#noce di mare
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dropsofsciencenews · 4 months ago
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Riconoscersi nell'altro... letteralmente!
Avete presente quando osservate qualcosa e, improvvisamente, notate un dettaglio che non torna? A volte, questo tipo di sorpresa può portare a una scoperta incredibile—soprattutto se state osservando una vasca piena di ctenofori.
Ma chi sono questi ctenofori? Sono organismi marini trasparenti, delicati ed ermafroditi che si riproducono sessualmente. Vivono soprattutto in mare aperto e sono noti per la loro bellezza luminosa e le bande iridescenti. Il nome "Ctenophora" deriva dal greco "ktenos" (pettine) e "phoros" (portatore), in riferimento ai caratteristici "pettini" di ciglia che utilizzano per muoversi. Sebbene siano spesso confusi con le meduse, appartengono a un phylum diverso.
Ora immaginate di trovarvi in laboratorio, davanti a una vasca colma di Mnemiopsis leidyi, conosciuta anche come noce di mare, una delle specie di ctenofori invasive più famigerate al mondo. Questa specie può mangiare fino a dieci volte il proprio peso corporeo ogni giorno, affamando interi ecosistemi divorando tutto ciò che si trova alla base della catena alimentare. Mentre osservate attentamente, qualcosa attira la vostra attenzione: un individuo insolitamente grande, con due estremità posteriori e due organi apicali invece di uno. No, non state vedendo doppio: si tratta di un singolo ctenoforo. Questa curiosa scoperta ha portato un gruppo di scienziati giapponesi a porsi una domanda: è possibile che questi ctenofori, probabilmente feriti durante il processo di raccolta, abbiano fuso i loro corpi durante la guarigione, approfittando dello spazio limitato nella vasca?
Per rispondere a questa domanda, gli scienziati hanno deciso di testare la loro ipotesi conducendo un esperimento. Hanno rimosso parzialmente dei lobi da altri individui, mettendoli a stretto contatto e fissandoli in piastre da dissezione. Il risultato? In nove casi su dieci, le lesioni si sono fuse durante la notte, creando un unico tratto continuo di tessuto. Questi animali fusi sono riusciti a sopravvivere per almeno tre settimane.
Ma la scoperta non finisce qui. Dopo una sola notte, i due individui originali erano diventati una cosa sola, senza segni di separazione. Quando i ricercatori hanno stimolato un lobo, l'intero corpo fuso ha reagito con una contrazione sincronizzata. Non solo: anche il loro sistema digestivo si era fuso! Quando una delle bocche ingeriva cibo colorato fluorescentemente, è stato possibile osservare le particelle attraversare il canale fuso, per poi essere espulse da entrambi gli orifizi anali, seppur non contemporaneamente.
Questi risultati mostrano non solo l’unicità del comportamento di questi straordinari animali, ma anche che M. leidyi potrebbe non possedere l'alloriconoscimento, ovvero la capacità di distinguere tra sé e gli altri, un meccanismo che previene eventi di fusione tra individui della stessa specie. Negli esseri umani, questa capacità è ciò che può causare il rigetto di organi trapiantati. Gli ctenofori sono tra i gruppi animali più antichi tra i metazoi attuali, possiedono un sistema nervoso unico, e la mancanza di alloriconoscimento potrebbe aiutarci a comprendere meglio quando questo meccanismo si sia evoluto negli animali.
A Presto e Buona Scienza!
fonte
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mucillo · 3 months ago
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Tu sei la mia zingara dolce e selvaggia,
amore mio senza certezze e senza più sorrisi,
che mi guardi come se fosse sempre l’ultima volta
che ci incantiamo o abbiamo paura, e non sai
che dentro di me è ancora primavera
e se solo ti vedo sono felice da piangere,
come un cieco che rivede il mare.
Tu sei la mia notte senza più sonni,
amore mio infreddolito e stanco, che riempi
le mie parole e i miei silenzi, e scendi
sulla mia pelle come la bufera,
nei miei occhi come una lama di luce,
nelle orecchie come un adagio di Mahler,
nelle mani come una magnolia
e sulle mie labbra come la promessa
di una felicità già perduta.
Tu sei il mio mattino di nozze,
amore mio disperato e fragile, che mi rimproveri
d’amarti e vuoi strapparmi da te quasi fossi un rovo
o un ladro, e non sai che hai il potere d’esplorarmi
e stelo per stelo di farmi fiorire,
come ad aprile il mandorlo e l’erba.
Tu sei la mia via lattea,
amore mio frastornato e bello, che ondeggi in me
come il mare e le stelle e un oceano di foglie
e di sogni e di baci. Tu sei la mia rondine,
la mia nube, la mia ombra, la mia canzone,
la mia bandiera, la mia camicia,
la mia strada, la mia città.
Sei il groviglio di luce, il fiume, il vento,
il sasso, la candela, le dita che si sfiorano,
sei una noce, un sentiero, una lepre, un orsacchiotto,
sei la marea che ritorna, il sole che s’alza
e il sole che cala, e conosci le vie del mio cuore
come una belva ferita la sua tana
e un uomo la sua pena.
Tu sei la mia zingara dolce e selvaggia,
amore mio con una gonna azzurra, e tutta la tenerezza
tua incredibile, con un riso che ti luccica negli occhi,
tu, con le mani sciolte, sospese, abbandonate,
tu senza più certezze:
guardami, sono ancora qui.
