Tumgik
#nel frattempo cant help but clog the tag
useless-rambling · 3 years
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Talmente afflitta dal brainrot per Un Profe da non poter fare a meno di immaginare un crossover con gli altri pischelli romani di Skam Italia, dove Repressed Bi Manuel meets 'Doesn't Give a Single Fuck' Bi Elia Santini in un torrido agosto in cui Simone è in Scozia da sua madre.
1. A parlargliene è Chicco Rodi, che conosce chiunque aged 17 to 25 nonostante Roma conti milioni di abitanti. Portala da questo, c'ha un caratteraccio ma con le moto è un mago, dice a Elia in riferimento al catorcio a due ruote che ha recuperato da uno sfascio col solo scopo di infastidire suo padre.
2. Il lavoro da fare è tanto e il ricciolino perennemente imbronciato non sembra mai propenso a fare conversazione, ma Elia si ferma comunque al box a giorni alterni con la scusa di supervisionare i lavori, ché da quando tutti i suoi amici sono appaiati a gruppi di due i suoi pomeriggi sono diventati un po' più vuoti. Manuel lo guarda storto ogni volta che non accenna ad andarsene nel giro di cinque minuti, ma Elia non se ne preoccupa: lo vede dal modo in cui continua a fissare accigliato lo schermo del cellulare in attesa di chissà cosa, che tanto si sente un po' solo anche lui.
3. Manuel impara in fretta che Elia ama parlare dei suoi amici. Dei suoi amici e di un certo Filippo, di cui Elia spende la metà del tempo ad elencarne esasperatamente i difetti e l'altra metà a decantarne le lodi. È così che Manuel apprende che Filippo è tremendamente disordinato, che qualsiasi pianta gli venga affidata faccia una brutta fine nel giro di una settimana, che si dimentica sempre di avvitare il tappo del dentifricio dopo essersi lavato i denti e che russa ogni volta che si addormenta sul divano in quella posizione scomoda che gli tappa il naso. Ma apprende anche che Filippo è un ottimo fotografo, che è responsabile, che è sempre disposto a dare una mano e che si può sempre contare su di lui, che quelle camice dai motivi e colori improbabili e quei capelli color zucchero filato gli donano particolarmente.
Un giorno, vinto dalla curiosità, glielo chiede: "Ma sto Filippo, concretamente, chi è?" Elia, senza neanche smettere di smanettare col cellulare, gli risponde: "Uno che mi piace."
"Ma tu non stavi a uscì co' una?"
"Appunto, stavo."
"E ora ti piace sto Filippo?"
"Eh."
"Un maschio?"
"Zì, ma sei serio?" Replica Elia. "So' bisessuale. Hai presente o ti serve un disegnino?" Gli dice senza battere ciglio.
Certo che Manuel ha presente, non è mica nato ieri. È solo che sentirlo dire così, ad alta voce come se fosse la cosa più ovvia e naturale del mondo, lo mette a disagio per ragioni che ormai ha imparato a conoscere ma che non è ancora pronto ad ammettere neanche a sé stesso. Elia, dal canto suo, lo intuisce. Lo intuisce dal modo in cui i suoi occhi si sono spalancati quando ha pronunciato quella parola; dal modo in cui si è guardato immediatamente attorno per accertarsi che nel box non ci fossero orecchie indiscrete, come se Elia non stesse tranquillamente parlando di sé stesso ma gli stesse rivolgendo un'accusa implicita. Lo intuiva anche da prima, a dire la verità, dal modo in cui Manuel - riservatissimo - si è lasciato sfuggire di quel suo amico un po' testa calda che gli ha sfasciato la macchina ma che lo seguirebbe fino all'inferno; dal modo in cui la sua bocca si è aperta in un sorrisetto sghembo e inconsapevolmente innamorato, prima che lo sguardo gli si rabbuiasse di incertezza. Gli sembra di avere a che fare con una versione più testarda, sboccata e spaventata di Martino e vorrebbe ancora strapparsi i capelli dalla frustrazione al ricordo di tutti i casini in cui il suo amico si è cacciato durante quel periodaccio.
4. Così, un pomeriggio in cui non riesce proprio a placare quella fastidiosa sindrome da crocerossina che si è impossessata di lui, lo invita a fare serata con i Contrabbandieri&Co. Là, Manuel conosce Filippo, individuandolo tra la folla prima ancora che possano presentarglielo: gli basta seguire lo sguardo di Elia, che abbandona l'animata conversazione a cui stava partecipando nell'esatto momento in cui Filippo varca la porta del locale. Giovanni e Martino, appena se ne accorgono, lo afferrano per la collottola, strattonandolo e sghignazzando come iene e facendosi beffe di lui proprio là, davanti a tutti. Al suo posto, Manuel avrebbe sicuramente fatto a botte con entrambi, ma a Elia proprio non gliene può fregar di meno di sentirsi in imbarazzo: sta lì, a ridere e scherzare con gli altri come se non stesse aspettando altro che Filippo per sciorinare il suo vasto repertorio di orribili pickup lines - la gamba sinistra che continua a muovere ininterrottamente su e giù unico segno di quanto, in realtà, ci tenga. Manuel lo invidia un pochino.
5. Qualche giorno più in là, quando i lavori per aggiustare il catorcio stanno ormai per essere terminati, Elia si presenta al box con una vistosa camicia hawaiana che decisamente non è stata tirata fuori dal suo armadio e un sorriso che sembra gli stia spaccando il volto a metà. Manuel lo invidia tantissimo.
Lui non è stato altrettanto fortunato. Simone gli ha mandato un selfie con un ragazzo conosciuto a Glasgow - un gigante dai lunghi capelli rossi e il viso costellato di lentiggini che cinge affettuosamente le spalle di Simone - e Manuel sente la gelosia divampare come un incendio. Ne è talmente sopraffatto che quando Elia gli chiede come vada col suo amico (non gli sfugge il modo in cui ammicca) non può fare a meno di arrendersi ad essa.
"C'ha un altro." Gli dice, funereo. E piano piano, a fatica, che a sta cosa dei sentimenti per Simone deve ancora farci l'abitudine, racconta i loro trascorsi ad Elia.
"Vieni con me." Gli dice Elia, arpionandolo per un braccio e trascinandolo con sé. "Ti porto dal mago dell'amore."
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