#nessun posto
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ross-nekochan · 9 months ago
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Hannah Arendt - La Banalità del male
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darktimemachinechaos · 3 months ago
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L’idea che la punizione dei criminali debba basarsi su 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲 𝗲 𝗱𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 è recente: gli esseri umani, per secoli, sono stati accusati e condannati per motivi disparati: ragioni di classe; provenienza da posti lontani; poiché donne o uomini esperti di erbe medicinali; per il colore della pelle; perché si accoppiavano con partner 𝘪𝘯𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘢𝘵𝘪; perché si erano trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato; ed anche senza nessun motivo in particolare.
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queerographies · 11 months ago
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[Teatro][Abel González Melo]
Ritratto Crudo e Vivo della Realtà Cubana: Tre Testi Teatrali di Abel González Melo Titolo: TeatroScritto da: Abel González MeloTradotto da: Angelo SavelliEdito da: Cue PressAnno: 2024Pagine: 112ISBN: 9788855103329 Cosa posso aspettarmi dal Teatro di Abel González Melo Il volume raccoglie tre testi teatrali che compongono un ritratto crudo e vivo della realtà cubana attuale. Chamaco, una…
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frammenti--di--cuore · 2 months ago
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c'è una solitudine davvero bastarda, che è quella dei pensieri, dei sentimenti. Quella solitudine che provi quando sai che certe cose non puoi dirle, non puoi spiegarle in nessun modo, devi solo trovare un posto dentro di te in cui farle vivere per sempre nell'ombra. In quel posto, in quel punto da qualche parte dentro di te, sarai solo per sempre.
zoe
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perpassareiltempo · 4 months ago
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Ho voglia d'andarmene, d'andarmene in qualche posto dove sia veramente al mio posto (…) Ma il mio posto non è in nessun luogo; io sono di troppo.
Jean-Paul Sartre - La nausea
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falcemartello · 1 month ago
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(image by omneco.tumblr.com)
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In Arizona un uomo rimane chiuso nel taxi a guida autonoma.
L'IA gli dice che è tutto a posto.
Chiama l'assistenza ma anche l'assistenza è gestita da IA che gli dice che non c'è nessun problema.
Se ridi e non ne capisci i rischi allora sei un consumatore ideale.
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ilpensatoredellaminchia · 8 days ago
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dicono tutti che fuori si sta meglio. dicono tutti che in italia non ci sia lavoro e che fuori sia tutto perfetto. la verità è che chi non lo ha mai provato non ha la minima idea di come cazzo sia vivere all'estero. e non parlo dei sei mesi di erasmus di cui praticamente non ricordi un cazzo perché eri sbronzo cinque giorni su sette. parlo di provare a vivere veramente in uno stato che non sia il tuo, parlo di vivere veramente da "straniero". ci sono una serie infinita di meccanismi che si attivano che voi non avete neanche idea di che cazzo stia parlando. il problema più grosso rimane e rimarrà sempre il lato sociale.per chi non fa altro che sperare di andarsene dall'Italia perché non c'ha una lira e crede che fuori ti tirino i soldi li direi di fermarsi un po' a pensare che cosa sta facendo prima di partire veramente. forse il problema sta anche nel fatto che io non ho mai avuto problemi di soldi e non ho mai avuto problemi ad arrivare a fine mese, può essere. ma l'incompatibilità che provo quotidianamente da sette anni con il popolo con cui vivo non avete idea di cosa sia. la settimana scorsa sono stata mezza giornata a Verona e mi sono ritrovata per caso su una strada qualunque e stavo bene. io non sto mai bene. la gente attorno a me era sulla strada, stava fuori, all'aperto, era sulla strada e faceva chiasso. la gente parlava ad alta voce, le macchine andavano di qua e di la, i bus si fermavano alla fermata in cima alla strada. c'erano macchine, vespe, bus e tanta tanta gente fuori sulla strada che camminava e andava a passeggio. ed era tutto bello. la gente sembrava proprio felice. c'era quell'odore di estate che si sentiva a scuola verso fine maggio. quando alle nove c'era ancora il sole e la gente era felice. felice. cazzo che bella che era la vita. se solo avessi fatto qualcosa o tutto diversamente. se solo avessi capito quanto sarebbe stato poi difficile rivivere momenti come quelli.
