#non stiamo bene
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frammenti--di--cuore · 1 year ago
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misto di fame, nausea, voglia di dormire, voglia di ballare, nuovamente fame, voglia di vomitare l'anima, voglia di ridere per mezz'ora, voglia di piangere per due giorni, di far scomparire l'umanità, voglia di fare amicizie a non finire...
Se tutto questo per te è normale, lascia un cuore per far sentire altri disagiati come te meno soli 👍
Grazie.
Lo staff del disagio.
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galloberardi · 1 month ago
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Ma non sai nemmeno se vinciamo, parli a caso
Il punto non è che questi non sono in grado di poter vincere, il punto è che è la seconda volta che ne chiama troppo pochi. Letteralmente quello che sta facendo lui ora è creare UNA squadra. Questo va bene in vista di due partite in Sosta Nazionali, ma in previsione di Mondiali? Non metto in dubbio che Retegui possa giocare 80 minuti una partita e 40 l'altra alternandosi a Kean, ma appunto se sono due partite. Ma in un torneo? Un torneo che vuoi vincere, dove ci sono partite ogni 3/4 giorni non ti puoi presentare solo con una squadra perchè hai visto che quella girava. Ok vuoi giocare con due davanti e non tre, ma perchè non chiamare altre punte che stanno facendo bene tipo Cutrone, o provare anche con tre davanti viste le alternative valide che abbiamo come esterni? Zaccagni, Chiesa, Zaniolo meritano di giocare e se per gli ultimi due non c'è ancora un grande minutaggio e gol, per il primo c'è, che piaccia o meno. Praticamente le sue convocazioni sono il Copia Incolla di quelle prima se hai segnato un gol, fine. Ripeto questo va bene se guardiamo due partite di Nations League a Ottobre 2024, ma nel grande schema delle cose che è: qualificazione e buon piazzamento di un Mondiale non si va da nessuna parte. Non possiamo sempre sperare che un centrocampista segni. Ci sta che ci siano degli insostituibili, ma non 11.
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omarfor-orchestra · 11 months ago
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Comunque finalmente uno che ha detto una cosa seria cioè che tutto sto casino e tutti sti ascolti sono per una storia omosessuale (sì lo so lo so benissimo sono incazzata anche io per come a quanto pare considerano la bisessualità però raga ci rendiamo conto. Un Paese intero che si confronta e aspetta le puntate solo per vedere chi si piglia Simone. Un triangolo tra tre ragazzi. Ma è una cosa enorme)
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anitalianfrie · 6 months ago
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preferiresti un sandwich diggianini o marcmarc?
......
..........
diggianini
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buscandoelparaiso · 11 months ago
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appena finito di leggere Domino
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no ma sto bene
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automatisma · 2 years ago
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La puntata sedici di Luxastra è: PIGLIATEVELA TUTTI NEL CULO - THE GAME
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themhac · 2 years ago
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è la fiera delle banalità lo so ma che festa horror è capodanno
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animapunkocchidipeterpan · 5 months ago
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NO, UN MOMENTO, HANNO DAVVERO PROIBITO A GHALI DI ESIBIRSI ALLA SECONDA DATA DEL CONCERTO LIVE DI RADIO ITALIA A NAPOLI SOLO PER AVER CHIESTO UN MINUTO DI SILENZIO PER LE VITTIME IN PALESTINA (e non solo, le vittime di tutte le guerre, Ghali non si scorda di nessun*)?!?!?! SUL SERIO?!?!?!? 😶‍🌫️😶‍🌫️😶‍🌫️ COSE DA PAZZI.
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Secondo me essendo già qui, trasferirsi solo una parte perchè magari alcunə non lo usano ecc forse non è un granchè. Realisticamente dico
esattamente, per questo dicevo che nell'eventualità bisognerebbe trovare qualcosa che vada bene più o meno a tuttə
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thebestofyourgirls · 4 months ago
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immagini quella sensazione in cui ti senti viva.
quando trattenere le emozioni è impossibile o non vuoi.
