#mi sento veramente male
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non so che dire se non che sono onorata di averti ispirato a creare questa fanart bellissima 😭 adoro come mimmo prende la giacca di simone e come si guardano, sei riuscitə a ricreare perfettamente l'atmosfera di tensione che ho immaginato durante quella scena. vorrei dire tanto altro ma mi hai lasciata senza parole se non grazie ora vado a piangere 😭😭😭
La Gerusalata Liberemme ✨
Fanart ispirata alla splendida “Il fato ci ha fatto (r)incontrare” di @tyrionsonoftywin99 🥰
Voglio ricordarli così, circondati dai libri e dimenticando ultimo episodio della seconda stagione. Episodio che, neanche a dirlo, mi ha fatto piangere fiumi di lacrime e maledire chiunque abbia avuto la brillante idea di allontanare Mimmo.
Voci di corridoio dicono che tornerà nella S3 quindi preghiamo insieme e accendiamo un cero affinché questo accada! 😭
Ora corro a recuperare gli ultimi capitoli perché sono rimasta scandalosamente indietro 🥹✨
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SPOT INTEGRALE FIGC X DOP/IGP
#QUESTA PUBBLICITA LA COSA PIU BELLA DI EURO2024 FINO AD ORA mi sento di un male che non potete capire#spalletti che compare nel buio in mezzo alle caciotte urlando cose a caso#LA RECITAZIONE LA SCIOLTEZZA IL BRIO L'ENTUSIASMO#gigione e lollo pelle nell'omaggio al teatro dialettale#io veramente come fate a volere male a sti 4 disgraziati
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questo libro è molto divertente perché la scrittrice si arrabbia perché il suo marito sembra italiano (e si chiama alberto) e lei non lo sembra e le commesse le parlano in inglese e le chiedono se ha imparato l'italiano da suo marito KASJDHAKSJDH
#sto cercando di parlare l'italiano come posso ok ...#è divertente perché lei parla l'italiano migliore#mi sento veramente male per lei ma ... è divertente da leggere
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Mi devi far male
Devo soffrire: ne ho bisogno. Li sto tradendo entrambi e non lo meriterebbero. Lui, mio marito, è un uomo generoso, buonissimo. Un gran lavoratore. Non ci ha mai fatto mancare nulla. E mia figlia è una ragazza meravigliosa, la luce dei miei occhi. Ma ai sensi non si comanda e io come ti vedo, ormai divento visibilmente pazza per te, mio genero. Perdo il lume della ragione.
So soltanto che quando mi sei davanti ho un incomprimibile impulso di mettermi nuda davanti a te, di offrirti la mia fica, il mio culo e la bocca. Quando non hai tempo o quando mi rifiuti, perché magari, da bravo sposo fresco, hai una legittima, sacrosanta crisi di coscienza, divento folle di desiderio e soffro come una cagna in calore, a causa di una gelosia pericolosamente evidente nei confronti di quell’anima ingenua di mia figlia.
Ti immagino mentre la monti e le fai provare gli orgasmi più giusti e belli, poi mentre lei ti si apre tutta e tu ne approfitti. Benedetti dal Signore. E, per dirla tutta, sento un bisogno fisico di adorare il tuo cazzo, di giocarci e di prenderlo in bocca. Tutto. Ti devo far godere e sentirti vibrare, mentre mi sborri in gola tenendomi la testa ben premuta contro il tuo ventre. Dio, quanto lo desidero: fallo, ti prego! Perché probabilmente sono nata puttana e da puttana ingrata e traditrice mi sto comportando. Non ci posso fare più nulla: ti voglio.
La mia vera natura s’è rivelata, infine. Non l’avrei mai immaginato. Ero una donna semplice, senza grosse esigenze, in fatto di sesso. Sarà l’età, forse. Il mio ottimo e puro consorte è di una ventina d’anni più anziano di me e ormai al sesso non pensa proprio più. L’uccello non gli tira e il sesso non è neppure più un argomento di conversazione, tra noi. Il problema è molto delicato e non vorrei offenderlo. E poi non credere, sai: per me è veramente difficile parlare di queste cose, anche se apro le gambe, la bocca e le natiche molto facilmente, con te.