con chiunque parli e dica che voglio tornare mi guarda malissimo e mi riempie di frasi senza fine per farmi capire di quanto si stia male qua. gli unici che mi capiscono sono quei poveri sfigati come me, che vivono incastrati in un posto che da fuori sembra incantato, invidiato da tutti ma che poi dall'interno è pieno di cose che non vanno. inutile quanto tu ci provi ma questa non è casa tua e mai lo sarà. e sinceramente, ti dirò, va anche bene. va anche bene perché io non ho più nessunissima intenzione di 'integrarmi', anche se questa parola alla fine non vuol dire un cazzo. sono pochissimi i tedeschi o gli austriaci con cui esco volentieri nel mio tempo libero, forse due, e uno di questi è il classico austriaco estremamente impacciato e timido che mi mette totalmente a disagio e con cui esco due volte all'anno perché è il mio massimo livello antidisagio. non è una brutta persona, ma semplicemente 'non funzioniamo', non c'è vibe come direbbe mio fratello da figo. e ripeto va bene perché lo ho capito da tipo due anni che per vivere da voi non devo necessariamente vivere con voi. ma già dietro questa frase si capisce il livello di solitudine estrema di una persona. vivo in austria e non ho nessun legame profondo/serio con nessun austriaco. condizione che, lo dico per sentirmi meglio, è condivisa da circa 2 su 3 degli stranieri residenti in austria. ovviamente non sono sola, ho conoscenti e amici. credo che però qualunque persona normale capisca che non sia proprio il massimo. la mia vita a 27 anni è totalmente differente rispetto a quello che mi ero immaginata. e quindi decidi di restare in un posto che non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con te, ma dove però funziona bene o male tutto e dove hai un lavoro. il mio lavoro in Italia neanche esiste o meglio si c'è, ma la maggior parte delle volte è su base volontaria o gestito da Onlus che ti pagano male e poco, se ti pagano. mesi fa ho conosciuto questa ragazza che ha fatto lo stesso mio lavoro ma in Calabria. le sono arrivati i soldi dello stipendio cinque mesi dopo. io con il mio lavoro arrivo a 2000/2100 mensili netti. questa prendeva si e no 1200 al mese.
dove vivo io fanno tutti sport. ho sempre trovato gli austriaci molto poco attraenti ma hanno tutti dei fisici quasi perfetti. la gente continua a fare sport. è l'unica cosa che puoi fare. vai al lavoro e dalle 5 in poi ti chiudi da solo con le tue cuffiette in mezzo ad altri 100 depressi per due ore in palestra. non c'è altro. il weekend esci per modo di dire... fai una passeggiata il sabato, se hai fortuna trovi qualcuno con cui mangiare insieme anche a cena. la domenica non ve la descrivo neanche. per chi non è mai uscito dall'Italia prima la domenica in una paese germanofono è un'esperienza surreale. la domenica qui è il giorno per la famiglia, nonostante io mi chieda che cazzo faccia una famiglia di cinque tutta la domenica chiusa in un appartamento da 60 mq dato che trovare qualcosa da fare è impensabile. è tutto chiuso. a Vienna la domenica ci sono 4 supermercati aperti in tutta la città. l'unica cosa che puoi fare la domenica è indovina cosa? sport. O andare magari al cinema due ore il pomeriggio.
chi vive in questi posti e ha origini mediterranee, africane o viene dal medio oriente vive una vita a metà. la cultura di questi posti non ha assolutamente nulla a che fare con la nostra essenza. la gente è di un piatto che non si può descrivere. esattamente come le loro domeniche.
