#nomi che ho letto davvero
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#nomi che ho letto davvero#lista non esaustiva per giunta#io le chiamo solo gomme e vengo dall'Atlanzio
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IL CANALE DEL DOLORE
È un argomento molto difficile da trattare per me, anzi, lo era fino a oggi pomeriggio, quando sono riuscito a trovare una metafora per definire il mio stato d'animo... stavo guidando, ho tirato fuori una penna dalla borsa e mi sono scribacchiato sul polso il titolo che avete letto là in alto, giusto per non dimenticare l'immagine che mi era apparsa.
Non credo proprio di soffrire di depressione (non rispetto i criteri maggiori), magari qualcosa di più simile a una pseudo-ciclotimia ma, vedete, potrei anche sbagliarmi però ho come l'impressione che le persone dividano le loro esperienze in positive e negative: da una parte le cose che le hanno fatte stare bene e che, se perseguite, continuano a far stare bene e dall'altra quelle negative, esperite nel passato e da evitare nel futuro.
Sbaglio nel pensare questo? Me lo confermate?
Ecco... per me funziona in modo completamente differente.
Io ho vissuto esperienze e basta, se percepite poi positive o negative dipende dalla mia vicinanza al Canale del Dolore.
Prendete la mia gattina Minou, che ci è stata accanto per tanti anni, fin dalla nascita di Figlia Grande.
Se percorro la mia vita nel verde paesaggio del mondo posso ricordarne con gioia i bei momenti condivisi assieme - quando la allattavo minuscola e miagolante, quando dal tavolo ha rubato un pollo arrosto intero più grande di lei e quando Figlia Grande divideva con lei i biscotti plasmon sul seggiolone. Poi però imbocco il viale di ghiaia che costeggia il canale del dolore e comincio a provare nostalgia - le zampate di fango che ancora resistono sotto al davanzale della finestra da cui entrava, il collarino viola che sbuca fuori da un cassetto - e poi comincio a camminare sugli argini del canale, dove mi prende la tristezza del vuoto che ha lasciato, di come forse avrei dovuto accarezzarla di più, di come a volte la sogno e sono pieno di gioia che sia tornata ma poi mi sveglio con le guance umide.
E infine cado nel canale del dolore, dove riconosco le mie colpe e ciò che avrei potuto fare e non ho fatto.
Intendiamoci, non succede sempre e soprattutto non succede per ogni cosa che ho vissuto ma il cammino è sempre potenzialmente quello.
Per dire, ho vissuto cose estremamente negative e mi basta riuscire a stare lontano da quel canale, nel verde della foresta del mondo, per riuscire comunque a evocare un ricordo di quello che di bello sono riuscito a tirare comunque fuori da esse.
Vi dirò, forse il trucco è camminare sul bordo di quel viale di ghiaia, attingendo alla malinconia per farmi più consapevole del tempo che scorre in una sola direzione e nel contempo non rimpiangere mai troppo ciò che non è più...
Però la vita è faticosa e in quel canale giacciono troppi nomi e troppi istanti perché il mio passo sia sempre fermo e dritto.
E fa male che il dolore nel caderci dentro offuschi i bei ricordi.
Vabbe'... stasera va così ma sono sicuro che domani qualcuno mi confermerà che c'è davvero del buono in questo mondo e che è giusto combattere per questo, quindi tranquilli <3
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Un sabato sera dai minuti contati questo.
Raggiunta casa di mia madre, entro in silenzio e come immaginavo lei è già a letto. Le chiudo la porta della camera per non disturbarla, mentre sistemo la spesa che le ho fatto, controllo nel frigorifero le confezioni di alimenti scadute. Le rimuovo buttando il contenuto negli organici.
Lei puntigliosa su queste cose, ora non le riesce più di controllarle.
Un rapido riassetto alla casa, ma non le metto a posto tutto. So quanto ci tenga a dimostrare di saperci ancora fare con le pulizie, diciamo che pulisco dove c'è da spostare o alzare qualcosa di pesante.
Mi giunge la telefonata di figlio 2 "Papà ci sono le pizze da infornare, sai che dopo devo uscire".
Mi avvio a casa, dopo aver avuto cura di sistemare le medicine dentro il porta pillole settimanale, in modo che mia madre non sbagli.
La frase di mio figlio "...sai che dopo devo uscire" era incompleta.
La verità è che lo dovrò accompagnare io. In auto raccogliendo tre suoi amici.
Le pizze sono uscite molto buone questa sera, forse la pioggia che insiste me le farebbe gustare meglio se Gabriele non uscisse. Se ancora per un sabato sera fosse il mio scricciolo a casa. Ma non sarebbe giusto per lui.
Appuntamento sotto lo stadio cittadino, poi seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta a una pensilina dove c'è un altro amico per voi tre. Anzi quattro, maledetta rima.
Li ascolto parlare, mi fanno sorridere e anche ridere. Non hanno nulla che non vada bene. Sono ventenni con la voglia di vivere e divertirsi. Lo ero anche io. Forse non sentendomi mai amico al pari degli altri.
Tipo strano "il Rino", sempre assorto e spesso assente.
Li lascio alla pensilina concordata dove il quinto amico li aspetta, e si fanno i nomi di altri che arriveranno più tardi. Forse.
Li saluto, Gabriele inaspettatamente mi saluta baciandomi. "Non ti preoccupare pa' sarò bravo e starò attento, come vuoi tu".
Non ho nulla da obiettare, riparto. Alla prima rotatoria inverto il senso di marcia, un'ultima occhiata a qui sorrisi, a quella complicità di amici che legano le proprie vite in un patto di sangue, di quelli indissolubili che se ben curate, come relazioni, potrebbero durare davvero a lungo.
Nel mio ritorno solitario penso alle mie amicizie perse, al fatto che mi sento solo ed estraneo anche in mezzo ad altre persone.
Ho sempre pensato che la mia vita non avesse un senso, ma un senso l'ho trovato. Sono i sorrisi dei miei figli, la gioia dei loro successi, gli occhi innamorati di chi sceglieranno come persone con cui condividere la vita.
Questo non me lo voglio perdere. Mi madre e mio padre queste cose non le hanno mai viste. Mai. Io le voglio assaporare.
E mentre alla radio passa il brano "I love my life" di Robbie Williams, le sue parole:
I love my life
I am wonderful
I am magical
I am me
I love my life
Mi squarciano il cuore, e la pioggia è come se battesse direttamente sui miei occhi, e non sul parabrezza.
Sono solo, ovvero mi sento solo, ma dovrò aspettare. Aspetterò i successi e le gioie dei miei figli, prima di mollare.
Piove, vedo centinaia di ragazzi che si avviano alla discoteca.
Poco dopo incontro le ragazze sfruttate per dare del sesso a pagamento sui bordi delle strade.
Vorrei fermarmi, dare loro una coperta che le ripari, qualcosa di caldo da bere e la possibilità di dire loro: vai, sei libera. Puoi fare altro nella tua vita, perché hai forza di volontà da vendere.
Solo durante questi pensieri mi accorgo che in radio passa Sweet Disposition un pezzo che trovo meraviglioso dei The Temper Trap
A moment, a love
A dream, aloud
A kiss, a cry
Our rights, our wrongs
A moment, a love
A dream, aloud
A moment, a love
A dream, aloud
Stay there
'Cause I'll be coming over
And while our blood's still young
It's so young, it runs
Won't stop 'til it's over
Won't stop to surrender
Avere la forza, di superare, di aspettare chi è un passo indietro.
Mi sento maledettamente solo, anche se non lo sono. Sto male.
Ma in questo sabato sera i miei figli, chi in un modo e chi nell'altro, si divertiranno. Questo conta. Ne basta uno anomalo in famiglia. E quello sono io.
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Questa è una domanda e non un attacco, te lo chiedo tranquillamente: ma i colartino per te sono una ship (passa il termine) o c'è qualche motivo per cui ti piacciono? Nessun attacco, ripeto, solo curiosità.
hello beloved my beloved!! prima cosa: non l'avrei presa come attacco mi fa un sacco piacere parlare di queste cose, ma ti ringrazio per aver specificato!!!!
seconda cosa ovviamente quello che vedete su questo fantastico e magico sito è tipo un centocinquantesimo di quello che penso di loro, diciamo che qui è tutto uno scherzo e un memotto, si fa per ridere qua sopra djlsajdkl ma no certo certo tengo ad entrambi, molto specialmente a lorenzo, artisticamente parlando, per motivi legati sia al fatto che mi piace il suo modo di scrivere e suonare, sia perché io e il CD di Egomostro ne abbiamo passate un po' insieme (sono un nostalgico, mi perdonerai)
e,,,, e mi sembra corretto specificare che non li """shippo""" sul serio, cioè, irl, davvero, per quanto sia tutto divertente è seriamente un meme, non prendetemi sul serio vi supplico
ora però se hai voglia, car* anon, sorbisci tutta la storia della mia vita qui sotto
ti dirò, ho cominciato ad ascoltare colapesce quado è uscito Egomostro, stavo facendo """spesa"""" su torrent di roba da mettermi nel cellulare da ascoltare, c'erano tipo le nuove uscite/nuovi post (fai che era il forum TnTVillage o qualcosa del genere, ecco) e l'ho scaricato, l'ho lasciato nel computer e niente, è rimasto lì sul cellulare per un po', completamente inascoltato
fast forward a qualche mese dopo, ricordo che faceva un sacco di caldo e avevo smesso di prendere alcune medicine, ero sdraiato sul mio letto sopra le lenzuola ed è partita Sottocoperta, credo di aver provato qualcosa, non ti so dire cosa, però quel qualcosa era abbastanza forte da lasciare un impatto sul me di 18 anni. a posteriori ti dico, ha senso, ero piccolo e un sacco spaventato di tutto quello che mi stava accadendo attorno e ti dirò in quel CD ho trovato un po' di pace e di comprensione
esce infedele due anni dopo, ascolto infedele, litigo con mia madre di andare a vederlo all'alcatraz, mia madre risponde (cito testuali parole) "ma non lo conosce nessuno, sarà vuoto, poi vai lì e ti rubano" (gente che paga il biglietto per rubarmi??) e niente, rimango triste a casa a guardarmi i video dei concerti su youtube, intravedo dimartino in qualche video, ma non sapevo che sarebbe stato uno strumentopolo misterioso per dopo
ayways continuo a consumare la sua musica, mi prendo i CD legalmente, ho un video di me briciolino diciannovenne che suona sottocoperta alla chitarra, ho il cd infedele scardinato perché lo aprivo e lo chiudevo troppo spesso tanto lo ascoltavo, un meraviglioso declino tutto macerato... diciamo che lo seguo come artista in maniera abbastanza affezionata e la sua musica ha sicuramente aiutato in qualche modo la mia labile psiche durante l'ultimo periodo, quello più faticoso, di relazione con la mia ex storica (sette anni di sofferenze, modestamente)
consumo infedele, consumo egomostro e,,, niente, passo a spotify, nel mio spotify wrapped del 2019 c'è ancora una reminiscenza di qualche traccia di Egomostro (Maledetti Italiani, credo), nel 2020 compare Satellite e Totale, ma comunque per un motivo o per l'altro li perdo molto di vista fino al 2021 quando tra le indiscrezioni sanremesi mi compare 'colapesce' e io mi precipito qui a dire 'rega ma in che senso colapesce' e,,, e niente, poi escono i nomi dei due best padri di sempre, vado a vedere che ha fatto il Lollo durante la mia assenza e vedo i Mortali
dai mortali si passa alle interviste, mi affeziono anche alla loro persona pubblica, (perché la relazione parasociale ce l'ho solo con Valerio Lundini ma quella è un'altra storia) continuo spizzandomi la musica di dimartino, velocizziamo la trama e arriviamo a ora, che siamo qui a fare i meme insieme a Beppe Vessicchio
tutto questo per dire che per quanto sia un sacco divertente scherzare e scrivere cose divertenti e augurare grandi scopate, tengo davvero molto a Colapesce in quanto artista e sicuramente la sua musica ha impattato sul mio lobo frontale non ancora pienamente formato, devo a quei testi sicuramente una piccola parte di crescita personale
in più, già che ci sono, io ho Un Ossessione per l'archiviazione, tutto quello che ha il mio minimo interesse, dalle vicissitudini della seconda repubblica italiana a sanremo, ha uno spazio sul mio cloud, quindi non sono speciali ad avere l'archivio tsè tsè, sono solo uno tra i tanti argomenti del mio cloud
e sì mi piacciono, mi piace la loro musica, mi piace specialmente il testo delle loro canzoni, sono una persona che ha purtroppo studiato musica e riconosco anche la loro bravura a livello di composizione, insomma, ho affetto per entrambe le discografie e, per quanto riguarda Colapesce, ho anche un affetto legato a tutto il tempo che ho passato da più piccolo ad ascoltarlo
se sei arrivat fino a qui complimenti che voglia
ciao spero sia stata una risposta esaustiva e anche un po' smielata
#c'è la storia della mia vita qui dentro santo cielo che oversharing#rispostone lungo ponderato in 2 giorni perché per quanto non avrei mai preso questa domanda come aggressiva#il fatto che ci sia scritto 'questo non è un attacco' me lo fa sentire come attacco#no hard feelings anon ily#frà risponde
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Il quarto inquilino
Nella casa dove ho abitato nei miei primi due anni a Bologna, le porte e le finestre sbattevano continuamente. Bastava aprire una finestra in salotto, una in camera da letto, e ripetutamente si ascoltava questo rumore sordo di porta che si chiude con violenza. Alle volte nel bagno, dove lasciavamo sempre la porta aperta, ero solita frenarla dolcemente con le dita prima che sbattesse furiosamente; da lì si fece largo nella mia immaginazione la convinzione che il vento, responsabile di tali dimostranze, fosse a pieno titolo il quarto inquilino della nostra casa. Nevrotico e irascibile, impossibile alla quiete, lo sentivi trascinarsi il mantello animandosi da stanza a stanza, portandosi con sé appunti, elastici, scontrini, cicche, matite. All’ordine preferiva sicuramente la dinamicità caotica, eppure sembrava seguire sempre un flusso che alla lunga cominciavi a interpretare; sapevi quale finestra accostare per farlo placare, sapevi quale porta chiudere per trovare dei compromessi. Temprava anche la nostra suscettibilità: io non sopportavo di sentirlo borbottare, e inscenavo lotte silenziose sbarrando porte e finestre pur di farlo tacere. Altre volte, di sera, nel buio silenzioso animato solo dall’intima luce della cappa nella cucina, i suoi rumori assomigliavano più a lamenti malinconici, come se ad aggirarsi tra le stanze vi fosse un fantasma sconsolato, che colpendo disperatamente sul dorso della porta, cercasse di riconquistare la materialità della vita ormai perduta. In certi momenti poi, le sue grida erano così insistenti da sembrare disperate richieste d’aiuto, e a quello spettacolo rimanevamo inermi e silenziose, partecipanti involontarie di un dolore dilagante: non c’erano porte da chiudere o finestre da sbarrare che potessero placare quel tormento. La convivenza con uno spirito della natura non fu facile, e modellò il nostro modo di percepire l’alterità. Non si trattava più semplicemente di riconoscere il tuo simile, uguale a te nei movimenti, nelle danze abitudinarie, nelle occasioni quotidiane; era un continuo indovinare la sagoma inafferrabile e mutevole che ogni giorno spirava da direzioni differenti, da angoli inaspettati. Ti metteva alla prova insinuandoti il dubbio costante di non aver mai saputo, davvero, riconoscere il tuo prossimo; di aver sempre dato per scontato come si abitino i luoghi, in quel modo fisico, permanente e ingombrante di chi solo sa come sostare e non come spirare. Con la sua disarmante indipendenza ti suggeriva di rifiutare questa fissità ostinata, di non legarti ai luoghi e di non legare ai luoghi le persone intorno a te, di lasciare che ogni porta che sbatte e ogni spiffero inaspettato siano sempre familiari, non importa quale nome porti il vento che ne è causa. Ad un certo punto, quando la convivenza si stabilì su degli equilibri taciti, era difficile distinguersi da quelle correnti indisturbate; avevamo imparato il linguaggio e la danza del vento, ne avevamo assorbito le pene e gli entusiasmi, avevamo preso in prestito la sua leggerezza e la sua violenza, sentivamo nostri ogni sua carezza ed ogni suo schiaffo. Ai luoghi però siamo rimaste attaccate: chissà se per colpa dei corpi a cui siamo costrette, o se per le tragiche conseguenze della memoria. Ci siamo chieste se la convivenza fosse poi stata uno scambio reciproco, se il quarto inquilino avesse poi conservato un ricordo della permanenza: quando abbiamo chiuso la porta per l’ultima volta, alla fine, il vento sussurrava i nostri nomi.
