#nervi: a pezzi
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moonlattae · 2 months ago
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allora. attualmente sono appena entrata nella fase di isolamento e continuo a dire a tutti che ultimamente mi sento a cavallo, quando non è vero per nulla. l'altro giorno sono uscita con un mio amico a cena, che mi fa no comunque tu non somatizzi nulla, hai la pelle sempre bellissima, poi a fine serata mi è preso dal nulla un momento d'ansia pazzesco e sono andata in bagno a vomitare. sono tornata a casa in taxi.
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raffaeleitlodeo · 28 days ago
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stamattina mi sono svegliato ed ero vivo ho aperto gli occhi: c'era il soffitto che conosco e un materasso aderente alla mia schiena ho di nuovo ricevuto questo dono e neanche ho scritto la letterina ho poggiato i piedi a terra e le mie gambe mi hanno portato in cucina in piena autonomia caffè colazione eccetera tutto sembra circolare discretamente, liquidi, particelle di cui ignoro il nome viaggiano a velocità folle per fini misteriosi lungo nervi e vene non morirò di fame né di freddo
ieri ero a pranzo da Stefano, c'era cibo sulla tavola, vino da bere per tutti, ospiti parole, pezzi di vita, qualche guaio, qualche gioia, risate il sole, fuori, per il tempo concessogli, dispensava luce e calore non so dire se ciò possa chiamarsi felicità ma il solo fatto di porsi la domanda la fa somigliare molto dunque grazie a questo complesso di circostanze che qualcuno chiama caso, fortuna, culo, destino o con il nome proprio di qualche divinità per me è indifferente, ciò che conta è la parola chiave: grazie
Fabio Magnasciutti, Facebook
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subbydream · 5 months ago
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To the asshole dickheads at Arese that broke into our car and stole my backpack with my iPad: Spero vi vengano le emorroidi, spero vi vengano le carie fino ai nervi così dovete togliervi i denti, spero che quando sbattete il mignolo a uno spigolo vi si rompa in 100 pezzi e spero il mio iPad prenda fuoco spontaneamente. Brutti stronzi nulla facenti.
(trasl: "i Hope you get hemorrhoids, I hope you get caries down to the nerve so they have to pull your teeth, I hope you break your pinky toe when you hit it on a corner and I hope my iPad spontaneously goes up in flames. Ugly pieces of shit who contribute nothing to society")
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men4de · 1 year ago
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tw: dismorfofobia dca quel cazzo che ho di marcio nella mia testa
buongiorno stamattina avevo il pensiero di prendere un taglierino e staccarmi via pezzi di carne. non vedo l'ora che arrivi il fresco perché il caldo acuisce tutto. continuo a pensare che dovrei andare dall'estetista, dal chirurgo estetico, dal personal trainer. ma poi sono soldi soldi e soldi che partono per una cosa frivola. sono sempre sull'orlo di una crisi di nervi che ignoro
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lareginadelmondomarcio · 10 months ago
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Riapro gli occhi. Resto sola, in attesa sul bordo del letto. Trucco in faccia, vestiti addosso, speranza dentro. Aspetto e so che non arriverà. File di persone davanti alla cassa al supermercato, davanti ai bagni di scuola, alla fermata del bus, è un continuo attendere. Il tempo vola e noi non abbiamo ancora imparato a volare. Arrivo alle 17/17.30, attesa lunga, minuti infiniti. Alle 18 sono li, ancora un po, pugni stretti, capelli sciolti, nervi a mille. Strappo secondi dal orologio e li sostituisco con lunghi minuti. Il tempo passa, passa e alle 21 andiamo, ma andiamo? Ti guardo in volto, il tempo è soggettivo, ti