#non solo per ciò che è successo nel decimo episodio ma anche perché non si sta parlando di bisessualità
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io sto perdendo le speranze per i simuel comunque. questa serie è ispirata a merlì e bruno e pol finiscono insieme lì, ma come si fa a tornare indietro dalla situazione che si è creata nella seconda stagione?? mimmo, nina... come si fa a cancellare tutto ciò che è successo? soprattutto non costruendo NIENTE tra simone e manuel nel mentre. sto seriamente cominciando a pensare che un professore prenderà una strada diversa da merlì
#attualmente io sono per la mimmone comunque#ma la me del 2021 non se la scorda la simuel#non stanno costruendo più un cazzo tra loro due solo qualche scena ogni morte di papa#in più sono delusissima per il personaggio di manuel#non solo per ciò che è successo nel decimo episodio ma anche perché non si sta parlando di bisessualità#manuel non sta crescendo sotto questo punto di vista#e se lo sta facendo a noi non è mostrato#bah#un professore#simuel
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Vortice di luce fra le stelle VII
Danguard
Se i dati in mio possesso non mentono, è molto facile che il primo trasformabile trasmesso dalla televisione italiana sia Danguard, protagonista della serie omonima (il cui titolo originale suona Wakusei robot Danguard Ace). I 56 episodi di cui è composta prendono spunto da un’idea di Leiji Matsumoto, il babbo di Capitan Harlock, Galaxy Express 999, Starzinger, ecc. Anche in questo caso, però, gli sceneggiatori si sono lasciati prendere la mano, scontentando l’autore. Sembra, infatti, che nel manga – piuttosto breve, fra l’altro – il robottone non compaia per nulla. Rimane una specie di promessa mancata. Il cartone animato, invece, prende tutt’altra direzione, sviluppando l’aspetto robotico della vicenda. Il Danguard è costituito da una navicella chiamata Satellizzatore, capace di raggiungere la velocità di Mach 15. Prevede due piloti. Il primo è quello che combatte, mentre il secondo funge da supporto e può sostituire il titolare in caso di necessità. Entrambi vestono una tuta a due colori: bianco e rosso. La trasformazione in robot è una manovra molto delicata, perché richiede estrema precisione da parte di chi l’effettua. Il minimo sbaglio può compromettere tutto. È chiaro che durante la conversione – attivata dal doppio comando: Apri, Danguard! Trasformazione! – il Danguard è del tutto indifeso. Ma al nemico sembra non interessi approfittarne. A proposito, in questo anime gli eroi combattono contro altri esseri umani, situazione che non ricorre così spesso. Il robottone non ha molte armi: appena cinque. La più potente è il Cannone Balkan, un raggio formato da due sfere di energia che s’incrociano più volte prima di colpire il bersaglio. Fuoriesce dal petto del gigante. Di solito utilizza quello per distruggere i robot avversari, chiamati Megasatan (ma solo dall’episodio 9) e ideati dall’Ingegnere Capo Pragg. Prima ho insinuato che in questa serie il robot non sia un ingrediente fondamentale. È importante – altrimenti non sarebbe un anime robotico – ma fino a un certo punto. Danguard è uno di quelli che non compaiono subito. Impiega addirittura dodici episodi, riguardanti esclusivamente l’addestramento dei piloti destinati a combattere con il Danguard. I robot nemici attaccano, e vengono affrontati dal Satellizzatore in modalità navicella. Il canovaccio è di quelli visti migliaia di volte. La Terra – guarda un po’ – è allo stremo, perché l’uomo ha abusato delle sue risorse, ormai esaurite. L’unica speranza è trovare un altro mondo sul quale trasferirsi. Per una fortunata coincidenza, nel sistema solare si scopre un altro pianeta, subito battezzato Prometeo. Sembrerebbe fertile e abitabile. Gli scienziati, allora, si mobilitano per organizzare l’esodo in massa dell’umanità. Nasce il Progetto Prometeo, concepito come una sorta di futuristica Arca di Noè. Prevede innanzitutto l’invio di una squadra esplorativa su quello che da qui in avanti conosceremo come «il Decimo Pianeta» (Con te raggiungeremo / la nostra nuova meta / il decimo pianeta, il decimo pianeta). Alla missione lavorano, tra gli altri, il Dottor Galax, direttore della Base Yasdam, e un certo Dottor Doppler. Qualcosa, purtroppo, va storto. Sotto gli occhi atterriti del figlioletto Arin, Cosmos, comandante della spedizione, uccide i compagni e svanisce nel nulla. Da quel momento, per il ragazzino, che Galax ha preso a vivere presso di sé, comincia un vero e proprio incubo. La colpa, ma soprattutto il disonore, del padre ricadono per intero sulle sue spalle. Tutti lo additano come figlio di un traditore. I coetanei gli rendono la vita più difficile di quanto già non sia: lo rifiutano e lo trattano a pesci in faccia. Lo scopo della sua esistenza è uno solo: diventare il miglior pilota spaziale del mondo e riscattare in questo modo la memoria del genitore. La verità è un’altra. A provocare il disastro sono state le manovre di Doppler, che, non pago, si autoproclama Cancelliere dichiarando che il Decimo Pianeta è roba sua e di una nuova razza di Eletti. Lui e pochissimi altri colonizzeranno la nuova patria, raggiungendola a bordo di un’astronave chiamata Planester. Per quanto gli riguarda, tutti gli altri possono anche rimanere a crepare sulla Terra. Ha la mania di strimpellare in continuazione un gigantesco organo a canne. E per dare un’idea di che tipo sia, basti dire che ordina di uccidere il vinaio perché ha osato lasciare le sue impronte digitali sul bicchiere. Si avvale di due collaboratori. Primo viene il Vice Cancelliere Sigma, un tipo francamente orrendo, con un occhio artificiale o roba del genere. È il suo braccio destro. Ricopre un duplice ruolo: come scienziato