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#milano architettura
fashionbooksmilano · 1 year
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Autobiografia grafica Graphic autobiography
Italo Lupi
Corraini Edizioni, Mantova 2013, 376 pagine, 21 x 26,5 cm, cartonato, ISBN 9788875703738
euro 50,00
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L’Autobiografia grafica di Italo Lupi è un libro complesso sul lavoro di questo protagonista della grafica, dell’immagine e del design che, nel corso della sua carriera, ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi fra editoria, moda, design, architettura.
Il progetto editoriale, curato da Italo Lupi, non ha un assetto tradizionale ma copre il lavoro di più 40 anni attraverso immagini, commenti, citazioni o articoli pubblicati su riviste per le quali Lupi ha collaborato.
Autobiografia grafica è stato selezionato nell'ADI DESIGN INDEX nel 2014 e ha ricevuto una Menzione d'Onore al premio Compasso d'Oro nel 2016.
È stato consulente di immagine de La Rinascente, di IBM italia, della Triennale di Milano, poi art director di Domus e direttore responsabile e art director di Abitare dal 1992 al 2007. Autobiografia Grafica è un volume completo che affronta la produzione di Italo Lupi a tutto tondo, dall’editoria, alle piccole architetture, passando per il disegno urbano e soprattutto per gli allestimenti temporanei o museali e con un tributo di riconoscenza e affetto ai maestri che lo hanno ispirato nel corso della sua carriera.
29/06/23
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lapolani · 1 month
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A cura di Andrea Branzi e Lapo Lani:
“Andrea Branzi. Mostra in forma di prosa”
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Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 - 20121 Milano
26 maggio 2024, ore 20:00~22:00
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architetturainterni · 7 months
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lapolani · 9 months
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Triennale Milano ricorda Andrea Branzi (1938-2023) con una proiezione speciale:
“Andrea Branzi. Mostra in forma di prosa”
A cura di Andrea Branzi e Lapo Lani
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Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 - 20121 Milano
13 ottobre 2023, ore 18:00
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#F R A N C A L A N C I#D i s e g n o S c u l t u r a F o t o g r a f i a D e s i g n M e t a b o l i s t i V i s i o n a r i#PENSIERO#L'arte non si fonda sulla chiarezza della costruzione razionale#non è assimilabile per sua natura ad un autosufficiente sistema intellettuale. Il suo intendimento#farne esperienza nasce dalla potenza del suggerimento dell'evento e del simbolo. L'arte è rivolta alla facies exterior dell'uomo in modo ta#allo spirito#al volto dell'uomo teso verso il suo stesso mistero.#Dell'arte perciò#non si può fare scienza#poichè è un evento#una fascinazione#capace di unificare evento sensibile e storia.#L'esperienza estetica è una emozione intellettuale#cioè una potenza che pur attraversando la ragione e la sua dialettica ti conduce a una visione emozionante diretta verso il cosmo inteso co#BIO#Massimo Francalanci Nasce a Firenze nel 1973. Il percorso accademico passa attraverso il Liceo Artistico di Firenze#Facoltà di Architettura di Firenze#ISIA#Politecnico di Milano. Durante gli anni di studio inizia il percorso lavorativo presso IACSA (International Advanced Centre for Space Appli#qui progetta strumenti e componenti per uso aeronautico ed aerospaziale. Prosegue la sua carriera con la specializzazione in calcolo e prog#Francalanci#svolge ricerca relativa allo studio dell'architettura Brutalista di scuola fiorentina e delle sue correlazioni con il Metabolismo Giappones#estetici e concettuali della ricerca di cui sopra vengono trasposti dal Francalanci in opere scultoree e disegni che porteranno allo svilup#fra il 2019 ed il 2020#produce oltre 150 opere scultoree in terra cruda. Ad oggi la linea di pensiero Metabolista Visionaria accompagna la sua produzione artistic#fotografie#sculture#elementi di design.#WEB OFFICIAL
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lapolani · 9 months
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Andrea Branzi e Lapo Lani presentano:
“Andrea Branzi. Mostra in forma di prosa”
Una produzione di Triennale Milano, a cura di Andrea Branzi e Lapo Lani, realizzata in occasione della 23ª Esposizione Internazionale: “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”, 2022
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CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione; Università degli Studi di Parma
Abbazia Valserena Strada Viazza di Paradigna 1 - Parma
30 settembre 2023 - ore 17:30
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~ https://www.csacparma.it/andrea-branzi-racconti-di-design-2/
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fashionbooksmilano · 3 months
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Paraventi
Folding screens from the 17th to 21st Centuries
Edited by Nicholas Cullinan. Graphic Design: Naomi Mizusaki, Supermarket, New York.
