#nervo scoperto
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la tristezza è il mio riposo, la rabbia la mia benzina
.
serena per mia apatia, sarò acqua in un'altra vita
per ora sono pazzia, la mia analista è in terapia
da quando mi odio, mi confesso
sono tua adesso, il tallone è scoperto
una striscia di sangue sopra il cartongesso
.
perdo peso e corpo
recco, svengo e dormo
pur di evitare di soffrire faccio la colpevole
per coprire e custodire questo nervo debole
un arbusto cagionevole che fa le spine spesse
per ferire chi lo pesta perché non l'ha visto bene
ora provo a star bene, ti amo e ti sta bene
mi ami e stiamo bene
sono la peggio beffa per chi sceglie di volermi
ma sono la meglio bestia per chi paga per vedermi
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cos'è che ti manca?
cos'è che mi manca?
non lo so
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Dalle risposte dei grillocomunisti credo di aver toccato un loro nervo scoperto. Indignazione ai massimi livelli: "Non sono antisemita, sono gli israeliani a essere ebrei!"
via https://twitter.com/ottogattotto
Fateli parlare, confesseranno tutto da soli.
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Galimberti parla del senso... anzi, si concede di parlare della costruzione di senso (della propria vita). https://www.youtube.com/watch?v=Li7zkSn-AQk In realtà parla poi del senso tragico dello spirito greco, che è un bel ar-dire. Anche se un po' peso l'argomento, dagli tempo- dopo i greci il tragico non esisterà più. Dice. le tragedie di Shakespeare non sono realmente tragiche, perchè il cristianesimo, dopo i greci, permeerà il senso della vita in europa con la speranza. Anche nel tragico, quindi, indirettamente. La maledetta speranza. Penso. Quella che oggi non esiste. I greci erano invece immersi nella totale tragicità della vita, intrinseca e drammaticamente irrevocata nel destino umano. Il destino non ha senso, la vita porta alla morte, e la vita è intrinsicemante ingiusta. Inadatti alla vita. diceva non so chi, qualcuno tra Eschilo e Nietsche - che quando Sileno viene per caso catturato da re Mida, questi gli promette la libertà solo se risponde a una domanda. Una di quelle domande che si chiedono solo agli dei.
quale è la cosa più desiderabile (il sommo bene) per l’Uomo. Sileno sibila perentoriamente: «Non essere nato, non essere, essere niente» "Il sommo bene per l'uomo", dice , " è non essere mai nato." E aggiunge, " e una volta nato, morire quanto prima!". Eh sì, non io che tocco un nervo scoperto della nostra vita, dimmelo.
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Ci sono giorni così sbagliati, che vorrei saltarli di netto. Tutti quei giorni pieni d'assenza, in cui è l'assenza stessa a toccare un nervo scoperto...
- Fabio Privitera
Julia Petrova art
Buonanotte...🌙
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Lord Henry uscì in giardino e trovò Dorian Gray che affondava il viso nei grandi grappoli di lillà e ne beveva avidamente il profumo, come fosse vino. Si avvicinò e gli posò la mano sulla spalla. « Fate bene » gli sussurrò. « Curare l’anima con i sensi, curare i sensi con l’anima. » Il ragazzo sobbalzò e si ritrasse. Era a capo scoperto e le foglie gli avevano scompigliato i riccioli ribelli, aggrovigliandone i fili dorati. Aveva un’espressione allarmata, come quando si è svegliati di soprassalto. Le narici finemente cesellate fremettero e un qualche nervo nascosto scosse le labbra rosse, e le lasciò tremanti. « Sì, » continuò Lord Henry « questo è uno dei grandi segreti della vita: curare l’anima con i sensi e i sensi con l’anima. Voi siete una creazione meravigliosa. Sapete più di quanto credete di sapere e meno di quanto vorreste. » Dorian Gray corrugò la fronte e voltò la testa dall’altra parte. Non poteva far niente per sottrarsi al fascino di quel giovane alto e raffinato che gli stava vicino. Lo intrigava quel suo romantico volto dal colorito olivastro e l’espressione esausta. C’era qualcosa di assolutamente irresistibile nella sua languida voce dai toni bassi, e perfino le sue mani fresche e candide come fiori avevano per lui uno strano incanto: mentre parlava, si muovevano nell’aria come musica e sembravano possedere un loro linguaggio. Ma aveva paura di lui, pur vergognandosi di aver paura. Perché era toccato a uno sconosciuto rivelarlo a se stesso?
