#miei dolori
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Tutto è cambiato da quel 2010,
anni passati buttata in un letto,
salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci,
per me sono state eterne, mi sentivo inerme,
“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata,
non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo,
questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,
ti ha tolto l’uso dei tuoi arti,
non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere,
quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere,
ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti?
Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto,
tuo figlio é sempre quello di un tempo,
un concentrato di ansie e incertezze,
che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,
dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,
di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno,
tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,
speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino,
chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie trasportate dalla burrasca,
di idee negative succubi di voci “cattive”,
ti chiedevo “Mamma?
Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?
Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”
“Ognuno é fatto a modo suo,
non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.
“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso,
non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,
Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),
strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.
Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,
umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno,
finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.
Ti sento piangere le notti,
con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente,
mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”,
io non ne conosco di altri motti,
mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente,
io invidio il tuo essere, fragile e tenace,
tu non vivi, sopravvivi, lotti,
come quando ballavi il tango,
cambiavi l’atmosfera,
la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare,
a ogni tuo passo il mio cuore accelera,
professionisti che dicevano “incantevole, come
una bambina si diverte in mezzo al fango”.
In una vita di spine, senza una rosa,
sei un’artista nel dipingere le mie giornate,
metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori,
siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa,
ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.
Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare?
Ma testardo davo retta solo a me stesso,
capendo che una donna é l’unica soluzione,
se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,
ti scrivo le mie lacrime del cuore,
quelle che nessuno vede,
mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.
Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”,
tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.
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Vedendo in giro alcune foto e leggendo i commenti qua' e là, scopro i ricordi di alcuni che poi, alla fine, sono i miei ricordi di bambina e quelli di molti di noi.
Noi, quelli della mia generazione intendo, abbiano avuto la fortuna di nascere e crescere in un'epoca dove abbiamo ascoltato il rumore delle onde, il garrire delle rondini, abbiamo assaporato la frutta dagli alberi. Ci siamo scorticati le ginocchia andando in bicicletta o correndo per non essere scoperti a nascondino.
Ci siamo baciati e ci siamo abbracciati, a volte presi a schiaffi e le facce indignate o sorridenti erano le nostre e non quelle buffe forme che troviamo ed a volte utilizziamo per mostrare i nostri sentimenti nel web.
Ricordo i bagni al mare, non si usciva fino a che le labbra non diventavano blu e le merende che seguivano erano le più buone del mondo perché si era affamati....affamati di cibo ma anche di curiosità e di conoscenza. Ad una meta raggiunta ne seguiva subito un'altra da raggiungere.
Oggi non si ha più fame di nulla, ci riempiamo di ogni cosa, siamo pieni di sovrastrutture che non servono a molto se non a coprire ed a nascondere quello che noi in realtà siamo.....anime in cerca d'amore, chiuse in una scatola di finte certezze che ci rassicura ma che allo stesso tempo ci soffoca.
Quello che abbiamo realmente vissuto, le sensazioni intendo, i dolori, le gioie, i profumi antichi delle cucine delle nostre nonne e dei vasi fioriti delle nostre madri sono dentro di noi ed hanno creato la nostra anima, tutto sta a scoprirla.
Angela P.
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Spogliati per me, mia infima troia: fallo lentissimamente. È uno spettacolo, vedere la tua personalità azzerata mentre ti prepari a sottoporti alle mie cure. Posso sentire chiaramente l'odore della tua paura mista a forte eccitazione e desiderio di provare ancora una volta dolore e umiliazione. Sono e mi sento intimamente l'unico, vero padrone di tutto il tuo essere!
Il tuo cuore batte soprattutto per me e per questa nostra intimità perversa. Non resisti: ogni volta te ne vai via piangendo e maledicendomi, piena di lividi, dolori e rimorsi. Ma basta che io ti mandi un messaggio: "oggi pomeriggio sono libero. Trova una scusa" che tu corri a farti fare di tutto, come la cagna fedele e desiderosa di cazzo e scudisciate che senti di essere intimamente.