( Emilio Piccolo da Poesie a Tiù )
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greenbor · 2 years ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
Mi sento
come una barca
in balia delle onde...
soffia il vento
scroscia la pioggia...
la barca
come un guscio di noce,
va...
in questo mare in tempesta...
a volte l'onda
la sovrasta,
altre riemerge...
mi prende lo smarrimento,
non ho appigli...
nulla su cui
afferrare la mano...
sei Tu la mia
ancora di salvezza,
l'unico motivo
per non affondare
in questo mare
di infinita disperazione...
                                       M.C.©
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conilsolenegliocchi · 2 years ago
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~ Lo strano caso della signora Posillipo ~
La vista che si godeva da quel punto della città avrebbe fatto la fortuna di un albergo. Invece, a godersi l'ampio panorama del pittoresco golfo ai piedi del Vesuvio erano i clienti di una clinica privata. Salivo a piedi il ripido viale che portava all'ingresso con la voglia di chi deve, sorretta da silenziosi incitamenti mentali giacché il mio accompagnatore mi era di conforto quanto una zavorra. L'ingresso della clinica era una moderna vetrata automatica, incastonata nell'immobile con cognizione di causa, in modo da non stonare con la facciata del palazzo stile neoclassico, perfettamente tenuta, con tanto di cornicioni decorativi originali risalenti all'epoca in cui fu edificata dal barone tal dei tali.
Entro e ovviamente cerco subito l'accettazione. Quel posto sembrava uno scherzo: a destra corridoi ultramoderni, segnaletica dei reparti, luminosità a giorno, a sinistra un'ampia ala con bancone arredata con librerie e mobili antichi di noce scuro, austeri, pesanti, scarsamente illuminata. Mi avvicino un poco titubante e chiedo ad un giovane uomo seduto ad una scrivania più interna, dietro al bancone, se quella fosse l'accettazione. Mi fa cenno di sì col capo. "Ho un intervento programmato per oggi con il dott. Esposito" - "Non deve parlare con me. La signora sta arrivando". Quale signora? Mi volto e vedo avanzare a fatica verso di noi, attraverso la penombra, una donna sui generis che pareva appena uscita dal set di una pellicola noir. Molto anziana, vestita con un lungo abito nero, magrissima e diafana, i capelli bianchi, con a tratti ciocche ancora grigie, raccolti in una crocchia molto elaborata leggermente spettinata.
Se non avessi avuto massima fiducia nel chirurgo che doveva operarmi, rinomato per essere tra i migliori della regione, sarei andata via.
Io e mio marito ci lanciavamo occhiate rapide condividendo telepaticamente lo stesso pensiero "Gesù, ma dove siamo capitati?". Ci siamo salutate molto ossequiosamente e le ho detto perché ero lí. Ha controllato su un registro la mia prenotazione e poi ha iniziato la redazione preliminare della mia cartella clinica, chiedendomi con voce tremula i dati che trascriveva nei vari campi con una calligrafia perfetta a dispetto della tremolante mano ossuta. Ogni tanto mi guardava di sottecchi facendomi sentire più a disagio di quanto non fossi già. Nonostante glielo avessi ripetuto più volte non riusciva proprio a capire il mio indirizzo. Ho guardato il giovane uomo, seduto più in là all'austera scrivania, pensando che sarebbe venuto in aiuto della signora, ma è rimasto al suo posto impassibile. Così le ho chiesto se potessi aiutarla io a scriverlo. Mi avvicina il modulo e anche se ero nel verso contrario del foglio, senza girarlo, ho scritto per bene il mio indirizzo. Lei annuisce e mi guarda sorridente, con una strana luce in quegli occhi piccoli e vivaci che aveva, a dispetto del viso rugoso. Poi mi dice che ero "una persona bella, di quelle che non si incontrano facilmente". Avevo "scritto per bene al contrario", questo faceva di me "una persona che sapeva adattarsi e questa è una grande qualità". Ma si dispiaceva per me perché avrei "pagato a caro prezzo in questo mondo la mia signorilità". Mi ha lasciata un attimo interdetta e senza parole, ma onestamente in quel momento non avevo la lucidità per elaborare quella strana situazione, ero troppo in ansia per l'intervento e volevo solo che quel passaggio burocratico si concludesse il prima possibile. Mi sono limitata pertanto ad annuire imbambolata e a ricambiare con un sorriso di circostanza. Ho pensato, tra l'altro, che quelle parole facessero parte di un marketing adulatorio vecchio stampo, che lei tenesse quell'atteggiamento con tutti i clienti e, lì per lì, non mi è sembrato nemmeno strano che dicesse ad una ragazza, che doveva essere dello staff parasanitario stando alla divisa, che "ero sua amica e perciò di accompagnarmi alla stanza più bella da dove si vedeva il mare".
Certo che desideravo poter vedere il mare, e che mare direi, ma non ci vogliono grandi qualità divinatorie per immaginare che chiunque si trovi lì speri di beccarsi una delle stanze panoramiche per addolcire, diciamo così, la pillola della degenza.