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Sono più rare, ma diversamente stimolanti e intriganti, le donne che hanno un vero e proprio periodo refrattario, come gli uomini, dopo l'orgasmo.
E' venuta quasi repentinamente, tutt'a un tratto, durante la penetrazione, senza che facessi alcunchè di diverso, forse perchè la punta del mio cazzo ha toccato un "nervo scoperto", in qualche piega nella sua cavità.
L'ho sentita contrarsi, mi sono fermato per sentire il suo sesso pulsare, ha ansimato forte e emesso versi rauchi, viscerali, diversi da tutti quelli precedenti. Poi è arrossita, guardandomi e accarezzandomi il viso come se dovesse confortarmi. Mentre ero ancora fermo, duro e dritto dentro la sua pancia, mi ha chiesto quasi timidamente se potevo tirarlo fuori, se me la sentivo di aspettare. Le serviva una mezz'oretta, mi ha spiegato, per recuperare la sensibilità, per poter godere di nuovo. Mi ha accarezzato con estrema delicatezza, per tutto quel tempo, come nel timore che andassi in pezzi, che mi disunissi.
Dopo, si è data tutta al mio piacere, come se più dell'orgasmo, la gratitudine l'avesse ricolmata.
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VENTUNESIMO SECOLO - di Gianpiero Menniti
MASCHILE E FEMMINILE: IL MUTAMENTO PROFONDO
Tra le fonti del romanzo "Le Streghe di Shakespeare" c'è un testo singolare.
Anni fa, parecchi anni fa (fine anni '80, primi '90 del secolo scorso) venni incuriosito da un titolo inconsueto, "Occidente misterioso - Baccanti, gnostici, streghe: i vinti della storia e la loro eredità".
A interrogarmi non era solo l'esordio del libro ma il nome dell'autore, Giorgio Galli, scomparso nel 2020, storico e politologo milanese di riconosciuto valore.
Inaspettatamente, l'insigne docente di storia delle dottrine politiche aveva dato alle stampe un volume per raccontare che i vinti nascosti della storia fossero spesso alcuni "modelli femminili di visione del mondo", relegati nell'impulsività mistica e quindi osteggiati per la loro forte carica emotiva, in apparenza contrari alla genesi razionalista delle società considerate progredite e naturalmente, cosa più importante, ai loro assetti.
Dal mondo antico fino all'età moderna.
Dunque, sostiene Galli, nei «passaggi cruciali della costruzione dell'Occidente come civiltà, le tensioni e i conflitti tra "femminile" e "maschile" hanno avuto un ruolo superiore a quello sinora loro accreditato.».
Ancora più singolare fu l'accoglimento della robusta e davvero interessante tesi di Galli: il sistema accademico italiano lo sospinse in un limbo di marginalità.
Il suo libro venne in altri casi fortemente criticato come si fosse trattato di uno "scivolone" dell'illustre cattedratico.
Aveva toccato un nervo scoperto il buon Galli?
Nessuno, a mia memoria, entrò mai nel merito della sua proposta interpretativa, certamente molto avanzata in quel torno di fine millennio.
Lo studioso non si arrese e negli anni successivi coltivò il filone.
Galli aveva indirettamente chiarito, argomentando con dovizia, quanto fosse rimasto fervente, nel corso di un lunghissimo arco di tempo, il fiume carsico dei diritti in capo al genere femminile, la portata storicamente rilevante degli assetti sociali costituitisi anche sul contrasto verso rivendicazioni ritenute eversive e infine si basasse su quell'antica polarizzazione anche l'origine dei fermenti politico-sociali che attraversarono l'800 e il '900, secoli nei quali si è consumata la formula stantia della superiorità "maschile", ormai ampiamente decaduta e oggi in procinto di crollare definitivamente.
Si badi: non si tratta di ridurre la storia a una divisione di potere e contropotere tra i sessi (sarebbe una grossolana fandonia) ma di saper cogliere, come Galli riuscì a fare, l'importanza di questo dinamico confronto socio-culturale percorrendo l'arco del pensiero e dunque della civiltà occidentale.