secondo me l'unico modo di sopravvivere più o meno bene e quella di trovarvi un partner. se state pensando di andarvene non fatelo da soli. in questi sette anni ho visto tanta di quella gente venire qua e vivere i primi due anni in una sorta di trance psichedelica perché guadagnavano 3000 euro al mese e poi al terzo anno cadere in una depressione pesante a causa della solitudine che ti offrono questi posti. non è una solitudine che si può spiegare. passi la tua esistenza in maniera alienante in mezzo a persone da tutto il mondo che sai che prima o poi se ne andranno per non tornare più e poi ricominci a conoscere sempre nuova gente e così via in in ciclo infinito di cene e pomeriggi passati a parlare del più e del meno con gente che sai che non si fermerà mai nella tua vita e con cui appunto non puoi che parlare del tempo
i primi quattro anni che stavo qua pensavo sempre che più sarebbe passato il tempo più mi sarei abituata e avrei fatto meno fatica. sinceramente ho sempre pensato che l'integrazione andasse a pari passo con la lingua. che gran cazzata. ora so la lingua e bene o male so dire tutto ma faccio più fatica ogni giorno che passa. e ogni volta che parlo con qualcuno che vive qui da anni come me mi confermano la stessa cosa. dieci anni fa mai e poi mai mi sarei immaginata di fare questa vita qua.
nessun di noi sta male male. hai uno stipendio, se sei fortunato fai pure un lavoro che ti piace, hai le tue cinque settimane di ferie all'anno, hai il tuo appartamento, hai il tuo cerchio di amicizie, hai l'amico argentino che fa sempre figo tornare a casa a natale e parlare allo zio che non è mai andato oltre Trento dell'amico argentino eppure vivi sempre a metà e tutto ciò è impossibile da spiegare a chi non viva o abbia vissuto nella stessa situazione.
boh. come tutta la mia vita, boh
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kon-igi · 28 days ago
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LA SCATOLA DEL DOLORE
Non basta essere appassionati di qualcosa per diventare automaticamente dei professionisti specializzati, altrimenti il mondo sarebbe pieno di ginecologi e androloghe e infatti per ciò che riguarda il dolore e la sofferenza io non mi ritengo né esperto né professionista, però dopo tanti anni passati a calpestare questa bella terra in balia di mie e altrui fortune altalenanti, posso perlomeno affermare che in genere, se ne parlo, è perché so di cosa parlo.
Esistono differenti tipi di dolore e altrettante differenze scatenanti ma da che ho memoria ho sempre visto entrare nella mia vecchia casa a Viareggio persone con le lacrime agli occhi e poi uscirne, se non proprio sorridenti, perlomeno più serene.
Il fatto è che nella quasi totalità dei casi si trattava di madri e di padri che avevano perso i propri figli e le proprie figlie, genitori desiderosi di chiedere ai propri cari se Oltre ci fosse ancora sofferenza o invece la pace e la serenità che si auguravano.
Mio papà e mia mamma sono stati per la quasi totalità delle proprie vite Mulder e Scully de'noantri, però al contrario: mia mamma vedeva gli spiriti e ci parlava e mio papà scacciava infastidito i negromanti che conficcavano spille nelle loro bamboline per vendicarsi che gli rubavano il lavoro e pure gratis.
Nessun giovane spirito, però, ha mai parlato ai propri genitori - più grande è il dolore meno possibilità ci sono di attingere alle emanazioni della Cosa Una - invece queste madri e questi padri disperati hanno ritrovato una quiete interiore parlando non di chi è andato oltre ma di chi è rimasto.
Io sono forte con i dolori che conosco e assolutamente impreparato e fragile anche solo a pensare al dolore che non è ma che potrebbe essere. Anzi, che per forza di cose sarà.
Che cos'è, allora, la scatola del dolore?