Adesso sbrigati e togli tutto. Niente conterà più per te, nei prossimi minuti insieme: ruolo, mutuo, reputazione, marito, figli, casa da mandare avanti. Comanderanno solo il tuo corpo nudo voglioso di me ovunque e la mia volontà di infliggerti punizioni e godere di te. Fino a quando non sarò soddisfatto. Ora mettiti in ginocchio, cagna. Apri la zip dei miei pantaloni: oggi iniziamo da lì, dai fondamentali di una prostituta. Datti da fare, con quella bocca...
Aliantis
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lettera di presentazione. ciao, è circa un mese che non mi faccio vivo qui. boh, in realtà sto usando questo spazio per lasciar scorrere un po' di pensieri, mentre ho una mezza canna accesa sul comodino accanto al letto. forse ci saranno degli spunti un po' da tw, ma in fondo va così. è da un po' che prendere una scelta comportasse per me un tale livello di ansia, stress e dolori fisici: potrei essermi sputtanato ancora una volta gli organi interni, tra dosi massicce di caffeina, nicotina, pianti strozzati, martellamenti alla testa, bruciori, fitte e piccole dosi di sangue rosso vivo. spero di aver tranquillizzato i miei, per quante sofferenze, incomprensioni, cose cattive non voglio farli spaventare tanto. dovrebbero capirlo che il dolore fisico è la cosa che più mi mette terrore. e quindi dicevo la scelta: finire e lasciare dopo il tirocinio nella speranza di andare altrove o rimanere in una pseudo comodità fatta di compromessi, paesini dalla mentalità che ho sempre imparato a disprezzare. mi sento sbagliato, tanto, tanto da voler dire al Fra di ormai 8 anni fa che quel dolore non sarebbe ancora servito ad un cazzo ed era inutile fottersi con la propria testa. ma è probabilmente ciò che mi dirò al Fra di oggi a 32 anni. se solo sapessi farlo. mi riporto la canna fra le labbra, il fumo mi scalda da dentro, non sono molto bravo a gestire le dipendenze. 07/10
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( Zanardi by Paz)
“Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi i miei dolori, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.”
(Luigi Pirandello)
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Ciao! Ma perché con questo tempo uggioso i miei dolori alle articolazioni peggiorano? 🥺
Il freddo e l'umidità NON FANNO NULLA DI NULLA alle articolazioni, alle vecchie fratture, alle artrosi, alle artriti e all'artrite reulatoide.
Solo che tu non lo sai e stai tutta rigida, rannicchiata e con i muscoli contratti, condizione che invece fa MOLTO alle articolazioni, alle vecchie fratture, alle artrosi, alle artriti e all'artrite reulatoide.
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I tuoi abbracci sono la cura dei miei dolori.
- romyy999
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Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam.
Non mi vergogno d'aver sopportato la povertà, la malevolenza e l'odio dei miei, le esecrazioni, le ingratitudini di coloro ai quali volli giovare e giovai, gli effetti d'un'estrema barbarie e d'un'avarizia sordidissima. Per il che non mi duole d'esser incorso in fatiche, dolori, esilio: ché faticando profittai, soffrendo feci esperienza, vivendo esule imparai: ché trovai in breve fatica lunga quiete, in leggera sofferenza gaudio immenso, in un angusto esilio una patria.
Giordano Bruno, 17 febbraio 1600, Campo de' Fiori, Roma
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La giornata è stata particolarmente pesante, una di quelle in cui tutto ma proprio tutto diventa difficile. Sono da poco ritornata a casa, e la prima cosa che ho fatto mi sono tolta le scarpe con i tacchi che per lavoro sono costretta a portare. A dire il vero mi piace indossarle perché mi stanno tanto bene, danno slancio e anche un senso di sicurezza e potenza. Ma ora devo fare respirare i miei poveri piedini. In prima istanza mi occuperò di loro avendone molta cura sperando che i dolori passino subito...poi mi farò un bel bagno rigenerante ...
A dopo poi continuerò...