strappo gli occhi e per terra una pozza di sangue. Senti bruciare, poi fuoco vero. Ti odio, ti amo e ti detesto ancora. Sei cupo, io sprizzo raggi di sole accecanti. Tu non vedi, non puoi vedere, calpesto gli occhi tuoi col tacco della scarpa, pugnale in mano e ti strappo il cuore. Pulsa sotto le mie dita fredde e godo mentre sputi sangue sul pavimento. Con l'ascia separo il tuo corpo in cinque perfette parti, mani e gambe poi corpo. Ora in sei, mani e gambe e corpo e testa. Sei pezzi da rimettere insieme, ora ti squarcio in due e faccio uscire organi, budella a destra sulla terra scura, cuore ancora in mano, sinistra fegato e stomaco poi reni, polmoni tra la testa e il nulla e milza accanto la gamba destra. Ti strappo il tuo fedele amico, riproduttore, donatore di vita. A terra ora giace l'amore e l'oggetto da me amato. Ti mangio il cuore, il sangue sui miei seni fin sulle gambe. Tu non ritardi, non mi lasci più in attesa. Mi siedo accanto, un colpo alla testa e cado. Mi hai aspettata, la mia morte arriva tardi. M'arriva. Il corridoio buio accoglie la mia figura come un sacrificio a Lucifero. Mi appoggio al muro alla mia destra. Le gambe tremanti e il respiro corto. Pezzi di vetro. Frammenti infiniti di specchi rotti. Fa freddo. Sento urla dietro alle porte per poi vedere sangue su ogni superficie. Mi aggrappo al muro, a me e ad ogni speranza che mi resta. Un passo, dopo un passo e dopo un passo ancora. E cado pesantemente sul pavimento appiccicoso. I pezzi di vetro mi si conficano nel corpo magro. In mano un frammento di specchio. Mi guardo. Maledetta curiosità. Non vedo. Non ho occhi. Non ho naso. Non ho la bocca.  Una superficie netta di un corpo che non è mio. Mi tocco il posto dove una volta erano i miei occhi. Due buchi profondi. Sento sotto le dita pezzi di nervi. Carne che sembra viva. Brucia, ma continuo a premere sperando che in fondo ci siano i miei occhi. E buio dopo buio e dopo buio ancora.  Il sangue ricomincia a scorrere e lo sento bagnarmi il viso. Mi cede la testa in avanti. E chiedo a Lucifero aiuto. Riesco ad alzarmi in piedi.
Lucifero.
Non ho occhi ma vedo.
Lucifero.
Non ho naso, ma respiro l'aria acre della mia morte.
Lucifero.
Non ho bocca, ma urlo.
Lucifero.
Non ho vita, ma vivo.
Lucifero.
E tu, tu prendimi, curami ogni ferita. Che solo tu tra tutti vedi il male dove c'è il bene. Quindi guardami. Distruggimi. Prendi il mio corpo e spezzalo in due. Le mie viscere sul freddo pavimento e il mio sangue che sia il bagno caldo per te. Che sei il mostro ed io la bestia. Che a fare patti con te si muore. E io che vivo insieme alla mia morte, muoio. E sono tua, corpo e anima. E ricomponimi dopo la morte. Che io sia per te arma per la gloria e tu che sia per me eterna salvezza.
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turuin · 2 years ago
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Odio questa stanchezza caffeinata che mi fa sentire i nervi come tanti piccoli pezzi di vetro che si agitano in una scatola di metallo. Non posso dormire, e qualsiasi cosa faccia mi riesce male.
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imaryathings · 5 months ago
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[ Lo specchio di fronte, un labbro rotto, i nervi a pezzi, ma sempre il bello, l’altero e allegro Boris B. Ryžhj, che cosa priva di gusto sarebbe, ora tagliarsi le vene con un innocuo rasoio. Vivere è difficile e scomodo, però è comodo morire.]
Portami lungo viali vuoti,
parlami di qualche sciocchezza,
pronuncia vagamente un nome.
I lampioni piangono l’estate.
Due lampioni piangono l’estate.
Cespugli di sorbo. Una panchina umida.
Amore mio, resta con me fino all’alba,
poi lasciami.
Rimasto come un’ombra offuscata,
vagherò qui ancora un po’,ricorderò tutto,
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso fra cinque minuti sparirò.
