sostanziale il traffico, in particolare quello dei mezzi pesanti. Un'opportunità importantissima per la vivibilità del nostro litorale". Il bypass coglie tre obiettivi: migliora la qualità della vita degli abitanti che vivono lungo la Statale "Adriatica", accresce la competitività delle imprese e delle attività lungo un'arteria che in molti tratti è una vera e propria strada urbana, aumenta, infine, l'attrattività turistica di luoghi affollati ogni estate da migliaia di turisti. Lo stesso Piano della Infrastrutture "Marche 2032" sottolinea come gli investimenti in infrastrutture rappresentino "la più grande opportunità per migliorare la vivibilità della popolazione che vive nella fascia costiera, oltre a valorizzare in Italia e nel mondo le nostre eccellenze naturalistiche, culturali e imprenditoriali". La variante alla SS 16 nel tratto che attraversa l'abitato di Porto Potenza Picena, verrà realizzata tra il km 334+300 e il km 337+600, e va annoverata tra gli interventi in grado di risolvere il problema di congestionamento delle città costiere delle Marche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Cascate delle Marmore
Oggi nella categoria Perle di relax vi voglio parlare di un posto più raro che unico in Italia , ossia delle cascate delle Marmore . Ovviamente quando pubblico un articolo riguardante un luogo non è che ci sia stato per forza , ma nella maggior parte dei casi ne sento parlare e avendo a disposizione uno strumento come internet , ne approfitto per approfondire l'argomento .
Il posto di cui vi parlerò in questo articolo l'ho conosciuto tramite persone a me molto vicine che , facendo dei viaggi in Umbria per motivi religiosi , si sono diretti a loro volta in un luogo come pochi , ossia le cascate delle Marmore . Ne sono venuto a conoscenza tramite una gigantografia appesa alla parete di casa e devo dire , che solo guardandola in foto , mi sono reso conto della bellezza che la natura a volte può creare..anche se in parte aiutata dalla mano dell'uomo . Tali cascate si trovano immerse nel versante meridionale della "Valnerina" , che a sua volta si estende dal maceratese sino in quel di Terni...ma giustamente le notizie più approfondite non sarò io a darvele rispetto a questa valle ma bensì...già sapete di chi parlo...basta cliccare sul nome in grassetto e wiki vi illuminerà :-D . Le cascate in se risiedono in un'area protetta chiamata "Parco fluviale del Nera" che si trova nella parte meridionale e finale della Valnerina . Per essere più precisi , le cascate , si trovano a circa 8 km da Terni , in Umbria . La vera curiosità è che queste cascate fanno parte di un sistema di "energia idroelettrica" , fornendo così , oltre lo spettacolo per gli occhi , anche energia per le popolazioni circostanti ed è questo il motivo per il quale l'acqua non ha sempre lo stesso flusso . Inutile dirvi che nelle zone circostanti vi sono posti altrettanto attrattivi da visitare , sia che essi siano religiosi o naturalistici , come Cascia con la Basilica di Santa Rita o la dimora (basilica) del ben noto San Francesco in Assisi , o infine Norcia con i suoi borghi , paesaggi e l'ottima cucina umbra a farla da padrona e mi fermo qui . Magari illustrerò altri luoghi fantastici in zona...sempre in micro-pillole ;-D .
Come sempre vi metto a disposizione il link , in questo caso quello ufficiale , con tutte le informazioni utili al riguardo delle cascate , marmorefalls , dove troverete un sacco di informazioni , anche per quanto riguarda l'orario d'ingresso , l'acquisto dei biglietti e le visite guidate . E se il sito non vi dovesse bastare qui avete anche l'opportunità di andare sul contatto Facebook delle cascate . Lo so , forse non ho dato granché di notizie ma nel sito o su internet troverete , come al solito , le risposte alle vostre curiosità . Dimenticavo , se doveste fare del rafting , e avete bisogno di rigenerarvi , io vi consiglio un bel piatto a base di tartufo nero , e un bel bicchiere di vino "Lago di Corbara" .....non posso altro che augurarvi una Buona Escursione !! B Read the full article
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Macerata: in scena “La rosa unica”, spettacolo/concerto dedicato a Remo Pagnanelli.