inventa ogni volta un nuovo Megasatan, e come stratega elabora le tattiche finalizzate a togliere di mezzo il robottone e la sua base. Sotto di lui, c’è il Capitano Goudon, primo ufficiale dell’esercito nemico. Compare nel quarto episodio. È orbo di un occhio e sfoggia un paio di baffoni che gli verranno “rasati” da Doppler con una spada. Lo troviamo spesso alla guida dei Megasatan. Muore combattendo contro il Danguard. Ai disegni del Cancelliere Folle si oppone il Dottor Galax, costretto a costruire il Satellizzatore, navicella di cui si è già parlato. Per utilizzarlo, è necessario addestrare (duramente, s’intende) dei giovani piloti. Presso la Base Yasdam ci sono tre candidati ai due posti di comando del Danguard: i cadetti Kauban, Katula e Arin, che ritroviamo dieci anni dopo il “tradimento” del padre. Non ha ancora dimenticato quello che è sucesso e il suo sogno è diventare un grande pilota spaziale «per cancellare l’onta dal nome di mio padre». Attorno a lui gravitano altri personaggi. C’è Nova, la dolcissima addetta alle comunicazioni. Il suo cuore trepida per l’indomito pilota: non solo è giovane, coraggioso e bello, ma pure un po’ sfigato. Quanto basta per sentirsene attratta. Poi c’è Banta, responsabile della manutenzione del robot. È un ragazzone con un cuore così, grande amico del protagonista. Ha una sorellina, Mioxen, che conosciamo nel nono episodio. Oltre a combinare guai, considera Arin un secondo fratello maggiore e gli vuole un bene dell’anima. Seguono alcune divertenti macchiette. Tre, sopra tutte. Il Dottor Sanders, per esempio, è il medico della base. Ha sempre una bottiglia di sakè in mano, e ricorda il medico dell’Arcadia. Il Professor Nelson, invece, è un buffo tappetto con un sigaro perennemente in bocca. Questo bizzarro scienziato – di cui Galax sembrerebbe essere stato allievo – ha creato Altair, un robottino con due pinze al posto delle mani, e una ruota al posto delle gambe. A lui sono affidate le gag dell’anime. Grande amico di Mioxen, è l’ennesima macchina dal comportamento umano. Esprime i propri sentimenti con tutta una gamma di espressioni facciali e una mimica inequivocabile. Non dimentichiamoci, infine, di Taron, scimmietta che il protagonista trova in una sonda spaziale della NASA caduta sulla Terra e adottata dal personale della base, che ne fa la mascotte. Durante un attacco nemico, Arin viene salvato da un uomo mascherato. Si chiamano così gli schiavi di Doppler, cui il Cancelliere toglie la volontà imponendo loro di indossare, appunto, una maschera di metallo. Questo, nello specifico, è sfuggito al suo controllo. Lo sconosciuto, che pilota la navicella Freccia del Cielo, mette la propria esperienza al servizio della base. Non ricorda nulla del suo passato a causa del condizionamento mentale che ha dovuto subire. Galax decide di fidarsi: lo ribattezza Capitano Dan e gli affida l’incarico di istruttore dei cadetti. Non solo: a lui spetta la responsabilità di scegliere il pilota principale del Danguard. I metodi del Capitano Dan non sono visti di buon occhio dal personale della Base Yasdam. Vuole che i suoi tre allievi pensino solo all’addestramento e li porta spesso al limite delle loro possibilità fisiche. Esprime lui stesso la sua filosofia: «L’addestramento continuerà fino allo stremo delle forze». E se ciò non dovesse bastare, ascoltate questa: «Il migliore addestramento per tutti è avere un vero nemico con cui combattere». Le sue attenzioni si concentrano, chissà perché, proprio su Arin, perché, dice «quello stupido vuole sempre strafare». Ma il ragazzo non si arrende. Ne manda giù di ogni (quasi) senza fiatare. E il destino sembra lavorare per lui: in seguito a un incidente, infatti, Katula finisce su una sedia a rotelle; mentre Kauban muore in battaglia. Adesso, però, il protagonista deve lavorare il triplo. Ma non c’è problema: realizzerà il suo sogno pensando ai suoi due sfortunati compagni. Intanto, alla fine dell’undicesimo episodio, Dan recupera la memoria. Sorpresa! È il Comandante Cosmos. Finalmente scopriamo cosa è successo dieci anni prima: Doppler lo ipnotizza, costringendolo a uccidere i propri compagni. Dopo di che, lo cattura rendendolo suo schiavo. Il resto si sa. Racconta tutto a Galax, ma gli chiede di non dire nulla al figlio. Teme che il Riconoscimento possa deconcentrarlo: «In questo momento non c’è posto per i sentimenti che esistono tra padre e figlio. Sarebbero solo un ostacolo». Il suo ragazzo deve lavorare sodo per imparare a controllare perfettamente il Danguard. Continuerà quindi a vestire i panni del Capitano Dan: «Mi toglierò la maschera solo quando si sarà dimenticato di suo padre». Anche se deve compiere un terribile sforzo («Devo indurire il mio cuore senza pietà, per riuscire nel mio scopo») per non stringere fra le braccia il pargolo, che “ama più di ogni altra cosa al mondo”. Ed è ��per il suo bene” che lo sottopone a una serie inimmaginabile di sevizie e torture, comportandosi da vero bastardo, nella più pura tradizione del sensei/padre-padrone. Non sembra per nulla casuale, oltretutto, che la sua uniforme da battaglia sia blu, il colore di chi si contrappone all’Eroe… Le vessazioni hanno dunque un nuovo obiettivo: «Il nemico lo si deve sempre distruggere, anche se è il proprio padre. Voglio fare di lui un uomo dai nervi saldi, in questo modo, altrimenti non sarà mai in grado di agire come si deve di fronte a un essere diabolico come Doppler!» Ma distruggere il proprio ricordo nel figlio non è così semplice. L’affetto filiale di Arin è molto forte. Sfiora la venerazione. E capita che gli impedisca di combattere al meglio. Come nell’episodio 13: alla guida del Megasatan c’è un uomo mascherato, e lui frena i colpi, temendo possa trattarsi del genitore. Affinché non pensi di