Boris B. Ryžhj, da “La nuovissima poesia russa” - Traduzione di Valeria Ferraro
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moonlattae · 4 months ago
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oggi ho i nervi a pezzi....
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destroyyyyy · 6 months ago
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"20:20"
esprimo il desiderio di conoscerti a fondo
fino a perdermi
dentro tutto il mondo,
smembrarmi nell'universo
per confondermi
con ciò su cui si posano
i tuoi occhi.
esprimo il bisogno
della tua faccia sorridente accanto
per avere sempre davanti
il ricordo
di quello che c'è di bello,
mi riempie di gioia vederti contento!
esprimo la voglia di essere
un punto fermo
quando si scatena l'inferno
e tutto è buio,
e correre dentro una ruota
per accendere una lampadina
e poi ricominciare la vita.
esprimo il bisogno di averti accanto
quando perdo il senno
e comincio a blaterare
per calmare
i nervi tesi
e correre dappertutto,
mi basta che tu vegli
e poi entri nei miei sogni.
esprimo la voglia
di vivere quell'amore
che ho sempre sognato,
essere giovani insieme,
bere,
e prenderci quello
che ci siamo negati!
quando tutto era pezzi,
eravamo soli...
tempi vecchi...
credere è la mia visione
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nosferatummarzia-v · 6 months ago
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Trama
modifica
Laura, una ricca fanciulla di origini inglesi, vive col padre in un isolato castello della Stiria austriaca. Da molto tempo aspetta l'estate che dovrebbe trascorrere con la nipote del generale Spielsdorf, ma la giovane, sua coetanea, muore misteriosamente.
In una notte di luna piena, mentre Laura è in giardino con le governanti e il padre, una carrozza esce di strada proprio davanti al suo castello. Le viandanti sono un'elegante signora e sua figlia che per il colpo è svenuta. Dopo i primi soccorsi la signora racconta di avere delle faccende urgenti da sbrigare, così il padre di Laura si offre di ospitarne la figlia sino a quando non tornerà. La signora accetta la cortesia e confida al gentile signore che sua figlia è cagionevole di salute e soggetta a crisi di nervi. Così la misteriosa donna riparte in tutta furia, lasciando lì la giovane. La fanciulla in questione, di nome Carmilla, dall'incarnato splendente e con lunghissimi capelli scuri dai riflessi dorati, è molto bella e ha più o meno l'età di Laura, che rimane estasiata dalla visita, vista la prematura morte della cara nipote del generale. Carmilla e Laura stringono subito un forte legame; Laura adora la nuova compagna che le dimostra molto affetto e tenerezze forse inusitate, ma nonostante ciò non può non notare alcune strane abitudini dell'amica: si desta molto tardi, odia i canti religiosi e assomiglia in modo incredibile ad un dipinto di Mircalla, contessa di Karnstein, che duecento anni prima fu la signora di quella terra.
Nel frattempo si avvicendano vari eventi strani: la morte di numerose fanciulle nel villaggio, una terribile visione onirica che provoca a Laura una strana malattia, le scomparse notturne di Carmilla e infine l'arrivo del generale Spielsdorf. Per sbrigare una questione urgente, Laura, suo padre e il generale si recano alle rovine di Karnstein e durante il viaggio il generale racconta gli eventi concernenti la morte della nipote: durante un ballo lui e la nipotina conobbero una bella dama e sua figlia Millarca che fu ospite a casa loro, ma dopo poco tempo la fanciulla si rivelò un vampiro mentre sua nipote cominciò ad avere strani sogni, si ammalò e morì. Nel frattempo arrivano a Karnstein, dove la bellissima residenza cade in pezzi; il generale allora comincia a narrare la storia di quel luogo e dei suoi signori, i Karnstein, che furono creature spietate e sanguinarie. Mentre Spielsdorf narra questi eventi giunge la giovane Carmilla e riconoscendo in lei la terribile Millarca subito cerca di colpirla, ma Carmilla lo blocca senza sforzo con la sua delicata mano e poi svanisce. Il generale non ha più dubbi e in attesa di una certa persona va al castello con Laura e suo padre.