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Sono una sopravvissuta, per questo non mi spezzo. Mi piego, mi attorciglio su me stessa, cammino sulle ginocchia, striscio, ma non mi spezzo.
È la mia natura. I dolori che mi hanno plasmata li ho affrontati ogni volta guardandoli negli occhi. Li ho persino sfidati. A volte ho vinto, altre ho perso. Mi sono forgiata e temprata. Non sono invincibile, ma ho scelto di fare delle sconfitte i miei punti di forza. Sono una sopravvissuta, per questo mi disgusta la vigliaccheria e non la combatto.
Non vale la mia spada.
Non merita il mio sguardo.
E. B. De Sanctis
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Qual è il tuo rimedio alla tristezza?
Ciao!
Mi fai una domanda bella e anche importante alla quale non so se esiste risposta, perché non so se c'é un rimedio alla tristezza o se bisogna solamente viverla.
È un periodo in cui, anche se sono una persona solare e positiva, di tristezza ce n'è tanta dentro di me e attorno a me e all'inizio era davvero difficile scrollarsela di dosso. Il mio rimedio era riempire la mia giornata di cose da fare, giri da fare, persone con cui parlare, per non lasciare che i miei pensieri si facessero bui. Volevo sfuggirle in ogni modo, ascoltavo musica, guardavo dei film, provavo a studiare, scrivevo sempre con qualcuno.
Poi quando mi fermavo lei era lì e mi faceva quasi paura, poi ho capito che la grande tristezza bisogna solo accoglierla, come tutte le emozioni che abbiamo dentro. Te la devi vivere, devi sentirla sulla pelle e farla scivolare piano piano fuori.
Allora va bene provare a fuggire dai momenti brutti per un po', cercare leggerezza, cantare, mangiare fuori, perdere tempo su tiktok... però poi serve anche camminare dentro ai momenti brutti. Piangere, gridare al cielo, dare un pugno a qualche cuscino e poi piangere ancora. E lavare con le lacrime la nostra anima pesante. E poi, anche se sembra impossibile, credere che troveremo un nuovo equilibrio.
Ci vuole tempo, ci vuole tanto tempo soprattutto certe volte per dei dolori forti, ma va bene così. Impareremo. E sarà come avere quelle scarpe preferite che avevi da tutta la vita e che ti piacciono da morire, ma che sono state rattoppate troppe volte e ora sono proprio rotte e le dobbiamo lasciare andare. Impareremo a usare nuove scarpe per camminare nel mondo e sarà una camminata diversa, ma ci porterà lo stesso verso una strada colorata e piena di vita.
E le nostre meravigliose scarpe vecchie? No, non le abbiamo buttate via. Le abbiamo tenute, riposte nella loro bella scatola e resteranno con noi. E quando vorremo, potremo ancora guardarle e ricordarci di quanto è stato bello averle.
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simple question Papa, come stai?
Ahh... Eh... Un po' dolorante, al giorno d'oggi. La mia schiena e i miei fianchi sono i peggiori. Molti dolori crescenti all'addome. Ma va bene, non vieni sul mio blog per sentirmi lamentare...
A little sore nowadays. My back and hips are the worst. A lot of growing pains in my abdomen. But it's okay, you don't come to my blog to hear me complain...
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IL PESO DEL MONDO
Ho sofferto a lungo di dolori al collo. Ho cambiato sedia, ho comprato un collare ortopedico, ho fatto yoga, pilates, sono andata da un chiropratico e da medici di ogni genere, ma il dolore è continuato; un peso, un disagio che non mi faceva nemmeno dormire più. A volte era anche difficile per me respirare.
Poi, incontrai una saggia ed anziana donna.
Solo guardando la mia colonna vertebrale tesa e compressa,
solo tastando la mia pelle nuda con il suo tocco di mani vecchie e consumate.
Mi disse: "Hai portato così tante pressioni negli anni, così tanto dolore, da perderne il conto; porti il peso del tuo mondo e di quello degli altri."
- Sospirai...