La stanza era essenziale, asettica, triste. C'era la TV e mio marito si mette subito comodo sul letto a scegliere qualcosa da guardare. D'altronde cos'altro poteva fare, lo aspettavano ore di attesa. Prima di eseguire tutte le prescrizioni ricevute dall'infermiera circa la mia preparazione pre-operatoria, mi affaccio al balcone e mi beo del tepore del sole e di una vista degna di una cartolina. Guardandomi intorno noto altri palazzi ed alcune abitazioni e penso a che fortuna hanno quelle persone a poter guardare quel panorama tutti i giorni a tutte le ore. Torno dentro per fare quello che devo fare, di lì a poco sarebbe arrivato l'anestesista a parlarmi, meglio farmi trovare pronta.
Sento della musica rock e due voci maschili che parlano e ridacchiano mentre mi sistemano qualcosa addosso. Cerco di ricordarmi dove sono e cos'è quella luce fortissima che mi acceca. "Bentornata!" il faccione del chirurgo mi sovrasta e mi ripara un poco dalla luce, così che riesco a riconoscerlo e a ricordarmi chi sono, dove e perché. Che strana sensazione quel salto spazio temporale che crea l'anestesia: sembra che venga premuto il tasto off/on. Un momento prima ci sei, un momento dopo sei completamente inattiva nel corpo e nella mente. "È andato tutto bene, stiamo per spostarla in stanza. Dovrà restare un paio d'ore in osservazione... dopodiché se riesce a fare pipì potrà anche andare a casa se vorrà". Sì che voglio.
Le due ore di attesa più interminabili di sempre. Finalmente ricevo l'ok tecnico del dottore e mi rivesto, anche se ho l'agilità di un bradipo dovendo fare attenzione ai punti. È sera ormai quando scendo in accettazione e ci trovo una ragazza con quel che sembra il mio dossier già pronto. Mi guardo intorno e, non so perché, mi viene di chiederle se la signora anziana che avevo incontrato la mattina avesse finito il turno. Lei ride divertita e poi, sporgendosi un poco verso di me, dice sottovoce, come se mi stesse confessando chissà quale segreto"La signora è sempre di turno... È la proprietaria di questa clinica". E infatti, nemmeno finisce di parlare che la signora appare, ma stavolta non l'avevo vista arrivare. Mi guarda con aria molto compassionevole e mi chiede come sto. Libera la ragazza e mi dà le fatture da saldare, per le quali inizio a compilare assegni che poi le passo chiedendo di controllare se vanno bene. Mi dice che si vedeva che ero una persona precisa e sicuramente quello che avevo fatto era fatto bene, infilando poi gli assegni nel mio dossier senza nemmeno girarli per dare un'occhiata veloce. Le chiedo il certificato di degenza da presentare come giustificativo a lavoro e nel mentre che lo compila chiacchieriamo del più e del meno. Nel salutarci mi dice "Sono stata veramente felice di conoscerti, però figlia cara ascoltami bene, se continui così tra dieci anni morirai. Abbi più cura di te".
Ussignore. Ma perché dovevo morire? Non l'ho capito né ho chiesto, archiviando la strana nonnina come un po' fulminata. Però sulla strada di casa, ripensandoci, mi pentii molto di non aver chiesto in base a cosa dicesse così, almeno per curiosità, hai visto mai che la signora avesse un terzo occhio.
Chissà perché non siamo mai perfettamente coscienti di quello che ci succede mentre ci succede.
Sono passati cinque anni da quel giorno. Se ha avuto ragione, me ne restano altri cinque.
@conilsolenegliocchi 🐞
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nel-bene-e-nel-fragile · 3 months ago
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I diciannove anni della mia esistenza precedente erano completamente cancellati. Non mi interessava più sapere cos'è il vuoto o la morte, né se esiste un principio del male che agisce nell'uomo. Tutte le domande che mi ero fatto erano scomparse. Non c'era più l'ordine e il disordine, né il baratro del nulla che si apre tra le cose. Al mare guardavo l'orizzonte e l'orizzonte non mi diceva niente. [...] La trivella che da sempre aveva lavorato dentro di me era risalita in superficie. Strato dopo strato, terriccio e detriti avevano coperto il fuoco che bruciava sotto. Dall'era del magma incandescente, senza accorgermene e senza alcuno sforzo di volontà, ero passato all'epoca delle bucce. Bucce di mela, di pera, gherigli di noce, bucce di banane. Mi interessava tutto ciò che stava fuori. Mi ero dimenticato che le bucce possono essere scivolose, è facilissimo metterci il piede sopra e volare per terra.