Arriva dunque un esperto di vampiri, il barone Vordenburg, e insieme alla compagnia - tranne Laura - torna alle rovine di Karnstein dove tra i rovi viene ritrovata la tomba della contessa Mircalla. Quando viene aperta, al suo interno non vi si trova uno scheletro, bensì la bellissima Carmilla integra nella sua immortale bellezza intinta nel sangue. Così la creatura viene giustiziata, le si conficca un paletto nel cuore, viene decapitata e le sue spoglie sono bruciate. Laura non assiste alla fine atroce dell'amata amica, ma conosce i raccapriccianti particolari grazie al resoconto della Commissione Imperiale.
Il barone Vordenburg infine svela gli arcani di questo caso a partire dal nome della vampira: Carmilla e Millarca sono semplicemente anagrammi del nome della contessa Mircalla. Duecento anni prima un suo antenato della Moravia arrivò in quella zona della Stiria dove conobbe e s'innamorò della giovane Contessa Mircalla, ma la cagionevole fanciulla morì presto. Il barone aggiunge anche che i vampiri originali prendono vita quando giovani persone muoiono in situazioni drammatiche attaccandosi al mondo terreno e questo temeva fosse il caso di Mircalla. Il suo antenato conosceva bene come venivano uccisi i vampiri e per evitare che la sua amata subisse lo stesso trattamento ne nascose la tomba. Soltanto nella vecchiaia ripensò a ciò che aveva fatto e così scrisse un resoconto sul caso di Mircalla e su come ritrovare la sua tomba. Così dopo duecento anni, in cui Mircalla, Millarca o Carmilla aveva seminato morte per restare eternamente giovane, il demonio viene ucciso. Laura, tuttavia, non riuscirà mai a dimenticare l'amata amica.
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silfideoli · 10 months ago
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E quindi ora sto assumendo fermenti lattici, mentre il sole inizia a riscaldare questa bollente primavera ed io cerco di combattere anche la mia maledetta bronchite.
Cosa ha causato tutta questa cagionevolezzza? Boh , eppure non mi sto seriamente preoccupando d'alcun che. Non ho nervi a pezzi, non ho disprezzo , stanchezza o che so altro.
Sono scesa dall'aereo che mi portava a Roma dal Cairo, alle 2.00 e faceva semplicemente freddo e bruciava maledettamente la gola.
Quindi mah...
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Ma qualcuno sa dirmi esattamente perché passiamo al mercato libero?
E non rispondete "per risparmiare" perché il mercato libero é più costoso e oltretutto più instabile
E sembra che la risposta sia: entriamo obbligatoriamente nel mercato libero per colpa del nucleare!
Sembra ci sia anche la grossa fregatura, insomma, serve a mettervi continuamente i nervi a pezzi, come faceva la Vodafone, come fa il Galaxy, per intenderci...
