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Pareri sul d.m. in materia di giustizia riparativa
Giustizia riparativa – Centri per la giustizia riparativa – Consiglio di Stato – Sezione Consultiva per gli Atti Normativi – Adunanza del 20 giugno 2023 Parere n. 974/2023 – data 28/06/2023 – Ministero della giustizia. parere-del-cds-sul-d.-m-.-in-materia-di-giustizia-riparativaDownload Parere del Garante per la protezione dei dati personali su di uno schema di decreto, avente natura…
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The most annoying thing about generic medieval fantasy slop is that most of it has basically nothing to do with real European history. Tolkien's stuff was based on folklore and myth from anglo-saxon England, so the omission of things like religion and social classes makes sense. But most modern DnD-like fantasy stuff is based on worlds that are much less mythical, and yet they're all exactly the same while having not much to do with real europe. There's no notable distinction between the names and languages of people from one country and another, they're all random european names that come from everywhere from Ireland to portugal to greece to Novgorod, with a few made up european-sounding names with no thought behind them. The exact way social stratification varied, like how some serfs from the HRE would be trained as knights and given valued positions as the emperor's Ministeriales; or the difference between serfs, free peasants who rent, free peasants who have common land, and gentry; or the antipathy between HRE Princes and the Free Cities' elites; or that the centralisation of the governments of the iberian crowns that was made possible by an increase in burghers who studied Roman Law and became Civil Servants; or how feudal lords didn't do much administration and were rarely even literate; is all completely ignored in favour of a worldbuilding-wise nonsensical stylistic mish-mash of anglo-saxon England, Arthurian Britain as imagined by the French, ancient-regime france and the late-medieval Hanse. I wanted to ask you something but I got lost in the rant, sorry
Don't matter, you can keep talking to me like that all night if you wish, in fact, feel free to get more comfortable over there
ahem
I'm very tired of the Middle Ages, even with well researched settings, I believe we reached a point of saturation. I do wonder when this omnipresence of the Middle Ages in fantasy came from, because while there are undertones of it in Tolkien for example, it doesn't scream Middle Ages (more of Arthurian and Anglo-Saxon legend though) I have a feeling there is more to this relatively Middle Ages obsession, because it's even widespread in pop-culture in a way that I feel other time periods aren't.
But what bothers me is the same as you Anon, the fact there is a lot of interesting things to explore about the Middle Ages, and instead it's treated as a shallow aesthetic, as a monolith that can be just used as decoration for your story. Because that's in fact my main complaint with worldbuilding, when cultures are treated as interchangeable monoliths, and then every setting is the same; and if your setting is generic and flat, it means that you could switch your characters to any other setting and that makes them generic and flat. And what is interesting about Middle Ages Europe is that people back then, like any past societies, had very different worldviews and very different ways of organizing their lives. You wouldn't just exchange a knight into a modern soldier or cop and it would be the same. The life of people back then was different, and I would expect a fantasy work inspired by that to reflect it.
Many don't seem to want to engage with that though. They want the aesthetics without any thought about the societies, culture, economics, dynamics that were there. And to be honest, at this point, those aesthetics are not even that compelling anymore.
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Il redditometro mostra con molta chiarezza come la vera opposizione la faccia il funzionariato ministeriale.
espunta dal Boni, un incipit dei suoi che centra perfettamente il tema ma poi come capita sovente mi scarroccia, focalizzandosi su menate minori che lo distraggono dal VERO GRANDE PROBLEMA mica solo italiano: il DEEP STATE.
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IL PD VUOLE SILENZIARE ANCHE LE AUTOPSIE
Strana, ma emblematica proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati dai parlamentari Lacarra, Carè e Serracchiani (tutti e tre eletti nelle file del PD), che vorrebbe imporre ex lege e in maniera ferrea le modalità di indagine scientifica con le quali dovrebbero svolgersi le autopsie sui morti in età pediatrica e giovanile.
Tra queste modalità spicca il divieto di ricerca della proteina spike e dei danni da vaccino. Non solo, i nostri tre ineffabili parlamentari vogliono blindare anche le commissioni che svolgono le autopsie che devono dunque uscire dalla prassi di selezione tuttora vigente. A svolgere le autopsie - per i tre ineffabili - dovranno essere medici appositamente selezionati da una commissione tecnico-scientifica ministeriale (corsi e ricorsi...) presieduta dal Presidente dell'ISS.