Susanna Tamaro, "Anima mundi"
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spada1926 · 4 months ago
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C'e differenza per chi va in barca fra un bacino chiuso (tipo Mediterraneo) e l' Oceano. Lo noti già se vai in Bretagna (Francia). In Bretagna l' Oceano Atlantico due basse maree e due alte maree al giorno con degli svarioni da 2 a 14 metri. Infatti normalmente le barche a vela in Bretagna hanno due chiglie. Con le basse maree stano appoggiate sul fondale con le alte maree non capottano. Se vi capita fermatevi a guardare i corsi di vela bretoni. Nani di 6/7 anni su gusci di noce bianchi vengo lanciati allegramente verso un mare che a me faceva rizzare i peli sul braccio. 😅🤣😂
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afnews7 · 10 months ago
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Un'altra specie aliena invasiva (e invisibile) sta danneggiando la pesca nella laguna veneta
http://www.afnews.info segnala: È nota come “noce di mare” e dal 2014 sta letteralmente invadendo la laguna veneta. Si tratta di una specie aliena per il Mediterraneo: come l’ormai noto granchio blu è infatti originaria dell’Oceano Atlantico e si pensa che negli anni ’80 sia stata accidentalmente introdotta nel Mar Nero attraverso le acque di zavorra delle navi cisterna. Da qui si è poi diffusa…
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scienza-magia · 10 months ago
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Un'invasore invisibile sta creando un disastro ambientale
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Laguna di Venezia e l'invasore invisibile prima del granchio blu. Pubblicata sulla rivista internazionale «Hydrobiologia» la ricerca del team scientifico dell’Università di Padova che ha documentato la massiccia invasione nella Laguna di Venezia da parte di Mnemiopsis leidyi, una specie nota come noce di mare. Viene dimostrata la connessione con il calo del pescato lagunare, diminuito di quasi il 40%, già negli anni 2014-19, cioè prima dell’invasione del granchio blu Un importante fattore di rischio per la biodiversità marina, così come per la pesca, è rappresentato dalle invasioni biologiche, cioè il forte aumento negli ambienti costieri di specie “aliene” (non indigene) con la capacità arrecare ingenti danni agli ecosistemi. Tali specie, di cui il granchio blu in Adriatico è un famoso esempio, vengono definite “invasive”. Le specie invasive sono spesso facilitate dal cambiamento climatico che ne favorisce gli spostamenti geografici e che, assieme agli altri impatti umani, perturba gli ecosistemi costieri diminuendone la capacità di resistere alle invasioni biologiche. La Laguna di Venezia è un ambiente in forte cambiamento, soggetto ad un intenso traffico navale (tipico vettore d’introduzione di specie aliene) e numerose altre attività umane: è quindi particolarmente colpita dalle specie invasive.
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Fonte: Università di Padova Mnemiopsis leidyi o Noce di mare Uno studio del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con l’istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, dal titolo ��Assessing the impact of the invasive ctenophore Mnemiopsis leidyi on artisanal fisheries in the Venice Lagoon: an interdisciplinary approach” e pubblicato sulla rivista internazionale «Hydrobiologia» ha documentato la recente massiccia invasione nella Laguna di Venezia da parte di Mnemiopsis leidyi, una specie nota come noce di mare. Lo studio chiarisce come l’esplosione di abbondanza della noce di mare a partire dal 2014 sia connessa all’aumento della temperatura delle acque ed evidenzia l’enorme impatto negativo di questa specie sulla piccola pesca tradizionale lagunare svolta coi cogolli. Nonostante la noce di mare sia gelatinosa, quindi praticamente invisibile, e lunga tipicamente pochi centimetri, essa intasa completamente le reti dei pescatori ed è una vorace predatrice di plancton e di larve di specie pregiate per la pesca. «Questo progetto – dice Filippo Piccardi, dottorando nel programma europeo PON ricerca e innovazione all’Università di Padova, primo autore dello studio – nasce dalla collaborazione fra i ricercatori della sede di Chioggia dell’Università di Padova e i pescatori lagunari. Sono stati loro i primi a vedere l’intruso in Laguna e a subirne le conseguenze. Lo studio è il primo esempio di quantificazione dell’impatto che una specie invasiva ha avuto e sta purtroppo tutt’ora avendo sulla piccola pesca lagunare. Non c’è solo il granchio blu e il rischio di queste invasioni biologiche è quello della perdita totale di una tradizione di pesca lagunare quasi millenaria che utilizza attrezzi estremamente sostenibili». «L’approccio interdisciplinare utilizzato in questo lavoro ci ha permesso di indagare a fondo il problema della noce di mare: la conoscenza ecologica locale dei pescatori ci ha permesso di ricostruire le fasi temporali dell’arrivo della specie in Laguna attorno al 2010 e della successiva esplosione demografica dal 2014. Successivamente, la modellazione statistica ha chiarito come tale esplosione demografica coincida con un aumento significativo della temperatura delle acque lagunari. Infine, un’analisi delle serie temporali di sbarcato lagunare e i nostri monitoraggi sul campo in affiancamento ai pescatori hanno permesso di dimostrare la connessione fra l’invasione di questa specie e il calo del pescato lagunare, diminuito di quasi il 40% già negli anni (2014-19) precedenti l’esplosione