poter sonnecchiare sugli allori, nel ventiseiesimo episodio il “Capitano Dan” gliene combina un’altra. A suo parere, ha bisogno «di un altro giovane, […] di un ragazzo che sia un buon compagno, ma anche un rivale, per lui, in modo da renderlo indipendente». I tempi vanno accelerati: il condizionamento cui Doppler lo ha sottoposto gli hanno accorciato la vita. Sente che la sua ora si avvicina. Recluta allora due altri piloti: il borioso Jet Joe e l’umile Tony (dapprima inspiegabilmente chiamato David). Il primo non dura granché. Dopo un combattimento, viene catturato dal nemico e reclutato fra le sue truppe. Riesce a fuggire, ma viene abbattuto, uscendo così di scena dopo la sua breve apparizione. Il secondo è un tipo a posto, umile e coraggioso, figlio di un ingegnere aeronautico. Per movimentare le acque, Cosmos lo mette in competizione con Arin: intende «infiammare i loro cuori e renderli più che rivali». Tra i due ragazzi si accende un forte antagonismo – anche sul versante sentimentale, visto che entrambi amano Nova, sebbene non glielo dimostrino mai – che però non impedisce loro di diventare buoni amici. Insomma, questo istruttore è tutto meno che un cretino. Ha calcolato ogni cosa: «Essere una persona adulta non significa solo che si può fare qualsiasi cosa di tua iniziativa, ma anche che sei in grado di cooperare con gli altri». Nel frattempo, qualche cambiamento avviene anche tra le fila dei cattivi. Goudon, come detto, muore: lo sostituisce un fanatico di nome Ruga, nominato capo delle truppe d’assalto del Megasatan. Nell’episodio 27 conosciamo, invece, l’asso nella manica di Doppler: le sue truppe speciali, in grado di combattere all’avanguardia. Le guida il biondissimo e carismatico Colonnello Fritz Arken. La sua presenza costituisce una nota dissonante, nell’esercito del Cancelliere: conosce, infatti, il significato della parola “onore” e rispetta il coraggio dell’avversario, in particolare di Arin. Lui e Ruga, naturalmente, si odiano a morte. Ma le ostilità durano poco, perché il secondo morirà in un attacco suicida contro il nemico. Gli episodi dal 33 al 35 segnano la Svolta. Innanzitutto, c’è il “riconoscimento finale” tra padre e figlio. In seguito a un’esplosione, Cosmos perde la maschera e viene riconosciuto da Arin. Ma la riunificazione ha vita breve: l’ex Capitano Dan muore. Per il protagonista è un brutto colpo. Ma Tony, con la sua amicizia, lo aiuta a elaborare il lutto. (Pare, infatti, che la competizione tra i due ragazzi si ammorbidisca in tempi tutto sommato brevi, lasciando il posto a un “virile cameratismo”). Si apre, poi, ufficialmente, la seconda fase dell’anime. Anche in questo caso, lo scontro si sposta nello spazio. I “cattivi” (a bordo del Planester) e i “buoni” (a bordo della Base Yasdam, convertita per l’occasione in astronave) partono per Prometeo. In prossimità di Prometeo, succede di tutto. Muoiono l’ingegnere Pragg e il Vice Cancelliere Sigma. Arken mette in discussione i propri ideali. Scatta in lui quel meccanismo interiore che spesso permette la Redenzione dei personaggi “cattivi”. Non se la sente di attaccare il nemico, perché Nova gli ricorda l’amatissima (e defunta) madre. Inoltre è stanco di veder morire i suoi soldati. Decide allora di ribellarsi a quello che lui stesso definisce «destino crudele». Propone a Doppler di unirsi a Galax per raggiungere insieme il «Pianeta della Speranza». Figuriamoci se quello accetta. Al contrario: comincia pure a dare segni di squilibrio. A questo punto, Fritz chiede ad Arin di accogliere i suoi uomini a bordo della Base Yasdam. Avvenuto il trasferimento, insegue e uccide il Cancelliere, ormai fuori di testa. Poi scompare nello spazio. Tutti gli altri approdano sul Decimo Pianeta per dare un Futuro al genere umano. Danguard è forse il primo anime nel quale il pilota non è già fatto e finito, ma deve sottoporsi a un duro addestramento. Certo, anche il Ryo/Koji di Mazinga Zeta impara strada facendo, però si vede che non è la stessa cosa. Qui il processo di formazione appare più graduale. Più verosimile, soprattutto. Nonostante la giovane età, Arin è tutto d’un pezzo. Crede fortemente nell’onore (anche troppo), e si sente un Predestinato: nessun altro all’infuori di lui dovrà diventare il primo pilota del Danguard. L’affetto filiale, poi, è uno di quei valori definiti “imprescindibili”. Si può, anzi, dire che nel suo caso la figura paterna – da venerare anche se indegna, come prescritto da Shintō, Confucio e Bushidō: «Non importa quanto sia duro, ma devi sempre credere in tuo padre» – rappresenti una vera ossessione. Proprio come il desiderio di riscatto. Non riesce, infatti, a dimenticare quanto è successo dieci anni prima, e questo suo “pensiero dominante” compromette più d’una volta la sua concentrazione. Per fortuna ha una volontà d’acciaio inox. Non si arrende mai. La sua determinazione gli permette di superare (quasi) indenne ogni ostacolo, e di trovare dentro di sé le energie necessarie a proseguire lungo la Via. Caratteristica comune ai protagonisti di questo anime è la caparbietà con cui essi inseguono i propri sogni o le loro ambizioni. Vogliono realizzarli a ogni costo. Non ne fanno, cioè, una questione di “prezzo da pagare”. Arin, però, dà la sensazione di sopravvivere: a se stesso, a un’infanzia critica, all’ingombrante ricordo di cotanto padre. Nel corso della serie dovrà imparare a vivere, lasciandosi una buona volta il passato alle spalle. Due parole due sul doppiaggio: enfatico fino all’eccesso, al punto da suonare fastidioso e stucchevole. Sembra, tuttavia, avere colto lo spirito del cartone animato. È probabile che un utilizzo più moderato delle voci – tra le quali si riconosce quella d’un giovanissimo Marco Columbro – non sarebbe stato altrettanto efficace.