Insomma, la politica (quella compromessa con la liberticida politica vaccinale anti-pandemica) vorrebbe ora mettere il bavaglio anche agli anatomopatologi. Evidentemente c'è qualcosa da temere. (Fonte: Presskit)
Siam tre piccoli piddin
messi a guardia dei vaccin
Mai nessun la spike troverà
Tralalalalà 🎶🎶🎶
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Giorgio Bianchi
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ESPLOSIONE DELLA CRIMINALITA' IN FRANCIA
In media, ogni giorno vengono uccise tre persone, vengono commessi 600 furti con scasso e 330 persone sono vittime di violenza sessuale.
Queste non sono cifre di un romanzo distopico, ma l’amara realtà del 2024 in Francia. I dati pubblicati dal Servizio ministeriale di statistica per la sicurezza interna (SSMSI), preannunciati dal quotidiano “Le Figaro”, parlano chiaro: lo scorso anno sono state 1.186 le persone vittime di omicidio, con un aumento sconcertante del 28% rispetto al 2016. Sono circa 4.000 tentati omicidi.
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Benvenuti nella società - falsamente -multietnica.
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l Tar del Lazio ha bocciato il decreto ministeriale dello scorso 7 agosto scorso, che ha disposto l’inserimento nella tabella dei medicinali dei prodotti a base di cannabidiolo per uso orale, vietandone la vendita. La decisione accoglie un ricorso presentato il 3 ottobre dall’associazione Imprenditori Canapa Italia (Ici) disponendo la sospensione del decreto e rendendo, quindi, di nuovo consentito il commercio al pubblico dei prodotti.
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Ministri incapaci
Prima sparano una cazzata immonda e poi fanno il video per "spiegare". Ma abbiate almeno il coraggio di assumervi la responsabilità della vostra coglionaggine! Comunque sia, non si è mai vista una compagine ministeriale così inadeguata, Giorgia li ha proprio pescati da una fogna.
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Di turismo e misticismo
Premessa
Quando il secondogenito aveva due anni e mezzo siamo entrati in una chiesupola montana di 35 m² (ad esser larghi). Era la prima volta che entrava in una chiesa; mentre ci guardavamo intorno abbiamo sentito canticchiare “tanti auguli attè, tanti auguli attè” e ci siamo voltati giusto in tempo per vederlo soffiare sulle candele votive spegnendone una mezza dozzina davanti agli occhi inorriditi di una vecchina devota. Già dalla prima volta, portarlo in chiesa regala sempre qualche perla inaspettata.
Prima parte
Un inedito quanto gradito interesse del piccolo per gli affreschi del (meraviglioso) palazzo Farnese di Caprarola è culminato con l’arrivo alla stanza degli angeli, nella quale siamo stati sommersi di domande tecnico-teologiche su gerarchie e poteri angelici a cui eravamo tutto sommato impreparati. Dopo un momento di silenzio che ci aveva illusi di averla sfangata, se n’è uscito con “ma sono più forti, gli angeli, i jedi o i pokemon d’acqua?”. La royal rumble culturale che non ti aspetti. Il dibattito ha tenuto banco per tutta la visita ai giardini esterni del palazzo (che sono grandini) senza arrivare ad una vera conclusione, spodestato solo alla vista di una fontana piena di lenticchie d’acqua che ha fortunatamente spostato il focus su “sembra prato, ma è acqua!”.
Seconda parte
Nel duomo di Orvieto la (meravigliosa) cappella di San Brizio ha inevitabilmente riacceso un certo interesse per angeli e dintorni. È stato particolarmente complicato spiegare il concetto di giudizio universale “ma perché gli angeli suonano la tromba?” “per annunciare la fine del mondo” “vuoi dire la fine dell’inferno, sono angeli” “no no, quella del mondo” “perché fanno finire il mondo? ma allora sono cattivi!” e così via.
Di nuovo, un attimo di quiete è stato mal interpretato come conclusione del dibattito teologico, e mentre girellavamo nei sotterranei della cattedrale è arrivato a bruciapelo un “Ma dio esiste?” una signora che stava passando a distanza d’orecchio si ferma, ci guarda e fa “Domanda impegnativa! Quasi resto per sentire la risposta.”