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6 nov 2023 15:30
“NON SONO SOLO LORIS BATACCHI, AMO MOLTO LA POESIA” - ANDREA RONCATO, FACCE RIDE: “AUTO DI LUSSO, BELLA VITA E MOLTE DONNE? DICERIE. RECITAVO CON LE ATTRICI PIÙ BELLE. MA MICA LE CORTEGGIAVO TUTTE." - "BERLUSCONI MI CHIAMAVA ALLE 2 DI NOTTE PER SUGGERIRMI LE BATTUTE", LE SGRIDATE DI SANDRA MONDAINI, I NO AL REALITY (“CI HO RIMESSO SOLDI”), IL CAFFE’ CON DE NIRO: “SE INCONTRO UN TRONISTA DI 'UOMINI E DONNE', FA FATICA A SALUTARMI. TANTI GIOVANI ATTORI OGGI SONO CONVINTI CHE BASTI ESSER BELLI PER SFONDARE. MA È UN PO’ COME PER LE DONNE: CONTA DI PIÙ FARLE RIDERE, DEGLI ADDOMINALI” – VIDEO
Giulia Cazzaniga per la Verità - Estratti
Risponde al telefono e Andrea Roncato in pochi minuti sorprende citando Pablo Neruda. Racconta che ha appena visto online alcune terribili immagini dei bambini del Medio Oriente che gli mettono tristezza: «Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono», ricorda a memoria affrettandosi ad aggiungere: «Non sono un intellettuale, ma neanche un ignorantone. A inizio dell’anno prossimo uscirà un mio libro con alcuni versi. Amo molto la poesia, sa? E c’è chi si stupisce, perché come sono stato raccontato negli anni non ha molto a che fare con chi sono davvero».
Auto di lusso, bella vita e molte donne, si è letto soprattutto.
«Dicerie».
Proprio tutte?
«In gran parte. Ci ho anche scritto un libro, su questa discrepanza: Non solo Loris Batacchi, si intitola. Non sono solo quello. C’è stato un momento in cui avevo 10 Rolex e ne cambiavo uno al giorno, sì. E ho anche pensato a un certo punto che avere tre auto fosse davvero importante».
Poi?
«Poi succede che con gli anni ci si rende conto che è una forma di insicurezza, tutto questo mostrare. Immaturità, anche. Quando si diventa sicuri di sé non c’è il problema di apparire. Che è un po’ il problema dei ragazzi di oggi: pensano di essere la foto che scattano per postarla sui social, con tutti quei filtri che non sono reali».
I social non c’erano, quando ha iniziato la sua carriera.
«Quarantadue anni orsono. Ne hanno dette di cotte e di crude su di me, anche senza social. Sarà che la gente vede quello che sei nei film e ti identifica con il personaggio».
Nel suo caso, spesso quello del donnaiolo.
«Recitavo con le attrici più belle d’Italia, quelle belle sul serio perché vere e senza ritocchi. Ma mica le corteggiavo tutte. A me fan tristezza quando mi chiedono quante donne ho avuto. Chi dà i numeri spesso mente. Oggi ho una vita molto normale, invece. Sono sposato dal 2017 e sto con mia moglie Nicole da 12 anni, fidanzamento compreso. Sua figlia - l’attrice Giulia Elettra Gorietti - mi ha regalato una splendida nipotina che si chiama Violante. Mi hanno cambiato la vita, queste donne».
Rimorsi per qualche errore, ne ha?
«Se uno non sbaglia non diventa grande. Gli errori servono a migliorare e chi non ne commette neanche uno resta una persona mediocre. Certo, non parlo di errori catastrofici, eh. Però penso che piuttosto che star fermi, vale la pena intraprendere una strada e poi nel caso tornare indietro a metà».
Tempi bui ce ne sono stati?
«Come in tutte le vite. Il peggiore, quando morirono i miei genitori nell’arco di due anni.
Rimasi solo, da figlio unico. Anche le vicende sentimentali sono state non semplici, anche su questo fronte mi sono sentito lasciato solo. Ma sono sempre andato avanti, grazie all’amore e alla compagnia di chi restava. Animali compresi. Pure con la carriera non è stato sempre facile. Ho avuto anni in cui ho lavorato di meno… ma mi sono rimboccato le maniche senza chiedere favori a nessuno».
Parla di raccomandazioni?
«Avrei potuto chiamare Berlusconi o chissà quanti politici che conosco, e di nomi non gliene farò. Ma ho sempre avuto un tale rispetto di me stesso che ho detto di no anche ai reality, anche se ci ho rimesso soldi».
Com’è che la politica è così intrecciata alla tv, nel nostro Paese?
«Fosse per me, dovrebbero essere due mondi totalmente estranei. Se non per la satira e la caricatura. Ma da sempre funziona così, non cambierà tanto presto questa cosa. Fu Berlusconi con le sue tv, e ancora in Rai si cambia a ogni cambio di governo».
Preferenze politiche lei ne ha?
«Destra o sinistra, per me contano le persone in gamba.
Son contento anche che le donne si stiano rafforzando in ruoli di leadership. È giusto, finalmente succede. Compensano la crescente debolezza degli uomini, sempre più insicuri».
Le sue aspirazioni oggi?
«Continuare a fare il mio lavoro con tutto il rispetto che ne ho. A breve comincerò le riprese del nuovo film di Pupi Avati, un horror dal titolo L’orto americano».
Una collaborazione di ferro, la sua con Avati.
«Contando le serie per la tv, mi ha diretto in 11 film».
E in tutto quanti film ha fatto? Ha mai tenuto il conto?
«Più di 63 film e quasi 250 episodi di fiction, tra Carabinieri, Don Matteo, L’Ispettore Codiandro e molte altre».
Tutto ebbe inizio nei mitici anni Ottanta.
«1980 per la precisione. Sandra Mondaini ci portò - a me e Gigi (Sammarchi, ndr) - su Rai 1 dopo che avevamo lavorato con lei in giro per l’Italia».
Che donna era?
«Irripetibile. Eravamo come figli per lei. Mi vanto spesso della sua amicizia, e pure delle sue sgridate».
Un suo insegnamento su tutti?
«Ringraziare e rispettare il pubblico. Non ho mai rifiutato un autografo o una foto perché sono consapevole che senza il pubblico non sarei niente».
Da Berlusconi invece cosa imparò?
«Berlusconi fu colui che mi diede i primi lavori più importanti. Ne ricordo la grande fantasia che fondò la sua forza imprenditoriale. Mi chiamava alle due di notte per dirmi che una certa battuta non gli era piaciuta, e che invece quella di qualche giorno prima funzionava di più. Ci vedeva lungo. Fu il primo in Italia a investire un mucchio di soldi in trasmissioni tv».
La sua preferita?
«Grazie a Grand Hotel, uno come me che era agli inizi di carriera riuscì a lavorare al fianco di persone come Massimo Ciavarro, gli Ingrassia, Paolo Villaggio… Ricordo la prima puntata con Alain Delon. E Tony Curtis che mi domandava con gentilezza se potevamo rifare una gag e io pensavo, onorato: “Questo signore ha fatto film con Marilyn Monroe e ora mi sta insegnando qualcosa”. I veri grandi sono grandi in tutto».
Ne esistono ancora?
«Robert De Niro mi incontrò ai Telegatti e la volta successiva mi salutò e venne a bere un caffè con me. Se incontro oggi un tronista di Uomini e donne, fa fatica a salutarmi. Tanti giovani attori oggi sono convinti che basti esser belli per sfondare. Ma è un po’ come per le donne: conta di più farle ridere, degli addominali».
Quelli della sua generazione parlano degli anni degli inizi spesso con nostalgia.
«Credo abbiamo nostalgia soprattutto della voglia di divertirsi che c’era allora. Le persone amavano andare al cinema. Le discoteche erano piene sette giorni su sette, e agli spettacoli delle 23 assistevano 5.000 persone per volta».
Poi abbiamo cominciato ad annoiarci?
«Un po’ c’entra il fatto che si avevano più mezzi, più soldi da spendere in divertimento e cultura, che erano pure più accessibili di oggi. E poi tutto questo voler apparire online rischia di rovinare le relazioni tra le persone. Sa cosa mi pare? Che si vogliano evitare le emozioni, specchiarsi in una realtà finta e non vivere davvero. Far emozionare la gente è invece il motivo per cui ho scelto questo lavoro».
(…)
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Giorno 2
è salito su un treno che l'ha portato via da qui
Mi scrive che avrebbe voluto parlarmi di come si sente a guardarmi senza nulla addosso.
Questa mattina mi sono alzata e ho detto che sarei stata forte, che 24 ore di pianto sono state abbastanza. Ma ho visto i suoi messaggi e sono qui, seduta su una scrivania a scrivere una mail che non leggerà mai mentre cerco di trattenere il nodo di lacrime che mi si sta formando in gola.
Ieri mi ha aiutato pensare che dovevo respirare attraverso i ricordi che facevano così male da farmi stare ferma a contare le ombre sul soffitto e piantare le unghie nella coscia. Erano anni che non lo facevo. Lui mi abbracciava e mi chiedeva perché i ricordi facessero così male.
Vuoi sentirti dire che sono ricordi belli? Che siamo stati tanto bene insieme? Devo davvero dirtelo in questo momento? Non sono ricordi brutti, ti amo, come potrebbero esserlo? Però sono ricordi di due persone che non ci sono e non ci saranno più.
