#non chiedetemi quanto costa
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Ieri ho fatto un investimento: ho preso questi acquerelli.
Non vedo l’ora di iniziare ad usarli.
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V- Visitors
Dopo aver visto Cranival row mi è venuta voglia (non chiedetemi il perché, forse perché mi ero aspettata qualcosa di più?) di rivedere una serie tv anni 80’ che ho visto da piccola e che mi ricordavo come molto coinvolgente: I Visitors.
La ricordate? L’avete vista anche voi la serie originale (non il remake pessimo del 2009)? Ero molto giovane all’epoca e non ho colto appieno tutti i temi che toccava, ma mi aveva colpito al punto che ancora oggi ne ricordavo piuttosto bene alcune scene (e io ho una pessima memoria). E quel poco che ricordavo mi faceva credere che fosse molto meglio di alcune serie scifi (e non scifi) che ho visto quest’anno, Carnival row compresa. Così ho cercato di reperirla in qualche modo, e per fortuna essendo uscita anche in dvd, almeno i primi episodi li ho trovati. Sto ancora cercando i successivi. Infatti ho scoperto che andò in onda prima una miniserie di 2 episodi nel 1983, che da noi in Italia furono divisi in 4, poi visto il grande successo ne furono aggiunti altri tre che da noi divennero 6 credo, e questi 10 episodi in tutto in Italia vennero trasmessi insieme come una sola serie. A questa fece seguito un’altra serie di 19 episodi trasmessi nel 1986, e ne sarebbe dovuta seguire un’altra che avrebbe portato l’azione del telefilm anche nello spazio, ma purtroppo a causa del calo di ascolti la serie venne interrotta.
Io al momento ho potuto rivedere solo i primi 4 episodi, cioè la prima miniserie, ma mi basta per dirvi che i miei ricordi non mi hanno ingannato, è a bella ancora oggi da vedere ed è veramente valida, sia dal punto di vista della trama, della sceneggiatura e dell’azione (effetti speciali a parte). Il parallelismo tra gli alieni e i nazisti funziona benissimo e anche come ci vengono presentati, come la situazione si evolve…nonostante i salti temporali per farla proseguire in tempi ristretti e in pochi episodi…funzionano perfettamente. Lo spettatore non si sente preso in giro da troppe semplificazioni o cose non spiegate o cose assurde. Anzi i personaggi sono molto ben costruiti (e sono diversi perché è un telefilm molto corale) e i temi molto importanti ma spiegati bene seppure con l’uso di poche scene. Il tema dei diritti dell’uomo, della lotta per la libertà, della politica corrotta, dell’assurdità del nazismo che sembra non ci abbia insegnato nulla…tutto questo viene veramente presentato allo spettatore in modo egregio e con molto coinvolgimento emotivo. Non c’è un solo eroe che lotta contro i cattivi, ma molti, persone comuni, magari anche paurose, ma che davanti a ciò che sta succedendo riescono a reperire un coraggio che neppure credevano di avere. Gli umani poi non sono dipinti tutti come buoni, anche tra loro ci sono gli egoisti o i manipolatori. Lo stesso vale per gli alieni. A parte Diana che è proprio cattiva e ci sta un personaggio così, anche gli alieni non vengono presentati come totalmente cattivi, anche tra di loro c’è che aborre la violenza e cercherà addirittura di aiutare gli umani a spese della propria vita, e poi c’è chi invece è cattivo per semplice opportunismo o per colpa del loro capo supremo che li guida a questi comportamenti e che loro non osano contrastare per paura. Cioè è veramente un telefilm umanamente complesso con tante nuance, pur nella sua semplicità e nelle sue poche puntate riesce a dire così tanto… e mi chiedo perché invece tanti telefilm di oggi invece non lo facciano. Sembra che non esistano più gli sceneggiatori di una volta o che chi produce i telefilm sia convinto che gli spettatori si siano rincretiniti, e non riuscirebbero più a capire o a reggere temi così importanti o scene così toccanti, meglio limitarsi ad intrattenerli con scene di sesso gratuite buttate lì, o scene d’azione che si susseguono senza fine o senso.