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Grottammare, 05.05.2019
GROTTAMMARE-ATLETICO GALLO C. 1-2
Grottammare: Renzi, Orsini, Lanza, Haxhiu (67’ Jallow), Traini, Oresti (59’ Di Antonio), D’Angelo (85’ Ioele A.), De Cesare, Ciabuschi (75’ Maiga Silvestri), De Panicis, Vallorani. All. Manoni
Atletico Gallo Colbordolo: Baccaglia, Fraternali (67’ Stambolliu), Feduzi (88’ Pedini), Tonucci, Nobili A. (88’ Sensoli), Bellucci (82’ Ferrini), Belkaid, Rossi, Bartolini, Muratori, Radi (59’ Paoli). All. Mariotti
Arbitro: Baleani di Jesi
Marcatori: 6’ Muratori (A); 44’ D’Angelo (G); 92’ Stambolliu (A)
Ammonito: 94’ Stambolliu (A)
Spettatori: 80 circa – Calci d’angolo: 6-6
Recuperi: 1 minuto nel p.t.; 5 minuti nel s.t.
Con la matematica salvezza conquistata sette giorni fa in quel di Fano, la partita di oggi – ultima di campionato – per il Grottammare non aveva alcun significato; discorso diverso invece per l’Atletico Gallo Colbordolo che vincendo al “Pirani” aveva ancora una residua speranza di agganciare i play-off qualora sia il Fabriano Cerreto che il Porto Sant’Elpidio non avessero ottenuto il bottino pieno nei rispettivi incontri contro Tolentino e Sassoferrato Genga. Alla fine ciò non è successo perché i portoelpidiensi hanno vinto in trasferta 2-0 rendendo vano il successo in Riviera, in piena zona Cesarini, dei “galli” pesaresi. Al cospetto della formazione titolare messa in campo da Mariotti, anche Manoni ha voluto far giocare l’undici di base, escluso in porta dove c’è stato l’avvicendamento di Beni con Renzi. Qualcuno forse si aspettava di vedere in campo qualche giovane della Juniores per verificare un eventuale utilizzo il prossimo anno, ma così non è stato; il mister – evidentemente – voleva chiudere il torneo in una posizione migliore del settimo posto. Quindi è stata partita vera anche se giocata a ritmi blandi per via del caldo scoppiato nel pomeriggio dopo il violento acquazzone mattutino che faceva presagire una giornata uggiosa; caldo e terreno pesante (e malmesso) hanno quindi reso la partita quasi amichevole, ogni tanto accesa da qualche sporadico episodio.
Il Grottammare ci prova subito, già al 5’, con una sgroppata di Orsini (ottimo primo tempo il suo, è calato un po’ alla distanza) sulla fascia destra, il cui cross arretrato pesca De Panicis al limite dell’area ma il suo tiro da ottima posizione, strozzato, termina fuori. La dura legge del calcio prevede “gol sbagliato-gol subìto”, e così è stato anche questa volta; capovolgimento di fronte e Rossi lancia alla perfezione Muratori il quale, appena dentro l’area, non fa nemmeno toccare il pallone per terra (altrimenti chissà dove sarebbe finito…) e di esterno batte Renzi in uscita. Al 12’ i biancocelesti di casa vanno vicini al pareggio: ancora una sgroppata sulla destra di Orsini, perfetto cross al centro per De Cesare solo in area ma la sua girata di testa è da dimenticare. Poteva fare meglio. Passa un minuto e c’è la risposta dell’Atletico Gallo: dalla destra Belkaid mette in mezzo un lungo pallone che pesca dalla parte opposta Muratori la cui girata al volo è deviata in angolo dal giovane Renzi. Al 18’ è ancora Muratori a mettersi in evidenza: conquista un pallone al limite dell’area ma il suo tiro è centrale e l’estremo difensore di casa para senza difficoltà. Due minuti dopo è invece De Panicis, alla ricerca del decimo gol stagionale, ad accendersi: se ne va in slalom sulla sinistra, salta tre avversari ma poi – dal fondo – anziché mettere in mezzo tenta di sorprendere Baccaglia sul primo palo; la palla finisce in corner. Gli uomini di Manoni continuano a premere alla ricerca del pareggio: al 29’ un tiro di Traini dal limite viene deviato da Nobili con il braccio dentro l’area, timide proteste degli uomini di casa ma l’arbitro lascia correre; al 35’ Ciabuschi conquista caparbiamente un bel pallone sul vertice sinistro, lo porge a De Cesare il cui tiro a giro viene respinto da Baccaglia. Al 44’, finalmente, gli sforzi del Grottammare vengono premiati: Ciabuschi si avventa su un lungo rinvio della difesa, pressa il diretto avversario aiutandosi anche un po’ con le mani, vince un rimpallo e, da sinistra, mette in mezzo per l’accorrente D’Angelo che deve solo spingere la palla in rete. Si va così al riposo con un giusto pari.