Non ci saranno le cene nudi, non ci saranno le corde sui polsi, non ci sarà il mio compleanno, non ci saranno i musei di Parigi, non ci saranno le buonanotte e i nomi di cibi inventati, non ci saranno i vini, non ci saranno le vacanze e il mare, non ci saranno i periodi di silenzio e non ci sarà capire come far funzionare questa relazione in giro per il mondo.
C'è il ricordo che su questo letto, proprio come sono messa adesso, ho visto il tuo profilo e ho fatto swipe a destra, ho ascoltato la tua voce che mi leggeva una storia, ho letto che avresti voluto ricevere dei fiori, ti ho chiamato accartocciata sul letto tutta felice, ti ho spogliato per la prima volta, mi hai spogliato per la prima volta, ci siamo baciati, ci siamo fatti venire, ho letto il messaggio in cui dicevi che era ridicolo che il mio profumo ti avesse fottuto il cervello e quello in cui mi pregavi di mangiare.
Adesso mi asciughi le lacrime e mi baci e io sono costretta a fare un atto di egoismo anche se questo ti farà stare male. Sono costretta a dirti che non voglio sentirti. Che non voglio niente che mi ricordi che stavamo tanto bene insieme. Che non voglio leggere i messaggi in cui sei felice e sapere che stare con altre persone ti rende più felice della nostra relazione. Non voglio esserci mentre succedono queste cose.
Oggi riesco a dire che Lui è salito su un treno che l'ha portato via da qui senza scoppiare a piangere. Ieri è salito su un treno che l'ha portato via da me. Non rivedrò più il ragazzo di cui mi sono innamorata. Era un mese ormai che lui non c'era più, ma adesso non lo rivedrò proprio mai più.
Quello che dico più spesso è che non cambierà molto rispetto all'ultimo periodo.
Ho scritto una mail che non ti ho mai mandato in cui dicevo che in questo periodo ogni muro che alzavi mi faceva esserci un po' meno. Il 12 giugno ho scritto "Hai 26 anni e mi sembra che siamo estranei. So elencare ancora più cose di quelle che mi piacciono di te, so scrivere ancora più cose che sanno di te ma non sono te. Ma adesso non ci sei più e non so come trovarti. Ci sei solo quando mi racconti come stai la sera, ormai neppure più con un audio. Ci sei per dirmi che stai male e che la nostra relazione ti pesa. Io ci sono sempre un po’ meno, anche se ogni sera cerco di darti un po’ di più e compensare qualcosa che manca. Non posso continuare così."
Quando ci siamo messi insieme mi hai detto che volevi continuare a vedermi senza veli e vulnerabile. Questa notte mi hai mandato una foto in cui dici che avresti voluto dirmi che è bello vedermi nuda. Ma non lo hai fatto.
Ieri mia madre mi ha detto che la mia valigia è piena di calzini spaiati.
Ieri ho mangiato un gelato, oggi niente fino a sera. Ogni boccone di cibo che provo a ingoiare pesa un quintale, ma ho mangiato mezza pizza e bevuto tre Campari. Ho anche fumato, ma comunque tu non ti muovi dal centro del mio petto dove ti sei inchiodato a febbraio.
Apro Tumblr e spero che ti troverò lì con le tue stupide domande.
Ci vedo sei mesi fa e provo estrema tenerezza.
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Grazie mille per i consigli! Se non ti pesa mi piacerebbe conoscere anche quelli in inglese. Hai ragione, una tristezza totale :((
Eccomi qua, finalmente con il tempo necessario per mettere insieme la lista!
Letti e piaciuti
Domme by Default – Tymber Dalton Contemporary, erotico. Marito sub chiede alla moglie di fargli da Domme. È una novella, i protagonisti non hanno nomi, c'è dom drop, c'è un munch! È stata la prima storia con Femdom che ho letto e mi ha dato davvero qualcosa (e l'autrice è nella Scena).
The Devil's Submission – Nicola Davidson Historical Romance. Matrimonio in crisi perché lui non dice alla moglie cosa vuole davvero (ossia: sottomissioneH). I nomi dei pg del club mi fanno un po' ridere, ma non è stato affatto male. At His Lady's Command – Nicola Davidson Historical Romance. Lui è un ex soldato ora guardia del corpo di lei ;D Mi è piaciuto decisamente di più dell'altra di Davidson! Tied Score – Elia Winters Contemporary romance. Lei Domme in erba, lui sub esperto. C'è orgasm control, ci sono s3x toys, c'è p3gging, c'è un po' più del solito che si trova nel romance (dopotutto l'autrice è nella Scena :D).
Sated – Rebekah Weatherspoon Contemporary romance. Qua più che Femdom puro, sono entrambi switch. Inoltre è presente la comunità kinky, lui fa parte di una famiglia all'inizio, mi ha dato warm e fuzzy feelings dal punto di vista "sociale", ecco XD
Bottle Rocket – Erin McLellan Contemporary romance, novella. Domme in erba, lui più esperto e illustratore erotico. Sono molto carini, c'è anche una scena di org1a a un certo punto? È stato carino!
Bonus: Princess Shanyin (Obsession Saga) – Liliana Lee Historical, erotico. Messo come bonus perché non è ufficialmente Femdom, ma di fatto lo è molto: la protagonista è una principessa e se lo ricorda (per quanto con qualche difficoltà, causa trauma) anche attraverso le varie situazioni in cui si trova dopo la prima parte.
Non letti ma in wishlist/reading list
King Sized – Jessa Kane: sento odore di Femdom, ma è da verificare Edit 19/01/24: questo lo avevo letto poco dopo aver fatto questo post, mentre ero influenzata, e mi ha delusa parecchio per via di questo size kink sfrenato in cui lei piccola e carina sembra quasi una bambolina preziosa che potrebbe spezzarsi, e poi altra roba che boh?
The Harpy and the Dragon – Marie Lipscomb: mi pare ci siano sia Femdom sia p3gging
First and Forever – Eve Dangerfield
The Only One – Daisy Jane: soft Femdom!
How Not to Date a Demon – Lana Kole
Wild Pitch – Cat Giraldo: anche qua mi pare soft Femdom (con age gap)
Sink or Swim – Tessa Bailey
American Sweethearts – Adriana Herrera
Kneel, Mr. President – Lauren Gallagher: moglie del presidente Domme, dinamica FMM Edit 19/01/24: letto e trovato davvero adorabile, nonostante la parte politica sia stata un po' semplicistica, ma credo siano cose che infastidiscono solo me XD
Preferential Treatment – Heather Guerre Edit 19/01/24: l'ho letto nelle vacanze di natale e l'ho ADORATO alla follia, è proprio Femdom fatto bene. Ho scritto una recensione qui.
Mercy – Sara Cate
Open Hearts – Eve Dangerfield: c'è Femdom, mi frena sono che lei voglia rimanere incinta? È una cosa che non amo
Something Borrowed – Eve Dangerfield: mi hanno detto che le scene erotiche sono 👌 mentre è al di fuori il problema
Lyon on a Leash – Erosa Knowles
The Vampire Queen's Servant – Joey W. Hill: ho qualche dubbio su questo perché l'autrice sembra avere la fissa per gli "alpha sub", ossia quelli che non sono i soliti (leggasi: patetici) sub, ma sono maschi alfa che si sottomettono alle loro Regine restando sempre alfa. Credo si possa intuire come la penso a riguardo...
Would I Lie to the Duke – Eva Leigh: non amo niente di più di un duca sottomesso :P Visto che Scarlett Peckham (The Duke I Tempted, che ti ho citato tra quelli in italiano) ha dato soddisfazione, spero di trovarne anche con quest'altra autrice!
Letti e non amati, ma che meritano una menzione
Edge Play – Annabel Allan Erotico con suspense? La protagonista è una pro-Domme, ci sono per questo un po' di scene erotiche ma un po' poco coinvolgenti (molto a lista). C'erano un po' di daddy issues dietro le sue motivazioni.
The One Worth Finding – Teresa Silberstern Contemporary, erotico. Tutto gira intorno al f1sting (an4le), c'è però amore (?) a prima scena insieme e personaggi un po' poco sfumati. È stata comunque una lettura particolare.
The Deep End – Kristen Ashley Contemporary romance. Quando sopra mi lamentavo degli alpha sub, ecco, l'autrice deve molto a Hill per quella visione e non ho finito di leggere 'sto libro perché non sopportavo lui e lei era un po' (troppo) fredda? E perfetta, con forse delle vaghe insicurezze messe lì tanto perché è un romance e bisogna superare le insicurezze. Può essere una questione di gusti, però.
E con questo, direi che è tutto! Ho cercato di censurare parole che potrebbero triggerare qualche algoritmo, perché non credo che come anon si possano vedere i post nsfw. Spero che trovi qualcosa di interessante tra tutti 'sti titoli ahahah
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Di seguito, un accozzaglia di cose che ho scritto ma che non ho mai condiviso, spesso perché non mi garbavano e non mi garbano tutt'ora, ma mi è capitato di perdere tante note a cui ero affezionato quindi perché no.
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La vita non è un film
E tu non hai occhi
Dietro la testa
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Ti Stavo
Cercando tra la folla come faccio
ultimamente mi comporto in modo strano
Se sei a meno di passo da me
Non so parlare o forse non ti so parlare
Non sai parlare o forse non ti va di farlo
Sai che non c'è niente da dire
E allora vuoi
So lo ri de re
Vieni a cercarmi proverò a vestirmi strano
E mi farò la barba solo per metà
Dirò cazzate e farò la figura dello scemo
È quella di un pagliaccio la mia anima
Solo per sentirti ridere
La mia anima di pagliaccio
La mia anima di pagliaccio
La mia anima di pagliaccio
La mia anima di pagliaccio (che non vuol crescere)_
Che non vuole crescere
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Ho fatto un incubo
C'erano tutti e mi volevano
Un po' tutti morto
Io che a scappare e rovinare tutto
Batto tutti
Fatto casini senza di te
Perché non sei venuta a prendermi
Vorrei giocarmi una carta
Ma temo di perdere tutto
Io che non so gestire quello che sento
Finisco per pensare ad altro
Ho fatto una serie senza di te
Avevo paura di includerti
Avevo paura di innamorarmi
Adesso ho soltanto paura
Di perderti
(ngap a me volevo scrivere una canzone qui)
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Siamo bravi a consolarci ma
Non sappiamo parlare
Io so solo farti ridere
Con le solite cazzate
A te ancora fa strano aprirti
Ma lo fai sempre con me
Io non piango da due anni
Fumo per tapparmi gli occhi
Ma com'è com'è che ancora mi parli
Ma com'è com'è com'è com'è
Com'è che non ti stanchi con me
Hai provato a dirmi che dovrei smettere
Di fumare ma non so separare
Le cose che mi fanno stare bene
Da quelle che mi fanno scappare
Non ricordo cosa ho risposto ma
Per te di sicuro scapperei
Per tornare a piangere
Fra le tue gambe
Solo per chiedermi
(Ca pur n'altra canzone doveva essere ma appendevo perché le ciofeche sono ciofeche)
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Amore autunnale
Siamo una foglia che cade
Non fa rumore
Ma solo noi sappiamo
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Sono in una stanza col cane che mi guarda, che abbaia, che salta e divertito mi morde la mano e poi la gamba
Lo guardo stranito, indeciso se essere o meno invidioso.
Non sorrido, sono come stanco, ma senza esserlo davvero
Non sto pensando. Evito di pensare perché i pensieri che faccio mi portano ad arrovellarmi, stancarmi ancora di più.
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Io non ti so parlare di me
Se ti ho pensato in questi anni
Che cosa ho fatto è perché
Non so nemmeno salutarti
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Il grande dittatore
Quarto potere
C'era una volta in America
Apocalisse now
2001:Odissea nello spazio
Qualcuno volò sul nido del cuculo
Taxi Driver
Shutter Island
The Wolf of Wall street
Il padrino
Shining
La finestra sul cortile
Psyco
La dolce Vita
Io e Annie
Le ali della libertà
La città incantata
Il castello errante di Howl
Porco rosso
(questa è na semplice lista di film cult da vedere. In realtà ne ho già visto un bel po' ma le ne mancano alcuni. La lascio qui in caso mi dimentichi di finirla.)
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Lo sai che una mia amica mi ha detto
Che quando parlo di te mi accendo
E il mio sorriso è una parentesi
Con te mi piace litigare
Almeno noi non siamo tossici
Se non parliamo siamo equazione
Il tuo sorriso è una parentesi
Ma cert volte siamo da buttare
Cioe ma siamo scemi
Che fumiamo al mare
Siamo sopra i venti
Si, ma sotto i cento
Abbiamo ancora tempo
Per restarci male
Io voglio farlo adesso
Io voglio farlo adesso
Sono sincero
E ti piace
Ma poi ti (fai così male)
Ccio male
Non posso pensare a te
Io devo mettere a posto
Tutte le parti di me
Dò nomi alle mie emozioni
E a certe mie sensazioni
Perché ho paura di me
E dei miei troppi pensieri
Facciamo una cosa a tre
Io e te sul letto coi traumi
La mia paura di vita
Che adesso deeeeeeeeeeeveeeeee fiiiiniiire
Questa doveva essere sempre tip na canzone un po' alla Alex Britti par e pall lo so ma mi diverto a scrivere sti strunzat non me ne vogliate
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Ieri notte sono andato a dormire presto.