La mia consorte non si scompone e inizia a rispondere che alcune persone ci credono, altre no, proseguendo con un excursus sulla pacifica convivenza di credenze molto più positivista di quello che sarei stato in grado di trasmettere io. Il fatto che l’esistenza di un essere divino possa essere oggetto di dibattito scuote dal torpore il pragmatico primogenito (fanciullo di poche parole prevalentemente a causa della logorrea del fratello) che in maniera molto tranchant-razionalista commenta “ma scusa, se una cosa esiste in qualche modo si vede e uno lo sa che esiste” inconsciamente citandomi uno dei momenti migliori di Tim Minchin e guadagnando la stima imperitura dal su’ babbo.
Non ricordo più come ma dopo qualche tempo il discorso si sposta sui reperti storici del museo del duomo e (inevitabilmente) cade sui pokemon e il piccolo decide di precisare che “i pokemon sono gli antenati dei dinosauri”. Commetto il grossolano errore di mettere in dubbio la veridicità storica di questa affermazione. Il piccolo s’incazza, ma di brutto. “Voi avete detto che se uno crede in dio va bene anche se voi non ci credete e io non devo credere che i pokemon siano gli antenati dei dinosauri! Ma se io ci voglio credere?” Attimi di smarrimento. Il ragionamento non fa una grinza. Valuto brevemente se tirare fuori la teiera di Russel. Desisto. I dinosauri da programma ministeriale si fanno in terza elementare, abbiamo ancora un annetto e mezzo prima di fare figure di merda con le maestre. “Ok, se questo è quello che vuoi credere, va bene”
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ARRIVA LA NUOVA FIGURA DELL’INFERMIERE DI FAMIGLIA
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La Regione Veneto ha inserito nel suo ordinamento sanitario la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità, una nuova professionalità a servizio delle persone, nata durante la pandemia, quando l’emergenza sanitaria ha portato alla luce la necessità di strutture e professionalità dedicate per l’assistenza territoriale. La nuova organizzazione della sanità territoriale nazionale ne prevede almeno 1 ogni 3.000 abitanti.
Secondo le linee di indirizzo ministeriali, l’infermiere di comunità, inquadrato come dipendente del servizio sanitario, lavora a livello ambulatoriale, domiciliare o, più in generale, nella comunità «Non solo un erogatore di assistenza sanitaria ma anche potenziale attivatore di servizi assistenziali». Questo nuovo ruolo nato per la valorizzazione della professione infermieristica, è finalizzato a rafforzare la presa in carico e la gestione proattiva dei bisogni di continuità assistenziale, di aderenza terapeutica, in particolare in soggetti fragili, per l’integrazione e il miglioramento dei servizi socioassistenziali. Gli infermieri di famiglia necessari in Italia nei prossimi anni saranno circa 20.000 e grazie ad un apposito percorso formativo che prevede un master universitario e percorsi specifici di tipo regionale, potranno gestire diversi livelli di complessità e di assistenza personalizzata, realizzando un nuovo modello sanitario più vicino alle persone, come previsto dal Decreto Ministeriale del 23 maggio 2022 n. 77 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”.
Il documento tecnico pubblicato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali denominato “Linee di indirizzo Infermiere di Famiglia o Comunità” rientra nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR).
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Fonte: Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali; Regione Veneto; foto di Thirdman
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"Stiamo cercando di fermare la guerra che è stata scatenata contro di noi usando il popolo ucraino". Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ripete la narrativa ufficiale del Cremlino sul conflitto in Ucraina e la sala scoppia a ridere. E' successo alla conferenza Raisina Dialogue in India, che ha avuto luogo dopo la riunione ministeriale del G20 a New Delhi. Lavrov è stato costretto a interrompere, e poi ripetuto tre volte: la guerra "ha influenzato, influenzato, influenzato" la politica russa. Il video è stato pubblicato dal Moscow Times e rilanciato dalla testata indipendente Meduza.
A me non fa ridere, pensando a quanti ancora credono fermamente nella propaganda russa.
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Divanisti e PRENDITORI
Divanisti e Prenditori.
Flavio Briatore: "Con la cultura non si mangia."
Basterebbe questa frase per farsi un'idea della persona. Briatore ce l'ha anche con quelli che, con un termine attuale, sono definiti "Divanisti", quei giovani che, secondo i pappardellari (politici e giornalai) sono a casa loro, comodamente seduti sul divano e aspettano il reddito di cittadinanza o qualsiasi altro sussidio (se esiste) e che non hanno voglia di lavorare e aspettano il lavoro sotto casa. Teoria smentita dai fatti se è vero, come è vero, che ogni anno 130.000 giovani se ne vanno via in Inghilterra, in Germania e perfino in Australia per fare i camerieri, i pizzaioli, i contadini eccetera.