Texts by Thomas Aquilina, Nancy Berliner, Francesca Berry, Nicholas Cullinan, Whitney Davis, Frank Feltens, Wu Hung, Ido Misato, Paul B. Preciado, Ana Zabía e Siegfried Zielinski Interviste di Nicholas Cullinan, Niccolò Gravina, Mario Mainetti a Tony Cokes, Cao Fei, Wade Guyton, Anthea Hamilton, William Kentridge, Shuang Li, Goshka Macuga, Kerry James Marshall, Chris Ofili, Laura Owens, Betye Saar, Tiffany Sia, John Stezaker, Keiichi Tanaami, Wu Tsang, Luc Tuymans and Francesco Vezzoli
Fondazione Prada, Milano 2023, 448 pagine, 17x22,5cm, ISBN 978-8887029864, English Text with italian translations. euro 75,00
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“Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” è l’ampia esposizione a cura di Nicholas Cullinan presentata da Fondazione Prada a Milano dal 26 ottobre 2023 al 22 febbraio 2024. La mostra di Milano indaga la storia e interpreta i significati di questi oggetti, ripercorrendo le traiettorie di reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, i processi di ibridazione fra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni tra designer e artisti e, infine, la creazione di opere inedite. I paraventi rappresentano il concetto di liminalità e di soglia fra due condizioni, in senso letterale e metaforico, in quanto attraversano le barriere tra discipline, culture e mondi diversi. 
Come spiega Nicholas Cullinan, “Pittura o scultura? Arte o complemento d’arredo? Elemento utilitaristico oppure ornamentale? Decorativo, funzionale, architettonico o teatrale? Questa mostra esamina con un approccio innovativo gli interrogativi e i paradossi che circondano la storia dei paraventi, una storia di migrazione culturale (da Oriente a Occidente), di ibridazione (tra forme d’arte e funzioni diverse) e di ciò che viene celato e rivelato. La nostra ricerca svelerà come questa storia e il suo manifestarsi nel presente coincidano con la storia di oggetti liminali e della liminalità stessa, in un processo di superamento delle rigide distinzioni e gerarchie tra le diverse discipline dell’arte e dell’architettura, della decorazione d’interni e del design”. 
Il progetto espositivo ideato dallo studio di architettura SANAA, fondato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, raccoglierà negli spazi del Podium oltre settanta paraventi. Saranno inclusi sia opere di grande valore storico sia lavori più recenti provenienti da musei internazionali e collezioni private, oltre a una selezione di nuove creazioni appositamente commissionate per questo progetto a più di quindici artisti internazionali. Al piano terra del Podium, pareti curvilinee e trasparenti di Plexiglas, alternate a tende dalla linea sinuosa, evocheranno le forme di questi oggetti creando una serie di spazi caratterizzati da diverse condizioni luminose. All’interno di questi ambienti i visitatori potranno incontrare i vari gruppi tematici e confrontarsi con un fluido percorso espositivo grazie alla trasparenza delle strutture divisorie. Al piano superiore l’allestimento rappresenterà l’intera storia dei paraventi, presentati in ordine cronologico e disposti su piedistalli sagomati che ne enfatizzeranno le forme, in omaggio agli innovativi allestimenti museali del MASP di San Paolo, realizzato da Lina Bo Bardi, e al lavoro di SANAA per il museo Louvre-Lens.