"Almeno non ci penso, non ti penso"
Così ho pensato...invano.
Ti ho sognato.
Ancora una volta,
Per la quinta volta.
Ci siete riusciti!
Eri così contenta!
Io invece,
a 100 all'ora su un parabrezza
Che giocavo a non morire,
E non avevo paura di perderti.
Forse volevo solo svegliarmi.
Perché ho voluto sperarci?
Perché lo devo scrivere,
Perché non posso ignorarti?
Se almeno sapessi vivere...
Così almeno saprei viverti.
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Quello di seguito nasce come sorta di monologo, ma troppo corto, quindi boh, una delle mie cose scritte senza troppo senso.
Io cerco l'io, io cerco Dio...
E so che gli altri mi guardano
Bene poi male poi stanchi
Di stare a guardare che nulla si muove
Eppur si muove cosa?
Ricordo ancora Sogni a iosa
In camera voglia di vivere
Ridere e scrivere la storia
Ma scrivere cosa?
Di cosa ormai?
Di una lacrima che non scende?
Che al massimo bagna, s'affaccia
E il tempo che passa
Alla fine si stanca,
E mi stanco pur io,
Certo che mi stanco pur io!
E di che scrivo allora io,
Che cerco l'io e cerco Dio?
E lo so che è banale
una rima baciata
cosi elementare ma
Lasciami vivere un dubbio,
Inseguire uno stupido sogno!
Fai un passo verso di me,
Che io lo faccio verso di te.
Perché si, tu,
Che ti freghi dell'io
E ti freghi di Dio
Lo so che gli altri ti guardano
Bene poi male poi bene poi male poi stanchi.
Stanchi (è arrabiati) di stare a guardare che non vuoi cambiare
Ma cambiare per cosa!!?
Cambiare per chi?!?!
Lo so che combatti da tempo
in un corpo diverso
Da quello allo specchio.
Faccio un passo verso di te.
Io cerco l'io.
Io cerco Dio.
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Ho fatto un tiro per la paura di piangere
E mi sentivo così piccolo e solo
Così piccolo e triste
Perché non riesco a trovare
Quelle piccole cose
E delle nuove parole
Ho solo colpi di tosse
E paura di te
Io non lo faccio apposta
A farti stare male
Ho mal di testa e paura di annoiarmi ad uscire
E mi spaventa non avere più niente da dire.
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pocrita che sono e mi sento
Se mi fermo e ti guardo.
Sei limpido.
Sei una sigaretta scroccata
Il tabacco che completa una canna.
Sei un clipper
E da che mondo e mondo
O clipper è megj ro bic.
Sei luce fioca per me.
Sei sole per che ti ama
E che se pur nel farlo par nu poc a fess
È perché ha colto quella tua luce
Quella tua bellezza tipica.
Sei la persona che un po'
Sarei voluto essere anch'io
E che forse in fondo un po' sono.
Ma sei ciò che io non sarò mai,
Un grande amico.
Perché io sono un pezzo di merda,
Ma tu si piezz e cor.
(dedicata a un mio amico tanto tempo fa, se la meritava)
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Stai dormendo?
E nel caso,
Ma solo nel caso,
Ci sono anch'io lì?
O meglio,
Avrei potuto esserci?
Se avessi parlato,
Se t'avessi detto
Le cose che ti giuro,
Mi rimbombano dentro...
Anche solo un bacio,
'Na carezza,
Il tempo di una chiacchiera
O una comparsa!
Fioca e veloce
Misteriosa a tratti,
Anche poco memorabile,
Ci potrei-...
...Ci potevo essere?
Magari ci sono e
non potrò mai,
Mai saperlo?
Non c'è bisogno di sapere.
L'ovvio non va troppo sviscerato.
Eppure...!
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Scusa se non mi sono fatto vedere per come sono veramente, se non forse in pochi, piccoli, insufficienti momenti, e dettagli.
Penso davvero che ci siano certe cose di te che mi piacciono tanto, anche quelle che non conosco, se non a parole, o per sentito dire da altri.
Penso davvero che ci siano certe cose di me che possano piacerti tanto. Anche se non le conosci, se al massimo le immagini, ma non sei sicura che ci siano.
A volte sono stupido...
No, anzi, spesso.
Le mie paure, le mie ansie, mi portano a non essere mai me stesso. Ad annullarmi per paura di farmi tremendamente male.
Ma scoprire che semplicemente non combaciamo, che ci annoiamo l'uno dell'altro, o io di te, o tu di me, sarebbe molto più piacevole di non saperlo mai.
Lo so.
Ma a quanto pare
Non ne sono consapevole.
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Ho sonno e non mi sento bien, mi fermo qui
Ma oh, è già qualcosa
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E quindi il tempo è passato, e quella notte è ormai un ricordo lontano. Domani è settembre e solo io so cosa significa. Per una volta avevo sperato che non fosse così negativo, che mi sarei portata dietro sensazioni belle e positive, che lo avrei affrontato con il sorriso questo maledetto mese e invece eccomi qui. Domani è settembre e tu non ci sei. Non darò la colpa a nessuno, forse alle circostanze e alla vita che come al solito aspetta il nono mese dell’anno per farmi aprire gli occhi e riportarmi con i piedi per terra. Settembre è realizzare che la vita è altro, è lontana da quelle notti passate insieme, senza regole, solo io te e qualche canzone che spero riascolterai pensando a me. Settembre mi taglia le ali e mi mostra le cose con pi�� lucidità, la stessa lucidità che ho scelto consapevolmente di mettere da parte per godermi al massimo queste settimane insieme a te. È stato fantastico ma settembre è arrivato e nonostante sia dura e vorrei schiacciare un pulsante per tornare indietro, quello che ci resta da fare è prenderne atto e voltare pagina. Non è quello che voglio ma è quello che bisogna fare. Perché infondo infondo lo sapevamo entrambi che quell’abbraccio era l’ultimo così come quel bacio che ho fatto durare qualche secondo per averlo impresso, nella mia memoria. E lo sapevo, mentre ti vedevo andare via, che non ti avrei rivisto, ma è sempre più facile nascondere la verità per qualche attimo in più di pace. Vorrei dirti che non è facile, lasciare andare. Vorrei prendere un treno e raggiungerti ora, ma poi cosa avrei risolto? Assolutamente nulla. Sarei forse ancora più confusa e dividermi da te sarebbe ancora più difficile. Quindi ecco, questa è la nostra fine, per ora. Nessuno dei due sta più scrivendo all’altro e in pochi giorni svanirà tutto, come se non ci fosse stato niente. Forse lo sapevo già dall’inizio. Ma l’ho fatto lo stesso. Magari per un assoluto caso del destino mi sarei ricreduta, scegliendo questa volta di non lasciare andare e di combattere, ma ora so che non è il momento giusto per farlo. Ti lascio andare a malincuore, ho provato tanto, ma non gli so dare un nome. Questo non significa che non sia stato importante, però. Ci rincontreremo un giorno, forse sarà tutto finito per entrambi, avremo qualcun altro in mente e ci saluteremo come due vecchi amici che hanno condiviso tanto. Forse avremo ancora in testa i nostri nomi, e sarà come una pugnalata rivederci, ma avremo la forza di non lasciarci andare, non per una seconda volta. Forse tu sarai un po’ più sicuro, avrai la testa libera dalle tue vecchie storie e il tempo avrà curato le tue ferite preparandoti a qualcosa di nuovo. Forse io sarò più decisa, saprò quello che voglio, sarò meno spaventata di iniziare qualcosa di importante, con te, e avrò imparato a fidarmi delle persone. Forse invece non ci incontreremo più. Mi fa strano pensare che sia finita così, infondo tre giorni fa eri tutto quello a cui pensavo e ora se ti penso sto male.
Mi chiedo spesso se ci hai mai davvero capito qualcosa di me, se guardandomi negli occhi sei riuscito a vedere qualcosa di più profondo oltre al colore. Occhi tristi e malinconici, mi dicono spesso di averli così e ad oggi penso che un motivo ci sia; se hai provato ad andare oltre quel verde avrai capito che provo a nasconderli perché non mentono, quelli. Perché se mi avessi guardato negli occhi avresti capito che facevo fatica a guardarti, perché già sapevo che ti avrei perso, lo sapevo dal primo istante. E il mio difetto più grande è posticipare le decisioni importanti, prendere tempo, rimandare, come se un bel giorno svegliandomi sentissi dentro di me che sì, quel dannato momento di mettere un punto è arrivato. Ma la vita ti fotte, quel momento non arriva mai, e senza una grande dose di sofferenza, frustrazione e dolore niente ti viene servito gratis. Mi hanno insegnato che nella vita non è come mai come pensi ma è come senti. E io con te ho sentito tanto, per la mia prima volta. E ci ho sperato che un bel giorno un segno del destino mi avvertisse dicendomi di tenere duro che tutto si sarebbe sistemato e che tu eri quella persona, ma la verità è che la mia mente mi ha sempre avvertito che non eri tu quella persona per me e che io, al tempo stesso non lo ero, per te. Intendo dire quella persona che magicamente con la sua sola presenza sembra sistemare ogni tuo problema, rallegrarti la vita e disegnarti davanti agli occhi una prospettiva nettamente migliore di come era prima. Io avrei incasinato tutto nella tua vita e tu mi avresti distrutto, a lungo andare sarebbe rimasto solo odio e tanti rimorsi.
E ci ho provato, credimi, a farla funzionare, ma non puoi forzare qualcosa che non è destinato ad essere. O meglio, potresti, ma poi dovresti accettare tutto il male che ne deriva e dovresti accettarlo a testa bassa. E non voglio questo per me e nemmeno per te. Quindi domani è settembre ed è arrivato per noi il momento di chiudere questo piccolo capitolo e andare avanti. E mentre farò finta di niente ogni tanto mi verrai in mente tu, i tuoi modi un po’ strani che mi infastidivano, il tuo sorriso che faceva ridere anche me anche quando cercavo di rimanere seria e i tuoi occhi e il modo in cui mi guardavano. Ripenserò alle ore passate al porto per parlarti anche solo 5 minuti; mentre ti guardavo non sapevo minimamente cosa stavo facendo, se fosse giusto o sbagliato, se avrei rimpianto quei momenti, un giorno. Penso troppo, questo me lo dico da sola, e tu me lo hai chiesto un’infinità di volte ‘a cosa stai pensando’ e non te l’ho mai saputo dire; pensavo a tante, troppe cose, e non avrei saputo dirtele, non ce l’avrei fatta senza piangere. Pensavo che i giorni volavano e il momento di salutarti si avvicinava troppo velocemente. Pensavo al primo incontro, a come mi sentivo quando ti abbracciavo, al tiramisù di tua nonna, alla luna piena quella notte, a quella maledetta canzone che ormai associo a te, a quella volta in macchina e a noi due a cantare alle 4 e mezza di mattina, te stanco morto e io in lacrime perché lo sapevo che finiva e non sapevo come dirtelo a parole. Non dimenticherò niente, ma non potrò dirtelo. Quindi ti saluto qui, accetto il fatto che tu possa odiarmi perché come si fa a non odiare chi promette e poi scompare, ma capirai con il tempo che ho fatto bene, che forzare le cose quando non è il loro momento fa stare male il doppio e che se tornassi ora sarebbe impossibile allontanarci, e ci condannerei a tanta sofferenza. Non voglio questo, non lo voglio per me ma sopratutto per te. Perché in questo momento della mia vita sono una bomba pronta ad esplodere in qualsiasi momento e sono molto più complicata di quello che hai potuto intravedere. E non voglio che tu ti senta in dovere di aiutarmi, e non voglio trascinarti a fondo, insieme a me. Spero dimenticherai la promessa che ci siamo fatti, perché ripensandoci a mente lucida non vorrei che un bel giorno ripiombassi nella mia vita per avvisarmi che sei andato a letto con una ragazza, perché sarebbe come una pugnalata al petto e poi ci cadrei di nuovo, in questo circolo vizioso. Tanto lo so che probabilmente è già successo, ma mi piace pensare che non è così e per quanto egoista possa sembrare, a volte è meglio vivere nell’ignoranza per un briciolo di serenità piuttosto che soffrire inutilmente conoscendo la realtà dei fatti. Una bugia a fin di bene potrei chiamarla, per il mio bene.