è da un po’ che sento questo, come se stessi vivendo tutto per l’ultima volta e assaporo ogni singolo istante con le persone che amo circondarmi.
ma non sarei io se la malinconia non mi raggiungesse quando penso vorrei vivere le prime volte “infinite frequenze”, le emozioni di una sera, i sorrisi e gli abbracci “dei miei” per la vita.
fino a quando la luna ci sorriderà penserò a quel paradiso che ci aspetta quando siamo tutti assieme a passarci le sigarette e a bere fino a ridere per nulla.
e stiamo bene.
-hsox
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falcemartello · 5 months ago
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Immaginate di vivere in un mondo in cui le auto sono solo elettriche. Dove è del tutto naturale che tutti le guidino e nessuno si chiede se ciò sia un bene o un male.
Poi un giorno qualcuno inventa l’auto col «motore a combustione».
Pensate a quanto venderebbe bene: un veicolo che pesa la metà, costa la metà, si rifornisce in meno di 1/10 del tempo e con anche quattro volte l’autonomia, sia che là fuori ci siano -30 °C sia che faccia un caldo infernale. Che non fa uso di materiali rari e costosi, il cui reperimento è dannoso per l’ambiente e, a conti fatti, inquina davvero poco.
Vi rendete conto che stiamo vivendo in un mondo al contrario?
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scritti-di-aliantis · 1 month ago
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Forse sarà per il tuo pudore innato. Che ancora insiste, inossidabile, nell'anima tua anche dopo anni ormai che stiamo insieme. Forse sarà per il modo lieve e gentile con cui mi stuzzichi a fine giornata o quando senti il bisogno di essere amata.
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Forse sarà per il fatto che la mia anima si sente continuamente attratta dalla tua. E che sebbene io ti domini, non potrei mai lasciarti andare. Quindi lo ammetto... ho bisogno io di te per prima, per poter vivere. O forse sarà semplicemente per come ci baciamo, ebbre l'una dell'altra...
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Sarà per tutte queste cose. O forse semplicemente perché stiamo troppo bene insieme, che non smetto di divorarti le labbra in ogni occasione in cui siamo sole. E quando non lo siamo, di pensare a quando potrò assaggiarti. Tu lo sai e sorridi, mi stuzzichi. Scema: mi fai morire di passione. Ti amo.
Aliantis
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omarfor-orchestra · 9 months ago
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Ah
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yomersapiens · 1 month ago
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La speranza è la prima a rammollire
Nei periodi come questo, quando gli occhi peggiorano drasticamente, mi rifugio nei ricordi. �� l'unico posto dove i colori sono ancora gli stessi e le persone ancora definite. Ho un archivio di ricordi fotografati accuratamente nel corso della mia esistenza. Reperti dal millennio passato. Ci navigo tra cartelle organizzate per argomento. Passo ore così. Ricordando. Ricordo ad esempio quando tutto questo calvario era iniziato una qundicina di anni fa. Ricordo che la luce era troppo forte e non riuscivo ad andare in giro durante il giorno. Di notte entravo al cinema indossando gli occhiali da sole perché la luce dello schermo era lame che infilzavano la retina. In quel periodo, quello che inizialmente fu solo un'eredità degli anni 90, documentare divenne un vero e proprio obbiettivo. Fotografare tutto per non perdere niente. Non riuscivo a godermi quello che stavo vivendo completamente ma potevo fotografarlo e poi, la notte, abbassando la luminosità dello schermo al minimo, potevo ripercorrere lo scattato e comprendere quello che avevo vissuto. Ho vissuto sempre in due tempi diversi. Il primo nel momento stesso in cui accadeva, incapace però di comprenderlo pienamente, il secondo quando il momento era passato, rivivendolo attraverso i ricordi, aggiungendo i sensi mancanti. Questa modalità di vivere comporta il subentrare di un ingrediente tanto saporito quanto terribile: la nostalgia. Io ero in quelle foto. Ero dietro l'obbiettivo ok, ma io ero lì, incapace di godermelo eppure c'ero! Così, quando ripercorrevo, mi mancava non esserci stato davvero. Poi ahimè si è ripercosso su tutto. Anche nei periodi in cui la vista non ha grossi problemi, resto sempre distante. Non mi fido di quello che sto vivendo perché preferisco diventi un ricordo in cui aggiungere tutta la nostalgia che voglio a mio piacimento.