del granchio blu. Specie invasive come noce di mare e granchio blu – conclude Alberto Barausse dell’Università di Padova che ha coordinato questo studio – sono una tragedia ambientale e sociale che va affrontata cercando strategie di mitigazione e adattamento sostenibili, che rispettino cioè anche gli ecosistemi locali i quali, come mostra chiaramente la ricerca, con la loro capacità di autoregolarsi nel lungo periodo sono la nostra principale protezione contro le specie invasive». Link alla ricerca: https://doi.org/10.1007/s10750-024-05505-6 Titolo: “Assessing the impact of the invasive ctenophore Mnemiopsis leidyi on artisanal fisheries in the Venice Lagoon: an interdisciplinary approach” - «Hydrobiologia» - 2024 Autori: F. Piccardi, F. Poli, C. Sguotti, V. Tirelli, D. Borme, C. Mazzoldi & A. Barausse (La redazione non è responsabile del testo di questo comunicato stampa, che è stato pubblicato integralmente e senza variazioni) Read the full article
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444namesplus · 1 year ago
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Ace Acead Achal Ack Ade Adess Adle Adop Ads Ady Afabi Afra Agne Ago Ain Aine Aira Ald Aldat Alde Ale Alet Alie Alk All Alla Allet Alph Alsa Alte Altz Amar Amet Amiba Amili Amul Ana Ance And Ane Anele Anfre Ang Anich Annia Annis Anoît Ans Ant Antra Anut Apaul Apso Ard Are Aria Arian Arica Arl Arle Armo Arn Arol Arp Arpy Art Arta Ary Aud Audge Aul Auny Aure Aurf Aurin Aurn Aurt Auste Aut Aval Ave Aver Avirg Back Bal Balle Balte Ban Bapop Barce Barg Barld Bas Basco Bel Bele Bend Beng Ber Berea Beres Berg Bern Beron Berry Bet Bier Big Bile Bin Bit Blair Blaut Ble Blen Blick Blore Bluer Bluka Blut Boar Bol Bone Brald Bre Brel Bri Bried Brild Brin Brise Brock Bruid Bug Buge Bugu Bunk Bunka Béa Cabar Cable Cair Cal Cald Cand Cane Canut Cap Car Cas Cat Ceag Cel Cele Celic Cell Chal Chama Chane Chard Chare Chari Chaël Cheid Chel Chen Cher Chert Ches Chic Chich Chil Chill Chine Chish Chlie Chlo Chlon Chno Chon Chria Chrie Chris Chrit Chtop Cla Clam Clan Clant Clard Clat Clato Cle Clutz Cléa Cléme Cock Cof Coffe Cola Cole Colk Colkt Cona Cop Core Coret Corge Corn Cors Cory Couck Couse Cra Crock Cucid Cuse Cyre Céa Céate Dale Dan Dand Dane Dann Danna Dano Dard Darl Dego Del Dele Delle Deme Demel Demme Den Derc Derd Des Devel Dia Dian Dic Did Die Dies Diet Din Dine Dio Dion Dis Dolf Dout Dovin Drale Dranz Drapp Drean Dres Drid Drin Drut Dry Dryan Dubre Dul Duo Dus Dust Duste Dut Dwave Dwise Eande Eid Ein Ele Elgar Elhed Eling Elk Elmut Elop Elte Eltel Elter Eltz Ely Emal Eme Emel Emlit Emon Emper Ence Enny Ental Erie Ern Esco Eup Euran Eurce Eus Evinn Ewave Exas Exast Expe Fabit Fai Fane Faul Fer Ferry Figa
Fil Fin Fium Fiur Flarp Flo Flon Floul Fluc Flue Flumo Flut Flutz Fol Fola Fold Folf Folia Folo Fra Frah Fral Fran Frand Fre Freat Frede Fres Frie Fried Frore Frudo Fruid Frunk Fun Fund Fune Fur Fus Fut Futh Gae Gank Gano Ganz Gard Gardt Garie Garn Gaël Gel Gelf Genne Ger Gerig Gern Gerry Ges Ghlop Ghop Ghto Ghton Ghtop Gial Giald Gil Gin Gine Ginet Gion Gis Gisch Gise Glass Glen Glia Gline Gnès Gone Gore Got Grack Grang Grard Gre Gred Grel Grent Gres Grest Gret Grick Grum Grée Gues Guid Guita Gum Guma Gumet Gérin Günto Hacia Hacid Hack Halm Ham Hamp Han Hana Hanin Hann Hanti Har Hara Harc Hard Hare Haric Harie Harle Hart Haunk Heand Hed Hedar Hedya Heine Heing Hel Hen Hena Henz Her Hera Herbe Heres Herie Herto Hes Het Hic Hick Hicme Hie Hila Hime Hiper Hiser Hobo Holk Honik Hop Hople Horc Hord Hores Horle Hounk House Huc Hugae Hul Hunt Hyerd Hymon Hymp Hélia Hélie Imar Imild Inath Ind Indus Ine Inin Inne Ino Inoé Inz Inzel Irape Ire Irge Irhan Irine Irès Ise Jack Jan Jea Jeado Jeang Jearp Jeate Jence Jent Jerry Jery Jes Jine Jitte Jivee Jiver Joace Joard Jock Johon Jon Jore Josca Jose Joso Josop Jron Jul Jula Julla Junk Jupes Jute Jéro Kabie Kach Kack Kar Kard Kards Kat Kaël Ken Kenal Kent Kit Kita Kitz Kla Klaur Kle Kob Kock Kold Kop Kpunk Lam Lan Lar Lass Laste Laud Len Liale Liass Lick Lie Lille Lin Linas Line Lival Lock Lode Lodie Loid Lois Lona Lop Loé Lues Lukie Lum Lumel Lut Lycha Lyne Lype Lyres Léme Lüton Mado Mag Maind Maire Mais Mal Malk Mall Malme Man Mana Mance Manck Mang Mange Manna Manne Mano Manop Mante Mar March Mard Mardt Mare Marf Maris Marit Marp Mart Mary Mas Mass Mata Matal Mate Mathe Matig Med Mely Men Met Meta Metal Metan Metto Mia Mial Miam Mibal Mic Mica Mich Mil Mild Mill Mily Min Minat Mine Minn Mino Mins Mir Mire Miry Mock Modia Modo Mon Mone Moom More Mul Munk Muno Mus Muse Muska Mut Mutep Naine Nat Nel Nelda Neock Ner Nere Nert Nes Netal Nic Nich Nics Nie Niené Nin Nis Niume Noce Noid Nom Nues Nuker Nukin Nunel Nut Nyiph Ock Odie Ola Oldes Ole Olf Olges Olk Oll One Opat
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notiziariofinanziario · 2 years ago
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Cantieri Benetti realizzano una nuova imbarcaione di 67 metri