Quindi ciao C ti porterò dentro di me, so che non sei come dicono, sei tanto altro. È stato un caso con te, è successo. E no, non credo che le cose succedano per caso quindi non me la prenderò con il destino o con qualsiasi cosa che governa l’universo per averti incontrato, perché evidentemente doveva andare così e il motivo lo capirò crescendo un giorno quando sarò più grande e matura. Perché per quanto io possa sforzarmi i 19 anni che ho si sentirebbero troppo e forse cerco la leggerezza di una storia che che tu hai già vissuto con qualcun altro, e questo mi fa stare male. E mi fa stare tanto male pensare che in questo momento tu hai ancora in mente lei, e te ne renderai conto con il tempo; che ogni nostro piccolo traguardo, per me nuovo e importante, sarebbe per te solamente una replica di qualcosa che hai avuto con una ragazza che non sono io; che passeresti il tuo tempo a fare paragoni e alla fine vorrai tornare da lei. Quando incontri qualcuno succede e basta, non lo scegli, ma puoi scegliere come finirla e io scelgo di farti stare bene, senza di me, la mia assoluta instabilità e freddezza. All’inizio è difficile ma come tante cose nella vita la parte complicata è iniziare, poi tutto tornerà al suo posto e sarà solo un ricordo, triste forse, ma almeno non doloroso. Settembre arriva e si porta via tutto, per prime le parole. Cercherò di ricordare quale fosse il soprannome che mi avevi dato, ci sto pensando da giorni ma niente, l’ho rimosso, però era molto carino e mi faceva sorridere. Come tutte le parole che ci siamo detti è svanito. Perché per quanto possa sembrare una frase fatta alla fine rimangono i gesti e abbiamo scelto entrambi di mollare la presa. Questi erano i miei motivi. Ci incontreremo quando saremo più pronti, meno arrabbiati, un po’ più soli. E oggi è settembre, mi faccio forza da sola, non sarà facile, ma sarà come deve essere. Non dimenticarmi e prenditi cura di te.
La tua ‘piccolina’
AxA
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Non è proprio una domanda per te ma mi sento di chiedere un parere a te per la stima che ho. Allora c’è un ragazzo che mi piace, ci sono anche difetti che per adesso non riesco a farmi andar bene. Provo attrazione ma anche se lui è gentile premuroso e presente vorrebbe fare sesso ma io non me la sento ancora. È come se quei difetti o modi mi frenano. Tu che pensi? Andarci a letto potrebbe aprirmi meglio gli occhi e farmi capire lui di più? Grazie :))
Innanzitutto ti ringrazio per la stima e la fiducia che riponi in me, nel chiedermi un'opinione a riguardo di una situazione molto personale e molto delicata.
E' necessario poi andare a fare un paio di puntualizzazioni:
l'esperienza che ci si ritrova ad avere, in ambito di intimità relazionale, è discriminante. Ovvero, caro anonimo, sei un quindicenne che ancora non ha avuto la sua notoria ''prima volta'' oppure sei un quarantenne che ha già avuto le sue occasioni ed anche le sue delusioni? Perché credo che si possa convenire sul significato emozionale che la ''prima volta'' ha tutt'ora...
l'impianto di valori morali e principi etici su cui ognuno di noi soggettivamente basa le proprie scelte e la successiva valutazione delle stesse, è altrettanto discriminante. Ovvero, caro anonimo, sei un fervente e convinto integralista cattolico che pensa che il sesso, soprattutto se non finalizzato alla riproduzione ed inserito in un formalizzato ambito matrimoniale, sia una manifestazione del maligno (d'insieme alla musica rock, alle bibite gassate, all'aglio, al VAR nel calcio, al fatto che Word è il sistema di scrittura più diffuso al Mondo ed a mille altre cose), oppure sei un rilassato umanista ed illuminista, capace di dare ai tuoi ormoni la giusta importanza, ma anche felice del regalarti qualche istante di piacere in serena leggerezza? Perché la dimensione del rimorso, le cose poi andassero male successivamente ad una carnale unione, potrebbe variare molto, nei due casi...
E questo detto, provo a darti non tanto una risposta, quanto una serie di spunti di riflessioni che siano strumentali ad una tua decisione.
Il sesso è, senza dubbio, un modo per conoscere l'altro in modo irrazionale, istintuale, istintivo e lontano da sovrastrutture sociali e comportamentali: non lo si fa denudati solo dei vestiti, ma ci si consegna a sensazioni e confronti molto profondi ed intimi, quindi la tua idea che avere questa esperienza possa farti conoscere meglio la tua controparte è correttissima; non in ultimo, se scoprissi che PROPRIO ti piace o che PROPRIO NON ti piace, avresti un dato oggettivo ed incontrovertibile su cui basare il giudizio.
Però...però considera che le persone sono quello che sono e che le possibilità che loro cambino in maniera sostanziale e radicale sono davvero davvero minime: se i difetti di cui parli ti risultano profondamente indigesti ed a priori sai che sarebbero un terreno fertilissimo su cui crescerebbero rigogliose insofferenza reciproca, incomprensione, rancore, liti, allora pensaci bene ma benissimo. Naturalmente il genere a cui questi difetti appartengono, insieme al loro radicamento nella quotidianità, va valutato con attenzione: non ti piace come abbina i calzini alla camicia o è un razzista? Non tifate la stessa squadra o fa uso di cocaina?
Ho poi un dubbio a riguardo della distinzione che fai, tra ‘’difetti’’ e ‘’modi’’, perché nei ‘’modi’’ cascano anche questioni pericolose e dannose senza se e senza ma (i modi violenti, la prepotenza, la tendenza all’insulto ed al sopruso) che vanno evitate senza la minima esitazione ed il minimo retropensiero. Se invece si tratta solo di ridere delle proprie scorregge, o di ruttare fragorosamente pronunciando nei rutti nomi di città e regioni, o di ricorrere ad intercalare da vernacolo, si ritorna alla soggettività di sopportazione e giudizio.
Quindi, per concludere, caro anonimo, ti consiglio di valutare gli effetti che potrebbe avere su di te esserti concesso sessualmente a qualcuno che potrebbe poi rivelarsi un episodio di corpuscolare importanza, nella tua vita, valutare quanto, comunque, ti piacerebbe farla, quella esperienza, valutare il peso che quei difetti potrebbero avere in un rapporto che dovrebbe eventualmente sviluppare quotidianità, fare un onesto esame dei tuoi sentimenti, e giungere ad una conclusione soggettiva e, se non ''giusta'', almeno coerente ed organica.
p.s.: laddove egli invece fosse a) juventino, b) leghista, c) terrapiattista, d) benealtrista, e) convinto che tutti i vini sono in fondo uguali, f) omofobo, g) razzista, h) putiniano, allora dimenticalo, se lo incontri non salutarlo e blocca e cancella subito il suo numero.
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Ciao! Volevo chiederti una cosa. Mi pare di capire tu studi cinema guardando il tuo blog... Posso chiederti se hai per caso qualche consiglio da dare a una ragazza che vorrebbe imparare a creare film / serie tv / altro (aka me)? Faccio foto da molti anni quindi un minimo di esperienza con le fotocamere la ho, però di cinema non so praticamente niente ad ora... Sono davvero utili le università che insegnano queste cose? E, poi: come si capisce se si vuole davvero dedicare la propria vita al cinema oppure no? A me ha sempre attratto molto l'idea di dedicarmi a queste cose, ma al tempo stesso vorrei anche diventare psicoterapeuta. A me interessa lavorare con i sentimenti e le emozioni umane, con le storie delle persone... È questo che mi attrae di entrambi i lavori. E vorrei da sempre poter dare una mano agli altri, mi piace tantissimo ascoltare
Ciao a te! Ti correggo subito sulla prima assunzione, che mi lusinga ma purtroppo devo negare: non studio cinema, sono solo un’appassionata. Per questo probabilmente non sono la persona adatta per risponderti, ma posso comunque darti la mia opinione, per quanto la tua domanda sia complicata e la sua risposta dipenda da tantissime variabili.
Per prima cosa ti dico che non credo che studiare qualcosa possa mai essere inutile. Inoltre, dipende da cosa ritieni utile. Io studio filosofia, la più inutile di tutte le materie. Avrei potuto imparare le cose che so senza prendere una laurea in filosofia? Sicuramente. Will Hunting docet, quasi tutto si può imparare possedendo semplicemente una tessera della biblioteca (ai giorni d’oggi direi che basta e avanza una connessione internet). Tutti i più grandi sostenitori della tesi per cui è inutile studiare certe cose saranno più che felici di sciorinarti i nomi di Tarantino, Nolan, Spielberg, Kubrick, i due Anderson e il resto di quelli che non hanno mai frequentato una scuola di cinema. Di liste di grandi artisti che non hanno studiato in un’istituzione quello di cui poi sono diventati maestri ce ne sono a non finire. Molto spesso però vengono citate con una sorta di arroganza volta a provare che lo studio serve solo a quelli che non sono abbastanza creativi per cavarsela da soli. È vero che queste persone non hanno alcun pezzo di carta che attesta la loro formazione culturale, ma questo non significa che non abbiano mai studiato. Sono sicura che la maggior parte di loro ha visto più film, letto più libri, frequentato più teatri di molti degli studenti che hanno terminato i loro studi. Perdonami se la sto prendendo alla larga: quello che voglio dire è che l’università può essere inutile se senti di avere la disciplina e la passione necessarie per studiare da autodidatta, se non ti interessa entrare a far parte di una comunità accademica o se ritieni di saperne già tanto a proposito di quello che offre il corso di studi. Non mi sembra il tuo caso. Se parti da zero, una formazione di tipo universitario colmerà tante delle tue lacune e non può farti che bene. Allo stesso tempo, mi sembra che tu sia un po’ confusa rispetto a quello che ti piacerebbe fare in ambito cinematografico. Innanzitutto credo sia utile separare la tua passione per la fotografia da quella per il cinema (è vero che si parla sempre di immagini, ma sono due cose un po’ diverse). Mi pare di capire che principalmente vorresti girare video e ti interessa di meno l’aspetto storico e analitico della disciplina. Ti suggerirei allora di cominciare a girare qualcosa, con l’attrezzatura che possiedi (se hai una macchina fotografica molto probabilmente ha anche una funzione per girare video, ma alle brutte anche il tuo cellulare va bene). Decidi tu quanto impegnartici: su youtube puoi imparare tanto come mettere a fuoco quanto come ricreare il dolly zoom de Lo Squalo. Se non provi però non saprai mai se è una cosa che ti interessa davvero fare. Secondo appunto: è bellissimo e mi fa sorridere il fatto che consideri comune denominatore della psicoterapia e del cinema l’ascoltare gli altri. In certo senso è sicuramente così, ma esiste anche tanto cinema creato da persone che non hanno ascoltato nessuno e hanno solo parlato di sé. Penso che in questo senso il cinema sia leggermente più egoista. Per questo se credi di aver trovato la tua vocazione nell’ascoltare e aiutare, il mio consiglio spassionato è di scegliere psicoterapia. Mi chiedi come si fa a decidere di dedicare la propria vita al cinema e io ti rispondo che se ne fossi innamorata abbastanza da dedicarci una vita intera molto probabilmente te ne saresti già accorta, così come ti sei accorta col tempo, in modo naturale, di voler aiutare gli altri. La psicoterapia è sicuramente la strada giusta, ma questo non vuol dire che quella del cinema non sia più percorribile. Haneke ha studiato psicologia ed è diventato uno dei registi europei più acclamati dei nostri tempi. In più, tantissimi artisti non possono permettersi di campare solo di creatività e fanno spesso più di un lavoro. Di nuovo, il mio consiglio è di fare, fare più che puoi. Informati, guarda tanti film, scopri quali generi ti piacciono e quali detesti, concentrati sulle inquadrature e sulle riprese, sulle luci e i tagli, e poi prova a creare qualcosa di tuo. Se ti piace così tanto ascoltare potresti essere una brava documentarista: prova a intervistare qualcuno, chiedi a più persone cosa ne pensano del nuovo vaccino, chiedi a tua nonna di raccontarti la storia di come ha imparato a cucinare; se proprio non ti viene in mente niente puoi anche solo provare a ricreare la scena di un film che ti piace. Se è quello che vuoi fare nella vita sono abbastanza sicura che te ne accorgerai. Per quanto riguarda l’aspetto culturale della materia posso consigliarti caldamente di cominciare dalla serie di Cousins sulla storia del cinema, che non fa mai male, è divertente e appassionante, e potrebbe aiutarti a capire se ti interessa davvero lavorare in questo campo (qui trovi tutte le puntate in italiano).
Perdonami, ho scritto molto più di quello che volevo e probabilmente ho detto delle banalità, ma spero comunque di esserti stata utile. Peace out.