Basta che mi guardi, io capisco che mi vuoi. Che sei disposto al peccato più indicibile. Con lui ho provato a parlare, scherzosamente, col sorriso sulle labbra. Magari mentre gli accarezzavo il petto e lo stringevo a me. Ho tentato di dirgli che anche una donna ha le sue esigenze, che esistono dei medicinali: ha sorriso, sicuro della mia devozione per lui; m’ha accarezzata e infine s’è girato dall’altro lato per dormire. Crolla subito, perché di giorno lavora moltissimo. Non saprei dire se ha fatto finta di non capire o se il destino della mia passera non gli interessa proprio più.
E quindi è sottinteso che io mi debba arrangiare, con un dildo o altri attrezzi. Non penso immagini neppure lontanamente che io possa tradirlo, che dia la mia passera, il culo, il seno e la bocca a un altro uomo. Fatto sta che io continuo ad avere un grande, incessante bisogno di cazzo e quindi non riesco più a lasciarti in pace. Lo so: metto a rischio il tuo matrimonio con mia figlia, ma è più forte di me. Mi devi scopare tu, perché non voglio andare in giro a cercare altri uomini, così che lo sappia subito dopo chiunque, nel piccolo paese in cui viviamo.
Abitiamo insieme in questa bifamiliare e quindi tutto può continuare a essere molto discreto, indolore. Hai un lavoro a turni, mentre mio marito e mia figlia di giorno lavorano nell’azienda di famiglia fino a sera. Quindi abbiamo sempre una gran quantità di occasioni, per amarci. Tu adesso però a tutte queste cose non ci pensare e prendimi, maltrattami, fammi dei lividi, fammi soffrire, perché me lo merito. Non pensare a lei, a quanto ami quel viso d’angelo: pensa solo a sborrarmi dentro.
Inculami senza lubrificante, spaccami l’ano. Hai poco più della metà dei miei anni e un membro giovane, ingombrante e duro. Su di me usalo anche come un randello: sbattimelo in faccia senza complimenti e trattami pure da prostituta. Vienimi dentro, fuori: ricoprimi di sborra ovunque vorrai. Zero rispetto, per tua suocera. Poi alla fine prendimi a sberle. Fortissime, mi raccomando. Umiliami. Me lo merito. Perché sono una vera troia: infoiata e pazza di te.
RDA
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Ho bisogno di cambiare. Forse questa è l'unica cosa che so al momento. E' tornato il buio, è tornato prepotentemente, come non mai e non so come affrontarlo. Sinceramente non so cosa sia andato storto nella mia vita, in quale momento o in quali momenti mi sono perso. Non è la prima volta che mi accade, ho avuto i miei periodi no ma non sono mai stati così visibili, esposti al mondo. C'è un mondo di rabbia dentro me che ho sempre saputo gestire ma ultimamente no, basta veramente un cazzo e come una bomba sono pronto ad esplodere. Questo mi fa tremendamente paura, anche perché non importa chi ci sia dall'altro lato e si ritroverà a beccarsi tutto il mio odio. Odio, odio per cosa? Questo ancora devo capirlo. Nella mia vita ho sofferto si, come tutti e meno di molti ma questo non può e non dovrebbe giustificare nulla. Sono bloccato, non riesco a vivere, e quando poi lo faccio e torno alla normalità è sempre peggio, ogni volta fa un po' più male. Forse la parte peggiore è vivere quegli attimi di felicità che mi mancano perché sono un ingordo, ho bisogno di sentirmi pieno, a volte anche un po' apprezzato ma allo stesso tempo non sono capace di gestirlo. Ho imparato che non sono mai contento di nulla, non mi basta mai e quindi come si fa? Come posso sopraffare questo mio modo di essere? Sono sempre in conflitto con me stesso, come se ci fossero due personalità che a volte convivono nello stesso momento e questo crea un conflitto enorme, vado in tilt. Spesso penso che l'unica soluzione sia quella di isolarmi, di mandare tutti via, le persone sono sempre state bene senza di me, possono continuare a farlo per il resto della loro vita. Ma della mia che ne sarà, deve davvero finire così? Deve essere davvero "un solo attimo di beatitudine può forse colmare una vita intera?". Non sono pronto a questo, non sono pronto a vivere un futuro misero fatto di solitudine, ne ho già vissuta tanta, ad un certo punto deve arrivare il mio momento no? Forse il mio momento è già arrivato e l'ho perso? Ed ora che si fa? Come supero tutta la tristezza che sento in ogni centimetro della mia pelle? Tutta questa tristezza che a volte non ha fatto parte della mia vita per alcuni attimi. Ci si abitua mai a stare male? Dobbiamo davvero vivere una vita di merda quando potremmo essere felici? Non lo so, ho perso il libretto delle istruzioni di questa vita. Ho perso tanto e sto continuando a perdere, sto continuando a perdermi. Aspetto un po' di luce in questa oscurità, una mano che forse mi tiri su anche se so che dipende tutto da me. Da me, appunto, questo è il problema più grande. Ho sempre provato a fare tutto da solo nella mia vita e questo è il risultato, un "uomo" a pezzi che distrugge tutto ciò che tocca. In fondo volevo solo una vita, una famiglia, una casa e dei figli, ed invece eccomi qui, io e i miei demoni a pensare su come farla finita. Ho bisogno di cambiare, ma per cambiare devo cambiare me, non so se ci riuscirò.