Bene, ho una notizia per voi, siamo in grado di reggere telefilm del genere, anzi vogliamo telefilm del genere, per questo ci riduciamo a riguardare i vecchi telefilm, perché tante volte erano migliori! Non dico sempre ma quasi. Su internet continuo a leggere che i produttori di Hollywood si chiedono perché il nuovo telefilm Streghe, il nuovo film di Charlie’s angels, il nuovo film di Terminator e tanti altri stanno facendo flop colossali e si rispondono accusando gli spettatori di non essere più quelli di una volta, di essere incostanti o stufi delle cose già viste o troppo attaccati alle cose passate e non aperti alle cose nuove, insomma di accusano di tutto e del contrario di tutto, ma la risposta vera è un latra state semplicemente facendo telefilm e film brutti. Punto. Forse se vi impegnaste di più e tornaste a vedere il cinema e la tv non più come solo un mezzo per fare soldi ma anche come mezzo per veicolare una forma d’arte forse le cose migliorerebbero. No, dico? Ma avete visto i film Ghostbusters originali, e avete visto l’ultimo film fatto al femminile? Cioè come si può anche solo paragonarli? La realtà è davanti agli occhi di tutti, e al momento non è bella.
La serie VISITORS nasce da un’idea semplice, ma al tempo stesso innovativa. Si parla di invasione aliena, ma di alieni estremamente intelligenti decisi da gire per furbizia più che per forza. Gli sceneggiatori quando pensarono a una razza serpentoide di alieni presero spunto probabilmente dalla leggenda, molto diffusa tra i complottisti americani (gli amanti di ufo, xfiles, teorie della fine del mondo) che parla proprio di una razza di rettiliani che si celano tra gli umani sotto mentite spoglie da secoli e si trovano in posizioni di potere in modo da guidare la politica globale per i loro nefandi scopi… e fecero bene, poiché degli alieni in grado di ingannare e mimetizzarsi come umani risultarono ancora più spaventosi al pubblico. Ci colpirono in una paura atavica e funzionò, anche perché la serie era fatta bene, con una trama per strutturata.
Trama Visitors: Decine e decine di dischi volanti giungono sulla Terra e si fermano sopra le principali città del nostro pianeta. Gli alieni prendono contatto con i terrestri e forniscono la spiegazione circa il loro arrivo: vengono dal quarto pianeta della stella Sirio e sono venuti sulla Terra in pace, bisognosi di alcune risorse che sul loro pianeta di origine stanno esaurendosi. Non tutti però sono disposti ad accettare la storia raccontata dai Visitatori al mondo intero. Fra questi, il reporter Mike Donovan, il quale sale di nascosto a bordo dell'astronave madre e si ritrova di fronte ad una realtà agghiacciante e pericolosa: gli alieni sono in realtà dei rettili, celati da un aspetto umano, che si cibano di animali ancora vivi…
Ma oggi visto che questo è un blog dedicato ai libri, non voglio parlarvi approfonditamente della serie televisiva, quanto dei libri che da essa furono tratti. Esatto non è un telefilm ispirato da dei libri, ma bensì uno da cui furono tratti dei libri.
Per l’esattezza 6 libri editi da SIAD edizioni negli anni ‘80:
1. La crisi della costa orientale, di Howard Weinstein, A. C. Crispin
2. La Terra è salva, di Howard Weinstein, A. C. Crispin
3. Caccia a Diana, di Allen Wold
4. Assedio a Chicago, di Geo W. Proctor
5. Progetto Florida, di Tim Sullivan
6. Prigionieri e ostaggi, di Howard Weinstein
Questi libri non sono le sceneggiature degli episodi della serie, ma dei veri e propri racconti inediti che narrano accadimenti che si svolgono in contemporanea alla serie, ma in altri luoghi e con altri protagonisti.