Tutti i processi storici sono segnati da avvenimenti che fanno da detonatore, come recenti e tragici casi di cronaca nera insegnano da noi.
E che osserviamo in misura ancora più rilevante in scenari distanti dal nostro modello: gli accadimenti in Iran, con la "polizia morale" che massacra ragazze indifese, sono l'esempio lampante della discrasia tra un potere reazionario e una società che sul riconoscimento delle libertà individuali in capo al genere femminile e dell'habeas corpus in particolare, arriverà ad abbattere quelle obsolete forme di dominio e con esse l'intero assetto sociale, dello Stato e dei fondamenti religiosi sui quali si regge.
Quando accadrà - e accadrà anche se le martiri saranno ancora molte - quale corso prenderà la storia in Medio Oriente?
Dunque, in relazione causale, nel resto del globo?
Nessun cambiamento di status si è mai affermato pacificamente.
Ma il cambiamento è in atto, ormai segnato e inarrestabile.
Ed è, in non rare occasioni, coinciso, quando racchiuso in termini avanzati (poichè esiste anche un conservatorismo di stampo femminile non meno intransigente e detestabile) con il ruolo delle donne.
Questo sostengo facendomi breccia, implicitamente, attraverso il buon Galli, storico acuto e politologo lungimirante.
Gli idioti (nel significato originario greco) non se ne avvedono.
Gli imbecilli (nell'etimologia latina) tentano di contrastarlo.
Ne "Le Streghe di Shakespeare" l'argomento è scavato ancora più profondamente, in chiave antropologica.
Fino a contemplarne l'origine.
Sepolta in un abisso scabroso.
Nelle immagini: "Grande Dea Madre", periodo Paleolitico, collezione Mainetti, New York
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Osservare i propri processi mentali, interni ed energetici, è un’autoterapia potentissima.
Osserva come reagisci quando qualcuno tocca un tuo nervo scoperto, rimette le mani su un’antica ferita, ed immediatamente ti ritrovi nel sottosopra, senza punti di riferimento, coi piedi letteralmente staccati da terra.
In quel momento, con chi stai dialogando veramente?
Non e’ il tuo collega
Non e’ il tuo partener
Non e’ la tua amica
E’ un qualcosa di antico che sta li da anni, dalla tua infanzia ( probabilmente da prima, potrebbero anche essere tendenze karmiche)
Allora puoi depotenziare il tuo attuale ‘nemico’, ricollocarlo al posto giusto.
Riprenderti il tuo potere personale, e ricentrarti, dedicando energia all’osservare il TUO processo interno.
Quali emozioni si sono agganciate?
Quali parti del corpo sono andate in tensione?
Quali conseguenze la tua mente ti fa attendere?
Quale nodo e’ stato toccato?
Chi e’ il Vero interlocutore?
Ritornando a te, puoi utilizzare l’energia dell’offesa, dell’insulto, dello sgarbo.
( chiaramente ci sono situazioni dove e’ anche necessario effettivamente fare qualcosa per proteggersi, ma sono casi estremi…)
Nella maggior parte dei casi, osservando, a fondo e senza giudizi, non si presenta più quella situazione.
E se si ripresenta, in poco tempo riuscirai a sistemarla dentro te.
Claudia Crispolti
Proprietà letteraria riservata:
Ai sensi della legge sui diritti d’autore e del codice civile,
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con qualsiasi mezzo: elettronico, meccanico, fotocopie,altro.
È incoraggiata la condivisione dei testi, mantenendo integro il contenuto, e citando l’autore
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e, se apro bocca, ti ferisco, il mio supplizio della goccia
il fatto di essere testardo e ci impazzisco
lei che sboccia, io marcisco nella vodka che ricolma quest'abisso
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se non ci sei, no, non mi cambia
dico sempre che è tutto okay
sveglia alle sei, ma non guardo l'alba
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serena per mia apatia, sarò acqua in un'altra vita
per ora sono pazzia, la mia analista è in terapia
da quando mi odio, mi confesso
sono tua adesso, il tallone è scoperto
una striscia di sangue sopra il cartongesso
tipo che da un po' dal cesso al letto, il solco
adesso sesso o dopo? Perdo peso e corpo
recco, svengo e dormo
pur di evitare di soffrire faccio la colpevole
per coprire e custodire questo nervo debole
un arbusto cagionevole che fa le spine spesse
per ferire chi lo pesta perché non l'ha visto bene
ora provo a star bene, ti amo e ti sta bene
mi ami e stiamo bene
sono la peggio beffa per chi sceglie di volermi
ma sono la meglio bestia per chi paga per vedermi
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È stata una sfida alla cancel culture e una vittoria contro l’ossessione della correttezza politica di questo nostro tempo.