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che poi la cosa che mi dispiace è che a volte avrei anche voglia di mettermi a conoscere una persona e magari qualche volta provo anche, magari ci esco una volta, però solo il pensiero di andare oltre mi fa salire l’ansia alle stelle, non lo so pensavo che crescendo mi sarebbe passata questa cosa ma più vado avanti più gli impegni sentimentali mi fanno stare male perché non riesco a stabilire una connessione emotiva, non riesco ad entrare nella vita di una persona perché mi sento a disagio e non riesco a far entrare qualcuno veramente nella mia vita perché non lo voglio, è la mia vita, i miei spazi e non riesco a pensare di condividere veramente e profondamente
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Mi fa male vedermi allo specchio con gli occhi spenti e un sorriso debole, mi fa male non essere libero di sentire a causa di tante paure, mi fa male non essere libero di essere me stesso senza paura di essere ferito. Mi fa male vedermi camminare così stanco e così appesantito e non poter fare nulla per sentirmi più leggero. Sì, sono triste per me stesso, non è che mi vittimizzerò per questo o quello, quello che mi fa veramente male è che ho perso la forza di amare me stesso e di amare gli altri, ho perso la forza di continuare ad essere coraggioso. Non riesco a trovare la strada verso me stesso perché mi sento perso, non soffro per nessuno se non per me stesso.
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Gli ultimi giorni: fa freddo e ho paura di spendere troppo di gas, mi copro e scappo in biblioteca e a casa soffro il freddo più freddo che c'è
Il mondo mi fa male e sento di non avere la forza di restare in piedi. Sono sempre in ritardo e penso di non avere tempo, non mi rilasso mai veramente e mi sento un palloncino troppo gonfio, vorrei uno spillo per poter scoppiare
La mia famiglia ogni giorno mi ferisce in qualche modo e non mi dà valore neanche un po', per fortuna ci sono i rotolini con lo zucchero e qualche email di qualche prof carin* che mi tirano un po' su.
La ricerca per la tesi sta andando, ho due bozze di indice che proporrò al professore mercoledì e spero con tutto il cuore che vada bene.
Voglio uccidermi, ma desidero una vita
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La fine di una relazione tossica.
Dopo un anno di relazione, dal giorno 29 agosto 2023 sono ufficialmente “libera”. In che senso? Intendo LIBERA non nel senso di “Fatevi avanti, ragazzi!”, ma nel senso che mi sento come se mi fosse stato tolto un grande peso di dosso. Come mi sono ritrovata in quella relazione? È una storia lunga. Perché l’ho definita “tossica”? Ebbene: piangevo sempre, avevo bisogno di lui ma al tempo stesso stavo male (“dipendenza affettiva”), volevo già uscirne da molto tempo prima ma non riuscivo a farlo o a dirgli di no e anche se abbiamo passato dei momenti teneri insieme non sono mai stata veramente felice. Certo, quando abbiamo ufficialmente rotto, qualche lacrima è scesa. C’erano pur sempre dei sentimenti coinvolti. Ma se avessi continuato a “vegetare” in quella situazione sarei stata molto, ma MOLTO peggio.