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Benetti ha realizzato una nuova imbarcazione su misura nei minimi dettagli, prevede spazi esterni e interni di assoluta intimità e comodità portando a realtà la passione del cliente per l’esercizio fisico e il benessere. Cassetta Yacht Designers firma le slanciate e proporzionate linee esterne. Gli interni sono dello Style Department di Benetti e progettati con un’alternanza di tonalità chiare e scure e un ampio uso di legno d’acero e noce americano, pelli in colore avorio e marmi bianco statuario e crema marfil. I tessuti usati per le cuscinerie decorative sono di Loro Piana Interiors. Lo yacht si sviluppa su 5 ponti chiusi più un Sundeck rispettando un rapporto dei volumi di assoluta perfezione. Gli interni realizzati con allestimento “Box in Box” rispettano i più elevati standard costruttivi e rappresentano l’ultima testimonianza dell’eccezionale artigianalità del cantiere che, grazie ad una nuova tecnologia capace di ridurre al minimo la trasmissione di rumore nei diversi ambienti dell’imbarcazione, permette a “Calex” di navigare silenziosamente a 12 nodi. Principale peculiarità di questo 67 metri è l’Upper Deck che occupa una superficie superiore a 160 metri quadrati ed è dedicato interamente all’armatore e ai suoi spazi. Da centro nave, una enorme Master cabin con ampia suite, elegante bagno doppio, studio privato e cabina armadio si sviluppa verso gli ambienti esterni di prua con una vista a 180°: due sliding door automatiche dalla forma curvata si aprono infatti su una esclusiva lounge arredata con chaise longue, poltrone, tavolo e un originale camino alimentato a gas. Si tratta di uno spazio aperto ma molto privato che, grazie a un accurato studio dei volumi e delle profondità, nella sua prima parte, non è visibile dai ponti superiori. L’estrema prua infine può diventare una piattaforma touch and go per l’elicottero dando all’armatore la massima libertà per salire a bordo. Sempre sullo stesso ponte, a poppa, una zona all’aperto con tavolo da pranzo, area relax con poltrone e sedute si completa con un salotto interno con mobile tv. La poppa del Main Deck accoglie gli ospiti in un’ampia zona lounge per i momenti all’aria aperta. All’interno, il salone principale con un tavolo per 12 persone, divani e poltrone precede la galley. L’armatore ha poi voluto su questo ponte due ampie cabine Vip, ciascuna su un lato dello yacht, mentre a prua due garage di diverse dimensioni ospitano il tender principale e i vari water toys. Le quattro cabine doppie per gli ospiti, di cui due matrimoniali e due a letti singoli (convertibili), sono a centro nave sul Lower Deck e completamente separate dagli alloggi di prua dei 16 membri di equipaggio voluti dall’armatore con materiali ed elementi di arredo simili a quelli usati per la zona ospiti. Percorsi separati e dumb waiter assicurano la massima privacy e un servizio eccellente a bordo collegando questi ambienti con la galley del Main Deck e i ponti superiori. Sempre nel Lower Deck, a centro nave, MY “Calex” ospita l’ampia sala macchine: la prima realizzata da Benetti su un (Full) Custom di queste dimensioni a rispettare in pieno le regolamentazioni TIER III poiché dotata di un sistema di lavaggio fumi sia della propulsione sia della generazione elettrica. A poppa, l’ampia spiaggetta e il beach club sono accessibili da due scale fisse che uniscono il ponte con il Main Deck. Un portellone ad ala di gabbiano, che si apre sulla spiaggetta, illumina gli interni del beach club dotato a sua volta di un lungo portellone a ribalta sul lato sinistro per un più facile accesso al mare e una maggiore luminosità. Il Bridge Deck, il cui spazio esterno accoglie una zona lounge con bar, divani, mobile tv e barbecue, è servita da una pantry ed è il ponte dedicato al capitano e la wheel house. L’ampia cabina del comandante, infatti, è separata dagli alloggi di ufficiali ed equipaggio e nelle immediate adiacenze dello ship office e dell’avveniristica timoneria la cui plancia completamente touchscreen è firmata Telemar. Sul Sun Deck, unico ponte non collegato con l’ascensore, una zona centrale con macchine da palestra assicura il massimo comfort e benessere insieme alla piscina Jacuzzi. Read the full article
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mucillo · 2 years ago
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Guarda "Migranti" su YouTube
youtube
Andavamo che non era ancor giorno
La bocca piena di sogni e dolore
Lasciavamo in un niente di ore lì attorno
Una casa di gente e di amore
E una terra da infami, di sassi e di rabbia
La miseria attaccata alla pelle come una scabbia
Ma nei petti gonfiava un respiro che volava in giro come una danza
E andavamo nel mondo America, Europa
Dovunque ci fosse uno spazio comunque
Sapendo di andare a soffrire per vivere e ricostruire
Mescolando al sangue la storia
Per creare una nuova e vitale memoria
In un turbinio di speranza di vita futura lavoro di gioia
Per noi a decine a migliaia per noi così in tanti
Per noi niente nessuno
Per noi emigranti
E partiamo per caso, per sorte
Su quei gusci di noce affollati
Di scafisti violenti di umanità nuda donne, vecchi, bambini
E di morte, un confuso partire ignoto l'arrivo
Non più l'ora od il giorno ma si arrivi e da vivo
Ma nei cuori si allarga un respiro che ci spinge ad andare, ad osare sul mare
Fra paure e gli stenti di quel mare mai visto
Ma stringendo un sogno fra i denti
Che qualcuno lontano ci accolga
Ci tenda una mano a noi supplicanti
A noi meno di niente, nessuno
Noi diversi di pelle e cultura
Noi che siamo anche forse il futuro a noi immigranti
E veniamo da un mondo di guerra e di fame dovunque
E cerchiamo una patria comunque per tornare a sperare
Per vivere ancora
E veniamo da un mondo di guerra e di fame dovunque
E cerchiamo una patria comunque per tornare a sperare
Per vivere ancora e ricominciare
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greenbor · 2 years ago
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Poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21
Mi sento
come una barca
in balia delle onde...