Equivale a vivere in tempi diversi. Ho perso fiducia nel futuro. L'ho dovuta ridimensionare davanti a un'altra terapia fallita. Io davvero ci speravo questa volta ma poi lo dico sempre che ci spero. Non sono cinico come sembro. Sono un cinico a posteriori. Accade qualcosa di brutto e dico "Ah ma tanto lo sapevo che andava così" e in realtà non sapevo niente, anzi, nel mio cuoricino di adolescente pulsava linfa di speranza. Come un coglioncello. Ci speravo in questa terapia perché non mi sarebbe dispiaciuto avere un pensiero in meno. Ma poi, se le cose fossero andate bene, che me ne sarei fatto del bene? Io il bene non me lo so godere. Sembro uno di quelli che inviti a cena, gli metti il piatto in tavola e lui aggiunge subito altro sale senza nemmeno aver assaggiato. Giusto perché deve rovinare quello che riceve. Questa terapia doveva funzionare ma poi sai che palle che mi sarebbero venute ad andare in giro e magari godermi quello che c'era attorno?
Al telefono con mia madre non riesco a sorridere, mi dice che le manca il Matteo che fa lo scemo e fa battute. Manca anche a me quel Matteo. Mi manca non poterlo chiamare e fargli fare il suo spettacolino per tranquillizzare i genitori e per fortuna stiamo a centinaia di chilometri di distanza così questi contatti si centellinano altrimenti dovrebbero confrontarsi con un uomo che giace per la maggior parte del tempo sul divano con il telefono quasi schiacciato in faccia per riuscire a guardare video da qualche social network asiatico. Non mi piace avere gente attorno a me quando sto così. Non mi piace dover spiegare cosa si prova e quello che odio più di tutto è quando mi viene fatto presente che potrebbe essere molto peggio. Lo so cazzo. Tutto potrebbe essere molto peggio. Ma molto potrebbe anche essere non dico meglio ma almeno evitare di rompere il cazzo.
Ti chiudi in te stesso e non vuoi dire come stai. Almeno riesco a scrivere. Ci sono alti e bassi. Oramai questa tecnica di scrittura simile a un diario mi aiuta a tenere traccia delle maree della mia salute. Non voglio dimenticare i precedenti del male per ricordare che poi, forse, se si è fortunati, passa tutto. Bisogna ritirarsi nella propria caverna, mentale o reale, e aspettare. Avere sempre pazienza. Questa estate ho avuto un paio di momenti dove sono stato davvero bene e me li sono appuntati perché non scappassero durante i periodi bui. Bui sul serio. Bui come il bar dove mi rinchiudo a scrivere scappando dal timido sole viennese. Mi costringo a ricordare attraverso le foto, gli archivi, le pagine del diario, i tatuaggi. Il mio corpo è una mappa del tesoro, nascosti tra i rotolini di ciccia ci sono racconti, amori del passato, battute. Devo ricordare.
Quando mia nonna si è ammalata di Alzheimer ho capito che quello sarebbe stato il mio inferno. Perdere pezzi del mio passato, della mia identità. Certo, sarebbe stato un allegerirsi, ma il prezzo è troppo alto. Dimenticare i nomi delle persone a cui voglio bene. Dimenticare dove sta il bagno. Dimenticare il tuo piatto preferito.