Scrivo tutto questo anche per aiutare chi magari è intrappolato in una relazione simile ma non sa come uscirne. Il mio consiglio è: NON abbiate paura di troncare il rapporto. FATELO E BASTA. Senza pensarci. Come uno strappo di cerotto. Ve ne sarete grati, credetemi 😊
Detto questo, passo e chiudo!
P.S. Sentitevi liberi di far girare questo messaggio a chiunque credete che possa averne bisogno, ricordando che: 1) non siete soli e 2) potete farcela!
~ Ragazza libera
#frasi#storie#storie di vita#lezioni di vita#relazioni#relazione tossica#relazioni tossiche#relazione finita#vita#libertà
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Gli sbagli fanno le persone?
Gli sbagli ci definiscono molto più di quanto ci piace ammettere. Non si tratta solo di errori o fallimenti, ma di quei momenti che ci costringono a guardare dentro noi stessi e a rivedere le nostre scelte. Spesso ho pensato agli errori che ho commesso con una certa dose di rimpianto, chiedendomi come sarebbe stata la mia vita se avessi preso decisioni diverse.. Ma alla fine mi rendo conto che senza quegli sbagli non sarei la persona che sono oggi.
Ogni errore è come uno specchio che ci costringe a fare i conti con le nostre vulnerabilità e insicurezze. È come se gli sbagli ci sfidassero a diventare più forti, più consapevoli. Mi sono ritrovata in situazioni in cui avrei voluto che le cose andassero diversamente, in cui ho detto o fatto qualcosa che avrei voluto subito cancellare.. Eppure, sono proprio quei momenti che mi hanno insegnato le lezioni più importanti: la pazienza, la comprensione, il valore del perdono, soprattutto verso me stessa.
Non sono io a fare gli sbagli, sono gli sbagli che hanno fatto me. Hanno modellato le mie scelte future, mi hanno mostrato dove posso migliorare, e mi hanno insegnato che non esiste crescita senza fallimento. Ognuno di noi si porta dietro cicatrici che raccontano la nostra storia. E forse è proprio grazie a quelle cicatrici che possiamo guardare indietro e vedere il percorso di crescita che abbiamo fatto.
Penso che la cosa più difficile sia accettare che, anche quando gli sbagli ci fanno male, è proprio da quel dolore che spesso nasce qualcosa di buono. Ogni volta che cado, ogni volta che mi sento sconfitta da una decisione sbagliata o da un'occasione mancata, mi accorgo di avere una scelta: posso lasciarmi abbattere oppure posso rialzarmi, imparare e andare avanti. Anche qui, non posso dire di aver sempre fatto la scelta giusta..
È nei momenti più difficili, quando ci sembra di essere completamente soli, che impariamo chi siamo veramente e cosa siamo in grado di fare. Forse è proprio questo che intendo quando dico che gli sbagli fanno le persone: ci trasformano, ci costringono a cambiare, a diventare versioni migliori di noi stessi. E col tempo, ci rendiamo conto che ogni errore, per quanto doloroso, ha avuto un ruolo nel farci diventare chi siamo oggi.
Non perfetti, non invincibili, ma autentici. Ed è lì che sta la vera forza..
#sbagliare#glisbaglifannolepersone#emozioni#pensieri#riflessioni#rubricadeipensieri#scritturaitaliana#blog#sbaglio#imperfection#scrivere
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Non credevo ci si potesse odiare così tanto nella vita, ho raggiunto il punto in cui mi ucciderei pur di mettere fine a questa insensata esistenza che conduco. Ormai sono anni che va avanti così, io veramente non so come cambiare la situazione, non so se mai troverò il modo, so solo che mi sento miserabile nella vita che ho e vorrei finisse tutto. Sto male, mi sento soffocare, vorrei chiudere gli occhi e non aprirli più. Davvero questi sono gli anni più belli? Si può vivere così a soli vent'anni? Sentendosi inutili, persi, uno spreco di spazio sulla terra, un peso per tutti. Cos'è che non va in me? Perché io non posso avere una vita normale? Perché per me è tutto più difficile, tragico, immobilizzante? Perché gli altri vanno avanti e fanno progressi mentre io resto ferma o vado indietro? Sono stanca, esausta, non so per quanto sopporterò ancora.