È stato soprattutto un trionfo con standing ovation "Un ballo in maschera" che Riccardo Muti ha diretto con la Chicago Symphony Orchestra (CSO) giovedì, in forma di concerto. Un evento, anche perché eseguito con la frase originale del primo atto del libretto, dura verso i neri. E cantare
"s’appella Ulrica dell’immondo sangue de’ negri”
a Chicago, dove i conflitti razziali sono un nervo scoperto, è stato un gesto forte.
«Ho voluto lasciarla perché cambiare il testo non cambia la Storia, mentre conoscerla nella sua crudeltà è importante per le nuove generazioni», spiega Muti.
«L’ho fatto perché Verdi non è un razzista e quella frase disumana, in bocca al personaggio del giudice, è per denigrare lui, non la maga “nera” a cui è rivolta, che viene difesa dagli altri nella stessa scena. Verdi era una persona di grande moralità, oltre che un grande musicista, voleva attaccare la legalità cieca, non i neri. Quando l’ho spiegato, ho chiesto al tenore Lunga Eric Hallam se si sentisse disturbato a cantare la frase. Lui, sudafricano, nero, mi ha detto: “Maestro, no problem”».
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di Anna Bandettini | 25 giugno 2022 riccardomuti.com
Foto Napolifanpage
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Si arrabbia perché sa già che ti lascerà e quindi hai toccato un nervo scoperto.
Proprio la cosa giusta da dirmi per farmi sentire meglio in questo momento, eh?
Ma che cazzo raga... ce l'avete un pizzico di empatia? Intelligenza emotiva? Niente?!
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Lavandini che sbadigliano/27
«Fermi tutti! Sono Trizio!»Perfetto, si disse. Tutto attorno a lui era come silenzioso, in attesa che lui proseguisse o qualcosa del genere.Samantha fu quasi fiera di lui: aveva allora toccato un nervo scoperto o cosa? Ma decise di non aggiungere nulla, anche perché forse era stato lanciato un incantesimo a sua insaputa.Il capo dei lavandini e la professoressa De Lavandis avevano il cuore…
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I LUOGHI DELL'ANIMA
Il viaggio di oggi ci porta in un luogo mai illustrato e citato a dovere, ma che in realtà conserva molto della sua magia e della sua suggestione di bellezza nonostante il tempo che passa propenda più per uno sviluppo non solo "urbano" ma pure tecnologico ed anche esasperato per una incontrollata gestione del territorio.
Siamo in Umbria, sulle sponde del Lago Trasimeno e precisamente a San Savino che invitiamo a conoscere in questo articolo e al link al termine della lettura.
In prossimità del'emissario artificiale del lago Trasimeno, su un piccolo colle, sorse, per volontà di Piero degli Atti di Todi, nel 1006 un monastero fortificato dedicato a San Savino, santo martire di Sulmona. In quel periodo di guerre continue però che opponevano Perugia alle confinanti città toscane, il castelletto fu abbattuto e perfino il monastero sparì, tanto che nel censimento del 1282 il luogo è indicato come 'villa', cioè borgo, abitato da sole 14 famiglie. Nel 1310 il Comune di Perugia fece fortificare di nuovo il paese, provvedendolo di mura elicoidali con un alto cassero triangolare, uno dei tre masti a tre lati delle fortezze del Trasimeno (con Passignano e Castiglione del Lago). Per ripopolare il paese Perugia offrì anche un ''casalino", cioè una piccola casa a quanti volessero andare a risiedervi.
Nei periodi di crescita del lago, San Savino restava facilmente isolato, e ciò offriva una maggiore sicurezza per il difficile accesso al colle. La cinta muraria si è conservata in buone condizioni ed il monumentale cassero, se pur danneggiato, mantiene ancora la sua imponenza. In cima al cassero era nato un olivo che crebbe notevolmente, finché un paio di decenni or sono fu dovuto abbattere perché minava la sicurezza della torre.