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- Signor Bond, vedo che finalmente è riuscito a scovare il mio nascondiglio. - Dottor Ecatombe, non ti permetterò mai di azionare le testate nucleari. Arrenditi, per te è finita. - Au contraire, monsieur Bond. Temo che questa volta lei si stia sbagliando di grosso. - Cosa succede? Sento la testa pesante... mi fa male… - Finalmente il veleno sta facendo effetto. - Che veleno? - La ragazza al bar, signor Bond. - Sybille. Cosa mi hai fatto? - Io? Niente, monsieur Bond. È stato lei. Ha fatto tutto lei. Non dovrebbe baciare ogni bella donna che incontra. Vede, nel rossetto della dolce Sybille era contenuta una potente tossina, estratta da alcuni serpenti della Nuova Guinea. Interferisce con il sistema respiratorio e porta inevitabilmente a una morte lenta e dolorosa. - Tu sia maledetto, dottor Ecatombe! - Oh, non sia così drammatico e apprezzi con me l’ironia. La famosa spia playboy muore a causa di un bacio fatale. - Io… io… ti fermerò… - Facciamo così, le voglio dare una possibilità. Proprio come al casinò, si ricorda? Qui c’è l’antidoto. È la sua unica speranza di guarire. Sarà suo se risponderà a poche semplici domande riguardo il suo passato. Non menta, signor Bond, o me ne accorgerò. - Col cazzo che mi faccio l’antidoto. - Prima domanda, i suoi genitori sono… eh? - Ho detto che col cazzo che mi sparo l’antidoto in vena. - Io… non capisco. - Chissà che ci hai messo dentro. - No. No, ti giuro, è l’antidoto. - Piuttosto mi faccio mettere in circolo degli anticorpi specifici ai fini di sconfiggere il veleno. - Hai appena descritto il concetto di antidoto. - E com’è che è arrivato così in fretta sto antidoto? Cosa mi stai nascondendo dottor Ecatombe? - James, è un anno che ci lavoro. C’ho un laboratorio giù, l’hai visto pure te, quello coi sottomarini e le guardie paranaziste. Quello che m’hai fatto saltare in aria. - Non mi fido, è poco sicuro. - Ah certo, non ti fidi. L’uomo che se ne tromba tre a film senza preservativo, mo pensa che l’antidoto sia poco sicuro. Capisco. - Sei al soldo delle grandi case farmaceutiche. - Guarda che va contro il mio interesse eh. Io c’avrei ste testate nucleari qua da far saltare. La cosa dell’antidoto sinceramente io l’avevo pensata come un intermezzo psicologico, una roba così tanto per indagare sul tuo passato misterioso e poi ci si sparava sul tetto. Non avrei mai creduto sarebbe stato un problema. - Parlami degli effetti a lungo termine. - Zio, stai sputando sangue. Di che effetti a lungo termine ti preoccupi? Gli effetti a lungo termine sono la tua sopravvivenza. - E se divento autistico? - Intendi più autistico di così? - E se mi modifica il DNA? - Festeggiamo. - E se ci metti l’acqua? - Nun te pagamo. Dai, James! - Ho letto che una ci è morta subito dopo aver preso l’antidoto. - Dove l’hai letto? - Sul Corriere. - Ma il Corriere non se lo legge più nessuno, per quello è costretto a scrivere cose del genere. - Io so solo che una donna si è presa l’antidoto e poi è morta. - Com’è morta? - Sbranata da un puma. - Porca mignotta, James. Posso parlare con qualcun altro? Jason Bourne? Austin Powers? - E scusami, se è tanto importante perché tu non te lo sei fatto? - Certo che me lo sono fatto. - Ah, vedi. Te lo sei fatto prima di me. Io non conto un cazzo. I soliti privilegiati accedono prima alle cure. - Devo essere sincero, sono veramente tentato di aprire la botola con i piranha e concludere questa discussione. Aspetta, magari ti convinco così. È infettivo. - Cosa? - Hai capito bene, il veleno che hai in circolo è infettivo. Passa da persona a persona. Quindi, se proprio non vuoi farlo per te, fallo per le persone a cui tieni. - Chi? - Non lo so, Q., il tizio dei gadget, le millemila strappone con i nomi esotici. I tuoi amici. - James Bond non ha amici. - E inizio a capire pure perché. - Ma ne ho un sacco dove conta: su Facebook. - Uau, e ti fanno tenere un’arma. Ascolta… - Aspetta, la testa ha cominciato a farmi un male cane. - È il veleno. - Cosa può essere? - È il veleno. - Forse sono solo un po’ stanco. - È il veleno. - Magari mi faccio dei suffumigi. - Dei suffumigi contro la tossina del serpente della Nuova Guinea. - Liberano i bronchi. - Ti piglierei a schiaffi, guarda. - Va bene, dottor Ecatombe, giù la maschera. - Ce l’hai sotto il mento da quanto abbiamo cominciato questa conversazione. - La verità è che io… ho paura. - Davvero? - Sì. - James, patato. Ma se la settimana scorsa stavo per tagliarti in due con un raggio laser e tu mi facevi le battutine. - Eh, ma gli aghi. - Ma è un ago piccolo. Guarda, è piccolissimo. Più sottile della sceneggiatura dei tuoi film. - Tu mi vuoi obbligare a pigliare l’antidoto. Questo è anticostituzionale. - Ma chi ti obbliga a far niente! Se non hai istinto di sopravvivenza né un minimo di coscienza civile, credo che dovresti preoccuparti meno di quello che c’è dentro sta fialetta e più di quello che c’è dentro di te. Poi, scusami eh, ma tra i due son io quello col “dottore” davanti al nome, mi son fatto master, dottorato, praticantato, specializzazione, frequento continuamente corsi di aggiornamento. Conterà un minimo? Te sai solo sparare dritto. - E qui ti sbagli, caro il mio dottor Ecatombe. Io ho qualcosa che tu non hai. Qualcosa che mi rende invincibile. - Cosa? - La mia licenza… - Di uccidere? - No, media. (Non è successo niente)
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Dune online film streaming ita gratis completo
Dune Guardare - https://dune-ita.blogspot.com/
L'erede della famosa casa di Atreides, Paul, va con la sua famiglia su uno dei pianeti più pericolosi dell'Universo: Arrakis. Qui non c'è nient'altro che sabbia, un sole cocente, mostri giganti e la causa principale dei conflitti intergalattici: una risorsa incredibilmente preziosa chiamata melange. A causa della presa del potere, Paul è costretto a correre e nascondersi, e questo diventa l'inizio del suo viaggio epico. Il mondo ostile di Arrakis gli ha preparato molte prove difficili, ma solo chi è pronto ad affrontare la propria paura è degno di diventare il prescelto.
Se non hai letto i libri di Dune di Frank Herbert e non pensi di essere il pubblico di riferimento per Dune di Denis Villeneuve, questa è la recensione che fa per te. Non mi piacciono le storie epiche, non vado matto per la fantascienza/roba medievale/fantasy, e sono anni che ho evitato i continui appelli dei miei amici a leggere i libri. Ma ecco il punto... mi è davvero piaciuto questo dannato film. Non so se fosse la presentazione IMAX, la furba semplificazione del complesso mondo di Herbert, o il mezzo commestibile che avevo prima di entrare, ma mi sono divertito alla follia con questo spettacolo di fantascienza da $ 165 milioni.
Probabilmente avrai già sentito che Dune è, in effetti, Dune: Part One. È stato un vero peccato per me, personalmente, ma è abbastanza evidente anche nei primi dieci minuti del film che cercare di inserire l'intera saga in un film sarebbe stato un incubo (vedi: Dune di David Lynch). Tra i lati positivi, Dune è anche un candidato perfetto per l'approccio mini-serie / multi-stagione, quindi dovremmo ringraziare tutti le nostre fortunate stelle che non stiamo per essere sellati con l'ennesimo adattamento eccessivamente allungato. Allora, di cosa parla Dune? Potrebbe essere più facile pensarlo come un incrocio tra Star Wars e Game of Thrones. È molto politico e si costruisce come una partita a scacchi, ma ha anche vermi della sabbia giganti che mangiano persone, Stellan Skarsgård (The Girl With The Dragon Tattoo) che levita in un vestito grasso e Jason Momoa (The Bad Batch) come un vero tosto. TLDR; C'è un pianeta inospitale dove le civiltà future raccolgono una spezia costosa utilizzata per i viaggi spaziali interstellari. Tutti sono disposti a uccidere per il controllo di questo pianeta, ma è anche abitato da un gruppo di nomadi del deserto che usano la spezia per le sue proprietà allucinogene (come il peyote o i funghi magici). Questi nativi credono anche in un "prescelto" che un giorno li libererà dai loro oppressori e (sorpresa, sorpresa) il figlio del loro nuovo leader potrebbe essere il salvatore che stavano aspettando.
Sono sicuro che molto di ciò suona familiare. Si potrebbe anche sostenere che è una storia copia+passata del "viaggio dell'eroe" come qualsiasi altro blockbuster multimilionario. È più probabile che i romanzi di Frank Herbert abbiano influenzato la narrazione su larga scala negli ultimi decenni, ma a chi importa cosa è venuto prima. Questa è una struttura della storia che conosci già. Scambia le parole "Consiglio Jedi" con "Bene Gesserit" e "Casa Lannister" con "Casa Harkennon" e ci sei quasi. Allora perché dovresti vedere Dune? Più specificamente, perché dovresti vedere Dune se sei il tipo di persona che non pensa che sarà la sua tazza di tè? Bene, per prima cosa, è sorprendentemente facile da seguire. Ascoltare i miei amici perdersi nelle minuzie delle filosofie di Dune è sempre stata una sfida per me (e se c'è una cosa che odio della fantascienza e del fantasy è dover imparare un sacco di nuove parole) ma ti prometto che lo vincerai" t perdersi nella spazzatura inventata per il bene della spazzatura inventata. Chiamami scemo quanto vuoi, ma non credo che ti debba dare un glossario da studiare prima di vedere un film. Penso che dovresti essere in grado di sederti senza alcuna conoscenza preliminare e divertirti tanto quanto qualcuno che si è immerso nei libri originali.
IMAX è davvero il formato in cui vuoi vedere questo film se non sei un irriducibile Dune. Ci sono alcune modifiche alle proporzioni che sono un po' stridenti, ma aiutano davvero a vendere il fascino di questo mondo. È vasto, espansivo e ha un panorama sonoro infernale, per non parlare della colonna sonora in forte espansione dello stesso Mr. Boom Score, Hans Zimmer. Vuoi davvero il miglior sistema audio a cui puoi mettere le orecchie davanti per ascoltare davvero tutto. È come ascoltare un'orchestra sinfonica. Suonano benissimo con i diffusori Bose, ma suonano irreali dal vivo e di persona. La fotografia di Greg Fraiser è stupenda ma, visivamente, la sua qualità più impressionante potrebbe essere la sua perfetta miscela di elementi pratici e digitali. Non puoi davvero dire dove finisce il carrello di atterraggio artigianale e inizia l'astronave delle dimensioni di Manhattan. È il tipo di film che probabilmente vincerà i premi più tecnici agli Oscar, compresi i costumi perché è un pezzo d'epoca in tutto e per tutto. Il periodo sembra essere il 10, 191 d.C.
Stai certo che Dune (il film) non è la fortezza impenetrabile che hai sempre pensato che Dune (il libro) fosse. Personaggi complessi con una vita di retroscena e motivazioni sono ridotti ai loro scambi più essenziali da un cast di stelle tra cui Rebecca Ferguson (Doctor Sleep) Timothée Chalamet (Chiamami col tuo nome) e Oscar Isacc (Ex Machina) che sfoggia una barba che potrebbe fermare il traffico. Come nel caso di Game of Thrones, stiamo solo grattando la superficie con questa manciata di nomi. C'è tutta una serie di personaggi secondari che sfoggiano tecnologia fantastica, tazze cattive e occhi azzurri funky tra cui Javier Bardem (madre!), Josh Brolin (Grindhouse: Death Proof), Zendaya (Spider-Man: Far From Home) e Dave Bautista ( esercito dei morti).