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non so come spiegare alle persone che quando sparisco non lo faccio con cattiveria e non è di certo per qualcosa che hanno detto o fatto loro, ma semplicemente perché mi sento più morta che viva e anche rispondere a un messaggio mi sembra un’impresa impossibile, oppure mi dimentico, oppure sento il bisogno di isolarmi completamente dal resto del mondo e rispondere ai messaggi è l’ultima cosa a cui penso. ovviamente mi sento uno schifo, è veramente un comportamento da stronzi, ma proprio non riesco, se sto male non riesco
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Perché mi sento così? Come se mi mancasse da morire e come se fosse successo ieri.
Lo so che è solo un momento, ma fa veramente troppo male.
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Finalmente sono un ferie.
Niente di che per l'Europa, ma qui avere più di 3 giorni di fila di festa è un miracolo di dimensioni astronomiche e di cui dovrei ringraziare tutti i kami giapponesi (anche se non se lo meritano).
Domani cerco di fare l'italiana pure io e vado al mare, anche se non ho un costume e, tra il mio odio per lo shopping e il fatto che molto probabilmente avrò una XXL giapponese, mi sa che è meglio se per una volta non compro su internet (ultimamente sta diventando il mio unico modo per non rimanere senza niente da mettere - e non sto esagerando).
Vorrei già andarmene pure da sto lavoro, ma vabbè che lo diciamo a fare. Ho fatto così tanto per trovare qualcosa che avesse orario flessibile e smartworking e invece comunque lo standard è l'ufficio. Poi ovviamente io ho avuto il grande culo di stare nel dipartimento dei visti quindi c'è sempre un via vai di passaporti immane, per cui se non ci sei tu, il lavoro va sugli altri che già hanno la loro merda da fare, già fanno gli straordinari e quindi via di senso di colpa e di responsabilità... poi uno si chiede perché questi so strani e si ammazzano di fatica: eccovelo spiegato facile facile.
Per questo motivo ultimamente sto pensando di traslocare. Ho trovato un monolocalino bellino a 10 min A PIEDI dall'ufficio (che è centralissimo) con un affitto abbordabile... peccato che qui esiste questa cosa magica chiamata "spese iniziali" per cui tu prima di entrare devi pagare tutta una serie di cose che loro faranno per te (tipo cambio chiavi di casa, pulizia generale, disinfestazione ecc) al prezzo che dicono loro pure se tu non vuoi. Peccato che ste spese iniziali ammontano a MEZZO STIPENDIO e se ti metti a pensare a tutte le cose nuove che vanno comprate (dato che qui gli appartamenti si vendono completamente vuoti e senza elettrodomestici), insomma, non lo so se voglio buttare uno stipendio così. Però dall'altra parte sto vivendo veramente male con sti viaggi continui in treno e ora con sto caldo che ammazza la voglia di vivere di chiunque... se ripenso all'anno scorso in cui non mi avevano ancora assegnato a nessun posto e sono stata tutta l'estate a casa... Madonna che culo che ho avuto e solo ora lo sto realizzando perché è veramente impossibile vivere così.
Ah poi vabbè parliamo in verità di buchi di monolocali dato che sono 20 m2 e sono pure TANTI. Ho visto annunci di appartamenti singoli di 13/15 m2 SENZA ARMADIO a prezzi che manco vi sto a dire. Poi dite la crisi abitativa a Milano e che la gente vive nei buchi a prezzi folli... che ve devo dì.
Inizialmente volevo fare un viaggio al sud per vedere delle amiche che abitano lì però poi tutte loro si sono impegnate con altre persone (perché giustamente le ferie queste sono e se non ci si muove addio) e quindi vaffanculo non sono andata da nessuna parte. Un poco me ne pento, un poco sono talmente stressata che veramente voglio solo morire sti giorni.
Poi considerando che in 1 anno sono stata a Tokyo meno di 10 volte nonostante ce l'abbia potenzialmente a 2 passi, direi che è meglio se me la comincio a girare un poco in più finalmente.