Nella ripresa i ritmi, già non eccelsi, si abbassano ancora di più. Al 47’ Orsini raccoglie una respinta difettosa della difesa rossoblu da azione di calcio d’angolo e tira in porta di prima intenzione, Baccaglia para in due tempi con un po’ di difficoltà. Il caldo e la stanchezza cominciano a farsi sentire, le squadre si allungano e le azioni sono più dettate dalla casualità che da manovre ben congegnate. Al 69’ si vede finalmente l’ex di turno, quell’Enrico Bartolini (38 anni!) che è passato alla storia del Grottammare come il primo marcatore biancoceleste in Serie D, nel torneo 2003-04: raccoglie un lungo traversone dalla sinistra, si gira e tira in porta ma viene “murato” in angolo da Vallorani. Al 74’ il nuovo entrato Stambolliu (un under lo scorso anno protagonista con i nostri Palladini e Vespasiani al Torneo delle Regioni con la Rappresentativa Marche) tenta un tiro da limite dell’area che termina abbondantemente fuori. Dopo una lunga serie di sostituzioni, si riaffaccia in area avversaria il Grottammare con De Panicis che serve un bel pallone a Jallow ma la girata del gambiano, di sinistro, è lenta ed è facile preda del numero uno pesarese. Quando tutto faceva presagire un pari e patta, ecco che succede il patatrac: Renzi si fa sfuggire una facile presa con la palla che finisce in angolo; dalla bandierina Muratori mette in mezzo, la difesa di casa sta a guardare e Stambolliu può saltare indisturbato e mettere la palla di testa dove il portiere di casa non riesce ad arrivare. Non c’è più tempo per reagire e così il Grottammare finisce il torneo con una sconfitta casalinga che non pregiudica però l’ottimo settimo posto conquistato; considerando com’erano messi qualche mese fa, anche quest’anno Manoni ed i suoi uomini hanno fatto un mezzo miracolo. Inoltre c’è da sottolineare che nelle ultime tre gare, il Grottammare ha chiuso gli incontri “immacolato”, ossia senza ammonizioni né espulsioni: segno, questo, di crescita e maturità da parte di tutto il gruppo. L’Atletico Gallo Colbordolo, invece, chiude la stagione con un buon quinto posto che lo mantiene ai vertici del calcio regionale; sono ormai diverse stagioni che i “galli” pesaresi sono sempre lì, nelle prime posizioni (lo scorso anno persero la finale play-off contro il Porto d’Ascoli), con una squadra che è un buon mix di giovani e veterani d’esperienza, il tutto sapientemente modellato da Gastone Mariotti.
Dal “Pirani” per quest’anno è tutto, in attesa del via della prossima stagione calcistica vi auguriamo una buona estate.
Michele Rossi
Testo © dell’Autore e dell’Editore
Nella foto © di Enrico Tassotti, Ivan D’Angelo, autore dell’ultimo gol in questo campionato del Grottammare
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Anime visti in questo periodo:
✓ Miraculous - Le storie di Ladybug e Chat Noir: Serie 2
[ Miraculous, les aventures de Ladybug et Chat Noir: Saison 2 ]
[ 25+1 episodi | 2017-2018 | Studi: Zagtoon, Toei Animation, SAMG Animation, Method Animation | ITA su Disney Channel ]
[ Majokko, Supereroi, Azione, Commedia, Sentimentale ]
→ [ Sulla prima serie ]
La programmazione più lunga e sofferta di sempre - quasi alla pari con quella di certe serie di Yu-gi-oh! in Italia, con l'unica differenza che questa di Ladybug & Chat Noir è la trasmissione ufficiale.
A parte ciò, questa seconda mi è piaciuta quanto se non più della prima: nuovi akuma con design e concept fantastici, il legame tra Marinette ed Adrien in evoluzione, nuovi supereroi part-time (!), nuovi personaggi e un finale di stagione fantastico che promette grandi cose per la terza serie. Rena Rouge è una delle fanciulle animate più gnocche in circolazione e voglio un suo scontro con la sua finta controparte Volpina, donzella tanto irritante quanto bella. Mayura è bellissima e promette tante cose belle (più o meno). Cloè, da personaggio insopportabile, è diventata una miniera di Epic Win che non può mancare per illuminare una puntata.
Un po' un peccato che tutto ciò sia nella seconda metà della serie, ma tant'è, pur con qualche falla (sì, Inverso, sto guardando te e il tuo essere palesemente un miniarco compresso in un unico episodio, sì, Captaine Hardrock, sto guardando te e il tuo shippaggio arrandom tra Marinette e Luka, insensato lì e già ben più logico in Le Patineur) è una seconda serie godibilissima lo stesso~
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? Cardcaptor Sakura: Clear Card
[ カードキャプターさくら クリアカード編 | Cardcaptor Sakura: Clear Card-hen / Cardcaptor Sakura: Clear Card Arc ]
[ 22 episodi | 2018 | Studio: Madhouse | SUB ITA su Yamato Animation ] [ Majokko, Shoujo, Slice of life, Sonnifero ]
→ [ Sull'OAV che collega la vecchia serie alla nuova ]
Non ero proprio in hypissimo per questa serie, però, visto il mio amore per CCS, la attendevo abbastanza. L'aver letto i commenti in anticipo mi ha evitato una colossale delusione e mi ha permesso di saltare episodi senza il benché minimo rimorso.
Cardcaptor Sakura: Clear Card è un sonnifero. Potrei usare un giro di parole per descriverlo, ma credo che quest'unico termine racchiuda la sua essenza fin nel profondo.
Con a malapena quattro volumi a disposizione, la Madhouse ha scelto di animare ben 22 episodi, memore degli ottimi filler della serie madre... ma è successo qualcosa di strano e la storia, già lenta ad ingranare, è diventata talmente noiosa da far davvero annebbiare la mente e chiudere gli occhi. Mi sono trascinata fino al decimo episodio con immensa fatica, non riuscendo a vedere più di due puntate al giorno (io che non ho nessun problema a vedermi un'intera serie one-cour in un giorno); poi mi sono arresa e ho visto direttamente gli ultimi tre episodi, dove finalmente appare la Trama.
Per farvi comprendere la sofferenza (e lo dico a malincuore), vi dico un'unica cosa: spesso e volentieri, la cattura della Carta del Giorno occupa dai trenta secondi ai tre minuti. Possibilmente verso la fine dell'episodio. No, non sto scherzando né esagerando. Da un certo punto in poi, guardavo con una certa bramosia il cursore che scorreva, quindi l’ho visto bene. Il resto dell'episodio è riempito di... chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere inutili, che non sono slice of life, non sono tenere, sono semplicemente inutili. In un episodio, ad esempio, credo che un intero minuto venga riempito da Sakura, Tomoyo e Akiho che si dicono "Buongiorno", a loro e ai peluches. Sì, si dicono solo "Buongiorno (nome)". Per credo un minuto. O trenta secondi abbondanti. Non ho la forza di ricontrollare.