Vorrei la mia testa funzionasse esattamente come le cartelle dove deposito quello che non voglio perdere. Sperando che nessun virus o difetto dell'hardware accorra. Vorrei salvare tutto per i momenti difficili. Organizzare per data e importanza. Alcune cartelle le avrei nascoste o addirittura cancellate. Le volte in cui ti ho fatta piangere. Le volte in cui non sono stato abbastanza. La foto che ho scattato quando hai detto che non mi amavi più, che ho scattato per commerare quel dolore mentre tutti e due stavamo sorridendo. Come quando scatto un ritratto davanti allo specchio per poi guardare nel telefono che aspetto ho, come sto invecchiando. Se la mia testa fosse organizzata così io sarei più tranquillo. Non avrei paura di un eventuale peggioramento della mia condizione perché tanto potrei andare sul desktop e cliccare da qualche parte un'icona gigantesca (per facilitarne l'individuazione) e navigherei in quel mare, remando tra momenti pessimi e momenti lontanamente buoni.
La musica aiuta. È autoreferenziale lo so, ma anche la musica che ho scritto io mi aiuta. Riascolto alcune tracce sperando di poterle tornare a suonare. Accadrà. Lo so. Lo sento. Quando non vedo mi torna il bisogno di cantare. Che rottura di cazzo deve essere avermi accanto. Non biasimo il mio gatto che mi odia e anzi, lo capisco. Ha sempre fame. Costantemente. Io oramai lo accontento e basta, ho provato a dargli delle regole, a farlo dimagrire, ma poi ho pensato, cosa è meglio per lui? Una vita breve ma piena di cibo e quindi rilassata, oppure una vita lunga e sana ma sempre dietro a chiedere di essere nutrito e insoddisfatto? Sai quando pensi di fare il bene per qualcun altro e allora prendi una decisione ma poi non serve a nulla perché comunque non rendi l'altro felice perché prova tu a spiegare che ci vuole tempo perché le cose migliorino a chi non ha idea di cosa sia il tempo perché è una palla di pelo rossastro.
Scrivere di getto mi aiuta. Sono i discorsi che non sto facendo a nessuno perché non riesco a comunicare con nessuno e che non voglio neanche fare a un essere umano reale voglio scriverli perché scrivendoli resteranno. Potrò rileggerli. Ti immagini andare da una persona e dirle "Oh senti ti ricordi quello che ti avevo detto quella volta che non stavo tanto bene e allora mi sono messo a parlare di come mi piacerebbe avere un sistema di archiviazione nel mio cervello simile a..." e poi mi fermerei perché anche meno dai. Trattieniti. Forse sono sempre stato questa forma di scrittore. Uno a cui piace parlare da solo. O parlare con se stesso. Che ha diverse personalità che entrano in scena quando le cose si complicano.
Non c'è una nuova terapia all'orizzonte. Quella che è fallita era l'ultima speranza. Allora si torna indietro. Si prova una terapia che era fallita anni fa. Proprio agli inizi della mia carriera di malato cronico. La provo adesso, quindici anni dopo, anche perché non ricordo esattamente cosa andò storto all'epoca perché non avevo preso appunti a riguardo! Errore fatale! Adesso invece ho imparato e scriverò tutto e poi lo confronterò tra altri quindici anni quando tornerò a provare la stessa terapia per la terza volta. Si spera io sia vivo tra quindici anni e che non sia diventato un calcolatore elettronico strabordante di cartelle contenenti foto e testi e tracce audio.
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be-appy-71 · 4 months ago
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Senti... facciamo che stasera vieni qui e ci facciamo le coccole.
Ce ne rimaniamo abbracciati a chiacchierare di nulla, a ridere di niente, a stare in silenzio, a respirarci vicino.
Vediamo un film o ascoltiamo musica o beviamo un bicchiere di vino o chissenefrega.
Magari mi racconti di quella volta in cui... o fai una battuta così scema da non riuscire a smettere di ridere.
Intanto però... stiamo vicini.
E ci tocchiamo.
Che detta “così” pare roba spinta e invece è solo braccia che cingono, mani che si sfiorano, una carezza sul collo, un bacio a fior di labbra, una gamba sopra le gambe... “dove metto la testa?”, “Vuoi un cuscino?”, Hey... mi si è addormentato il braccio...”, “Sei comoda? Sicuro che sei comoda?”, “Come stai? Sei stanca, vero?”... La fronte si aggrotta, tu ti agiti e ti accendi di pensieri, gli occhi che un po’ si chiudono... “Dormi?”... Già... dormi.