Vicino alla base del piccolo colle c'è la paratoia dell'emissario artificiale del lago Trasimeno, costruito dai Romani e fatto ripristinare ai primi del 1400 da Braccio Fortebracci da Montone, all'epoca Signore di Perugia.
Cenni storici
Nonostante numerosi ritrovamenti archeologici attestino significative presenze di insediamenti altomedievali intorno alle colline che abbracciano la costa orientale del Trasimeno, il primo documento che menziona l’esistenza del piccolo borgo di San Savino data al 1006, quando, per iniziativa del conte Pietro Attone, della nobile famiglia degli Attoni di Todi, sorse sulla cima di questo colle semideserto un monastero, dedicato al santo martire di Sulmona, di cui oggi non rimane traccia alcuna se non nella toponomastica del borgo. A protezione del convento e dei suoi monaci lo stesso conte Attone iniziò la costruzione della fortezza a base quadrata, a una sola porta d’ingresso con arco a sesto acuto e una sola torre dall’insolita forma triangolare, probabilmente suggerita dalla geomorfologia del sito. Completato definitivamente intorno al 1180, il castello di San Savino fu ben presto travolto dai decenni di continue guerre e passaggi di eserciti che insanguinarono il contado perugino fino alla fine del XIII secolo, costringendo la città capoluogo impegnata nello sfibrante braccio di ferro con la vicina Cortona, a ricostruirne all’inizio del secolo successivo, le mura difensive, dotandole di merlature. La posizione elevata, dominante l’intero versante sud orientale del Trasimeno, rappresenta la testimonianza più immediata della funzione difensiva di importanza strategica per Perugia e il suo contado subito affidata al castello di San Savino, che insieme agli altri borghi fortificati della costa, costituiva un organico sistema di controllo per una zona economicamente importante e militarmente pericolosa, data la vicinanza al confine politico col libero feudo di Castiglione del Lago, per tutta l’età medievale e moderna nervo scoperto del contrabbando cerealicolo e ittico fra il comune di Perugia prima e lo Stato Pontificio poi, e il Granducato di Toscana. La cronica emigrazione che aveva colpito il borgo a causa delle guerre, riducendo la popolazione quasi esclusivamente ai monaci del convento, costrinse le autorità municipali perugine a emettere una serie di provvedimenti organici che garantivano il possesso di case e il godimento di particolari benefici agli abitanti delle vicine zone di Pian di Carpine e di Montecolognola che avessero voluto trasferirsi al castello di San Savino.
Il risultato di questa operazione politica, dettata ancora una volta dalla necessità di mantenere il controllo della costa del lago, fu però piuttosto deludente: i magionesi non si mossero. Furono invece gli abitanti dell’Anguillara e delle vicine località lacustri a riedificare le case interne alle mura del Castello e a iniziare una prima espansione edilizia anche fuori dalle mura. Attività di importanza strategica per l’economia della zona, la pesca nel Trasimeno attirò subito le attenzioni dell’amministrazione pontificia, a tal punto da spingere papa Paolo V nel 1566 ad emanare una Costituzione con cui ordinava la costruzione e il mantenimento di un porto immediatamente a ridosso del colle e ad esclusivo servizio degli abitanti del paese, di cui oggi resta soltanto un pallido ricordo nel porticciolo, sede della lavorazione della canna palustre, nei pressi dell’oasi naturalistica. La centralità della tutela del Trasimeno nell’economia dell’amministrazione del libero comune perugino, della provincia pontificia, dello Stato unitario è testimoniata dalla costruzione dell’emissario proprio ai piedi del castello. Il 21 maggio 1462 l’acqua del lago iniziò il suo nuovo corso, dopo quello datole dai romani, per opera di Braccio Fortebraccio.