Saranno mica fessi questi giovani che vanno via? Un motivo ci sarà. Cerchiamo di capire come stanno le cose. Cominciamo dalla paga.
Ambiente di lavoro. I giovani che se ne vanno a Rimini o in altre località turistiche in Italia, lavorando dieci, dodici ore al giorno, se sono fortunati, lavorando in un camping o un villaggio turistico, hanno la possibilità di avere un letto in una stanza in comune con altri lavoratori. Se sono fortunati. Diversamente hanno la possibilità di dormire nel retrobottega del locale, o se vogliono un alloggio decente se lo devono pagare. Con le paghe che ricevono, quasi sempre in nero, senza contributi, senza contratti di lavoro, senza nessuna garanzia, non conviene. Togli le spese dalla misera paga, ci guadagni di più se resti a casa e fai una vita dignitosa che a Rimini per essere trattato e vivere come un immigrato.
Una "Prenditrice", proprietaria di uno chalet sulla spiaggia di Rimini, durante un'intervista televisiva, dichiarò che: "E' vero, le paghe sono basse, ma intanto impari un mestiere.". Si fosse trattato della proprietaria di un ristorante cinque stelle Michelin, il ragionamento poteva anche avere una sua logica. Ma cosa impara un cameriere di un bar sulla spiaggia a Rimini? Dopo tre giorni ha già imparato tutto. Al massimo impara qualche frase di tedesco da un cliente berlinese che ordina "Spaghetti alla bolognese".
Veniamo ai "Prenditori".
Quelli avanti negli anni, o che per motivi di studio o per interesse personale, conoscono la storia della prima repubblica, sanno che esistevano le "Partecipazioni Statali" spesso una realtà ministeriale. La definizione delle Partecipazioni Statali, nell'opinione pubblica, dei giornali, e dei politici dell'opposizione era di un Ministero nel quale se l'impresa partecipata era in attivo, ci guadagnava il privato (gli azionisti) se era in rosso ripianava lo Stato. Ed era così, nella realtà. Un po' come succede anche oggi, per fare un esempio, con molte banche, grandi e piccole, che sono state salvate dallo Stato, che ha speso miliardi per salvarle dal fallimento, e oggi non pagano la cosidetta tassa sugli extraprofitti e si tengono quei soldi in capitale sociale, con gli azionisti che sono quelli che beneficiano di questa operazione.
Ricordate Berlusconi, quando diceva che i ristoranti erano pieni? Aveva ragione, ancora oggi è così. Provate ad andare al ristorante o in pizzeria durante l'estate o a Pasqua o nel periodo di Natale e Capodanno. Chiunque mi legga ha esperienza diretta di questo. Vi chiedono subito: "Avete prenotato?". Alcuni gestori lo chiedono in qualsiasi periodo dell'anno. In molti casi dovete aspettare che si liberi un tavolo, in tanti altri il tavolo non c'è. Ma quanti sono i ristoranti e le pizzerie in Italia?
Sono 340.000, dati ufficiali dell'associazione di categoria. Per quelli che non si fidano o per i pignoli, ho fatto un po' di calcoli che aggiungo solo per un'esigenza di chiarezza, ma potete risparmiarveli. Quelli che possono, volendo, tutti i giorni, ma anche quelli che non possono e si concedono un pasto o una pizza fuori casa saltuariamente, conoscono bene la situazione che descrivo.
Bene. Fcciamo una media tra quelli che hanno più di trecento posti tavolo, e non sono la maggioranza, (quanti saranno, il 20 il 30 per cento a voler essere generosi?) e quelli che ne hanno cinquanta o meno e sono il 70 per cento. Viene fuori una una disponibilità giornaliera di 42.500.000 posti tavolo.