Si tratta di una serie di espressioni emotive che ho incontrato in questi ultimi anni e che ho voluto fissare in una metafora visiva.
Noi siamo scatole, contenitori viventi delle più variegate emozioni che si agitano ad ogni nostro agire, sbattendo contro il nostro cuore e risuonandoci dentro.
Quando subiamo il lutto di una persona a noi cara, diventiamo contenitori di un'unica emozione, enorme, ingombrante e onnipresente: il dolore.
Immaginate il dolore come una palla rossa che a ogni nostro movimento sbatte contro il cuore e ci rimbomba dentro di sofferenza e disperazione. Apriamo gli occhi al mattino e ZAC! una coltellata al cuore, saliamo in macchina e ZAC!, apriamo la porta di casa ZAC! e così in ogni aspetto della nostra vita.
Poi un giorno succede qualcosa di strano... apri gli occhi al mattino e la coltellata non arriva: la palla rossa del dolore non ha colpito il cuore ma... c'è ancora! Rimbalza ovunque ma non tutti i movimenti la fanno sbattere là dove fa più male.
Ma... la palla del dolore si è forse rimpicciolita?
Non sembra sia più piccola, solo che colpisce meno frequentemente il cuore e col passare del tempo la sua capacità di ferire sembra diventare sempre più rara.
No, non è più piccola... è diventata più grande la scatola.
La persona è cresciuta intorno a quel dolore, lo ha accettato, compreso e lo ha reso più piccolo del posto in cui all'inizio esso sembrava spingere e spadroneggiare.
Non lo ha dimenticato, non lo ha seppellito, non è fuggita ma vi è cresciuta faticosamente intorno, fino a che il suo flebile manifestarsi non si è presentato come una piccola fitta di nostalgia velata di sorriso stanco.
Questo è il dolore, quando troviamo la forza di abbracciarlo e comprenderne le oscure motivazioni, perché oltre la cortina di pioggia del rimpianto e del desiderio di non sentire più, la via prosegue senza fine e i nostri sogni appartengono già al domani.
P.S.
Se il vostro dolore sembra essere troppo grande e la vostra scatola troppo piccola, cercatemi su telegram come kon_igi... magari non parleremo con gli spiriti ma vi posso assicurare che se avrete bisogno, cercherò di arrivare alla prima luce del quinto giorno. Quindi all'alba guardate ad Est! ❤️
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Bella idea del contest
Ball gag / lips gag
Clip labbra vagina
Plug/dildo nel culo
E visto che ti piace …pisciarti addosso in vasca con questi giochini indossati
Invece io devo proprio ricredermi. L'idea era carina se io fossi qui come sola porca esibizionista
Non è così. Ed è sorprendente di quanti piccoli pezzi siamo fatti
Sono maiala, sono esibizionista, sono triste, spregiudicata, malinconica,libidinosa, zozza... E tanto, tanto altro
Ma sempre e cmq per l'uomo che ho scelto, oppure per me. Non obbedisco e non soddisfo le fantasie di nessun altro. È più forte di me.
E lo so che avrebbero dovuto solo essere suggerimenti, ma alcuni messaggi sono particolarmente fastidiosi.
Non mi sento a posto e lo so che fa sorridere dopo quello che alcuni di voi hanno visto su altre piattaforme, ma c'era sempre qualcuno di "discretamente mio" che guidava i miei desideri, o semplicemente cercavo di rimanere incollata alle sensazioni che altri mi avevano fatto provare
Mi spiace, molti non capiranno, ma avevo messo le mani avanti fin da subito
Ora sono satura.
Vado.