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decadentdjentleman · 1 year ago
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I POVERI MUOIONO PRIMA
I comunisti e i problemi di oggi
Eliminare la nocività ambientale [pt.2]
I ritmi di lavoro. - Questo aspetto si è aggravato più di ogni altro negli anni recenti, quando si è avuto un aumento della produzione realizzato con gli stessi macchinari, con un numero inferiore di operai, con i cronometristi che misurano ogni movimento e rubano ogni momento di pausa. Un operaio di 27 anni della FIAT Mirafiori ha raccontato: << Quando dopo otto ore di lavoro ritorno a casa, mi piacerebbe leggere, star dietro alle cose che succedono, aggiornarmi su quanto avviene per non vivere da bestia: ma ora non ce la faccio più. Ho la testa svuotata, continua a ballarmi davanti agli occhi il contatore della pressa, e ho solo una gran voglia di dormire e di riposarmi per essere domani in grado di ritornare sulla linea >>. Operai con la testa vuota, con i nervi a pezzi, ritmi biologici che vengono stravolti dal ritmo della produzione, funzioni dell'organismo che vengono prima alterate, poi gravemente compromesse: questi fatti sono la regola nelle fabbriche italiane. Quando non bastano i cronometristi si ricorre ai calcolatori elettronici, per abolire ogni pausa ed ogni tempo di riposo, per eliminare ogni flessibilità dei ritmi biologici. Quando non bastano i calcolatori, e si vuole forzare ulteriormente, si ricorre persino ai farmaci, al doping come per i ciclisti: nella fabbrica di Rhodiatoce di Pallanza ed alla Zoppas di Conegliano, medici compiacenti ai voleri padronali somministravano agli operai esausti pillole antifatica, sostanze stimolanti per bruciare le residue energie dell'organismo. La donna lavoratrice sente prima e più dell'uomo l'usura del lavoro in fabbrica perché vi giunge già stanca. Per l'operaia delle grandi città si ha un triplo lavoro: alle 8 ore nell'azienda sono da aggiungere altre 3-4 ore di attività domestica, ed 1-2 ore di trasporto. Queste tre fatiche non si sommano soltanto: si moltiplicano fra di loro. Mentre nel passato la fatica muscolare trovava un limite nella spossatezza dell'organismo, ora la fatica nervosa non ha più freni: questa fatica, per l'operaia, nasce nella fabbrica, prosegue nel messo di trasporto, e si conclude nelle faccende di casa. Non vi è neppure il riposo che deriva dal cambiare fatica: anche l'attività casalinga, nella nostra società (nella quale << il progresso consiste nel possedere tante macchine per faticare di meno, che occorre faticare tutta la vita per pagarle >>) diviene sempre più una funzione organizzativa, responsabile e logorante, per le carenze della scuola, degli asili, dei trasporti, per le basse retribuzioni, per le preoccupazioni del fitto e delle rate. La donna, conquistando il diritto la lavoro, perde cosi il diritto al riposo.
I salari. - I bassi salari esistenti in Italia, come la disoccupazione che batte alle porte delle fabbriche, sono motivi che spingono (se non esiste una pressione della società che costringa a rispettare la salute degli operai) ad accettare lavori nocivi, cottimi logoranti, orari eccessivi, od a ricercare un secondo lavoro. Insieme all'insufficiente ammontare delle retribuzioni, i lavoratori richiamano l'attenzione sul danno causato dal modo come sono congegnate due componenti del salario: il cottimo e le indennità di lavoro nocivo. Sul cottimo, un operaio del Cantiere navale Ansaldo di Genova ha detto: << Un elemento nocivo alla salute è il cottimo, che imprime a ciascuno di noi una situazione di orgasmo tale, che non ci consente di produrre serenamente. Abbiamo il rischio della salute prima, e del poco guadagno dopo, perché col cottimo non abbiamo mai l'idea precisa di quanto realizzeremo alla quindicina. Bisogna quindi eliminare i cottimi e ridurre l'orario di lavoro. Questi sono i due fattori fondamentali che vanno collegati per ridurre la nocività >>. Le indennità di lavoro nocivo sono ancora assai diffuse, anche perché si è nutrita a lungo l'idea che fosse possibile compensare in moneta una malattia, o si è coltivata l'illusione che far pagare un salario più elevato per le condizioni di nocività ambientale potesse costituire, verso i padroni, un incentivo alla prevenzione, mentre ciò rappresenta, al contrario, un alibi per poter mantenere le condizioni di lavoro logoranti. Ecco come funzionano le indennità di lavoro nocivo alla Ceramica di Sestri: << Noi abbiamo ottenuto - racconta un operaio - una quota per i lavoratori che lavorano in ambienti polverosi, cioè una cifra orario di 7 lire che poi è stata portata a 12 lire. Questa viene sommata annualmente e fa una certa cifra che viene adoperata per mandare in vacanza quegli operai che sono colpiti da silicosi, ma questi spesso rinunciano, e prendono invece i soldi, che sono 7.000 lira all'anno. Secondo me, sbagliano a non usufruire di quei dieci giorni di aria buona, se non riusciranno a guarire staranno meglio >>. Viene da domandarsi: staranno davvero meglio questi operai, respirando aria pura per 10 giorni e silice (una polvere che rende i polmoni come di sasso) per 355 giorni dell'anno? Oppure è preferibile rinunciare alle vacanze, e prendere come indennità di lavoro nocivo 7.000 lire per ogni anno di lavoro in ambiente pieno di silice, che accorcia la vita di almeno due anni? Il dilemma è chiaramente assurdo: per uscirne, non vi è altra strada che lottare per eliminare la polvere, la nocività, dell'ambiente di lavoro; e per ottenere, contemporaneamente, salari che non costringano a barattare la propria esistenza per poche migliaia di lire.