Qualsiasi barlume di curiosità per la vita da studenti delle medie dei protagonisti, per la vicenda delle Carte Trasparenti, per i (supposti) misteri, per un qualsiasi evento nuovo viene schiacciato da minuti e minuti di blablablabla - e quelli che masticano bene il giapponese sono rimasti molto turbati nel sentire i personaggi parlare in keigo, pure tra amici stretti.
A dare il colpo di grazia, il doppiaggio di Sakura e Tomoyo. Sakura Tange ha finalmente smesso di parlare per ultrasuoni, ma la voce che usa per la sua omonima rimane sempre molto acuta; Junko Iwao, purtroppo, si sente tantissimo che si sforza di fare la voce di una ragazzina, ottenendo solo di far sembrare Tomoyo un'eterna moribonda. Senza scherzare, confesso che le scene in cui parlavano solo Sakura e Tomoyo mi facevano venire l'emicrania. So che è una cosa crudele da dire, ma voglio essere sincera.
Ah, la serie finisce pure con Sakura che si scorda tutta la Trama che aveva scoperto. Che bello.
In mezzo a questa prateria di camomilla, si erge, bellissima e splendente, la ShaoSaku, ciò che mi ha dato la forza di reggere dieci episodi prima di correre al finale (... Anche se non capisco per quale arcano motivo Sakura e Shaoran, che fino a tre anni prima litigavano e tra un po' si menavano pure, siano diventati super timidissimi alla sola idea di dire che stanno uscendo insieme. Però poi Sakura presenta Shaoran alla famiglia e ottengono pure la benedizione al matrimonio. D'accordo. (?)). Per quanto Shaoran si premuri di non fare assolutamente nulla per buona parte della serie, le loro scene sono le più belle, qualsiasi cosa facciano o dicano. L'episodio ricalcato con la carta carbone su quello che fu della Carta dell'Acqua resta uno dei migliori - oh, forse perché è incentrato sulla cattura di una carta, come si suppone sia! So che ci sono altre belle scene ShaoSaku dopo il decimo episodio, ma non ho la forza di cercarmele. Le leggerò nel manga, eventualmente.
Una serie assolutamente non al livello della principale. Da vedere solo se si vuole un po' di bella ShaoSaku zuccherosa - passando sopra all'ipertimidezza random. Se proprio proprio proprio si vuole vedere la serie, è consigliato leggersi qualche recensione e guardarsi solo gli episodi in cui è pervenuta un po' di Trama.
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✓ Kagerou Daze -In a Day's-
[ MX4D™『カゲロウデイズ-in a day’s-』 | MX4D™ KAGEROU DAZE -IN A DAY'S- ]
[ Mediometraggio | 2016 | Studio: Jumonji | Inedito ]
[ Azione, Urban fantasy ]
Sono passati circa due anni dalla sua uscita ma, nonostante all'epoca ci fosse un fandom immenso, ad oggi nessuno, in Occidente, l'ha subbato. Così, conscia del fatto che si trattasse del Solito Inizio, ho deciso di vederlo in raw, seguendo i dialoghi attraverso il riassunto sulla kiwi. Non è stato male. Questo mediometraggio è la consolazione che tutti gli scottati da Mekakucity Actors aspettavano: un prodotto animato sul vero KagePro, con i veri personaggi del KagePro. Si tratta, infatti, di un mediometraggio fatto apposta per i fans: il Solito Inizio, questa volta, viene rielaborato in modo che tutti i personaggi abbiano modo di brillare e di sfruttare il proprio potere.
A livello grafico, si vede che è un film pensato per il 4D: moltissime inquadrature in prima persona, movimenti di telecamera spericolati, esplosioni e fumo in abbondanza. Purtroppo, al bel character design non si accompagna una grafica allo stesso livello, spesso un po' povera.
C'è un particolare che colpisce, di questo mediometraggio: si vede che è stato fatto da una persona che ha a cuore questa storia. E, credetemi, lo stacco con quell'orrore di Mekakucity Actors, per fortuna, c'è e si sente. Spero davvero che la famosa serie Mekakucity Reload segua questa linea... O che, magari, tipo esca-
BTW, la mia parte preferita rimane Momo che spinge un carrello con dentro Marry e quest'ultima che pietrifica tutti quelli al suo passaggio - mentre Kano, con tutta la nonchalance del mondo e camminata da diva, fa pulizia delle tasche dei malfattori.
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✓ Free! –Take Your Marks–
[ Free! -Take Your Marks- ]
[ Film | 2017 | Studio: Kyoto Animation | Inedito ]
[ Spokon, Slice of life, Commedia ]
→ [ Primo Film ] → [ OAV della Seconda Serie ]
Un film che non è un film ma quattro episodi ambientati dopo la seconda serie e va benissimo così.
Non saprei neppure dove iniziare, se dall'epicità di aver oggettivamente girato la celebre prima ending (anche se un po' diversa, ma vabbè, dettagli-), dal fatto che un capibara è per sempre o dal fatto che anche dalle cose più "tenere" (Haru e Makoto che incontrano Misaki, Ai e Momo che vogliono regalare un soggiorno alle terme ai senpai) ne escano boiate assurde.
Ritornano poi personaggi che non si vedevano dall'epoca di High Speed - confesso che sono rimasta stupita nello scoprire di Asahi e Kisumi. Mi sarebbe piaciuto se la terza serie avesse dedicato loro un po' di spazio- Ma la terza serie mi ha permesso di capire che, no, non era un'impressione e Natsuya aveva solo iniziato la sua (fallimentare) opera di rimorchio di Sousuke facendogli agguati nel suo habitat naturale (le macchinette).
Menzione speciale all'ultimo episodio: si tratta dell'unicissimo caso in cui una commedia degli equivoci non solo mi è piaciuta ma mi ha fatto genuinamente ridere a lacrime. Sarà perché si arriva a vette quali il considerare una prova certa di dichiarazione d'amore l'aver regalato due chili di terriccio per cervi volanti o l'essere certi che qualcuno avrebbe quittato il nuoto perché affetto da un complesso di inferiorità verso del pinzimonio. O qualcosa del genere. E tutto perché Sousuke è riuscito a perdersi in un cinema e Rin è dovuto andare a recuperarlo al momento sbagliato.