E io non mi muovo... che se ti sveglio mi scoccia.
E la mano rimane ferma sulle tue gambe.
Immobile.
Mi arriva il calore di un contatto tra vestiti.
Tatuaggio di energie.
Ti farei grattini ovunque.
Ti accarezzerei in ogni angolo.
Di anima e corpo.
Ti bacerei di baci leggeri.
Anche senza fare l’amore. Anche senza, per necessità o forza, lasciare che lo stare vicini diventi desiderio o passione...
Mi piacerebbe, a volte, avere più tempo e spazio per coccolarti.
Magari di ritorno da giornate cariche di stanchezza e pensieri.
Perché siamo adulti con bisogni bambini e non c’è intimità più profonda di un uomo e una donna capaci di essere Amanti passionali e complici di tenerezze:
le infinite forme del piacere e del volersi bene.
Senti... facciamo che stasera vieni qui e ci facciamo le coccole.
Ho una storia da raccontarti che comincia così….. ♠️🔥
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Letizia Cherubino,
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onlyonetifosi · 10 months ago
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BEHIND THE CAMERA -> CHAPTER 10
<- previous series masterlist my main masterlist next ->
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Inside Yn and Joris’ apartment it was not a peaceful morning as tension lingered in the air. Yn and Joris, had been on a rough patch for the past week. The constant arguments had created a palpable distance between them, but with the Grand Prix coming, they had no choice but to put their differences aside.
���Yn, do you have any idea where my passport is?” Joris called out, his irritation thinly veiled.
Yn glanced up, her eyes meeting his with an exasperated look. “I don't know, Joris. Maybe check your bag?”
Their bickering had escalated over the week, each disagreement building upon the last. The tension had reached its peak, yet neither of them was willing to address the underlying issues. The argument had started with a late-night return after a party, but it had spiraled into a series of disagreements over the smallest things. Forgotten housework became a battleground, and their once harmonious home now echoed with the sounds of discord.
"Joris, we can't keep going on like this," she said in French, her voice tinged with exhaustion.
He shot her a sharp look, his response equally sharp, "Maybe if you took things more seriously, we wouldn't have to."
Yn sighed as she packed her bags, glancing at Joris who was doing the same. "We can't let our personal issues affect Charles and the team," she muttered, her tone strained.
Joris nodded, avoiding eye contact. "We'll get through this weekend, and then we can talk."
In the airport, Charles Leclerc greeted his sister with a smile, blissfully unaware of the storm brewing between Yn and Joris. As they joined the Ferrari team, Andrea, Charles' trainer and friend, noticed the strained atmosphere.
"Yn, abbiamo notato qualcosa di strano ultimamente. Tutto a posto tra te e Joris?" (Yn, we've noticed something strange lately. Everything okay between you and Joris?) Andrea asked, concern etched across his face.
Yn hesitated, glancing at Joris before responding, "No, tutto bene. Siamo solo stanchi (No, everything's fine. We're just tired)"
Andrea, however, wasn't easily fooled "Non sembra solo stanchezza. Cosa sta succedendo?" (It doesn't seem like just tiredness. What's going on?) "Ricorda, siamo una famiglia qui. Se c'è qualcosa che va male, parliamone" (Remember, we're a family here. If something is wrong, let's talk about it)
Yn sighed, "Abbiamo litigato. Ma non vogliamo distrarre Charles e il team, quindi stiamo cercando di risolvere tutto privatamente." (We had a fight. But we don't want to distract Charles and the team, so we're trying to sort it out privately.)
Andrea nodded knowingly, his dark eyes showing empathy. "Ricordati che la comunicazione è la chiave. Parlatene prima che diventi troppo grande." (Remember, communication is key. Talk about it before it becomes too big)
Despite Andrea's advice, Yn and Joris continued to maintain a façade of normalcy. The strain persisted until even Charles couldn't ignore the palpable tension.