soffia il vento
scroscia la pioggia...
la barca
come un guscio di noce,
va...
in questo mare in tempesta...
a volte l'onda
la sovrasta,
altre riemerge...
mi prende lo smarrimento,
non ho appigli...
nulla su cui
afferrare la mano...
sei Tu la mia
ancora di salvezza,
l'unico motivo
per non affondare
in questo mare
di infinita disperazione...
                                        M.C.©
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belle-et-inspirante · 2 years ago
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Friulano dei Colli Orientali Friuli
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando era conosciuto con il nome di “Tocai Friulano”.
Il Friulano è prodotto utilizzando l’uva Tocai Friulano, che è stata coltivata nella regione del Friuli-Venezia Giulia per secoli. Nel corso del tempo, l’uva è stata utilizzata per produrre vini bianchi secchi e aromatici, con note di frutta e fiori.
Nel 2007, tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo del termine “Tocai” per i vini italiani, a causa della sua somiglianza con il vino ungherese Tokaji. Di conseguenza, il vino è stato ribattezzato “Friulano”, il nome della regione in cui viene prodotto.
Oggi il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è uno dei vini bianchi più conosciuti e apprezzati d’Italia. Viene prodotto in diverse zone della regione, ma i Colli Orientali del Friuli sono considerati la zona di produzione più prestigiosa. Il vino si presenta di colore giallo paglierino, con note di mandorla e frutta, e si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e crostacei, risotti e formaggi stagionati.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli.
Uve di produzione
è prodotto mediante taglio di uva del vitigno Tocai friulano (85-90%) con altre bianche del luogo (10-15%).
Il colore
da giovane, è un giallo paglia che tende all’oro lucente dopo alcuni mesi di bottiglia.
L’odore
prevalentemente vinoso, è schietto e gradevole; all’olfatto dell’esperto, propone il sentore della noce matura.
Il sapore
asciutto, morbido e un poco aromatico, ricorda talvolta quello della frutta matura.
La gradazione alcolica
si aggira intorno ai 12°.
Invecchiamento
Non sopporta il lungo invecchiamento; infatti, dopo un rapido passaggio in botte (sempre ed esclusivamente di rovere), viene imbottigliato in renane di color verde chiaro dove rimane in posizione orizzontale per non oltre un anno.
Degustazione
Si degusta, deliziosamente, a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento di mescerlo.
Abbinamento cibo vino
con antipasti magri, frutti di mare, minestre gratinate, piatti a base di uova.
I centri di produzione
I più interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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mantruffles · 2 years ago
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando era conosciuto con il nome di “Tocai Friulano”.
Il Friulano è prodotto utilizzando l’uva Tocai Friulano, che è stata coltivata nella regione del Friuli-Venezia Giulia per secoli. Nel corso del tempo, l’uva è stata utilizzata per produrre vini bianchi secchi e aromatici, con note di frutta e fiori.
Nel 2007, tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo del termine “Tocai” per i vini italiani, a causa della sua somiglianza con il vino ungherese Tokaji. Di conseguenza, il vino è stato ribattezzato “Friulano”, il nome della regione in cui viene prodotto.
Oggi il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è uno dei vini bianchi più conosciuti e apprezzati d’Italia. Viene prodotto in diverse zone della regione, ma i Colli Orientali del Friuli sono considerati la zona di produzione più prestigiosa. Il vino si presenta di colore giallo paglierino, con note di mandorla e frutta, e si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e crostacei, risotti e formaggi stagionati.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli.
Uve di produzione
è prodotto mediante taglio di uva del vitigno Tocai friulano (85-90%) con altre bianche del luogo (10-15%).
Il colore
da giovane, è un giallo paglia che tende all’oro lucente dopo alcuni mesi di bottiglia.
L’odore
prevalentemente vinoso, è schietto e gradevole; all’olfatto dell’esperto, propone il sentore della noce matura.