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ti auguro il meglio sai?
ti auguro tutto ciò che la vita ha di più bello da offrire alla gente buona del mondo, come te in questo caso.
ti auguro la felicità, ma quella vera. quella che quando vai a dormire ti fa addormentare senza palpitazioni. quella che non ti fa preoccupare se chiudi gli occhi, perché sai che domani sarà un altro bel giorno da vivere. quella felicità che non si cerca, ma che si riesce ad incontrare per strada, per caso, ad un semaforo di un giorno grigio e pessimo, ecco lei! quella gioia che ti rischiara la vista, ti fa vedere i colori di ciò che hai intorno e che mette in risalto la bontà di chi incontrerai strada facendo. quella felicità che ti riempie il cuore fino al punto di doverne regalare un po' in giro. quella vera, pura e candida che, mio malgrado devo ammettere, non sono riuscita a farti provare io..o che almeno non hai incontrato mentre stavamo noi due ferme a quel semaforo..
ti auguro di incontrare qualcuno di magico. una di quelle persone cucita su misura per te, come il tuo vestito nero preferito. una di quelle persone che se la incontri per strada pensi "è proprio una bella persona!", come abbiamo sempre detto noi di tutte le belle persone che abbiamo incontrato insieme. una di quelle che pubblica le sue parole d'amore per te in giro per tutta la città in cui magari vivrete insieme. quella persona che ti farà dubitare di aver vissuto prima di lei, di aver sofferto e di aver dovuto compiere scelte troppo difficili per un cuore come il tuo, sempre e maledettamente pronto a spremere la sua essenza in quella delle persone che ami. La persona, con la L maiuscola, che ti accompagnerà magari per il resto dei tuoi giorni perché "è lei quella giusta , me lo sento.. l'ho letto sull'oroscopo proprio stamattina", dirai ridendo alle tue amiche al bar del borgo che tanto ti piace. la stessa persona che ti terrà la mano per strada, che ti passerà a prendere per andare a mangiare insieme (perché "andare a cena" è troppo romantico), che ti stringerà insieme a Romeo nel letto di casa tua. sarà lei a piacere tanto alla tua mamma, e in un attimo vedrai che io sarò un termine di paragone preso in considerazione: "quando c'era lei non eri raggiante come ora, ti vedo proprio felice" magari dirà la mamma..ed io sarò felice di essere stata un tassello obbligatorio di mille e mille emozioni nuove, sentimenti e circostanze che ti hanno fatta arrivare fin lì. si, proprio per arrivare al fianco della Tua persona!
ti auguro di coronare i tuoi sogni nel migliore dei modi, con il massimo che solo tu sai mettere nelle cose che fai. vorrei che trovassi il lavoro giusto, quello che la mattina appena alzata non ti fa venire le lacrime agli occhi, o le occhiaie sul viso o che ti faccia camminare con la mano sulla schiena per il dolore. vorrei che tu fossi la Donna che io ho sempre visto nelle tue pupille, ancor prima che potesse esistere. quella Donna che farà scalpore in ufficio, l'invidia di tutte le donne e la dannazione di tutti gli uomini (di cui ormai hai fatto abitudine). spero tu possa liberarti di ciò che ostacola proprio quella Donna lì, perché ti assicuro che c'è e che io l'ho vista sin da subito.
ti auguro le feste migliori per i tuoi compleanni a venire, perché so quanto ti piace quel giorno e le feste che immagini sempre di fare (che poi non fai mai però).
ti auguro le migliori macchine che la tecnologia potrà offrire in futuro, e spero, ti auguro, di incontrarti in sella alla tua Kawasaki Ninja verde fluo che tormenta le tue notti da anni immemori ormai.
ti auguro i viaggi, ma te ne auguro davvero tanti sebbene tu sia molto in astio con i cambiamenti (e il senso d'orientamento). magari viaggerai in America, Canada, Bali, Thailandia (anche se dubito per fattori ovvi di popolazione animale), Cina, Giappone (di cui vorrò obbligatoriamente una ventina di souvenir,se non di più), Egitto, Marocco e magari anche Barcellona..mal che vada ci troveremo lì, chissà!
ti auguro tanti amici, le uscite, le risate e le migliori serate con loro. ma non avrai bisogno di questo augurio in particolare, visto che entri sempre nel cuore di tutti senza neanche essere stata invitata; è sempre stato così da quando ti ho conosciuta.. "così è!"
e infine (credo di aver detto tutto), ti auguro e ti chiedo di conservarmi. ebbene si, dopo essermi esclusa durante tutte queste parole credo sia pure giusto. ti auguro di ricordarmi, magari sempre o magari anche solo per scrivere il mio nome a nomi-cose-cittá; o magari potresti ricordarmi per prendermi in giro, per disperare un altro caso patologico che ha condiviso la vita con te in passato. spero che ti ricorderai di me almeno quanto io ricorderò di te. se dovessero mai fischiarti le orecchie, sappi che alla domanda "per te cos'è l'amore?" sarò io a pronunciare il tuo!
ti ringrazio per tutto.
mi raccomando bambi, abbi cura di te!🤍
non deludermi!🍀
ti amo per sempre.
ps: so che non mi deluderesti mai per indole, ma prevenire è meglio sempre e comunque. ah, e poi dovrai farmi sapere di Romeo, dell'università e dello spagnolo che intanto avrai imparato, in previsione della tua visita in Spagna già programmata.
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MAG028 – Caso #0161704 – “Attillato”
[Episodio precedente]
[pdf con testo inglese a fianco / pdf with english text on the side]
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Per favore dichiara il tuo nome e l’oggetto della tua esperienza.
MELANIE
A quel coso? Stai scherzando.
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Posso assicurarti che registrerà perfettamente.
MELANIE
Sapevo che voi ragazzi eravate un po’… arrangiati alla meno peggio, ma questo è assurdo.
ARCHIVISTA
Senza dubbio sarai abituata a usare apparecchiature di prima qualità quando fai finta di vedere fantasmi in vecchi cimiteri e istituti psichiatrici.
MELANIE
Alle persone piace un bello spettacolo. Alle persone piace il nostro show. E, anche se esageriamo un pochino e aggiungiamo un po’ di vivacità, siamo comunque investigatori del paranormale molto più rispettati e ci basiamo su prove più di voialtri. [Risata nervosa e sprezzante]
ARCHIVISTA
Noi non siamo ‘investigatori del paranormale’. Siamo ricercatori. Studiosi.
MELANIE
Certo. Il punto è che, possiamo anche esagerare un po’ davanti alla telecamera, ma questo è perché non puoi solo guardare picchi di temperatura e dati su campi elettro-magnetici. Noi comunque indaghiamo solo fenomeni paranormali autentici e documentati. Voi raccogliete storie dal primo idiota fatto, con le allucinazioni e traumatizzato che passa per strada. Vampiri, mostri sotto il letto, controllo della mente - sul serio! Chi se ne frega delle prove, degli strumenti scientifici se può semplicemente raccontare una storia all’Istituto Magnus!
ARCHIVISTA
Eppure sei venuta a rilasciare una dichiarazione.
MELANIE
Beh, sì… ma…
ARCHIVISTA
Fammi indovinare, Nessuno dei tuoi ‘rispettabili’ investigatori del paranormale era disposto a crederti?
MELANIE
[Sospira]
ARCHIVISTA
Beh, fammi mettere ben in chiaro una cosa. È probabile che non ti creda neanche io. Ma registreremo la tua dichiarazione. E indagheremo per te. Ora, se puoi per favore dichiara il tuo nome e l’oggetto della tua esperienza.
MELANIE
Mi chiamo Melanie King. Ho un canale su YouTube chiamato Ghost Hunt UK.
ARCHIVISTA
E la tua deposizione riguarda…
MELANIE
Quello che ho visto all’Ospedale Militare abbandonato di Cambridge quando ci stavamo filmando nel Gennaio 2015.
ARCHIVISTA
Registrato il 17 aprile 2016.
Aspetta, l’Ospedale Militare di Cambridge? Credevo che là le infestazioni fossero ben documentate. Perché nessuno dei tuoi ‘rispettabili’ colleghi ti ha creduto? Credevo che fosse la loro specialità.
MELANIE
Perché quello che ho visto non aveva niente a che fare con l’ospedale in sé e per sé. Almeno, non credo.
ARCHIVISTA
Continua.
MELANIE
Beh, era da mesi che cercavamo di filmare là. La struttura dello show è abbastanza standard - ci rechiamo sul luogo col buio, esploriamo un po', montiamo l’apparecchiatura, e poi, ovviamente, dopo passiamo un po’ di tempo ad analizzare i dati e-
ARCHIVISTA
Vedete dei fantasmi?
MELANIE
Beh, sì. Sai che c’è? A volte, davvero. Raccogliamo le prove.
Comunque, erano mesi che volevamo andare all’Ospedale Militare di Cambridge, uh, ma non sono mai riuscita ad ottenere il permesso. A quanto pare nei muri c’era dell’amianto; questo lo rendeva “un rischio eccessivo per la salute e la sicurezza”. Sarebbe stato demolito e riconvertito in un complesso abitativo a giugno, quindi avevamo una scadenza. Fortunatamente siamo uno show indipendente. Non ho nessuno che mi stia col fiato sul collo o che controlli se queste cose sono legali. E non sarebbe stata la prima volta che facevamo una cosa…
ARCHIVISTA
Illegale?
MELANIE
Non ortodossa! E poi, la cosa peggiore che avevamo mai ricevuto era stata una multa, quindi pensammo che non sarebbe stato un grosso problema. Il gruppo che sarebbe dovuto entrare era composto da me, il mio co-presentatore Andy-
ARCHIVISTA
I nomi completi, prego.
MELANIE
Il mio co-presentatore, Andy Caine, con Peter Warhol per il suono e Antonia Farron, cioè, Toni dietro la telecamera. Il fatto è che Pete qualche giorno prima della partenza si è fatto prendere dal panico. A quanto pare la cosa dell’amianto non gli andava a genio. Lo posso capire, ma voleva dire che ci mancava qualcuno per l’audio, quindi sondai il terreno per vedere se qualcuno avesse un contatto che avesse potuto sostituirlo. Beh, Georgie Barker, che conduce il podcast What the Ghost? conosceva qualcuno. Disse che aveva fatto qualche episodio sul posto per WTG con un tecnico del suono di nome Sarah Baldwin, e che poteva garantire per la sua affidabilità, anche se Georgie mi avvertì dicendo che era “un pochino asociale”. Risposi che non c’era bisogno che chiacchierasse, bastava che facesse bene il suo lavoro, quindi telefonai a Sarah. Accettò di aiutarci, pensai che l’episodio sarebbe venuto bene.
Quindi, giunse la notte del 12, e Toni venne a prenderci. Ha un furgone, quindi di solito guida lei. Io e Andy viviamo insieme, quindi tutti e tre andammo a prendere Sarah. Il suo indirizzo era a Sydenham, nel Sud di Londra, ma quando ci fermammo di fronte all’edificio questo sembrava buio. Non credo che fosse abbandonato o cose simili, ma non sembrava che ci fosse qualcuno in casa. Andy saltò giù e suonò il campanello del suo numero, ma anche dopo un minuto di attesa, non ricevemmo alcuna risposta. Iniziammo tutti a preoccuparci, perché se non hai un tecnico del suono, non hai un episodio. Quindi telefonai a Sarah. Partì subito la segreteria. Stavo quasi per mettermi a urlare per la frustrazione, ma appena misi giù il telefono ricevetti una chiamata da un numero sconosciuto. Risposi, e sentii immediatamente la sua voce, mi chiedeva se eravamo fuori. Dissi di sì, e lei subito terminò la chiamata. Guardavamo tutti la porta, ma passarono altri due minuti, e nessuno ne venne fuori. Poi, dal nulla sentimmo bussare sul bagagliaio del furgone.
Uscii, e mi ritrovai davanti Sarah. Era bassa, molto bassa, con i capelli castano scuro tagliati corti. Indossava pantaloni cargo neri e una maglietta grigia con sopra un leggero giubbetto nero. Io… pensai che nel bel mezzo di gennaio fosse strano. Voglio dire, certo, era un inverno mite, ma non c’erano le temperature da magliette a mezze maniche. Mi presentai, ma lei si limitò ad annuire e si accese una sigaretta. Stavo per dirle che avremmo preferito che non fumasse nel furgone, ma aveva già aperto la portiera ed entrata, soffiando una nuvola di fumo. Mi ricordai dell’avvertimento di Georgie sul fatto che fosse ‘un poco asociale’ e mi maledissi per non averle chiesto di più. In ogni caso, ora si trovava qui, avevamo un tecnico del suono, quindi avremmo potuto girare l’episodio.
L’Ospedale Medico di Cambridge distava due ore di macchina. È giù ad Aldershot, nell’Hampshire, e devo dire che quelle sono state tra le due ore più lunghe della mia vita. Sarah non parlava molto. Se le facevi qualche domanda, avresti ottenuto una sola parola come risposta, e, giurerei che si sforzava di trovare la parola più corta possibile. Fumava continuamente, quindi fummo costretti a viaggiare con i finestrini aperti e il furgone era gelido. E c’era anche… non so. Un odore stranissimo. Era sicuramente Sarah. Aveva l’odore di un profumo pessimo: pungente e vagamente floreale, ma non riuscii a collegarlo ad alcuna fragranza. Non mi piaceva, ma si notava a malapena sotto tutte quelle dannate sigarette. Potevo vedere che anche Toni era in difficoltà. Andy sembrava abbastanza contento, ma lui è una delle persone più rilassate che abbia mai conosciuto, quindi non c’era da sorprendersi.
Arrivammo ad Aldershot verso le 8 di sera e ci dirigemmo verso il vecchio ospedale. Ci volle un po’ per trovarlo, ma alla fine lo individuammo, era là scuro e silenzioso contro il cielo notturno. È una struttura abbastanza imponente, con la torre a punta dell’orologio sopra la sala principale. Parcheggiammo un po’ più lontano, nel caso in cui ci fosse della sorveglianza che sarebbe potuta incappare nel furgone, e ci incamminammo.
Mentre ci stavamo avvicinando, mi accorsi che Sarah era rimasta indietro. Le chiesi se fosse tutto okay, e lei mi guardò e mi disse, “Non mi avevi detto di questo posto.” C’era della vera rabbia in quella voce. Ero sorpresa, non solo perché quello era il maggior numero di parole che le avessi mai sentito mettere insieme, ma anche perché ero stata molto specifica su dove saremmo andati e sulla storia del luogo quando l’avevo contattata. Le chiesi se ci sarebbero stati dei problemi, e lei si fermò, si accese un’altra sigaretta e alzò lentamente le spalle. Poi senza aggiungere un’altra parola prese la sua borsa e iniziò a camminare verso l’edificio principale.
Entrare non fu un problema. Le finestre del piano terra erano larghe, e sembrava che non fossimo stati i primi intrusi che avevano provato ad accedervi; alcune assi che le coprivano erano già state schiodate. Quindi, accendemmo le nostre torce e ci avventurammo dentro.