30% di 340.000 = 102.000 x 300 = 30.600.000 +
70% di 340.000 = 238.000 x 50 = 11.900.000 =
Posti tavolo disponibili giornalieri 42.500.000
A questo punto, dovete detrarre, come più vi aggrada, secondo la vostra opinione, i turisti. Quest'anno boom di turisti.
https://www.confcommercio.it/-/turismo-in-italia
Il turismo interno ha visto "solo", mediamente, 12.000.000 di italiani che si sono spostati. Ultimo dato e smetto di annoiarvi con i numeri. Chi mi legge non è come un pappardellaro, che vive su un altro pianeta. Sa bene che noi siamo un paese di evasori, dove un commerciante, un professionista, dichiara al fisco meno di un operaio, che i "ricchi" sono molti di più di quelli "noti" come Briatore. Ma anche, senza voler usare questa parola, che tanto spaventa chi può, anche quelli "abbienti" sono molti. Chi di voi non conosce un meccanico, un macellaio o altro che ha tre, quattro appartamenti di proprietà e così via.
Ecco, basta questa categoria di persone per riempire i ristoranti o le pizzerie. Ma ci sono altre categorie per le quali il ristorante o la pizzeria sono un lusso che raramente, o mai, possono permettersi: i pensionati con pensione da fame, i lavoratori che anche se lavorano guadagnano un salario che li mette nella fascia dei poveri, i disoccupati e così via. Se non dici anche questo sei un pappardellaro. E quando un pappardellaro, che sia un politico o un giornalaio, dice che i ristoranti sono pieni, non vi dice tutta la verità. Dire mezza verità equivale a dire mezza bugia. La verità è che, mediamente, da dieci anni a questa parte, 130.000 giovani lasciano il nostro paese in cerca di paesi più civili che non li sfruttino e che li valorizzino. E per una immagine, per l'apoteosi della pappardella, se ne avete voglia, rileggetevi il mio post e integratelo con quello che succede oggi: costringiamo giovani medici, specializzati, ad emigrare e "oggi" importiamo medici dall'estero (indiani, cubani e da chissà quale altro paese.). E ribadisco: Ma si può essere più coglioni di così?
I "Prenditori" ci hanno ammosciato l'anima per decenni con "Il Mercato", la "Legge della domanda e dell'offerta" e questi due enti non ammettevano morale, sottigliezze o distinguo. Bene, seguissero questa legge grazie alla quale si sono arricchiti per decenni e ne traessero le conseguenze: se la domanda di lavoratori è alta e non se ne trovano... bisogna aumentare l'offerta. Senza pappardelle come la formazione, i centri dell'impiego e tutte le scemenze di cui si riempiono la bocca tutti i giorni.
TWITTER @Maledetta logica
Fb augusto.alvino.3
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¿QUE SON LAS NORMAS?
La norma jurídica es una regla u ordenación del comportamiento humano dictado por autoridad competente de acuerdo a un criterio de valor y cuyo incumplimiento trae aparejado una sanción. Generalmente, impone deberes y confiere derechos. Son normas jurídicas no sólo las leyes, sino también los reglamentos, órdenes ministeriales, decretos y, en general, cualquier acto administrativo que genere obligaciones o derechos. Cabe agregar que constituyen norma jurídicas, las emanadas de los actos y contratos celebrados entre particulares o entre estos y órganos estatales cuando actúan como particulares, sujetándose a las prescripciones de derecho privado.
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Publicado por Lizeth zapata
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CONSEJOS PARA JOVENES SIERVOS DE DIOS
Este blog, tiene mucho de mi experiencia vivida en el ministerio, consejos que me dieron, tropiezos que tuve y victorias ganadas, en mi caminar diario como siervo de Dios. Mi primera experiencia en la preparación teológica, inició cuando tenía 17 años, terminando la secundaria, decidí prepararme de inmediato para servir al Señor, en el campo misionero o pastoral. A los 19 años me recibí de misionero con la misión BCM – Perú, y desde esa edad, han pasado 18 años sirviendo al Señor en diferentes campos ministeriales. Ahora que tengo 37 años, y estoy en campo misionero de fundación de iglesias, doy gracias a mi Dios, por mantenerme en su ministerio, por su gracia y misericordia.
No me considero un varón experimentado en la obra de Dios, porque conozco a tantos obreros, que han dedicado toda su vida a nuestro Dios y su servicio, pero considero que lo que el Señor me ha enseñado en mis 18 años sirviéndole, puede ser de bendición para tu vida personal, familiar y ministerial.