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?✓ Free! -Dive to the Future-
[ Free! -Dive to the Future- ]
[ 12 episodi | 2018 | Studio: Kyoto Animation | SUB ITA su Crunchyroll ]
[ Spokon, Slice of life, CoseOffScreen ]
→ [ Primo Film ] → [ OAV della Seconda Serie ]
→ [ Commento ]
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✓ Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu
[ 昭和元禄落語心中 | Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu (Rakugo e Doppio Suicidio nell'era Shouwa e nell'era Genroku) ]
[ 13 episodi | 2016 | Studio: Studio Deen | SUB ITA su VVVVID ]
[ Teatro, Storico, Drammatico ]
Avevo già sentito parlare di Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu e, dopo Kabuki-bu!, avevo voglia di altri anime sul teatro. Ed eccomi quindi a vederlo e a scoprire del rakugo.
L'inizio è ingannevole: in un primo momento, il protagonista sembra essere il più giovane, quand'ecco che il più anziano inizia il suo racconto; così come il rakugo narra storie, Shouwa Genroku Rakugo Shinjuu è la narrazione di una storia da parte del suo stesso protagonista, attore di rakugo.
Non sono pratica dell'era Shouwa ma, da totale ignorante, mi sembra che sia stata ricreata molto bene: le guerre lontane e vicine al tempo stesso, le gerarchie rigidissime, quasi sacre, il Giappone che si apre al resto del mondo, il conflitto tra novità e tradizione, tutto racchiuso nei suoi due protagonisti, amici seppure agli antipodi - uno glaciale e legato alla tradizione, fino alla pedanteria, l'altro fin troppo entusiasta e sperimentale, fino all'arroganza. E, tra loro, una donna: non "contesa", non angelicata né femme fatale, ma genuinamente problematica - soprattutto verso se stessa.
Il dramma di questa storia colpisce non perché è tutto triste, anzi: come nella migliore delle tradizioni, l'angst arriva tra momenti di calma e momenti cazzari, riuscendo ad essere efficace pure nel già abbondantemente rivelato epilogo. Non è una serie emo, né depressiva, ma non è neppure spensierata.
Gli spettacoli di rakugo sono fantastici: Akira Ishida e Kouichi Yamadera riescono a trascinare lo spettatore in una storia nella storia (nella storia)... almeno quando l'anime rimane concentrato sullo spettacolo e si degna di far sentire tutta la storia-
Menzione speciale allo spettacolo (in realtà mi pare questo fosse di kabuki) in cui il protagonista, Kikuhiko, interpreta una donna - che però non è una donna. Mi sarebbe piaciuto se ci fossero state più occasioni di concentrarsi così tanto sul prima-durante-dopo di uno spettacolo~
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✓ Banana Fish
[ バナナフィッシュ ]
[ 24 episodi | 2018 | Studio: Mappa | SUB ITA su Amazon Video ]
[ Azione, Thriller ]
→ [ Commento ]
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✓ Kakuriyo no Yadomeshi
[ かくりよの宿飯 | Kakuriyo no Yadomeshi (La Locanda dell'Altro Mondo) ]
[ 26 episodi | 2018 | Studio: Gonzo | Inedito ]
[ Jousei, Sovrannaturale, Cucina, Tradizionale giapponese, Isekai ]
Kakuriyo no Yadomeshi sembrava avere delle vibes à la Kamisama Hajimemashita, sembrava pregno di folklore giapponese, i design erano graziosi e NON era etichettato come reverse-harem, quindi perché no?
Per prima cosa, tranquilli: NON è un reverse-harem. Non solo non è un reverse-harem, ma la componente romantica, in realtà, è estremamente ridotta. Inoltre la protagonista, Aoi, è una donna adulta ed indipendente, che fin da subito preferisce lavorare come cuoca piuttosto che sposarsi con il capo della locanda e vivere da mantenuta.
Ammiro molto come l'autore/trice sia riuscit@ a tirare su un'intera storia intrisa di folklore basandosi quasi esclusivamente sul cibo, senza farla sembrare una cosa forzata.
Alla fin fine, Kakuriyo no Yadomeshi è questo: le vicende dei vari personaggi che, in un modo o nell'altro, possono essere risolte grazie al cibo. Ciascun personaggio (o coppia di) ha il proprio episodio dedicato, che finirà con l'intrecciarsi con la situazione dedicata al personaggio successivo, senza dare troppo l'idea di un andamento episodico autoconclusivo. Ci sono miliardi di riferimenti alla cultura giapponese e alle creature folkloristiche, quindi è un anime che si può meglio apprezzare avendo almeno un'infarinatura circa queste cose. I design dei personaggi sono spesso semplici, ma azzeccati.
Oltre ad Aoi e al sempre ricordato nonno Shiro, i personaggi che spiccano di più in assoluto sono Ginji, a conti fatti il coprotagonista, e suo fratello Ranmaru. Questo, tuttavia, porta ad un piccolo paradosso: Odanna-sama, l'oni a capo del Tenjin-ya, promesso sposo di Aoi, colui a cui tutti guardano con timore eccetera eccetera ha molto ma molto meno spazio di Ginji, quando si supporrebbe fosse lui il coprotagonista. Non che non sia caratterizzato e non che non abbia scene lol/adorabili con Aoi ma, anche da questo punto di vista, Ginji è molto più presente. Persino il climax della storia vede Aoi, Ginji e Ranmaru, con Odanna-sama che ha fatto cose dietro le quinte. E, confesso, sono molto stupita dal fatto che abbia aspettato così tanto a minacciare Raiju e non sia MAI apparso magicamente ogni qualvolta ha cercato di mangiarsi Aoi, cosa che... sì, di nuovo: ad aiutare Aoi con Raiju sono sempre stati Ginji o Ranmaru. Alla fine, si scopre anche che l'Ayakashi Misterioso era... Odanna-sama la prima e l'ultima volta e Ginji tutte le volte in mezzo. Okay, l'ha trovata Odanna-sama, ma alla fine è comunque stato Ginji a vegliare su di lei-
Per quanto Odanna-sama sia simpatico e si vede che Aoi sta iniziando a pensare che forse sposarlo non sarebbe poi così male, il legame durante la storia lei l'ha creato con Ginji - per quanto, in tutta onestà, nessuno dei due abbia mai detto nulla in senso romantico, quindi potrebbero benissimo essere solo grandi amici. Però...