Continua...
Testo di Giovanni Berlinguer, 1968
-A cura della Sezione stampa e propaganda del PCI
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celestica-1988 · 1 year ago
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"La creazione di uno spirito sovraeccitato. Devo prendermi cura di te, mio tesoro. Non hai i nervi fatti per le forti scosse." "Stia certo che i miei sensi non mi hanno ingannato. Quell'essere era vero, e il fatto è realmente accaduto. "E i tuoi sogni precedenti erano veri anche quelli? Thornfield è una rovina? E io son diviso da te da ostacoli insuperabili? Ti ho lasciato senza una lacrima, senza un bacio, senza una parola?" "Non ancora." "Sto per farlo? Ecco, il giorno che ci deve unire indissolubilmente è già cominciato; e una volta uniti, questi terrori immaginari non avranno più luogo: te lo garantisco." "Terrori immaginari? Lo fossero! E ora lo vorrei ancor di più, dal momento che non può spiegarmi il mistero di quella terribile visitatrice." "Se non posso spiegarlo, Jane, deve essere per forza non vera." "Signore, così mi dissi alzandomi questa mattina, e girai gli occhi intorno per prender coraggio dalla presenza dei cari oggetti familiari alla piena luce del giorno: ma ecco sul tappeto, a smentire la mia ipotesi, il velo strappato in due pezzi da cima a fondo."
-Jane Eyre, Charlotte Bronte
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Cosa fai quando tutto ciò che ti circonda sta cadendo a pezzi?
Cosa fai quando anche ogni minimo dettaglio, parola o disguido fa saltare in aria i tuoi nervi e inizi a piangere dal nervoso?
Cosa fai quando vorresti smettere di esistere per non essere più un peso per nessuno?
Cosa fai quando con la tua situazione di confusione mentale ferisci l'unica persona che ti ha reso felice in tutto questo tempo e che ti è stata accanto in situazioni in cui tutti sono scappati e che ami?
Cosa fai quando non hai il coraggio di scegliere e inizi a sentirti egoista?
Cosa fai quando stai male?
Io cesso d'esistere.
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ilprofumodellapioggia · 2 years ago
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Dunque, sono membro di questa meravigliosa collettiva politica di persone neurodivergenti e queer, e ci occupiamo di rendere accessibili certi posti, informare la gente , e molto altro.
E io sono stra felice di questa cosa , siamo anche riusciti a creare un safe space alla Freek Pride , e facciamo domenica una formazione insieme ad altre collettive su come attivarsi in seguito a delle crisi, ecc ecc, tutto molto bellissimo
Mi sono anche conquistata il nominativo di “compagnə” , perche a quanto pare cosi ci si chiama nella “resistenza”
Ma…
La mia vita sta cadendo a pezzi e io devo fare COSE per stare in questa collettiva
Tipo stilare documenti, andare a stampare cose, mandare email..
E sostanzialmente fra la scuola, il lavoro, la casa, frida, la collettiva, e un pizzico e dico un minuscolo pizzico di vita sociale, sono sull’orlo di una crisi di nervi e non so piu quando dormire e voglio piangere
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