Il sapore
asciutto, morbido e un poco aromatico, ricorda talvolta quello della frutta matura.
La gradazione alcolica
si aggira intorno ai 12°.
Invecchiamento
Non sopporta il lungo invecchiamento; infatti, dopo un rapido passaggio in botte (sempre ed esclusivamente di rovere), viene imbottigliato in renane di color verde chiaro dove rimane in posizione orizzontale per non oltre un anno.
Degustazione
Si degusta, deliziosamente, a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento di mescerlo.
Abbinamento cibo vino
con antipasti magri, frutti di mare, minestre gratinate, piatti a base di uova.
I centri di produzione
I più interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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blissful-moontrip · 2 years ago
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
Il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando era conosciuto con il nome di “Tocai Friulano”.
Il Friulano è prodotto utilizzando l’uva Tocai Friulano, che è stata coltivata nella regione del Friuli-Venezia Giulia per secoli. Nel corso del tempo, l’uva è stata utilizzata per produrre vini bianchi secchi e aromatici, con note di frutta e fiori.
Nel 2007, tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo del termine “Tocai” per i vini italiani, a causa della sua somiglianza con il vino ungherese Tokaji. Di conseguenza, il vino è stato ribattezzato “Friulano”, il nome della regione in cui viene prodotto.
Oggi il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è uno dei vini bianchi più conosciuti e apprezzati d’Italia. Viene prodotto in diverse zone della regione, ma i Colli Orientali del Friuli sono considerati la zona di produzione più prestigiosa. Il vino si presenta di colore giallo paglierino, con note di mandorla e frutta, e si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e crostacei, risotti e formaggi stagionati.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli.
Uve di produzione
è prodotto mediante taglio di uva del vitigno Tocai friulano (85-90%) con altre bianche del luogo (10-15%).
Il colore
da giovane, è un giallo paglia che tende all’oro lucente dopo alcuni mesi di bottiglia.
L’odore
prevalentemente vinoso, è schietto e gradevole; all’olfatto dell’esperto, propone il sentore della noce matura.
Il sapore
asciutto, morbido e un poco aromatico, ricorda talvolta quello della frutta matura.
La gradazione alcolica
si aggira intorno ai 12°.
Invecchiamento
Non sopporta il lungo invecchiamento; infatti, dopo un rapido passaggio in botte (sempre ed esclusivamente di rovere), viene imbottigliato in renane di color verde chiaro dove rimane in posizione orizzontale per non oltre un anno.
Degustazione
Si degusta, deliziosamente, a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento di mescerlo.
Abbinamento cibo vino
con antipasti magri, frutti di mare, minestre gratinate, piatti a base di uova.
I centri di produzione
I più interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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danni-phantom · 2 years ago
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Friulano dei Colli Orientali Friuli
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Friulano dei Colli Orientali Friuli Il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è un vino bianco prodotto nella regione del Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. La sua storia risale almeno al XIII secolo, quando era conosciuto con il nome di “Tocai Friulano”. Il Friulano è prodotto utilizzando l’uva Tocai Friulano, che è stata coltivata nella regione del Friuli-Venezia Giulia per secoli. Nel corso del tempo, l’uva è stata utilizzata per produrre vini bianchi secchi e aromatici, con note di frutta e fiori. Nel 2007, tuttavia, l’Unione Europea ha deciso di vietare l’utilizzo del termine “Tocai” per i vini italiani, a causa della sua somiglianza con il vino ungherese Tokaji. Di conseguenza, il vino è stato ribattezzato “Friulano”, il nome della regione in cui viene prodotto. Oggi il Friulano dei Colli Orientali del Friuli è uno dei vini bianchi più conosciuti e apprezzati d’Italia. Viene prodotto in diverse zone della regione, ma i Colli Orientali del Friuli sono considerati la zona di produzione più prestigiosa. Il vino si presenta di colore giallo paglierino, con note di mandorla e frutta, e si abbina perfettamente con piatti a base di pesce e crostacei, risotti e formaggi stagionati. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC) come Colli Orientali del Friuli. Uve di produzione è prodotto mediante taglio di uva del vitigno Tocai friulano (85-90%) con altre bianche del luogo (10-15%). Il colore da giovane, è un giallo paglia che tende all’oro lucente dopo alcuni mesi di bottiglia. L’odore prevalentemente vinoso, è schietto e gradevole; all’olfatto dell’esperto, propone il sentore della noce matura. Il sapore asciutto, morbido e un poco aromatico, ricorda talvolta quello della frutta matura. La gradazione alcolica si aggira intorno ai 12°. Invecchiamento Non sopporta il lungo invecchiamento; infatti, dopo un rapido passaggio in botte (sempre ed esclusivamente di rovere), viene imbottigliato in renane di color verde chiaro dove rimane in posizione orizzontale per non oltre un anno. Degustazione Si degusta, deliziosamente, a temperatura di cantina stappando la bottiglia al momento di mescerlo. Abbinamento cibo vino con antipasti magri, frutti di mare, minestre gratinate, piatti a base di uova. I centri di produzione I più interessanti centri di produzione sono situati nei territori dei comuni di Pasian di Prato, Campoformido, Basiliano, Pozzo, Codroipo, Casarsa della Delizia (provincie di Udine e Pordenone).
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