Se la serie tv si concentrava nel mostrarci l’invasione concentrando l’attenzione su una città specifica, qui ci viene mostrato come gli alieni agirono altrove e come gli umani reagirono a loro volta. Quindi questi romanzi sono un arricchimento della storia principale ed è un peccato che siano ormai quasi introvabili (tranne qualche volume ancora reperibile nei siti di libri usati tipo comprovendolibri.it) e che siano stati tradotti in italiano maluccio.
Sapendo tutto questo, vale comunque la pena di cercarli e leggerli? Non lo so francamente, ma volevo comunque farvi sapere che esistono.
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"E’ difficile vivere perché siamo questa cosa qui, scelte che ci fanno rimorsi. Giuseppe ascolta i soldati davanti al tempio preparare la strage, ma non va di casa in casa, non cerca altri padri, non conforta le madri ma cerca di salvare il suo bimbo e così facendo salva l’umanità tutta, ma il prezzo? Non chiedetemi risposte non ne ho, vi ho raccontato come andarono i fatti, vi ho raccontato come siamo fatti. Il resto fate voi, ciascuno per il suo dolore. Quel bimbo salvato da Erode muore per mano della accusa di bestemmia di Caifa, muore per mano romana che non capisce la bestemmia, muore per dire al domani che c’è speranza. Ma i 25 bimbi di Betlemme? Quanto costa il dolore? La moneta fate voi " (Jose Saramago, il vangelo secondo Gesù Cristo)
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Capitolo 4: Cusco e la valle sacra degli Inka
Arriviamo all’aeroporto di Lima alle 2:30 di notte (ora locale) e dopo un caffé e un po’ di riposo, decidiamo di andare ad imbarcare i bagagli per il volo per Cusco ma.. non esiste il check in della nostra compagnia aerea.. cosí ha inizio la nostra avventura peruviana: Ale che segue per tutto l’aeroporto (ridendo) un gruppo di peruviani incazzati neri perché devono partire con il volo prima del nostro e non esiste il check in!! Bienvenidos en Perù, terra di sorprese e avventure!!
Fortunatamente tutto si sistema e con un aereo piccolo piccolo sorvoliamo le Ande e atterriamo a Cusco. La popolazione andina vive di agricoltura e turismo e questo in realtà si traduce nell’essere un po’ aggressivi con gli stranieri. Appena fuori dall’aeroporto veniamo travolti da una moltitudine di persone che cercano di offrirci un taxi. Noi siamo diretti a Saylla, poco a sud di Cusco, per lavorare nell’Hacienda della famiglia di Guillermo. I taxi qui non hanno tassametro e bisogna contrattare sul prezzo.. dopo aver provato a dirci che arrivare a Saylla costa di più perchè c’è una grande salita da fare, siamo riusciti a far dimezzare il prezzo, quindi ricordate: se non riuscite a sembrare peruviani (io e ale tra altezza e colori siamo proprio in difficoltà) dovete sempre contrattare a Cusco.
Arriviamo a casa di Guillermo, una bellissima casa coloniale. Lui è sempre molto sorridente, gentile e disponibile. Ci presenta la sorella Monica, la Signora Feliz che lavora nella sua cucina, ci fa vedere Teo e Juan che stanno lavorando nei campi e ci presenta i 4 cani e 1/2 (c’è un polpettino minuscolo, ultimo arrivato, che abbiamo battezzato “Totti” ahahahah). Ci fa vedere la stanza e purtroppo abbiamo una finestra senza vetri e qui di notte la temperatura scende.. (ci armiamo di buste di plastica e pazienza, “tappiamo” la finestra e ci rassegniamo all’idea di dormire con sciarpa e cappello).. ci fa vedere la doccia che purtroppo si trova in mezzo ai campi (5 minuti di camminata nel fango perchè siamo nella stagione delle piogge) e ha, anch’essa, una finestra senza vetri (abbiamo capito che non ci faremo spesso la doccia).. pranziamo insieme e la Signora Feliz, Teo e Juan non si siedono con noi..