Per il resto come sto? Boh io mi sento sempre peggio. Questa non è vita, questa non è la mia vita. Però che devo fare, che posso fare? Niente posso fare. Posso solo patire, fare come quelli che non ho mai capito: fare finta che vada tutto bene, che questa sia vita; lo fanno tutti quindi lo devo fare anche io.
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Stai ferma, porca miseria!
Obbediscimi e accetta il tuo destino, porca di quella miseria ladra! Non farmi strillare, che ci sentono i cazzo di vicini! Dai, puledra riottosa: ammansisciti, perché tu sei nata per farmi godere. E cascasse il mondo stasera io ti domerò. Ti scoperò, ti inculerò e ti farò male. Molto. Ma alla fine mi ringrazierai, fidati. Godrò di te. Addolcisciti e renditi conto che la tua fica stasera accoglierà il mio cazzo. Il tuo culo poi ti farà male tutta la notte. Lo giuro sui miei coglioni gonfi e pronti per te.
Perché quel tuo delizioso buco del culo io fra un po' te lo riempirò di sborra, allargandotelo e rompendotelo. Bimba: te l’ho sempre detto che hai un paio di chiappe che parlano. E tu mi rispondi sempre: “Seee... dai, scemo! Ma se casco a pezzi...” Però sorridi sempre contenta, quando te lo dico. Ti piace molto l’essere sognata, bramata e sapere che chi ti guarda vorrebbe allargarti il culo e leccartelo per tre ore. Me le sogno le tue chiappe, quando mi cammini davanti al lavoro tutti i giorni e mi fai morire di desiderio.
Ergo, il tuo culo di donna sposata deve essere rotto anche da me: lo vuole. Lo esige. Lo pretende. Io lo so. Lo capisco da come ti stai muovendo anche adesso, appoggiata nuda davanti al mio bacino, mentre ti divincoli. O, meglio, mentre fai finta di divincolarti. Sento il solletico dei peli della tua fica sul mio uccello. Che bello! Quanto mi ecciti, troia nata che altro non sei. Reciti, puttana difficile a scoparsi per tutti gli altri ma facilissima per me. Perché se tu volessi veramente, potresti semplicemente scappare. Mica t’ho messo le catene! Non ancora, almeno. Invece resti qui, sul letto a fare questo pseudo wrestling con me. E stai fermaaaa, cazzoooo...
Cerchi di adattarti al mio bacino e lo sento chiaramente, non negarlo. Più fai così, più ti desidero. Voglio il tuo culo. Adesso assolutamente: non potrai scappare, senza che il mio cazzo abbia visitato a lungo il tuo intestino più profondo. Sappilo. Il tuo ano merita di essere spaccato a dovere da me. Prima di tornare a casa da lui dovrai però anche trattenermi dentro la fica e assecondare il mio godimento lento: più ti rilasserai, meglio io godrò. E dopo passerò a romperti il delizioso culo che porti appresso con gran cura, fasciato in panta-jazz trasparenti che lasciano letteralmente vittime in ufficio e per strada. Che pomeriggio mi stai offrendo, ragazza!
Quindi la fica viene prima - noblesse oblige - poi passerò a sfondarti il culo. Smettila di lamentarti e frignare: non ti servirà a nulla. Tanto te l’ho detto: lo so bene che adesso è solo scena. Mi vuoi anche tu. In un momento di tua estrema debolezza e sincerità confessionale-romantica, me l’avevi anche scritto una decina di giorni fa che non vedevi l’ora di “stare un po’ da sola con me.” Cazzo volevi dire? Sui prati a guardare le nuvole? Altrimenti non sarei neppure riuscito così facilmente a toglierti i vestiti oggi. Sbaglio? Me l’hai fatto fare ed è stato eroticissimo. Grazie.
Mi piace, la schermaglia preliminare, certo. Ma adesso basta: arrenditi. Perché la resa è la più dolce delle vittorie. “Love, devotion and surrender” ricordi il vecchio disco di Santana - McLaughlin che ci piaceva tanto da ragazzi? Riso integrale, preghiere e spiritualità. Tutto cambia: adesso mangiano uova e bistecche in un pub pure loro. Ecco... si, così. Adesso ti sei ammorbidita: sento che ti stai finalmente aprendo. E toccandoti verifico che sei tutta bagnata, sotto. Che dolce: allora mi pensi, mi vuoi!