13/04/24
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garadinervi · 5 months
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Renzo Dubbini, Architettura delle prigioni. I luoghi e il tempo della punizione (1700-1880), Franco Angeli, Milano, 1986
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wildbeautifuldamned · 5 months
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chez-mimich · 6 months
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INSEGUIRE OPERE
La Triennale di Milano e la Fondation Cartier pour l’Art Contemporaine di Parigi hanno stretto una intensa collaborazione e allestiscono mostre di grande interesse. È il caso per esempio di quella di uno dei più grandi scultori contemporanei, Ron Mueck. La scorsa estate ho avuto modo di visitare la sua mostra alla Fondation del Boulevard Raspail e sabato scorso ho visitato la stessa mostra (con qualche variazione) alla Triennale. È sempre molto stimolante per me vedere una installazione d’arte allestita in due contesti diversi, poiché l’opera assume, inevitabilmente, sfumature diverse se non, addirittura, significazioni diverse. Mi era capitato di notarlo la prima volta con “La Venere degli stracci” vista al Castello di Rivoli e rivista al Louvre, così come con la celebre mappa del mondo (“Map”) di Mona Hatoum fatta di carbone arso vista al Beaubourg e rivista alla Fondazione Prada. E ancora con opere di Louise Bourgeois viste alla Tate Modern di Londra e riviste a Parigi. Questa volta è capitato con “Mass” il gigantesco cumulo di teschi umani che Ron Mueck ha posizionato nella Hall principale della fondazione parigina e ha riallestito al primo piano del Palazzo della Triennale. Nell’esposizione parigina i teschi (che sono enormemente più grandi di un teschio originale), complice la bella stagione, ma soprattutto l’architettura “trasparente” di Jean Nouvel, mi davano l’impressione di un gigantesco “divertissement”, scanzonato, dissacrante. La possibilità di vedere anche dall’alto l’installazione, i riflessi del sole e l’ombreggiatura del lussureggiante giardino della Fondation, facevano di “Mass” un gioco più che un “memento mori”. Non così a Milano dove, una cupa giornata d’inverno e la razionale,ma gelida architettura di Giovanni Muzio (1933), nonché l’occhieggiamento inquieto della Torre Branca dalla finestra, mi hanno fatto apparire l’opera come un cupo monito alla nostra vita terrena. È davvero incredibile come un “contesto” possa contribuire a determinare il senso di un’opera. Certo questo vale anche per il “Tondo Doni” regalo di nozze di Agnolo Doni a Maddalena Strozzi che probabilmente doveva stare a capo del letto e non su una parete degli Uffizi, ma a maggior ragione vale per le opere d’arte contemporanea. Come suggeritomi da un’amica (e dallo storico dell’arte Philippe Daverio), è meglio cimentarsi in esercizi come questo anziché infilarsi in un museo per vedere (molto superficialmente) migliaia di quadri che sono stati dipinti da migliaia di artisti in centinaia di anni a cui noi poi possiamo concedere solo uno sguardo distratto. Provate anche voi a inseguire un’opera d’arte (non importa quale e non importa dove) e l’arte vi apparirà per quello che veramente è, uno specchio profondo dove ritrovare o perdere noi stessi.
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fiorescente · 10 months
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Comunque alla fine sono stata alla stazione cinque ore perché il treno ha fatto ritardo
Maledetta Milano fascistissima con questa architettura ostile, 5 ore in piedi
Tra l'altro ovviamente pieno di uomini che non rispettano gli spazi personali tanto che mi sono dovuta mettere vicino a* polizziott* per sentirmi sicura, "come i fascisti"
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