"Qu'est-ce qui se passe, Joris?" (What's going on, Joris?) Charles inquired, sensing the discomfort.
Joris hesitated before responding, "Rien, Charles. Juste quelques désaccords." (Nothing, Charles. Just a few disagreements.)
Charles wasn't convinced but chose not to push further. The trio continued their work, managing to maintain a facade of normalcy in front of the rest of the team.
As the weekend unfolded, the tension lingered beneath the surface, affecting their efficiency. Andrea, however, wasn't one to let things slide.
"Non potete continuare così. Risolvete i vostri problemi, le vostre energie negative non aiutano né voi né Charles" (You can't go on like this, sort out your problems. Your negative energies help neither you nor Charles) 
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As the morning sun bathed the hotel room in a warm glow on Sunday morning, Yn couldn't help but feel a heaviness in her heart. Yn sighed, glancing at herself in the mirror. She adjusted her makeup, trying to find solace in the routine. Joris, sitting on the bed, was scrolling through his phone, seemingly engrossed in something that wasn't the current situation.
"Joris, nous devons parler" (Joris, we need to talk) Yn spoke up for the first time that day.
"Peut-on le faire plus tard? Nous avons déjà assez de problèmes." (Can we do it later? We already have enough issues) Joris glanced up to look at her across the room, his expression a mix of frustration and exhaustion.
"Non, Joris. C'est assez. Je ne peux pas continuer comme ça" (No, Joris. It's enough. I can't go on like this)
Their eyes met in the mirror, and a heavy silence lingered for a moment.
"Je m'ennuie de toi" (I miss you) Yn starts as she feels her eyes getting teary of the frustration she has had for more than a week.
Joris put his phone down, looking genuinely surprised by Yn's vulnerability.
Joris met her gaze, his expression softening "Yn, je suis désolé pour tout. Les disputes, c'était idiot. Je ne voulais pas que ça dure aussi longtemps" (Yn, I'm sorry for everything. The arguments were foolish. I didn't want it to last this long)
Yn nodded, a tear escaping her eye "Moi non plus. J'ai manqué de sommeil cette semaine, et je ne pouvais pas être en colère contre toi plus longtemps. Tu m'as manqué" (Me neither. I've been sleep-deprived this week, and I couldn't stay angry at you any longer. I missed you)
They both apologized, acknowledging their faults, and gradually the weight of the week began to lift. Joris reached out and touched Yn's hand, "Je suis désolée" (I'm sorry)
"Tu es magnifique, Yn. As always" (You look beautiful, Yn) Joris complimented her.
"Merci, Joris. You don't look too bad yourself," Yn replied with a teasing smile.
Their eyes locked, and the weight of the past week seemed to lift. Yn and Joris shared a tender moment of reconciliation, their unspoken words mending the fractures in their relationship. Without a word, they closed the gap between them and shared a heartfelt kiss, the first in what felt like an eternity.
As Yn and Joris emerged from their room, hand in hand, the team members noticed the change in their demeanor. Charles grinned, nudging his sister and best friend. "Looks like our favorite couple has made up."
As they made their way to the hotel buffet for breakfast, the other members of the Leclerc entourage couldn't help but notice the change in the atmosphere.
"Siete tornati insieme?" (Are you back together?)
Yn nodded with a shy smile, "Sì, Andrea. Abbiamo risolto le cose." (Yes, Andrea. We sorted things out.)
Andrea clapped Joris on the back, "Sono felice per voi!" (I'm happy for you!)
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As they headed to the race track, the camaraderie between Yn and Joris was evident. Charles, with a smirk, teased, "Finally remembered how to get along?"
Yn playfully nudged her brother, "Shut up, Charles. Today is about winning, and we're all in this together"
As the race unfolded, Charles displayed his skill on the track, and the Leclerc family watched with pride from the pit. The cheers of the team members echoed through the air as Charles crossed the finish line, securing a victory.
In the celebration that followed, Andrea embraced Yn and Joris, "Sono felice che vi siate riconciliati. La squadra ha bisogno di armonia" (I'm glad you reconciled. The team needs harmony)
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