Menzione d'onore al fatto che Odanna-sama sia doppiato da Katsuyuki Konishi, voce stupenda che non sentivo da eoni.
Per il resto, Kakuriyo no Yadomeshi ha delle sigle davvero orecchiabili, delle ending cantate dai diversi personaggi quasi tutte stupende, video bellissimi, OST niente male, doppiaggio in realtà abbastanza nella norma, bei fondali...
... ma la grafica è terribile.
A parte i classici occhi che scappano e proporzioni discutibili, ci sono perle quali la bocca che si apre e chiude di scatto, sempre allo stesso modo e della stessa grandezza, che negli ultimi episodi viene utilizzata per indicare che Aoi sta masticando o sospirando, dando un orrorifico effetto bambolotto da ventiloquo. Oppure il teletrasporto: Aoi viene minacciata da Raiju nel corridoio, l'inquadratura dopo sta scappando dal castello (e non si sa come si sia divincolata); sempre Aoi, sta salendo sulla nave del Tenjin-ya e nell'inquadratura dopo è già in viaggio. La parte migliore, però, è la folla: pupazzi in CGI che si muovono pianissimo in file precise, con la stessa identica andatura.
In compenso, a volte ci sono primi piani degli occhi che si prendono un terzo del budget della serie. Idem per due episodi che, non si sa come, si sono impossessati del budget (quello di Suzuran e quello sul passato di Ginji e Ranmaru), e palesi preferenzialismi per i due fratelli che, anche con una grafica così scarsa, vengono sempre disegnati belli.
Sia ben chiaro: non è Sailor Moon Crystal. Ma scappa un occhio di qua, fai il pupazzo ventriloquo di là, fai le gambe inesistenti qui, fai gli slenderman lì, spiaccica i capelli da questa parte, metti i pupazzi in CGI da quell'altra parte, l'insieme ne risente tantissimo. E la cosa mi confonde fino a farmi colpire da sola, perché Kakuriyo no Yadomeshi è dello Studio Gonzo, che ha fatto robe come Last Exile e quell'apoteosi grafica di Gankutsuou, quindi wtf?.
In conclusione, un anime molto carino e molto semplice sul cibo e sugli ayakashi, con una piccolissima dose di romanticismo che non sfocia mai, in nessun modo, nel reverse-harem, una protagonista determinata e personaggi simpatici. Le uniche pecche sono il fatto che il coprotagonista non è abbastanza coprotagonista ma che lo è invece quello che si supponeva un personaggio secondario e che la grafica può devastare un momento drammatico. Se poi siete a dieta, forse è meglio lasciar stare-
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✓ Cells at Work! "Sindrome Influenzale"
[ はたらく細胞 「風邪症候群」 | Hataraku Saibou "Kaze Shoukougun" ]
[ 1 OAV | 2018 | Studio: David Production | SUB ITA su Yamato Animation ]
[ Shounen, Comico, Splatter-sort-of, AltamenteIstruttivo ]
Ah, un episodio sull'influenza giusto in tempo per Natale! (E non dite che non l'hanno fatto apposta.)
Nonostante l'immagine promozionale mostri i Soliti Noti, in realtà il protagonista dell'OAV è una povera cellula annoiata che scopre quanto sia giusta quella frase riguardo il non dare troppa confidenza agli sconosciuti, anche se si mostrano simpaticissimi e divertentissimi.
L'avevo già letto nel manga, ma è stato comunque divertente vederlo animato~
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✓ Code:Realize 〜Sousei no Himegimi〜 "Serve un ladro per catturare un ladro"
[ Code:Realize 〜創世の姫君〜「Set a thief to catch a thief」| Code:Realize 〜Sousei no Himegimi〜 "Set a thief to catch a thief" ]
[ 1 OAV | 2018 | Studio: M.S.C | Inedito ]
[ Shoujo, Steampunk ]
Un episodio tutto su Lupin, che scopre una passione per un nuovo tipo di vestiti a righe causa arresto per il furto sbagliato, ed Herlock, qui particolarmente gaio verso di lui.
(In tutto ciò, ho scoperto che il nome di Herlock era sì per copyright ma già nei libri effettivi di Lupin. Okay, ho svelato un mistero misteriosissimo. (!))
Come già durante la serie, i produttori non sono poi tanto interessati a mostrare scene d'azione o intrecci da capogiro - anzi. Nonostante l'episodio in sé sia grazioso, l'ho trovato un po' più scialbo della serie e in qualche modo più lento, quasi non si sapesse esattamente come riempire gli spazi tra le parti importanti di trama. E poi non mi torna come Cardia non si faccia la minima domanda sul fatto che suo marito sparisca per due giorni senza saperne più nulla, ma vabbè...
Ah, quando è il momento di dare le onorificenze, la Regina dà a Cardia una collana in quanto: "Una medaglia non si addice ad una lady.". Andate così, your majesty! Le vostre boiate non ci deludono mai!
Riguardo cose più interessanti, è stato confermato che Lupin è francese. Posso aspettarmi che il resto del cast sia effettivamente composto da un altro francese, un olandese, uno svizzero e un americano? (Che città cosmopolita, SteamLondon!)
Menzione speciale al finale, che nella sua semplicità si vale tutto l'OAV: l'episodio è incentrato sui ragazzi che fanno un regalo a Cardia e [SPOILER] Lupin, alla fine, dato che non sa cosa regalarle, le regala se stesso. Cardia è estremamente soddisfatta del regalo, la scena si chiude con un casto bacino e lei lo fissa con una certa insistenza. Mi sa che Lupin sparirà di nuovo per un bel po'. Rido fino a dopodomani. [/SPOILER]
#val sm animanga#val sm lady coccinella#val sm la cattura carte#val sm giorni d'afa#val sm liberooo!#val sm cellule al lavoro
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