Ora, il fantasma che cercavamo in quell’episodio era una signora grigia. Ci sono signore grigie ovunque. Voglio dire, non è una vera e propria tipologia di fantasmi, ma se parliamo di un luogo infestato in Inghilterra è molto probabile che uno o più dei fantasmi vengano chiamati “La Signora Grigia”. In vecchi ospedali, manicomi, orfanotrofi, solitamente si pensa che siano il fantasma di un’infermiera o qualcosa di simile, in ogni luogo dove le donne avevano un compito .
E l’Ospedale Militare non è un’eccezione. Ci sono molte vecchie storie di soldati che sono stati visitati da un’apparizione durante la notte mentre stavano guarendo in corsia; qualche civile quando l’ospedale venne aperto alla popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale. Solitamente si tratta di incontri innocui, se non addirittura gentili, quindi stavamo ragionando se dare all’episodio un taglio spaventoso o se provare a mettere insieme una storia più commovente.
Alla fine decidemmo di girare entrambi per la linea narrativa e l’indagine, e poi vedendo quello che accadeva in termini di fenomeni avremmo potuto montare le scene nel modo migliore. Durante tutta questa discussione Sarah rimase in silenzio. Stava fumando una sigaretta dopo l’altra, puntando la sua torcia da una una parte all’altra lentamente e con attenzione, come se stesse cercando qualcosa, e noi dovevamo costantemente modificare le nostre inquadrature per evitare che le sue nuvole di fumo interferissero con le riprese. Provavo a ignorarla, ma onestamente lei mi inquietava molto più del posto stesso.
Quindi, iniziammo a curiosare in giro, raccontando la storia del luogo di fronte alla telecamera. Ci assicurammo di filmare tutti i dettagli dell’edificio che erano abbastanza inquietanti due volte - una volta con bassa luminosità con i raggi freddi e netti delle torce, per poi passare a delle lampadine più calde nel caso in cui avessimo voluto usare il materiale per un angolo drammatico. I costruttori erano chiaramente già stati nel complesso, e avevano marcato vari punti con della vernice spray. Era un po’ sconcertante, visto che la tonalità di rosso che avevano usato continuava a farmi credere che si trattasse di macchie di sangue, quindi io ero più a favore della storia del ‘vecchio ospedale spaventoso’. C’erano anche dei normali graffiti veri e propri, ovviamente. Per la maggior parte erano la solita sfilza di nomi e segni, ma ce n’era uno che spiccava. Era in quello che era diventato il reparto dei bambini; su un murales di Winnie the Pooh, qualcuno aveva scarabocchiato con una bomboletta nera le parole “La seta non ricucirà la carne del macellaio”. Quindi… sì, alla fine decidemmo di usare il tono più inquietante.
Non avemmo alcun incontro però, quindi una volta che avevamo messo insieme la maggior parte del materiale che ci serviva, andammo nel reparto principale, ora un’enorme sala deserta, con solo lo scheletro metallico dei ganci delle tende. Montammo gli strumenti di rilevazione, e ci accampammo per la notte. Ognuno di noi aveva un turno di guardia, per assicurarci che qualcuno fosse sveglio in caso di contatto. Ero indecisa se dare un turno anche a Sarah, visto che si era comportata in maniera strana per tutto il tempo, ma quando si offrì di fare il turno tra le 2 e le 4, sai, nessuno lo vuole mai, non, non potei rifiutare facilmente.
Io avevo il turno prima, e non sembrava esserci molto da segnalare. Un leggero calo in temperatura verso l’una di notte, che avevo filmato, anche se alla fine abbiamo optato per non usare quella ripresa. Quando giunsero le 2, andai dove Sarah stava dormendo. Era stata un po’ senza fumare, ovviamente, e quel suo strano profumo floreale era più forte che mai. Avevo allungato la mano per toccarle la spalla e svegliarla, quando si girò e mi fissò. Non c’era traccia di stanchezza nei suoi occhi, e non potei fare a meno di chiedermi se avesse dormito o meno. Magari era rimasta sdraiata immobile. Provai a non pensarci mentre entravo nel mio sacco a pelo sul freddo pavimento dell’ospedale, e l’ultimo rumore che sentii prima di addormentarmi fu lo scatto dell’accendino di Sarah Baldwin.
Mi svegliai circa un’ora dopo. Non so che cosa mi svegliò, ma gli altri stavano ancora dormendo. Mi resi conto che non sentivo odore di sigaretta, e guardandomi intorno sembrava che Sarah si fosse allontanata. Era quasi completamente buio, con solo un filo di luce di luna che filtrava dalle finestre sbarrate con le assi. Accesi una torcia e controllai le rilevazioni. Non c’erano picchi nel campo elettromagnetico, ma sembrava che la temperatura fosse calata improvvisamente dieci minuti prima. Aspettai altri cinque minuti, ma quando vidi che Sarah non era ancora tornata iniziai a preoccuparmi.
Avrei dovuto svegliare gli altri, ma nel caso in cui fosse semplicemente andata in bagno, non avrei voluto metterla in imbarazzo davanti a tutti. Se fosse stato così, comunque, avrebbe dovuto svegliare uno di noi per tenere la guardia, ma lavorando con noi non era stata molto professionale, quindi non ne sarei dovuta rimanere sorpresa. Dopo altri cinque minuti, decisi di andarla a cercare. Forse il posto mi stava dando un po’ sui nervi, ma tutti i miei sospetti su Sarah mi stavano rendendo paranoica. Decisi di non portare una torcia. Invece presi una delle telecamere che non stavamo usando e attivai l’impostazione della visione notturna. Dallo schermo riuscivo a vedere dove stavo andando abbastanza bene.
Iniziai a cercare al piano terra. La visione notturna mostrava tutte le forme come nette, e ogni volta che giravo un angolo sembrava che ci fosse qualcosa, proprio oltre il raggio della telecamera. Non riuscii a vedere o sentire niente, ma si trovava là, lo sentivo. C’era anche un odore, che diventava più intenso. Non si trattava di fumo di sigaretta, o dello strano profumo di Sarah, però. Odorava di rame, con sotto un altro odore, acre e acido, con una traccia leggera di ammoniaca. Lo, lo ammetto, avevo paura. Talmente tanta paura che non pensai nemmeno a quanto la cosa sarebbe stata bene nel nostro show. Non guardai la telecamera, o feci alcun commento, o qualsiasi altra mossa se non controllare attentamente il display.
Mentre salivo su per le scale verso il piano superiore, iniziai a sentire qualcosa. Sembrava come se qualcuno stesse parlando. A voce bassa, velocemente e con disperazione, con un tono che sembrava quasi che stesse supplicando. Veniva da una delle camere più piccole per i pazienti sull’altro lato. Mi avvicinai lentamente, pensando a quanto fosse assurdo che ero così terrorizzata all’idea di essere vista.
Raggiunsi la porta e, usando la telecamera, guardai dentro. Sarah era lì, con la sua borsa accanto a lei. Stava gesticolando furiosamente e parlando, anche se non scorsi nessun altro all’interno della stanza con lei. Non riuscii a sentire la maggior parte della discussione, ma udii le parole “sconfinamento” e “non intenzionale” più volte, e scuse sussurrate. Stavo quasi per chiamarla, quando improvvisamente si alzò di scatto. Sembrava che non riuscisse a respirare. Poi sentii un colpo e Sarah sembrò essere gettata dall’altra parte della stanza da un forte impatto. Urtò violentemente la parete, e sentii un crack quando cadde a terra, lasciando sulla parete una scia di sangue.
Rimasi pietrificata. Non sapevo cosa fare. Parte di me voleva correre dentro e controllare se stesse bene, ma non riuscivo a muovermi. Dopo un secondo o due, Sarah si mosse. Urlò qualcosa alla stanza, questa volta in una lingua che non conoscevo, e si trascinò in piedi. Si tolse la giacca e vidi che c’era qualcosa che non andava con il suo braccio sinistro. Brandelli di questo sembravano penzolare dove aveva colpito il muro. Lo afferrò con la mano destra e, ehm… beh, questo è il punto in cui i miei colleghi riderebbero di me cacciandomi dal business. Lei si sfilò la pelle dal braccio sinistro. Come se si stesse togliendo un guanto. Vidi la pelle allungarsi e staccarsi da qualsiasi cosa di fosse stata sotto. Nel piccolo schermo della videocamera non riuscii a vedere cosa vi fosse sotto, ma era scuro e lucente. Non mi dimenticherò mai il suono della pelle che si stacca dal suo braccio.
Una volta tolta, la allungò, e poi la rinfilò nuovamente sulla sua mano, tirando fino a che non fosse tesa. Frugò nella sua borsa e, da sotto i pacchetti di sigarette, tirò fuori una spillatrice. Lungo i bordi della pelle, dove questa incontrava il resto di lei iniziò a fissare la pelle con la spillatrice, lentamente e con cura.
Non so perché fu a questo punto che decisi di fuggire. Sarei potuta andarmene in qualsiasi istante prima di quello, ma per qualche motivo quella fu la cosa che mi fece cedere, e corsi dagli altri quanto silenziosamente possibile. Sarah ritornò circa quindici minuti dopo, e non sembrava sospettare di essere stata osservata. Rimasi sveglia per il resto della notte, sentendo l’odore del fumo delle sue sigarette e le tracce di quel suo strano profumo floreale.
Non le feci alcuna domanda sulla cosa. Non ne parlai mai neanche con gli altri. Girammo le scene con la luce del sole di cui avevamo bisogno quasi in silenzio, anche se Andy provava continuamente a iniziare una conversazione. Il viaggio di ritorno non fu meglio. Provavo a guardare il braccio di Sarah, ma le maniche della sua giacca lo coprivano completamente. La lasciammo a Sydenham e non la vidi mai più.
Alla fine fu Toni a chiedere che non lavorassimo più con Sarah Baldwin. Secondo lei aveva una strana energia e non si sentiva a suo agio in sua presenza. Concordai, anche se non condivisi le mie motivazioni. L’episodio alla fine risultò essere okay, anche se, um, non inserii niente su quello che avevo visto quella notte.
ARCHIVISTA
Interessante. Hai detto di aver registrato un video dei fatti?
MELANIE
Sì, ho dato una copia ai tuoi colleghi, ma riguardandola la registrazione è così distorta che non è possibile distinguere alcunché.
ARCHIVISTA
Hmm. E sei sicura che non stavi… sognando?
MELANIE
Sei serio?
ARCHIVISTA
Devo solo controllare ogni evenienza. Ovviamente, lavorando nel tuo campo, devi avere tanta immaginazione.
MELANIE
Fantastico! Fantastico! Avrei dovuto sapere che questo sarebbe stato un completo spreco di tempo.
ARCHIVISTA
Probabilmente sì. L’unica prova che hai è rovinata al punto tale da non essere utilizzabile. Ma, investigheremo quello che potremo.
MELANIE
[Acidamente] Beh, grazie mille.
ARCHIVISTA
Ti contatteremo se avremo bisogno di altro. Fine della dichiarazione.
[CLICK]
Come avevo menzionato alla signorina King, in questa dichiarazione ci sono poche informazioni sulle quali abbiamo potuto indagare. L’Ospedale Militare di Cambridge al momento è nel bel mezzo della sua trasformazione in complesso residenziale, quindi non c’è molto da verificare in quel campo. Ci sono delle testimonianze di apparizioni del fantasma di una ‘signora grigia’ risalenti al passato, più specificatamente sotto forma di infermiera, anche se nessuna di queste si avvicina minimamente a quella raccontata in questa dichiarazione in termini di manifestazione.
Non siamo stati capaci di rintracciare Sarah Baldwin. L’indirizzo fornitoci dalla signorina King a Sydenham non è stato abitato negli ultimi sei mesi, e non viene elencata tra i precedenti affittuari. Abbiamo contattato Georgina Barker, che ha confermato di aver lavorato con Sarah Baldwin per due episodi del suo podcast What the Ghost?, avendola incontrata precedentemente a un evento di networking. Non sapeva nulla sulla sua vita privata e non l’ha più vista dall’ultimo episodio su cui hanno lavorato. Né il numero di telefono né l’indirizzo email fornitici hanno ricevuto alcuna risposta. Comunque, dov’è che ho già sentito il nome Sarah Baldwin? Se ne avrò tempo ricontrollerò dei vecchi fascicoli, e vedrò quello che posso trovare.
Il video fornitoci dalla signorina King era rovinato come aveva detto, essendo praticamente impossibile da guardare. Solamente energia statica e interferenze. Ci sono solo uno o due fermo immagine in cui la qualità ci permette di vedere qualcosa. Sembrerebbe essere una sala d’ospedale vuota, come quella descritta. L’unica differenza con il racconto della signorina King, è che nell’immagine sembrano esserci due figure, invece che una. La prima sembrerebbe essere in ginocchio, e combacia con la descrizione di Sarah Baldwin.
L’altra figura è molto più alta, e sembra che stia indicando, anche se non è possibile vedere alcun dettaglio, sembra che non tocchi il pavimento.
Fine della registrazione.
[Traduzione di: Victoria]
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