Quiero compartirles mi versículo favorito:
Filipenses 3.8 “Y ciertamente, aun estimo todas las cosas como pérdida por la excelencia del conocimiento de Cristo Jesús, mi Señor, por amor del cual lo he perdido todo, y lo tengo por basura, para ganar a Cristo”
CONSEJO #1: TRUSTWORTHY – DIGNO DE CONFIANZA
“Doy gracias a nuestro Señor Jesucristo, quien me ha fortalecido, porque me consideró digno de confianza para su servicio”. 1 Timoteo 1.12
Cuando estudiaba en el instituto bíblico en Lima, allá por el año 2003, recibí la clase de liderazgo. El maestro era el director de la misión BCM – Perú, y una de las palabras que se quedó grabado en mi corazón y en mi mente de su enseñanza es: “Trustworthy”, que en español es “Digno de Confianza”. El maestro hizo tanto énfasis en la importancia, de que el siervo de Dios, desde su juventud debe ser una persona digna de confianza, mejor dicho, que tu vida y testimonio debe ser tu aval para ejercer el llamado de Dios.
Ser una persona digna de confianza significa, que las personas no tengan de que acusarte, ni dudar de tu honorabilidad como un siervo de Dios. Esto toma trabajo, las personas, colegas, iglesias, te van conociendo, piden referencias de ti, investigan sobre tu persona, si en verdad eres una persona digna de pararte en su púlpito y predicar la Palabra de Dios con veracidad y poder, sin que nadie, que esté sentado allí abajo, pueda decir: “ pero como este pastor, misionero o líder, puede hablar sobre el perdón, cuando no perdona, como puede hablar del dominio propio, cuando no sabe manejar su carácter, como puede hablar del amor, cuando no ama como debería a su esposa, etc.”
Ser un siervo o sierva de Dios “Trustworthy” significa que pueden confiar en ti, plenamente, que no dudarán de tu persona, que si te confían una iglesia, un ministerio o vidas, lo harás bien, confiarán en tu trabajo en tu testimonio, que si te confían un dinero, para una causa, puedas con claridad rendir cuentas. El lider "digno de confianza" se caracterizará por ser transparente, diligente, veráz.
1 Timoteo 1.12 “Doy gracias a nuestro Señor Jesucristo, quien me ha fortalecido, porque me consideró digno de confianza para su servicio”.
Dios al ponernos y llamarnos para su servicio, nos tiene como fieles, nos considera dignos de confianza, el Señor ha depositado en nosotros el honor de servirle, porque así lo ha querido, nos ha llamado, porque para El, somos dignos de confianza.
En el camino habrá tropiezos, fallas y errores que podamos cometer, y pareciera que Dios se ha equivocado contigo, que ya no le eres útil, a ti te digo, levántate mi hermano. El rey David no fue desechado cuando pecó delante de Dios, sino que se humilló, fue perdonado y fue considerado “un varón conforme al corazón de Dios”. Tal vez las personas han perdido la confianza en ti, pero Dios nunca lo hará, es un Dios de oportunidades, seguirás siendo un siervo “Trustworthy” para El, si te humillas, le pides perdón, te apartas de tu pecado, y sigues adelante.
Conocí personalmente al misionero y Reverendo Rudy Neal Johnson, fundador de la “Misión Bíblica Bautista” en el Perú, cuando era anciano, y vivía en el departamento de Cusco, en Pisac. Habíamos realizado un viaje misionero a Cusco con un grupo de estudiantes del instituto bíblico. Un día conversando con él rumbo a un colegio, para realizar una actividad evangelística, me comentó, que había conocido a muchas personas, pastores, lideres. Pero muchos de ellos, se habían aprovechado de su amor por la obra de Dios, solicitándole dinero, supuestamente para usarlo en la obra de Dios, pero al final lo usaron para beneficio propio. Pero también me mencionó, que de entre todos (y lo recuerdo claramente), podría decir que tenía en mente una lista de pastores que eran dignos de su confianza, en los cuales confiaba plenamente y que nunca había dudado de su amor por Dios y su honorabilidad por el testimonio que tenían. De todos los pastores que me mencionó, quedé sorprendido por uno de ellos, porque mencionada a mi pastor "Marcos Figueroa", como una de las personas que eran dignas de su confianza, que nunca había visto en él, un deseo ambicioso de beneficiarse de su persona, sus recursos o su ministerio.