Dopo i dibattiti sette-ottocenteschi legate alla ipotesi di prosciugare il lago, alla fine del secolo XIX, il 9 marzo 1896, presero il via i lavori per un’ulteriore e moderna sistemazione dell’emissario: l’inaugurazione di questa importante opera fu festeggiata con una cerimonia ufficiale a San Savino, che ospitò in quell’occasione i ministri del tesoro e delle finanze, il sottosegretario di stato per i lavori pubblici, senatori e deputati in gran numero, il sindaco di Perugia, nonché i giornalisti dei principali quotidiani nazionali. Se del monastero da cui il paese ha preso il nome, oggi non resta nulla, anche le due chiese parrocchiali entrambe interne al castello, la Chiesa di Santa Maria Maddalena e della Madonna del Rosario, non esistono più, soppresse nel 1889 e sostituite dalla nuova chiesa fuori le mura, costruita a metà del XVIII secolo e consacrata al Santo eponimo dal vescovo Franco Riccardo Firmiani. Nei suoi interni si può ammirare un bellissimo crocifisso in legno, oggetto di devozioni popolari, mentre sopra l’altare maggiore spicca una tela raffigurante San Savino che assiste un malato, su cornice di stile barocco.
Al link successivo potrete venire indirizzati ad altro sottolink che vi indirizzano ai luoghi più suggestivi e interessanti di San Savino.
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Come sono venuti i capelli?
Stai frustando un nervo scoperto.
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Lungo articolo dedicato al film d'esordio di Paola Cortellesi. Nel mirino la rivoluzione di genere che, secondo il quotidiano economico-finanziario britannico, in Italia è rimasta incompiuta Paola Cortellesi in una scena del film 'C'è ancora domani' "'C'è ancora domani' tocca un nervo scoperto della cultura macho in Italia". Così il Financial Times titola un lungo articolo sul film d'esordio alla regia di Paola Cortellesi, prendendo di mira la rivoluzione di genere che, secondo il quotidiano economico-finanziario britannico, in Italia è rimasta incompiuta. La pellicola, campione di incassi nel 2023, con oltre 34 milioni di euro realizzati nelle sale italiane, ha superato blockbuster come 'Barbie' e 'Oppenheimer'. "In Italia rivoluzione di genere incompiuta" 'C'è ancora domani', ricorda il Financial Times, è ambientato a Roma subito dopo la seconda guerra mondiale e si apre con un uomo che schiaffeggia la moglie appena sveglia e ancora a letto, dicendole 'Buongiorno'. "E' un ritratto di una famiglia del proletariato - scrive il quotidiano - alle prese con la violenza domestica quotidiana, in un'epoca in cui le donne italiane erano considerate proprietà della famiglia, anche dalla legge". Volevo fare "un film contemporaneo ambientato nel passato", spiega a Ft la Cortellesi, anche interprete e co-autrice della sceneggiatura di 'C'è ancora domani', girato in bianco e nero e distribuito da Vision. L'intento è quello di aiutare la giovane figlia dell'attrice e regista a capire la battaglia delle donne italiane per i diritti e la dignità: "Gli uomini pensano ancora che le donne siano di loro proprietà", osserva la Cortellesi al quotidiano britannico, il quale ripercorre i progressi legislativi del nostro Paese in tema di diritti, dal divorzio all'abolizione del 'delitto d'onore', fino al passaggio dello stupro, nel 1996, da delitto contro la morale a delitto contro la persona. "Per adesso, 'C'è ancora domani' - scrive il Financial Times - sembra destinato a rimanere un punto di riferimento per la rivoluzione di genere incompiuta in Italia". E la Cortellesi aggiunge: "I diritti delle donne non sono eterni - bisogna sempre vigilare e restare in allerta". E conclude: "Il mio intento è quello di far sì che le ragazze escano dalla sala con la volontà e il desiderio di sentirsi libere". {} #_intcss0{display: none;} #U1174709699KIC { font-weight: bold; font-style: normal; } #U1174709699SwE { font-weight: bold; font-style: normal; } #U1174709699BsC { font-weight: bold; font-style: normal; } #U11747096991WE { font-weight: bold; font-style: normal; } Fonte
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Garcia cela la verità in una battuta: “Il problema di Raspadori sono Osimhen e il 4-3-3”
DIRETTA TV Lo streaming in diretta di questo programma sarà visibile su KRITERE.COM Kritere.com è il servizio gratuito che permette di guardare anche all’estero tutti i canali TV italiani, film on demande e eventi sportivi. 4 Novembre 2023 Il tecnico francese s’affretta a sottolineare come attenda il ritorno del nigeriano, ma tocca un nervo scoperto nella riflessione sul modulo migliore per la…
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