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😉
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ricorditempestosi · 1 year ago
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la sensazione di non appartenere a nessun posto:
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orotrasparente · 4 months ago
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penso che una delle sensazioni più difficili da affrontare è quando ti senti perso, non hai nulla a cui appigliarti o anche solo un appoggio su cui sostenerti, ti sembra di vagare in un posto dove nulla ti è familiare e nessun posto sembra appartenerti, non sei né arrabbiato né triste, semplicemente non sei più tu e non riesci più a capirti
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millepoesie · 2 months ago
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La lezione più difficile che ho imparato quest’anno è stata come rialzarmi da tutto e andare avanti senza le persone che pensavo sarebbero sempre state al mio fianco, ma che purtroppo non è mai stato così. Ho capito che, a volte, devi fare tutto da solo, perché l’unica persona che può davvero rimetterti in piedi sei tu. Nessun altro lo farà al tuo posto.
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angelap3 · 6 months ago
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L'amore adulto non si cerca.
Non lo compri.
Non si conquista.
L'amore adulto cresce e si espande tra due cuori presenti e disponibili.
Ecco un evento magico.
Due persone disponibili non si trovano per necessità.
Non vengono a coprire nessun posto vacante.
Non sostituiscono nessuno.
Non prendono il posto di qualcuno che c'era prima.
Due anime disponibili si guardano con rispetto e si dicono:
Tu con te e poi con me. lo con me e poi con te.
Alejandro Jodorowsky
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donaruz · 4 months ago
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I ROMANI quando tracciavano le vie consolari SCIEGLIEVANO il POSTO più SICURO dal punto di vista IDROGEOLOGICO.
QUANDO tracciarono la Via Emilia la tracciarono vicino all' appennino perchè più a valle era tutta una palude ( Padus da cui deriva il nome del fiume PO , pianura Padana , Padania ecc ) . Questo perchè da sempre i fiumi fino a che hanno molta pendenza corrono veloci ed asportano materiale dal fondo provocando frane sui lati ( come in tutte le montagne ) , a volte scavando profondi gole e canaloni .. Il materiale asportato contribuisce a formare le pianure alluvionali come appunto la Padania oltre che nei punti più profondi delle paludi instabili come il mitico lago Gerundo tra i fiumi Adda , Po e Serio.
Ad un CERRO PUNTO , con l'aumento della popolazione , per strappare terreno fertile l'uomo ha costruito degli argini in terra ai fiumi di pianura imbrigliandoli entro gli argini. Il materiale che viene giù dalle montagne si deposita dentro gli argini alzando il fondo del fiume . Per evitare le alluvioni gli idraulici senza laurea del passato ( senza computer e senza tanti calcoli TR 25-TR50 -TR200-TR500 , ma con badile e carriola in legno ) avevano 3 SOLUZIONI , DRAGARE il FONDO e buttare la terra nel lato esterno dell'argine rinforzandolo , fare delle ampie golene sempre con il materiale asportato e togliere tutti gli alberi all'interno del letto del fiume .
OGGI invece si fanno tante chiacchiere a cui seguono tanti calcoli , a cui seguono tanti pareri , a cui seguono tanti progetti , a cui seguono tanti appalti , a cui seguono tante mazzette , a cui non segue nessun lavoro perchè i soldi si sono dispersi e perchè il solito comitato ambientalista fondato da 3 persone che vivono in città al quinto piano blocca tutto in nome della natura.
Mario Mazzacani
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canesenzafissadimora · 21 days ago
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L'amore adulto non si cerca,
Non c'è.
Non lo compri.
Non si conquista.
L'amore adulto cresce e si espande tra due cuori presenti e disponibili.
Ecco un evento magico.
Due persone disponibili
non si trovano per necessità.
Non vengono a coprire nessun posto vacante.
Non sostituiscono nessuno.
Non prendono il posto di qualcuno che c'era prima.
Due anime disponibili si guardano con rispetto e si dicono:
"Tu con te e poi con me.
Io con me e poi con te."
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Alejandro Jodorowsky
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amespeciale · 8 months ago
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"Ho voglia d'andarmene,d'andarmene in qualche posto dove sia veramente al mio posto,dove m'ingrani.
Ma il mio posto non è in nessun luogo:
io sono di troppo"
La nausea,J.P.Sartre
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