A esto me refiero, cuando tú fuiste llamado por Dios, te escogió para servirle y no para que te sirvas del ministerio, dejamos de ser dignos de confianza cuando vemos el ministerio del Señor como algo del cual podemos beneficiarnos, perdemos el rumbo, todo lo encaminamos hacia nuestro bienestar, nuestros deseos carnales y perdemos nuestro enfoque y testimonio. Perdemos la confianza, y las puertas se empiezan a cerrar.
Seamos siervos de Dios; “Trustworthy”, dignos de confianza, recuerda, todo es para la gloria y honra de nuestro Señor Jesucristo
¡La carta de recomendación del siervo de Dios, es su testimonio viviente!
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"Io credevo di essere forte sulla comprensione del testo. Invece evidentemente no. Perché, per quanto mi sforzi, io non riesco a capire come accidenti lo vogliono questo colloquio di maturità. Ministro, Valdi-Valdi, dammi retta un attimo, fammi capire, tu che siedi sullo scranno del potere.
E' "un colloquio multi e interdisciplinare".
Multi.
E inter.
Mi dici come si fa? Il sito del Ministero della Magia dice che la commissione "valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente". Aspetta aspetta. La commissione valuta le conoscenze. Io questa cosa qui vorrei che la tenessimo a mente un secondo, lì come il riporto delle moltiplicazioni lunghe. Come fa la commissione a valutare le conoscenze? A partire da un documento, un breve testo, un video, un disegno, un impianto, Loreto impagliato, il busto d'Alfieri, i fiori in cornice. Insomma, come quando chiedi una nota. Un accordo. Dammi un re maggiore. E il candidato va. Va da solo. Vola. Tipo quando prendi tra le mani la colomba ferita a cui hai tolto la fasciatura all'ala e le dici "va', sei libera!".
Splat.
Il candidato sulla base di questa sublime ispirazione inizia a ricamare e, lascia che te lo dica, Vald-emort, inizia una arrampicata libera con le unghie rotte sul vetro unto. Se poi arrivi tu, dall'alto soglio, a dichiarare "La prova orale sarà solo un colloquio, niente verifiche disciplinari. State sereni” io sto anche serena, eh, solo che non capisco. Cioè, al mio candidato, (che io sto al Professionale, ciao, cucù, ci siamo anche noi), fanno vedere uno spinterogeno. O un'occlusione dentale. Un pannello solare. Una roba così. Io, che insegno italiano, mentre sto serena e mentre lo faccio stare serena, senza verificarlo disciplinarmente per carità, che il Dio della Scuola mi strafulmini, cosa gli faccio? Lo guardo bovina? Mi faccio aria con una circolare piegata a soffietto con cui ho ottenuto un ventaglio artigianale? Oso domandare qualcosa? "Come ritieni che D'Annunzio avrebbe definito questa occlusione dentale?". Aspetto ch'egli (il candidato, non D'Annunzio) manifesti apertamente le sue competenze trasversali di equilibrismo creativo? Lo salvo, lo instrado, lo porto giù dove non si tocca dove la vida è loca? Perché facendo parte della commissione dovrei valutare le conoscenze, ce l'eravamo segnata questa cosa, no?
Epperò poi tu vai in televisione a dire "l’orale non consisterà in una serie di interrogazioni sulle singole discipline, ma sarà centrato, come prevede l’ordinanza firmata a marzo, su un colloquio fra lo studente e la commissione". Valdi, io a questo punto, nonostante l'esperienza maturata e l'attenta lettura della normativa ministeriale unita a una particolare cura nei confronti dell'interdisciplinarietà, il percorso formativo e di crescita e le competenze trasversali, volevo solo sapere...ma noi e lo studente che se dovemo di'?"
Non so chi sia l'autrice
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nell'era della fantomatica trasparenza amministrativa e della PA Digitale, stiamo raggiungendo vette di bizantinismo burocratico che anche l'amministrazione zarista di fine '800 sarebbe impallidita a confronto. Per inviare una fetente di nota ad un ufficio perifirico ministeriale, per la conferma o meno di dichiarazioni scritte a chiare lettere con tanto di allegati, siamo alla quarte telefonata col dirigente, che non sa se deve firmare lui o meno, che il tizio del protocollo fa si il segretario ma della direzione generale e non della presidenza, che in questo momento è in ferie e che quindi non si sa a chi chiamare per firmare ed inviare una chiavica di PEC (peraltro totalmente inutile). E poi dice che l'Italia va a puttane
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