Abbiamo capito..in qualità di Hacienda, in questa casa vige ancora la mentalità schiavista.. la famiglia di Guillermo è benestante, la Signora Feliz, Teo e Juan sono indigeni e lavorano per loro, quindi non possono usufruire delle stesse comodità.. capiremo più in là che, per quanto cerchino di essere gentili con noi e ci aiutino in molte cose dal punto di vista del “turista” (informazioni, chiacchierate, telefonate ad agenzie) anche noi non possiamo avere comodità (non possiamo usare la lavatrice, abbiamo solo un cuscino per due, non abbiamo gli strumenti adatti per lavorare e non abbiamo acqua calda per fare la doccia).. questo ci porterà ad andare via prima del previsto.. ai disagi ci si adatta per un breve periodo, ma il loro modo di vedere il mondo non ci piace e non ci piace più l’idea di aiutarli..
Durante il nostro soggiorno a Saylla abbiamo visitato il sito archeologico di Tipon, 40 minuti di ripidissime scale per usare l’entrata secondaria e non pagare il biglietto (in realtà abbiamo pagato con la fatica), e ammirare le opere idrauliche degli inka.
Gli Inka hanno costruito moltissime delle loro città in cima alle montagne (più sicure nel caso di attacchi nemici) e per raccogliere in modo ordinato l’acqua delle piogge o dei ghiacci ed evitare l’erosione della montagna stessa, hanno creato sempre dei terrazzamenti (utili anche all'approvvigionamento) e il risultato è che le loro costruzioni sono ancora in piedi dopo più di 1000 anni.. Gli Inka erano proiettati verso l’eternità.
Un altro tour che abbiamo scelto di fare è stato quello della “montagna dai 7 colori”, che in teoria prevede una camminata di circa 3 ore ad un’altitudine di 5000 metri... noi siamo riusciti a trovare un tour alternativo per arrivare in macchina direttamente sulle montagne e, ovviamente, siamo stati puniti!! Appena arrivati ha cominciato a grandinare.. la montagna si è trasformata in una trappola fangosa e (solo io e ale) siamo scivolati (io 2 volte e ale 1) e siamo tornati a casa zozzi!! peró ne è valsa la pena.. che spettacolo!!
Abbandonato Guillermo, ci siamo trasferiti a Cusco, in un ostello in cui Coco (il proprietario) ci accoglie con un grande cappello (che toglie solo per dormire), tante chiacchiere e tanti consigli sul resto delle cose che possiamo fare.
Cusco è una città molto bella, tutta salite e discese, ma è il frutto dell’invasione spagnola, che hanno distrutto la maggior parte delle costruzioni Inka e utilizzato le pietre per costruire le proprie case e le chiese coloniali. In questo momento, poi, il turismo ha reso la città troppo costosa per i nativi e si vedono costruzioni di case interminate su tutte le montagne circostanti.. è la periferia.
La cosa più divertente è stata senza dubbio prendere i bus cittadini: camioncini da 15 posti sui quali lavorano un autista e un assistente (non saprei come chiamarlo). Il secondo, ad ogni fermata si affaccia ed elenca tutte le fermate che effettuerà il bus accompagnato da “sube sube sube” (per dire alla gente di sbrigarsi a salire) o “baja baja baja” (per il contrario).. è una giungla!!
Tra una visita al Museo Inka e al Museo della Coca, una passeggiata nel quartiere degli artisti e una foto con gli alpaca arriva il fatidico momento della gita a Machu Picchu.
Il modo più economico per arrivare è la macchina (o meglio un furgoncino da 20 posti), che con un viaggio di circa 6 ore e 30 (spericolato e accompagnato da musica anni ‘80), ci porta fino a Hidroelectrica (perchè oltre non arrivano le macchine), qui possiamo decidere di prendere il treno fino ad Aguas Caliente (33 dollari per il turista, 5 soles per i peruviani) oppure camminare lungo la ferrovia per circa 2 ore e 30 (abbiamo scelto la seconda opzione). Una volta arrivati la nostra guida (immaginate una piazza piena di peruviani che urlano nomi inglesi, francesi, italiani, ecc..) ci accompagna all’hotel, durante la cena ci spiega i dettagli della salita a Machu Picchu (anche qui si può scegliere di andare in autobus pagando 20 dollari o salire le scale per 1 ora e 30, forse 2) e ci da appuntamento alle 4:30 di mattina per l’inizio dell’avventura.