Prese le mie mani, tra le sue mani nodose, di vecchia signora; mi fece abbassare le mani, sciogliere le spalle, sollevare il mento e si mise dietro di me. Le sue labbra sfiorano il mio orecchio e sussurrarono dolcemente:
- "Non tutto è colpa tua. "
- "Non tutto è tua responsabilità. "
- "Non puoi fare tutto. "
- "Non puoi sistemare tutto. "
- "Non devi farti carico di tutto. "
I miei occhi all'improvviso, iniziarono a versare lacrime spesse come vetro rotto...
C'è stato un momento in cui ho pensato che avrei pianto sangue, per quanto dolore stavo provando.
Piano piano le mie spalle sono tornate al loro posto, il mio collo è diventato morbido e si è rialzato, la mia schiena si è raddrizzata come non accadeva da anni e ho sentito le mie ossa come rinsaldarsi.
Il peso del mondo era sceso dalle mie spalle ed il peso del dolore del passato,
era finalmente caduto a terra.
Il peso del mondo.
Flora Azevedo
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Listen to 吞了它儘管多傷悲 Swallow it no matter how sad it is, a playlist by chu-lan-maria on #SoundCloud
"關於我真正的悲傷,我從不哭泣。 Over my real sorrows I never weep. Sui miei dolori reali, non piango mai."
─ Natalia Ginzburg (1916-1991 Italian author)/Lui e io, in Le piccole virtù, in Opere cit., I, p. 830.
She was an Italian author whose work explored family relationships, politics during and after the Fascist years and World War II, and philosophy. She wrote novels, short stories and essays, for which she received the Strega Prize and Bagutta Prize. Most of her works were also translated into English and published in the United Kingdom and the United States.
An activist, for a time in the 1930s she belonged to the Italian Communist Party. In 1983, she was elected to Parliament from Rome as an independent politician.
(PS. I don't own any music and songs right, I just make the playlist for listening easily and enjoy all musicians your works and love to share it only. all copyright belongs to musician & singer. If you want me do delete yours from the playlist, please tell me then I will do it. Blessings! Thanks! Lan~*)
🎨 illustration from 'Стильные картины' pikabu.ru/story/stilnyie_kartinyi_10640136
Or used "QR code" you can go to this music playlists on SoundCloud listening it. and Enjoy!
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Di epiloghi e di altri dolori
Il treno è in ritardo. Siedo silenzioso mentre guardo gli altri avventori in sala d'attesa; qualcuno legge, adolescenti ridacchiano rumorosamente mentre guardano qualcosa al telefonino, altri discreti sussurrano qualcosa, il rumore di una palla che rimbalza. Le caviglie vanno meglio, adesso sono le spalle a scricchiolare. Sorrido ironico, ho riletto un po' delle impressioni di viaggio cristallizzate sul moleskine sgualcito. Ho ormai abbandonato ogni civiltà, poche ore e il lavoro tornerà a sommergermi. Respiro profondamente, poi deglutisco, lo sento già il peso dei turni che mi assale.
Il tempo passa lento sulla strada del ritorno, leggo qualche pagina di Fedor, entro domani terminerò "povera gente" poi chissà. Esco sul piazzale antistante la stazione: autobus spenti e un vago profumo di tigli, le nuvole azzurro opaco mi sovrastano squarciate in lontananza da toni salmone che preannunciano il crepuscolo.
I giorni si accorciano e questo è già un presagio. Stasera, stanotte verrà il momento del vino e delle sue certezze, canterà i miei giorni e i miei tormenti. Una volta ancora muoverà un ricordo: sono in ritardo. Da sempre.
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Quote
I miei dolori non li ho mai delusi. A volte non è facile liberarsi dal dolore quando il dolore è l’unica via che hai conosciuto fino ad oggi. Ti rende quasi più sicuro perché conosci tutte le sue strade e sai come affrontarlo, sfidarlo, vincerlo e abbandonarlo per riprenderlo con te nel viaggio.
Massimo Bisotti
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