Mentre ti do finalmente due colpi in fica, ti infilo un dito nel culo e finalmente non urli neppure più. Anzi: t'allarghi e mi sorridi, mentre fai finta di contrastarmi ancora un po’. Porca e maliziosa femmina. Pheeew, che fatica! Sento il tuo sudore. M’attizza ancora di più. Ti giro: ti devo inculare. Ti voglio sfondare. Mi farai impazzire, oggi. Ma con tuo marito fai pure così? O in culo non te l’ha appoggiato mai? Forse non pensavi che accettando un mio primo invito pomeridiano qui a casa mia sarebbe subito andata a finire cosi. Ma alla nostra età si va al sodo. Subito. Che t’aspettavi: rose e violini? Cortesia, dolcezza e innocue carezze sul volto?
Tanto è quello che voi signore perbene dite ufficialmente, ma io intanto ancora non ne trovo una a cui non piaccia essere messa in riga, a posto e resa dolce con un po’ di forza. E che non lo prenda in culo con gran piacere. Smetti di agitarti, cazzooo... non mi frega se ti fa male: fra un po' ne vorrai ancora. Ecco, da brava: adesso entra. Oplà: tutto dentro. Dai, su: stacci. Apriti ancora di più, tirati verso di me e alza il bacino... si, proprio così. Bravissima. Non urli neppure!
Oooooh: che bello. Come sto bene, dentro di te. Infine hai ceduto. Non lotti più e muovi il bacino in sincrono con i miei movimenti pelvici. Socchiudi gli occhi ed ecco che ti esce di bocca... dai, dillo, su... “ooh... caro, caro...siiii...” Ah! Finalmente! Tra un po’ mi pregherai in ginocchio di succhiarlo. Cazzo, che sudata, con te! Dai, che appena finito ci prendiamo un bel caffè! Ti amo.... sborrooooooo........
RDA
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Un'ape mi ha punto sotto la pianta del piede - fa un male indicibile. Lei però è morta, poverina.
Sotto casa tagliano l'erba; il cielo preannuncia pioggia.
La mia pancia si strizza in una morsa di angoscia immotivata, e più mi sforzo meno riesco a capire perché. Va tutto bene. Amo come e più di sempre, sono amata in un modo totalizzante e profondo, l'ernia è dormiente da mesi, il burnout a lavoro è - per fortuna - un ricordo ormai lontano. Va tutto bene. Fuori gli uccellini cinguettano alla stagione che arriva.
E allora cosa c'è? Cosa c'è, Claudia, cosa ti agita veramente? Cos'hai? Cos'ho? Me lo chiedo ogni giorno.
E' frustrante quando il tuo corpo da alleato e compagno diventa tuo rivale, un nemico algido e corazzato che non ti permette di goderti la placidità della vita e delle giornate che accadono intorno e all'infuori di te. Mi sento tradita da un corpo a me straniero che mi intrappola in questo perenne stato di ansietà, calando una patina sul colore accecante delle cose e delle emozioni. Le guardo da dietro una finestra di vetro, e anelo una boccata d'aria fresca, che mi riempia i polmoni fino a scoppiare.
Passerà - mi ripeto - come è passato altre volte. Tornerò a vedere lucidamente, a progettare le mie giornate senza ansie né imprevisti, a lasciare le medicine a casa partendo per un viaggio, a provare pura gioia, ad avere il petto e la mente - la pancia - sgombri da questo sottile peso strisciante. Passerà e sarò di nuovo completamente felice, totalmente io. Libera dal mostro.
E' fine giugno e sa di promesse tradite, di una primavera mancata, di un'estate sbadata.
Respiro - in, es, in, es - lo sento dalla stanchezza delle mie fibre che sto lottando ormai da mesi, dalla mascella serrata, dalla malinconia dei pensieri. Non mi arrendo, lotterò anche stavolta.
#mental health#è stato così orrendo e sconfortante rendermi conto che l'ansia era tornata - pensavo di averla sconfitta per sempre#e invece è una lotta continua
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