Ingenuamente, dopo i 40 minuti di scale di Tipon, ho pensato che si potesse fare senza problemi.. invece.. con una narice tappata, l’umidità al 300%, un dislivello complessivo di 400 metri di altitudine e la vecchiaia che avanza, questo trekking mi è costato i polmoni e 3 ore di tempo (non chiedetemi mai più di fare così tante scale!!).
Ne è valsa sicuramente la pena.. il fascino di Machu Picchu è unico!! Qui gli Inka hanno dato il meglio di loro stessi e, soprattutto, il sito non è stato scoperto dai conquistatori spagnoli ed è rimasto intatto (nonostante sia una città interminata). La guida ci ha spiegato moltissime cose interessanti, tra cui il fatto che Machu Picchu era in costruzione da circa 70 anni e che la sconfitta di questa popolazione è stata causata principalmente dal conflitto tra due fratelli che si contendevano il trono poco prima dell’arrivo di Pizarro. Purtoppo ci ha raccontato anche che, come l’ultimo re Inka provò a salvare se stesso regalando i tesori della sua popolazione agli spagnoli, così alcuni presidenti peruviani hanno svenduto i propri tesori per riemergere dalla crisi e attualmente Machu Picchu è di proprietà inglese (lo sarà per un tempo complessivo di 30 anni).
il nostro tempo qui è terminato, ci tocca affrontare la discesa diretta fino a Hidroelectrica, dove ci aspetta la macchina per tornare a Cusco e da lì prenderemo il bus diretto a Puno. Si inizia un’avventura itinerante nel Sud del Perù che ci porterà fino a Lima.
Addio Cusco, portiamo con noi l’amore per gli Inka, per i “chicharrones de cerdo” (Bocconcini di Maiale fritto) e gli alpaca e l’odio per gli “Inkapaci”, le salite estreme e il freddo.
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BUONA SERA CARI AMICI E FOLLOWERS.
SIETE SEMPRE DI PIU’.
GRAZIE A CHI MI SEGUE SEMPRE, GRAZIE AI NUOVI ARRIVATI.
SHAMPOO E MESSA IN PIEGA O BARBA E CAPELLI PER UOMINI!
LUCE E’ IMPAZZITA?
NO.
SONO ESASPERATA DA CHI NON VUOLE CAPIRE COME OPERO ED ESERCITO.
QUINDI DANDO UN TITOLO SCHERZOSO A QUESTO ARTICOLO, DEVO RIMPROVERARE ALCUNE PERSONE CHE NEGLI ULTIMI GIORNI HANNO FORTEMENTE ESAGERATO E FACCIAMO DUNQUE UNO SHAMPOO E UNA RINFRESCATINA ALLA MEMORIA.
RICORDO PER L’ULTIMA VOLTA QUANTO SEGUE, POICHE’ DA DOMANI VERRANNO SERIAMENTE IGNORATE LE ASSURDE RICHIESTE E BLOCCATI I CONTATTI DI CHI PERSISTE CON I SEGUENTI COMPORTAMENTI:
NON POSTATE LA DOMANDA 8 VOLTE, NON SCRIVETEMI SU WHATSAPP O IN EMAIL FACENDOMI PRESSIONE PER AVERE IL MIO RESPONSO GRATUITO.
RISPONDO NEL TEMPO LIBERO.
NON SCRIVETE LA DOMANDA NEI MODULI DI CONTATTO ATTI A RICHIEDERE IL MIO INTERVENTO ESOTERICO O LA MIA CONSULENZA APPROFONDITA.
NON CHIEDETEMI CONSULTI GRATIS SU WHATSAPP O IN EMAIL: LI SVOLGO A LIBERA DONAZIONE E MI PARE GIA’ MOLTISSIMO!
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QUANDO SI APRE IL MIO WHATSAPP UN MESSAGGIO BEN PRECISO INDICA OVE VA FORMULATA LA DOMANDA CHE PREVEDE IL MIO RESPONSO GRATUITO.
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