Macerata: in scena “La rosa unica”, spettacolo/concerto dedicato a Remo Pagnanelli. Domani, giovedì 19 ottobre, alle 21.15, al Teatro della Società Filarmonica andrà in scena lo spettacolo / concerto “La rosa unica”, incipit di un testo postumo di Remo Pagnanelli, poeta maceratese. Si tratta di un progetto di Allì Caracciolo, a cura dello STA Sperimentale Teatro A in collaborazione con l’Associazione culturale Remo Pagnanelli, patrocinato dal Comune di Macerata “Leggere Remo Pagnanelli ricercando il senso del suo silenzio: la Musica. La compagna fedele della sua scrittura, come dell’attesa, come della riflessione. L’idea di base – afferma la Caracciolo - è stata di far musicare alcuni suoi testi poetici da diversi compositori e di eseguirli live sia attraverso il Canto secondo varie modalità (canto lirico, melodico, jazz), sia attraverso la interpretazione attoriale in forma di melologo, e infine attraverso la pura vocalità della parola poetica”. La rappresentazione dei testi, scelti e organizzati secondo un’articolazione che consente un graduale internarsi nell’universo poetico dell’autore, diventa espressione di un linguaggio composito volto a rivelare, in assenza d’ogni retorica, le voci silenti che animano la parola poetica, celate nel rigoroso segreto della scrittura. Il progetto non si limita alla consueta lettura di versi accompagnata da sottofondo musicale, bensì si pone come una sorta di moderna opera lirica unitaria, grazie al fil rouge costituito dalla struttura drammaturgica e dalla scelta di testi che costruiscono gradualmente un itinerario dell’animo dentro il dolente mistero della esistenza e della morte. Nel progetto sono coinvolti varie tipologie di artisti professionisti: compositori, musicisti esecutori dal vivo, cantanti, attori, nonché tecnici del suono quali Ottavia Maria Maceratini, Fabio Bacaloni, Matteo Canesin, Edoardo Salvioni, Franco Alfonsi, Samuele Ricci, Elena Marchetti, Tonino Zampa, Vincenzo Ruggiero, Chiara Marangoni, Maria Novella Gobbi, Gastone Pietrucci, Adriano Taborro, Marco Gigli, Roberto Picchio, Silvia Agabiti e Andrea Cesanelli.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Blitz in appartamenti e casolari di campagna: operazione antidroga a Fermo
Blitz in appartamenti e casolari di campagna: operazione antidroga a Fermo. Sono scattate 11 misure cautelari, di cui 6 in carcere e 5 di divieto di dimora e obbligo di firma in Questura, con ingenti somme di denaro e chili di sostanze stupefacenti sequestrati. Questi i numeri del blitz antidroga messo a segno dalla Polizia ieri a Fermo. Una maxi operazione che ha riguardato anche Ripatransone, in provincia di Ascoli, e alcune zone dell’entroterra del maceratese. Un bilancio destinato ad aumentare visto che sono ancora in corso alcune sfaccettature dell’operazione che ha colpito al cuore un’organizzazione composta da nordafricani, in particolar modo tunisini, e con il quartier generale a Lido Tre Archi. I poliziotti, con l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno fatto irruzione soprattutto in appartamenti occupati abusivamente. C’è stato bisogno anche del contributo dei veterinari dell’Ast, dal momento che molti degli immobili erano presidiati da cani di grossa taglia e piuttosto aggressivi. Un blitz ben pianificato e studiato da mesi, che è scattato simultaneamente in tutti gli appartamenti presi di mira. Un’operazione massiccia e coordinata dalla Procura di Fermo, che ha colto di sorpresa i destinatari delle misure cautelari.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Alla Mozzi Borgetti il nuovo format “Ci giochiamo la Poesia”
Alla Mozzi Borgetti il nuovo format “Ci giochiamo la Poesia”. Macerata, con il titolo di “Poesia in Biblioteca”, alla Mozzi-Borgetti si inaugura un nuovo format annuale di incontri e laboratori dedicati al tema della poesia. Organizzato dall’Amministrazione comunale la cura è affidata agli scrittori Filippo Davoli e Guido Garufi per l’associazione “Riunite Arti”. “Con questa nuova iniziativa - interviene l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta - vogliamo inaugurare, all’interno della biblioteca comunale, un luogo che vede già altre manifestazioni legate alla lettura, ma anche al gioco e a laboratori, un nuovo percorso per promuovere la conoscenza e l’approfondimento della poesia nelle sue diverse sfaccettature e attraverso i diversi periodi storici che l’hanno attraversata, dai classici alle ultime tendenze. Un format che vogliamo consolidare e riproporre nel tempo”. Il ciclo di incontri dal titolo “Ci giochiamo la Poesia” si inaugura il prossimo giovedì 21 settembre alle ore 17:30, nell’Auditorium della Biblioteca, con l’intervento di Giovanni Tesio, critico del quotidiano “La Stampa”, “Tuttolibri” e “L’indice dei libri del mese”, autore per Einaudi di numerosi saggi, tra cui si ricordano le conversazioni con Primo Levi. Tesio, che è anche docente emerito di Letteratura italiana all’Università del Piemonte Orientale, racconterà il suo ultimo libro, intitolato per l’appunto “La poesia in gioco” ed edito da Lindau. Seguirà il giorno seguente, venerdì 22 settembre, stessa ora e stesso luogo, un viaggio tra giovani poeti italiani in rapporto coi testi e i maestri della loro scrittura. L’incontro si intitola “Sulle orme dei padri” e vi prendono parte Luca Campana, Riccardo Canaletti, Jacopo Curi, Marco Di Pasquale, Lorenzo Fava, Martina Luce Piermarini, Simone Ruggieri, Ezio Settembri, Sonia Trippetta e Costantino Turchi. La seconda settimana di incontri per la “Poesia in Biblioteca” aprirà giovedì 5 ottobre alle ore 17:30 nella Sala Castiglioni con il poeta e critico maceratese Guido Garufi, alle prese con lo spinoso problema della cosiddetta Neolingua in rapporto alla feconda esperienza della Poesia nelle Marche, a cui ha recentemente dedicato una seconda imponente antologia. Il giorno successivo, venerdì 6 ottobre, Filippo Davoli parlerà dell’attività laboratoriale del poeta parafrasandola paradigmaticamente con la carriera ultrasessantennale di Mina. Anche l’incontro con Davoli si terrà nella Sala Castiglioni alle 17:30. Venerdì 20 ottobre, stessa location e stessa ora, la rassegna “Poesia in Biblioteca” si chiude con un omaggio ai poeti italiani del Grande Stile, da D’Annunzio a Montale, da Pascoli a Luzi, da Saba a Fortini ed altri, letti da Piero Piccioni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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